3 gennaio 2001 Quando anche oggi sono puntualmente sopraggiunto, tutte quante le anitre nella quiete del parco ( le ho ritrovate che) si erano già spinte a riva, capitanate dalle due oche che le sollecitavano a confidare nella mia persona, nella promessa di cibo che si rinnovava con la mia venuta. Si trascinava in disparte ultima e arzilla la mia anitrella zoppa, ma anche lei lì a riva era del branco, soltanto si è accovacciata in attesa che avessi cura di lei. Un grido, un richiamo di allarme, ed in un volo già erano tutte quante in acqua, distese all' istante, nello specchio lacustre dove le gabbianelle al largo le tengono irretite, pronte a levarsi in volo per contendere loro finanche nel becco ogni boccone che pervenga ad esse in acqua, a intimidirle trattenute al di là di un tratto di lago che pare farsi invalicabile, prima che il dai e il ridai di qualche folaga più intraprendente che si frammischia a loro, consenta alle anitre di valicare il sortilegio e traguardare la riva. Con quant'era la semente residua, non mi restava che di raggiungere come al solito il casotto di anziani in riva al lago, presso il quale vivacchia il mio cigno in lenta guarigione. Ero impaziente di rivederlo, tutto ieri l'ho disertato, benché ci tenessi a riprendere a comunicare con lui, come è accaduto domenica, quando lui, una volta che siamo rimasti soli, si è involato oltre mia ribattuta delle sue emissioni canore, in una scaturigine gioiosa di modulazioni continue sempre più irrefrenabili, come a dirmi la contentezza di una sua gratitudine inesausta nei miei riguardi, un' infinità di cose che sentiva e non poteva dirmi. E' stato prima che scendesse in acqua verso il suo riparo costiero, mentre era già sera, tramutando in gridi rauchi di posizionamento e di allarme il suo sottile canto. Ci eravamo così parlati l'uno e l'altro in disparte dai nostri congeneri, com'io dagli uomini anche lui lì al margine dagli altri cigni, i genitori ed il fratello, che in quell' acqua ov'erano sopraggiunti, per il mais che in virtù sua assicuravo anche a loro, significavano gli animali per lui più prossimi e distanti, da che, per il suo malessere cronico, è divenuto a loro un fardello che hanno ripudiato Altro il loro nido, le acque di pastura quando lui non è a terra, il confino dove può e deve starsene da loro discosto. C' è il loro becco a ricordarglielo, ogniqualvolta distrattamente o per forza si avvicini a dove stanno in acqua. Ma lui li sopporta indifferente, con il concorso degli uomini si è adattato ad essere un cigno solitario . Ed anche stavolta ciondolando mi è venuto incontro come mi ha visto, e si è offerto a duettare insieme, anche se stavolta con minore trasporto, mentre ancora con il becco riattingeva semente sul banco di cemento. Non so dire di che cosa io e il cigno abbiamo parlato; so di certo che ci siamo detti molte più cose di quelle che ho l' impressione di dire inutilmente ai miei simili che frequento ogni giorno. Arrivo, e sono già tutti dell' avviso: come se a fior d'acqua, nei gridi che sommuovono l'aria, la trepidaziome degli animali più prossimi si trasmettesse e trasmettesse l'annuncio anche a quelli che paiono distanti , inavvertiti, e invece già sanno, sono intenti, ancora inavvistati stanno già muovendo di lontano. Così basta che ad anitre e folaghe somministri in acqua un frammento di pane, un primo maccherone, che le gabbianelle rafferme placide, distanti sull' acqua, d' improvviso sono lo strepitio incombente di un nugolo in volo, che le serra in scacco, che già piomba repentino e solleva nel O altrove, si profilano immancabili al largo, sopraggiungono lungo la costa, i cigni che fino a poco prima non apparivano visibili in alcun orizzonte ( lacustre). ............................. Io e il cigno 23 gennaio 2001 Quando anche oggi sono puntualmente sopraggiunto, tutte quante le anitre le ho ritrovate che si erano già spinte a riva, nella quiete del parco,capitanate dalle due oche che le sollecitavano a confidare nella mia persona, nella promessa di cibo che si rinnovava con la mia venuta. Si