domenica 6 aprile 2008
Nou Rouz 2008
1
Solo la curiosità dei
familiari di un altro degente, che mi hanno chiesto perché
fossi stato ricoverato in quell ospedale, benché
straniero, al termine del secondo giorno di ricovero mi ha
consentito di venire a sapere che in Tehran ero stato
operato per un'appendicite gangrenosa in un Security Militar
Hospital.
Avevo da poco
terminato di leggere le più splendide pagine di
Passaporto all'iraniana, di Nahal Tajadod ,
oltre la finestra della stanza d'ospedale avendo di fronte gli stessi monti Elburz, sorvolando i quali, la protagonista come si stacca in volo dalla'Iran con il quale si è riconciliata sulla tomba del padre, sul volo dell Iran Air che la riconduce a Parigi, si libera del foulard impostole dal regime islamico.
Ai cordiali iraniani ho rivelato la mia divertita sorpresa, e come fossi pervenuto in quell' ospedale a seguito dell'acutizzarsi dei miei dolori addominali sul taxi, che nella notte inoltrata, dall' aeroporto internazionale IKA mi conduceva a Tehran. Al terminal degli autobus per le città dell' Iran occidentale, era inimmaginabile che con quei
dolori lancinanti, ad ogni minimo sommovimento, potessi affrontare il viaggio di oltre otto ore di pullman fino a Kermanshah, verso l' incontro con Farhang e la sua famiglia,
Mi sono comunque illuso di potermi affidare al palliativo di riposare in hotel, l'hotel Naderi, in attesa che la mia situazione migliorasse, ma il viavai in taxi per il grigiore notturno desolato delle strade di Tehran, popolate solo di guardiani e di netturbini, in balia del giovane conducente che ignorava assolutamente dove fosse l' hotel, inaspriva ancora di piu la mia sofferenza. Quando sono finalmente arrivato all' hotel Naderi, e l' addetto mi ha ribadito che per le festività di Nourouz tutte le stanze erano occupate, il ricorso ad un un medico, la richiesta che il giovane dell'albergo mi indicasse in virtù della sua esperienza dove potevo reperirlo, sono diventate ineludibili.
Secondo le sue indicazioni ero trasportato dal taxi driver ad un presidio medico, dove al dottore di guardia bastava un primo palpamento per diagnosticarmi l'appendicite,- ma per qualsiasi intervento occorrevano a tal punto gli accertamenti radiografici, un ricovero effettivo, nel centro ospedaliero, nell' area Nord di Tehran, dove il tassista mi ha condotto con partecipe solerzia
Si sarebbe preso cura di me come fossi un suo congiunto, da che sono stato accomodato nel pronto soccorso, su di una barella, fino a che non sono uscito dalla camera operatoria e sono stato sistemato in stanza.
Non avevo finito di raccontare ai convenuti tali mie peripezie per Tehran, che è sopraggiunto un giovane ingegnere il cui padre era ricoverato nella stanza precedente, facendomi dono per il Nourouz di una splendida composizione floreale.
Mi ha presentato la sorella ed il fratello, quindi la moglie e la madre, la quale mi ha affabilmente sollecitato a prendere insieme a tutti loro, nella stanza ad essi riservata, del te con squisiti dolci alle noci di cocco, deliziosi gaz di Isphahan.
La sorella, che come le altre donne della famiglia indossava un chador di stretta osservanza, mi ha chiesto di Picasso , se vi fossero delle sue opere esposte in Italia. Come mi è stata data l'occasione , sono allora rientrato nella mia stanza per prelevarvi, e recarle in visione, i due volumi sull' opera Picasso che avevo preservato per Farhang.
Ella li ha lungamente sfogliati, insieme alla madre, trovandoli meravigliosi.
