Un rigore di sollievo
Quando
la disfida ieri sera ha avuto inizio, tra la pur sempre beneamata Inter e la
odiatissima Juve, anzichè sintonizzarmi io ho preferito seguitare la lettura di
" Una sera a New Haven", di Wallace
Stevens, e insonorizzarmi al tempo stesso sincronicamente nell'ascolto
in cuffia del video dell' Orfeo di Monteverdi, pur di ritardare in me
l'addensarsi della turbativa interiore del match, il rapimento
coinvolgimento emotivo nel match, anche
solo l'eventualità di esserne risucchiato dal clamore esterno, nei condomini o
in qualche bar adiacecente all' esultanza per l'una o l'altra segnatura.
Il
telegiornale, prima che spegnessi, parlava di altri massacri a Sarajevo e in
una chiesa croata, delle confessioni di uno dei tre bambini che a Parigi hanno
aiutato un barbone ad assassinare un altro suo compare, e che ora non sa, pensa
piuttosto ai doni di Natale, aveva riferito in un precedente servizio di come
ad Amburgo, negli anni settanta, sui sparava ai cadaveri per provare
proiettili.
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Quando infine ho terminato la lettura del
poema, ai versi che riducono al niente la forma finale della solidità, " E
può così darsi che sia un'ombra che traversa/ la polvere, una forza che
traversa l'ombra.", e sospeso fermato l'ascolto del melodramma
monteverdiano al tragico annuncio a Orfeo, della messaggera, che la novella
sposa Euridice è morta, la partita volgeva al quarantesimo del primo tempo,
come mi ha comunicato in bagno la radio già sintonizzata, appena l'ho accesa,
ma ho dovuto trascorrervi altri tre minuti e più intento sul water, prima che
il cronista, sbagliandosi, mi annunciasse che le squadra erano ancora sullo
zero a zero, no, sull'uno a zero per l'Inter, o sia lodato il cielo, a seguito
di una prodezza di Sosa su calcio di punizione qualche minuto prima.
C'era
di che esultare, ma con prudenza, mancava ancora più di un tempo prima della
fine, e solo s' era così venuta allontanando l' eventualità di una sconfitta,
anche se era confortante che i bianconeri mostrassero di non riuscire a
spuntarla contro la nostra difesa
Ma
poi negli spogliatoi, Trapattoni allenatore poteva pur sempre ritemprarla
(rinfrancarla), rigenerarne lo spirito offensivo...
Il
primo tempo intanto era finito con l' Inter sempre in vantaggio, ed io ho
seguitato ad indugiare nel bagno ascoltando i commenti, riordinando sulle sue
mensole flaconi e tubetti.
Gran
gol quello di Sosa, su punizione folgorante all'incrocio dei pali
Ma quando è iniziato il secondo tempo, la
tensione formicolante (nervosa) che è subentrata mi ha indotto a rispegnere
immediatante la radio, per ripromettermi di riaccenderla quando fosse stata
prossima la fine.
Sarei
ritornato nel frattempo in ascolto dell' "Orfeo"
di
Monteverdi, al subentrare in scene di Caronte e delle divinità degli Inferi.
Ma
stavo indugiando in cucina per predisporre la bustina e l'acqua nel pentolino
per la camomilla poi lenitiva, quando un clamore dai condomini di fronte mi ha
messo in subbuglio.
Mi
sono allora precipitato sulla radio, per apprendervi che era appena avvenuto il
pareggio della Juve... gran goal di Baggio, ma su un nostro clamoroso svarione
difensivo, accidenti, come mi stizzivo strizzando nervoso il tubetto di
dentrificio, l' agitazione delusa sfogandosi nel rispalmarne la pasta sui
denti. L'espulsione quindi del loro
giocatore Conte per un fallaccio su Sosa lanciato a rete senza più avversari,
Baggio che usciva ammalorato rimediato il pareggio...
...................
E'
stato da allora, e dopo il loro pareggio, persuaso che il risultato non potesse
più cambiare, scombiccherata l'Inter in affanno e loro chiusi in difesa.... che
sono rimasto in ascolto con un ansia non più sofferta per le vicende
agonistiche, mentre seguitavo a riordinare il bagno e la mia persona, procedevo
quindi anche a rasarmi...
Senza
Baggio, in dieci, loro non possono
costituire un reale pericolo, mi sono
venuto dicendo, anche se il cronista ripete che l' Inter, senza più idee, ha
motivo di temere le insidie del loro Moller, il quale ora riceve la palla, si
coordina sul destro, ed è...rete, con mio costernato sgomento, nella più atroce
sorpresa sconcertata....
E
non mancano più neanche quindici minuti...
Mio
dio, e adesso come farò domani, a scuola, ho balbettato, se il risultato in
questo poco tempo non volge ( non si risolve in ) al pareggio...
"
Ahi caso acerbo, ahi fato empio e crudele"
Che sfottio ahi che
sfottio empio e crudele..... in aula e nel bar, lungo ingressi e corridoi...
(E)
Intanto che perduto, per perduto, mi sono affissato alla radio
incrollabilmente...
