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Paolo e Francesca ,
Inferno, V
L'episodio di Paolo e Francesca è
una delle espressioni letterarie più potenti della
concezione cristiana, secondo René Girard, del peccato come
contagio mimetico di un desiderio rivalitario.
" Ma
dimmi : al tempo d'i dolci sospiri,
a che e come concedette
amore
che
conosceste i dubbiosi disiri?"
... Noi leggiavamo un giorno per diletto
di
Lanciallotto come amor lo strinse
soli eravamo e senza alcun
sospetto.
Prima della lettura il
desiderio originario di Paolo non preesiste che in potenza alla
sua trasmissione imitativa, in quanto , in una versione maligna
dell'identico procedere dell Amore che è glorificazione
divina, - il Verbo della lettura in lui si incarna
peccaminosamente e diventa passione che danna, allo stesso tempo
in cui contagia Francesca ed è da lei imitato, e può
rivelarsi a se stesso nello stesso grado in cui si ritrova in lei
e può riconoscersi nella passione che in lei ha suscitato.
Amor
ch'a nullo amato amar perdona
A imitazione si amano oramai
l'una dell'amore dell'altro.
Per
più fiate li occhi ci sospinse
quella
lettura, e scolorocci il viso:
ma solo un punto fu quello
che ci vinse
Ma in Paolo e Francesca la ragione non è
ancora sommessa al talento del desiderio che è insorto;
perché questo accada, perchè nulla più possa
opporre al peccato ogni beatificazione stilnovistica della virtù
d'amore, ed il peccato passi dalla potenza all atto, occorre un
modello imitativo, irresistibile, cui immedesimarsi nella
provocazione di un identico desiderio rivalitario, quello del
bacio di Lancillotto e di Ginevra, che si fa l' oggetto di contesa
del suo cavaliere e del suo re, così come Francesca è
l' oggetto di una contesa rivalitaria tra fratelli.
Quando
leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi,
che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò
tutto tremante.
Galeotto
fu ' libro e chi lo scrisse:
quel
giorno più non vi leggemmo avante"
La
pietà conclusiva di Dante è la pietà per la
debolezza della creatura umana di fronte alla potenza della
essenza stessa del peccato, che li travolge nella stessa sua prima
radice, il contagio imitativo di un desiderio che danna Paolo e
Francesca per la esclusività oppositiva del suo oggetto,
nella donna amata.
"Mentre
che l'uno spirto questo disse,
l'altro piangea; si che di pietade
io venni men così
com'io morisse.
E caddi come corpo morto
cade."
Pubblicato da odorico a 13.23
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lunedì 1 dicembre 2008
" Il senso della vita?" mi batteva forte il cuore"
Il senso della tua vita è che se tu muori, chi mi paga le
mie tremila cinquecento rupie al mese?" Leggevo le pagine
folgoranti della Tigre Bianca , e la mente ricorreva a Kailash,
all'apprensione che c'è in ogni sua raccomandazione di
avere cura della mia salute quando ci lasciamo al
telefono. Ritornava, nelle vicende seguenti, la metafora della
Stia per polli entro le cui Tenebre i poveri d'India sono
ingabbiati dalle loro famiglie, e sentivo dibattervi le nostre
sorti. " Odiamo i nostri padroni dietro una facciata
d'amore, oppure li amiamo dietro una facciata di odio?" Per
quanto ti amo io sono disperato, mio caro Kallu, perché più
ti amo, e più ti dono, meno ti rendo libero e uomo, e ti
nego il destino di essere il padre che da un futuro ai propri
figli, assicurandogli io pressocchè ogni cosa al tuo
posto. Non è meglio, Kallu, che voi siate più
liberi e poveri? Che tu piuttosto ritorni al villaggio, alla
miseria di quanto poco potrai offrire loro, ma in virtu del tuo
solo cuore e del tuo solo lavoro? Ti costasse il ritrovarti a
dormire al freddo tra lamiere e cartoni, sotto un cavalcavia di
Delhi in costruzione? Quanto tu sei arrivato ad odiarmi, durate
i nostri ultimi viaggi, a non tollerare nemmeno di guardarmi, per
la mia incapacità di renderti da me indipendente, anzi,
perché in quanto più tentavo che tu lo
diventassi,invece ti irretivo/ vincolavo sempre di più,
ch'era il motivo stesso per cui io soffrivo e tu mi accusavi di
essere infelice, di avere una mente negativa, a bad mind, che
improvvisamente intristiva.
