Scritto in Taskent , il 27 luglio 2003
Nel pomeriggio l'autobus lasciava i quartieri ultimi di Nukus,
Bambini di Nukus |
per inoltrarsi, oltre un Amu Darya oramai stremato nella sua portata d'acqua, tra i residui coltivi nei villaggi circostanti, alle cui fermate per chi ne scendeva altri ancor più lo sovraffollavano.
Poi intorno è tornata a farsi onnipervasiva la steppa, una vegetazione che oramai non consentiva che il pascolo di rari armenti . Il suolo era divenuto una crosta grigia su cui trascorreva e posava la sabbia, che inverdiva soltanto ove costituiva il prosciugamento delle pozze che si disseccavano, incenerendo in una lisciva livida tra il verde del solo xeraoul.
Era in quella polvere sottile che s'annidavano i sali letali dell' intera regione del Karakalpakistan, la mistura di pesticidi, defolianti, fertilizzanti chimici, che dal letto di sabbia dell' Aral e dalle colture di cotone del delta, il vento vi sollevava e diffondeva dappertutto,
in ogni vario organismo della catena alimentare, così ingenerando, nella popolazione locale debilitata da povertà, e da denutrizione, l' anemia e il cancro, la catastrofe epidemica della tubercolosi.Sull' autobus, chi era rimasto in piedi versava in uno stato di sopportazione teso all' estremo,
esasperato per alcune madri dalla pena di non poter trovare dove far sedere i figli appresso. Ricordo in particolare una donna il cui pallore era riflesso nell' incarnato esangue del figlioletto , che ha rifiutato nel suo dignitoso riserbo il posto che le offrivo a sedere.Ma Moynak si faceva vicina, e la sua prossimità era comunque di conforto.
Alla fermata, all' altezza dell' hotel Oybek, sono stato accolto da un giovane unticcio in canottiera e pantaloncini adusati. ma nella stanzuccia mi sono limitato a depositare i bagagli, per uscire quando già era sera in direzione del villaggio, oltre il cui centro si trova l'alloggiamento.
Nella sala d'ingresso vasta e dimessa, tinteggiata di blu, due quadri avevano suscitato la mia attenzione, che campeggiavano sopra i tavolo dei pasti ed il divano sfatto degli ospiti: essi mostravano come le acque dell' Aral fluttuavano un tempo contro le rive sabbiose dell' istmo di Moynaq, raffigurandovi le barche che vi erano tratte ad un approdo.
All' interno dell' ostello di Moynak, due dipinti nostalgici di com'era un tempo il lago d'Aral |
"Aral sea?", e dov'erano i battelli in secca, chiedevo all' occhialuto giovane sciatto che accudiva l'ostello, insieme ad u altro più asciutto, dal sembiante mongolico, intento ad annaffiare le pianticelle antistanti.
Il giovane ha accennato a tutta l'area intorno, dove non vedevo che prolungarsi sterminate la steppa e la sabbia , " All, it's Aral sea", dicendomi.
E sono stato da lui affidato a due meravigliosi, luminosissimi bambini, di passaggio, che mi hanno preso sotto la loro cura, ed al cui seguito sono approdato al ferrame rugginoso , poco oltre la strada, di alcuni battelli di cui restava solo il carcame in secca.
L' immagine del battello nella radura che oltre la strada fronteggia l' Oybek hotel, il mattino del lunedì seguente il mio arrivo in Moynak. |
" And The Berdakh Teather?".
" Da", era poco distante il suo edificio pubblico, che mi era stato indicato quale utile termine di riferimento per dirigermi verso i battelli in secca, se svoltavo alla sua destra, oppure per raggiungere il monumento ai caduti nella seconda guerra mondiale per la madre patria sovietica, se prendevo altrimenti la strada alla sua sinistra.
L'imminenza della sera mi suggeriva di non inoltrarmi con le mie guide bambine verso i battelli remoti, nella piana desolata che si estendeva oltre la radura delle ultime case , ma di risalire con entrambi quella ch' era un tempo la costa del lago nel suo punto più alto, per raggiungere invece il monumento ai caduti militari.
Dopo non molto esso è apparso profilarsi come una vela puntata verso l'inesistenza delle acque, a cui protendeva ed inarcava una nostalgia immutevole nel tempo.
