Di Mohammad e
Kailash
Credevo di
avere semplicemente raccontato a Kailash una vicenda di
ordinaria stupidità giovanile di Mohammad, per dimostrargli ancora
una volta come dal mio amore per il ragazzo non fossi accecato quanto
alle sue storditezze, quando gli ho detto che mi aveva appena
riferito di avere litigato con degli altri ragazzi, e che per questo al
cellulare era trafelato e agitato nel parlarmi. Storie, poi Mohammad mi
precisava, di ordinarie prepotenze di un raja, che presumeva di avere la
precedenza nel negozio di Abbas sebbene fosse arrivato dopo di lui, e di
potere impunemente digitare sul suo smartphone. Due colpi infertigli al
naso, di cui il secondo avrebbe fatto colarne del sangue, l’arrivo di
rinforzi del raja , poco più che un ventenne, fronteggiato dall’accorrere a
soccorso di Mohammad del doppio dei suoi amici. Una storia da lui
evidentemente inventata, agli occhi di chiunque così l’ascolti e sia
avveduto, ma che egli doveva premurarsi di smentirmi che fosse
accaduta, talmente sono credulo sul conto di tutto quanto mi racconta
magnificamente su di sé, quando l ho redarguito
/apostrofato per quanto sia ancora rissoso, dicendogli che
avrebbe dovuto rivolgersi ad altri che il sottoscritto se a seguito di
qualche lamentela o rimostranza fosse finito in qualche guardiola o
prigione.
Solo una
volta in verità aveva litigato con qualcuno, quando la sua ragazza .
avevo subito le molestie per strada di un ragazzo che ne veniva
intercettando gli scarti in bicicletta
Purtroppo mi
dimenticavo in seguito di fornire a Kailash la smentita di Mohammad
quanto al fatto che fosse veramente avvenuta la rissa di cui mi aveva fatto
cenno con così credibile concitazione, e l’ostentazione di bullismo con cui
il ragazzo aveva millantato di avere domato quello di un raja
diveniva la miscela esplosiva della furia gelosa di K. quando
Mohammad, ch’era convenuto nella mia stanza con Chandu., data l ora
tarda che si era fatta per rientrare nel suo casolare a vari chilometri di
distanza, a seguito del suo intrattenersi al computer nelle sfide di
Trekken, mi chiedeva di poter restare quella notte a dormire, ed io
gli accordavo ben volentieri di condividere il suo sonno con me, prima
ancora di aver sentito il parere di Kailash.
Al seguito di
Vimala l’amico calava in stanza surriscaldato come una belva, chiedendomi
se avevo pensato a che conseguenze ci sarebbero potuto essere per lui, ed i
bambini, se a seguito di un esposto contro Mohammad di coloro che aveva
assalito la polizia fosse calata in casa e ve lo avesse ritrovato,
intento a nascondervisi mentre noi lo favoreggiavamo.
Io lasciavo
che la sua esagitazione esasperata si stemperasse, e che egli
ritornasse da solo sulle sue posizioni, dopo che Mohammad si era già
infilato i sandali per fare ritorno a casa , sulla via di un ritorno a
un’ora troppo avanzata per consentirglielo.
Vimala
stendeva il materassino del letto per i massaggi che era un tempo nel
nostro ufficio, e su cui abitualmente riposa Ajay, e Mohammad vi
trascorreva disteso sottostante una notte insolitamente di sonno
profondo, quale gli era infusa dalla mia presenza rasserenante nei suoi
pressi. E troppo ero stanco, per avere altre effusioni con il ragazzo
che qualche saluto e stretta di mano.
La mattina il
nostri risveglio era felicitato dalla telefonata cordiale e gentile che un
kailash premuroso e sollecito verso Mohammad quale io non so essere nemmeno
nei momenti di tenerezza estrema, rivolgeva al ragazzo per dirgli che per
lui era disponibile un posto di lavoro in Satna., a ricevere le ordinazioni
ai tavoli o a pulirvi le stanze e i bagni.
Telefonavo a
Kailash per chiedergli con gratitudine come fosse riuscito a
farsi mediatore di tale offerta, e ringraziarlo di tanto, e per sapere
quale salario sarebbe stato corrisposto a Mohammad e a che condizioni sarebbe
stato assunto, ma con me era di una indisponibilità brutale, tentavo più
volte di ricontattarlo, ma non voleva saperne di rispondermi,
di dirmi la ragione vera di tale suo odio accanitosi contro di me, mentre
era di una dolcezza colloquiale unica quando era Mohammad a ricontattarlo.
Possibile che
me ne volesse a tal punto solo per avere consentito a Mohammad data l ora
tarda di dormire nella mia stanza.? O era contrariato dalla mia imprudenza,
dalla sua persuasione residua che Mohammad sia in definitiva un giovane
ladro che intende circuirmi con il suo incanto solo per derubarmi di tutto?
A dire il vero avevo propiziato la permanenza del ragazzo per
dissuaderlo dall’avventurarsi l indomani in motocicletta con un
cugino fino a Chhatarpur, un’eventualità rischiosa quanto scarsamente
gradita dal ragazzo.
Anche quando
mi facevo passare da Mohammad la chiamata al telefono di K. , costui non
voleva saperne di scambiare parole od opinioni.,
“ With you i
don t speak” era quanto aveva da dirmi
Da quanto
riuscivo a saperne da Mohammad, era di 6.000 rupie il salario che gli
sarebbe stato corrisposto inizialmente, e che gli sarebbe stato
incrementato fino a 10.000 rupie, una retribuzione impensabile in
kHajuraho, dove ad adulto o ragazzo il massimo che viene corrisposto per
lavori in hotels o ristoranti privati è non più di 4.000 rupie.
Ma la mia
contentezza per tale opportunità di lavoro che si offriva a Mohammad,
che lo avrebbe distolto dall’ inedia della sua situazione
di inattività deprimente, era costernata dal no categorico che a tale
eventualità opponevano i suoi genitori al telefono: no, mai e poi mai
avrebbero consentito che per assicurarsi un lavoro Mohammad dovesse
ritrovarsi in una città minimamente remota.
Come potevano
consentirsi, allibivo e schiumavo di dentro, di rifiutarsi anche solo di
prendere in considerazione una soluzione del genere che si offriva loro per
il gratuito impegno di Kailash, dopo che il figlio era rimasto nonostante
il mio sostegno senza alcun titolo scolastico, e si erano ritrovati a
patire la fame e a maledire di avere nel figlio una bocca da sfamare
incapace di trovarsi un lavoro, per inettitudine quanto per
sventura? Si erano già dimenticati come aveva rimediato il cibo giorno dopo
giorno, quando il padre era rimasto ammalato e senza lavoro come era
tutt’ora? Era dunque sulla mia obbligazione a provvedere altrimenti
per loro tutti quanti, che sentivo tutti quanti insostenibilmente a a mio
carico, che si radicava il loro rifiuto, mentre nella Manchester dell India
al figlio non erano riusciti a reperire il minimo impiego possibile?
In che mondo mai o in che India credevano di vivere, se rifiutavano ogni
eventualità di distacco e migrazione ulteriore? Non ti dicono niente,
Mohammad, dicevo al ragazzo, i masjudur che come muratori partono dai
villaggi qui intorno e cercano lavoro in Delhi andando a vivere sotto un
ponte? Mentre tu finiresti a non più di 103 chilometri di
distanza, in una piccola città che non riserva i pericoli di Kanpur ,
in cui sei nato e cresciuto, in un ambiente protetto quale un
hotel tre stelle , a quanto mi dici.?
Ma a chiudere
il cerchio con un suggello inesorabile sopraggiungeva quanto a Mohammad
asseriva Kailash: senza il parere favorevole dei genitori né il ragazzo da
solo , né con il nostro solo sostegno avrebbe potuto
minimamente spingersi verso Satna.
Il ragazzo mi
sentiva divenutogli troppo distante, per l’avversione che mi era
insopportabile di K e per il rifiuto che mi era assolutamente
inaccettabile dei suoi genitori, e mi lasciava in tarda mattinata, mentr’io
avevo la testa che nonostante quanto avessi dormito si sentiva lanciata e
allo stremo, senza più alcuna capacità di poter fare di più.
Eppure
trovavo il sonno, cui il mio caro Mohammad mi aveva detto che si sarebbe
rifatto, ma al risveglio mi sentivo fallito e disfatto.
“ Io non
posso essere più di così, fare più di così, dare più di così” mi dicevo
ritrovandomi rabbioso e deluso , da me e loro, tra dei congiunti che
amavo senza che sentissi di ricevere alcun amore da loro, perché
niente era tutto quello che avessi fatto e stessi facendo per
loro, per i quali contava soltanto la casa che non potevo e non
volevo procurare loro.
Anche le 300
rupie che gli procacciavo ogni giorno me l’aveva pur detto, Kailash, che
servivano solo a sfamarmi del cibo che mi comperava.
Quando ero di
rientro in casa nel primo pomeriggio, lo ritrovavo in partenza con dei
vestiti da festa. Sarebbe andato a Byathal, vi avrebbe fatto rientro dai
suoi genitori, mi diceva scostante e scontroso, senza chiedermi
denaro per poi volermene.
Al cellulare
, un Mohammad ancora più distante mi rispondeva in
termini solo negativi.
Che non lo
raggiungessi. Che non ci vedessimo, niente aveva da dirmi, se non che
avrebbe lasciato ogni cosa per Kanpur, a giorni, Né quella sera sarebbe
convenuto con lìuomo che aveva da chiedergli un colloqui prima di poterlo
assumere nell hotel di Satna.
Chiedevo
ispirazione nella sola riserva rimastami della preghiera, rifiutavo che
tutto dovesse finire cosi, trascuravo ogni cura della mia persona, e forte
del precetto che nella prima metà della notte è bene pensare ai propri
difetti, nella seconda metà agli altri, e nonostante l interdizione del
ragazzo mi avviavo verso la sua solitudine domestica.
No, non aveva
problemi a farmi entrare, quando lo raggiungevo che faceva rientro sulla
soglia di casa, ma aveva da infliggermi tutta una serie di rimproveri.
Perché avevo
parlato con Kailash della sua rissa presunta, di M.? Volevo che
K. si rendesse conto che al ragazzo volevo bene nonostante sapessi di suoi
aspetti dolenti, come la sua rissosità che mi aveva voluto far credere che
lo animasse e data la natura dei suoi comportamenti, come potevo
giustificare a K la mia tolleranza delle negligenze del ragazzo e la mia apprensione
delle sue cadute mentali se non facendogli vagamente
riferimento a ciò che ve lo aveva indotto?
Ma il ragazzo
nel suo mutismo accusatorio sembrava non volere intendere le mie ragioni.
Resistevo all
impulso di levarmi in piedi e di concludere tutto così e gli dicevo
“ Fai come
vuoi tu, Quello che comunque credo che sia bene tu faccia è che questa sera
tu ti presenti in ogni caso al colloqui, ti accompagnerò io,
che tu così ti misuri con la realtà. Poi a Kanpur ne parlerai
più a lungo con i tuoi, e se rifiutano, fin che resterai cercherai là
un lavoro che fa per te. Io resto qui ad attenderti e ad aiutarti al
tuo rientro. Ma lo sai che fin che sarà stagione calda sarà difficile
trovarvi un lavoro. E che a luglio dovrò tornare in Italia”
Il ragazzo si
raccoglieva in un sospiro e mi rispondeva senza lunghe esitazioni” Farò
come tu dici.
Ma tu perché
mi consigli così?
“ Ti
ricordi, mi hai detto che devo essere la tua spina dorsale, Ed è
quello che sto cercando di fare. Ti amo tanto, che se ti parlassi solo per
me, ti vorrei invece sempre qui in Khajuraho a me accanto come ora”
Una sua
telefonata ad uncle Kailash, per me irrintracciabile, gli assicurava i
contatti con il gestore dell hotel in Satna o chi per lui facesse da
intermediario. Uno comunque facoltoso che avremmo dovuto raggiungere o che
ci avrebbe raggiunti dall hotel Chandella.
Poi, la
confessione bruciante del ragazzo, quando gli ho suggerito che prima
che lasciasse Kajuraho, lasciasse un messaggio per M. , per dirle che se
aveva ancora qualcosa da dirgli
Mohammad, al
lavoro?
“Ma Manoj non
sa che sono più intelligente di lui- si autocelebrava stasera Mohammad in
stato di grazia, al termine della telefonata che aveva appena inoltrato al
proprietario dell’home stay in cui già il secondo giorno di impiego si era
dato assente, accusando vomito e giramenti di testa. “ E’ una revenge, una
vendetta, mi dichiarava sornione. “ Lui ha iniziato con il dirmi che cosi
stando le cose non può accertare le mie “capacity”-, quel che sono in grado
o meno di fare. “ Le mancate capacities dei lavoratori indiani erano state
il motivo ricorrente in effetti di tutti i discorsi che Manoj ieri mi aveva
imbastito mentre Mohammad era già all’opera, su è giù per i piani del suo Home
Stay . Forse solo lo zero, uno per cento degli indiani si era per lui
rivelato in grado di corrispondere alle sue aspettative, non uno che
sapesse svolgere di testa sua il compito assegnatogli, ed aveva ora solo
intenzione di sbarazzarsi di ogni proprietà e investimento in India per
ritirarsi in Europa. Se volevo lo Stay home era pronto a cedermelo subito,
al suo costo di 850 milioni di rupie-
Piuttosto, se
lui voleva, Kailash era proprio il lavoratore che faceva al caso suo, per
il quale si era detto disposto a spendere anche 40.000 50-000 rupie al mese
di salario, se nell hotel Harmony in cui ha ripreso a lavorare a distanza
di dodici anni, è unico che si presti a chiedere al proprietario che cosa
ci sia da fare, gli altri, “ lavoratori-ladri” a suo dire iniziale,
restandosene sempre con le mani in mano e gli occhi al cielo. Si è così
guadagnato l incomprensione se non l’ostilità generale, come nel caso del
muslim faccendiere della famiglia del proprietario, che gli aveva intimato
di tornarsene a casa, “ Go home”, come Kailash aveva fatto prontamente,
esasperandosi, e così suscitando la mia reprimenda da Delhi, di ritorno sul
treno, - che pensasse ai nostri bambini e al loro futuro, piuttosto che al
proprio amor proprio, ed esternasse le sue rimostranze al proprietario. Il
quale l’ha talmente onorato della sua fiducia e della sua stima, di tutto
il rispetto che prova per lui, da metterlo al lavoro ventiquattro ore su
ventiquattro, senza straordinari in busta paga di sorta, extra od over
time, per consentirsi egli di essere a Mahoba o ad un matrimonio, e gli ha
rifilato cinque stanze da pulire al mattino prima di potere lasciare il
lavoro.
“ Sai che
cosa ho risposto, mi ha detto Mohammad, al fatto che Manoj ha dubitato
delle mie capacità? Che ieri, quando ha voluto mettermi all’opera già alle
otto del mattino, pervenivo da Kanpur da cui ero arrivato alle due di
notte, dopo avere viaggiato per dieci ore senza alcun conforto e nel gran
caldo, dovendo accudire e tenere stretto il mio bagaglio, che dopo essere stato
subito messo al lavoro per oltre due ore, non avevo avuto modo di dormire
che un’ora e mezza , dopo di che mi ha assegnato altro ancora da fare,
lasciandomi solo un’ora per tornare a casa e cucinare e mangiare e fare
ritorno, prima di darmi nuove istruzioni su come avrei dovuto lavare e
pulire ogni stanza e bagno durante l intero pomeriggio. Come pensava di
potermi giudicare, gli ho infine chiesto, dopo che avevo lavorato un’intera
giornata, stanco sfinito in quelle condizioni?”
“Ho lavorato
una intera giornata, ha aggiunto perché io solo lo sentissi, come non ho
mai lavorato durante tutto il resto della mia vita.”
“ Bene a
sapersi, mio Mohammad, almeno da parte mia, ma tutto il resto che hai fatto
presente hai fatto benissimo a dirglielo, a Manoj, perché è la verità”,
come sapevo benissimo, per avere seguito stazione dopo stazione
l’accumularsi del ritardo del treno da Kanpur, avere aperto le soglie di
casa perché Mohammad con la mia bicicletta potesse fare ritorno più
velocemente in Manjunagar, nella notte deserta, dall incrocio in cui il tuc
tuc l’aveva lasciato, averlo riaccolto alle sei del mattino quando ancora
voleva essere impeccabile e non arrivare in ritardo di un secondo
all’assunzione dello incarico, il suo primo giorno di lavoro, per essermi
intrattenuto con lui nell Home stay lungamente dopo che Manoj l’aveva
lasciato e avervi fatto la doccia, ed esservi stato di ritorno per
portargli da mangiare patatine e kurkurè, data la gran fame che gli era
venuta e di cui con me si doleva, non essendosi potuto nutrire in casa che
di una razione di Maggie nudles per poche rupie. La sera, quando ci siamo
riveduti al Madhur Cafe, il ragazzoni era altresì lamentato di avere dovuto
prolungare il servizio fino all’arrivo in ritardo, di oltre mezz’ora, del ragazzo
di servizio durante la notte, non solo, ma di essere stato assunto venendo
pagato per una sola mansione mentre gli era stato affidato tutti quanto il
lavoro, a differenza del ragazzo di turno la notte, cui da pulire toccavano
solo i vetri.
“ Prima però
gli ho detto il falso, mi ha rivelato il ragazzo, assicurando a Manoj che
ero stato dal medico e avevo preso le medicine. Vedi , mi si apriva con
fierezza., l importante è stato avergli detto le cose with confidence, con
convincimento. Se tu dici il vero senza convincimento non sei creduto,
mentre ti si crede del tutto se con convincimento dici il falso”.
Devi pensarla
così- ha seguitato Mohammad, quando come in Manoj hai a che fare con un
avversario. L Home stay per lui è il suo regno, lui se ne sente il Re e io
sono il suo servo (servant) Ah, ieri gli ho detto che lo consideravo la mia
casa, e che l’avrei tenuta pulita come essa …”
“ Spero
proprio di no, per la fortuna dell Home stay di Manoj. Quanto anche alla
mia, di case..”
“ E gli ho
assicurato che non avrei mancato per tutti i giorni a venire di essere al
mio posto di servizio puntualmente . Con gli amici , come tu per sei per
me, invece deve parlare solo la dolcezza, teneramente”.
“Il somosa
che mi era rimasto, mi confidava
ieri Mohammad, aveva degli animaletti rossi intorno.
Li ho tolti e
poi l’ho mangiato lo stesso, così ho
fatto quello che non avevo mai fatto”.