Pubblicato da odorico a 14.29
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Sui
miei appunti di viaggio nel Ladak, a Srinagar , nel
2008 http://www.odoricoamico.it/diario%20india08/index.htm
"Ora
è tutto calmo, al telefono mi diceva ieri Kailash, a
proposito della situazione in India dopo le bombe di Mumbay , ora
la preoccupazione comune è come finire di perdere
denaro, l' afflusso di turisti stranieri, dopo che tanta gente ha
perso e seguita a perdere la vita. " Ieri, sul pullman che
veniva da Satna c'erano solo due turisti" in arrivo a Bamita
per recarsi a Khajuraho, dove Kailash era ad attenderli invano per
l' hotel per il quale lavora. Ma lo stato di quiete è è
la calma timorosa del prossimo attacco, in chissà quale
stato o città santa o grande centro dell India.
Il mio amico era appena rientrato dai festeggiamenti per la
vittoria schiacciante del candidato locale del Congress Party,
all'Assemblea legislativa dell Uttar Pradesh,
- quante bancarelle presso i templi di Khajuraho- e non ha
accolto con particolare entusiasmo la notizia che l 'intelligence
pakistana aveva tratto in arresto la mente organizzatrice degli
attentati in Mumbay, Zaki-ur-Rehman Lakhvi, del Laskar-i-Toiba,
secondo le confessioni dell'unico sopravvissuto del comando
suicida.
" I pakistani non fanno niente, -ha detto sarcastico- non
danno un buon aiuto all'India, si sono mossi solo perchè
glie l'hanno richiesto gli americani, per la paura che accada in
America quel che succede in India, nel Pakistan".
La settimana scorsa mi aveva anticipato la notizia degli attentati
sanguinosi di Peshawar, e fin dal primo giorno mi aveva ricordato
le analogie tra gli attacchi al'Oberoi, al Taj Mahal hotel, in
Mumbay, e gli attacchi al Marriot in Islamabad, quindi, guiorno
dopo giorno, mi aveva informato dello stillicidio dei ritrovamenti
di bombe inesplose in India,come a Nagpur, della prosecuzione
degli atti di violenza nell'Assam Ma dominava le nostre parole,
ostante tutta, la tristezza di Kallu di seguitare a rompere i suoi
principi, se accettava il mio aiuto monetario per gli orecchini
d'oro di Bimla, per la festa di fine anno di tutta la sua
famiglia, con Purti, Adjay, Sumit, all 'Oberoi hotel di Khajuraho,
il mio sconforto di renderlo sempre più scontento della sua
vita, quanto più cerco di allietargliela e di renderla
agiata e bella, la consolazione della comune consapevolezza, che
rasciugava le mie lacrime, che oramai solo indissolubilmente
uniti, " with connection", possiamo fargliela, e
realizzare e avere good Karma.
Ne è
il riscontro, secondo il mio amico, come seguitiamo a risollevarci
a vicenda, l' uno aiutando l 'altro a tornare felice quando lo sa
triste.
Pubblicato da odorico a 01.36
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lunedì 8 dicembre 2008
Prima parte
Cerco di illustrare a mia madre quanto sarebbe bello per lei
ritrovarsi in India, perché nelle stesse campagne del
Madhya Pradesh, dove vive il mio amico, ritroverebbe il mondo in
cui è cresciuta, ed è è stata bambina, fin
anche l'aratro ancora trainato dai buoi. E mia madre " Non mi
meraviglio , per quello che mi racconti, di come vivono in India.