2
Nella tenebra del Venerdi Santo di cui ancora agonizzo nel giorno pasquale, la luce in cui affioro, del tardo mattino, è lo splendore dell' incanto che splende sulla tavola per gli ospiti della casa di Farhang, come in ogni casa iranian per il Nourouz:
la
rinascita vi è simboleggiata
nelle uova
colorate, di fronte alla sfera
d'acqua i cui la vita
guizza nei pesciolini rossi che vi fluttuano, è
spiritualità riflessa nello specchio
delle forme sensibili di
questo mondo apparente, rivelata nelle pagine retrostanti
del Corano,
che nell'acqua della vita traspare e si vela, verità
sommossa nella conca che anima dei pesci , tra gli "haft
sin", disseminati,
dei sette sostentamenti della vita la cui iniziale è
la lettera germinale sin.:
sir, l'aglio che infonde forza fisica, serkè,
l'aceto, sekkè, il denaro, sabze, la rinascita
vegetale del grano, senjed, il sorbo selvatico, sommaq
l'affine sumac, sib, la mela..
Tale magnificenza sarà esposta per i sette giorni durante i quali ogni casa si apre alla visita
delle persone più care e al rendimento di tale grazia ricevuta, finchè si lascerà la propria casa e si tornerà alla natura che nell'equinozio di primavera si è nuovamente dischiusa.
Nelle tenebre dello
svuotamento, in cui mi è rimasta soltanto la notte
per la veglia ed il residuo scrivere, la luce domenicale che
alle donne ha glorificato il Risorto, poc'anzi mi è
apparsa trascorrere nell'annuncio dell'Angelo , che nella
messa pasquale, era recato agli assiri ed armeni cattolici
di Kermanshah, ai loro confratelli che vi erano convenuti da
Ourmyeh.
La loro gioia serena è
traboccata nella convivialità festosa in cui mi sono
ritrovato accolto in canonica, insieme con Farhang, mentre
il te con i pasticcini ci deliziavano. Vi testimoniavano,
itineranti, come per pochi che fossero essi costituivano la
pienezza di una comunità, al cui interno nello
zampettio dei piccoli si tramandava il lascito indistrutto
del passo strascicato degli anziani .
3
(" Mi
sento come un pesce nella sfera d'acqua a Nouroz" ho
detto a Farhang per rappresentargli la sospensione in cui mi
trovavo allietato, nell'allestimento dell' ennesimo convegno
familiare cui ero convocato.)
Ho cercato di situarmi
nella sua casa, tra i suoi affetti, cercando in me, nel mio
Sè, la medianità in cui Kermanshah e l' Iran
si interponevano tra l 'Italia, e l' India, tra la mia
famiglia di provenienza, il lavoro che ho lasciato in
sospeso, da cui cercavo distacco e sollievo, e l'India di
Kailash e della sua famiglia di incantevoli figli bambini,
per la quale soltanto avrei voluto destinare me
stesso.
Nelle sostanze economiche, nelle individualità,
nel linguaggio, negli usi che ravvisavo nella casa del mio
amico iraniano, ogni realtà propiziava il collocarmi
nella medietas, che auspicavo, che stemperasse la
mortificazione che patisco dove vivo e lavoro, e dove non
comprendo che ci stia a fare ancora, nello spazio e nel
tempo, per quel che vi valgo, in effetti , e che al tempo
stesso mi distanziasse da un attaccamento a Kailash che ne
favoleggia la meraviglia del cuore, per quanto è
candidamente calcolatore e lucidamente attento, come è
generoso e nobile nella sua povertà assillante.. L'
appendicectomia non era la sola ragione per cui avevo voluto
prendere l' aereo per Kermanshah, non intendevo, arrivando
troppo tardi, mettere nuovamente a cimento l' ospitalità
di Fahrang, e porla a inevitabile, impari confronto, con la
disponibilità a venirmi incontro, a muoversi e
partire sospendendo ogni cosa, del mio caro, amato Kailash,
che ogni volta che ho fatto ritorno in India si è
sentito in dovere di lasciare in autobus il suo villaggio
per raggiungermi al mio arrivo alla stazione di Jhansi, od
all' aeroporto di Delhi., quando vi sopraggiungevo in
inverno, affrontando un'ulteriore notte in treno, fino alla
capitale, per predisporvi il mio alloggio, Kailash, il mio
migliore amico, che poi mette ogni spesa naturalmente sul
mio conto, consapevoli entrambi che quanto corrisponde al
suo precario salario mensile è la mia retribuzione di
un 'ora di lavoro.
