Ed ora la sua
desolazione geme nella solitudine del litorale deserto, egli tentando di esasperare ancora la sua disperazione
corporea.
Nel vento che tremola
fra i pioppi, lungo il fiume, la sua nudità non ha chi provocare fra i brividi,
o alle spalle chi lo assalti delicato e brutale.
L'aria infrescatasi gli
invade le narici della fragranza di genitalità maschile, ed egli nello spasimo
preme le mucose orali, come vi pulsasse un giovane che lo fronteggi.
Ora quel candidato in
erezione, la luce del cui sguardo in un istante lo ha folgorato, quasi ne
inumidisse l'umore l' inturgirdirsi... contro la validità del cui esito ha poi
inveito con tale veemenza... Eppure la domenica prima, eppure in un atto di seduzione
mancata, si era sentito vivo di nuovo solo per avere tentato.
Che importa, se al
simultaneo levarsi dell'altro, infastiditosi, aveva poi vagolato nella macchia
dell'isola solo provocandosi invano, finchè gocce di pioggia, prima rade, poi
sempre più fitte, lo avevano indotto a desistere ed a raggiungere riva...
Era sotto quella
pioggia, che lo refrigerava, al contrattempo della precipitazione che ne
ritardava il rientro presso la città dov'era Commissario d'esami, che
l'insofferenza lenitasi era divenuta intolleranza sordida.
Ed a quel libero cielo, cessata la pioggia, che si riapriva
all'orizzonte in squarci d'immenso, mentre le nubi nell'azzurro (mentre) si
diradavano in cirri,in lui si era disprigionata
l'istintualità soffocata, dirompendo, poi alla stazione, nel tormento del suo
precipitarsi affannato al treno in partenza, già avendo troncato, per non
mancare il rientro, ogni possibilità d'ascolto del suo nuovo
disco del concerto di Dvorak.
Quale Commissario, nei
giorni precedenti, benchè la sede degli esami fosse la città dei suoi cari che
lo alleviavano, lo aveva debilitato soprattutto la correzione degli scritti in
una calura afosa, intanto che il ragno implacabile del rigore giudicante,
reingeneratosi e cresciuto a dismisura durante l'anno scolastico, profittava
del suo indebolirsi per insediarsi nel suo cranio in ogni circonvoluzione,
cosicchè l'ossessione di inseverire equanime già lo aveva alienato
rovinosamente. E dire che si proposto e riproposto di permanere impermeabile al
suo ruolo, non concedendo che poca confidenza o ascolto a voci e colleghi in
Commissione.
A provocare la sua
tensione, particolarmente da parte
degli altri Commissari, era stata la loro acquiescenza a sanare qualsiasi
situazione scolastica, al punto che la sua natura morale aveva reagito in
atteggiamenti protagonistici esagitati.
In lui il rigore era
così già venuto attossicandolo sino alla asfissia, la consequenzialita del cui
esercizio, ancora una volta, gli era apparsa tanto più incapace di valere,
quanto più gli era inevitabile nell'assunzione del ruolo, ridicendosi, invano,
l'assunto stoico di non incarnarsi nella sua maschera.
Nel decorso del suo
giustizialismo, ciò che più lo angosciava era che ad acuire la sua lucidità di
giudizio, fosse un astratto furore pregiudiziale, l'esasperazione acrimoniosa,
quanto più scrupolosa, dell'impulso stesso a sregolarsi e infine a sciogliersi
come tante di loro, che già lo aveva invasato nel chiuso di quelle aule
scolastiche, in giorni che risplendevano abbaglianti di un estivo incanto,
mentre vi essudava ritorcendosi sulla vacuità dei loro componimenti ad uno ad
uno corretti; tra un foglio e l'altro, balenandogli l'ultima sua occasione che
non colse, quando stordito dal sonno nel giardino degli Andalusi, quel giovane
eppure di tale gentilezza e bellezza carnea, in assenza dei genitori lo aveva
invitato a dormire in Rabat presso di lui.
E per effetto
maniacale dello stesso vino, che negli
ultimi giorni era tornato a bere per riesaltarsi, si era ancor più acuito ad
infierire con equanimità di giudizio.
Così la sera di quella
domenica, salito in treno, aveva invano cercato di placare quel suo rigorismo
(giustizialismo), di smemorarsene nell'incanto di un tramonto, mentre invece ad
una ad una si arrosavano le ferite dei suoi patimenti di insegnante; ogni
giorno, per anni, come loro abusando, del suo sforzo di comprenderli anzichè
punirli, mancandogli di riguardo, sino all'abominevole, in ragione del suo
stesso rispetto della loro persona...
Come poteva, pertanto,
tollerare la condiscendenza della Commissione ad ogni escogitazione e
sotterfugio dei candidati? La compiacenza delle loro valutazioni, o il loro
ammorbidirsi crescente via via che aumentavano le prove di brogli?