Non avesse
provveduto oncle Kailash, con le razioni di cibo apportategli in una
gavetta, Mohammad sarebbe rimasto digiuno fino a sera, quando sono stato di ritorno da
Chhatarpur, ed egli in attesa di rimanervi di servizio anche quella
notte, come gli aveva chiesto il
ragazzo che era di turno, per poter assistere un fratello che diceva
gravemente ammalato, nella stessa
Chhatarpur da cui era rientrato ieri
notte tardivamente, è potuto uscire
finalmente con me dallo Stay Home, e tornare a cibarsi di patatine fritte e
poi del behel che gli ho acquistato,
con la sola prospettiva alimentare di un uovo e di una crosta di
pane l’indomani mattina.
Sarebbe
così rimasto in hotel trentasei ore
che stanno ancora scorrendo, senza che nessun altro che me e Kailash, su
mia sollecitazione, si prendesse cura nel frattempo della sua
alimentazione, che mi costa almeno il doppio del salario che gli verrà
attribuito.
Per questa
notte che Mohammad farà in più
riceverà 100 rupie extra, che gli sembravano ieri sera gran cosa, a
differenza del doppio di rupie che finisco per versargli ogni giorno in
assenza di altri che provvedano al suo mantenimento e alle sue minime
spese, quali le ricariche dello smartphone, come gran cosa a Kailash sembra
il salario di 4.000 rupie che riceverà
a fine mese, se per esso il
proprietario dell hotel è diventato il padrone della sua esistenza, e l’amico
si fa in quattro ad ogni sua richiesta, ponendosi per esso in
servizio pressocchè permanente,
mentre da me che provvedo a lui
dieci, venti volte tanto, cerca soltanto di prendere le distanze, si rifiuta al telefono ed è scontroso ad ogni evenienza-“ E’ il mio
karma, mi è venuto dicendo in tutta
risposta, quando l ho ringraziato del paratha buonissimo e dell insalata di
frutta che aveva appena cucinato per me e per Mohammad, ch’era appena
convenuto nella nostra casa per riaversi dai suoi ennesimi dolori. La
realtà è che a Kailash pesa intollerabilmente ch’io abbia a soffrire e
versi in difficoltà per sostentare
la sua famiglia , è che l ossessiona un sogno che ha fatto l’altra sera, in
cui io mi risolvevo a lasciarli per sempre
In verità è la sua mente e solo la sua mente che può rendere
impossibile la mia convivenza con la nostra comune famiglia e far si che si avveri il suo incubo, per quanto
ogni aiuto che reco a Mohammad, con il quale a volte è addirittura in
soavità di rapporti, lo considera e
me lo fa pesare come una sottrazione e un ammanco di ciò è dovuto ai suoi
figli , vigila persecutoriamente su me ed il ragazzo, su ogni differenza
che posso fare tra ciò che riservo a lui e ai suoi figli, mi
accusa di ogni eccessivo sostegno che gli sembri indebito, che
rafforzi la mia dipendenza dal ragazzo, in un momento cruciale della sua
esistenza in cui devo assolutamente essergli accanto, quale la fine della
residua infanzia e l’avviamento ai doveri del lavoro, in un contesto in cui
devo evitare che l’assunzione del servizio sia la sua sottomissione a uno
stato di schiavitù, per le ragioni stesse che lo rendono una risorsa unica
e rara per il suo padrone. Ma il ragazzo, che stavo giustificando nella sua
eventuale resa, per non essere corresponsabile del suo asservimento, “ è un
nuovo capitolo della mia vita” , mi ha detto intenzionato a resistere con
una risolutezza meravigliosa, e stasera ridiscuterà con Manoj le regole
dell ingaggio, gli farà presente quanto l insonnia aggravi le sue fatiche
lavorative diurne, tanto più, se
come è accaduto tutt’oggi, gli si chiede di essere un factotum per una manciata
di rupie, che cucini e serva ai tavoli, sia addetto alle camere e alla
reception, che risponda alle chiamate e regoli le entrate e le uscite, senza che minimamente si provveda a che
possa sfamarsi. Pertanto gli chiederà di ottenere il passaggio al turno
notturno, almeno a iniziare da luglio e dalla nuova alta stagione, con la
concomitanza della ripresa delle scuole a cui insisterò che faccia ritorno,
per conseguire la licenza del decimo anno di scuola.
“ Avrai da
piangere parecchio, mi ha detto questo pomeriggio, quando saprai dei
risultati per cui sono stato bocciato, “ I m failed”.: 129/600, giusto
quanto era da aspettarsi se non è mai andato a scuola e durante gli esami
non ha copiato-.
Ma oramai tra
me e lui è assodato, che se non rimedia l’anno prossimo la sua eccellenza
mentale gli riserva un destino di sufi o di sadu, talmente la sua mente,
rinsavita e resa consapevole della realtà dell’esistenza dall’amore per M,
è una miniera di incontenibile saggezza
incantevole.
Nel sereno
diurno di un sole implacabile,
le ossa si
ritemprano si temprano confortano della loro fine,
in ceneri e
ciotole per l offerta e lo sputo,
quando, mentre
delle messi raccolte, biondeggiano già le stoppie
biancheggiano/
si calcinano nei campi,
ed oltre
l’amore ogni amare di odiare tanto
è in erte scale di luce
l’ascesa all’azzurro nel sole diuturno
è nei suoi infranti gradini
è che la tua vita che si fa il lastrico di ogni rinuncia
lastricata di ogni rinuncia (implacabile)
per insegnare
così l’adempiersi alle il compito che adempiono le
più care vite,
nel lavoro in
cui ha fine la fanciullezza di Mohammad,
di sbocco in
cui sbocca la anzi che il in luogo del cricket alla scuola di
Ajay,
prima
della ripresa,
in cui
Kailash ritrova chi per una manciata di rupie
notte e
giorno è si fa già il padrone della sua intera esistenza/
vita,
In India
There aren’ t rules in private hotels”)
(“In
India non ci sono regole che valgano
negli
hotel privati”)
Prima di
rivoltarsi nel sonno e assopire la pena,
tu volesti
farne ottenerne dei lavoratori capaci,
ne hanno
fatto
stanno già facendone ottenendone traendone già degli
schiavi insonni e famelici,
Suo dono
di luce ancora
più ancora a gravare in dono sulla tua mia
rotta vecchiaia,
“Prima
dormivamo noi tutti,
Solo ora ci
ritroviamo svegli, “
Le sue
parventi rinsavite grate recrudescenti resipiscenti
parole dell’amico,
in una luce a
cui ancora attingiamo e che non ci lascia intendere
Chandu e
Poortii i nostri bimbi il sonno dei loro giochi
quanto
avanziamo o siamo per gli dei solo come mosche in mano ai monelli
Se
siamo mai per gli dei solo come mosche in mano ai monelli
che nel
nostro sperare e credere ancora
essi ci stanno essi più
ancora essi ando e uccidendo tormentino e uccidano solo che solo
per divertirsi divertimento
“Mio Dio,
gridando io nello spezzarmi,
non so essere
e dare più che questo”,
“La notte
scorsa feci il sogno che tu ci lasciavi,
e la testa or
ora mi girava più debole
alle tue
parole che mi dicevano che svuotavano vedevo svuotarsi
dei tuoi libri la tua stanza,
la
stanza di babbà che se ne va via per sempre,”
le parole che
all’amico io dissi per sincerarmi che non fossero essi a non poterne più di
me,
nell’invitarmi
a lasciarli se restare mi era talmente difficile, così tanto mi
faceva soffrire, prostrati dal mio aiuto, che vi stessi del
mio starci
“ Ma
non lascio già per questo, qui io resto qui a lavorare
al lavoro,. ora è questo il nuovo capitolo della mia vita, devo
lavorare, ora, come in è Come in è un mio come un nuovo
capitolo della mia vita/ nel mio nuovo capitolo della mia vita”
Più
forti già di ogni resa della tua resa di tutto sono
le parole
di Mohammad che tutto riavvivano tutto,
come se non
dicessero già tutto
l
incanto mattutino che mi ritrova insieme a vimala e chandu,
il ritorno di
ajay per cucinarmi l’omelette di nuovo
, nella
stessa delicatezza gentile on cui in stanza mi rinnova la madre
in stanza l’acqua fresca,
ad ogni
occorrenza mi serve il the con il limone e la menta,
il sensore
del pappagallo che rinnova il suo canto ad ogni acciottolio di
stoviglie,
- “ sei tu
più un fiorellino o un uccellino?” chiedo allora a Chandu,
“ un
uccellino” mi dice il bambino,
imperterrito
videogiocando a nel videogioco a sterminare polli,
i chicken
invaders,
la stanza
tutta ora la fragranza delicata soave di tutta la sua della
sua tenerezza dolce dolcezza tenera,
“ ma
non lascio, qui io resto qui al lavoro,. è Come in è un mio
come un nuovo capitolo della mia vita ”
E Più
forti già della tua resa di tutto sono le parole di Mohammad
che tutto riavvivano tutto,
nel farsi
sera, di un altro nuovo giorno sereno è oramai volto al
suo tramonto,
di ogni luce
e strepito a riaccendersi è in aumento prima di spegnersi
Altra
versione successiva
(Si fa
sera, di un altro nuovo giorno sereno è oramai volto al suo tramonto,
Le messi
raccolte sono già le loro stoppie, nei campi
ogni luce
e strepito a riaccendersi è in aumento prima di spegnersi
nel sereno
diurno di un sole implacabile,
le ossa vi
ristanno dalla loro fine,
in cenere
e ciotole per l offerta e lo sputo, )
Nel sereno
diurno di un sole implacabile,
le ossa si
ritemprano si temprano confortano della loro fine,
in ceneri e
ciotole per l offerta e lo sputo,
quando, mentre
delle messi raccolte, biondeggiano già le stoppie
biancheggiano/
si calcinano nei campi,
ed oltre
l’amore ogni amare di odiare tanto
è in erte scale di luce
l’ascesa all’azzurro nel sole diuturno
è nei suoi infranti gradini
è che la tua vita che si fa il lastrico di ogni rinuncia
lastricata di ogni rinuncia (implacabile)
per insegnare
così l’adempiersi alle il compito che adempiono le
più care vite,
nel lavoro in
cui ha fine la fanciullezza di Mohammad,
di sbocco in
cui sbocca la anzi che il in luogo del cricket alla scuola di
Ajay,
prima
della ripresa,
in cui
Kailash ritrova chi per una manciata di rupie
notte e
giorno è si fa già il padrone della sua intera esistenza/
vita,
In India
There aren’ t rules in private hotels”)
(“In
India non ci sono regole che valgano
negli
hotel privati”)
Prima di
rivoltarsi nel sonno e assopire la pena,
tu volesti
farne ottenerne dei lavoratori capaci,
ne hanno
fatto
stanno già facendone ottenendone traendone già degli
schiavi insonni e famelici,
Suo dono
di luce ancora
più ancora gravosi per la tua a gravare in dono sulla
tua mia rotta esausta vecchiaia,
“Prima
dormivamo noi tutti,
Solo ora ci
ritroviamo svegli, “
Le sue
parventi rinsavite grate recrudescenti resipiscenti
parole dell’amico,
in una luce a
cui ancora attingiamo e che non ci lascia intendere
Chandu e
Poortii i nostri bimbi il sonno dei loro giochi
quanto
avanziamo o siamo per gli dei solo come mosche in mano ai monelli
Se
siamo mai per gli dei solo come mosche in mano ai monelli
che nel
nostro sperare e credere ancora
essi ci stanno essi più
ancora essi ando e uccidendo tormentino e uccidano solo che solo
per divertirsi divertimento
“Mio
Dio, gridando io nello spezzarmi,
non so essere
e dare più che questo”,
non omnia
omnes dii dederunt,
nessuno è
capace di tutto,
“La notte
scorsa feci il sogno che tu ci lasciavi,
e la testa or
ora mi girava più debole
alle tue
parole che mi dicevano che già svuotavano vedevo svuotarsi
dei tuoi libri la tua stanza,
la
stanza di Babbà che da noi se ne va via per sempre,”
alle mie
parole che all’amico io dissi per sincerarmi che non fossero essi
a non poterne
più di me,
nell’invitarmi
a lasciarli se restare mi era talmente difficile, così tanto mi faceva
soffrire, prostrati dal mio aiuto, che vi stessi del mio
starci
“ Ma
non lascio/non abbandono già per questo, qui io qui resto
qui a lavorare al lavoro,. ora è questo il nuovo capitolo della mia
vita, devo lavorare, ora, come in è Come in è un mio come un
nuovo capitolo della mia vita/ nel mio nuovo capitolo della mia vita”
Più
forti già di ogni resa della tua resa di tutto sono
le parole
di Mohammad che tutto riavvivano tutto,
quanto
e più di Kailash già ben sapendo come giocare d'astuzia,
ed ora
l'autorickshaw di Kailash è affidato alla guida del padre di Mohammad
con il
concorso di clienti dagli hotel in cui sono di stanza,
come se non
dicessero già tutto
l
incanto mattutino che mi ritrova insieme a vimala e chandu,
il ritorno di
ajay per cucinarmi l’omelette di nuovo
, nella
stessa delicatezza gentile on cui in stanza mi rinnova la madre
in stanza l’acqua fresca,
ad ogni
occorrenza mi serve il the con il limone e la menta,
il sensore
del pappagallo che ne rinnova il suo canto ad ogni
acciottolio di stoviglie,
le incursioni
in stanza di Porti per riprendersi e leggersi i Panchatantras,
- “ sei tu
più un fiorellino o un uccellino?” di quando in quando chiedo allora a
Chandu,
“ un
uccellino” mi dice il bambino,
imperterrito
videogiocando a nel videogioco a sterminare polli,
i chicken
invaders,
la stanza
tutta ora la fragranza delicata soave di tutta la sua della
sua tenerezza dolce dolcezza tenera,
“ Ma non
lascio/non abbandono già per questo, qui io qui resto qui
a lavorare al lavoro,. ora è questo il nuovo capitolo della mia vita,
devo lavorare, ora, come in è Come in è un mio come un nuovo
capitolo della mia vita/ nel mio nuovo capitolo della mia vita”
Più
forti già di ogni resa della tua resa di tutto sono
le parole
di Mohammad che tutto riavvivano tutto,
quanto
e più di Kailash già ben sapendo come giocare d'astuzia,
Mohammad,
Kailash ed Ajay ricordandomi nel restare a servizio
" that
the work isn t only for making money"
ed ora
l'autorickshaw di Kailash è affidato alla guida del padre di Mohammad
con il
concorso di clienti dagli hotel in cui sono di stanza,
poichè e se per me c'è vita
prima della morte
è qui, è
qui,qui, che la ritrovo,
per quanto io
resto fedele al mio piccolo destino
“ ma
non lascio, qui io resto qui al lavoro,. è Come in è un mio
come un nuovo capitolo della mia vita ”
E Più
forti già della tua resa di tutto sono le parole di Mohammad
che tutto riavvivano tutto,
nel farsi
sera, di un altro nuovo giorno sereno è oramai volto al
suo tramonto,
di ogni luce e strepito a riaccendersi è in aumento
prima di spegnersi
18 maggio 2017
Il complesso dei templi di Vyas Badora
Il complesso dei templi di Vyas Badora, un villaggio nel distretto di
Chhatarpur situato 8
km a est di Chandla, e a 53
km a Nord est di Khajuraho,
comprende in particolare un duplice tempio dedicato a Shiva e un tempio in
onore delle Chausat Yogini
Il tempio gemino shivaita è in granito , ed è composto di due edifici di
culto raccordati e pressoché identici, nella pianta ed elevazione
come nell’ ornamentazione, differenziandosi solo nello stato di
conservazione. Tutti e due tali edifici di culto, allineati
parallelamente, sono costituiti di un proprio portale d’ingresso
principale, volto a oriente, dalla corrispettiva sala del mandapa cui
esso è d’accesso e dal santuario del garbagriha al quale la sala dà
adito, preceduto dal vestibolo di un antarala e sormontato dal solo
nucleo superstite di un sikhara Entrambe le sale tra loro
simili dei mandapas sono collegate da una breve galleria . A ciascun
mandapa, oltre che la galleria recano ulteriormente due entrate
laterali che si fronteggiano in profondità, facendo breccia nei
fianchi elevati a balcone in guisa di transetti Al rispettivo
garbagriha un tempo si volgeva un nandi in adorazione del lingam al
suo interno, riposto in una nicchia. sulla parete di fondo. Della
coppia dei veicoli animali del dio resta ora soltanto un esemplare
dilapidato. L’ elevazione di entrambi i templi è scandita
canonicamente nel basamento dell’ adhishthana, costituito dallo zoccolo del
bitha, dal plinto del pitha e dal vedibhanda, nel
sopraelevarsi delle pareti del jangha, delle modanature del
varandika e dai due sikharas che sovrastano i rispettivi santuari, di cui
rimane il solo nucleo interno .
Il basamento iniziale del bitha, o zoccolo, consiste di tre
modanature, quella iniziale e quella terminale lisce, mentre quella
intermedia è fregiata di rombi floreali diamantini. Isolati o alternati a
rosette, essi sono il motivo ornamentale che pervade tutto il complesso dei
due edifici di culto gemini, in compresenza con le orlature di
pattikas e kapotas, di gagarakas inferiori e di takarikas sovrastanti, e
sono variate solo da reticoli-jalaka e palmette, che secondo
un’istanza invalsa già nei templi Pratihara, sono il fregio di prammatica
del primo corso delle trabeazioni
Sullo zoccolo si stagliano inconfondibili le conformazioni ulteriori del
plinto, o pitha, composte di un jadya kumba, un karnika, un kapota ornato
di gagarakas e di takarikas, con un fregio di rombi. floreali
diamantini alternati a rosette
Quindi si susseguono le modanature del podio, o vedibhanda , un kura
reticolato a scacchi, secondo il motivo del jalaka pattern, un kumbha con
madhya banda fregiata di takarikas frontali, che intercorre tra rombi
e le stilizzazioni dell’abbondanza di vasi floreali, un kalasa
insolitamente fregiato di gararakas sottostanti e di takarikas superiori,
sormontato a sua volta da kapota e da pattika, ambedue abbellite con un
fregio di rosette e rombi diamantini e con gagarakas inferiori, il kapota
anche con takarikas superiori.
All’altezza della proiezione centrale dei badhras dei templi, tra
la seconda modanatura dello zoccolo e il vedibhanda si erge una
nicchia che conteneva una statua , preludendo alle due (nicchie) che
compaiono nel badhra. Rombi floreali diamantini ricorrono nel
corso intermedio della decorazione dei pilastri badhrakas** e lungo lo
stipite inferiore di tutte quante le nicchie.
