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Nel tardo
pomeriggio gravido ancora di nuvole, per
raggiungere in Sarnat l'Universal
School di Valentino Giacomin, io e il mio amico, secondo quanto ci
indicavano i nativi, abbiamo lasciato
l'ampia arteria che in Sarnat raccorda i luoghi di culto e di meditazione
buddisti con i siti archeologici ove il Buddha, per la prima volta,
ebbe a rivelare ai suo discepoli nel Parco delle
Gazzelle le quattro
nobili verità del suo insegnamento, e ci siamo inoltrati lungo la
stradicciola dissestata che dipartendosi di fronte al Museo,
rudemente ci faceva rientrare nella quotidianità dell'India.
Casipole e bottegucce erano subentrate ai lati,
mentre i vicoli affluivano già alle dimore agricole in mattoni e
malta dei contadini e dei loro animali. Oltre di esse si profilava
già il verde
delle aperte campagne , ove le acque dell' ultimo rovescio dilagavano
nelle
risaie. Tra le loro distese e le fronde
degli alberi, sono apparse le rosse mura di cinta della
scuola dell'Alice project.
E non poteva essere che lui, Valentino
Giacomin,
l'uomo di me più anziano che stava intrattenendosi in colloquio sulla
soglia d'ingresso, vestito di bianco con una sciarpa al collo.
Dunque non aveva dovuto fare già rientro
in Italia, per il diniego delle autorità indiane a rinnovargli il
permesso di soggiorno, nonostante che dal 1994 si sia radicato in India
radicandovi due
scuole dai frutti così meravigliosi, che vi germinano dalle tradizioni sapienziali
delle sue pratiche meditative e delle discipline dello yoga,
Tale disconoscimento del suo operato in India, non era
che una conferma istituzionale di ciò che nell' ambito sociale gli
aveva troppo sovente riservato l'India, se nella lettera tramite la
quale mi aveva posto con lui in contatto, si era espresso a riguardo
con tale
dura amarezza, la stessa che marcava la tenacia che vedevo inasprire i suoi
lineamenti, sotto un' apparenza di tristezza dimessa:
"Io vivo qui da 12 anni. A tempo pieno. Che
cosa ho imparato? Ogni giorno ho una sorpresa che mi convince che sono
ancora alieno, straniero, "fuori casta" rispetto alla cultura dei
villaggi, alla mentalita' dei cosiddetti intellettuali, alla motivazione
dei "nuovi social workers" che vogliono lavorare per i poveri,
dopo aver sistemato per bene la loro famiglia. Ovviamente, prima viene la
famiglia, poi la casta e poi..."
Mi presentavo a lui insieme con il mio amico indiano,
ed egli era lieto di accogliermi come l' ospite il cui arrivo era atteso.
Ma doveva di lì a poco affidarmi ai suoi
collaboratori, nella biblioteca del soggiorno, poichè era atteso in
Sarnat alla celebrazione di una puja.
Mentre Valentino si allontanava
verso Sarnat io mi inoltravo nel cortile della scuola con alcuni
dirigenti rimasti in sua vece :
oltre un corridoio d'accesso, oltre il vano di una statua di Ganesha in
una veranda davanti alla quale colavano i ceri
dell' ultimo rito, oltre ancora un padiglione di studio e di preghiera,
comparivano le piante e lo slargo del cortile, in cui le fronde si
addensavano intorno a uno stupa, ove troneggiava il fantolino di Buddha.
Nell' ombra calante della sera, gli alberi
intensificavano l' umidore fumido delle piogge, del giorno avanti, di cui
erano ancora stillanti: erano state delle precipitazioni talmente copiose, che avevano indotto
a tenere chiusa la scuola in mattinata.
In un angolo, sul muro alla destra,
appariva intagliata la figura inconfondibile della Vergine Maria, che per i
nativi era invece inequivocabilmente Tara, mi avrebbe detto l' indomani
Valentino
Più oltre proveniva musica da una finestra
illuminata, che si apriva sul salone di un laboratorio
Volgendo sulla sinistra, accedevamo
alla biblioteca a ridosso del muro di fronte. La sala era illuminata da
una fioca luce elettrica, che faceva apparire ancora più stagionato
l'arredamento interno, le teche e gli armadi disposti intorno a un tavolo
ed a sedie di giunchi, a dei tavolini su cui erano distese o cumulate alla
rinfusa le pubblicazioni librarie scolastiche di Valentino.
