Cronache novembrine I- Anno 2000 Era lui, ne sono stato sempre più certo, la moretta che sulla banchina si era tratto a riva, infagottato nelle sue piume al freddo novembrino di una pur magnifica giornata di sole. Nell' identico piumaggio, del pettorale bianco e del dorso marrone, l'arruffio rigonfio che lo accalorava non ne dissimulava la profluvie impettita, standosene in disparte da ogni altra anitra che si raggruppava in acqua, al limitare della distesa lacustre ove si sarebbe posto in attesa di chi prima o poi sarebbe sopraggiunto. Come l'ho intravisto ed ho iniziato a ravvisarlo, mi ha inquietato la sua indolenza sonnacchiosa, che la semente che gli ho sparso non lo sollecitasse a nutrirsene . Mi sono allora accostato all' animale per saggiarne la reattività, ed ho creduto definitivamente di riconoscerlo per come si è comportato. Una prima volta si è limitato a scendere in acqua per risalirne all' istante, non appena mi sono ritirato, una seconda volta si è solamente tratto in disparte un poco più là sul molo. Esattamente allo stesso modo in cui chi era il mio diletto, e chi altri che lui,... si sottraeva al mio avvicinarmi che lo importunava ma che non temeva. E ugualmente non aveva ora timore di appisolarsi su un arto nel molo a riva, come io ho temuto che facesse perché malato, scrutandolo mentre egli mi scrutava con la pupilla che restava vigile presso l'ala al cui riparo si era raccolto, forse per trarre calore dal sole, che nel mattino domenicale, traluceva tra gli alberi del parco senza pervenire a rendere l'acqua rilucente. Col cuore sospeso mi rallegravo ed intristivo di averlo potuto ritrovare, perché la letargia dell' animale alimentava la mia paura che lo rinvenissi prossimo alla sua fine. Non lo avrei più ritrovato, un' ora dopo, al mio ritorno con in un cellophane le mezze penne di cui la ghiottoneria avrebbe dovuto rianimarlo, se egli era il mio caro anatroccolo che le prediligeva più che lo stesso gran turco. Sull' albero di fronte al mio appartamento avrei invece rivisto riaccorrere tra le foglie, più rade e ingiallite, lo storno genitore il cui neonato, caduto da quei rami, mi aveva talmente straziato con la sua fine che non avevo saputo che precipitare.
Cronache novembrine II Quando ritorno al lago, in lotta con il E' oramai abitudinario delle acque prospicienti il parco, ove s'attarda anche la sera. Se la nebbia sale dallo specchio del lago, egli si fa un umido fantasma bianco che si liscia il piumaggio, una volta che i miei grani di mais ne hanno placato la voracità dell' appetito. Sovente altri tre cigni sopraggiungono rapidi dal largo, come avvertono che anitre e folaghe fanno ressa per il cibo. L'altra mattina sono piombati dal cielo come folgori, per planare e distendersi quand' erano ancora al largo. E sulle folaghe galleggianti come nere penitenti, alti sul gracidio circostante delle anatrelle, erano appena accorsi e volteggiavano degli stormi di gabbiani, nell' intento di sottrarre in volo alle folaghe ogni boccone eccessivo che non potessero rattenere con il becco ...................................... 23 novembre 2000 Martedi sera avevo oramai finito di spargere il mais alle mie anatrelle e agli anatroccoli, quando me lo sono ritrovato alle mie spalle. Era sopraggiunto ciondolante lungo la riva del parco, seguito appresso da una anitra che ha preso l'abitudine di starsene più a terra che in acqua, ignara delle paure che ricacciano continuamente in acqua le sue consorelle, quando approdano alla sponda per i miei alimenti. Per non deluderlo nelle sue insistite richieste, ho fatto da lui ritorno dopo essermi provvisto a casa di un secondo sacchetto di ulteriore mais. Benché fosse già sera, erano ancora a riva anche i germani, dai quali si è levato al mio arrivo un richiamo esultante, che in me ha suscitato un tripudio di gioia . Poi ci siamo messi io e lui a discorrere non so di che cosa, nelle mie modulazioni di due o tre fischi che riprendevano i suoi sibili nasali.
