Avessi protratto anche solo di un giorno la mia sosta in Delhi, sarebbe divenuto impossibile un mio rientro via terra che mi consentisse di essere in tempo in Italia per il giorno di inizio delle attività scolastiche.E dicendomi che si aspettava mie notizie da Lahore, K. mi aveva precluso ogni possibilità di ritorno a Khajuraho. Mi fosse stato ancora possibile rientrare in aereo, da Khajuraho e poi da Delhi avrei potuto ripartire anche la settimana seguente, anche dieci giorni dopo, con un volo aereo per Milano o per Roma divenutomi proibitivo, un volo per il quale, quella domenica sera, nessun posto con alcuna compagnia era più disponibile, a quanto al computer riscontrava l 'agente di viaggio sik che stazionava presso l'albergo in Delhi Era lo stesso anche per Tehran, se avessi potuto o voluto così abbreviare il viaggio che mi separava da Fahrang. Il mio amico iraniano mi attendeva da giorni in Kermanshah, e non potevo deludere le sue aspettative, mi aveva appena scritto che aveva chiesto un congedo per l'ultima decade di agosto, perchè l'ultimo mese del servizio militare, che deve ancora prestare, non fosse d'ostacolo al nostro incontro. Gli avevo detto quanto fosse difficile, oramai, poterlo rivedere, poterci incontrare anche per un solo giorno, ma egli aveva insistito, ci teneva talmente che mi aveva ribadito che anche per un solo giorno ne valeva la pena,. E dunque, nel clamore e nel traffico che nella sera domenicale esaltava ai miei sensi il quartiere di Pahargangj, avevo lasciato irrevocabilmente Delhi, per Amritsar, l'indomani mattina, per la vicina frontiera dell' India con il Pakistan, dove l'agente indiano mi avrebbe fatto presente, con divertita sorpresa, che mi ritrovavo ad uscire dall' India e ad entrare nel Pakistan lo stesso giorno dell' anno precedente, il 21 agosto, avanti nella mia direzione di marcia, di autobus in autobus, verso Lahore, Multan , Dera Gazi Khan, Guetta ed il Belucistan, fino a Taftan, al cui posto di frontiera l'Iran è subentrato al Pakistan, come il giorno seguente lo scenario urbano smisurato di Tehran si è sostituito a quello di Zahedan, dopo oltre 1600 chilometri ancora di deserto. Vi scendevo dall' autobus per trasferirmi al terminal da cui potessi già ripartire in giornata verso Kermanshah, pur di rendere possibile che anche per un giorno, soltanto, in Kermanshah mi ritrovassi con Farhang e la sua famiglia.In Kermanshah , quando sono giunto alle undici di sera, non avrei trovato nessuno ad attendermi, nè lo avevo richiesto, al telefono, data l'ora tarda in cui vi sarei arrivato, quasi che potesse essere troppo tardi l'ora del mio arrivo, dopo quattro giorni e quattro notti di un viaggio ininterrotto per poterci rivedere, dormendo di notte solo in autobus. Eppure è bastato disporre del solo giorno seguente, per poter non solo rivedere Farhang e i suoi cari,- eccettuata sua madre, ch'era presso la figlia che aveva partorito il giorno stesso del mio arrivo il primo nipotino, - ma per aver modo di dire a Farhang, di quant'era da dirgli, quanto potevo fargli intendere ed egli poteva comprendere - che togliesse dai suoi acquarelli il profilarsi di alberi, o qualsiasi residuo ancoraggio realistico, che limitava la sua trasposizione immaginifica in pure forme e colori, accesi e smorzati di luce, di nuvole e cime e vortici di acque, e che ispirasse la sua immaterialità spirituale a Sohravardi, Molla Sadra Shirazi, al tempo stesso che iniziava a guardare finanche a Rotko, dopo averne vista l 'opera in Tehran, nell 'esposizione delle raccolte di Farah Dibah- Quello stesso giorno ripartivo per ritrovarmi l'indomani, al di là del Kurdistan iraniano, sul far del nuovo mattino nel terminal di Ourmyeh, ancora una volta, come era accaduto già al rientro dalla Cina e dall' India, gli anni scorsi.Non potevo nemmeno attendervi che si facesse giorno, quando vi sono sceso , quanto prima mi facevo condurre alla piazzola di sosta dove partono i taxi per la postazione di frontiera di Seko- al fine di traversare al più presto il vicino confine con la Turchia, affinchè l'uggiosa Van facesse seguito ad Ormyeh, già nella tarda mattinata, allorchè restava ancora da traversare tutta la Turchia fino a Izmir, e a Cesme, via Aydn, o Ankara, in un solo giorno di viaggio in autobus, per arrivare in tempo all' imbarco per l'Italia.