Ho settanta sette anni e nella mia infanzia si viveva così,
anche da noi, nelle campagne del Mantovano, con le cose utili che
ti servivano, ma niente di più, niente di superfluo: un
paio di scarpe per l' estate e un paio per l' inverno, tanto gli
uomini che le donne, i vestiti erano un abito pesante per l'
inverno e uno leggero per l'estate, ma non di più, e li
indossavi solo le domeniche. ( Le avevo raccontato come
abitualmente in India si usino ciabatte di plastica, senza
indossare le calze, e che quando io e Kailash siamo partiti per il
Nepal, lui aveva dovuto chiedere in prestito un paio di scarpe al
fratello, non avendone alcuno. Le ho detto anche come ne " La
tigre bianca " Aravind Adiga racconta di un uomo che non può
entrare in un centro commerciale perchè dopo che le porte a
vetro si erano aperte, " L'addetto alla sorveglianza l'aveva
fermato. Indicava col bastone i piedi dell'uomo scuotendo il capo:
l'uomo aveva le ciabatte ai piedi. Anche tutti noi autisti avevamo
le ciabatte. Ma quelli che avevano accesso al centro commerciale
avevano tutti le scarpe"( pg.107)). "Le scarpe le
portavi solo se andavi via, in piazza, al mercato, da qualche
parte, come tornavi a casa te le levavi, per paura di sprecarle. (
Magari) D'inverno portavi tutti i giorni gli zoccoletti di legno
per ripararti dal freddo e dall acqua, e a marzo cominciavi ad
andare scalza perché c'era già un clima primaverile,
fino all' autunno, finché non cominciava a fare freddo,
avevi per questo sempre i piedi rovinati, perché inciampavi
e le strade non erano asfaltate. Le calze le cominciavi a
mettere a novembre, erano sempre confezionate in lana di
pecora. D'inverno ti coprivi con qualche maglia anch'essa in
lana di pecora, con gonne fatte di stoffe che recuperavi da
qualche abito vecchio. Le maglie, di sopra e di sotto, si facevano
co la lana di pecore allevate da noi, tutti i giorni ti mettevi
degli straccetti, abiti fatti in casa con dei tessuti vecchi, solo
qualche volta ricorrevi ai sarti, anche se in paese c'erano molte
sarte che confezionavano abiti. Per gli abiti di lavoro di tutti i
giorni si prendeva della stoffa ordinaria, tela, che comperavi al
mercato, cercando sempre di spendere per il vestire il meno
possibile, questa era la gran storia. Mia madre, osservando le
fotografie di Adjay, Purti, Sumit, i bambini di Kailash, aveva
colto quanto siano belli, ma sempre gli stessi, gli abiti che
indossano, ed io le avevo ricordato che quando io e Kailash siamo
partiti con Adjay per fargli conoscere le scuole del Progetto
Alice di Valentino Giacomin, la mattina del giorno della partenza
il bambino ha dovuto stare a casa da scuola, perché gli
abiti che gli sarebbero occorsi, in mancanza della divisa della
scuola che non gli era ancora stata fornita, erano gli stessi che
gli servivano per quel breve viaggio, ed erano ancora stesi ad
asciugare al sole durante le ore di lezione.
In dvd mia madre ha visto com' è la casa di Kallu, nel suo
villaggio, l'andito d'accesso sovrastato dalla spianata dove le
sementi sono stese ad asciugare, due camere ai lati dell'andito
d'accesso, con una lettiera per gli ospiti, la camera da letto dei
genitori, il cortile con la piantina di tulsi e le statuine delle
divinità tutelari nel terriccio della colonnina portante,
due forni di cottura all' aperto, i vani uno più oscuro
dell altro dove sui ripiani ricavati nei muri sono riposti
attrezzi, suppellettili, granaglie, ortaggi, la scala che reca
alla stanza di letto di Kallu e di sua moglie e i suoi bambini,
quando fanno ritorno al villaggio. Niente acqua, gas, la luce
elettrica solo la notte.
" Invece la casa di noi
contadini , riprende mia madre, al piano terra era composta da una
cucina grande, che conteneva un focolaio, una stufa a legna, un
tavolo, delle sedie, una credenza per tenere i piatti. Non c'erano
sale da pranzo, soggiorni.
Nelle camere gli ornamenti erano
miserie, sulle credenze, in cucina, sui comò, nelle stanze
da letto, si metteva qualche foto di persone che non c'erano più,
dei vasi di fiori raccolti in campagna, nei giardini di fuori,
mentre in mezzo alla tavola si metteva un vassoio con i bicchieri
e una bottiglia di vino, fatto da noi nelle cantine, per chi
tornava dal lavoro nei campi.
Per le sedie venivano giù
dalle montagne i seggiolai, ti facevano la loro struttura in
legno, te le impagliavano, sedie grandi, sedie piccole.
Al
piano superiore c'erano poi le camere da letto, le famiglie
tradizionali di una volta erano numerose, padri, madri, le
suocere, i figli con le nuore, i loro figli, di camere ne
servivano anche quattro, erano camere grandi, ma spoglie, senza
riscaldamento, con grandi finestre, freddissime d'inverno. Oltre
ai letti c'erano solo un armadio ed un comò per la tenuta
degli abiti . Per riscaldare il letto si usava il marchingegno
chiamato "prete", si metteva nel letto uno scaldino con
delle braci che si raccoglievano dal fuoco del camino, coperte con
la cenere.