Mentre agli esponenti della scuola, che si
intrattenevano con me,usavo un divertito riguardo, attento a gratificare la loro
cordialità compita, il mio spirito era rapito dai bambini che vedevo aggirarsi
per la biblioteca, silenziosi e obbedienti, recando the e pasticcini,
prelevando e ricollocando libri, senza che dovessero chiedere
o rendere conto di alcunchè, senza che alcun adulto dovesse alzare la voce ad impartire
a loro degli ordini.
Una sorta di armonia nascosta pareva
guidare ed accordare il loro fare, come nelle città incantate delle
favole animate di Miyazaki, nell' affaccendarsi in cucina a
rigovernare i piatti e a far sobbollire il dhali, nell'
adempiere il compito di rimuovere
nel cortile gli sterpi e quant' altro il monsone vi avesse
turbinato,
Erano profughi chakma, o tibetani, oppure
dei ragazzi
che la morte o il ripudio aveva privato di genitori, e che per
gli altri congiunti erano divenuti un fardello od un onere insostenibile.
Poi, irresistibilmente, mi avrebbe trascinato nel
laboratorio la musica che ne proveniva. A sera inoltrata , -erano già trascorse le sette,
-vi affluivano degli uomini e dei giovani studenti del villaggio, per suonare tavla e
un harmonium, ad accompagnamento delle prove dell'allestimento
del teatro di strada della scuola per l'indipendence day, o per
esserne gli
attori in scena.
Quando Valentino è stato di ritorno, e
si è affacciato sulla soglia, io stavo scattando foto, effettuavo a
mia volta le le prove di
una videoripresa.
" Vedo che sei già all'opera"
si è compiaciuto, sparendo nuovamente nella sera di luglio.
Valentino, l' indomani
Poteva infine concedermi il
suo tempo, dopo avere congedato l ingegnere indiano che sovrintendeva ai
lavori della stupa.Era lo stesso di cui parla nelle pagine del diario in
data 14 settembre 2006, ove persiste soltanto un tenue residuo carmico
della contrarietà che in lui l'ingegnere indiano aveva acuito,
disattendo le sue indicazioni costruttive.
(sugli indiani) "E
in Italia, io, come insegnante, ? Oh,
era dura, era proibitivo l insegnare educando, in una scuola ch' è
divenuta un azienda, e dove gli studenti sono dei clienti , di cui
non si deve disattendere la customer satisfaction... Tutto
deve risultare piacevole, sempre più facile... Mi
avvertivo sentivo accusatore, quanto accusato, nel dire questo, ero
timoroso di uscire anche troppo allo scoperto, al suo cospetto, nella mia
inadeguatezza di insegnante, per il quale la scuola e gli studenti
sono una ragione di doloroso tormento, più che di piacere educativo, una
realtà da rimuovere più che da evocare, se intendevo salvaguardare la stima e il residuo amor proprio di me
stesso.per quanto essi mi avevano inflitto
di vergogna mortificante, più che mai nell 'anno scolastico da cui ero
reduce. Nella mia
esperienza di professore che aveva esercitato il suo mestiere
soltanto delle scuole medie superiori, che ne sapevo, di
pedagogia e didattica,?alla stregua di Valentino, per il quale
era motivo di scandalo anche solo l incontro con "colleghi
indiani" che non hanno la minima idea di che cosa significhi, ad
esempio, esercizi di pregrafismo nella scuola primaria, metodo olistico,
apprendimento fonico-sillabico per la lettura e scrittura? "
secondo quanto mi aveva scritto nella lettera in cui aveva instaurato il
nostro rapporto. "
Avevo previsto, a suo tempo, che di questo passo gli scolari in Occidente
avrebbero finito per scaraventare gli insegnanti giù dalle
finestre". Che
sollievo questa sua uscita... £Da
che l insegnante era al centro della scuola, si è passati a incentrarla l'educazione sul bambino come soggetto assoluto, ed è ugualmente
sbagliato: il bambino va reso responsabile.. "
Quando io ero in Italia, secondo i metodi educativi di allora, era l
insegnante al centro della scuola, e non era giusto, ora si è
ribaltato tutto, in senso contrario, ugualmente sbagliando, e si è posto
al centro del insegnamento il bambino, come soggetto assoluto,
esonerato di ogni senso di responsabilità."