trascinava in disparte ultima e arzilla la mia anitrella zoppa, ma lì a riva anche lei era di nuovo del branco, non era rimasta da sola in acqua, soltanto si è accovacciata in attesa che avessi cura di lei. Un grido, un richiamo di allarme, e sono precipitate in un volo tutte quante in acqua, distesesi all' istante nello specchio lacustre . Ma nella vastità del lago le gabbianelle al largo le tenevano irretite, pronte a levarsi in volo per contendere loro, finanche nel becco, ogni boccone che pervenisse ad esse in acqua, a intimidirle e trattenerle al di là di un tratto di lago, che le separava dalla riva, che pareva divenuto per le anitre invalicabile, prima che il dai e il ridai di qualche folaga più intraprendente, che si frammischiava a loro, consentisse alle anitre di valicare il sortilegio e traguardare la riva. Con quant'era la semente rimastami, non mi restava che di raggiungere come al solito il casotto di anziani presso il quale vivacchia il mio cigno in lenta guarigione. Ero impaziente di rivederlo, tutto ieri l'ho disertato, benché ci tenessi talmente a riprendere a comunicare con lui, come è accaduto domenica, quando lui, una volta che siamo rimasti soli, si è involato oltre ogni mia ribattuta delle sue emissioni canore, in una scaturigine gioiosa di modulazioni continue sempre più irrefrenabili, come a dirmi la contentezza di una sua gratitudine inesausta nei miei riguardi, un' infinità di cose che sentiva e non poteva dirmi altrimenti. E'avvenuto, mentre era già sera, prima che scendesse in acqua verso il suo riparo costiero, tramutando poi in gridi rauchi di posizionamento e di allarme il suo sottile canto. Ci eravamo così parlati, l'uno e l'altro, standocene in disparte dai nostri congeneri, com'io, dagli uomini, anche lui lì al margine dagli altri cigni, i genitori ed il fratello che sopraggiungevano in quell' acqua con lui scontrosi, per il mais che grazie ad esso assicuravo anche a loro, gli animali per lui più prossimi e distanti, da che per il suo malessere cronico,è divenuto a loro un fardello che hanno ripudiato Altro il loro nido, le acque di pastura quando lui non è a terra, la terra costituendo il confino dove può e deve starsene da loro scostato. C' è il loro becco a ricordarglielo, ogniqualvolta distrattamente o per forza si avvicini a dove stanno in acqua. Ma lui li sopporta indifferente e non ci fa caso, con il concorso degli uomini si è adattato ad essere un cigno solitario. Anche stavolta, ciondolando, mi è venuto incontro come mi ha visto, si è offerto di duettare insieme, anche se questa volta con minore trasporto. Non so dire di che cosa io e il cigno abbiamo parlato; so di certo che ci siamo detti molte più cose di quelle che ho l' impressione di dire inutilmente ai miei simili che frequento ogni giorno. Dell' avviso Arrivo, e son già tutti dell' avviso: come se a fior d'acqua, nei gridi che sommuovono l'aria, la trepidazione degli animali più prossimi si trasmettesse e trasmettesse l'annuncio anche a quelli che paiono distanti Così basta che ad anitre e folaghe somministri in acqua un frammento di pane, un primo maccherone, che le gabbianelle rafferme placide, distanti sull' acqua, O altrove, si profilano immancabili al largo, sopraggiungono lungo la costa, i cigni che fino a poco prima non apparivano visibili in alcun orizzonte ( lacustre). ............................. 26/ 1/01 Mancava ieri solo lei, la mia anitrella zoppa, fra loro che già risalite a riva mi sono corse incontro frenetiche, come dall' argine sono sopraggiunto. Ma di lì a poco ho potuto gioire che richiamata dalla loro festosità e da che ne significava il clamore, fosse nessun' altra che lei, l'anitrella sopraggiunta in volo dalle acque del lago per unirsi alle altre. La sua parabola discendente l'ha fatta planare in retrovia, ma arrancando, facendosi largo, è riuscita a risalire Ma come, senza ch'io me ne avvedessi, è stato nei pressi .............................. 2