Ma Kailash, prima del mio viaggio in
Iran, si era detto disposto a rinunciare al mio aiuto
economico per l'allestimento del suo negozio di barbiere, se
si rendeva un onere incompatibile con quello del mio viaggio
presso il mio amico iraniano , laddove Farhang ,
accogliendomi, mi aveva anticipato che per Nourouz sarebbe
rimasto ad attendermi in Kermanshah , insieme con la sua
famiglia, e non mi sono spinto a chiedergli di raggiungermi
all aeroportodi Tehran, supponendo che mi sarebbe venuto
incontro solo alla stazione d'arrivo nella sua città.
Avessi voluto recarmi a Isphahan, o altrove, a Choga Zombil,
mi aveva preannunciato di essere indisponibile ad
accompagnarmi , e che avrei dovuto affrontare il viaggio da
solo.
Rispetto a quale e quanta distanza e distacco
reciproci, ch'erano fra noi subentrati, dovevo così
ricollocarmi per essere, presso di lui, alla stessa
equidistanza che intercorreva tra la sua Kermanshah e la mia
terra d'origine declinante ad occidente, e l'India in ascesa
ad oriente, dove gli ho rivelato che presso il mio amico
indiano intendo finire la mia esistenza., e quanto
attentamente dovevo farmi sollecito perchè il compito
che mi ero imposto, idealmente, ossia di ravvivare l'
esistenza depressa di Farhang e della sua famiglia, si
ravvivasse del calore svanito dell' affetto di un tempo, di
cui ho avvertito l'illlanguidimento esanime nell'
accoglienza che è intercorsa all' aeroporto, cosi
volutamente e poco spontaneamente calorosa, poi nel mio
dispormi in casa sua al posto che è riservato all'
ospite, senza avvertire l' esigenza di una frequenza di
contatti con lui *più ravvicinati
Ma nella
figlioletta della sorella del mio amico, in Hawa, bellissima
creatura d'aria, ch'era nata il giorno stessa della mia
ultima visita, era Purti, la figlia adorata di Kailash, che
ritrovavo d'incanto, nel suo identico fare, incessantemente
curioso, quando al mio arrivo nella casa di Farhang Hawa è
apparsa tra i familiari convenuti ad accogliermi, secondo
quanto ri(con)figuravo delle loro vicende, nel mio rifarmi
interiore al mio amico indiano, perchè a lui
ispirandomi, nel riposizionarmi in Iran , ne riportassi un
poco del fuoco d'amore per irradiarne Farhang e il suo
nucleo familiare. Ma nella nipotina di Farhang, tale
esperienza della continua scoperta della novità di
ogni cosa, sottoponendola alla verifica materiale dei sensi
e della manipolazione, si attuava grazie a una calma quieta
e ridente, già di eletta creatura, che s'apriva al
bacio e alla confidenza con amorevolezza,, mentre Purti sa
trovare la calma solo tra continue esplosioni di risa e di
pianto, in una scontrosità selvaggia con ogni realtà
sconosciuta.
E mi rattristavo, al raffronto, ravvisando
in Hawa l'influsso delle maniere educate di una elaborata
spontaneità di modi familiari , della acquisizione
culturale della civiltà iraniana in essi soggiacente,
mentre nella primordialità di Puti intravedevotutta
la cedevolezza di Kailash, nel suo volerle infinitamente
bene, nel suo sopperire in virtù dell amore a ogni
limite di istruzione e di casta..
E bastava che dicessi
di Hawa quant'era una cara bambina, perchè
complimentandola come una baccè- e aziz, ritrovassi
per lei la stessa denominazione di cui aggraziavo in hindi
Puti, quale bacci, -al pari di quanto nel " kardan"
del suo fare, avevo rinvenuto lo stesso agire causativo
dell' hindi "Karnan".