Il basamento imponente del tempio gemino di cui si è così
ricostruito il decorso è di per se già di grande rilevanza perché lo
proietta nell’ambito edificativo già dei Chandella di Jejakabuthi ed
oltre i templi del periodo dei loro antecedenti signori Pratihara di
Kannauj , in cui solo nel tempio di Barwa Sagar, il Jarai
Math, una serie di modanature soggiacenti al consueto
vedibhanda di kura, kumba, kalasa e kapotika, dà luogo a un
pitha vero e proprio, ed appare attestata per la prima volta una sorta di
karnika.
Lungo le pareti quindi del jangha nelle vestigia di pilastri si
dipartono cinque proiezioni principali per lato, delle quali soltanto
quella centrale, il badhra, è fregiata di nicchie, che costituiscono le
costolonature della conformazione pancharatha* del tempio.
Tali pilastri-rathas si elevano oltre un kapota, insito tra due
recessi, anch’esso bordato con takarikas e gagarakas, e decorato
frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini. Essi, da un
ulteriore profondo recesso intermedio appaiono divisi in due sezioni* ad
ognuna delle quali corrisponde una nicchia del badhra. A profilare
inizialmente tali sezioni è un kapota che replica quello soggiacente
ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi
floreali diamantini che l’adornano. Tale ornamentazione è replicata
nella madhya bandha di una fascia è il pregio intermedia
di ambo le sezioni dei rathas , nonche nella modanatura conclusiva della
prima di tali partizioni, mentre la seconda è terminata da una sorta di
kumba liscio che ambo le sezioni e in quelle duplice nella prima
sezione, e unica nella seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?.
Tale fascia intermedie ripartisce a sua volta le due sezioni * del
pilastro nelle specchiature di soli rombi diamantini. Rombi ancor più
dilatati sono di stanza negli stessi badhras, come si è già visto che
vi ricorrono nei loro stipiti e nei pilastri badhrakas, ove figurano
alternati a rosette, tra i gatha-pallavas di due vasi
dell’abbondanza.
Nicchie simili , cui ne susseguivano altre ai lati del frontone del
sukanasaika, ricorrono nella kapili esterna del vestibolo dell’antarala,
secondo una consomiglianza nella loro eminenza devozionale tra badhra e
kapili dell’ antarala, che risale ai templi Pratihara, e che si ritrova nei
templi Chandella di Khajuraho, come nei templi Kalachuri e Kachchhapagatha
Un capitello bharani*, un kapota ulteriore con gagarakas e
takarikas e un kapota (o pattika?* )di nuovo a rombi e rosette con
gagarakas si susseguono ai rathas del jangha nel costituire la varandika.,
che funge da interstizio-cuscinetto tra jangha e Sikhara. Negli upabadhras
che affiancano il badhra centrale, quale sue estensioni laterali*, e
nei rathas dei karnas d’angolo tali modulazioni del varandika
precedono gli sringas di miniature tri-rathas di sikharas.
All’altezza della base di tali sringas è quindi la volta della
varandika , composta , oltre di due modanature lisce- di
pattika(‘?), kapota,_ e del ricorso successivo di più
antarapatras, a rombi, tra pattikas con jalakas patterns**
Giunti a tal punto della sua rievocazione visiva, ad un raffronto
esterno con altri templi Chandella edificati in granito nel
Bundelkhand il tempio shivaita di Vyas Badora
presenta affinità accentuate sia con il tempio Rahila di Mahoba che
con il tempio Shivaita di Makarbai, sempre nelle vicinanze di Mahoba, a
solo una ventina di ,Km di distanza*, ma nel distretto di
*, .in direzione di Banda. Già li accomuna la grandiosità movimentata
della mole nell’elevazione e nella pianta, che anche nel tempio
Rhaila presenta due ingressi laterali oltre a quello frontale
del solo mandapa di un unico tempio con un unico
garbagriha, mentre nel tempio di Makarbai dal portico d’accesso si accede
ad un mandapa su cui convergono con il loro vestibolo tre santuari
garbagrihas sormontati ognuno da un proprio sikhara, ma addirittura li
apparenta l’ ornamentazione, la serie delle cui modulazioni è assolutamente
identica in tutto il decorso dell’adhishthana. nei templi di Vyas Badora e
di Rahila, laddove nel tempio di Makarbai se ne differenzia solo nelle
prime due modanature dello zoccolo, entrambe decorate a rombi.
Sono quanto mai significative , perché nei vedibhandas più in
generale appaiono *inconsuete, le particolarità comuni del jalaka
pattern del kura- altrimenti abitualmente liscio., e dei gagarakas
del kalasa del vedibhanda, che di solito è del tutto disadorno., così
come gli identici rilievi del kumba, dei quali quello sovrastante è
inusuale in simile evenienza, pur se va rimarcato il distinguo/ pur se si
fa rilevare la differenza che nel tempio Rahila non si ravvisa
l’intercorrere tra tali rilievi di una madhya bandha,.
Inoltre anche nei templi Rahila e di Makarbai i janghas presentano
rathas in cui fasce sia di rombi che di rosette intervallano rombi
diamantini incastonati , benché un recesso non intercorra a sezionare
il pilastro in più segmenti. E’ una caratteristica che accomuna ambo i
templi a quello di Baragaon nel distretto di Tikamgarh, una
trentina di km più a sud, un tempio di transizione di estremo
interesse: simile nella pianta ai templi Pratihara, giacchè non
presenta alcun mandapa oltre il portico dell’ardhmandapa, è di essi
più sviluppato per la elaborazione dell’adhishthana in uno zoccolo e
un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika. Oltrechè
l’articolazione dei rathas, incrementa inoltre le sue similarità con
gli altri templi in granito del periodo Chandella la ricorrenza ornamentale
continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas di ogni ordine
e grado
In esso come nel tempio di Vyas Badhora due sono le nicchie del
badhra, mentre una soltanto è quella dei templi Rahila e di Makarbai, in
corrispondenza sia di pilastri e di una parete meno elevati che di un
varandika più dilatato. In Rahila esso si articola in una cornice chaddya
cui succedono due pattikas e due kapotas ugualmente fregiate di gagarakas
sottostanti e takarikas sovrastanti e di un fregio frontale di
rombi e rosette, in Makarbai in due cornici chaddya che
comprendono tra di loro due modanature di pattikas o kapotas che ritroviamo
orlate di gagarakas e takarikas come fregiate sia di rombi floreali
diamantini che di rosette Nel tempio shivaita di Baragaon* il
varandika è invece quanto mai assimilabile a quello del tempio di Vias
Badora in quanto anche in esso un sommario capitello bharani precede le
modulazioni aggettanti ulteriori, due kapotas con gagarakas e
takarikas ed il fregio che li profila di rombi e rosette
A tale altezza, nei templi di Makarbai e di Rahila ove lo svolgimento
ulteriore del tempio è integro, come pure nel tempio Chandella di Mahoba
che giace isolato in uno suo specchio lacustre, per ogni
proiezione nel tempio ha inizio il succedersi di una fascia di sringas sino
al culmine di ogni lata, proprio come nei templi Bumijha della
dinastia Paramara, successivi e per lo più postumi agli
stessi templi sandhara di Khajuraho. E un dato inoppugnabile, che va
conciliato con la attribuzione unanime al sovrano Chandella Rahila
della edificazione del tempio che da lui trae il nome, cui fu
dedicato forse post mortem, in quanto retrodaterebbe un tempio che ha
parvenze Bhumija fino agli anni del suo regno, che intercorrono
tra l 855 e il 905, mentre le sembianze Bhumj del tempio di Makarbai
hanno indotto storici dell’arte quali Krishna Deva, in mancanza di altri
riscontri, a posticiparlo addirittura sino agli esordi del XIII secolo
Lo stesso tipo di costolatura, a tal punto , è presumibile che
decorresse lungo gli stessi sikharas di Vyas Badhora, almeno per i
latas che corrispondevano a upabhadra e karnas, di cui i templi di Makarbai
e Rahilas possono rappresentare e fornire così un’integrazione visiva
inconfutabile / formidabile
Il Sikhara del tempio di Barhagaon invece precorre o si
assimila, come emulo retrivo, già ai templi di Khajuraho , in quanto
non solo raccorda allo slancio ascensionale dei propri latas quello dei
rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio sringa, ma al petto ha
aggrappata la tensione ascendente di un duplice uromanjari.
( E una caratteristica che
accomuna ambo i templi a quello di Badargaon nel distretto di
Tikamgarh, un tempio di transizione di estremo interesse: simile in piano
ai templi Pratihara, giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico
dell’ardhmandapa, ma sormontandoli per la elaborazione dell’adhishthana in
uno zoccolo e un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika, e
affine ai templi di Vias Badora e di Rahila nelle rathas e nel ricorrenza
ornamentale continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas,
e precorre o si assimila già ai templi di Khajuraho nel suo
sikkhara di cui diremo (che non solo raccorda allo slancio ascensionale dei
propri lata quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio
sringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice
uromanjari.)
Segue nel tempi Rahila a dare inizio
già alla varandika una chaddya Kutha in luogo del capitello bharani ,
ugualmente con forte rilievo aggettante, prima di 3, 4 Kapotas
successive con gagarakas e fregiate di rombi e rosette, come in Vias
Badora, . La differenza rilevante che emerge a tale altezza è
che per ogni proiezione nel tempio ha inizio il succedersi di una serie di
sringas, proprio come nei templi Bumij ritenuti postumi a quelli stessi
sandhara di Khajuraho.
Nel tempio shivaita di Baragaon il
varandika è quantomai assimilabile a quello del tempio di Vias Badora in
quanto in esso un sommario capitello bharani precede due kapotas con
gagarakas e takarikas ed il profilo di un fregio di rombie rosette. e
precorre o si assimila già ai templi di Khajuraho nel suo sikkhara di
cui diremo Solo che a tal punti a farsi precorritore o emulo retrivo dei
templi di khajuraho il sikhara raccorda allo slancio ascensionale dei
propri latas quello dei rathas del jangha coronandoli ognuno di un proprio
siringa, ma al petto ha aggrappata la tensione ascendente di un duplice
uromanjari.)
……………………………………………………………. continua
Oltre le kapili dell’antarala, in tutto e per tutto simili ai badhras e
dunque anc’essi con due nicchie, i mandapas gemini schiudono l’accesso
al tempo con il loro rispettivo portale d’accesso laterale volto all
‘esterno, ai cui lati si ergono due nicchie in tutto simili a quelle di
badhras e antaralas. In una di quelle volte a mezzogiorno appaiono i resti
di un Shiva Nataraja *.
I vedikas che corrono lungo l’antarala e il portico d’accesso frontale,
si elevano su una kapota a jalakas patttern, ove in Khajuraho
ritroveremmo il rajasena, e ripetono i motivi* d’ambo le sezioni dei
rathas del santuario,ncastonando i rombi floreali diamantini tra pilastri
badrakas che ne ripetono in minore il motivo.
Nel portico, e lungo i fianchi del portale d’accesso frontale e
delle sue facciate bine*, dei brevi pilastri sormontano il
kapota superiore del vedika e sono sormontati da un altro
identico kapota, che precede un capitello ove rombi alternati a rosette
preludono alla comparsa nella trabeazione finalmente di palmette. Una
gronda chaddya, che oltre che sugli ingressi corre anche lungo i
mandapas del portico e della sala, sporge rispetto alle ultime
ornamentazioni preservatasi, un corso a jalaka pattern reticolato e di
nuovo un pattika ed un kapota con gagarakas e takarikas ed abbelliti di
rombi e rosette, a racchiudere un antarapatra che si fregia di
soli rombi diamantini incastonativi.
Il tempio di Baragaon presenta ugualmente un’antarala con due nicchie,
quella inferiore con le statue di Ganesha a Sud e Chamunda a Nord, quella
superiore con rombi inquadrati, identiche a quelle dei badhra e
dunque a quelle di antaralas e badhras dei templi di Vyas Badora, e nei
pilastri badrakas delle nicchie e del portico d’entrata e della kapili
dell’antarala assume l identico motivo, che per il tramite
del suo ingrandimento è enfatizzato nel portico d’entrata, di una treccia
di rosette e rombi floreali diamantini, tra le stilizzazioni di due vasi
dell’abbondanza floreali.
La copertura del portico, prima della serie piramidale di kapotas con
takarikas, comporta come il tempio di Vias Badora il corso traforato
di un jakaka pattern, che non è insolito anche nei templi precedenti
Pratihara, come nel suo splendido ricorso ch’è ravvisabile nel vicino
tempio di Umri, prima di una ennesima banda di rombi e dell’ennesima
kapota con garakas e takarikas.
Il tempio di Makarbai è pressoché identico a quello di Vyas
Badora nelle modanature del portico d’ingresso del mandapa interno ,
dei suoi pilastri e della trabeazione, presentando sopra i capitelli
l’identica successione di palmette, rombi e rosette, gronda chaddya, jalaka
pattern, gagarakas e takarikas ai bordi di un kapota. Di grande rilievo la
comparsa superiore di kutas che edicolano in tempietti la
forma miniaturizzatavi del tempio, tra jalakas pattern che
scandiscono i piani di risalita della copertura piramidale.
Quanto al tempio Rahila, per i fregi ornamentali esterni del
portico esterno vale esattamente lo stesso discorso, ossia si riscontra
un’identità assoluta con quelli corrispettivi di Vyas Badora. Le pareti
intermedie tra i tre portali riprendono le stesse modanature
dell’adhishthana e della varandika del santuario, alla loro altezza, mentre
le pareti intermedie del jangha appaiono del tutto spoglie
L’interno dei mandapas gemini di Vyas Badora nella loro trabeazione
presenta la successione dei motivi ornamentali di palmette, ardharatna triangolari
e di tre fasce successive di rosette e rombi floreali con pendenti di
gagarakas, la stessa successione che ritroviamo all’ interno del
portale di Baragaon, e dei mandapa di Makarbai, e del tempio di Rahila, ove
però uno solo è il fascio di rombi e rosette,*Nei templi di
Rahila e Makarbai precedono una copertura circolare, con fasce lisce in
Rahila, cuspidate e con rosette e rombi frontali nei mandapas di Vyas
Badora ,e di Makarbai, mentre in ambo i portici d’accesso di Vias Badora, e
in quello i Baragaon, reggono un soffitto piatto..
In Vyas Badora arricchisce il complesso della volta del mandapa la
comparsa di teste leonine , prima della curvatura delle coperture.
I portali del garbaghiha , pressocchè identici l uno all’altro, sono in
arenaria e magnificamente scolpiti in tale roccia,. Tale dualismo materico
non è certo una novita quanto ai Chandella , basti pensare ai templi Brahma
e di Lalguan in Khajuraho, e ci induce a chiedere se sia riconducibile
diacronicamente a un’inserzione dei portali in granito di gran lunga
posteriore, o se rispecchi la convivenza sincronica nella giuntura dei due
materiali, per la diversa lavorazione a cui si prestano, di arte
arcaica di provincia e di quella più raffinata della capitale.
In ogni caso dai portali siamo addentrati in tutt’altro universo di
stile e in un altro volgere della periodizzazione, rispetto a
quel che conclama il resto del tempio
Oltre la chandrasila la soglia dell udumbara presenta il jadya
kumba di uno splendido bordo profilato a rosette e a vibranti petali di
loto, prima della successione in edicole di divinità e devoti convergente
verso il mandaraka* centrale, incantevole nella sua flessione
lotiforme assecondata dalle attendenti del dio*.
Ai lati, alle estremità, due Kubera con nidhi, seguiti a destra da
Ganesha e consorte e sulla sinistra da Sarasvati-
Gli stipiti presentano una Ganga e una Yamuna di incomparabile bellezza,
il cui accentuato tribhanga, e la cui parure sontuosa in cavigliere,
cintura e pendenti, kundalas e haras, nella corona intagliata a
cuspidi appuntite, rimandano inequivocabilmente alle Ganga e Yamuna ed alle
apsaras del tempio tardo Duladeo di Khajuraho.
Il loto celebra tutti i fasti delle sue volute nella copertura a torana
sorretta da due colonnette, che culminano in riquadri di danzatori e
ballerini, in cui fa alfine la sua comparsa un kirtimukka.
Ai lati un dikpala per parte, shivaita eBahirava,, nei suoi
ayudhas superstiti, un damaru , un cobra, nel teschio infisso in una
delle jata mukutas e nei mustacchi fieri e negli occhi strabuzzanti di
quello di destra. Sardulas e guerrieri si susseguono a loro di sopra, sulla
border line tra stile della capitale religiosa e stile di provincia,
contrassegnato dalla successione immancabile di rosette e rombi floreali. Nell’
antarala, in dialogo con esse due figure di donatori in arenaria.
In perfetto stile khajurahense si susseguono quindi le bande di cinque
sakhas, la più interna e la più esterna fregiate di
volute, quella centrale costituendo il mithuna sakha canonico
di coppie amorose, affiancate da due sakhas di danzatori e ballerini.
Nella trabeazione al centro si situa Shiva, agli angoli di destra e di
sinistra Brahma e Vishnu, tra la successione intermedia delle nove divinitò
planetarie dei navagraha.
Oltre un vestibolo interno i pilastri che reggono il soffitto* del
garbagriha, due ripiani d’appoggio e la nicchia terminale in cui era
riposto il lingam., come lo è ancora in un sacello che è
identico all interno del garbagriha del tempio sivhaita della
vicina Hindorawari, sono conformati come lo sono pilastri e nicchie
ll’esterno del tempio, i ripiani come pattikas ornate di gagarakas e
takaris e profilati di rombi e rosette.
A sud dei due templi gemini sorgono i resti di un tempio minore,
pancharatha e in stile pratihara, composto cioè di portico d’entrata,
vestibolo e garbagriha. Di esso si può presumere che fungesse da
tempio laterale in un complesso panchayatana, come i tempietti, anch’essi
in stile Pratihara, che contornano il tempio centrale Lakshmana e Visvanath
in Khajuraho.
Le sue forme sono più rudimentali di quello del tempio principale, cui
l’adishtana rinvia nella sola conformazione del kumbha del vedibhanda,
mentre i rathas del janghas sono uniformi. Una madhya latas li divide in
due parti ognuna delle quali contiene un rombo diamantino, ad eccezione del
badhra centrale ove sono tre. Il varandika si riduce a una gronda chaddya.