7 febbraio Al seguito di quella di loro che faceva ad esse da guida, solo la memoria più precisa, poteva condurle ove la semente era invisibile dalla riva, tra gli avvallamenti erbosi che ne celavano lo sparpagliamento, E le gabbianelle mi tengono sott' occhio come il più implacabile radar, se basta che il mio gesto preannunci un boccone di pane o la pasta anzichè il mais, che è a loro incommestibile, perchè le loro vedette avvertano all' istante le altre stazionate immobili nell' acqua, e queste tengano già impedite in scacco le anitrelle, e siano già pronte a levarsi in volo a ghermire a fior d'acqua le mezzepenne. ...Dov'erano, solo poc'anzi? i cigni invisibili che mi avevano invece avvertito, sapevano già del mio arrivo, alle grida e manifestazioni animali, istantaneamente recepite, di anitrelle e folaghe in cui si è comunicato a loro il mio sopraggiungere, e che li fanno ora accorrere da dove ero sottratto alla vista... Anitre e folaghe, le due oche, l' anitrella zoppicante (zuppidda)..... prima di essere dal mio cigno terrestre, dagli altri due, o tre, che sopraggiungono in acqua, dall' anitra indiana che si trae in secco nel suo cigolio gracidante.. E' bastato che m'abbiano detto che è la sola rimasta, che l' altra in coppia è morta, perchè uno struggimento dolente m' attristasse la festa. Che schianto d'amore, all' atto di saperla senza più coniuge. A un amato germano scomparso A un amato germano scomparso Caro, fu il mio amore l' esca cui confidasti del tuo assassino? Marzo 2001. Di un piccione che non ho potuto salvare Poi che ti sciolsi i lacci nella carne a martoriarti, la tua pupilla *già languendo a rivederci nel Suo seno. ................................... Anitre I *(Che) Eco di gioia che rauche esultino se rechi il seme. Altra versione 7 febbraio Al seguito di quella che faceva ad esse da guida, solo la memoria più precisa poteva condurle ove la semente era invisibile dalla riva, tra gli avvallamenti erbosi che ne celavano lo sparpagliamento, presso il sentiero dove m'era caduta, prima che d' un tratto fossero già in acqua. E le gabbianelle mi tengono sott' occhio come il più implacabile radar, se basta che il mio gesto preannunci un boccone di pane o la pasta anzichè il mais, che è a loro incommestibile, perché le loro vedette avvertano all' istante le altre stazionate immobili nell' acqua, e queste tengano già impedite in scacco le anitrelle, siano già pronte a levarsi in volo per ghermire a fior d'acqua le mezzepenne. ...Dov'erano, solo poc'anzi? I cigni a me invisibili che mi avevano invece avvertito, sapevano già del mio arrivo, alle grida e manifestazioni animali, istantaneamente recepite, di anitrelle e folaghe in cui si è comunicato a loro il mio sopraggiungere, e che li fanno ora accorrere da dove ero sottratto alla loro vista... Anitre e folaghe, le due oche, l' anitrella zoppicante (zuppidda)..... prima di pervenire dal mio cigno terrestre, eccoli altri due, tre, che sopraggiungono in acqua, l' oca capitolina che si trae in secco nel suo cigolio gracidante.. E' bastato che m'abbiano detto che è la sola rimasta, che l' altra con cui era in coppia è morta, perché uno struggimento dolente m' attristasse la festa.
Dell' analogia tra gli stadi dell' esistenza secondo Kierkegaard e quelli dell' esistenza secondo l' apostolo Paolo, alla sark corrispondendo la vita estetica, l'etica alla legge, alla vita religiosa quella secondo lo spirito della carità per l' apostolo Paolo. E' nell' ansito il respiro che è ancora vita? Siete, ora in Lui/ quali tra le pagine fiori serbati? A un amato germano scomparso Caro, fu il mio amore l' esca cui confidasti del tuo assassino? Marzo 2001. Se è bene che uno scriva di ciò che gli sta a cuore, non posso che parlare nuovamente della vita animale con cui resto in rapporto. Nella vita invece di ogni giorno con i miei simili, i on vado oltre l'amore generico del prossimo e ciò che sublima. Solo nella vita animale l' intero mondo mi si schiude La loro bellezza , altrimenti, dovendola rifuggire come un'attrazione demoniaca esasperante . ( E' fin troppo agevole, anticipo le mosse, smascherare la menzogna che soggiace piuttosto alla demonicità letteraria queste parole, e