Mi sono detto che dovevo
far desistere ogni ripulsa , ogni delusione per i gusti e la
crescita artistica di Farhang, per la sua disponibilità
effettiva, rispetto alle aspettative e ad un raffronto con
il mio amico indiano , riflettere su ciò a cui così
venivo meno, su come mi perdessi in una vacuità nelle
mie pretese di giudicare, e nel mio sottrarmi, o negarmi, ,
in ogni presunzione di dovermene risentire, se quando lui od
il fratello si risolvevano ad accompagnarmi, a recarmi in
qualche località circostante, vi si prestavano solo
compatibilmente con i loro effettivi interessi e con le loro
esigenze.
Farhang, il Venerdi Santo, ho dovuto implorarlo
di uscire, per una presa d'aria serale nel parco vicino, pur
di non ritrovarmi soffocato tra le sue parti domestiche,
dopo che per tre giorni,in precedenza, ero rimasto confinato
in una sala d'ospedale, eccettuate le parentesi tra
l'aeroporto internazionale e il mio ricovero, e del l'uscita
dall' ospedale per raggiungere in aereo Kermanshah, da
Merhabad.
E solo quando è esplosa la mia
costernazione, all' idea che per attenermi al riposo che
consigliava l'appendicectomia, dovessi rientrare dall'Iran
senza avervi potuto visitare niente, tra le belve in cui si
tramutano irresistibilmente i miei allievi, egli si è
indotto a farmi uscire dal suo amnio familiare, per visitare
insieme il mercato degli uccelli , i bazar curdi e la kilisi
di Kermanshah, dove il giorno seguente avrei festeggiato la
Pasqua. Restavamo in attesa che la riparazione dell'auto del
fratello ci consentisse, la domenica di Pasqua, di recarci a
Kangavar al palazzo-zigurrath sassanide o tempio di Anahita
che fosse, dove li sollecitava ad accompagnarmici che il
favore fosse l'occasione di visitarlo una prima volta . Per
questo, nel mio stupore senz'esito, saltavano la sosta per
me imperdibile di Bisotun, che entrambi avevano visto e
rivisto, mentr'io , la volta che c'eravamo stati, non avevo
potuto vedervi il rilievo di Dario il grande, giacchè
era coperto dai tralicci e dai tubolari del restauro in
corso
Vi siamo giunti al rientro, troppo tardi, quando
solo i fari serali illuminavano ancora il rilievo, sicché
sono stato costretto a tornarci da solo i n autobus il
giorno seguente.
Il sole primaverile vi esaltava , di una
mite crudezza lancinante, il benestare di Ahura Mazdha a che
Dario traesse i ribelli alla loro esecuzione capitale, come
se l' invocazione della sua investitura nella mano del re di
ogni re volta al dio , mentre l'altra tratteneva l'arco che
aveva appena vibrato la prima freccia letale , propiziasse
l'avvento imperituro, tuttora rinnovantesi , di una potenza
che virtù della perentorietà di tale sua
magnificazione artistica, pur nel fantasma della sua
perseverante memoria sopravviveva alla vanificazione della
sua dominazione nella polvere del tempe, presso le folle che
stavano risalendo all iscrizione trilingue e al rilievo,
come si ripete ogni giorno , come a Nourous accade più
che in ogni altro periodo dell anno.
La giovane donna di
Tehran che mi offriva un passaggio fino all ingresso in
Kermanshah, raccomandandomi come un suo fratello al tassista
curdo che le subentrava conducendomi a Fatemie square, nin
aveva che parole di disperazione per chi ora comandava sul
suolo iraniano.
" Admedinejadh sta distruggendo
l'Iran"
Le ripetevo, per alleviarle lo struggimento,
la facezia che il padre con cui il padre di Farhang aveva
divertito la sua intera famiglia
" In Iran noi
posiamo parlare di Sarkzy, dire di tutto di Putin , o di
Bush, di Angela Merker o di Gordon Brown, ma non possiamo
dire nulla del nostro Presidente".