Toccavo
ora l'altro nervo scoperto dell insegnamento in Italia, che non poteva
non incorrere incoccare nei suoi strali . "La tua
esperienza didattica mi interessa anche nei suo programmi ordinari,
perchè ho constatato che in India l insegnamento viene accorpato in un
numero di materie più ridotto che in Italia. Figurati che negli scrutini
delle mie classi di insegnamento per giudicare
gli allievi si alza quasi una
quindicina di mani di insegnanti diversi di diverse
materie diverse.. E' accaduto che a seguito delle delibere dell'attuale
Ministro della Pubblica istruzione, per assicurare che tutti quanti noi insegnanti
facciamo effettivamente 18 ore di cattedra,
pur di
economizzare sui costi, -che è quanto importa davvero-, si
siano scorporati anche gli insegnamenti che erano
unificati, producendo uno spezzettamento generale...Per italiano, storia e
geografia , possono succedersi in classe tre insegnanti diversi l 'uno dall'altro..." "E'
demenziale, demenziale, un autentica follia !...- Valentino si è animato
di ripulsa. " Così si frantuma la mente dei ragazzi fino alla schizofrenia,
provocando solo scissione e infelicità., separandola da un
mondo di fuori diviso e in conflitto come l' io che lo pensa ... **Più
ci si specializza, si separa, si divide e si contrappone, più si crede di
applicare un moderno paradigma scientifico. Invece si tratta della
trasposizione, nella psicologia e nella pedagogia, di una
concezione delle scienze retrograda, che è invalsa ed è
propria di due due secoli fa. Se ti rifai al pensiero mistico di
Einstein, vedrai che per lui l'essere umano è inseparabile dall' universo,
e nella fisica quantistica il soggetto lo è dall' oggetto. Invece si
vuole ancora far credere nell'indipendenza di una realtà esterna, mentre
le cose, come pensiamo che siano, sono innanzitutto in noi, sono un
prodotto della nostra mente.,....pensa a Platone, al mito della caverna... Scambiamo
le nostre immagini mentali per la realtà esterna e agiamo,
cadendo in errore , sbagliando infallibilmente. Invece occorre
arrestarsi, arrestare il pensiero, dirsi" fermati, fai
silenzio, la realtà non è quello che credi" E
' il silenzio, pensavo ascoltandolo, che è è l'origine
del Padre, il "non ancora" presso il quale è il Figlio, nel cui
ascolto Egli si fa sempre di nuovo parola creante, la luce che è
vita. "Occorre
fare così ritorno alla saggezza degli antichi maestri orientali, che anche qui in
India sempre meno trova ascolto. l' India viene
riducendosi, e
la stanno riducendo come la Cina, svuotandola di se stessa. ("La
stanno globalizzando, mentre la sua forza economica reale risiede ancora
nella comunità di villaggio ") Mentre
ai suoi albori la filosofia occidentale si proiettava all' esterno, per
dominarlo ottenere
come se solo così si potesse ottenere
il controllo della natura esteriore , delle
forze del mondo al
di fuori di noi, i maestri orientali si rivolgevano invece
all ' interno di sè, per assumere e insegnare il controllo delle
forze interiori, e così solo in virtù del quale puoi agire efficacemente
sulla realtà stessa ch' è al di fuori di noi. "
Controlla le tue acque, e potrai camminare su quelle di fiumi e di laghi,
controlla il tuo fuoco, e potrai sciogliere le nevi ed il ghiaccio.