dell' autoinganno in cui mi irretisce il maligno che abbia a intessererle con la mia voce scritta, alienandomi nel mondo animale dall' umano e e dalle sue possibilità di vita e di affermazione mondana, sicchè la mia inattendibile fede non sarebbe che l' allucinazione consolatoria della desistenza del mio fallimento in tutto. Certo..., solo che anche se così fosse, non so agire altrimenti che i come tutti i giorni rivivo la mia esistenza) Così dirò del cigno nero che insidia la quiete di vita del cigno bianco risanato e della mia oca capitolina , e delle chiacchiere e i discorsi che su di loro intrattengo con i pescatori che sopraggiungono a sera a pescare sul lago. Si dice che il cigno nero stia tutelando (tuteli) una sua compagna e i suoi nati nell' isolotto al largo da cui fa rotta e cui fa ritorno, non è spiegabile altrimenti perchè volga (dirotti) alla fuga in volo ogni cigno che intercetta nello specchio lacustre della sua territorialità acquisita, e si ostini in tanta sua avversità, a terra ed in acqua, contro la mole più cospicua della mia oca e del cigno tra loro amichevoli, mentre anitre e folaghe e svassi per lui possono spaziare impunemente. Qualche giorno fa, quando l'oca l' ha sorpresa e individuata in acqua tra lo stuolo di anitre in cui cercava di nascondersi, per potergli sfuggire l'ha costretta a una lunga immersione subacquea che mi ha fatto a lungo trepidare, prima che potessi rivederla finalmente riemergere . Nè dà tregua al mio cigno bianco, che l'avvisti in acqua o che lo raggiunga sulla terraferma, tanto più che è consapevole che lo teme *di una remissività assoluta. L' altra sera l'ha costretto a riapprodare sulla sponda tra le imbarcazioni che vi erano ormeggiate, non lasciandogli alcuna altra possibilità di scampo alle sue manifestazioni di ostilità. Il mio animale si è trovato così alle prese ineludibili con una corda sospesa che teneva a riva una barca, e come fece il vichingo Aroldo, con le sue navi e i suoi uomini, di fronte alla catena del Corno d'oro che gli precludeva la fuga dalla furia vendicatrice dell' imperatore Michele Kalafates, al cospetto della mia apprensione ch'era già pronta a raggiungerlo in acqua, il cigno non ha trovato altro modo, di superare la corda, che di sormontarla con l'intero peso del corpo. E dire che i miei due cari credevano, i primi tempi, il nero sire piumato di eluderlo o di potergliela fare in barba... Lui li cacciava in acqua ed entrambi lo assecondavano l'uno di fila dietro l'altro, quatti quatti, per risalire a terraferma poco più avanti.... Solo che era lì che lui si indirizzava a intercettarli e a risospingerli in acqua...Ieri sera il cigno bianco ha veleggiato lento verso la punta del parco, ed il cigno nero ha solo atteso di porsi al suo seguito in agguato al largo, mentre l'oca un poco più tardi, e un poco più oltre, ha voluto essere anche lei della partita... Lei che con il suo berciare rauco e gioioso funge d'araldo per tutti i commensali possibili come mi annuncio in vista, richiamando il cigno nero stesso dai suoi recessi lacustri... "Sono come bambini...", quando li ho lasciati perdere e gliene ho parlato, mi ha detto di loro un pescatore insolito, un anziano di un paese del circondario che fino ad allora aveva evitato di scegliere quel tratto di costa credendolo proprietà privata. Non era un vero pescatore, mi ha poi confidato, veniva a pesca solo quando non poteva cacciare. Me lo ha detto dopo che abbiamo parlato a lungo del mondo animale. Le anitre e i cigni mi riconoscono di persona, ne era più che certo, ed io potevo dubitarne ancor meno di lui, se anche sulla via del ritorno, quando è già buio, avvertono il mio arrivo e mi vengono incontro, nell' aspettativa di ancora un altro pò di semente. A suo avviso sentono anch'essi le nostre tracce, come i buoni cani da caccia, ma i cani di oggi si sono istupiditi, non abbaierebbero tanto all' arrivo dei loro padroni, se li riconoscessero all' istante. " Se il cane da caccia che hai preso seguita ad abbaiare dopo il tuo arrivo, tu dallo pure subito via, mi diceva un tempo mio