Acquietarsi e a sua
volta accettare la cosa?
Giunto nella sede d'esami
presso i suoi familiari,
dopo un breve sonno si
era così svegliato ancora nel cuore della notte, cercando invano di
riaddormentarsi.
Le chances residue di
ripresentarsi come Commissario il mattino seguente, tanto era stravolto, le
aveva allora riaffidate alle sue capacità di lì a poco di riaddormentarsi. Si
era poi preparato una tazza di camomilla per riconciliarsi il sonno, ma già
albeggiava ch'egli ancora si ritrovava ad occhi aperti.
Intanto l'agitazione in
lui era divenuta una morsa spasmodica, la mancanza di respiro di un'estrema
tensione, nella persuasione, che lo aveva ripreso, di incarnare un senso di
giustizia destinato ad essere sempre più vilipeso da ogni ulteriore deliberazione ( (ulteriore) della
Commissione), in uno stato di angoscia tale, che egli sentiva di non poterlo
risolvere che immediatamente nella decisione estrema: lasciare l'incarico
quella mattina stessa, pur rinunciando così al compenso che gli assicurava le
vacanze in Africa, pur di non avallare ancora le scelte di quella Commissione,
nell'usura di una esasperazione sempre più incandescente.
Come poteva ancora
reggerne la nausea, nel perseverare in atto della connivenza a indulgere? Una
mortificazione, per il suo ingegno, che si perpetuava ad ogni esame di stato
cui era nominato, all'impotenza riaccertata, ogni volta di nuovo, dei suoi
intenti di appurare la miseria stessa professionale, di tanta supposita bravura
solo calcolante, o nel denunciare, con
vana veemenza, la natura deleteria di ogni indulgenza plenaria, che a suo
avviso solo avviava, i più, per i certi sentieri di condoni ed esenzioni ed
impunità garantite, il tutto, alla fin fine, pur di assolvere i cattivi allievi
di insegnanti incapaci...
E quale più intimo
disgusto del suo sentire d'artista, quale vanificarsi di ogni suo
perfezionarsi, al loro evacuargli solo della pappa critica assimilata, le più
nauseolente somministrazioni di vuoti frasari letterari, quando era evidente
che era solo per eludere il vaglio delle loro inattitudini
tecnico-professionali, che le formulavano in una retorica memorizzata di idealità di stuccoi (finte),
tutto, di loro, esprimendo sottesa la sola aspirazione ad una vita stupida e
facile!
Solo, ora si chiedeva
rivestendosi, sarebbe riuscito a perseverare nell'intento? Ignorava, forse, Che
per dimettersi avrebbe dovuto recarsi quella mattina stessa dal medico curante
nel suo paese d'origine, per avere il certificato medico che gli occorreva per
il congedo?
Egli che mai altrimenti
si era assentato?
Soprattutto, avrebbe
saputo resistere alle esortazioni dei suoi cari, che senz'altro lo avrebbero
sollecitato a continuare comunque?
La risoluzione fulminea
e decisiva: sarebbe partito all'istante per il suo paese d'origine, e in
bicicletta, altri mezzi non gli erano disponibili, pedalando per le decine di
chilometri di distanza, pur di ottenere il rilascio del certificato occorrente,
senza più possibilità di
ritorno già una volta inoltratosi a lungo per strada.
E quel certificato
avrebbe costituito il suggello della sua integrità preservata.
Aveva pertanto distolto
le chiavi dal chiodo cui erano appese, aveva attraversato la stanza ove suo
padre dormiva piano piano, per non svegliarlo, era poi disceso nel garage, ne
aveva schiavato gli stipiti ritrovandovi all'interno la vecchia bicicletta,
quindi era risalito sempre piano piano, ridepositando le chiavi presso la porta
interna senza richiuderla, sempre nel timore che il padre si risvegliasse, e
poi, inforcata la vecchia bicicletta, aveva iniziato a pedalare lungo la via
trasversale, si era immesso nell'arteria in cui confluiva, già animata di
traffico, e poi, di semaforo in semaforo, si era inoltrato nel centro verso la
periferia opposita, dalla quale si dipartivano gli snodi e gli svincoli, della
circonvallazione, che immettevano nella statale verso il paese d'origine.
La palpitazione era
accelerata (crescente), l'angoscia sempre più dirompendo a farlo desistere,
finchè le circonvoluzioni degli snodi ne avevano iretito il timore nel loro
aereo intrico interminabile.