I latas che se ne dipartono sono latina, senza ornamentazione alcuna, ad
eccezione del madhya lata, che in corrispondenza del badhra, nella sua
ampiezza maggiore iscrive il motivo ornamentale delle volute
dell’abbondanza propiziata.
Pilastri badrakas con due vasi gatha pallava terminali reggono il
portale e preludono a un portico ch’e anch’esso spoglio anch’esso di
qualsiasi ornamentazione che non sia la profilatura lineare degli stipiti,
mentre la soglia dell udumbara si fregia della sola stilizzazione floreale
della profusione vegetativa.
Più a valle si situano gli altri due templi maggiori del complesso,
entrambi elevati su una piattaforma.
L uno, più a ovest, presenta una sala mandapa antecedente il
santuario, con entrate frontali e laterali.
La sua ornamentazione e la serie delle modanature rinvia a quella del
tempio laterale appena considerato, nel vedhibanda dell’adishtana, che una
gronda chaddya a forma di karnika, tra due recessi e due kapotas,
distacca risolutamente da due corsi piatti e dalla kapota con takarikas
soggiacenti. I rathas come nei templi precedenti presentano due rombi, di
maggiori dimensioni quello inferiore, tra di loro separati da una madhya
lata, mentre il badhra ne incastona uno solo, ristretto ed allungato.
Ugualmente una madhya banda divide in due sezioni le pareti a balcone
del mandapa, con brevi pilastri badrakas superiori.
Il portale d’ingresso al santuario è profilato linearmente quanto quello
del tempio laterale precedente, e la sua soglia presenta tra due
rombi il motivo del vaso floreale dell’abbondanza nelle sue forme primordiali,
più decifrabili nel loro maggior naturalismo,.
Nella sua eleganza di proporzioni, è di una grazia architettonica
memorabile il raccogliersi delle entrate laterali intorno al tempio
centrale del Chausat Yogini mandir, sull’alta piattaforma che si distende
in uno spiazzo laterale in cui quattro tempietti si fronteggiano. Che il
tempio fosse dedicato alle Chausat Yogini lo indica il numero delle celle,
vuote ora di ogni immagine statuaria, che corrono lungo le pareti esterne
ed interne del portico intorno al santuario centrale che ne raccorda gli
accessi Se ne preserva forse solo quella ritenuta di Durga in un
tempio del villaggio ancora in funzione.
Tale testa rinvia alle statue del portale del tempio gemino di Shiva, -
Shiva Ardhanarishvara?-, così come l’ornamentazione in granito delle
pareti del santuario centrale e dei pilastri del portico delle
Chausat Yogini rinvia a quella corrispondente sempre del tempio di Shiva,
non fosse che lungo le pareti del jangha la madhya lata taglia in due il
rombo intabulatovi, di dimensioni maggiori di quello superiore.
Il tutto rafforza il senso che ci si ritrovi di fronte a un complesso
unitario, forse unitariamente *concepito, nella prima metà
del x secolo, al tempio dell’edificazione del tempio in onore di Rahila,
già defunto, e del tempio di Makarbai, ed unitariamente restaurato e
reintegrato nel suo arredo statuario nella seconda metà del secolo
seguente, come vorrebbe la ridondanza ornamentale del corredo statuario,
che rimanda stilisticamente ai tempi del tempio Duladeo in Khajuraho.
E se così fosse, dovremmo retrodatare nel tempo i templi Bhumi, come
ci inducono a congetturare le evidenze dei sikharas dei templi in Mahoba e
Makarbai e delle loro concordanze globali. riprendendo invariati
arcaicamente , nella seconda metà del secolo XI, come più tardi
in Makarbai, quanto alla mole e alle strutture e nelle parti in
granito, per la refrattarietà di tale roccia a una lavorazione più
raffinata- si pensi anche solo all’assenza di qualsiasi grasa pattika di
kirtimukkas, moduli architettonici e ornamentali definitisi e
consolidatisi già in Mahoba oltre un secolo prima, ma in cui si ritrovano
anche elementi, nella successione a filiere degli sringas dei sikharas, che
si sarebbero creduti esclusivi dell’arte Bhumi. La componente scultorea in
arenaria invece, appare invece stilisticamente espressione
dell’arte del proprio tempo, la stessa del tempio Duladeo in Khajuraho .
Quanto al tempio Chausat Yoginin ci ritroviamo di fronte ad una sua
struttura architettonica che come ho arguito in un altro report
ritroviamo in un tempio che a mio avviso è da ricondurre anch’esso al culto
delle Chausat Yogini, quello di Sijahari*, nel distretto di mahoba. Tale
asset*to architettonico amplia lo spettro delle forme assunte dal templi
delle Chausath Yogini, oltre a quello principale circolare, che ritroviamo
in Mitavli, in Bedaghat, o nell Orissa, in *, e quello rettangolare,
sempre intorno a una corte che è rimvenibile in Khajuraho.
****************
I templi Chandella così considerati o precorrono,o sussistono al
contempo di quelli di Khajuraho o ad essi sorgono postumi in forme
elaborate e scolpite solo geometricamente nelle loro componenti in granito,
corredate di statue , all’esterno, solo nelle nicchie dell’antarala e
dell’adhishthana al’altezza del badhra, ai lati dei portali d’ingresso con
una rilevanza assoluta di rombi e rosette, mentre jalaka pattern, e
palmette ricorrono nelle sole trabeazioni. Ma architettonicamente
tali forme sono più complesse e non meno monumentali, perché, con
l’eccezione di quello di Baragaon, in questo più affine, dove si
conservano un’immagine di Ganesha e di Chamunda nelle nicchie
dell’antarala, non erano finalizzati come i templi della capitale
religiosa a una visualizzazione esterna di immagini religiose,
il che richiedeva una linearità architettonica nella pianta In essi è
già presente o si tramanda un mandapa d’ingresso al garbagriha- che
può essere anche plurimo, in forme gemine o trigemine – come a Urvara,
sempre nel distretto di mahoba, e Makarbai-. Nella regione un
mandapa d’accesso al garbagriha è attestato presente in
precedenza , rispetto ai templi di Khajuraho, solo in Badari Patoh e
Gyaraspur, o al contempo in Notha. Nell’elevazione di tali
templi si sviluppa anche nelle forme di un’arte provinciale la
conquista monumentale di un plinto e di uno zoccolo, che assurgono a
podio il vedibhanda, nel quale soltanto consisteva
il basamento dei templi Pratihara.,( dei quali, come si è ripetuto,
solo il Jarai Math di Barva Sagar appare dotato di un adhishtana
completa di bitha e di pitha, zoccolo e plinto)
I loro rathas e badhra senza ornamentazioni di statue sopravvivranno
come una variante provinciale ai templi di Khajuraho nella stessa
AjaygarpP, mentre i loro sikharas costituiranno varianti del semplice
latina, o secondo la tipologia che si attesterà quale quella dei paramara o
Bhumii, in Mahoba, dapprima, come in Vyas Badora e Makarbai, o secondo
quella invalsa in Khajuraho.
Con una considerazione finale. Che nel Bundelkandh agli
albori del millennio coesistessero tipologie che si considerano per lo
più successive l una all’altra, o che ci si rifacesse, a tipologie e
forme aspetti costituenti del tempio hindu che ora ritroviamo solo a
distanza, assemblandoli e ricreandone una sintesi monumentale superiore,
può sorprendere solo chi ignori o rimuova il dato che il più dei
templi Hindu del centro India purtroppo è andato perduto, con la
distruzione da parte di Mohammad di Gazni di tutti i templi di Kannauj,
dove presumibilmente si irradiava e coesisteva ciò che oggi e
remoto nello spazio e nel tempio, e di cui templi tra i minori e più
sconosciuti serbano gli indizi remoti
Che i templi qui rilevati rispetto ai templi di Khajuraho siano il
precorrimento di un’anticipazione primordiale, un coevo *
svolgimento provinciale arcaicizzante o un postumo riproporsi
in una fase di declino, essi condividono in ogni modo con i templi
della capitale religiosa khajuraho e ne diffondono e volgarizzano, in una fissazione
in tutti i sensi granitica le innovazioni dell’elevazione
dell’adhishtana, della replicazione miniaturizzata del sikhara e
della interposizione di una sala mandapa tra portico e vestibolo del
santuario. E tale è la sintesi conclusiva di tutto quanto così si è detto
Formulazione, Ne’anticipino/ precedono, ne condividono coevi o ne
preservano postumi.---
Doni Dauni Note
Anche il Chausat Yogini mandir di Dauni presenta un’adhisthana
costituita di bitha e di pitha, in cui compare un karnika con
gagarakas tra due kapotas/ pattikas fregiati di rombi floreali
diamantini e di e rosette, con gagarakas e ai
vertici takarikas , e un vedibhandha il cui kura è traforato dal
reticolato di un jalaka pattern., mentre nel kumbha un rombo è
edicolato sopra uno stipite con takarikas e al di sotto di un
frontoncino.
Quanto resta dell’elevazione superiore lascia intendere che
come nei templi di Vyas Badhora, Mahoba e Makarbai lungo le pareti del
jangha. oltre un kapota insito anch’esso tra due recessi,
ugualmente bordato con takarikas e gagarakas,e decorato
frontalmente di rosette alternate a rombi floreali diamantini nelle
vestigia di pilastri si dipartissero proiezioni divise in varie sezioni che
inquadrano un rombo diamantino. Esse sono , profilate inizialmente ,
come nei templi antecedenti, da un kapota che replica quello
soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette
e di rombi floreali diamantini che l’adornano., e che è replicato a
conclusione della sezione da una fascia più dilatata.
Nel Chausat Yogini Mandir , come negli altri due templi superstiti di
Dauni, ugualmente i pilastri badhrakas presentano fasci di rombi e
rosette tra i due vasi dell’abbondanza.
Con i rombi e rosette similmente gli altri motivi ricorrenti
sono solo le jalakas, a staccare dal basamento il corso di vedikas
costituiti di brevi pilastri badhrakas, e le palmette e gli
ardharatnas con cyui esordiscono i rilievi delle trabeazioni.
Il tempio Shivaita evidenzia la proiezione di due transetti
IN KHAJURAHO I TEMPLI IN GRANITO
Chausath Yogini Mandir
Il Chausat Yogini Mandir appare coevo dei templi di Mau Suhanya e
del Tempio Shiva di Dauni ( Doni) in quanto oltre il kharasila in
esso solo un jadhya kumbha e un pattika intervallati da un antarapatta
precedono il vedhibanda e in esso, ugualmente, il jhangha è scandito
in rathas solo dalle nude proiezioni lisce delle pareti, che solo il
madhya banda di un pattika ornamenta e divide in due parti.
Il Chausat Yogini Mandir di Mau Suhanya appare in
particolare anteriore a quello di Urvara in quanto li accomuna nella
ornamentazione solo il dato che entrambi presentano pilastri badhraka con
roselline e rombi intermedi e senza tale motivo, mentre il tempio di
Urvara è più fiorito di roselline e rombi floreali diamantini e in esso il
reticolato di un kalaka patter stacca già la vedika delle pareti e la
trabeazione superiore
Ugualmente primevo, in granito e in arenaria nella sovrastruttura e nei
pilastri residui di un ardòmandapa, appare il tempio in Lalguan ,
come il tempio a Ganesha di Mau Suhanya-Dubhela, per la riduzione a due
sole delle modanature che precedono il vedibhandha, un jadhya kumbha
con takarikas e un pattika, laddove il tempio di Ganesha lascia
trapelare dal suolo della loro interratura una sola modanatura precedente,
e ancor più per la configurazione liscia delle proiezioni del tempio,
percorse solo da due pattikas, mentre il maggior sviluppo ornamentale è
lasciato al verandika, di tre pattikas con recessi nel tempio di
Lalguan, un pattika tra due kapotas con takarikas nel tempio di Mau
Suhanya.
A postdatare il tempio di Lalguan è però la ricorrenza
dell’arenaria e di un karnika in luogo dell’amalaka nelle torniture del
capitello baharani. La stessa presenza di un karnika, ma nell’adhishtana,
tra due pattikas fregiate di takarikas, induce a ritenere che sia di
poco ad esso posteriore il tempio di Sijari, dove fa forse la prima
comparsa tra i templi chandella,. In esso alle pareti lisce ma scanditi
sempre dal pattika di un madhya in due settori subentrano sia pure i soli
pannelli di rombi e pentagoni. Una aarandika di tre kapota fa la sua netta
comparsa.differenziale.
La mancata ricorrenza di karnika e di pitta e bitha nell’adhistana, la
riduzione dei badhra in pure sezioni lisce, di cui solo il madhya banda è
una modanatura, il cui ricorso precorre forse il loro sezionamento in due
porzioni incentrate su un rombo dilatato, fa dei templi di Mau
Suhanya e Dhubela ( Bimkund) un antecedente dunque di questo come degli
altri templi in granito dei Chandella considerati, fuori di Khajuraho,
sia pure di poco più remoti rispetto al Lalguan, antiquati dal
risalto solo nei pilastri badhraka, che vi ha il suo esordio, del motivo che
si farà poi così ricorrente poi di rombi e rosette, mentre tali templi
e templi di Bim Kundh, in dhubela, non mancano di presentare il
motivo astratto arcaico del vaso dell’abbondanza, o la ricorrenza nelle
trabeazioni di palmette e ardratna, un canone ereditato dai templi
precedenti Pratihara.
Da analizzare
Badra del Rahila, divinità al centro del mandaraka,
antarakla superiore in Badagaon.
Antecedenti templi in Sijari con badraka senza rombi e rosette,
successivi Makarbai, tempio Ganesha , Chausat Yogini in Urvara,
Chausat yogini in Dubhela vedi pilastri interni
verificare anche per la successione dei motivi nella trabeazione :
palmette ardaratna o fregi triangolari, rombi e rosette.( è cosi in Makarbai
)
karnika in Badagaon, nel tempio Rahila, in Makarbai , Sijari, (Urvara?),
non compaiono nei templi di Dhubela
cui non si prestava il granito di cui erano composti.,
E’ ai suoi tempi che si può far risalire l edificio, postdatando
però il tempio che di Rahila, è in onore , più che costituirne
un’opera. tra l’890 e il 910 d. c. A. D. o ad un’ epoca di poco
posteriore.
Modanature di base bitha, cipika, ?, pitha zoccolo
due modanature lisce tra cui una intermedia fregiata di rombi floreali
diamantini,
plinto un jadya kumba, un karnika, un kapota ornato di
gagarakas e di takarikas con un fregio di rombi
podio vedibhanda con un kura a scacchi o jalika, un kumbha com madhya
banda e rombi, un kalasa insolitamente fregiato di gagarakas e takarikas,
sormontato da kapota e pattika.
Pilastri-rathas, due sezioni in successione costituite da pattika con
gagarakas, cubo con rombi, pattika intermedia sempre con rombi,
kapota conclusiva.
Capitello bharani, kapota e pattika prima dello sringa.
Verandika pattika kapota, antarapatra a robi tra due pattine a jali.
Makara per l’acqua, nicchie nel badra all’altezza del’adhishthana
Esse risaltano rispetto ad altre intermedie poste di taglio.
Quelle eminenti sono contraddistinte nella loro rilevanza / strutturalità
fondamentale da uno sringa o sikhara terminale in miniatura. .
All’altezza della base di tali sringas si dipartono quindi le modanature del
varandika, prima di ciò che rimane del solo nucleo interno dei sikaras .
che ne anticipa presentano due sezioni in successione costituite
da pattika con gagarakas, cubo con rombi, pattika intermedia sempre
con rombi, kapota conclusiva.
Capitello bharani, kapota e pattika prima dello sringa.
Verandika pattika kapota, antarapatra a robi tra due pattike a jali.
Makara per l’acqua, nicchie nel badra all’altezza dell’ adhistana
Non solo, ma ad un raffronti puntuale la serie delle modanature appare
in tutto e per tutto identica a quella del tempio Rahila di Mahoba,
preludendo a una similarità più complessiva nell’ornamentazione, come già
nel piano, che anche nel tempio di Rahila presenta due ingressi
laterali oltre a quello frontale al singolo mandapa del tempio.
Sono particolarmente significative le particolarità insolite ad
accomunarli del jalaka pattern del kura- abitualmente liscio., e del
kalasa del vedibhanda, che di solito è del tutto disadorno.
E’ ai suoi tempi che si può far risalire l edificio, tra l’890 e
il 910 d. c. A. D. o ad un’ epoca di poco posteriore.
https://www.revolvy.com/topic/Rahila&item_type=topic
Doni Dauni Note
Anche il Chausat Yogini mandir di Dauni presenta un’adhisthana
costituita di bitha e di pitha, in cui compare un karnika con
gagarakas tra due kapotas/ pattikas fregiati di rombi floreali
diamantini e di e rosette, con gagarakas e ai
vertici takarikas , e un vedibhandha il cui kura è traforato dal
reticolato di un jalaka pattern., mentre nel kumbha un rombo è edicolato
sopra uno stipite con takarikas e al di sotto di un frontoncino.
Quanto resta dell’elevazione superiore lascia intendere che
come nei templi di Vyas Badhora, Mahoba e Makarbai lungo le pareti
del jangha. oltre un kapota insito anch’esso tra due
recessi, ugualmente bordato con takarikas e
gagarakas,e decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali
diamantini nelle vestigia di pilastri si dipartissero proiezioni divise in
varie sezioni che inquadrano un rombo diamantino. Esse sono , profilate
inizialmente , come nei templi antecedenti, da un kapota che
replica quello soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella
serie di rosette e di rombi floreali diamantini che l’adornano., e
che è replicato a conclusione della sezione da una fascia più dilatata.
Nel Chausat Yogini Mandir , come negli altri due templi superstiti di
Dauni, ugualmente i pilastri badhrakas presentano fasci di rombi e
rosette tra i due vasi dell’abbondanza.
Con i rombi e rosette similmente gli altri motivi ricorrenti
sono solo le jalakas, a staccare dal basamento il corso di vedikas
costituiti di brevi pilastri badhrakas, e le palmette e gli
ardharatnas con cyui esordiscono i rilievi delle trabeazioni.
Il tempio Shivaita a evidenziare la proiezione di due transetti
Lungo le pareti quindi del jangha
nelle vestigia di pilastri si dipartono cinque proiezioni principali
per lato, delle quali soltanto quella centrale, il badhra, è fregiata di
nicchie, che costituiscono le costolonature della conformazione
pancharatha* del tempio.