padre. E' stato lui che me ne ha trasmesso la passione." Sentivo solo il suo tono di voce calmo e pacato, il suo volto era completamente nel buio, vi erano immersi anche il suo corpo e il seggiolino, sul quale controllava le canne da pesca che oscillavano sull' acqua. Un tempo, aveva avuto un cane che odorando il suo percorso dopo che era uscito di casa, sapeva raggiungerlo in paese a ore di distanza. Ma gli uccelli è l'udito che hanno fine, è stato d'accordo, è vero che ci riconoscono più per le nostre tracce che per il nostro aspetto, ma è perché vi avvertono le differenti vibrazioni che emettiamo con il nostro procedere differentemente impressionante, ho azzardato di concerto. Venivo ripensando al mio uccellino in gabbia, per il quale bastava che ne sfiorassi una sola sbarra, perchè si avvivasse in un volo atterrito. Ma che dire delle anitre del parco, che mi accorrono incontro festanti quando sto ancora avanzando lungo l' argine... Mi ha chiesto piuttosto, quando gli ho detto dei giovani pescatori che ritrovo da settimane in quel punto del lago, quali pesci lì riuscissero a pescare. Carpe, scardove, pesci gatto, a quanto mi avevano detto e avevo visto, tacendogli le volte che avevano tratto a riva dei piccoli siluri. Se coloro si erano diradati, e non venivano più come prima, ha supposto, è perché per la pesca non era più e al tempo stesso non era ancora la buona stagione. E' a maggio che di lì erano transitate le anguille per risalire dal mare le acque fluviali " Ma tutto dipende da quel che succede a Ferrara, lungo il corso il Pò, stando a come là si muove il mercato. Se ce n'è richiesta allora gettano le reti e i cefali ( Altrimenti, come mi è accaduto tre anni fa, ne puoi pescare anche a decine in poche ore." Ma come gli altri pescatori che frequentano il sito, i pesci lui li rilasciava in acqua appena li catturava. Sempre che non fossero dei lucci prelibati, o i siluri. A questo punto gli ho ricordato " So che per te sono stato cattivo, mi aveva detto quel giovane pescatore, ma non si può fare diversamente Eppure così mi parlava perchè era delicato nei riguardi della mia sensibilità per il mondo animale, e alcune sere dopo l' ho ritrovato stravolto, a quanto mi ha detto, perchè quel giorno, in uno stesso giorno, non aveva potuto evitare lo schianto di una tortora contro la sua vettura, e a un'anitra che mi mostrava tra quelle che erano accorse per il cibo, si era conficcato un suo amo in gola. Ma così si doveva fare, e così lui avrebbe seguitato a fare con i siluri " Divorano di tutto, altrimenti, uova, pesci piccoli, più grandi...". Solo che anche quel siluro irrigidito che tra le sue mani era impedito perfino Le carni del siluro, a dire il vero, il filetto del dorso, specialmente, sono una autentica prelibatezza, mi assicurava ieri sera l' anziano, solo che la generalità dei pescatori nutre un'autentica avversione per quel predatore. Ma sua moglie che gliele cucinava, era più in grado di lui di discernere le carni di pesce. Lei aveva avvertito che era pesce di San Pietro, quanto a un ristorante avevano servito a entrambi come luccio. Né per quanto ne sapesse di pesca, lui era per davvero un pescatore, mi ha confidato a quel punto, dicendomi di essere un cacciatore che si diletta di pesca quando non è aperta la caccia. Una cosa doveva dunque spiegarmi " Che amore c'è nel togliergli la vita?" " Non lo facessimo noi dovrebbe provvedere qualcun altro. Pensi ai Ogni anno a primavera, sono io che a mio cognato che li alleva devo uccidere i colombi che sono ammalati. Gliene ho salvate solo poche coppie. Vedesse ora come è la discendenza... Quando si apre la caccia gli animali che sono più esposti a finire uccisi sono quelli che sono invalidi, che hanno una zampa amputata o che patiscono qualche male" Ma non è proprio per venire in aiuto del germano zoppo, delle anitrelle sciancate, o con un'ala rotta, che arrancano fino al cibo che ogni altra anitra od anitroccolino contende a loro, non era stato per soccorrere quest'inverno fra la nebbia il mio cigno debilitato in stato di abbandono, che non ho