Cronache novembrine III. Quel signore che è sopraggiunto con un suo bambino per/a dar da mangiare alle mie anitre, al vederle volare in acqua impaurite anche delle ombre, ieri ha dato corpo ai miei angosciati timori, a ciò che volevo ancora credere fosse solo una diceria di persone anziane troppo apprensive, quando già al mio rientro dalle vacanze il sospetto mi è stato avanzato. Ho voluto allora supporre che una delle due covate si fosse stanziata altrove, e che con loro fossero andati via i miei germani diletti, la mia cara moretta, che fin nelle mie mani veniva a prendersi il cibo con il becco . E' perché sono cresciuti, mi sono detto, è perché non hanno più l' inavvedutezza di quand'erano piccolini, che lasciano ora l'acqua solo se mi allontano, ho voluto darmi da credere, mentre prima che partissi li avevo dovunque intorno, mi seguivano sospingendosi fra l'erba, e non volavano così d'intesa istantaneamente in acqua, ad ogni persona che si profili ancora a distanza lungo i sentieri. " Vede, ho notato che prendono il volo non appena del mais non ce n'è più. Forse volano via perché nel frattempo io ne sistemi dell' altro. " " No, no, qualcuno deve averle atterrite. Dev' essere successo che ..." Già qualche sera fa non avevo voluto intendere dove stesse parando, con il suo discorso, un signore che avevo appena sentito dire che bisognerebbe prima spurgarle per qualche settimana, in un pollaio. " Selvatiche come sono, altrimenti sanno solo di fango" " L' abbiamo pur visto un uomo con un bastone dietro la schiena", mi aveva allarmato i primi tempi l' anziana donna, che in coppia con il marito ,viene ogni sera dai nostri comuni amici con intenti quali i miei. Ma mi aveva imbastito delle storie che mi erano parse incredibili, sull' oca che capitaneggia il gruppo. Ed anche per il cigno a riva, aveva preteso che fosse malato, già morente , quando di compromessa ha solo l'ala spezzata. Da qualche settimana, piuttosto, come mai solo l'anitrella venuta chissà da dove seguita a spaziare liberamente a riva, mentre ogni altra è trattenuta da un invisibile barriera, prima di avanzare e poi fugacemente recedere in acqua. Particolarmente il canneto presso il molo nell' acqua, è diventato per loro uno sbarramento insormontabile, vi avanzano e poi puntualmente si ritirano, se debbono accostarvisi per inoltrarsi verso la semente che spargo. Dunque le mie anitre più care, che non ho più rivisto, alimentandole giorno per giorno di bocconcini e grani scelti, giorno per giorno rendendole sempre più in me confidenti, e sempre più incaute, è successo che io le abbia così solo predisposte a finire per essere le adocchiate prede, più facilmente avvicinabili, di chi le ha orrendamente sterminate? Poveri cari esseri, mia adorata popolazione ignara, che beatamente qui assonnavi d'estate, che a me (d') accanto sostavi tranquillamente in attesa dei compagni con cui raggiungere il largo, è finito orridamente nel deliziare qualche palato umanoide, tutto quanto per voi ho fatto ed è stato incantevole di voi? Siete anche voi finiti in pasto alla brutalità dei miei simili che se ne sazia, come la loro genitura fa scempio della semente del mio insegnamento in classe? School Attraverso quali e quante furie o rabbia di pulsioni oscene, devi riconsegnarti a loro quale il termine della loro fiducia primaria. Political New age Il mondo sempre più invecchia, ed i politici nelle loro parole sempre più decrepite ingiuriano tutto ciò che è vecchio, non sanno che rimettersi al moderno cui adattarsi. La mia attività di insegnante non è stato che il mio annientamento fallimentare. La scuola è stata la crocifissione del mio senso di uomo, della sua dignità e della sua possibilità di confidare in se stesso o negli altri. Ha divorato la mia vita e il mio talento, la mia sessualità e ogni affettività umana, che non mi riusciva di fare coesistere con la possibilità di avere rispetto per me stesso al loro cospetto, in pasto sacrificale a chi non aveva alcuna attitudine a farne tesoro. Chi, di tanti, mi è stato allievo o discepolo? Se mi guardo alle spalle vedo solo l'orrore di un reciproco accanimento feroce. Credi forse di avere lasciato altrimenti qualche minima impronta?
Anitre I Eco di gioia che se variante Eco di gioia al gridio d'anitre che rechi il seme. Anitre II Dopo la strage che ho certa Di che memori al volo atterrito com'è un uomo. Stente memorie insecchite sulla tua tomba. |
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