Cronaca
ora in diretta delle mie fasi finali:
E
chi ci spera più, sono uno straccio sbiancato nell'angolo, mentre cerco, ahimè invano
,di lasciarmi andare alla rassegnazione
e al defluire del sangue, agitandomi inamovibile sur place sulla
sedia a tavola, permanendo inamovibile tesovi irrigiditovi
proteso in ascolto della radiocronaca finale, l'attesa del pareggio,
sempre più impossibile, che in me più che temere, quasi auspica, di subire il
colpo di grazia dell'uno a tre, mentre l'occhio fissa intanto nervosamente ora
la radio ora l'orologio, ancora due minuti, uno soltanto, poi il recupero,
lungo chissà quanto ancora, un tenue filo in cui i denti eppure si avvinghiano
ancora, pur di non arrendermi definitivamente all'inaffrontabile come
avverta all'ascolto dal clamore
deluso in ascolto con una fitta più dura il al triplice
fischio, la sconfitta di cui domani e posdomani ancora, non so come riuscirò
mai a reperire trovare, ora annichilendo, giustificazione rabbiosa di
sorta...
Mio
dio, perdere con loro, in casa, e con loro ridotti in dieci contro undici,
quando già gli era uscito per infortunio lo stesso Baggio...
Ma
ora mi sollevo, facendomi forza, nello schiattare, e mi volgo verso la cucina
per farmi una camomilla...Intanto che la voce del cronista si fa concitata,
Bergkamp è entrato in area, affronta uno, due avversari, lo stringono, è steso
a terra, la folla urla,... ma non è rigore....
Comunque
la palla rimane all' Inter, io pur seguo spazientito nei nervi ugualmente
quest' ulteriore azione inoffensiva, che sarà l'ultima agitazione
inutile, mi dico, la conduce in area di nuovo Bergkamp, che cade, di nuovo, e
stavolta me l'anticipa (incielandomi) già la voce del cronista che si fa
senza esitazione, che con un tuffo e un tonfo del cuore è senz'altro rigore!
Senza esitazione, come la voce del cronista, prima ancora la decisione
dell'arbitro. Irremovibile ad ogni ripetuta protesta juventina...
E
ora chi mi trattiene, gli occhi che non vedono più niente nello svasamento, le
orecchie protese solo a sentirne l'esecuzione del tiro. Che non può
fallire, non può fallire ...
Tirerà
Bergkamp, oh, ma allora forse non è scontato... No, è Sosa che si accinge alla
trasformazione, ne sono un pò più certo (della realizzazione).
Mentre
i bianconeri ritardano ancora in
campo ancora il penalty, ho ancora il tempo per chiedermi come sarebbe più
atroce la sconfitta, se derivasse ora dal fallito calcio di rigore...
Ma
adesso tutto è pronto.
Mi
aggrappo al tavolo, al computer... faccio ogni intimo scongiuro.
Sosa
è sulla palla. Non prende la rincorsa. Il fiato è mozzo, la voce del cronista
che si staglia nel tumulto interiore e dello stadio: " Tiro, Pa...lo-rete!
E l' urlo si leva concomitante, dal catino, a sancirmi in radiofonia che sì, è
pareggio, pareggio, sospiratissimo pareggio, non il micro infarto di quel pa...
che era già in cuore lo schianto della parata,o del palo, ma io ora che faccio? non so più tenermi in
piedi e capitombolo felice sull'ammattonato, e do ora di matto e di
testa in spigoli di lembi di tovaglia, alzo la radiola a tuttovolume....
Come
me la canto e me la godo, traggo i più profondi sospiri di sollievo, (tratto
fuori dai più tenebrosi abissi), reduce Orfeo
già
cittadin dell' Averno della sconfitta, con la spoglia ben salda del sospirato
pareggio ora a riveder le stelle, che non volgerà indietro a perderlo in
dietrologie o diatribe sfottii ....
Tratto
fuori dai più tenebrosi abissi, non incrudelirò no, di certo, con i fratelli e
le sorelle bianconere che recrimineranno, non c'è da dubitarne, sportivamente
con loro pacchiano e ameno...
"Meglio
così, nè vincitori nè vinti, amici ..."
Nel
prepararmi gaudioso e giulivo un amenissimo te, pregustandomi l'anticipo delle
scenette che si daranno in classe.
Si,
sono così grato con gli eventi in campo, ne sono così felice e soverchiato, che
non mentirò loro i miei patemi.
Così
entrerò in classe passando e ripassando il fazzoletto su una madida fronte,
sbuffando soffi continui di scampato pericolo,
sarò fraternizzante e
super partes
"
Ah, ero già salito sullo sgabello.... avevo già detto l'addio alla
vita..."
Intanto
che cerco frenetico la videocassetta adatta, per registrarvi i servizi
televisivi di collegamento tra poco.
E
che già monta, piuttosto, uno spirito acre, beffardo...
Contento
fino a esilararne di quel pareggio in extremis, che negando ai bianconeri
quando già l'assaporavano la soddisfazione di batterci, vale per noi senz'altro
uno scudetto e una Coppa dei Campioni...
(
Furiosi) loro recrimineranno... figurarsi... ululeranno per il rigore patito e
l'espulsione subita, che Conte l'espulso non era l'ultimo dei loro tra Sosa e
il portiere...
"
Io sono euclideo, per quel che mi riguarda, e rispetto alla porta, Sosa era
sull' ipotenusa e l'altro vostro difensore sul cateto... Ergo..."
Ergo
con l'animo leggero e festante per il pareggio, dopo il servizio sportivo sul
match e le interviste dagli spogliatoi, sarò nelle condizioni ideali per
risintonizzarsi con Caronte
ed
Orfeo, ed "il conforto della carogna" di Hopkins.
(P.S.
Intanto che a un improvviso richiamo mi affanno a ricercare e ritrovare, nel
suo bauletto, la prefazione di Giorgio Manganelli a "La violetta del
Prater" che tanto mi avvinse, ove l'esercito sterminato e futile delle
care ombre partorite dallo spettacolo, e dal gioco, nella sua irrilevanza
eppure la vince, sull'atroce che esiste per atroce che sia...).