Ci coprivamo nei letti con delle trapunte fatte in casa, di ovatta
di cotone, non di lana, erano solo pesanti, non tenevano gran
caldo. Ricordo sempre che mia madre mi teneva addosso dei
paletots.
Non c'erano nemmeno i materassi
che si usano adesso, si riempivano delle fodere con delle piume di
gallina, un' altra sacca con dei cartocci di granoturco"
Lei ha ben presente , dicendomi questo, come solo dagli inizi di
quest'inverno la famiglia di Kailash disponga di materassi, oltre
a una lettiera , ed abbia smesso di dividersi nel sonno tra tale
lettiera e le coltri stese sul pavimento,- fino ad allora, sulla
lettiera, dormendo abitualmente la moglie e i figli maschi, sul
pavimento Kailash con la piccola Purti.
Credo che Adjay abbia dormito per la prima notte da solo, in un
suo letto, quando si è sistemato nella cuccetta del vagone
del suo primo viaggio in treno, da Satna a Varanasi.
"Anche ai miei tempi, fino a
tre o quattro anni si dormiva nel letto dei genitori, poi si
provvedeva a un lettino, un mezzo letto per noi bimbi".
(..A cominciare da quando sono
nati i miei fratelli, continua mia madre, sono stata messa in un
mezzo letto accanto a quello del nonno, nella sua camera, ed ho
dormito nella camera del nonno fino a quando mi sono sposata.
(
Al secondo piano c'era poi il
granaio, dove venivano portati frumento, frumentone, patate, tutta
la roba che veniva coltivata dalla terra e che si raccoglieva in
campagna.
Pubblicato da odorico a 12.58
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sabato 20 dicembre 2008
Quando, forzato io dall'intrigo del mio cuore e dalla pressione
degli eventi , a giorni fossi insieme a Kailash, in India, non
credo che potrei ritrovarmelo più accanto di quando,
domenica scorsa, a distanze intercontinentali, di migliaia e
migliaia di chilometri, mentre credevo impossibile la cosa, l' ho
sentito mormorarmi al telefono " tu soffri, hai un problema,
e " come puoi dirlo?" gli ho chiesto; e lui mi ha
sussurrato dall' India, come se fosse fin dentro l'orecchio nella
mia mente. " perché parli piano , you speak
slowly..." Poi l' ho sentito venirmi incontro, e farmi suo
intimo, like a family member, un membro effettivo della sua
famiglia, come non è accaduto le tante sere che abbiamo
diviso insieme un letto, quando ho sentito la sua voce squillarmi
al telefono tra il brusio e il clamore di Chattarpur, nel primo
mattino in Italia, per dirmi che vi era giunto con suo padre, e
chiedermi se Bimla doveva essere operata, subendo la
sterilizzazione. Il mio no è stato il suo stesso parere
contrario, -si ricordava ancora, che la sua famiglia , io la vedo
come un albero che deve seguitare a potere fare frutti così
belli come Adjay, Purti, Sumit, -e la sera quando gli ho
ritelefonato, mi ha detto che Bimla, cui spettava di comune
accordo il parere ultimo, pur se sfibrata /esausta di quanto le
sono costate le ultime gravidanze, ravvicinate nel tempo, quando
gli ha chiesto la mia opinione, e lui le ha detto che non volevo,
allora no, gli ha risposto, e sono ritornati a casa senza che sia
operata. Ho allora avvertito la verità delle sue
ragioni, quando gli ho chiesto se non fosse il caso che non
facessi ritorno, perché sono già troppo per loro, e
da loro avrei preteso troppo, chiedendo che per sottrarmi alla mia
infelicità mentale, fossero pronti ad andar tutti insieme
ad Agra,tra le meraviglie incantevoli del Taj Mahal e di Fatepur
Sikri, e se non sia meglio che i suoi bimbi e la moglie abbiano di
meno, ma delle sue sole mani, e lui mi ha confortato che non
dovevo avere questi timori, perchè sono uno di loro, a
tutti gli effetti. Ma quanto è diventata a giorni una
possibilità reale che ci ritroviamo in India, tanto più
siamo divenuti distaccati e distanti, nelle telefonate che dovevo
continuare a fargli senza che lui mi richiamasse per sapere, per
confermarmi. More we are far, more we are near, more we are
near, more we become far, il ritornello. E le sue risposte mi
parevano più intorpidite dal sonno che desiderose che
accadesse la cosa, la reticente testimonianza del suo
raffreddamento in corso. Nelle sue parole non c'era più
l'appello accorato che venissi in India, perché in India
soltanto potrei trovare la quiete mentale, " Come to India,
come to India, to be happy", che mi aveva rivolto quando
nella mia voce aveva avvertito quanta sofferenza stessi vivendo in
Italia. C'era la sola attestazione della rinnovata contentezza
che venissi, insieme con il riguardo e la considerazione per l'
oppressione soffocante, che seguita ad attanagliarmi, della mia
