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Provenendo
da Bodhgaya, all' asfalto subentrava lo
sterrato, che si faceva il tormento di un percorso sempre più
accidentato, per me e K sul motoriksciaw. I solchi delle ruote ne avevano rivoltato il fondo al punto che il
motoriksciò vi si impiantava, ed occorreva scendere e
sospingerlo per farlo procedere oltre, sino a dove la vastità di
uno slargo di risaie ed argini aveva termine in un villaggio
sopraelevato. Solo un percorso rialzato restava agibile rispetto al fondo dissestato, che si ripianava
solo tra le
case del villaggio, tra le quali eravamo
seguiti dal chiasso dei bambini che accorrevano- Le abitazioni in laterizio, per lo
più ancora in costruzione, si sopraelevavano tra lo spiovere in
strada delle tegole e dei tetti ribassati delle dimore di malta,
improntate di sterco.
Sulle soglie stavano vecchi, nugoli di bambini, vacche, hoks, bufali, e
capre legate ai ceppi, le trombe per il loro beveraggio, delle grandi
ciotole in pietra per foraggiare gli animali allevati.
Più oltre il fondo tornava a farsi sommosso, improntato dalle
ruote e impantanato dallo scolo del liquame stagnante, in cui si
aggiravano le galline.
Ma all'uscita del villaggio, al di là di un tempio hindu, di un bacino
di raccolta dell'acqua piovasca dei monsoni, il paesaggio si faceva più
incantevole e più miserevole: via via la strada si appianava
in un sentiero di pietrisco rossastro, percorso da donne e ragazze
sotto il carico di fasci immani di foraggio e sterpi, al riparo di un argine
esso seguitava sotto il livello dell' acqua che era raccolta in un ulteriore
bacino, e quindi irrigata nelle risaie che si profilavano tra i campi di mais, lentamente
trascorse da uomini e bufali, intenti a solcarli e a curvarsi a
raccogliervi gli steli di riso. I coltivi erano delimitati compartimentati da
ammonticellamenti , tra filari di palme svettanti, al cui riparo si
infoltivano le prime case di paglia e di fango di Barbatta, si profilavano
le bianche murature dell Alice Project School di Valentino Giacomin.
Tra quelle case, inoltrandomi a sera, mi sarei chiesto quanto la vita
umana sopravanzasse quella animale, se non per il fatto di prendersene
cura per il proprio sostentamento.
Entrando nella scuola, precedeva il portale d'ingresso un gancio,
a cui l'indomani avrei visto appeso il gong che fa risuonare l 'inizio e il
termine di ogni lezione, accanto alla radura pergolata
riservata alle biciclette degli allievi. Li fronteggiava, sulla sinistra, un
muricciolo che recava la scritta shalom, pace, ribadita in caratteri
ebraici, innanzi il portale d'ingresso agli edifici scolastici, per una
assai stretta porticina
d'accesso, oltre il quale , in assenza di Valentino, ci accoglievano
i due suoi giovani assistenti che lo sostituivano in Barbatta, Jitendra
e Rajkumar.
Vi soggiornavano con vari maestri, due
provenienti da Sarnat , uno da Bodhgaya, con i ragazzi e gli adulti profughi
chakmas, che vi studiano e vi sono addetti ai lavori di pulizia in cucina,
non che tre cani, di due dei quali ricordo ancora il nome: Munna, Sanya.
IL cortile successivo era calcinato di
bianco e tinto d'azzurro, negli stipiti e negli infissi, nelle volte e negli
interni, degli edifici che vi si raccoglievano intorno: l'ufficio, la sala
degli incontri, la cucina, sulla sinistra, le aule disposte su due
piani, le stanze di pernottamento e i vani igienici. Lungo i muri
lo gremiva una selva di piante di papaya e di guava, al suo centro un
pozzo di mattoni agevolava la crescita eretta di niim, le
pianta ayurvediche.
A differenza che in Sarnat,
nel primo pomeriggio la scuola era già svuotata di ognuno degli studenti
esterni, che vi confluiscono da sette villaggi circostanti. Il più lontano ne
dista otto chilometri, il che obbliga i bambini che ne provengono a una
sveglia alle cinque del mattino, per essere alla scuola alle sei. Vi
hanno allora inizio per i ragazzi senior, dagli otto ai quindici anni, le
lezioni di yoga di 45 minuti , prima che per tutti quanti, alle 7,30,
comincino le ore delle lezioni normali, precedute dalla preghiera a
Saraswati e da vari altri mantra.
Mostrandomi il gompa, in fondo
al
meraviglioso giardino, i vari laboratori vuoti, Raj kumari mi spiegava le
ragioni per le qual le attività speciali, il teatro, i corsi di recupero
in inglese, non vi avevano luogo come in Sarnat: la
popolazione vi è molto differente, è illetterata, non legge, non
scrive, non ha tempo d'estate che di piantare il riso e di tagliarlo,
" to put and to cut", non ha tempo che di seminare e raccogliere
il grano d'inverno, non si interessa d'altro, quando si interessa
d'altro....
Nella stagione in corso, la più calda
ed afosa, le donne sono richieste nella risicoltura, per questo le
macchine da cucire restavano inattive sotto la loro coperta.
Un' altra ragione, di tale diradata
frequenza, - come mi avrebbe detto
Jitendra i giorni seguenti-, impediva di tenere aperta la scuola fino a
tardi: il terrorismo locale, affiliato a quello nepalese, che
infesta il territorio, che ricatta e minaccia chiunque non sia la più
povera gente e sia proprietario,
o intenda svolgere una propria attività in loco.
La sera stessa, con Jitendra, l'indomani
io e K., ci siamo inoltrati nel vicino villaggio di Barbatta.
A un certo punto K. si è fatto
renitente a procedere oltre: Bihar people, bad people.
Ma è stato egli stesso poi a precedermi, ad
entrare in rapporto con la popolazione locale, di cui solo i bambini
si avvicinavano incuriositi,
è stato K. che sedendosi a
colloquiare scherzevole con un venditore ambulante di manici di ombrelli e
di carte moschicide, nel solo spiazzo di raccolta degli abitanti del
villaggio, ottenuto che fosse offerto ad entrambi del succo delle
infiorescenze delle palme del cocco, a farmi accedere all'interno
della capanna, di malto e fango, che era la dimora di un giovane
uomo, con il quale ha familiarizzato, il cui bimbo frequenta la scuola di
Valentino.
Inoltrandomi tra quelle dimore, mi sono
chiesto quanto la vita umana vi sopravanzi quella animale,
se non per il
fatto di prendersene cura per il proprio sostentamento,
E mi sono chiesto quanto, quel poco
di speciale che vi si può attuare a scuola, di meditazione interiore, e
cura dell' anima, possa essere ancora più
prezioso del molto che è consentito altrove.
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