smesso nonostante tutto di venire ogni sera a sfamare ogni anitra e cigno? Nel loro trascinarsi e dibattersi soli contro tutti, nell' adattarsi combattivo alla propria infermità senza " Non credo che gli altri cacciatori uccidano solo per queste ragioni.... " Più che una lepre, che cosa crede (i più) che prendano i più ... E anche le lepri, le ha fatte sparire dai campi la moderna agricoltura. Non trovi più animali, dove come dalle nostri parti si coltiva solo soia e mais. Sono più quelli che vengono fatte a pezzi dalle falciatrici rotanti, che quelli che finiscono nel mirino dei cacciatori. Una volta, quando si falciava a mano, chi le avvistava le evitava. Ora, invece..." Pensavo mentre così mi diceva, a ciò che sapevo di quanto può accadere nella catena alimentare con l'introduzione delle colture transgeniche, che non consentono più di attecchire alle specie infestanti, animali e vegetali, cosicché esse non possono più costituire l'alimento di humus del terreno, l'alimento di altre specie viventi. Ma nella notte stellata, mentre mi avviavo al congedo ed al ritorno, piuttosto che opporre all' anziano pescatore e cacciatore le ragioni di vita di ogni favilla animale della divinità, ho preferito tacere e ascoltare da lui, senza obiettargli più niente, il seguito delle sensate ragioni del loro sterminio. In tutto ciò che di sensato, della vita e del mondo, si vanificava con la loro accettazione. Stasera ( 22 giugno 2001) ho cercato invano il mio cigno bianco al solito approdo. Ho dato ugualmente della semente al cigno nero che vi signoreggiava, intristito del presentimento che con la sua persecuzione accanita ne avesse causato la fine. Temevo che anche lui, chissà dove, fosse ora come quella povera anitra il cui cadavere fluttuava sotto la superficie dell' acqua tra le imbarcazioni a riva. L' ho cercato, lungo la costa, tra i canneti fino alla radura del parco, dove un gonfiore bianco di piume è apparso affiorare a pelo dell' acqua, sospinto come un peso morto dalla corrente. Ma mentre avvicinandomi mi predisponevo al peggio, dall' acqua è emerso il collo dell' animale, e con mia gioia radiosa ho riconosciuto che era il mio cigno, vivo e splendido, che lo traeva dalla ricerca di alimenti nell' acqua. L' ho ritrovato laddove appunto lo aveva esiliato l' ostracismo implacabile del cigno nero, ma in un luogo ancora più meraviglioso, e ricco di nutrimento, del suo regno perduto di accattone di cibo dalle mie mani. 21-22 maggio Come ogni giorno le anitre mi sono accorse incontro frenetiche, non appena sono sopraggiunto ove sostano nella sera, ( al di là della discesa) ove il lago si fa specchio d'acqua oltre il ponte. C'era di nuovo il caro germano sciancato, avido nell’ovviare con la sua destrezza acquisita alla stortura fisica. Di lì a poco, un’ anitra e i maschi ch’erano accaniti al suo seguito, dopo essersi involati in cielo nella loro ennesima diatriba accoppiatoria, ne sono discesi sorvolando l'acqua lacustre sino a planare nei pressi, di ritorno, pur di affrettarsi a unirsi allo strepito di quante erano già accorse. Nel verde del parco ch’ è oramai soltanto una mia meta intermedia abituale , erano poi le solite anitre che dal verde mi emergevano incontro, senza l' una e l'altra oca bianca che ne guida il branco. Dispero oramai definitivamente di ritrovare fra loro la mia anitrella zoppa, che mi sono illuso a lungo , ora non più, che fosse tenuta distante da qualche covata che dovesse accudire. Né c'erano il cigno e la mia oca indiana presso ilmolo terminale, se ne erano già andati anzitempo, mi ha detto un pescatore che vi stava sistemando le canne. Ma tra le altre anitre impietose, che pena indicibile mi suscitava un anitroccolino che vagava solo, sospinto al largo dalla ostilità generale del branco di cui cercava comunque di essere parte. Per piccolino che fosse, l'aria del giorno piovorno recava nel vento il suo pigolio incessante. Chissà quanto a lui utilmente,l mais l'ho sparso dove anche egli potesse raggiungere la riva diguazzando nei flutti. A forza di provarci vi è riuscito non più