apprensione angosciosa per i costi economici del viaggio, per
quanto mi potrei distanziare dalla soglia economica che mi
consente di evitare di guardare alla nostra amicizia come al
disavanzo di una continua perdita,che ne farà venir meno
ogni continuità futura... Non era, e non si configura
anche adesso come ciò che sarebbe stato meglio, attendere
di rivederci in estate, rinviare tutto ad allora, ancora per sei
mesi, pazientare ancora....e sopportare la pena di restare in
Italia, senza rimpiangere di non ritrovarmi con loro felici al Taj
Mahal, con Puti per mano esaltata di gioia nello sguardo,
ritemprando, con la lettura e la ripresa dello scrivere, l' attesa
del riavvio del tormento scolastico, smorzando con il distacco
meditante la acrimonia esplosiva che i soldi prestati e non resi,
avrebbero fatto intanto, anziché la mia insieme con loro,
la felicità di chi non rispetta gli impegni con me assunti
perchè non mi considera niente? Ma godevo ancora il bene
di una salute alacre, ora sono sani tutti loro quanti , non devo
prestare o ricevere cure, a differenza di chi domenica scorsa, con
voce amica, spossata e addolcita dal male incurabile che ha nel
sangue, mi ha chiesto se non andassi da chi ho caro in India, mi
ha detto quanto fosse un peccato che rinunciassi per ragioni
economiche, rispondendo dall' interno dell'appartamento dove vive
segregato, talmente è reso vulnerabile dalle chemioterapie
cui deve seguitare a sottoporsi. Ti stai giocando la tua vita
non andando, ti stai giocando la tua vita rinunciando,
avvertendola più che mai fragile e in balia, e mi sono
allora spezzato nel pianto, nel vortice d'angoscia che mi ha
sospinto verso l'India e Kailash e la sua famiglia,- stai
precipitando nel baratro di non sapere rinunciare e stai
precipitando , così, la possibilità di aiutarli
quanto più a lungo possibile, anche il tuo ritorno durante
tutta l'estate diventa ora a rischio, è quanto la mente
torna invece a ripetermi ora che il biglietto è stato
acquistato, e la notizia non ha ricevuto da Kailash l'accoglienza
calorosa che mi aspettavo. Ieri sera gli ho rinnovato l' invito
a dirmi davvero la verità, che nulla avrei avuto in
contrario, se mi avesse detto che mi sconsigliava il viaggio, che
preferiva che rinunciassi e salvassi le nostre opportunità
future, le mie disponibilità economiche per aiutarlo
materialmente. Era davvero disposta la sua famiglia al viaggio
ad Agra? Non ne stavo abusando della disponibilità per i
miei disegni mentali? Stamattina mi avrebbe telefonato al più
presto, dopo un meeting con tutti quanti, per sapere che cosa ne
pensavano., Bimla, Purti e Adjay " Sono tutti quanti
d'accordo. Bimla e Adjay quest'estate, quando qui farà
caldo, vorrebbero andare anche a Manali, ne hanno visto ieri sera
le immagini per televisione. Ma se non puoi ti aspettiamo per
quest'estate . Siamo felici se tu vieni, ma i costi lo sappiamo
che sono un gran problema" Solo poco prima che uscissi per
l'ultimo giorno d'inferno a scuola, Farhang mi ha risposto
dall'Iran, liberando il campo dall'alternativa che andassi a
trovarlo- dear Odorico thank for your answer. I hope you be
happy as soon. I am a realist man and I can see the reality. Now
in Iran I can find good works for example teaching in some
university and I like it. About christmas holidays I like to see
you but you know that in Iran it isn't holiday, so I have to
continue my works(offering the university) in Tehran, Kermanshah
and some small cities. thanks for all things and bye farhang Ed
al termine delle lezioni, quando mi è stato detto che già
erano state comunicate alle classi le mie sostituzioni, per i
giorni di scuola in cui sarò ancora in India e di rientro,
alla fine del viaggio, ho compreso che non mi restava che
acquistare il biglietto di andata e ritorno. Kailash ha
seguitato a chiedermi di mia madre, e del suo raffreddore, quando
gli ho detto che mi era da poco stato emesso. Ed io gli ho
ricordato che sono ancora in tempo a cancellare la prenotazione, a
pagare la penale richiesta, se non gli sta a cuore più di
tanto il mio viaggio a Natale, in Goa insieme, e poi ad Agra con
tutta la famiglia, verso Delhi. Ma quando discutendo delle
modalità del viaggio, ha alluso all'ipotesi di escludere il
nostro pellegrinaggio ad Agra, with all his family, ed io mi sono
contrariato dicendo che così non aveva più senso
niente del viaggio, si è messo a ridere con affetto
divertito della mia reazione, perchè ha sentito quanto li
ho nel cuore e nel sangue.
