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lunedì 5
aprile 2010
"No, no good, No, non è
una buona idea," ha protestato Kallu con veemenza
istantanea, come se fosse serrato d'improvviso alla gola da
un'angoscia asfissiante, quando gli ho detto che mia madre,
ed ero con lei d'accordo, mi aveva consigliato che in futuro
abbiamo a vivere separatamente, quando il mio soggiorno in
India si farà una permanenza. " Tu devi
dormire e mangiare nella mia stessa casa, devi giocare e
fare i compiti con i bambini, Ajay, Purti, Chandu..." "Kallu
possono sorgere problemi, Ajay, Purti, allora non saranno
più bambini, sai già che Purti non m'accetta,
io dovrò trovare il tempo e il riposo per il mio
lavoro, per me stesso, basterà abitare anche solo a
centro metri di distanza, e potrò comunque venire a
mangiare, a dormire, a stare con i tuoi bambini, con te e
Vimala, come e quando tu vorrai, ma i tuoi non mi
ritroveranno in casa, senza desiderarlo, se la cosa crea
problemi..." Poi Kaiash se ne è fatta una
ragione, si è ricordato come quest'estate io abbia
dovuto permanervi in (convivere con) una confusione
continua, di cui era ben nel cuore di entrambi l' autore
principale, quanto dovervi fare la loro vita, giorni e
giorni, mentre avrei voluto andarmene in viaggio lontano, mi
fosse diventato insostenibile, se ne è persuaso al
punto che ha benedetto che fossi stato per Pasqua, con mia
madre, se era stata capace di darmi così preziosi
consigli, ricordandomi che i genitori sono come Dio... "
Kailash, pensa, noi ora siamo a sei, settemila chilometri di
distanza, ma è come se fossimo l'uno presso
all'altro... ricorda quando invece stavo nella tua casa ed
era come se non ci fossi... si è messo addirittura
a ridere Kailash " come quando viaggiavamo l'uno
accanto all'altro, e non eravamo insieme" Ma la
veemenza angosciata della sua reazione immediata, come se
anche solo così dicendogli gli venissi a mancare e
gli togliessi il respiro vitale, mi lascia tuttora
sconvolto. Pensavo in seguito, di consigliargli di
meditare con un sadu, che l'abituasse a pensare la sua vita
senza di me, come anch'io debbo abituarmi a pensare la mia
vita senza di lui. " You know, it's the indian
tought. It s the Buddisth conception of the life as
dukka..." Della vita come dukka, anatta,
anicca... Mi ritornava in mente, intanto, la riflessione
che Achaan Sumedo usa in monastero " Tutto ciò
che è mio, amato e piacevole, diventerà
altrimenti, verrà separato da me".( Il suono del
silenzio, pagina 120) Ma il solo concepire in concreto
l'idea, a me innanzittutto( a me stesso) stroncava la
mente. Anche per quest'estate, su quante cose con il mio
amico avevo già impegnato il nostro futuro, come se
in virtù di ciò che ci ripromettiamo nei
giorni a venire, esso fosse vincolato in nostro potere,- di
andare inizialmente a Gwalior, con Purti ed Ajay poi io e
lui a Bhopal per la questione del suo passaporto, rivedendo
Sanchi, quindi a Goa, Hampi, Hyderabad, trascorrendo insieme
più notti nel suo villaggio, per andare a vedere
giorno dopo giorno il lavoro nei campi( il procedere giorno
dopo giorno del lavoro nei campi). " You should tink
your life without me, as (like) I should think my life
without you..." No, può bastare rimeditare
insieme i nostri adagi, secondo il dire comune, ripetendoci
che è meglio terminare a tal punto di fare progetti,
perchè ignoriamo quale sia il nostro futuro. Tanto
più che già insorge il problema della
limitazione che prefigura, per i nostri viaggi in comune, il
fatto che Kailash ha dovuto rinviare a domani il suo stesso
ritorno al villaggio per sollecitare il contadino povero, di
cui è socio, a inoltrare le semine delle piante
estive, perchè Vimala, tuttora, ha paura a restare e
a dormire la notte in casa da sola, da che tra quelle pareti
Sumit le è morto davanti agli occhi.
