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Da
Varanasi con K.sono giunto in Katmandu via Gorakpur, Sonauli, in Gorakpur
lasciando il treno per una successione di autobus.
Dalla guest house era poco
distante la nostra prima meta, il palazzo magnificamente istoriato
della Kumari,
che per poco più di un istante ci si è svagamente concessa da una finestra al piano superiore, nella sua
grazia di tediata dea-bambina serrata tra le morse delle cure parentali
Ci siamo intrattenuti per il resto del
giorno nel Durbar
square,
divagando fino ai terrificanti Bhairava della piazza di Hanumah.Ma più che il Durbar square di
Katmandu è quello di Lalitpur che mi ha affascinato, i giorni seguenti, nella stupefacenza arcana dei suoi slarghi
e guasti architettonici, ove i templi, e il Palazzo regale, a
espressione dell'ordine perenne del sanatana dharma, vi si
affacciano guardati dai mostri e dai veicoli animali delle divinità
tutelari, elevantisi sul traffico del viavai terreno di chi passa e dilegua. Ne
sovrastano il samsrara, su alte colonne, Garuda volto perennemente a
Vishnu in ali di rondine, re Narendra Malla e il cobra erto a sorvegliarlo,
nella sua prece per un ritorno permanente nelle stanze palatine,
situate a lui di
fronte, che furono la sua dimora terrena.
le seguenti emozioni visive
evocative ho trascritto in Lalitpur:
"Al sole che filtra, nel cielo
nuvoloso sfavillano le kalasa sommitali dei templi indu della
piazza, sfavillano, al termine dei pilastri e delle colonne di
sostegno, le coperture inflesse della grande campana, re Narendra e il
cobra che lo tutela, nel suo volgersi in preghiera alle
divinità del palazzo che fu la dimora terrena della sua esistenza regale,
impetrandovi un ritorno e la salvezza perenne, si
schiariscono di luminescenze i sikkara e i padiglioni dei loggiati
dei templi di una leggiadria indiana, mentre s'accaldano le tegole
dei tetti delle pagode e dei mattoni del Palazzo regale, incupiti dal
profilarsi, nel loro rossore sanguigno, di stipiti e incorniciature e
vilampas di sostegno ai tetti.
Il lieve spirare del vento, intanto, fra
i tintinnabuli delle campanelle pendule a guisa di foglie di pipal, fa
trascorrere in un moto ondivago i festoni fluttuanti delle pagode, a
presidio perenne delle quali, dinnanzi alle entrate, tra il
trascorrere della folla sostano gli elefanti e leoni di pietra."
a
inizio pagina
Per quanto, in Katmandu, -
dove da Varanasi, con K.,sono giunto via Gorakpur, Sonauli, in Gorakpur
lasciando il treno per una serie di autobus- insieme con il mo amico
finora abbia per lo più divagato in lungo e in largo nel Durbar
square , fino ai terrificanti Bhairava della piazza di Hanumah,
oltre il palazzo di una Kumari che per poco più di un istante
mi si e svagamente concessa da una finestra al piano superiore, nella sua
magnifica grazia di tediata dea.bambina serrata tra le morse delle cure
parentali, più che il Durbar square di Katmandu- è quello di
Lalitput che mi ha affascinato, nella stupefacenza arcana dei suoi slarghi
e guasti architettonici . I templi, e il Palazzo regale, vi si
affacciano tutelati dai mostri e dai veicoli animali delle divinità
tutelari, sul traffico del viavai terreno di chi passa e dilegua. Ne
sovrastano,il samsrara, su alte colonne Garuda volto perennemente a
Vishnu in ali di rondine, re *e il cobra erto a sorvegliarlo,
nella sua prece a un ritorno permanente nelle stanze palatine, di
fronte, che furono la sua dimora terrena,.
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