Per quanto fosse respinto, risospinto al largo, nelle tenebre Posso sperare, o illudermi, che così sia stato anche per la lucciola che ieri l' altro solo con il concorso dei pescatori a riva che sono accorsi in soccorso con le loro luci artificiali, sono stato in grado di liberare dalla piccola buca in cui il suo volo era finito ostruito. Troppo a lungo avevo giocato con la sua vita, intanto che annaspava e franava sotto i frammenti di terriccio e di cemento che le smottavano addosso a ogni mio sforzo di liberarla, prima di affannarmi a chiedere soccorso. Purtroppo non si librava in volo, anche se sprigionata su una sfoglia, seguitava solo a lampeggiare, era da temersi, mi confidava un pescatore, che un'ala spezzata la votasse a una morte comunque imminente. Ma ieri sera non era forse lei, anima incensa, che tra le foglie in cui era stata abbandonata da uno dei pescatori, nell' intrico ove nessuna lucciola che sia in volo s'addentra da sola, aveva ripreso a lampeggiare, che di lì a poco si sarebbe liberata nel cielo dal folto del fogliame? Stasera ve n'erano poche in giro, per il piovasco recente che aveva rinfrescato l'aria, solo un loro rado concorso illuminava di luci pellegrine il folto recesso di alberi poco distante, in prossimità delle acque, quando ieri sera appariva fatato di una miriade vagante di luminescenze intermittenti, come in un sogno soprannaturale di notte di mezza estate. Dovevo invece fare attenzione a non schiacciare con la ruota della bicicletta anche solo una delle tante chiocciole che striavano lente il mio percorso, sin sotto l'ingresso sotto casa, da cui ne ho scostato una per deporla ai bordi dell’ aiuola. Come devo avere attenzione, con i miei giudizi finali a non schiacciare chi dei miei allievi mi è sopportabile e sostenibile solo in forza della fede, per la quale non ho altro viatico che non sia di dolore, quando non è la mirabilia del mondo naturale, anche solo del guscio della chiocciola su cui mi sono soffermato, dopo averla di poco scansata nel tragitto all' andata verso il lago.
23 maggio 2001 Che incanto, ieri sera, sotto la luna, ai bordi del lago il mio cigno che sostava quieto senza più indigenza, accanto raccolti per il sonno, in un trepido cespo , gli anitroccolini rimasti affidati nel mondo solo a se stessi, mentre nel seno della notte gonfio dell’ acqua del lago rinfrescata dalle recenti piogge, peregrinavano (volitavano) loro intorno lucciolette luminescenti (peregrinanti). Che contentezza che non fosse rimasta deluso il mio ritorno nel sito, che avendoli ritrovati tutti quanti insieme, potessero averli sfamati i biscottini sbriciolati che ero rientrato a prendere in casa, allora sconfortato che invano facessero ressa con gli anatroccoli cresciuti e i germani adulti e perfino l’oca e il cigno che ne aveva anche beccato uno brutalmente, perché il seme di mais era troppo cospicuo per loro. Alla divinità benigna, nel chiaro di stelle, chiedendole di dare lunga, lunga vita, a quelle loro esistenze senza altre cure tutelari . 24 maggio 2001 Stavo riavviandomi ieri sera a casa contento di tutto, che i cigni presso il ponte fossero usciti ad uno ad uno dall’ acqua per venirmi incontro al solo vedermi, che al molo terminale gli anitroccolini li avessi rivisti diguazzare vivacissimi nel contendersi i frantumi e le briciole di mais e biscottini che a loro gettavo nell’ acqua, di avere lasciato il cigno in una sua quiete appagata presso la riva, quando affisso a un albero leggevo l’avviso che domani tra le 5,30 e le 7,30 ,con ogni altro piccolo insetto, condanna a morte ogni mirabile lucciola del sito lacustre: quando sarà irrorato su ogni sponda il piretroide E iil mio intristimento immalinconiva ancora di più (la mia soddisfazione perduta ( immalinconitasi)ancor più intristiva), quando vi trascorrevo davanti, nel recesso degli alberi lì appresso al vederle di nuovo sortire luminescenti nel volo, ignare e incantevoli, per la penultima volta incontro alla loro (perenne) avventura notturna come se fosse per sempre . |
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