Pubblicato da odorico a 12.58
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mercoledì 7 aprile 2010
Che gelo
astrale se ne ascolto la Voce si fa fuoco d'amore
Pubblicato da odorico a 08.00
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lunedì 19
aprile 2010
Sentito il bilancio delle
spese di Kailash per mettere a semina di lenticchie due
campi, accollandosene le spese in luogo del proprietario che
è troppo povero per poterle sostenere, e poi dividere
a metà i proventi del raccolto, è stata una
temerarietà fare accostare alla nudità
desolante della cifre la fiammella della sua speranza:
7.500 rupie le spese- duemila per il trattore, impiegato
tre volte, tremila per le sementi, 1.200 per l'allacciamento
dell'energia elettrica che aziona la pompa dell irrigazione,
traendo l'acqua da un pozzo alimentato da un fiumicello,
1.000 per il concime, a fronte di un profitto che può
ridursi a non più di 12.000 rupie a testa, se i campi
non produrrranno per la siccità che tre quintali di
lenticchie, e con l immissione sempre più cospicua
sul mercato della semente, il prezzo scenderà a
settanta rupie il chilo, mentre per due mesi resterà(sarà)a
da pagare un "watch-man" che protegga i germogli e
le spighe dagli animali. Ma se l'acqua cadrà
copiosa un mese prima della raccolta, e non durante il suo
svolgersi, rovinandola, come è più probabile,
giacchè il taglio avverrà per la stagione
monsonica, e se la spiga crescerà dunque rigogliosa,
nulla per il mio amico può escludere che il raccolto
sia fors'anche di cinquecento chili, per un ricavato alla
vendita di più di quarantamila rupie. Un angelo mi
ha trattenuto dal diradarne le fabulazioni fantastiche, dal
desolarne le aspettative da cui trae linfa la sua resistenza
al dolore. e precipitarlo nello sconforto che come ho
deposto il telefono, e staccato la linea, mi ha spinto a non
volerne più sapere di brame economiche, in cui
soffocare memoria e dolore,e mi ha avventurato nello strazio
di andare rivedere le fotografie del nostro bambino, che mi
erano riapparse quando stamane mi sono addentrato nella
selva delle immagini della scorsa estate, per esaminare
quelle del mio viaggio breve nello Srilanka e riscriverne la
traccia degli appunti.
Pubblicato da odorico a 15:56
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domenica 2 maggio
2010
"Kallu, ti posso dire una
cosa importante?" "Di, ti sto a
sentire." "Kallu, tu devi pensare che ogni tuo
bambino ha una differente bellezza" "Purti,
Ajay, Sumit, Chandu..." "Si, tutti i tuoi
bambini" "Non uno solo?... "No e te lo
dico Kallu, perchè tu stavi facendo lo stesso mio
errore, ti ricordi tra Udayapur e Lalitpur..." "Quando
dentro di te tra Purti e Sumit..." " Si" "
Vuoi dire che sono come le dita di una stessa mano, che se
ne tagli una le altre restano importanti?" Ho
confermato, nell imminenza della mia partenza per recarmi a
casa di mia madre, da dove gli avrei ritelefonato. Ma
dovevo anticipargli questo pensiero, ad ogni costo, dopo
quanto l'hanno fatto soffrire, i giorni scorsi, i raffronti
insorti nella sua mente tra Sumit e i bambini
rimastigli. Già domenica scorsa, quando il suo
discorso è approdato a Chandu, ha lasciato il
cellulare nelle mani di Ajay troppo tempo, perchè non
abbia dovuto supporre che fosse andato ad asciugarsi il
pianto dopo avere insistito perchè il mio discorso
non accennasse alla loro bellezza, talmente era per lui
impareggiabile quella di Sumit, benchè Chandu, nel
riso, nel giocare , nel muoversi a quattro zampe, lo
ricordasse talmente tanto, anticipasse addirittura i tempi
della parola, rispetto a Purti e Sumit. " Sa già
dire papa, e "dedi", che vuol dire "