E' fattibile, fattibilissimo, ciò, da parte di alcuni dei lama che io conosco. credimi.
tutto quello che ti dico è scientifico e provato, l' ho verificato io
stesso di persona... " Non
avrebbe dovuto sorprendermi tale sua insistenza sulla veridicità
scientifica del suo pensiero, alla luce dell' insistenza dello stesso
Dalai Lama, nei suoi scritti e discorsi, sulla scientificità delle
dottrine del buddismo- In
realtà, più lo ascoltavo più mi persuadevo che stava
comunicandomi un paradigma religioso di salvezza, non già una
terapeutica esclusivamente scientifica, che fosse finalizzata alla sola salute della
mente e del corpo, secondo un paradigma ch' è ugualmente dogmatico,
nella sua pretesa di essere il solo orizzonte di verità, la sola
realtà. E
nel flusso in cui mi infondeva con generosità ammirabile l'essenza
della sua sapienza, della esperienza della intera sua vita,
Valentino è passato a narrarmi le confidenze dei monaci suo
amici. " Ma non
è di tutti acquisire tali poteri. Mi hanno raccontato, i lama miei amici,
che dopo avere posto in cerchio dei
principianti , intorno a della neve che costoro dovevano sciogliere con il loro
calore corporeo, sono stati costretti a intervenire
emanando il
proprio, perchè i giovani monaci non vi riuscivano e stavano invece congelandosi
..." Nel racconto, le
pieghe del volto stavano volgendo il suo ardore mentale nel primo sorriso
che vedevo irradiarlo. "Se
leggi i sufi, o i mistici dell'Ocidente, troverai un' identico
pensiero, un identico linguaggio nei gesti spirituali, nei
mudra di Buddha e negli atteggiamenti del Cristo . La pace sia
con voi è lo stesso atto di salvaguardia dell' abhyamudra ". /Perchè
è meglio lasciare che i bambini vivano per strada mendicando, che andare
in determinare scuole.) K,
stava sopraggiungendo dal cortile, Valentino era richiamato dagli
insegnanti. Ci
siamo salutati fraternamente nel congedo. Rivolgendosi a K, si è
raccomandato in hindi, o forse in poche parole mi ha
raccomandato al suo cuore.
*********
Documenti
La Lettera inviatami da Valentino
Giacomin il 13 maggio 2006
Caro Odorico, (comincio io con il "tu", visto che sono il
piu' anziano)ho letto la tua lettera con attenzione e ho visitato il sito
che mi hai consigliato.
Posso essere franco con te? Permettimi di fare un discorso in generale,
senza entrare nel merito del tuo progetto specifico.
Mi colpisce il tuo entusiasmo e la tua voglia di fare qualcosa per gli
altri, tanto che sei disposto a dimezzarti lo stipendio per amore della
tua missione.
Come te, tanti western vengono in India con il cuore pieno di amore e il
desiderio di rendersi utili, di fare qualcosa per i "poveri",
che sono molti, troppi!
A fronte di queste nobili motivazioni, esiste una situazione in India che
sfugge al turista poco attento, poco smaliziato, poco informato sulla
realta' complessa di questo Paese.
Io vivo qui da 12 anni. A tempo pieno. Che cosa ho imparato? Ogni giorno
ho una sorpresa che mi convince che sono ancora alieno, straniero, "fuoricasta"
rispetto alla cultura dei villaggi, alla mentalita' dei cosiddetti
intellettuali, alla motivazione dei "nuovi social workers" che
vogliono lavorare per i poveri, dopo aver sistemato per bene la loro
famiglia. Ovviamente, prima viene la famiglia, poi la casta e poi...
Il nuovo business di questi convertiti all'amore per il prossimo
e',appunto, l'apertura di scuole o orfanatrofi. Oggi vanno di moda le
bambine e le vedove, perche' "tirano" di piu' sul mercato degli
sponsors.
Se vai ad indagare nelle associazioni di "volontari" scoprirai
che quasi tutti i componenti dello staff sono disoccupati senza arte ne'
parte, miseri prodotti di un sistema "educativo" che sta
ingannando e illudendo milioni di poveri: studia e troverai un lavoro;
studia e cambierai la tua vita; studia e avrai un futuro migliore (e' lo
slogan anche del sito della scuola di Khajurhao).