Tali
pilastri-rathas si elevano oltre un kapota, insito tra due recessi,
anch’esso bordato con takarikas e gagarakas, e decorato frontalmente
di rosette alternate a rombi floreali diamantini. Essi, da un ulteriore
profondo recesso intermedio appaiono divisi in due sezioni* ad ognuna delle
quali corrisponde una nicchia del badhra. A profilare inizialmente tali
sezioni è un kapota che replica quello soggiacente ai rathas, sia nei
gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi floreali diamantini
che l’adornano. Tale ornamentazione è replicata nella madhya bandha
di una fascia è il pregio intermedia di ambo le sezioni
dei rathas , nonche nella modanatura conclusiva della prima di tali
partizioni, mentre la seconda è terminata da una sorta di kumba liscio che
ambo le sezioni e in quelle duplice nella prima sezione, e unica nella
seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?. Tale fascia
intermedie ripartisce a sua volta le due sezioni * del pilastro nelle
specchiature di soli rombi diamantini. Rombi ancor più dilatati
sono di stanza negli stessi badhras, come si è già visto che vi ricorrono
nei loro stipiti e nei pilastri badhrakas, ove figurano alternati a
rosette, tra i gatha-pallavas di due vasi
dell’abbondanza.
20 maggio 2017
Templi in
granito di Khajuraho
I templi in
granito realizzati dai Chandella nell’intero territorio del
Jejakabund, l’attuale Bundelkand, all inizio e durante l intero corso
dell’esercizio della loro sovranità, sono di rilevante interesse non
solo in quanto rispetto ai templi in arenaria che vennero edificati
nella loro capitale religiosa- Khajuraho, prossima alla sede di
irradiamento originaria del loro potere- e nei principali centri
della dominazione successiva- Ajaygarh, Kalinjar, Dudhai, Chandpur,- il
succedersi della loro edificazione in un materiale più umile ma meno
lavorabile in forme e rilievi statuari ne fece le manifestazioni monumentali
di uno stile di provincia differente, ma in quanto , essendo gli unici
templi originari dei Chandella, nella loro evoluzione consentono di
cogliere il fissarsi dei tratti che verranno caratterizzando la
continuità e il differenziarsi della loro arte templare rispetta a
quella antecedente, e di intendere meglio quali innovazioni ulteriori
faranno dei loro templi in arenaria una discontinuità ulteriore, pur nella
ripresa iconografica che l’arenaria in essi consentiva di aspetti statuari
fondamentali dei templi hindu antecedenti.
Procedendo
in elevazione, solo nel tempio Chausat Yogini di Mahu Suhanya
in arenaria, nel Nag mandir di Mau Suhanya , presso Dubhela, nel distretto
di Chhatarpur, M. P., per altro interrato, il basamento
sorge direttamente dal suolo, così come in quelli Pratihara
dell India centrale circostante, mentre in ogni tempio in granito che i
Chandella fecero edificare si staglia su una propria piattaforma o jaghati,
come altrimenti, nei territori dei sovrani Pratihara da cui si emancipatrono
assogettandoli, è dato di riscontrare solo nei templi di Nagda e di
Osian, nel lontano Rajasthan-
Tale scabra
piattaforma appare priva di ornamentazione e costituita di più piani di
lastre, se si eccettua quella di un imponenza gigantesca del Chausat Yogini
mandir di Khajuraho che è un ammasso colossale di pietre rocciose.
Solo il
tempio sincretistico Parshavatha e il Gantha mandir di
Khajuraho e quello presso Harpalpur sembrano far eccezione a tale
sopraelevazione, essendo il primo tuttora interrato, ma ne va rilevata la
comune matrice jainistica.
Il tempio
vero e proprio come tutti quelli Pratihara anche più dimessi si compone
quindi del suo basamento, con la novità sostanziale che se si eccettuano i
templi precedenti di Mau-Suhania e quello che la tradizione vi ha
istituito in onore di Ganesha di Mau-Suhanya, per altro
interrato, tale basamento non è mai costituito dal solo
vedibhanda nella sua successione di kura, kumba e kalasa,
come nella
quasi totalità dei templi Pratihara, eccezion fatta per il Jarai Math
splendido di Barwa Sagar, ma presenta almeno altre due modanature , oltre
il kharasila.
E così per
il Chausat Yogini Mandir e il tempio Lalguan di Khajuraho come per il
Tempio Shiva di Dauni ( Doni), nel distretto di Chhatarpur a una ventina di
chilometri da Naogong, in quanto nei due templi di Khajuraho oltre il
kharasila solo un jadhya kumbha e un pattika ornata da un abbozzo di
takarikas superiori nel tempio di lalguan, - intervallati da un
antarapatta nel Chausat Yogini Mandir, precedono il vedhibanda.
Nel
tempio di Sijari, nel distretto di Mahoba, , tra due pattikas fregiate di
takarikas, fa forse la prima comparsa tra i templi Chandella la modanatura
di un karnika, ignota ai templi Pratihara, in cui solo il Jarai Math sembra
presentarne una tornitura anticipatrice,. In precedenza nei templi
Chandella era si rilevabile in quello di lalguan. ma non nel
basamento, bensi in luogo dell’amalaka quale scanellatura dei capitelli barhani
che sono il solo residuo superstite del portico che precedeva la cella del
santuario.
I templi di
Urvara, Rahila e Makarbai nel distretto di Mahoba, e quello delle chausat
yogini di Doni, che le cronologie vigenti vorrebbero tra loro differire di
secoli, mostrano pressocchè l’identico ordine di successione delle
modanature che come nei templi in arenaria di Khajuraho
sviluppano l’adhishthana nella successione di bitha e di pitha, di zoccolo
e plinto, prima del vedibhandha già canonico, un’innovazione che rispetto
alla fedele che nei templi di Khajuraho compia la pradakdshina
esterna innalzerà grandiosamente le pareti e la mole incombente del
tempio nel suo apparato statuario, tanto più che vi saranno
sopraelevati nei templi maggiori sandhara gli stessi balconi
dei transetti.
l impiego del
granito in luogo dell’arenaria nei templi ad essi antecedenti in
Khajuraho e nel Bundelkand circostante, consente le modanature di
kapotas, jadhya kumbas, karnikas e pattika, mistilinee, mentre vi
esclude quelle di grasapattikas di kirtimukkas, vi ingenera il
profluvio di rombi floreali diamantini e di rosette, jalaka patter nei kura
dei vedibhanda , come nei corsi sottostanti ai vedikas delle pareti
laterali e alle trabeazioni, ma vi preclude ogni ornamentazione lotiforme.
Il loro
ordine di successione vi è il seguente, che nel tempio di Makarbai se
ne differenzia solo nelle prime due modanature dello zoccolo, entrambe
decorate a rombi. Il basamento iniziale del bitha, o zoccolo, consiste di
tre modanature, quella iniziale e quella terminale lisce, mentre quella
intermedia è fregiata o di rombi floreali diamantini o di una
cordonatura circolare intermedia e aggettante . O Isolati
o alternati a rosette, essi sono il motivo ornamentale che pervade tutto il
complesso dei due edifici di culto gemini, in compresenza con le orlature
di pattikas e kapotas, di gagarakas inferiori e di takarikas sovrastanti, e
sono variate solo da reticoli-jalaka e palmette, che secondo un’istanza
invalsa già nei templi Pratihara, sono il fregio di prammatica del primo
corso delle trabeazioni
Sullo zoccolo
si stagliano inconfondibili le conformazioni ulteriori del plinto, o pitha,
composte di un jadya kumba , un karnika intermedio , un kapota che lo
rinserra come il jadhya kumba che è ugualmente ornato di gagarakas e di
takarikas, con un fregio di rombi. floreali diamantini alternati a rosette
Quindi si
susseguono le modanature del podio, o vedibhanda , un kura reticolato a
scacchi, secondo il motivo del jalaka pattern, un kumbha con madhya banda
fregiata di takarikas frontali, che intercorre tra rombi e le stilizzazioni
dell’abbondanza di vasi floreali, un kalasa insolitamente fregiato di
gararakas sottostanti e di takarikas superiori, sormontato a sua volta
da kapota e da pattika, ambedue abbellite con un fregio di rosette e rombi
diamantini e con gagarakas inferiori, il kapota anche con takarikas
superiori.
All’altezza
della proiezione centrale dei badhras dei templi, tra la seconda modanatura
dello zoccolo e il vedibhanda nei templi delle chausat yogini di Dhoni, e
di Vyas Badhora si erge una nicchia che conteneva una statua , preludendo
alle nicchia semplice o alle duplici edicole duplice ( in Via Badhora)( o
in Baragaon )due (nicchie) che compaiono nel badhra. Rombi floreali
diamantini ricorrono nel corso intermedio della decorazione dei pilastri
badhrakas** e lungo lo stipite inferiore di tutte quante le nicchie.
Jangha Nei
primi templi Chandella in granito- il Chausat Yogini mandir e il
tempio Lalguan e Brahma di Khajuraho, il tempio di Shiva di Doni, i templi
in Mau Suhania e Dhubela - le pareti del Jangha appaiono scandite in
proiezioni di rathas. spoglie di ogni ornamentazione in rilievo, il cui
solo motivo ornamentale il ricorso di uno o più pattikas che
fungono da bordi o come un madhya banda separano in due parti
il jangha del tempio
Nel
tempio di Sijari, ,. In pareti lisce ma scanditi sempre dal pattika
di un madhya in due settori subentrano sia pure i soli pannelli di rombi e
pentagoni.
E già nel
Chausat Yogin i mandir di Doni, nei templi shivaita di Vyas Badhora, in
quello Rahila presso Mahoba, ed in quello di Makarbai che le proiezioni del
santuario e del vestibolo si fanno pilastri ornamentati in due
sezioni, che inquadrano ciascuno un rombo floreale diamantino
ingrandito, come nelle nicchie del badhra centrale o dell’antarala,
che nei templi chausat yogini di Doni e in quello Rahila è
ipotizzabile che albergassero statue.
Si
tratta dunque per lo più di templi che in conformità con la
disponibilità e la difficoltà di lavorazione del granito, mentre dei templi
maggiori in arenaria dei Candella anticipano l elevazione su una
piattaforma e la ampliazione dell’adishtana in zoccolo, plinto e podio, con
la novità del karnika, l’esclusione del grasa pattika e del motivo
del fiore di loto e delle volute, ravvisabili solo nella piattaforma del
tempio Rahila, tranne che nelle nicchie inferiori sovrapposte
all’adhishtana, ai lati degli ingressi dei portici e nei portali
d’accesso al garbagriha, con inserti in arenaria, si spogliano di ogni
ornamentazione esteriore e di ogni icona degli dei hindu. Ciò rispetto agli
antecedenti templi Pratihara, che verranno riesumati alla perfezione in
quelli minori dei complessi panchayatana di Khajuraho, comporta la perdita
delle eminenza devozionale esterna delle statue delle nicchie di badhra e
di antarala, della installazione di dikpalas nelle proiezioni
d’angolo, i karna, di apsaras e ninfe celestiali varie nelle sontuose
paraste di pratirathas intermedie, con il venir meno di ogni esterna
pradakshina.
L’India
distante e l India che stiamo diventando
La mia mente
già intorta di suo nel mio negarmi di tutto pur di potere avere
l’autorevolezza di dire di no a quanto mi si richieda oltre le mie
possibilità, ora da parte di Mohamad, ora di Kailash, ora quanto a mia
madre da sorella e fratello che a me s'interessanio solo per questo,
rifacendomi a quanto non ho consentito all’uno per giustificare ciò che
rifiuto all’altro, non poteva trovare modo di dispiegarsi maggiormente che
di fronte alla richiesta inoltratami al telefono da Mohammad , verso
mezzogiorno, di berci insieme una birra nell Home stay dove seguita ad
essere al lavoro . Era la birra che un cliente, che aveva appena lasciato l
hotel,. aveva ordinato e non aveva consumato
Con qualche
incertezza ho consentito al momento, credendo che si trattasse di una birra
oramai pagata e che in un modo o nell’altro sarebbe finita bevuta. dal
ragazzo. Era un autentico rito di passaggio, uno svezzamento per Mohammad.
In mattinata,
mi confidava come lo raggiungevo, s’era scordato di dire le preghiere del
Ramadan, e dunque poteva tranquillamente continuare a non tenerne conto, e
consumare quella che sarebbe stata altrimenti una trasgressione grave. per
la sua fede
In realtà la
birra era da pagare e a disposizione di qualsiasi cliente. Ho chiesto al
ragazzo di farsi dire al telefono quanto costasse dal suo sovrastante e
quando h sentito l’importo , che ammontava ad oltre 200 rupie che sarebbero
finite nelle casse dell hotel dopo tutto quanto già ho versato per il
sostentamento del ragazzo, per sfamare il quale, durante il turno diurno
l’owner o boss non aveva ancora provveduto a fornire le dispensa di farina
e riso e lenticchie, obbligandomi per il doppio del suo miserrimo stipendio
a sfamarlo in casa nostra, grazie a Kailash addetto in cucina, mi sono
rivoltato e ho detto no, reiterandolo al ragazzo che non voleva farsi una
ragione del mio rifiuto.
“ Tu
seguiteresti a chiedermela, e non posso renderti dipendente da una bevanda
che costa il doppio di quanto guadagniate tu o Kailash lo stesso giorno.….
Io non sono
islamico, e per me bere birra non è niente di negativo, si tratta di ciò
che significa il suo berla e pagarne il costo nelle nostre condizioni di
vita.
Almeno
dovremmo telefonare anche ad Ajay, e chiedergli se vuole berne anche lui e
lasciargliene un po’. E pensa che bello se ritorno a casa e dico a Kailash
che ti ho pagato da bere una birra, quando insieme non ne beviamo mai, e ho
fatto di tutto, innanzitutto astenendomene, perché smettesse di bere ogni
tipo di alcolico e non si rovinasse la salute e la reputazione.
“ Ma lui è un
bevitore lo stesso. L’ ho.visto più volte bere…
“ Lo so, e
chissà quanto denaro così mi ha buttato via che serviva ai nostri bambini
Ma non beve più da tempo, o almeno si sforza …”
Il ragazzo si
dava da fare nella hall, saliva e scendeva la scale, mostrandosi tutt’altro
che consenziente.
“ Ma quando
ne abbiamo parlato al telefono ne eri contento…”
“ Ed ora ti
sto dicendo quello che ti direbbe e vorrebbe che ti dicessi tuo padre.
Consumassi
pagando, in una situazione normale, poi mi chiederesti ancora di bere
insieme altre birre, e mi diresti di non poterne fare più a meno, quando ti
vengo a trovare, ti conosco Mohammad. Non posso permettertelo e non posso
permettermelo.”
Il ragazzo mi
precedeva senza fare parola nell'uscita dall' hotel, e quando lo incrociavo
e lo salutavo, con kurkurè e patatine per pasto, indispettito non mi
rivolgeva la parola.
Io che invano
gli avevo ripetuto come in questi giorni la mia mente fosse stata devastata
dai contatti che avevo ripreso con me i miei familiari italiani, dal loro
disconoscimento che un altro era il mio mondo da quello che era diventato
il loro, e che altri ne erano gli ordini di grandezza economici e l entità
della parola sacrificio , che invano l'avevo pregato che avesse riguardo
della mia fragilità pericolosa, mi precipitavo in casa nella mia stanza,
raccattavo tutti i soldi che vi erano disponibili, per fare istantaneamente
ritorno infuriato alla reception dell hotel, e scagliarveli di fronte al
suo sovrastante gridando “ Sono per Mohammad, per tutte le birre che voglia
bere e per fare sesso…”, un riferimento non velato all’ uso prevalente che
si fa dell hotel, e che Mohammad nella sua verginità ha dovuto affrontare
in modo toccantee, riordinando stanze lasciate nel caos totale,
raccogliendo condom al cioccolato, di cui, più che lo scrivente, sapeva l
'uso anale.
Poi solo una
seconda volta rispondevo al suo richiamo al telefono, che mi lasciava
almeno intendere che non si era irrigidito nella sua scontrosità, e gli
ripetevo per quali uso gli avessi lasciato tutto quel denaro.
" In
this way You can enjoy..."
Il ragazzo me
lo sarei ritrovato di lì a qualche minuto in stanza , pronto a dirmi mentre
la mia mano già ne scompigliava i capelli, carezzandolo tormentosamente
“ I am a
child,..."
“ Io sono
stato piuttosto un bambino, dicevo accogliendolo in un abbraccio più forte,
felice di ritrovarci già amici come prima l uno tra le braccia dell’altro.
Con se aveva
il mio denaro ch' era finito sparso alla rinfusa.
Meno forse di
quanto avevo sparso, a ricordarmi, in virtù del soprastante, quanto l
intelligenza indiana sia specializzata nel profittare di chi perda la
calma.
“ Ieri ero
venuto per dirti il proverbio secondo il quale chi resta tranquillo può
dominare il mondo…Oggi che non sono ora in grado di insegnarti niente…
“ E 'la
nostra amicizia, la nostra amicizia che conta… Ho sorriso, quando hai detto
al telefono a che poteva servire il tuo denaro. Per quello ci vuole molto,
molto di più”
Nel poco
tempo che ci restava, chiedevo ulteriori ragguagli sulla sua situazione in
hotel.
“ E il riso,
la farina, le lenticchie le hanno portate in cucina, per provvedere a te
come fanno per i clienti, andando fin chissà dove per procurare loro da
mangiare?”
Nulla, ma
questa mattina il sovrastante gli aveva cucinato la colazione. In compenso
l'owner, il padrone, ieri sera gli aveva chiesto di curvarsi a pulire a
mano tutti i pavimenti con un secchio d’acqua e lo strofinaccio. Così
sarebbero venuti ben più lindi…Questa ordinanza gliel'aveva trasmessa dopo
che l impiego iniziale alla reception si era esteso alla pulizia di tutte
le stanze, dei corridoi, dei balconi, all’utilizzo del ragazzo in
lavanderia ed in cucina., per l innaffiatura delle piante e il riassetto
all’esterno.
“E tu?”
“ Ho
mentito…Gli ho detto che mi sarebbe venuto un gran male alla schiena se mi
fossi inchinato e lui ha lasciato perdere…” “
La
depressione con cui la mia mente accoglieva quanto mi veniva dicendo, non
era in grado di riconfortarlo, ammaestrandolo che così apprendeva ogni
aspetto del mestiere, che gli conveniva rifarsi alle opportunità che poteva
trarne, nel lavarsi i panni e fare la doccia, cucinarsi almeno qualche
papadam, tornando a ripetergli quanto riprendere la scuola potesse
servirgli per salvaguardarsi dalle pretese eccessive del suo boss.