dammi"" Per tre volte, dopo le dieci di notte,
e ricordava anche a che precisi minuti, quando me ne ha
parlato, due giorni dopo mi aveva contattato invano, perchè
non dovesse fronteggiare da solo il dolore del ricordo
insorto più che mai atroce del nostro bambino che non
è più. " Mi sono ricordato di lui
appena morto, che sembrava ancora dormire..." , quindi
ha insistito in tutto ciò che rendeva ineguagliabile
Sumit, da ogni altro suo bambino. "Lui non temeva i
sadu e gli uomini vecchi, avvicinava ogni animale, "
cows, cocks," e a Chattarpur, al mercato, toccava
ogni merce e si interessava a ogni cosa, mangiava di tutto,
"indian e italian foods", anche Chandu non ha il
suo corpo così forte... Ti ricordi quando giucava con
te a viso aperto..." Io ricordavo un bambino
trepidante quando uscivo con lui, ho remissivamente
osservato. Eppure tra l uno e l altro di tali discorsi,
si ride e si scherza tra me e Kailash, come quando non è
riuscito a dirmi quale sia il suo mese di nascita, perchè
non sa se l asta del "danda", del bastone che l
indica, sia a sinistra o a destra "of the cross",
della croce del numero dieci. Ma al contempo, mentre le
lenticchie nei suoi discorsi già schiudono " the
mounth", la bocca del loro germoglio, il ricordo sempre
più vivo del nostro bambino morto è sempre di
più in noi una voragine aperta.
Pubblicato da odorico a 15:05
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lunedì 10
maggio 2010
Sapienza cristiana e sapienza indiana in questo
s'incontrano: la spiritualità è unione e
comunione-yoga- con la Via, la Verità, la Vita: la
conoscenza ne è una partecipazione integrale, già
in questa vita. La via, la verità, la vita è
in noi stessi la nostra intimità più propria,
l'autentico sé o atman, e al contempo in sé ci
comprende , quale Logos, Verbo, Dharma,- in un rapporto di
immanenza reciproca tra un'infinità interiore e un'
infinità esteriore- "il castello" di Teresa
d'Avila e della Chandogya,- che manifestano il Brahman - Dio
Padre- che è trascendente- l'agricoltore della Vite
di cui in Cristo siamo i tralci eppure "tutto in
tutti"( Paolo, Corinzi) "Conosciti in me,
conoscimi in te", Tat tvam asi " Questo sei
tu". Tale via, verità e vita, è in noi
stessi una consapevolezza originaria, alla cui rivelazione
profonda dobbiamo risvegliarci,e di cui, in una sequela
,occorre aumentare in noi la presenza mentale illuminante-
lo Spirito quale "interior magister". Tale sequela
è uno svuotamento del nostro Ego nei suoi
attaccamenti, una rinuncia a ogni " possesso geloso",(
lettera di Paolo ai Filippesi), il cui esito è il
conseguimento della pace della equidistanza interiore- in
cui si decanta la singolarità del nome divino di cui
siamo espressione, che è il volto che ci fa assumere
la vocazione della nostra capacità di amare a Sua
immagine e somiglianza " Se qualcuno vuol venire
dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni
giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita
la perderà, ma chi perderà la propria vita per
me, la salverà"( Luca, 9, 23-24)
In tal
senso la kenosi è la verità intradivina che si
rivela nelle sapienze orientali. Ma non resta, forse,
quale differenza cristiana,- è la domanda residua-
che cosa significhi il dimorare in Dio, in quanto dimorare
nel suo amore? Da esso inabitati, per farci come Egli amore,
dal momento che siamo comandati ad amarci l'un l'altro come
egli ci ha amato, e ci ama,fino alla fine ( Giovanni, 13.34,
15.12, 13.1)- "anzi alla morte di croce"- per
amore gratuito del nostro nemico? O in Prajapati, nella
Yagina, non c'è la stessa estasi d'amore dell'Agnello
sgozzato fin dalla fondazione del mondo?