Il monumento ai caduti per l'URSS della seconda guerra mondiale | Il bacino dell' Aral , visto dal monumento ai caduti |
Dal costolone che franava, sottostante, si stendevano a perdita d'occhio la livida sabbia e l'infinità di cespugli, sulla sfondo solo delle pozze costituivano la presenza ancora dell' acqua, dove, mi sarebbe stato detto, si tenta ancora la pesca, di inoltrarsi fino all' Aral ritiratosi a decina di chilometri di distanza.
I pali elettrici impiantati sul fondo, delle vacche che risalivano in fila verso la china, il tracciato di una pista divagante, rappresentavano invece l'adattamento delle attività umane alla mutazione irreversibile.
Quando mi rivolgevo a i miei due piccoli accompagnatori, gli occhi delle luminose perle, essi mi sparavano contro immaginari colpi, cui fingevo di soccombere rantolante, per farmi intendere che cosa significasse il monumento.
Sono rimasti poi stupefatti e si sono ripetuti in un inchino di gratitudine, quando all' ingresso dell' ostello li ho ricompensati con 500 sum a testa.
L'indomani sono stato affidato ad un altro bambino, anch'egli di passaggio, quando ho chiesto della strada per il distributore di benzina che reca al sito dei battelli in secca.
Ero appena reduce da un' inutile sortita verso il villaggio di Moynak, in cerca di un "kafé, o di un "magazin" che fosse già aperto. Purtroppo né l'ora e tanto meno il giorno lo consentivano. Non erano ancora le nove, l'ora alla quale i locali pubblici pur avrebbero aperto, se non fosse stato di domenica, come accertavo quando recuperavo la perdita del conto dei giorni.
E che serviva più imprecare contro quale e quanta mia stoltezza, per non essermi procurato alla partenza da Nukus alcuna riserva d'acqua, nell' imminenza dell' arrivo in uno dei posti al mondo dove l'acqua è delle più proibitive a bersi.
Ma per mia fortuna, nella traversia incombente, non avrei potuto trovare un compagno di viaggio più servizievole e attento e capace di quel gioioso bambino.
Capiva all' istante, e.o sapeva comunicare benissimo a gesti, oppure con il tracciato di u disegno sulla sabbia, quanto sarebbe occorso che altrimenti mi dicesse.
Volevo vedere sia gli uni che gli altri battelli, che giacevano al fondo dell' Aral in due differenti siti, gli facevo sapere in risposta alla sua richiesta grafica di dove volessi recarmi, per quanto nell' inoltrarmi sui fondali di sabbia del lago, sentissi di disporre solo di residue forze, per non avere potuto o voluto bere, da che mi ero avviato per Moynak, che l'acqua bollita del te che mi era stato servito.
Ed i l ragazzino, di una vitalità che accendeva i suoi occhi in due perle scintillanti, mi conduceva prima all' uno poi all'altro deposito.
Di alcuni battelli restava arenato nella sabbia tutto lo scheletro arrugginito, di altri solo il fasciame.
Immagini dei battelli in secca di Moynak | |
Immagini dei battelli in secca di Moynak |
Ma di uno scafo di cui il bambino era lesto a scalare la tolda, sussistevano ancora la tinteggiatura di bianco e di blu, il nome di cui l' imbarcazione si fregiava un tempo al largo delle acque.
Il bambino mio accompagnatore, sul battello meglio preservato di Moynak |
E’
stato nei suoi paraggi, aggirandomi tra degli altri battelli presso una conca
salmastra, che ho sentito esaurirsi la mia riserva di forze, schiantarsi le
gambe, la bocca disseccarsi in un impasto atroce.
Che desistessimo, ho fatto segno al bambino, che risalissimo al più presto verso il villaggio, verso il miraggio di una casa che ci offrisse l'acqua bollita del the.
La
mia immaginazione correva intanto agli innumerevoli soldati che
in quelle steppe ed in quei deserti erano avanzati per sterminate vastità,-
persiani, turcomanni, mongoli, tatari , russi,
- con che sgomento che potesse bastare
un tale ammanco di forze, a farti aprire le vene pur di bere
anche il proprio sangue, a preferire nello stremo, piuttosto che seguitare oltre , il colpo di spada, che ti
tronca il capo e la vita, del comandante che invano ti intima l'ordine .