“ Mentirgli,
certo, e che ti resta da fare? Loro si lamentano di non trovare ragazzi con
delle capacità., dicono per questo di voler mollare tutto Poi quando ne
trovano uno speciale che le capacità le ha tutte, come te, ne fanno un
gulam, lo riducono a uno schiavo. Obbligandolo a essere “ciatur” e a
mentire…”
Anche ieri
gli avevo detto quanto mi amareggiasse la situazione di Kailash, che
anch’egli era stato assunto per 12 ore, la notte, ed ora è richiesto il di
quanto la notte.
"
Kailash, quando riprendi?"
" Come
mi chiamano di nuovo"
L’avevo
lasciato ieri sera in hotel, e già ve l’avevo ritrovato al telefono di
nuovo a mezzogiorno, dopo che vi era rimasto tutta la notte..
“ Il padrone
deve andare a Mahoba…”
“ Gli ho
detto che per me può lasciare l hotel quando vuole, che in simili
condizioni nessuno lo obbliga a restarvi…Ha oramai quarant’anni, è padre di
tre figli..”
“E che
potrebbe fare invece?
“ Piuttosto
anche restarsene solo in casa a prendersi cura di Ajay, di Poorti e di
Chandu. Mi spiace non sono indiano, e mi è intollerabile che per non più di
4.000 rupie uno si senta padrone della sua vita. Kailash è una persona, e
un amico che amo”
Il mio punto
di vista sul padre l ho espresso anche ad Ajay, il quale è stato d’accordo
sul fatto che papà avesse ben motivo di lasciare l hotel ad ogni momento.
Quanto a Mohammad, non aveva ragione a suo dire di lamentarsi, per Ajay era
ovvio come lo splendere del sole che un ragazzo in hotel debba essere
impiegato in tutte le mansioni che si presentano.da assolvere
Raggiungevo
Kailash sul far della sera, in hotel dove era confinato di nuovo, e dove
una prima volta si era sottratto a un nostro incontro. Pochi preliminari,
ed aveva da dirmi quel che in mattinata gli era successo in hotel., e che
spiegava escandescenze cui si era lasciato andare in famiglia, perché non
aveva voluto parlarmi.
Quando la
coppia di indiani di Lucknow che era l unica che vi soggiornasse aveva
lasciato l hotel, lui si era sbagliato nell’addebito del pernottamento, ed
invece di due notti aveva chiesto che ne pagassero solo una, per l 'importo
di 2.000 anziché di 4.000 rupie
Un errore che
gli costava la perdita di metà della sua retribuzione mensile, che
pregustava già di percepire dopodomani.
Come
costernato se ne è reso conto, ha cercato di mettere a frutto le
conversazioni che aveva avuto con la coppia(,) ricordandosi che aveva
suggerito a entrambi di fare rientro in Lucknow via Chhatarpur, Mahoba.
Con un suo
amico tassista si è messo così sulle loro tracce sulla via di Chhatarpur,
dove ha avuto la buona ventura di raggiungerli , facendosi consegnare l
importo di 2.000 rupie che fraudolentemente avevano taciuto alla reception
ch’ egli avesse avuto da ritirare ulteriormente da loro .
Così gli
restavano però addebitate le 1.500 rupie della corsa di andata e ritorno da
Chhatarpur, che sarebbero state richieste dal tassista al padrone e che
questi, rifacendosi su Kailash, avrebbe decurtato, “ cut”, “ tout court”,
dal suo prossimo stipendio.
Accasciato
accusavo il colpo e mi portavo le mani al volto al cospetto dell’amico..
Quindi
estraevo le 1.500 rupie che sarebbero mancate al suo stipendio, ch’egli di
lì a poco mi infilava delicatamente nel taschino della camicia, dopo averne
in un primo tempo accettate 1.000
“ Con tutto
il lavoro extra senza over money che hai fatto per quell’individuo di cui
sei al servizio “
Di li a poco
Kailash era di ritorno con una Coca cola frizzante in un bicchiere d’acqua.
Avrebbe
provato a chiedere al padrone se poteva soprassedere. Si consolava del
fatto che se la vettura non avesse raggiunto quella coppia, con le 2.000
rupie avrebbe perduto anche le 1.500 della corsa, che il capo che tiene a
lui così tanto, che solo in lui ripone piena fiducia, non avrebbe mancato
di detrarre integralmente dal suo stipendio, sicché per un mese avrebbe
lavorato di giorno e di notte per zero, zero zero, al più 5.00 rupie.
Mi
allontanavo per seguitare intorno al tempio Matangheswara i miei studi sui
templi Chandella in granito, ne ritornavo da Kailash per riconsegnargli
quelle mille rupie, certo che un qualsiasi padrone indiano non avrebbe
usato all’amico sconti, remissioni o indulgenze.
Quanto alla
birra che avevo negato a Mohammad, certo che si fa così con i ragazzi, mi
ribadiva Kailash, anche lui si era rifiutato di berne, quando era stato
invitato a farlo al raggiungimento della coppia di Lucknow, dall’amico
tassista che sedeva ora al suo fianco.
In Khajuraho
la devono soprattutto i Lapkas per mostrare che hanno messo soldi da parte,
è l’allentamento dei costumi che ostentano i ricchi, mentre i muratori, i
masjdur devono whisky indiano di mahua, assai più economico e dannoso.
Al computer ,
poi al mio rientro in stanza, mi sarebbe comparsa l immagine di Angela
Merkel intenta a bersi gaudiosa la più dissetante e invitante pinta di
birra
Razza padrona
"Are you
sleeping?” è il rimprovero che a Kailash ha inoltrato ieri mattina il suo
padrone, uno dei figli del proprietario dell Hotel Harmony, per averlo
sorpreso tramortito dal sonno tra le 9 e le 10 del mattino.
“La verità,
mi ha detto Kailash, è che anche ieri notte in Hotel non ho dormito per
tenerlo aperto e avvistare i turisti indiani che arrivassero prima
dell’alba”.
Anche stamane
a 45 giorni dalla sua assunzione, non se ne parla nemmeno di retribuirlo,
il proprietario dell’hotel Surya è uno dei tanti che gli chiede ogni giorno
di passare alle sue dipendenze, ma per il rispetto che ha per il suo
padrone più che per me e per i suoi figli, Kailash tergiversa ancora senza
decidersi.” Kailash, gli ho appena ripetuto, per pagarti il tuo padrone
deve fare soltanto quello che ho appena fatto per te e i nostri cari,
andare all atm e prelevare 4.000 rupie invece delle 10.000 che ho appena ritirato
per noi tutti”.
E’ lo stesso
per Ajay, e lo stesso per Mohammad. Manoj, il suo proprietario, se ne è
andato fuori di Khajuraho dopo avere solo promesso che provvederà al
pagamento quando farà ritorno. Con il ragazzo che è di turno di notte è già
in ritardo di 10 giorni nel pagamento del salario che gli spetta.
E' la solita
storia, per Kailash, Mohammad, od Ajay, di un proprietario o big owner che
si assenta, e ai figli o a chi resta non dà alcuna disposizione o mandato
di pagamento dei salari dovuti ai propri lavoratori
“Mohammad,
voi avete bisogno di quel denaro per mangiare e per campare, il vostro
salario viene prima di tutto, che ne sarebbe di Kailash e dei suoi e di te,
se oltre al salario non riceveste il mio aiuto? E’ o non è così? Che ci
vuole a tenere conto in un registro di quando i propri lavoratori devono
essere pagati e assicurarne la retribuzione prima di qualsiasi partenza.
Quando lascio la casa di Kailash io pago in anticipo ogni conto in sospeso”
“ Yes, but
save quiet mind , don t be exagerated…”
Al che
innervosendomi ulteriormente più di quanto le sue parole potessero calmarmi
“ Sono io, o è la situazione che è troppo esagerata?”
E’ la stessa
storia, quella di Kailash, di Mohammad, di Ajay, che è alle origini della
mia acquisizione di uno smartphone Lenovo, di seconda mano, che ho dovuto
pur procurarmi per provvedere nei prossimi giorni alle fotografie dei
templi di Akora, nell'Uttar Pradesh.
Era di un
amico di Mohammad in Kanpur, il cui padrone se ne è andato in
pellegrinaggio alla Mecca senza dare disposizioni perché il giovinetto
fosse remunerato E siccome a giorni incombe la festa di Id, per la quale
serviva assolutamente un vestito nuovo all’amico di Mohammad ed a sua
madre, il giovane si è rifatto a Mohammad per procurarsi i soldi degli
abiti rivendendo lo smart-phone, il ricavato della cui vendita gli è
pervenuto per il tramite di un cugino di Mohammad che in Kanpur ha fatto
ritorno.
Se c’è una morale di fondo di tutto questo é che
Mohammad e Kailash sono oramai entrambi molto più forti di me, in un India
dove sopravvive e resiste chi non ha alcun senso dei suoi diritti o ne fa
tacere la voce.
Per un primo
bilancio di questo mio soggiorno in India
Chiedevo ieri
a Mohammad che avevo raggiunto in albergo, se poteva condividere la mia
soddisfazione per come durante questo mio soggiorno indiano che volge al
termine, con la mia situazione personale siano mutate la sua e quella di
chi qui ho caro come lui A febbraio ero giunto in India dopo essere appena
risalito dalla depressione più acuta, ogni mattina mi chiedevo in che modo
potessi togliermi la vita, ogni volta che mi recavo a trovare mia madre
dovevo resistere all’attrazione del vuoto che esercitava su di me l’altezza
del sesto piano a cui abita, e il ragazzo l’avevo trovato nello stesso
precipizio cui potevo guardare ora a distanza dall alto, in preda alle
stesse crisi suicidarie da cui ero reduce, per la miseria familiare e il
suo infelice amore di M.Nella sua esistenza inerte stazionava in attesa di
accingersi agli esami di licenza della decima classe senza aver alcuna
possibilità di un buon esito,/ valido, poiché durante l’anno in corso non
aveva frequentato la scuola per i suoi travagli mentali.
Di li a
qualche settimana il padre avrebbe chiuso il suo spaccio di the per non
esservi costretto dal marahaja, di fronte alle rimostranze dei venditori
retrostanti del suo bazar, convinti che i discorsi irriguardosi verso la
religione hindu degli avventori mussulmani del padre allontanassero dai
loro negozi i clienti hindu.. La situazione familiare si sarebbe così
aggravata fino ai patimenti della fame, prima della partenza dei genitori di
Mohammad e della sorella per la casa della nonna materna, in Kanpur ,
mentre il ragazzo sarebbe rimasto in Khajuraho in cerca di un lavoro
quantomai improbabile, nel corso della bassa stagione turistica con
l’avvento del caldo.
Nello stesso
frangente di tempo la sua chiusura temporanea avviava a un suo epilogo il
nostro negozio di handicrafts, in cui Kailash ed Ajay si erano avvicendati
senza guadagni di sorta, e l’autoricksaw che il mio amico lasciava affidato
alla guida di Raju non compensava che in rare occasioni i mancati introiti
del negozio. La mente di Kailash intanto si veniva per questo oscurando, ed
il suo indebolimento per l’angoscia di non riuscire ad assicurare un futuro
alla moglie e ai figli si faceva perdita di fiducia e chiusura tetra nei
miei confronti
gelosia
ossessiva e investigazione indiscreta nei riguardi di Mohammad, che temeva
di nuovo che gli insidiasse il mio sostegno. Si intensificavano le pratiche
religiose rituali del suo culto di Hanuman, il suo bisogno di dormire
sempre di più , la tentazione di darsi di nuovo all’alcool per sopirvi il
dolore della consapevolezza mentale
Ma oramai, a
due mesi di distanza, Mohammad un lavoro per 3.000 rupie al mese, per
improbo che fosse, l’aveva da più settimane, nell Home stay in cui ci ritrovavamo
e di cui era divenuto il factotum diurno oramai insostituibile per la
fiducia riscossa, tanta ne è la bravura e l’afffidabilità, quando all
inizio era stato assunto in prova per svolgere una sola mansione, ed il
padre, rientrato da Kanpur prima della moglie e della figlia, era ora il
conducente dello stesso autorickshaw di Kailash, Come il figlio, dalla
reception dell’ home stay, questi poteva assicurargli clienti di sightseing
escursioni turistiche, o in arrivo dalla stazione ferroviaria o ad essa di
ritorno, ora quale addetto generale dell hotel Harmony in cui dopo molti
anni era tornato al lavoro, per un incarico che avrebbe dovuto essere solo
notturno, mentre ora il padrone lo voleva a sua disposizione ventiquattrore
su ventiquattro.
Già l’altro
ieri Mohammad mi aveva avvertito di non illudermi sul fatto che per queste
ragioni fosse ora felice, solo perché il suo volto era ridente e non si
abbuiava più , ed i suoi discorsi non declinavano più lungo una certa china
Con il lavoro
era venuta meno la realtà diurna esterna all’hotel, che il proprietario
considerava un regno di cui per 3.000 rupie aveva fatto il suo schiavo, ma
ora, questa era la differenza, egli era più forte nell’affrontare la vita
“ E’ proprio
così, come già supponevo, anche per la ragione che pure se ti ho detto che
se lasciavi l hotel avevi la mia comprensione,, tu hai voluto restare, per
scrivere i contenuti di questo nuovo capitolo della tua esistenza”-
“ Prima, sai,
non ero attivo, non mi prendevo cura di niente. Ed è come se solo ora con
il lavoro io sia entrato nella realtà, .imparando che cosa sia un padrone.
Ma per 3.000 rupie egli ha al suo servizio una persona. non un robot. E
anche i robot richiedono tempo per la loro ricarica, mentre lui pretende
che al suo servizio io non conosca riposo ”
L’ultimo
divieto che il suo boss gli aveva espresso era quello di fare uso del suo
smartphone durante le 12 ore di servizio. Lo lasciasse in una stanza, per
riprenderlo solo quando dodici ore dopo avesse ricevuto il cambio dal ragazzo
di turno la notte..
Ma Mohammad,
ben più forte di me, che di ogni persona che ha potere conservo una fobia
succube che rasenta il terrore, non lo temeva affatto, e la linfa
prodigiosa della sua intelligenza spontanea sapeva suggerirgli ogni
escogitazione astuta per ovviarne la pressione esplosiva.
“ Certi
lavori, come la pulizia di questo salone, è meglio farli bene, non per il
meglio. Altrimenti poi mi manda a pulire anche il terrazzo.”.
Per parte mia
al ragazzo seguito a consigliare il rientro a scuola anche per difendersi
dalle istanze oppressive del suo capo, così come la permanenza in hotel lo
difende dallo speculare lucrativo sulle sue fatiche dei suoi familiari, che
guardano ora soddisfatti solo alla remunerazione del suo lavoro, e tendono
a non tener conto, o debbono ignorare, ciò che per quel salario deve
subire.
Quello che si
presentava come un home stay, nel corso della stagione turistica morta si è
rivelato un albergo a ore per coppie di amanti, di cui Mohammad, che tutto
sa del sesso, ma che è vergine, deve raccogliere i resti in camera della
consumazione dei rapporti, lenzuola e condom. Alcuni giorni avanti un uomo
gli ha inoltrato un lenzuolo da sostituire macchiato di sangue, perché la
giovane era al suo primo rapporto ed era stata da lui appena deflorata..
“ Ho vomitato
due volte, mi ha confidato Mohammad, ancora sotto shock, “ e aveva la testa
“ rumnning running”, che mi girava, mi girava.. Dal corridoio potevo
sentire le grida della ragazza”
Mi ha chiesto
il nome in inglese della membrana che le era stata rotta con la
deflorazione, poi alla voce imene ha cercato immagini di vagine aperte,
dove si pubblicizzava come una donna possa ricostruire la propria verginità
fisica, prima di abbandonare lì tutto con il dirmi “ Ah, ma io di sesso non
ne voglio sapere, , non mi interessa”
A volte
vagheggia di sposare la cugina che gli è destinata in sposa, ma il più
delle volte torna sull idea fissa di non maritarsi, che è l orientamento
sempre più diffuso di tanti giovani indiani. Vale la pena per loro di
sposarsi solo se si ha un lavoro retribuito bene, e maritarsi è comunque
avversato, perché comunque genera tensione, litigi continui, ti riserva una
moglie e dei figli che vogliono che tu ne sia il servo, il loro gulam,
continue beghe da sedare tra madre e la moglie.
“Ma i bambini
sono così belli, Mohammad, pensa a Chandu.. “
“Se ne può
sempre adottare uno, l’Ali di cui saresti il Babbà” è la sua consueta
risposta divertita.
Nel suo cuore,
in verità, c’è ancora uno scomparto dolente per la perduta M.
Ma la sua
volontà di rivalsa su di lei , per quanto per lei ha sofferto, si prefigge
continue piccole vendette, sue revenges, non lo sfregio con l’acido con cui
in casa tinteggia i vestiti, ma l’hackeraggio devastante, di cui è già
maestro.
Così una
volta a lei e al fratello ha fatto scomparire ogni dato del cellulare di
cui conosce il numero, ed in questi giorni mi ha mostrato come con certi
programmi che ha hacherato, convertendo la voce da maschile a femminile,
può appropriarsi di un numero di telefono per corrispondere con un altro
ancora, quello del futuro sposo di M. con la voce simulata di lei, per
farle dire le cose più obbrobriose e rovinose della propria reputazione.
Oppure ha fantasticato
di bloccare per un anno il conto corrente della ragazza, di indurla a
doversi recarsi in banca per ritirarne l’ammontare di un acquisto
impostole, e vedersi decurtato il conto in banca di un quarto di quanto vi
ha depositato.
“ E’ multipla
la nostra mente, “ nel recedere dai suoi criminosi intenti ridacchia
Mohammad , e certi suoi settori sono veramente sporchi…”
“ Sembra
proprio, Mohammad , che in India gli hackers abbiano sostituito il
tantrismo come magia nera”
“ Si, e se è
per questo c’è anche una scuola per hackers, in Delhi” mi erudisce il
ragazzo.
E ‘ bene, io
credo, che con me che ne sono con il suo più caro amico confidi tali cose,
perché così si fa consapevole dei suoi lati oscuri, di come io e lui, come
ogni altro, siamo dei gran madarchod, e perda ogni presuntuosa supponenza
di giudice di una perfezione assoluta del fare altrui.