Io avevo così raggiunto e superato ogni località, ero ripartito per ogni ulteriore meta intermedia, (mi ci ero intrattenuto e volto intorno, ) con la mente fissa al solo distacco crescente da K., al computo di quanto tempo potessi riservare a Farhang, ai suoi cari, entro il calcolo dei giorni, e poi delle ore , che mi restavano ancora a disposizione per poter raggiungere in tempo l'imbarco di Cesme, e non mancare il rientro sul posto di lavoro, in tempo per il collegio generale di tutti i docenti del mio Istituto all' inizio dell' anno scolastico Solo cosi, e non altrimenti, mi è stato possibile ritrovarmi sulla motonave in partenza da Cesme per Brindisi l'ottavo giorno seguente la mia partenza da Delhi, dalla città mirabile dove volevo restare e non potevo che partire, per distanziarmene ogni giorno di centinaia di chilometri, giorno dopo giorno di migliaia e migliaia, potendo misurare solo così, non con la brevità costosa di un volo aereo la cui facilitazione mi è incerta e fittizia, date le mie disponibilità economiche, l'effettiva lontananza in cui mi situavo rispetto a K, la spossatezza e la fatica che mi poteva costare fare ritorno da lui con scarsità di mezzi residui, immedesimandola, tale spossatezza e fatica futura, con la spossatezza e la fatica che mi stava riservando il ripercorrere una terza volta quell' itinerario sfinente, e mi confortavo dell' avvenuto distacco dal mio adorato amico, con la consolazione di poter accertare che nell' indigenza sarei in grado ancora di colmare a ritroso la distanza, per essere di nuovo sul respiro dell' amico, ed averlo ancora intento od assopito a me accanto, nella sua intimità, se solo riuscirò a sostenere ugualmente tutta la durata del viaggio, senza lasciarmi sopraffare dalla sua estenuante lunghezza e dai suoi disagi. Di tanto in tanto, a intristire ancor più il mio allontanarmi, tra le cortine del autobus sopraggiungeva il pensiero di essere io, un giorno, a dovere spiegare a suo figlio quale uomo e che amico egli sia stato per me. Solo in Lahore ho voluto
sostare una notte, prima che potessi ritrovarmi a dormire in
un letto soltanto nella città di Farhang, in Kermanshah,- volevo così
compensarmi di quanto poco avevo potuto vedere dell' India durante tutto il
mese di agosto, pur di essere di ritorno dal Maharastra in Sarnat,
per le riprese filmate dell' allestimento scenico del gruppo
teatrale delle scuole del progetto Alice di Valentino Giacomin,
così come in Delhi, In Lahore , fra quanto mi restava da vedervi, ho prescelto le tombe di Jahangir, e di sua moglie, riannodandovi le trame che intrecciavano le mete del viaggio con il Taj Mahal, in virtù del mausoleo di Asif Khan che fronteggia la tomba di Jahangir, ossia del padre stesso di Mumtaz. .......Lasciavo
Lahore, nel frescore del mattino, e solo nel pomeriggio ai campi di
cotone e mais del Punjabi succedevano gli acquitrini e gli invasi
d'acqua delle tracimazioni del Chenab, dell'Indus in tumultuosa piena, e
via via, che oltre Dera Ghazi Khan, la corsa dell'
autobus mi distanziava dall'impeto dei due grandi fiumi,
subentravano le distese sempre più spoglie e desertiche delle
interminabili lande del Belucistan, la nudità lunare dei suoi
rilievi, che seguitavano i giorni seguenti nell' asperità
drammatica di quelli che in Iran hanno continuato/ seguitato a