Pubblicato da odorico
Sui criteri cristiani di
verità Scambio di vedute tra me e don **
Caro
don *. sono Bergamaschi il professore.
Lei si chiedeva
ieri sera, nel corso della lectio divina, come anche un aborigeno
australiano, che ignora tutto di Gesù, possa purtuttavia
essere partecipe di una volontà divina di salvezza
universale. Ora la mia incredula fede è meno incredula se
mi anima la convinzione che la realtà di Cristo, nel suo
mistero, trascenda lo stesso Gesù, che non si possa
identificare solo in Gesù, e si sia rivelata e si riveli
anche altrimenti, in questo e in altri mondi ove trovi attuazione
l'idea di uomo.
Credo assolutamente che un Cristiano che
abbia incontrato Cristo in e attraverso Gesù sia tenuto a
credere che ogni altra rivelazione a lui sconosciuta del Cristo
debba essere assolutamente conforme alla Sua Parola che si è
professata in Gesù, e che non possa contraddirla in nulla,
e per nulla, ma anche oggi , insieme con la splendida celebrazione
paolina del Dio ignoto allo stesso ateo che lo venera nella sua
idea di bene, avevo modo di ritrovare nel Vangelo di Giovanni la
proclamazione da parte di Gesù che la Sua Parola consegnata
ai Vangeli non esaurisce tutta la verità dello Spirito. “
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci
di portarne il peso: quando verrà lui, lo Spirito della
Verità, vi guiderà a tutta la verità, perchè
non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò
che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.
Per dirgliela tutta, caro don *, mi chiedo infine, per
sentirmi meno incredulo, nel mio spirito di adesione attraverso la
chiesa Cattolica ad una ecclesialità che per me è
cosmica,, se la stessa resurrezione di Gesù sia unica
perchè è il compimento perfetto di ogni altro
accesso spirituale alla vita eterna.
Con gratitudine
Odorico Bergamaschi
Caro Odorico, i temi
che Lei affronta sono davvero abissali e insondabili. Anch’io
credo che Gesù e il suo mistero siano più ampi di
quanto noi pensiamo e crediamo e abbraccino il cosmo intero.
Tuttavia non nel senso di mettere Gesù tra parentesi,
quanto piuttosto che la sua centralità e unicità
rappresentino il punto di convergenza e il compimento di ogni
percorso. Mi pare che su questo siamo in sintonia. La ringrazio
della sua benevola fraternità, d.*
Caro don
*, solo un seguito, concorde. Credo che si permanga concordi
finchè si eviti come cristofanica "ogni ispirazione
che dissolve Gesù", e che ci può indurre a
sconfessare " Gesù Cristo venuto nella carne",
quasi che l'ascolto stesso della sua Parola fosse la sola pratica
pragmatica di un messaggio di regole, e non già l'attinenza
al Senso della Sua Parola, il farsi carne del verbo fino a morire
per noi, la sua umanizzazione fino alla morte di croce per la
nostra theosis, la nostra divinizzazione a stirpe divina nella
Gloria del Padre. Solo in Tal senso, e attraverso tale
Senso,l'ascolto della sua Parola si fa criterio di verità
di ogni altra verità. Con una duplice avvertenza: a) di
quale rimanga, nel frutto, il criterio per riconoscere i falsi
profeti. " Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in
veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li
riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai
rovi?" ( Matteo 7, 15-16); b) con l'attinenza larga della sua
risposta ai discepoli, quando " Giovanni prese la parola
dicendo: " " Maestro, abbiamo visto un tale che
scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perchè
non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli
rispose : " Non glielo impedite, perchè chi non è
contro di voi, è per voi"( Luca 9, 49-50).
