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L'
Annapurna resterà , per me e K., la
più bella delle catene montuose, oltre le nubi piovigginose che ce
ne hanno nascosto la vista. La
breve sosta in Pokara ha insegnato, o ricordato ad entrambi, che il paesaggio più bello
resterà quello che si è solo intravisto, e
che nulla del Nepal potrà essere per noi più memorabile delle cime dell'Annapurna,
di cui le nuvole ci hanno consentito di intravedere solo le prime
propaggini delle immensità sommitali, come ci sono apparse dall'altezza di *, dove ci siamo
recati sul far dell' alba, nonostante la pioggia.
Era comunque magnifica la
vastità infinita della valle soggiacente ai bastioni iniziali dell' Annapurna , il
serpentinarvi dei fiumi fino alla loro confluenza.
E la strada che da Pokara ci ha
ricondotto a Sonauli,-ci ha insegnato, o ricordato, che il percorso che
conduce alla meta o che avvia al rientro può essere infinitamente più bello della
meta cui il cammino ci ha adddotti o che è appena trascorsa, lungo i tornanti che in un
vere foltissimo raccordavano i villaggi gravitanti si fumi a fondovalle)
Il viaggio fino a Bahirawa , al rientro in India, un incanto,
prima che l' amicizia tra me e K- potesse volgere in catastrofe per il mio
oscuramento mentale.
Eppure ero cosi felice, come il mio amico, di trascorrere sul
fuoristrada di tornante in
tornante dall'una all'altra verde vallata,accanto ai ponticelli sospesi
sui torrenti impetuosi nei fondovalle,
tra i pendii digradanti
nei terrazzamenti di risaie e nel rigoglio di banani,
superando i bambini e
le donne lungo le strade,
sotto il peso immane di fasci d'erbe e
di sterpi.
"All quiet, clean,green...",
ripeteva estasiato K., secondo la sua aspirazione a una
semplice vita in seno alla natura. incontaminata. Avrebbe egli voluto
frazionare in una sosta continua, il tragitto di una mezza giornata di
viaggio .
Che solarità affocante, poi, in Lumbini, la distesa
acquitrinosa di risaie e pioppi del Terai, subentrate alle
giungle natali del Buddha Siddharta.
Il mio sfinimento vi precorreva, in Bhairava,
la mia refrattarietà a lasciare il Nepal in prossimità della
frontiera,
deluso di quanto poco credevo di averne acquisito, dei pochi
incontri umani che vi avevo avuto, roso da uno scontento sordido contro il sospingermi
del mio amico oltre la frontiera, sull 'ultimo autobus per Varanasi,
senza che prestasse ascolto al mio bisogno tardivo di rinviare tutto, per
attardarci nel mercato locale, pur di acquisirvi dei cd di musica
nepalese, indispensabili per la colonna sonora delle mie videoriprese, all' apparenza standomi egli imperturbato accanto, ed invece
assistendo sgomento al mio vacillare mentale...
Sarei poi stato sempre più tentato di abbandonarlo sull' autobus,
con ogni mia cosa, di perdermi lungo il tragitto dentro la tenebra
indiana..
Mio dio, perchè non capiva, e seguitava a dormire
indifferente?...estraneo ai miei bisogni mentali, al fallimento culturale del mio viaggio,
che imputavo al fatto stesso di averlo voluto portare con me, di aver subordinato alla sua tenuta del mio passo ogni
mio addentrarmi nella realtà del Nepal.....
Eravamo in Varanasi a notte fonda, tra il fango e la pioggia.
Solo allora ho iniziato a riavermi, ho riafferrato l
'iniziativa, ho recuperato il corso del viaggio e ho posto in salvo la
nostra amicizia.
Non dimenticherò mai, nell' Akla hotel, K che mi uggiolava
intorno, come un cane in attesa che il suo amico e padrone tornasse a
volerlo, (a rinsavire e ) ad avere confidenza e bisogno di lui.
Come ho potuto volergli male, mio Dio, farlo soffrire,
mettere così a
repentaglio ciò che al mondo è il mio bene più grande, il mio più
adorato amico e seguace reale,
nella infinità del suo cuore devoto?
Potessi così annullare quant' è tutto
il kharma malefico dell'
orrore intercorso , da Bhairawa, sino a Varanasi, ripercorrerei
l' intero percorso in ginocchio.
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