fuggire ai lati I rilevi si ammantavano di alberi e del brulichio di stoppie lungo il percorso verso Kermanshah, la cui vista coronavano impervi i monti Zagros, le dorsali dei quali si prolungavano insieme con il mio inoltrarmi nel Kurdistan, incurvandosi in groppe, inflettendosi in valli e vallette verdeggianti di un vello arboreo di ontani e pioppi, le alture susseguentisi si spogliavano ove il Kurdistan si faceva turco, assumendo una scabrosità polverosa, per rivestirsene nuovamente negli avvallamenti dei territori circostanti il lago di Van, ameni di rivi popolati di armenti e di filari di arnie.Al risveglio, l'alba
seguente, le alture si erano tramutate nella ondulazione sterminata
di prati gialli di stoppie, e bruni di aratura, in cui .......... E con il mutare del paesaggio, erano venuti tramutandosi gli abbigliamenti e gli usi. I sari si erano diradati, con il procedere verso l'interno del Pakistan, cosi come le donne apparivano nelle strade solo se necessitavano di mettersi in viaggio, accompagnate e rivestite integralmente di nero, solo gli occhi essendone sottratti all' involto. Tornavano esse a farsi più numerose sugli autobus iraniani, dove potevo vederle in viaggio anche senza i maschi adulti delle loro famiglie, con i loro bambini, segregate in Tehran nel comparto, a loro riservato, -apparendo rare , anche nella capitale, quelle che erano abbigliate dei colori di un foulard, di un corto camice vivace, invece che del nero di ordinanza sororale della tradizione islamica integralista.E quanto più le figure delle donne erano occluse, segregate o estraniate dalla vita sociale, tanto più invasivi di ambiti si facevano gli uomini, occupando in Dera Ghazi Khan pressoché tutta la scena sociale, sia la circolazione umana ammessa per strada, che la popolazione dedita a gestire attività di spacci ed agenzie, costituendo la sola promiscuità che poteva intrattenervisi e avere effusioni, e conversare per strada, oppure sui letti di stuoie ch'erano affiancati all'apertoSolo in Turchia sarei tornato a vedere qualche donna con il capo scoperto, una madre e la figlia iraniana dirette ad Antalya per le loro vacanze,- una soltanto, delle passeggere dell' autobus in viaggio per Ankara. E ad Ankara, solamente, mi sarebbero riapparse numerose, le donne, che circolavano ordinariamente senza veli o bendaggi, senza essere infagottate e infazzolettate, - dopo che le ultime che avevo visto incedere a capo scoperto erano state le giovani signore che in Lahore avevo ammirato ostentare tutta la fluenza dei loro capelli nerissimi, passeggiando, in comitiva, nell' hortus conclusus dei chahar bag del mausoleo di Jahangir. ..... Così procedendo, al tempo stesso ero transitato inconsapevole tra Paesi che prendevano fuoco come ne valicavo i confini; il Belucistan pakistano, in capo a qualche giorno, si sarebbe infiammato in rivolta per l'assassinio del leone tribale locale, in Iran, ove non nutrivo alcun timore, potevo raggiungere Zahedan solo accettando la bodyguard, la scorta al seguito del taxi, che mi era imposta, per il timore di un attentato alla mia incolumità ad opera di briganti o di terroristi locali, e via via che venivo traversando il Kurdistan turco, di pattugliamento in pattugliamento, di blocco in blocco, intendevo che ero entrato in un territorio ripiombato in una guerra civile che non poteva essere più mascherata dalle autorità civili, se in Bilitis erano sotto gli occhi ,di ogni passante, un pilone dell' energia elettrica ed un pullman divelti da esplosioni.
|