Personalmente nelle discipline spirituali indiane ho trovato
un grande aiuto nell incentrarmi, anzichè nella mondanità
dell Io, nel Nome che può essere la mia vocazione, la mia
espressione unica e irripetibile delle mie capacità di
amare a sua immagine e somiglianza. Con fraternità di
piccolo figlio Odorico
Pubblicato da odorico a
Ieri Kailash si è
recato a venticinque chilometri di distanza da Khajuraho,
per tornare a rendere onore di sabato con la puja al Monkey
God, Hanumah, che è il suo Dio personale. Teme che
altrimenti il Dio possa diventare "angry" con lui
, irato per il suo indurimento di cuore dopo la perdita del
nostro( amore di) bambino. Io gli ho auspicato il
pellegrinaggio, nelle attuali contingenze, perchè la
fede possa purificare la sua mente da ciò che può
insinuarvi il suicidio atroce che ha commesso l' altro
giorno una donna del suo villaggio, da anni costretta a
fronteggiare la miseria dei suoi bambini dopo la morte
prematura del marito. La sua fede si era oramai ridotta
al solo articolo di angoscia del convincimento nel suo "bad
Karma", della inesorabilità della sua povertà,
della sua mancanza di successo nelle cose della vita,
convinto, anche ora che più che mai soffre di qual è
mai la nostra vera sventura, la nostra insanabile
desolazione, che il karma negativo si misuri da quanto un
uomo è povero, che arricchirsi possa servire ad
arricchirsi ancora di più in una futura vita
migliore, quasi che nella pena che ci unisce e ci gravita
dentro,io stesso debba sconfortarmi innanzitutto per la
rovina attuale dell' euro al cambio stesso con la rupia
indiana, che per me rende tutto più costoso e
difficiltoso, ritarda il mio pensionamento, restringe i
margini e le prospettive di vita che posso offrirmi e che
posso concedere ad altri. Eppure Kailash seguita a darsi
da fare per ogni margine utile, e lasciato l'hotel senza più
clienti, ora che in India fa così caldo , ogni giorno
va avanti e indietro dal suo villaggio per dare l acqua alle
lenticchie che crescono, costretto a una peripezia
continua dalla penuria dell energia elettrica che serve ad
attivare la pompa dell'acqua del pozzo. "L' energia
elettrica viene dall'acqua, mi diceva giorni or sono,
riferendosi alla energia di natura idroelettrica cui si fa
ricorso nel Madhya Pradesh," qui non è come nel
Tamil Nadu, dove usano,ti ricordi, i " big fans"
che abbiamo visto lungo la strada per Kanyakumari. E se c'è
poca acqua , e poco " Electric power", è
difficile con l' energia l'acqua prenderla dai pozzi" Egli
tra l'altro deve attendere che l'energia venga erogata alle
ore più calde, è pericoloso altrimenti andare
per i campi di sera, e deve essere sul campo quando e come
l'elettricità arriva, in conformità o meno con
gli orari previsti nei tabellari. Intanto sono le nostre
parole al telefono, che ci scambiamo oramai ogni sera,la
nostra indispendsabile acqua di vita, che non possono venir
meno nel recargli conforto, nel recarmi non meno conforto se
in lui suscito allegria, la stessa che ai miei occhi rianima
Sumit, che mi appare sempre più nel vuoto di stanza
in stanza.