Avessi preteso di
essere altrimenti contraccambiato per quanto aveva invece
significato raggiungere in Iran Farhang e la sua sua
famiglia,se il giorno seguente mi fossi anche solo
rammaricato che pure gli intenti di condurmi a vedere
qualche villaggio curdo circostante fosse andato sfumato,
avrebbe fatto ricadere il mio viaggio in una umana
vicissitudine comune, avrebbe impedito ogni sua
trasfigurazione, come si è adempiuto essendomi invece
riproposto al servizio di Farhang, lasciando sopire e cadere
ogni recriminazione e pretesa, ogni reattività
risentita.
Soprattutto giudicarlo e condannarne il
dipingere, incenerirne in un atto critico crudele la ragion
d'essere, perchè più che il vitale ,
spiritualizzato,, era la preservazione da esso che vi era
espressa,era il peccato contro l'amore più tremendo
che potessi compiere.
L' ho inteso quando ci siamo
ritrovati nella sua stanza, per vedere gli ultimi suoi
lavori, che non mi aveva ancora sollecitato a considerare ,
pur quando mi aveva fatto dono di un suo recente acquerello,
ed abbiamo discorso dei suoi progetti ed intenti,. E 'stato
allora che la distanza è scemata, che ci siamo
riavvicinati l'uno all' altro, e che sono risorte le ragioni
profonde della nostra amicizia..
In alcuni acquerelli
aveva iniziato a rielaborare le volute nuvole cinesi delle
miniature persiane, in altri delle nuvole e delle vette
innevate, le une trasfigurate nelle altre, acque scroscianti
e vortici schiumanti di cascate tra fantasmatici dirupi,
onde frangenti e riflussi di agitate marine oltrepassavano
in libere creazioni fantastiche la descrittività cui
rimanevano ancorate altre composizioni, condannate a un
immancabile alberello, a un un volo d'uccelli rituale, e mi
incantava la freschezza delle sue prove in acrilico, in cui
aveva astratto le volumetrie, simili ovunque degli abitati
iraniani che si sopraelevavano oltre il cortile di casa.
L
ho sollecitato a trasporli su un cd-rom. perchè
potessi mostrare i suoi lavori ai galleristi della mia
città, e averne un parere, sapere se a loro giudizio
erano esponibili nelle loro gallerie..
Potevo essergli
utile, così, disponendomi di nuovo al suo servizio.
E
in lui si rianimava l'idea di un futuro.
Vagheggiava
di recarsi in un paese straniero confinante con l'Iran, una
volta terminato il master in Tehran, - avendo svolto il
servizio militare, era libero di espatriare ovunque volesse-
nel Kurdistan Irakeno, in Armenia, in Tagikistan, o in
Uzbekistan, in ragione dela libertà che vi si
respirava, dei costi della vita non proibitivi, della comune
lingua o della cultura iranica che vi si era espansa.
Ma
l' Italia restava il suo sogno reale. Era in contatto con
l'ambasciata italiana in Tehran, di cui intendeva seguire i
corsi di italiano .In Tehran viveva in un condominio di Imam
Hossein square, dividendo la sua camera con studenti di
altri corsi , nativi di Hamadan. Ma con essi condivideva
solo la stanza. Erano troppo diversi da lui.
Tehran era
una città viva solo di giorno , nell' università
poteva accedervi a biblioteche ed atéliers di pittura
fino alle sette di sera, dopo di che tutto finiva.
Seguitavo
intanto a visionare gli acquerelli, tra i quali l'attenzione
cadeva sul bel ritratto di un giovane uomo.Era lo stesso
bellissimo volto, addolcito di una vaga malinconia triste,
di cui avevo visto le foto nel salotto in cui dormivo,
contornate da testi scritto. Nelle fotografie due lunghe
basette, una sigaretta tra le labbra, giacca e cravatta, ne
occidentalizzavano il sembiante intensamente marcato.
"
Era il fratello di mio padre, mi confidava Fahrang. Era
poeta e si è suicidato a trentadue anni, prima della
rivoluzione. Aveva letto Nietzsche, gl autori del
nichilismo.
