26 giugno 2002 Stamane, una splendida mattina di giugno luminosa del rinfresco della luce solare dopo un temporale, stavo lasciando il cortile condominiale per cercare in qualche libreria le opere di san Juan de la Cruz, quando in prossimità di una autovettura presso il selciato interno, vedo uno dei gatti abituali che mirava appostato, su di una pianticina esile, ciò che a distanza sembrava un velo di plastica fluttuante che vi si fosse impigliato. Era invece un mirabile rondoncino, come supponevo, che ad esso afferrato(si), tentava un’ estrema difesa dalla sua insidia in agguato. Aveva perso quota e non riuscendo più a prendere il volo senza una corrente d’aria sottostante, era caduto in balia dell’ occhiutissimo gatto. Al mio sopraggiungere questi ha lasciato il campo e ha battuto in ritirata, avendo inteso che per lui non c’era più partita, mentre il rondoncino non si è minimamente mosso dal suo appiglio fluttuante. E’ stato facile serrarlo in una mano, distaccarlo via nei suoi artigli prensili, il cuore tremante di gioia nel serrarne la vita che ponevo in salvo. Lo fissavo nei suoi neri occhi sgranati come biglie lucenti, mentre tranquillizzandolo con il tono del voce ,ne portavo il capino appresso alle labbra e glielo baciavo, carezzandone le morbide piume nerissime nel ricondurlo con me in casa. “ Tra poco tutto sarà finito, vedrai, volerai ancora libero in cielo, sarai dimentico di tutto” Nel cortile dei muratori e degli imbianchini seguitavano intanto indifferenti i loro lavori,. Le scale, la riapertura dell’ appartamento, la finestra aperta cui mi sono riaccostato, un bacio ancora prima di riaffilarlo al cielo e al vento. Nella cui brezza come l’ho riavviato in volo, egli sì è immediatamente sospinto oltre la strada verso la casa di fronte. |