L'aria del mattino
d'estate era fresca e frizzante, gremita di nuovi gridii come al ripetersi
dell'albore del mondo, mentre il suo solo pensiero si concentrava nel ripetersi
di procedere sempre più oltre, oltre gli ultimi svincoli ora nel più stretto
tracciato dell'arteria stradale, mentre cessavano gli ultimi sobborghi
periferici,e la campagna albeggiante gli sfilava ai margini vaporosa ed umida.
" Più oltre, più
oltre" gridando a se stesso, finchè non fosse più possibile alcun rientro
in tempo nella sede d'esami.
Si veniva autoesaltando,
sgomento e tremante, mentre con il gridio degli uccelli intorno, in lui
cresceva lo sbalordimento per ciò che perpetrava, gridandosi avanti, sempre più
avanti...
Già dieci, venti
chilometri erano stati percorsi senza avvertire alcuna stanchezza, sempre più
irraggiungibile e lontana in tempo la sede d'esami, quando, a più di trenta
chilometri di distanza il ritorno indietro era divenuto già di fatto
impossibile in tempo.
E' con la palpitazione
in gola che allora era entrato in un bar ch'era già aperto, aveva chiesto al
gestore dove fosse il telefono, ricercando e formulando il numero della scuola,
in una lunga attesa con il batticuore, finchè non gli aveva risposto di
contraggenio una bidella: non c'era ancora nessuno della segreteria, non
importa, avrebbe lasciato a lei il fatidico messaggio: " Comunichi che il
prof ** della IV Commissione, indirizzo amministrativo, è in stato di malattia
e deve essere sostituito".
Quando aveva staccato il
telefono, mille spiritelli in Lui danzavano di felicità.
Ah, a quale prezzo aveva
così salvaguardato i suoi "principi"!
Quali principi mai, si
era già chiesto rimordendosi il labbro quello stesso pomeriggio già pentito del
gesto, il suo respiro sempre più breve, mentre con suo padre era intento a
smontare e rimontare la tenda canadese, utilizzando la quale avrebbe forse
potuto rimediare "à la belle étoile", alla conseguente penuria di
denaro per il suo viaggio in Algeria.
Quel denaro per il
quale, quel mattino stesso, come era radioso di non esseresi mostrato disposto
ad avallare di tutto.
E quand'anche, ora
invece si diceva, gli emeriti esaminandi fossero stati tutti quanti dichiarati
maturi e a pieni voti?
Contenti loro e contento
lui, con in più oltre un milione di lire in tasca, e la possibilità di
viaggiare sino all'Arabia Felice, invece di mortificare nuovamente nessun altro
che se stesso. Che gli doveva mai importare del loro destino amministrativo?
E quand'anche gli
importasse, perchè mai fino a quel punto?
Per la più precipitosa
intransigenza, così compromettendo la sua libertà di sfrenarsi che di dentro
già anelava in un ringhio, nei lunghi giorni di costrizione infelice in quelle
aule assordate,
mentre con assiduo
rigore si costringeva in quelle correzioni defatiganti, mediando strenuamente
tra le proposte di voto e la media delle votazioni precedenti, secondi i
criteri valutativi
stabiliti di comune
intesa.
Ah, che cosa si era poi
rivelata di fatto,la sua libertà cosi esagitatamente anticipata: la sola
miseria, nella solitudine coatta, dello sfrenamento fisico allucinatorio dei
giorni seguenti,la sua sessualità di nient'altro libera,senza nessuno, che di
esasperarsi senza ritegno in quel litorale vuoto, o di manipolarsi per ore in
stanza esaltato dal vino, immaginandovi
reali gli atti un tempo mancati...
Così adesso, per il suo
senso di una giustizia che non può valere nel mondo, è quel litorale senza
corpi la sua estate certa, i suoi sensi invano protesi, nel bagliore di oasi,
ad immaginarvi già snudato al piacere un giovane Abdul.
Oh, là almeno, si dice,
nel divieto assoluto la dissoluzione ad ogni maschio diventa possibile... E per
strada, in un giardino o in un'oasi, anche lo straniero può trovare qualcuno...
Nel silenzio e nel vuoto
dove il vento trascorre , risente invece la vociferazione su di lui degli
allievi, rivede le occhiate di intimidazione e d'intesa di quel candidato, nel
richiamo sessuale di quel lampo allo sguardo,
inassopitosi l'urlo, nella conculcata vergogna, che così ineluttabilmente
si riperpetui l'oltraggio del suo desiderio vitale.
E in quell'urlo è
intatto ancora lo scandalo, rigurgita la sua nausea, senza più sbocchi, del
divenire di cui loro stessi sono il futuro, di un giorno ancora, dopo l'altro,
in cui non ha più vita oltre la pagina, e parole proprie che non siano inaudite
nell'universale commercio.
E la sua mente, al
grigiore smorente di acque e di sabbia, ove sfumano e si confondono le rive e i
flutti, assimila la mortificazione di ogni suo anelito.