Le sue poesie sono tristissime,. Il titolo
della raccolta è " La morte della speranza".
Diversi giovani, leggendo le sue poesie, avevano seguito il
suo esempio.
Estraeva dalle cartelle un altro ritratto.
Era il volto di un suo cugino, per parte materna.
Anche
lui suicida.
In Iran , in kermanshah, sono ancora in
aumento i giovani che si tolgono la vita.
O che la
provocano drogandosi.
Perchè nell' Iran attuale
non concepiscono un futuro, non hanno più alcuna
speranza.
Ho pensato allora a Kailash, quanto più
povero di Farhang, in quale miseria incombente senza il mio
aiuto.
Lavorasse non saltuariamente, guadagnerebbe a
stento un decimo di quanto è l'ammontare delle
pensioni dei suoi genitori, quali ex insegnanti, il cui
assommarsi corrisponde appena all'ammontare della pensione
sociale di mia madre.
"Il mio amico indiano è
molto più povero di te, ma lui, come il suo popolo,
ha la speranza che a voi manca.".
E tu, Fahrang hai
ancora speranze.?
" Dipingere è la mia
speranza"
Quanto a suo zio, poteva inviarmi le sue
poesie. Avrei cercato chi possa tradurle in italiano.
Avrei
imparato il farsi anche per comporne una mia versione
poetica .
Era forse stato voluto tutto ciò che era
avvenuto , che stava avvenendo, il caso più fortuito
aveva annodato la nostra amicizia, perchè io,
soltanto, nella mia fascinazione, potevo divenire il tramite
della conoscenza universale di Asadolah
poeta?
(continua)
******..................................
Dipingere
/ Scrivere ancora / Perseverare a scrivere -è la mia
speranza.
4
Mi sono riservato due giorni a
Tehran, prima del rientro in Italia.
Dall'aeroporto in
Merhabad non ho avuto il coraggio di ritornare all hotel
Naderi , dove la notte dell arrivo avevo dovuto prendere
atto che il solo alloggio che mi restava era il ricovero
ospedaliero. Mi sono indirizzato verso gli hotel nell Amir
Kebir steet, dove ho scelto l hotel Kayyam, .
Il giorno
dopo, quand'era già sera, all uscita dal Golestan
Palace, la residenza dei Qajari , non riuscivo a muovermi
oltre i duecento metri prospicienti della via. , dei suoi
negozi di spezzie e di frutta candita che stavano chiudendo.
Ma mi è bastato sapermi muovere in direzione
dell' Imam Komeini square, perchè iniziassi ad
assaporare il piacere di orientarmi e di familiarizzarmi con
la quotidianità di una capitale dalla quale avevo
fino ad allora cercato soltanto una via di fuga, e
ritrovassi a piedi l'Amir Kebir street che aveva costituito
la via di partenza, in taxi, del mio periplo mattutino entro
il traffico in cui ero rimasto bloccato, e la stessa
Ferdousi street dove il taxi si era arrestato per
consentirmi di servirmi di u cambiavalute, e in cui si
prolungava la mia ricerca dell' itinerario nel quale non
perdermi, per raggiungere l' indomani il Museo Nazionale, a
costo di sconfortanti perdite di tempo che intendevo
prevenire.
lunedì 7 aprile 2008
tre mesi, ancora
Adjet
seguita a chiedere di te, mi ha ripetuto ancor oggi
Kailash,- Quando viene Odorico?- Il prossimo mese
"Next month," seguito a ripetergli ogni
volta," Next month".
Ancora
tre mesi, in effetti, e potrò allora vedere
finalmente Sumit, di cui Kailash mi ha inviato
ulteriori fotografie , per mostrarmi quant'è
bello e quanto cresce robusto e forte, benchè
il tempo variabile gli causi di continuo raffreddori e
tosse,
e i rischi che corre ogni giorno, per la sua
vivacità ccresciuta, lo abbiano sollecitato a
recarsi nel vicino tempio di Durga, per chiedere alla
dea mediante una puja di proteggerlo, potrò
vedere quanto la dolcezza infinita che è in al
cuore di Puti abbia intenerito e lenito la sua natura
selvaggia, accompagnare Adjet nella sua nuova scuola,
l' istituto del Sacro Cuore delle suore di Madre
Teresa di Calcutta, e tagliarmi per la mia prima volta
i capelli nel nuovo negozio di Kallu, di cui
l'apertura è ritardata dal bisogno di far
pervenire da Delhi le poltrone metalliche, che Kallu
ha preferito a quelle in legno, perchè "
they have more long ( sic) life".