Pubblicato da odorico a 07:15
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domenica
16 maggio 2010
"Io sto ora cercando di
resistere, e di sopravvivere a tutto, ultimando al meglio il mio
lavoro di insegnante- che incubo spettrale sarebbe altrimenti il
protrarmi verso un pensionamento che si sta allontanando a seguito
dell'euro-crisi- finendo di scrivere il poco che mi resta da
scrivere, per liberarmi così di ogni progetto e sentimento
di fallimento e successo, e consegnarmi anima e cuore al destino
di dolore e di amore che mi lega alla mia famiglia indiana,
incenerendomi in monaco e sadhu quando di me essi non abbiano più
bisogno alcuno" dall'ultima mia lettera a Valentino
Giacomin e Luigina De Biasi
Pubblicato da odorico a 15.15
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lunedì
17 maggio 2010
lunedì 17
maggio 2010
Caro
Valentino, sono Odorico. Ti ringrazio della
considerazione in cui tieni il mio blog, se intendi usarlo
per i corsi di aggiornamento delle suore che operano nella
tua scuola. Io credo di potere esservi fecondo in quanto
posso situarmi, più di altri, dove s'incontrano o
confluiscono realmente cristianesimo e sapienza indiana , in
ragione di un ascolto reale della vera Parola dei testi del
cristianesimo, messa a confronto almeno con le vulgate più
attendibili del buddismo e dell'induismo, Cerco di
evitare di abbracciare l'induismo od il buddismo in ragione
di una recezione e di un rifiuto di versioni del
Cristianesimo che non sono all'altezza della verità
della Parola che vi è incarnata, come è
accaduto per tanti induisti o buddisti occidentali, pur di
grande altezza di ingegno quali Achaan Sumedo, nè
voglio permanere ritroso di farmi anche buddista, o hindu,
per gli accreditamenti più fantasmatic della sapienza
delle fedi orientali. Per farmi intendere meglio, prima che
cali per me il silenzio definitivo, secondo me non è
incompatibile essere di duplice e triplice fede , perchè
Cristo, il Verbo, non si è manifestato solo
incarnandosi in Gesù. Se è vero,-
Giovanni, lettera prima, cui farò costante
riferimento,- che "Chi confessa che Gesù è
il figlio di Dio/ Dio dimora in lui e lui in Dio,"
secondo la rivelazione e l'umanizzazione del Logos in Gesù
di Nazaret, - confessando che lo spirito abita la carne e
che anima la polvere sino a farle risorgere a vita eterna,-è
altresì vero che è comunque in Dio, - mediante
un Cristo sconosciuto a chi crede alla sua manifestazione in
Gesù, o a chi è uomo terrestre, e non d'altri
mondi,-, chiunque ama l'un l'altro di amore vero- di
gratuita donazione reciproca disinteressata- e pratica così
la giustizia, poichè " chiunque pratica la
giustizia è nato da Dio", " e chiunque
ama è stato generato da Dio e conosce Dio". Ubi
charitas est vera, Deus ibi est. In tal senso le
beatitudini cristiane e l'ottuplice sentiero buddista o i
percorsi e le comunioni spirituali delle varie marg e yoga
hindu possono adempiersi nella stessa pienezza di vita, non
mondana, se non si incorre nei reciproci travisamenti - i
principali dei quali mi sembrano che siano, rispetto al
buddismo, la credenza che la beatitudine del risveglio che
il buddismo consente già in questa vita, sia
l'assicurazione, nel raggiungimento del samadhi, di uno
stato permanente di non sofferenza indifferente e
irresponsabile, la quieta vuota di un adualismo perpetuo,
laddove l'alienazione più diffusa nei riguardi del
cristianesimo è la credenza che la vita buona sia
secondo Gesù Cristo una vita di obbedienza
legalistica a dei comandamenti impostici, in ragione
dell'attesa interessata di un frutto salvifico, oppure per
il timore del castigo divino,- laddove, secondo la Sua
Parola, non vale ad essere in Dio il timore che si ha di
Lui, " perchè chi teme non è giunto a
pienezza d'amore", e la vera obbedienza può
avvenire solo per amore, solo se si acquisisce lo stesso
"sentire" che fu in Gesù Cristo- Lettera di
Paolo ai Filippesi-, amandoci l' un l'altro come Egli ci ha
amato, dello stesso Amore che il Padre aveva per lui, in Lui
il Padre facendoci dono di se stesso. Caro Valentino, ma
tutto quello che in precedenza ho scritto è vero, se
si tiene ben presente ciò che scrisse il grande
teologo ortodosso Pavel Florenskij: " Si, la vita è
fatta in modo che si può dare qualcosa al mondo solo
pagandone poi il fio con sofferenze e persecuzioni. E più
il dono è disinteressato, più crudeli sono le
persecuzioni, e dure le sofferenze". Questo volevo
scriverti, fintanto che trovo parole, e gioia, nella
sofferenza più dolorosa per la sorte del mio amico
indiano. Oggi era sconvolto perchè è stato
derubato delle 2.000 rupie che gli occorrevano per i vestiti
nuovi dei suoi bambini, nella concomitanza di un marriage
party e della puja rituale. Nemmeno il mio invio
riparatore di un quantitativo minimo di euro è
bastato a calmargli la mente. Che cosa ho da darti in
cambio, si doleva, se non i miei principi? Puoi darmi di
essermi amico, gli ho ribadito. Che tu sai, per me è
infinitamente (tanto) di più di ciò che per
lui vale il mio contante.
