"
K..-ho chiesto stamane al mio amico-, ti senti
libero con me? C'è qualcosa che stando con me ti dispiace?
" No problem, mi ha detto
sorridendo, nel levarsi dal letto per scendere a pagare il conto.
"You are wahah wallah, a good
person.
Grazie, K. infinitamente grazie, my
friend, l 'ho contraccambiato carezzandogli la mano che girava la
maniglia. Gli sottacevo, così, che solo con tali parole
mi gratificava
finalmente di avergli consentito il primo volo aereo della sua vita, e che
volo!, che ci ha addentrato nella sublimità grandiosa dei ghiacciai e dei
picchi dell'Himalaya, insieme vedendo l'Everest per la prima
volta nella nostra vita.
Le
immagini dell'Himalaya range sono di K. |
Durante l'intera giornata di ieri
, al rientro dal volo, non ha fatto che lamentarsi del suo
raffreddore, che dolersi del disturbo all' udito causatogli nel decollo
dal variare della pressione.
E si è trascinato al mio seguito, nel
Palazzo Reale, come i giorni precedenti è arrivato di mala voglia
fino all' occhio
onniveggente di Buddha, sull' altura di Swayambunath,
od in
Bodnath,
edha
trasformato in una deambulazione stremante il rientro in città, tra i
templi e i siti della cremazione lungo i fiumi
" Good idea, aveva detto a
commento- but expensive idea- si era corretto, a
proposito del fatto che avessi appena prenotato per entrambi i biglietti del volo.
Per il mio amico, da che siamo nel
Nepal, era come se non esistesse più l'arte di ringraziarmi,
forse perchè niente da me poteva
più giungergli gradito, di quanto gli offro, secondo quanto mi sono
intristito a dovere ritenere per vero, fossero le sole sue scarpe, in luogo di
quelle che ha ricevuto in uso dal fratello, o gli abiti per i suoi
bambini, - oramai quanto gli donavo sembrava che gli fosse
divenuto un intollerabile peso,
come la presenza continua della mia persona, tanto più in quanto non può più liberarsene,
senza finire nella miseria della sua esistenza precedente.
"I love the free life",mi ha detto alcune
sere fa, mentre cenavamo di nuovo nel Maggi restaurant di Freek street, a
chiosa di quanto l'avesse sorpreso la libertà delle donne nepalesi, che
come Maggi possono gestire restaurant, o vendere nei negozi, al
contrario della sottomissione cui fa sottostare sua moglie,
confinandola tra le mura domestiche
" Vent'anni fa era così anche in
Nepal, - mi ha detto l'altra mattina il gestore dell 'Himalaya guest house,
- ma ora tutto sta cambiando." Al punto che sua figlia è la prima
donna ad avere asceso la vetta dell 'Everest, in compagnia del marito
sherpa.
" Ora il re ha meno potere in
Nepal, vero? less power?"
" No more, ha sorriso, all it 's
better".
Ora .
a viva voce, mi si chiama per la colazione sul terrazzo della guest house, prima della
partenza in mattinata per Pokara.
Mi felicita fare
così ritorno ove
l'altra sera, cenando, io e K. ci siamo intrattenuti parlando delle piante
che ci attorniavano.
K. mi mostrava il basilico che vi
cresceva al centro, così come l'avevo visto crescere rigoglioso nei
piccoli sacrari della sua casa e di un maestro di Khajuraho, così come cresce
immmancabile in ogni casa di ogni famiglia hindu.
" Non devi ora nemmeno toccarlo, mi
ha avvertito, appena ho fatto il gesto di saggiarne la fragranza e il
profumo,- ora che
ti sei già portato le mani alla bocca per mangiare. Solo dopo che
ti sei lavate le mani puoi farlo. E' una pianta sacra, vi è Dio..."
" Non si possono staccare le sue
foglie?"
" Si, ma solo quando è giorno e se
le tue mani sono pure"
Tornava a contrapporci ciò che per un
indiano è nirmal, o jutha, al contrario di ciò che per un
occcidentale è puro o impuro, Mentre per me è contaminante portare alla
bocca delle mani che siano sporche di ciò che è estraneo al mio corpo,
per K. è jutha portare le mani ad una bocca che le contamina con gli umori
interni che vi risalgono, dai quali ogni sera ed
ogni mattina e durante il giorno deve spurgarsi .
Alle mie spalle poteva invece mostrarmi
un albero di pipal, o sal, della cui sacralità così spesso abbiamo
parlato, almeno quante sono state le volte che la vista dei templi
in noi ricorreva ai tanti campanelli che vi pendevano dalle gronde,
ognuno con il batacchino interno a guisa di foglia di pipal. "
Il pipal, -mi ha confidato in
terrazzo, - cresce quasi sempre dentro un albero che gli fa da padre."
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