Pubblicato da odorico a 13.01
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unedì 29 dicembre 2008
lunedì 29 dicembre 2008
" E' appena
arrivato il libro sul viaggio dell' arte indiana che ha richiesto"
si è affrettata a dirmi la commessa dai fini lineamenti
estremorientali, come sono scesi al seminterrato in libreria,
quando era appena trascorso il Mezzogiorno della Vigilia di
Natale. " Ed io ho appena cancellato la prenotazione del
mio viaggio in India" le ho replicato, con un'animazione
eccessiva nella voce. Avevo da poco ordinato l'annullamento del
viaggio, in agenzia, mentre stavano scadendo i termini ultimi per
farlo con una modica penale, benché in appartamento fossero
già pronte le valigie con il visto sul passaporto, la felpa
e le t-shirth per Kailash e la lavagnetta che recavo in dono per
Purti, già avessi ottenuto il congedo a scuola,e Kailash
avesse già prenotato il biglietto di andata e ritorno per
Goa. " Ma come?- la commessa si è atteggiata
sorpresa. Intanto l'acquisto del libro era il mio primo impiego
del denaro del futuro rimborso. Le ore precedenti Kailash aveva
lasciato sconnessa la linea, al contrario di quanto mi aveva
ripromesso, quando ho tentato più volte di inoltrargli la
risposta di mia madre, a cui egli mi aveva pregato di rimettere
ogni decisione. " Se dice si , è si anche per me, se
dice no, anche per me è no " Ed io ho creduto così
di intendere a che propendesse il suo animo, lasciando ogni cosa
così in sospeso, sotto il suo mostrarsi d'accordo con
qualsiasi decisione io intendessi assumere. Prima che
rimettessimo ogni decisione a mia madre, gli avevo detto che se
dovevo pronunciarmi nella mia incertezza , mi esprimevo per la
cancellazione della prenotazione del volo. I soldi che avrei
speso per un viaggio breve preferivo riservarli a spese più
utili per la sua famiglia: il loro viaggio a Chitrakoot, la
lavatrice per Bimla, la bicicletta per Adjay, le situazioni di
emergenza o le occasioni che si profilassero. Cosi'i
immolandomi, credevo di potere avere la forza per chiedergli lo
stesso sacrificio, qualora per lavoro possa lasciare l' India,
quale che sia il paese di destinazione, l' Italia come il Giappone
ove lavora il fratello di sua cognata, di lui tanto più
scipito e rozzo Ma forse l' ho ancora più schiacciato
sotto la sofferenza del peso del mio aiuto. "Se tu vuoi
venire in India sei il benvenuto, se il costo del viaggio per te è
un grande problema, ti aspetto per quest'estate. ", era stato
per giorni l'atteggiamento del mio amico. Se si sbilanciava
perch' io andassi da lui, dai suoi cari, noi due ci recassimo a
Goa, tutti quanti ad Agra, Fathepur Sikri, recependo con calde
parole il desiderio del mio cuore, era la mia paura di
compromettermi economicamente che mortificava lo slancio delle sue
parole, cui tremante non riuscivo a dare seguito " Come,
come, money is going, money is coming... era la mia natura
amorosa che non voleva saperne che Kailash, purché la mia
mente potesse trovare in India la pace che le mancava in Italia,
mi scongiurasse di soprassedere al mio aiuto economico a gennaio,
e febbraio, all'acquisto estivo di condizionatori per i suoi
alloggi. La sera seguente,- quella stessa notte,- quando