Alessandro il Macedone avrebbe potuto altrimenti mantenere l'ascendente sui suoi uomini , in simili frangenti, se non versando a terra l'acqua che gli era stata riservata tra le truppe sitibonde?
Un
anziano che risaliva dal fondo del lago si è messo al nostro seguito, ci ha
sopravanzati per fermare a gesti un fuoristrada di passaggio, su cui transitava un turista
angloamericano con
una guida locale ed il conducente.
Ma a costoro solo a parole faceva piacere di recarmi aiuto, ed io non ho accettato che l'acqua rimanente di una bottiglia che mi ha porto la guida. Era Rashid, il fatale Rashid, che a Nukus avrei incontrato e reincontrato.
"
No, no, " a quell' acqua, che non potevo, non mi attentavo a bere, un
tratto di strada più avanti facevo
segno ad un altro ragazzino, accorso da un casolare, che la faceva scorrere da
una tubatura rasente il suolo, in cui finiva in una pozza salmastra.
Ed
anche se se assistito dal bambino mi era di sollievo ritrovarmi nei pressi
del teatro Berdakh, le distanze per me si facevano più distanti, per poco che
fosse, in effetti, quanto
purtuttavia restava per raggiungere il "magazin "che avevo trovato
chiuso, l' hotel Oybek retrostante, lungo un percorso che si dilatava da una stazione all'
altra della mia sofferenza fisica.
Ma sulla panchina al fine potevo distendermi, di fronte all' alloggio, mentre il bambino mi rimaneva accanto .
Gli
ho porto allora 1000 sum di ricompensa. Ed egli le ha rifiutate una, due,
più volte, irremovibilmente, a dissuasione della mia insistenza ponendosi una mano sul
petto.
Nell'
ostello avrei recuperato a poco a poco le forze, venendovi approvvigionato di bottiglie
d'acqua dai due giovani gestori che finalmente capivano la situazione, andando
e ritornando in bicicletta con le provviste che mi servivano, da un "magazin"
che anche di domenica aveva a loro aperto.
Dovevo
comunque rinviare all' indomani il rientro a Nukus, ma quando il sole già veniva
calando, nel tardo pomeriggio non era più temerario che mi avventurassi oltre
il monumento ai caduti, avanti, per chilometri, nell' infinità deserta dell'
unica vastità desolata che costituivano coste e fondali uniformi del lago, diretto a ciò
che restasse degli stabilimenti balneari della Moynak d'un tempo.
Credevo, oramai, dove l'asfalto già da chilometri aveva ceduto al fondo sterrato, che non mi restasse che di fare ritorno senza averne visto niente, che quegli stabilimenti fossero un miraggio sgretolatosi nel tempo,
Gli stabilimenti balneari in sfacelo di Moynak |
allorché nel sole, che tramontava, al profilo della vegetazione se ne è sostituito uno meno accidentato, ch'era più uniformente rettilineo ed in cui ravvisavo, finalmente, le vestigia superstiti al solo piano terra e senza più copertura degli stabilimenti, ancora piastrellate di giallo e di blu.
Sulla bici, accanto ad un suo amico, uno dei bambini che il primo giorno mi ha accompagnato al monumento dei caduti per l'URSS della seconda guerra mondiale |
C'era ancora luce bastante, quando sono stato di rientro in Moynak, per fissare in un'istantanea l'immagine di uno dei due bambini che il giorno avanti mi avevano fatto da guida, e che ho ritrovato con un suo amico, sulla bicicletta con la quale mi aveva raggiunto lungo la strada
Più avanti, altri bambini giocavano nel tracciato, sulla strada sterrata, delle caselle e dei simboli della posta in gioco. Per raggiungere i cancelli dell'ostello avrei poi dovuto farmi largo tra i bambini ed i giovani del villaggio, che sollevavano la polvere dello spiazzo in un'accanita partita di calcio.
Che
esprimano tanta vitalità gioiosa, e bellezza, l'infanzia, e la giovane età,
ove la mortalità dei piccoli è dieci volte più alta che nel resto del
mondo, è il vero lascito, di Speranza e di
Alcune delle immagini gioiose dei bambini di Moynak , trasmessemi dalle care amiche francesi Lucile e Anne | |
Siti di esperienze di viaggio a Moynak, sul Lago d'Aral
http://www.deutsch-usbekische-gesellschaft.de/aral-see.htm
http://perso.wanadoo.fr/cbev/0030/moynak.html