E' una menzogna grossolana. Dopo tanti anni di ricerca, sono arrivato alla
conclusione che solo il 5 per cento degli studenti trovera' un lavoro in
sintonia con il tipo di studi effettuato. Gli altri saranno a spasso con
il loro diploma o la loro laurea inutile, frustrati, delusi, ingannati da
una propaganda in cattiva fede, perche’ motivata solo dal bisogno di
business. Business sulla pelle dei poveri che resteranno poveri e piu’
infelici di prima.
Nella nostre scuole ( ne abbiamo tre, con circa 900 studenti) noi
insegniamo non a trovare un lavoro, perche’ sappiamo che sara’ quasi
impossibile, ma a gestire il futuro di crisi che l’India dovra’
affrontare (e non solo l’India). Insomma, noi lavoriamo per il 95
per cento degli studenti (quelli che non troveranno lavoro). Mi capisci?
L’India sta marciando verso una catastrofe ecologica. I pozzi dei
villaggi attorno alla nostra scuola sono tutti all’asciutto. I contadini
passano il tempo a giocare a karambole! Il prossimo monsone si annuncia
povero d’acqua, come i tre precedenti. Questo significa fame per i
genitori dei miei studenti.
Quello che voglio far capire e’ che non servono scuole che illudono gli
studenti costringendoli a seguire un curriculum assurdo (modello inglese)
che non li portera’ da nessuna parte. Servono scuole alternative,
speciali, con insegnanti altamente preparati e specializzati nella cultura
tradizionale dell’India: yoga, meditazione, preghiera, consapevolezza,
creativita'...
Quanti insegnanti delle scuole-business che sorgono come funghi hanno
questa preparazione? Quanti hanno una Visione educativa: il modello di
persona da formare, una visione del mondo... Quale paradigma educativo
seguono questi insegnanti? Forse chiedo troppo, ma ti ho detto che voglio
essere sincero con te, perche’ ti sento ben motivato.
Quanti hanno ricevuto una preparazione seria, universitaria per lavorare
come “social workers”? Tu sei insegnante. Non ti senti un po’
umiliato quando incontri “colleghi” indiani che non hanno MAI letto un
testo di psicologia, che non conoscono l’a-b-c della pedagogia, della
didattica, che non hanno la minima idea di che cosa significhi, ad
esempio, esercizi di pregrafismo nella scuola primaria, metodo olistico,
apprendimento fonico-sillabico per la lettura e scrittura? Potrei
continuare con l’elenco. Un altro particolare. Hai cercato di indagare
il concetto di disciplina che sta nella mente degli insegnanti? Te lo dico
per esperienza. Dopo 12 anni di bombardamento e training ai miei
insegnanti sulla pedagogia della non violenza, tuttora sono alle prese con
pregiudizi radicati nel DNA di alcuni insegnanti : usa il bastone se vuoi
ottenere dei risultati. Se risparmi il bastone, dovrai soffrire in futuro.
A parole, rinunciano alla violenza, ma nel chiuso dell’aula la esprimono
fisicamente oppure verbalmente.
Mi fermo qui. Come ti ho detto, ho voluto essere sincero. Non conosco la
tua scuola. Quindi, non e’ un attacco ad una realta’ in particolare,
ma un discorso in generale basato sulla mia esperienza.
Vorrei concludere con uno slogan: “Non rendiamo i poveri ancora piu’
poveri!”
Love
Valentino
Ps. Se vuoi avere un’idea del nostro lavoro, visita il nostro sito:
www.aliceproject.org
www.aliceproject.info
Un essere umano è parte di un intero chiamato Universo. Egli
sperimenta i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato
dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa
illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello
di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l'allargamento del
nostro circolo di conoscenza e di comprensione, sino a includere tutte le
creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza.
Einstein
Crediamo d conoscere, e non sappiamo niente,
fermati, fai silenzio.
a
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