l'ansia e la paura dei costi irrecuperabili del viaggio mi avevano
riassalito e in India, dove non avevo il coraggio economico di
raggiungerlo in volo, per telefono, nel sonno, lo avevo raggiunto
con le mie apprensioni angosciate, " ora la mia mente sta
lavorando bene, mi diceva, e concludeva per il rinvio del viaggio
con una sentenza di opposto tenore. " Eppure ieri mi avevi
detto che dovevo partire, che il denaro non è importante,
che il denaro va e viene..." " Money is nothing,
money is all, se non hai denaro non conti niente e nessuno ti
rispetta, in India, come altrove, è meglio che tu venga
quando ne avrai abbastanza per recarti anche nello Sri Lanka, come
intendi fare quest' estate. "E Goa è ora spoglia e
senza musiche e canti, di notte, per motivi di sicurezza, Sumit
don't understand again toelet , fa sussu e toelet everywhere e
everytime"" sarebbe stati un problema per Bimla
accudirlo al Taj Mahal, anche se tali inconvenienti, non erano di
tale peso, nelle parole di Kailash, da contrapporsi alla mia
eventuale decisione di partire. " Se tu decidi di venire è
bene, se tu decidi di non venire è bene lo stesso" in
tale formulazione, di una sua sapienzalità indiana, ha
suggellato ogni sua parola quando gli ho detto della cancellazione
del viaggio, e ho iniziato a piangere. " Odorico, don't
cry, don't cry" " Perchè?" gli ho
chiesto, " se così sto meglio. Per me l' importante è
che sia solo io a piangere tra noi due. " Non piangere ,
come ho fatto io, ti ricordi, quella volta, nel Hotel Harmony, e
tu a tua volta "No more Kallu, No more Kallu,..." E
le lacrime si mescolavano al mio riso a singhiozzo.
Ma fino
a tutt'oggi, eccettuato il giorno Natale, ha seguitato a lasciare
sconnesse le linee per tutto il giorno. Ha agito così(
lo ha fatto), lo so ora in nuove lacrime, per difendersi dalle
nuove tormente d'ansia che tutt'oggi gli ho riversato nella
mente- " Che hai da ridere tanto? gli ho chiesto perché
mi rendesse partecipe, sorpreso che la mia angoscia che non si da
ancora pace di avere rinunciato, non gli impedisse di scherzare,
quando la mia ennesima chiamata lo ha raggiunto " Lo
faccio perché se rido tu ti preoccupi di meno" Mi
sono disperato quando ho inteso, troppo tardi, che per proteggersi
da ciò che di dolente gli riservo, debba negarsi la
possibilità di usare liberamente il telefono. Non fossi
per lui una promessa mancata di felicità, forse avrei
potuto sentirgli dire, come l'anno scorso " Vorrei morire,
perché tu non sei qui", e sentirmi spezzare il cuore e
partire. Invece ho dovuto allietarmi della sua gioia senza di
me, di avergliela consentita con il mio mancato arrivo, ( con la
mia assenza), quando la sua voce gioiosa mi ha illuminato della
luce invernale dell'India, che irradiava il campo di bambini
festanti da cui mi telefonava, in cui Adjay stava giocando
cricket, o quando mi ha detto quanto fosse stato felice a Natale e
per Santo Stefano, durante i giorni in cui avrei potuto arrivare
in volo a Delhi, e partire con lui per Goa, -temendo,oramai, che
fosse come per un obbligo che gli veniva prescritto, -e mi ha
detto della neve in Srinagar e Manali, al pari di quella che
scendeva sulla mia sconfinata infelicità in
Modena,
da
cui gli telefonavo in casa di mia madre, in sua compagnia e del
suo gatto.