Solo che
altre volte, come quando mi chiede se anch’io guardi i filmati pornografici
di You tube e allora mi masturbi, temo che l’eccesso di confidenza e di
affettuosità intima che tra noi intercorre mi inibisca di essere la sua
backbone, la sua spina dorsale. Più compromettente per la mia immagine
educatrice, di “ vecchio bambino”, è in realtà la depressione che mi
esaspera e mi esagita al suo cospetto, o quando con lui sono al telefono,
se mi sommuove di dentro l inferno delle mie relazioni familiari.
S’invertono allora le parti, ed egli, assumendo i panni di sufi che gli
s’attagliano a meraviglia, con la naturalezza più immediata sa sentenziare
immediatamente a me, divenutone allievo, le risposte e le massime più sagge
e illuminanti
“ Lascia
passare del tempo prima di rispondere, La risposta immediata è piena di
rabbia e contiene cose di cui potresti pentirti.
“ Sii dolce
nella tua risposta. Lascia parlare il cuore”
In realtà le
sue supposizioni sulle mie frequentazioni pornografiche erano state
alimentate da un indirizzo compromettente che non è sfuggito ai suoi occhi
tra le cronologie del mio computer, - vi ricorreva non sapevo come, e nel
tentativo poi di rimuoverlo ne ho rilevato innumerevoli altri che facevano capo
a siti porno in hindi, o coreani, quali un sunny lion naked fuck,
indelebile, o un koren xxx, Erano in data 6 maggio di quest anno, quando io
stavo in Delhi, ed il mio computer era rimasto nella mia stanza. Ne ho
parlato a Kailash, ed egli si è ricordato che proprio quel giorno vi aveva
alloggiato un cugino della moglie, che aveva così spaziato in internet.
durante tutto il tempo della sua permanenza. ( continua
Per un
bilancio conclusivo di questo mio soggiorno in India
Seconda parte
( Così
terminava la parte precedente...
In realtà le
sue ( di Mohammad) supposizioni sulle mie frequentazioni pornografiche
erano state alimentate da un indirizzo compromettente che non è sfuggito ai
suoi occhi tra le cronologie del mio computer, - vi ricorreva non sapevo
come, e nel tentativo poi di rimuoverlo ne ho rilevato innumerevoli altri
che facevano capo a siti porno in hindi, o coreani, quali un sunny lion
naked fuck, indelebile, o un koren xxx, Erano in data 6 maggio di quest
anno, quando io stavo in Delhi, ed il mio computer era rimasto nella mia
stanza. Ne ho parlato a Kailash, ed egli si è ricordato che proprio quel
giorno vi aveva alloggiato un cugino della moglie, che aveva così spaziato
in internet. durante tutto il tempo della sua permanenza. ( continua)
Seguito (
stesura provvisoria)
L’amico ora
lo vedo e gli parlo in tarda mattinata quand’è di rientro dall hotel
Harmony, o quando sul far della sera debbo risvegliarlo dai sonni
pachidermici che richiede la sua meravigliosa mente, nelle patologie
incombenti, di una la schizofrenia paranoide, altrimenti lo raggiungo in
hotel ove distesamente ora ci parliamo e ci confrontiamo. La sera con me
l’uomo di casa ora è(il ) figlio Ajay, di rientro dal suo turno diurno
nella Casa di William, l’hotel dove cessate egli le scuole con un esito
positivo dei più striminziti, ha raccolto l'invito di un amico e si è messo
al lavoro senza mai assentarsi un giorno o riscontrare ardui problemi.
La sua
presenza è indispensabile di notte perché io non posso dormire in un' unica
stanza con la madre e la sorellina e il mio amore di bambino, Chandu
adorato, e devo accomiatarmi da loro non appena Vimala , lavate in cortile
le stoviglie, si accomoda sulle stuoie distese sul pavimento a dormire,
viene spenta la luce e nella camera rimane diffuso solo il clangore
luminoso dei cartoon che Chandu seguita imperterrito a guardare alla
televisione , mentr’io mi ritiro nella mia stanza per le ultime mie cose al
computer.
E’ Ajay che
la sera subentra al padre in cucina per prepararmi la pietanza della cena,
il più delle volte saporitissimi quanto semplici spaghetti al pomodoro, al
mattino per cucinarmi fragranti omelettes, mentre la madre predispone nel
frigorifero o ne preleva per me le bottiglie di acqua potabile messavi a
raffreddare.
Ma in cucina
, uno stanzone chiuso, di sera e al mattino, e ancor più di mezzogiorno,
ora cucinare è davvero improbo cimento, perché vi si raggiungono
temperature infernali che superano quelle che ora surriscaldano l' India
tutta, allora Kailash vi resta in mutande, tracimando sudore mentre è
addetto al fornello, dapprima per preparare deliziosi piatti leggeri e
insalate di frutta per me e lo stesso Mohamamad , se non ha potuto fare
rientro a casa dal vicino home stay, poi immancabilmente chappati e verdure
piccanti, o riso e curry, per se e i figli e la moglie, che lo coadiuva.
E’
meraviglioso come quando cucina per Mohammad , sistemi le razioni nei
comparti della gavetta con una cura e un’attenzione delicata che è ora
affetto vivo e stima sincera del ragazzo, non più l offerta riguardosa
dell’” acqua amara della gelosia”, dedita al ragazzo per contentarmi nella
persona che egli era disperato che io potessi amare più di lui.
Anche ieri
sera l’amico mio meraviglioso, distogliendosene, ha dovuto stornare il
maldicente perfido di turno, che nelle perfide sembianze del sovrastante di
Mohammad gli ha mormorato di quanta amicizia vi sia tra me e il ragazzo, “
more than the friendship between Your friend and You” , a quanto rivelavano
le nostre effusioni affettive che avevano colto le videocamere interne.
Quando
Mohammad ha intrapreso a lavorare, Kailash non mi taceva i suoi dubbi cheil
ragazzo volesse davvero fare al mondo qualcosa, “ Finora non ha voluto
studiare, vedremo quanto vorrà lavorare” e pur nel ricredersi ha seguitato
a diffidarne, consigliandomi di non lasciare il mio portafoglio alla sua
portata, quando nell home stay vado nel bagno della camerata a fare la
doccia.
Comunque sia,
ho dovuto fargli intendere che la frequentazione di Mohammad, ritrovarlo in
Khajuraho quando esco di casa, mi ha consentito quanto ancora una fa mi
sembrava impossibile, restare in India mesi e mesi senza mai sortire da
questo villaggio, un autentico esercizio di temperamento dello spirito, i
cui veicoli meditativi sono il lasciar perdere ogni allettante prospettiva
di viaggio perché non me lo consentono le risorse in denaro e fisiche che
evaporano, e il persistere nelle stesse abitudini quotidiane qui ogni
giorno di nuovo, dove, ancora l'estate scorsa, per riconfermare la mia
presenza allucinata dalla depressione cronica, dovevo rinnovare ogni
pomeriggio il rito archeo-turistico di visitare i templi hindu che studiavo
e di cui scrivevo, con l indian ticket che mi era consentito dal diritto di
residenza del mio visto di impiego, chiedendomi come avrei trovato la forza
di perdurarvi altrimenti.
“ Ora c’è
amicizia stretta tra mio padre e uncle Kailash” finanche èuò compiacersi
Mohammad, che a lungo, a sua volta. non ha voluto saperne di fidarsi di
Kailash
“Ha tanto
cuore. mi diceva, ma quando la sua mente impazzisce…”
Il padre di
Mohammad in realtà ha sempre ispirato fiducia e simpatia umana a Kailash ,
per la sua natura di “ simple man”, la cui trasparenza di intenti tradita
dai cattivi consigli del ricco parente Bilal in cui ha riposto la più cieca
credulità, è valsa a far dileguare nei suoi riguardi l’islamofobia el mio
amico, che pure ha esitato per anni a fare rientro nell hotel Harmony ,
perché avversava il muslim che credeva vi imperversasse al servizio
personale dei padroni, di cui era entrato nelle grazie, per entrare in
quelle dei clienti di cui farsi conducente e accompagnatore non soltanto
occasionale.
“ E' davvero
un bel gran risultato, mio caro Mohammad, che la mia famiglia hindu e la
tua famiglia musulmana qui in India abbiano trovato modo di
cooperare…Dicevi tu stesso che Muslim ed hindu vano d'accordo come cani e
gatti...”
“ Ora ho
un’altra famiglia, nella tua e di Kailash…”
“ E con
quanto tu assicuri ogni mese e con quanto guadagna tuo padre, non avete più
il problema di come trovare i soldi per mangiare, Kailash ha un suo
salario, quanto Ajay, fino a che cominciano le scuole, ed egli comincia a
rivedere la luce, la sua mente è piena di pace…”
E dire che come
sono arrivato in India, sedatisi i miei incubi letali che mi strozzavano il
respiro , dovevo evitare lo sbando tra il duplice ricatto di un Mohammad
che mi stava dicendo che la sera in corso precedeva l ultima notte della
sua vita, e Kailash che mi ammoniva di ricordarmi di Bahoriband, dove un
padre di famiglia di cui gli avevo detto e di cui mi faceva balenare che
poteva seguire l’esempio, aveva sterminato con il cane l’intera famiglia
prima di suicidarsi con la stessa arma da fuoco che aveva usato contro di
loro.
In realtà da
allora, come mi felicitavo con Ajay, papà non ha più inscenato dramas
atroci con la moglie ed i figli, o si è mai scontrato con me, come con il
calare delle ombre della sera la sua mente si ottenebrava, l'alcol
esasperandone le turbe psichiche.,
Così per la
mia felice scelta di fare ritorno in India, come ho scritto inutilmente in
una recente missiva. “qui tra persone a me care e a cui sono caro, ho
ritrovato di nuovo la mia salute e la mia felicità mentale, propiziando la
loro, ed ho una vita ancora da vivere”
( Continua)
6 giugno 2017
Fino a un
anno fa, nella mia vita intellettuale culturale, nei miei viaggi e nelle mie ricerche archeologiche mi ha soccorso il senso di
una missione che avevo da compiere,
tramite la mia esperienza dal vivo e negli scritti che ne
traevo, in scritti, che come la
Volontà in me del Padre mio che è nei cieli su tutto aveva il primato,
compresa ogni istanza familiare, ma
che prima o poi era votata a emergere alla luce dell’affermazione e del riscatto
di tutto..
Quanto poi a
chi dovessi prestare soccorso, ho sempre ritenuto che prima che i vincoli
di sangue dovessi considerare quanto il mio aiuto fosse
indispensabile, privilegiando tra chi amavo chi non reperiva altro soccorso che il mio.
Ma come la
mia mente si è trovata alla resa dei conti del venir meno precipitoso delle mie risorse disponibili e di ogni
confidenza nella mie capacità o possibilità di farmi valere nei miei
intenti e progetti, per eccellente che ne fossero l’ispirazione e gli esiti
investigativi o artistici, pur di
salvaguardare ciò che ancora mi dà vita, il mio ritorno in India allo
studio e alla fruizione della sua eredità culturale presso le persone che
amo, propiziando con la mia la loro salute e felicità mentale, nel
benessere o nella salvaguardia dalla
miseria che assicuro loro, senza far venir meno per questo l aiuto che reco
a mio madre da figlio con minori facoltà contributive e propensioni
affettive, più di quanto già non
facessi ho intrapreso a negarmi di tutto e a non consentirmi più niente.
Solo cosi, nella mia vulnerabilità
psicologica potevo trovare la forza
di dire di no a chi, contando sul mio aiuto, seguitava a chiedermi con ogni sorta di
ricatto umano quanto eccedeva un uso accorto delle mie risorse.
E non è che i
ricatti psichicamente più distruttivi venissero da chi aiuto in India,
anzi, se solo considero chi pullula
i miei incubi come un’ entità
devastante da rifuggire in ogni modo possibile.
Ed è
anche perché nei servigi ammirevoli
che presta per mia madre nulla avesse della mia vita di cui ingelosirsi o
di che invidiarmi, come sorella maggiore , come tale risulta secondo la parabola stessa del figlio prodigo, che il mio spirito di sacrificio è stato
indotto all’estremo di ogni rinuncia materiale , al compimento di ogni
rinuncia che nel suo mondo di vita non è nemmeno concepibile o
immaginabile. Così niente
riscaldamento, aria condizionata, pizzerie, ristoranti, cibi e vino
prelibati, viaggi, auto, cinema, frequentazioni sociali, vestiti nuovi, scarpe, acquisti personali
di gadget quali smart o i-phone, comforts voluttuari e quant’altro Ed in
sintonia, mentre Kailash ha fatto ritorno in hotel per lavorarvi, pur di
garantirsi un guadagno mensile di nemmeno 60 euro, una remunerazione che eppure
è più che bastante per consentire al proprietario di spadroneggiare giorno
e notte sulla sua esistenza, e i bambini evitano di chiedermi qualsiasi
cosa, insieme abbiamo chiuso l’ ufficio cui tenevamo tantissimo pur di
risparmiare non più di altri 15 euro al mese, qui in Khajuraho non mi
consento nemmeno l ingresso ai templi
che stavo studiando e su cui scrivevo, in India ed in Italia
viaggiando solo pochissime volte ed
a breve distanza, con rientro in
giornata , se si esclude un mio ritorno a Delhi di tre giorni. In
Italia eccettuato l’olio di oliva – sempre di sansa-mi nutro solo di ciò
che costa meno di 2 euro la confezione, preferibilmente e possibilmente
meno di uno, non vado quasi mai neanche al bar, bevo solo acqua di
rubinetto e bibite alle “macchinette”, i libri li compro raramente e quasi solo in
formato e-book, o se sono costosi , come la raccolta di poesie di Seamus
Heaney, solo dopo avere rivenduto quelli che possiedo.. Niente che non si
renda assolutamente indispensabile
per guasti o furti o rotture. Ed
anche quanto a spese mediche, sostengo solo quelle del trattamento
farmacologico che mi consentono di sostenere felicemente lo stato di
depressione di tale anoressia
economica.
E se anche
così i conti non tornano, …dove ha
luogo e inizio l’ingiustizia
e l ingenerosità di cui mi si accusa, rifiutando di riconoscermi alcunché, in quello che faccio, nemmeno lo stato di
invalidità che è all’origine del mio pensionamento ?( Tra l’altro da parte
di chi dispone di una casa, che io non ho,
per le scelte cui ho accondisceso che a loro ne hanno assicurata
una, un figlio, od un amico-compagno
proprietario di appartamenti e di ville su cui contare ,non già , per una
situazione irreversibile, almeno 5 persone indigenti cui provvedere per
ogni evenienza, mentre oltre ad affitto e spese condominiali, devo pagare
in Italia i tributi fissi di luce, acqua, gas, telefono,
televisione, rifiuti, in quanto vi risulto residente anche quando sono qui
in India, -così non facessi perderei
in Italia ogni assistenza gratuita sanitaria- laddove
in India non posso sottrarmi ad alcuna analoga spesa domestica
durante l intero corso dell’anno.
Tale
pressione, per non essere
esplosiva, si è convertita nella
rimozione pressocchè integrale di ogni allettamento dei piaceri della vita
materiale , anche quello di una semplice birra, nel riconoscermi la sola dignità della
vita di un porco, che provvede solo
ai suoi bisogni quando proprio fa schifo, - e questo passi, benissimo, talmente mi è divenuto un
problema fisico stressante accudire la mia persona, talmente questo state
di cose mi ha ridotto all’
essenziale, estraniandomi a siderale
distanza da ogni forma di mondanità del consorzio umano, da ciò vi luccica
e brilla per coloro a cui arride reputazione e successo. Solo che il suo
allentamento, svuotandomi di energia,
ha eroso come una carie la mia vita intellettuale e la donazione del
mio talento, risolvendosi nell’alienazione da ogni piacere per i viaggi e
dall’ulteriore passione investigativa delle mie ricerche, di ogni propensione per i tesori e le meraviglie dell’India, come di ogni altro orizzonte meraviglioso
divenutomi inaccessibile per
sempre, nel non volerne più sapere che di essere “ dentro significando”, senza che più mi tenti, nel mio disdegno, il
tramutarlo in un romanzetto o in una raccolta poetica che mi
convengano economicamente.
Giù al
mio arrivo a Delhi, il 10 febbraio,
ho colto l’occasione che vi sarei rimasto tre giorni con Kailash, per archiviare di fatto la mia
ricerca sul campo di metro-tours
che consentissero la visita di
antichi monumenti del sultanato e dell’arte moghul con le testimonianze più
significative dell’architettura contemporanea, ed ho sfruttato l ultimo
giorno, una domenica luminosissima, per
sperimentare personalm ente, insieme al mio amico, come a partire dal metro-station di Green Park
la
esplorazione della school for spastich children e del National Institute of
fashion Technology potesse fare
capo, in uno stesso itinerario a quella della moschea di Darwesh Shah,
della Mohammad Wali Masjid,
incantevole, ed estensivamente della Nili Masjid, del Chor Minar e
della Tomba e Moschea di Makdum Sahib.
Avrei tentato di rianimare l impresa , nel mio
unico e successivo ritorno in
Delhi, investigando come
nelle peripezie tra gli intrichi della vecchia Delhi la visita della Jama e
Fatephuri Masjid, e del Forte Rosso
potesse essere completata dalla ricognizione dei rari interventi di
elevazione architettonica della sua vita
moderna di cui già sapevo e che mi restavano da reperire, il
Polyclinic for the Destitute oltre la Lahori Gate, destinato alla riabilitazione di poveri e
drogati di strada, 186 e il Maulana Azad Memorial.
Ma
pervenutovi dalla vecchia stazione della Delhi pre-imperiale , l’Old Delhi
Railway station (.25) lungo la
Church Mission Roads in cui era situata la bella Saint Stephen
Church , l’arteria principale di quella che fu la British Pahargangi con i suoi hotel coloniali, trovavo
chiuso e in disuso il Policlinico,
ed affossavo anche questa
mia missione investigativa,
che non ha trovato finora il minimo
seguito scritto, e di cui senza alcun utilizzo ho solo preservato le
immagini fotografiche, scattate con una Canon che sfuoca e rende
irrecuperabile gran parte delle
immagini scattate, ma che non ho ancora trovato l’energia giustificativa
che mi valga a rimpiazzarla.
Durante tale
breve soggiorno in Delhi si sono create le premesse perché il mio studio
dei templi hindu dell India centrale non trovi il suo coronamento in quello
della loro massima espressioni qui in Khajuraho.
Già al
direttore locale, poi al circolo di Bhopal dell’Archaeological Survey of
India avevo inoltrato la richiesta
perché essendo ricercatore indipendente con capacità motorie compromesse,
mi fosse data la possibilità di pagare il biglietto d’ ingresso degli indiani di 35 rupie in luogo di
quello di 5.00 rupie imposto agli stranieri.