Love Odorico
--- Mer 12/5/10, valentino o ha
scritto:
Da: valentino o Oggetto: Re: valentino A:
odoricob@yahoo.it Data: Mercoledì 12 maggio 2010,
22:41
Ciao Odorico. Grazie per la tua generosita'.
Ripareremo il tetto e i bambini torneranno a fare yoga e recitare
mantra, sperando nella clemenza del prossimo ciclone. I danni
avrebbero potuto essere molto piu' seri, vista la potenza del
vento. L'insegnante di yoga ha invitato gli studenti a recitare
mantra e preghiere per tutta la durata del ciclone. Credo che le
preghiere abbiano pacificato il dio della pioggia e del vento che
ha risparmiato altre strutture fragili della scuola e,
soprattutto, non ha ferito alcun studente. I bambini delle
elementari erano nelle aule piu' a rschio (con tetto di paglia).
Se un albero fosse caduto su un'aula, chissa' che cosa sarebbe
accaduto. Insomma, la nostra buona stella continua a
proteggerci. Ho letto il tuo blog. Lo usero' per i prossimi
corsi di aggiornamento, ammesso che le suore siano ancora
presenti. Grazie per l'invito a visitare la famigliA del tuo
amico. Me l'avevi gia' fatto questo invito, quando mi trovavo in
uno stato psicologico non molto, come dire?, equilibrato. Terro'
presente anche questa "via di fuga" dal quotidiano e dai
problemi... Grazie e un abbraccio Valentino
Ps. Se
hai tempo, dai un'occhiata ai contenuti del blog nelle nostre
pagine web e anche a quelli del nuovo progetto
bodhgayanews.org Ti segnalo, in particolare, una notizia e
un commento, che ti invio...Non e' ancora corretto e, come puoi
vedere, alcune didascalie sono incomplete...
Pubblicato da odorico a 15.14
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domenica 20 giugno 2010
L'altro sabato avevo appena fatto il
biglietto per l India, deprimendo le mie risorse finanziarie, e
già ricercavo in internet un occasione che mi consenta di
farvi ritorno a Natale, animandomi più che la felicità
di rivedere a giorni Kailash, Purti ed Ajay,Vimala e Chandu,
l'angoscia della morte interiore di quando dovrò separarmi
di nuovo da loro, e mi si ergerà davanti il muro dei giorni
che costituiscono i dieci mesi di lontananza che si frapporranno
al poterli avere di nuovo di fronte ai miei occhi. E ieri
nuovamente , mentre accumulavo la sofferenza della consapevolezza
che le mie ristrettezze economiche rendono già arduo essere
di nuovo con Kailash e la mia famigliolina indiana la prossima e
le estati venture, la telefonata imminente al mio amico che me ne
anticipava un incontro che mi si fa sempre più difficoltoso
e me lo rendeva in pochi istanti vivo e presente, l'affrontavo
come un'incombenza tra le altre incombenze da sbrigare
penosamente. Singolarità del cuore, o riconfermata
natura dell'amore che è attaccamento, che soffre
dell'assenza quando è indisponibilità,
inaccessibile, più di quanto goda e sia felice della amata
presenza che è assicurata? Al telefono l'allegria del
mio amico convocava Chandù, il nostro ultimo bambino, che
ridendo articolava i primi suoni di cui è capace, mentre la
mia bocca silenziosamente urlava al vuoto, per non farsi udire da
Kailash, la sua disperazione che a dirmi le sue prime parole non
potesse esservi in linea Sumit. Ma ciò che più
conta, a rianimare speranze,- ribadisco a me stesso-, è la
fedeltà del cuore in cui si raccoglie il mio essere, che
dia ancora linfe a uno sforzo solidale che in queste ore e in
questi giorni, giacchè in India mi predispongo a dover
vivere come un rifugiato in casa del mio amico, e suppongo che
potrò impiegare le mie risorse solo per essergli di aiuto-
sempre più, mentre Dio mi si fa vago ed astruso, solo per
fede e per amore mi si fa sostenibile.