Ancora
tre mesi, in effetti, e potrò essere di nuovo
tra le mura del mio amico, tra le nostre gioie
familiari che sono tutta la sua vita.
"
Ebbro di felicità per i suoi figli e gli
animali,
quell' uomo dalla mente intrappolata
la
morte porta via,
come un fiume in piena un
villaggio dorme"
Leggevo ieri questo passo del
Dhammapada, e il mio pensiero correva intristito al
mio amico, a quanta sofferenza dovremo condividere
insieme, quanta è la gioia , e l' amore , che
felicitano ora il protrarsi della nostra interminabile
lontananza.
Pubblicato da odorico a 12.44 0 commenti
Buone notizie. No?
" And your children, now?
" Puti is sleeping, Adjet is
sleeping, Sumit is sleeping,...
" E con chi stanno dormendo?-
gli ho chiesto, sapendola già, la risposta...
" Adjet
e Sumit con la mamma, Puti with me..."
" I tuoi bambini
con la loro mamma nel letto, e tu e la tua cara Puti per terra?
"
Yeees..."
" Kailash, in Iran, presso il mio amico,
anch'io dormivo per terra, sul materasso. Non era poi così
male... "
" Sometimes it's good, sometimes it 's bad",
a seconda del tempo che fa, dell' insorgere della presenza dei
mosquitos.
Ed ora, che è aprile, in Khajuraho fa veramente
caldo," It's hot, hot, hot ".
I suoi bambini più
piccoli, Puti e Sumit, possono uscire "outside "solo la
mattina e la sera, mentre il pomeriggio se ne sta fuori solo Adjet, a
giocare felicemente con degli altri bambini..
E lavarsi,
dissetarsi, disporre dell'acqua in cucina, di nuovo è un'
emergenza, in assenza di pioggia, oramai da due anni, nel Madhya come
nell''Uttar Pradesh. Anche il pozzo del suo "owner house "è
in secca.
Ogni giorno il mio amico deve recarsi in bicicletta con
le taniche a prelevare dell acqua, a chilometri di distanza,
dividendo la fatica e il compito con la moglie.
E con l'acqua deve
razionare ciò che più costa, con l'aumento nel mondo
dei prezzi dei beni alimentari.,
Il riso può consentirselo
oramai solo due volte la settimana.
" I eat only vegetables
and chappati, non mangio che pane e verdure."
E' questo l'
immiserimento che causa l'ascesa economica dell' India, come della
Cina, per chi non può goderne i benefici.
O non è
forse solo così , con l'ascesa insosteniile dei loro costi,
che è possibile limitare consumi energetici inquinanti , come
i combustibili fossili, e di beni di necessità , quali il
riso, che richiedono eccessivi prelievi di acqua?
Ma ciò
che più assilla me ed il mio amico , è il ritardo dell
'arrivo da Delhi delle poltrone metalliche del suo barber shop, che
ne ritarda l'apertura.
Oggi ha telefonato al suo fornitore in
Chattarpur. Ma era ad una festa matrimoniale, come Kailash sabato e
domenica, presso Satna, alle nozze di un nipote di suo fratello, e l
'impiegato non ha saputo dirgli niente.
Domani
vi andrà di persona, sperando che tra due, tre giorni...
"
Puoi comprarne intanto due in legno , se dovrai attendere ancora, per
settimane, e non giorni. Ce ne stanno, quattro nel tuo negozio,
no?.Pur che tu apra."
" Certo, ma posso ricevere buone
notizie, domani. No?"
Aprile (3)