Quella
sera ho dovuto chiedermi se fosse più sicuro per me
rimanere a Mantova da solo nel mio appartamento deserto, al primo
piano, in cui ero rientrato per un furtivo sopralluogo, con ancora
i bagagli intorno del mio mancato viaggio in India da disfare, o
fare ritorno nell' appartamento di mia madre al sesto piano. E
mentre le vacanze di Kailash finivano nel villaggio della moglie
Bimla, consumando così tanto delizioso puri da averne
conati di vomito, la mia sequela natalizia per me si concludeva
nella depressione lugubre di ritrovarmi in pizzeria con mia madre
accanto, mentre la fantasia ricorreva a com'ero stato felice con
Kallu in Bhopal, a Bubaneshwar l ultimo giorno dell anno nel corso
dei miei trascorsi viaggi di Natale in India, a come a giorni non
potrò mai esserlo in Goa. E nello sguardo con il quale
assistevo alle fatiche di mia madre nell 'infilarsi il cappotto,
per avviarsi ad uscire dopo la pizza e il caffè, ritrovavo
lo sguardo con il quale Kailash mi aveva assistito nel Ladak, a
Varanasi, quando per ricevere il suo amore per ciò che io
veramente sono, mi facevo più bisognoso, e disgustevole, di
quanto non lo sia se affronto la vita da solo. Ieri sera ero
pieno di sconforto e d'odio nei miei confronti, parlando con mia
madre, mentre il dolore che le manifestavo la sottraeva ai miei
riguardi come ha sottratto Kailash. Ora, che attendo invano che
il mio amico mi richiami per l 'ultima possibilità
rimasta,il volo scontato di domani delle Turkish airlines- torno a
ripetermi ciò che mi dice l'amore, che solo la sua felicità
può fare la mia, e che la sola ragione per insistere con
lui ancora, nel mio tormento interiore, è che il dolore che
gli trasfondo è la mia angoscia /il mio dolore che il mio
aiuto lo annienti.
Pubblicato da odorico a 15.49
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16]Erode,
accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò
e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo
territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su
cui era stato informato dai Magi. [17]Allora si adempì quel
che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: [18]Un grido è
stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange
i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono
più.
Il Natale, quando sopraggiunge nei cuori, non è la
celestialità dei fiocchi di neve che discendono a farci
scoprire quanto siamo intimamente candidi e lievi, o quanta
innocenza giace al fondo di noi. All'atto
di ritrovarci con i propri "cari", nel dibatterci
acrimonioso in cui si scopre quanta avversione ci pone gli uni
contro gli altri , che ci avviva un astio che non scalda alcun
calore di fiamma, o non illumina alcuna luce diffusa , la resa dei
conti con la brutalità e l 'odio egoistico, che ci animano
e giustificano, è il devastato terreno arido e la
mangiatoia in cui il Suo Verbo deve tornare a incarnarsi, al solo
tepore, che di se va reso consapevole, del nostro fiato animale
che può intiepidirlo. " Diede alla luce il suo
figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una
mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio"(
Luca, II, 7. Messa diurna del Natale). E' la spietata
confessione allora a Dio onnipotente, che più che la vita,
si vuole la morte delle persone più care, per non doversi
prendere cura di loro e dovere spendere per loro del proprio
denaro, che non si vorrebbero avere più genitori, e
fratelli o sorelle, perché di ciò che è
proprio non spetti a loro niente di niente, e non si debbano
assumere o condividere delle responsabilità, non avendo
niente da attendersi da loro. "Il fratello farà
morire il fratello, e il padre il figlio, e i figli si alzeranno
ad accusare i genitori e li uccideranno " ( Matteo, 10, 21
Vangelo della Messa di Santo Stefano).
E' la confessione
allora a Dio onnipotente, che per illustrare di imprese e di gesta
la nostra vita si preferisce devolvere tutto a chi si trattiene
tutto quello che gli si dà, senza renderci niente di
niente, in attesa di un propria domani migliore più ancora
a nostre spese. E chinare il capo, sentirsi amati anche cosi,
risollevarsi e rimettersi in cammino meglio disposti. "
Ecco, egli è qui per la caduta e la resurrezione di molti
in Israele e come segno di contraddizione, e anche a te una spada
trafiggerà l'anima- affinché siano svelati i
pensieri di molti cuori". (Il cantico di Simeone, Luca II,
34-35, Vangelo della prima domenica seguente il Natale).
Pubblicato da odorico a 06.16
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"Scusami Kailash, perdonami, se ti ho costretto a
proteggerti da me staccando il telefono.. "Don't be worry,
ti conosco. Non ho altri che mi telefonino. Tu sei l' unico mio
amico, neanche tra gli indiani conosco nessuno che è mio
amico come te" " Dunque, a quest'estate, niente volo
per Delhi, domani, con la Turkish Airlines... A quest' estate.
And don't be worry. I am always with you. Always "
Pubblicato da odorico a 12.46
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