Pubblicato da
odorico a 01.06
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venerdì 27 agosto 2010
Caro Fabio,
sono
Odorico. Eccoti quanto mi ha detto il mio amico sulle
questioni che mi hai posto, con il suo caro linguaggio di
inventiva concretezza evocativa.. In India il bufalo maschio
è impiegato per fecondare e come animale da traino,
particolarmente per il trasporto di carichi pesanti, per i
quali si fa generalmente preferire all'ox, il bue gibbuto
indiano, -o zebu-, essendo più vigoroso. Si presta
particolarmente per i lavori nelle risaie, data la sua
predilezione per gli ambienti umidi, di cui necessita e dove
ama stare in ammollo. Non è commestibile per la
popolazione hindu, neanche quando muore di morte naturale, a
differenza di quanto ti ho vagamente riferito. Viene allora
abbandonato nella boscaglia della giungla vicino al
villaggio, dove se ne nutrono gli animali. Alla sua morte i
suoi resti vengono utilizzati solo dai dalit, i fuori casta
intoccabili che ne conciano le pelli, ad esempio per
ricavarne la membrana tesa dei tamburi, oppure se ne
polverizzano le ossa per fertilizzare i campi.
I
bufali vengono macellati solo nelle grandi città, e
le loro carni vengono mangiate dagli indiani islamici, ai
quali sovente sono spacciate come carni di montone, Ma non
in tutti gli Stati sono commercializzate. Al mio amico non è
mai capitato di ritrovarle in vendita nelle macellerie del
suo Stato, il Madhya Pradesh. quanto ai maiali, se ne
nutre scarsamente solo la popolazione non islamica, con il
distinguo che gli hindu si cibano solo dei maiali che vivono
nella giungla e che non si nutrono dei loro escrementi, come
quelli allevati o in circolazione presso gli abitati, di cui
si nutrono i soli dalit.
Quanto al sistema
pensionistico indiano, Kailash mi ha detto che eroga
pensioni - “ very good, good,good pensions”, a
suo dire-, solo ai lavoratori pubblici e dei grandi gruppi,
con limitazioni crescenti per chi ne può usufruire.
Recentemente l'età pensionistica del pubblico
impiego è stata elevata da sessanta a sessantacinque
anni. Nello stato del mio amico, per i giovani insegnanti
ultimamente assunti nelle scuole primarie, è previsto
uno stipendio di 3.000 rupie mensili - l' equivalente di una
sessantina di euro-, senza più contributi
pensionistici.
Caro Fabio, riflettendoci
ulteriormente, nei giorni scorsi, mi è parso che il
passo del Vangelo che ricorre nella odierna messa domenicale
e che ti avevo citato l ultimo giorno che a scuola ci siamo
visti, quando hai prontamente avvertito l' attaccamento che
pregiudica la mia salvezza spirituale, dove il Cristo
afferma che “Chi vuol salvare la propria vita, la
perderà, ma chi perderà la propria vita per
causa mia, la salverà”, abbia felicemente
risolto il mio sforzo di tradurti dal vivo il senso della
religiosità indiana, e che esprima quanto di più
profondo immedesima la spiritualità del Cristianesimo
e delle fedi indiane, di induismo e buddismo
In
partenza per l India ti rendo nuovamente grazie di essermi
solidale in uno sforzo umano che per le limitazioni a cui mi
obbliga- giacchè in India suppongo di dover vivere
come un rifugiato in casa del mio amico, e che potrò
impiegare le mie risorse solo per essergli di aiuto- sempre
più mi appare sostenibile solo per fede e per amore .
Potrai seguirmi, spero, sul mio blog .
Felici
vacanze a te ed ai tuoi cari
Odorico
Fa buon
viaggio, allora, nella fede e nell'amore. Grazie per la
premura nel rispondermi. Ti seguirò sul
blog.
Ciao, Fabio
Pubblicato da odorico a 13:48
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