Due pomeriggi
consecutivi mi sono recato alla Direzione Generale dell’ASI, dai cui membri
di certo non mi è stata negata la solita gentilezza formale indiana “
Faremo tutto quello che è in nostro potere, Sir, che possa venire incontro alle sue
esigenze/istanze. Solo che lei deve inoltrarci una seconda richiesta che
sia d’entrata libera in luogo dello stesso
biglietto d’ingresso riservato a chi è indiano”
Ma la risposta che due settimane dopo mi
perveniva, mi negava ogni biglietto d’ingresso che non fosse per la tariffa
discriminatoria di 5.00 rupie, che
mi è insostenibile pagare ripetutamente. , “ since your work is not
sponsored by any reserch
organization or Govt Insitution”,
Se penso alla
desolazione a proposito dello stato dell’arte in Khajuraho, a che ludibrio
turistico sono esposti i suoi monumenti, senza che sia più approntato alcun antidoto
o controcanto culturale…
Si isteriliva
con tale mancato riconoscimento la
vena stessa della mia ricerca sui templi in granito dei sovrani Chandella nel Bundelkand, che mi aveva condotto
con Kailash, Poorti ed Ajay,
alle sole
escursioni cui la mia mente mi ha abilitato, in Vyas Badora e Hindoravari, poi in Doni , nello stesso distretto di
Chhatarpur, che abbiamo raggiunto
in autorickshaw da Mahoba, prima
di recarci a Makarbai cui come in
Viys Badora facevo ritorno.
Si tratta di
uno studio comparativo che non ha precedenti, e di cui fruttuosi erano già gli esiti
scritti, ma che è rimasto al solo stato di abbozzo preliminare largamente incompiuto, tanto più dopo che
ho appurato che restavano da indagare decine di templi Chandella sparsi in
ulteriori villaggi dell Uttar Pradesh,
di cui solo il mese scorso ho
avuto contezza., dove la stessa impasse mi ha impedito finora di recarmi
per un sopraluogo
Quanto ai
tesori della sapienza e dell’arte indiana mi sono limitato a seguitare lo
studio e la lettura del’opera scarna di Ramana Maharshi nelle pagine che
gli ha dedicato il grandissimo Heinrich Zimmer.
Ma i dati
salienti sono stati la lettura consolatoria della esperienza liberatoria che fu per il
santo la morte della madre, e quanto
allo stesso Zimmer l’apprendere che uno dei più grandi indologi ,
benché altro che il mio fosse il suo
milieu.- , sempre per ragioni economiche oltre che per discriminazioni
razziali, , non ebbe mai aìuna volta a mettere in India, ove
oramai ogni linfa culturale vitale si è inaridita nella sterile inibizione di attingere
ancora al suo patrimonio artistico o di cedere alla seduzione ulteriore della sua bellezza
spirituale.
Restano le
mie ultime Elegia, sempre a livello di varianti incompiute, ulteriori
relitti di questo mio naufragio senza soccorso o faro illuminante a riva,
……………********************
Fino a un
anno fa, nei miei viaggi e nelle mie
ricerche archeologiche mi ha
soccorso il senso di una missione che avevo da compiere, in reports e scritti, che come la Volontà
del Padre mio che è nei cieli su tutto aveva il primato, compresa ogni
istanza familiare, e che prima o poi
era votata a emergere alla luce delll’affermazione.
Quanto poi a
chi dovessi prestare soccorso, ho sempre ritenuto che prima che i vincoli
di sangue dovessi considerare quanto il mio aiuto sia indispensabile, privilegiando chi tra chi amavo non trovava altro aiuto che
il mio.
Ma come la
mia mente si è trovata alla resa dei conti del venir meno delle mie risorse
disponibili
e di ogni
confidenza nella mie capacità o possibilità di farmi valere nei miei
intenti e progetti, per eccellente che ne fossero l’ispirazione e gli esiti
investigativi, pur di salvaguardare
ciò che ancora mi dà vita, il mio ritorno in India allo studio e alla
fruizione della sua eredità culturale presso le persone che amo,
propiziando con la mia la loro salute e felicità mentale, nel
benessere o nella salvaguardia dalla
miseria che assicuro loro, senza far venir meno per questo l aiuto che reco
a mio madre da figlio con minori facoltà contributive e propensioni
affettive, più di quanto già non facessi
ho intrapreso a negarmi di tutto e a non consentirmi più niente. Solo
cosi, nella mia vulnerabilità e
pochezza psicologica potevo trovare
la forza di dire di no a chi, contando sul mio aiuto, seguitava a chiedermi con ogni forma di
ricatto umano quanto eccedeva un uso accorto delle mie risorse.
E non è che i
ricatti psichicamente più distruttivi venissero da chi aiuto in India,
anzi, se considero anche solo
chi è colei che pullula i miei
incubi come un’ entità infernale,
per avermi essa posto in un girone
di eterna infamia come figlio degenere e bastardo, senza altra
possibilità di provvisoria redenzione che l’accondiscendere ai diktat di
cui rinnova l’, devastante da
rifuggire in ogni modo possibile.
Ed è
anche perché nei servigi ammirevoli
che presta per mia madre nulla avesse della mia vita di cui ingelosirsi o
di che invidiarmi, come sorella maggiore , come tale risulta secondo la parabola stessa del figlio prodigo, che il mio spirito di sacrificio è stato
indotto all’estremo, al compimento di ogni rinuncia che nel suo mondo di
vita non è nemmeno concepibile o immaginabile. Così niente
riscaldamento,
aria condizionata, pizzerie, ristoranti, cibi e vino prelibati, viaggi,
auto, cinema, frequentazioni sociali,
vestiti nuovi, scarpe, acquisti personali di gadget quali smart o
i-phone, comforts voluttuari e quant’altro E in sintonia, mentre Kailash ha
fatto ritorno in hotel per lavorarvi, pur di garantirsi un guadagno mensile
di nemmeno 60 euro, una remunerazione che eppure è più che bastante per
consentire al proprietario di spadroneggiare giorno e notte sulla sua
esistenza, e i bambini evitano di chiedermi qualsiasi cosa, insieme abbiamo
chiuso l’ ufficio cui tenevamo tantissimo pur di risparmiare non più di
altri 15 euro al mese, qui in Khajuraho non mi consento nemmeno l ingresso
ai templi che stavo studiando e su
cui scrivevo, in India e in Italia viaggiando solo pochissime volte ed a breve distanza, con rientro in giornata , se si esclude un mio ritorno a
Delhi di tre giorni. In Italia eccettuato l’olio di oliva – sempre di
sansa-mi nutro solo di ciò che costa meno di 2 euro la confezione,
preferibilmente e possibilmente meno di uno, non vado quasi mai neanche al
bar, bevo solo acqua di rubinetto e bibite alle “macchinette”, i libri li compro raramente e quasi solo in
formato e-book, o se sono costosi solo dopo avere rivenduto quelli che
possiedo.. Niente più ulteriori vestiti e scarpe o altro, che non si renda
assolutamente indispensabile per
guasti o rotture. Ed anche quanto a spese mediche, sostengo solo quelle del
trattamento farmacologico che mi consentono di sostenere felicemente lo
stato di depressione di tale
anoressia economica.
E se anche
così i conti non tornano…dove ha
luogo e inizio l’ingiustizia
e l ingenerosità di cui mi si accusa, rifiutando di riconoscermi alcunché ,
nemmeno lo stato di invalidità che è all origine del mio pensionamento ?(
Tra l’altro da parte di chi dispone di una casa, che io non ho, per le scelte cui ho accondisceso che a
loro ne hanno assicurata una, un
figlio, od un amico-compagno proprietario di appartamenti e di ville su cui
contare ,non già , per una situazione irreversibile, almeno 5 persone
indigenti cui provvedere per ogni evenienza, mentre oltre ad affitto e
spese condominiali, devo pagare in Italia
i tributi fissi di luce,
acqua, gas, telefono, televisione, rifiuti, in quanto vi risulto residente
anche quando sono qui in India,
-così non facessi perderei in Italia ogni assistenza gratuita
sanitaria- laddove in India non posso sottrarmi ad alcuna
analoga spesa domestica durante l intero corso dell’anno.
Tale
pressione per non essere
esplosiva si è commutata nella
rimozione di ogni allettamento dei piaceri della vita mondana, anche quello
di una semplice birra, e nel riconoscermi la sola dignità della
vita di un porco, che provvede solo
ai suoi bisogni quando proprio fa schifo, e questo passi, benissimo, tanto mi è divenuto un
problema fisico stressante accudire la mia persona, tanto questo state di
cose mi ha estraniato dal consorzio
umano e da ciò vi luccica e brilla a coloro a cui arride reputazione e
successo, ma pur anche, il che è ciò
che del tutto è veramente grave, essendo una perdita e non una conquista
nella privazione, costituendo la
carie che erode la mia vita
intellettuale e la donazione del mio talento, si è risolta nell’alienazione da ogni
piacere per i viaggi e dall’ulteriore passione investigativa delle mie
ricerche, di ogni propensione per i
tesori e le meraviglie
dell’India, nel non volerne più sapere che di essere “
dentro significando”, senza alcuno
intento di tramutarlo in un romanzetto che mi convenga economicamente.
Mohammad ,
tra essere ancora bambino e il farsi uomo"
Mohammad come
tanti giovani indiani soffre di una dissociazione profonda tra una visione
possessivamente romantica
della vita sentimentale e una visione pornografica della sua espressione sessuale. Ieri, con lo
smartphone mi mostrava come gli
fosse possibile attribuire al volto di ogni
attrice le nudità integrali più
provocanti.
Oggi mi
diceva con ancora la morte nel cuore di avere ricevuto in giornata un messaggio da Mouskan.
Gli ho
chiesto che cosa lei gli avesse detto
“ Che la sua
vita senza di me è un inferno”
“ E tu che
cosa le hai risposto?”
“ Che quell
inferno lo aveva creato lei”
Il suo cuore,
soft, ora era più duro di una pietra, secondo un’altra sua metafora era
finito in frammenti minutissimi.
Mi mostrava
quindi il suo forte braccio piccolino, di bambino, perché
vedesi tutti i segni dei tagli che si era inflitto per lei.
L’arroccamento
nel suo rifiuto dell’amore lo capivo, e poteva servirgli nella fase attuale dell’esistenza a
concentrare la sua resistenza al male in
ciò che gli riservava la realtà del lavoro, ma che tornasse a
credere nella bellezza dell’amore e della vita sentimentale.
"Mi hai
detto ieri "that you love one only game, the love game"
Oggi gli ho chiesto se soffre della sua
verginità di cui era tornato a dirmi.. Mohammad mi aveva appena mostrato il video che aveva girato la
penultima volta ch’era stato in Kanpur,
in cui una giovane che quando
era poco più che bambino era stato il suo primo amore, si esibiva in atteggiamenti disinibiti con lui accanto, sull’autovettura ch’era
guidata da un amico. La ragazza si era sposata l’anno prima ed aveva già
una bambina, ciononostante gli aveva chiesto di avere con lui un rapporto , al che lui si era limitato ad
una effusione di baci.
“ No, non ne
soffro, ma anche se dicessi di sì che cosa cambia per me?”
“ Te lo
chiedo perché non mi sembra che tu sia particolarmente interessato alla
penetrazione fisica”
“ A volte, mi ha risposto. Ciò che voglio
è arrivare vergine al mio matrimonio e poi avere rapporti con mia moglie.
Se volessi avere già prima rapporti sessuali, li avrei avuti con quella ragazza”
“ Mohammad
ciò che ti voglio dire è che la sessualità non deve mai essere per te un problema. Mai. Lo so, gli ho sorriso, che non ti piace
essere considerato come un frutto che ha la sua stagione, ma come un frutto
anche tu hai i tuoi tempi “
Prima si era
lungamente divertito a imbizzarrirmi con i suoi giochi di destrezza in cui finisco sempre
per essere io chi si prende gli
schiaffi, o colui che ha un
soprassalto di spavento, la cui accettazione pare che sia per lui il lato
più nobile del mio carattere, che fa di me un vero gentleman.
Poi è tornato
a tentarmi con la sua richiesta che ci scoliamo una birra,. La birra che in
lacrime, nel freezer, come in una sua prigione gelida, gli aveva detto quanto volesse essere da me bevuta.
“ Cosi , lei
ha detto, io e il tuo amico finiamo entrambi in Paradiso, Lei diventando la
mia urina e di rivo in rivo finendo nel Gange, da dove evaporando avrebbe
raggiunto il Nirvana:
“ Ma tu hai un cuore crudele, very cruel”mi ha detto
socchiudendo gli occhi e facendo schioccare le labbra con sguardo sornione,
8 giugno 2017
Mohammad my
sufi, Kailash my best friend
Giovedì
scorso- oggi è già il 15 di giugno.-
nel tardo pomeriggio ho accolto con
un sorriso di amabile ironia che
Kailash, nel suo tardo risveglio,
dopo che l’avevo rassicurato
che già avevo provveduto a che Vimala
avesse una borsa per la spesa
che si accingeva a compiere
al bazar settimanale di frutta e verdura , e che disponesse delle rupie per acquistarne l
occorrente, l’ amico, sapendomi in
attesa di recarmi da Mohammad, sulla
soglia di casa me lo avesse accordato come con un permesso speciale di
libera uscita , dicendomi “Tik-è.
Now You can go.. Ora puoi stare con
lui quanto tu vuoi”
Ma quando il
giorno seguente incontrandolo nell’hotel dove lavora, io per primo mi sono
sentito in dovere di giustificare che le cibarie che recavo con me erano sì anche per
Mohammad, ma che il loro costo non era che di 30 rupie, 40 dei nostri centesimi, mi
sono irritato nei miei confronti prima ancora che nei suoi, visto che si è
sentito autorizzato a sentenziare
che 30 rupie di spese quotidiane per Mohammad erano accettabili, ma non
se si facevano 100 ogni giorno, per un totale di 3.000 rupie al
mese. E quando il ragazzo mi chiedeva soldi, per quali ragioni li spendeva?
Purtroppo ciò che in me si dibatteva, infastidito, si è acuito in un eccesso mentale quando mi sono
risvegliato nel cuore della notte.
Il cellulare
indicava che Kailash mi aveva chiamato un’ ora prima, ed io non ho mancato di richiamarlo a mia volta
, per inveire, nel congedarmi, che
benché non spendessi quasi nulla per me e Mohammad, ma quasi tutto lo
versassi a lui e Vimala per la nostra famiglia, in spese scolastiche, per
il negozio della casa, per assicurargli in anticipo di che comprarsi
sandali e calzoni di ricambio,
quanto rientrava nella spesa quotidiana,. lui avesse da ridire e
chiedesse la sua autorizzazione
anche su quel poco che riservavo a me e al ragazzo.
Mohammad , da
che la madre è rientrata da Kanpur,
non necessità più che gli
porti di che mangiare a mezzogiorno, cucinato per giunta dallo stesso
Kailash con la più delicata cura, e la sera lascia così tardi l hotel dove
lavora, che non ci vediamo più
nemmeno al Madhur cafe per una bibita e le patatine, o al Gole market per
un piatto di chow mein.
Ci ritroviamo
solo a sera, nell hotel dove lavora,
per consumare insieme patatine e croccanti kurkurè.
Ma l errore
di avere scatenato un principio incendiario della mente di Kailash era
oramai commesso, e sarebbero
iniziati giorni di pena e di sconvolgimento per le nostre infragilitesi
sorti.
Nell’amico le
mie parole assumevano il senso che non volessi più saperne di impiegare i
miei soldi per la sua famiglia, che
non vedessi l ora che di spenderli solo con Mohammad ,
abbandonandolo per lui. E la mattina
seguente si rinserrava nell hotel Harmony al servizio assoluto del padrone,
rifiutandosi di rispondermi al telefono, o se lo faceva, riservandomi solo parole dure
e ostili.
Invano lo
intercettavo sul far della sera, per
chiedergli se gli servisse del denaro quotidiano,
se mai il
padrone si fosse finalmente deciso a retribuirlo, a quaranta giorni oramai
dalla sua assunzione.
Mohammad a sua volta mi denunciava un’ escalation
delle pretese e dei divieti padronali, non poteva lavare i suoi panni
usando la lavatrice nemmeno portandosi da casa il detersivo, non poteva
accendere il fuoco in cucina, dopo
che gli era stato vietato l’uso dello smartphone, e che per non
consentirgli alcun accesso ad internet Manoj aveva provveduto al cambio della
password della wirelless hi-fi, che il
ragazzo aveva immediatamente hackerato, Come Manoj ci aveva ritrovato
insieme, per me non aveva avuto che un lampo di livore, ed aveva spedito
immediatamente il ragazzo in cucina, perché ripulisse una seconda o una
terza volta le posate
“ Mi ha detto
di chiederti di pagargli un’extracharge
se il bagno o la toilette li usi ogni giorno
“ Puoi
rispondergli che non vi ricorro ogni
giorno, che non consumo che l’acqua
che scorre quando qui vengo ogni tre, quattro giorni per la doccia , ma che
se non ricorressi all hotel neanche per questo e non mi facessi più vedere
o quasi mai , figurerebbe un falso
la sua dichiarazione che qui soggiorno,
per la quale pago un forfait di 2.000 rupie”, non essendo legale che
stia in India una casa privata
Sobbollivo,
se pensavo a come durante le prime
settimane lavorative, avessi dovuto
sovvenire in tutto e per tutto il ragazzo, che nessuno aveva allora in casa, perché con il venir meno dei
turisti, l’hotel funzionando oramai quasi soltanto come albergo a ore, era
venuto a mancarvi pressoché di tutto,
e niente a Mohammad era stato
fatto ritrovare in hotel, senza
darsi pensiero a come durante dodici ore egli potesse restarvi confinato da solo, senza il
tempo e il modo di cucinare in hotel o di rientrare a casa per farlo.
Quella notte
Kailash sarebbe rientrato tardi, ed io non vedendolo neanche l indomani
mattina, ho pensato che la notte fosse stato di servizio in hotel, dove lo
ritrovavo l indomani mattina,
collerico più che mai, mentre gli chiedevo nel perdurare della sua
assenza, come potessi provvedere ai suoi cari, o se dovevo
raggiungerlo in hotel per recargli dei soldi, la daily money.
“ Ora devo
andare a Chattarpur- dove io credevo si recasse al servizio del padrone-.
Tu pensa piuttosto a Mohammad. Tu che non ti curi dei nostri bambini, non
hai mai soldi per loro. 1500 rupie
hai dato a Mohammad quando è tornato a Kanpur.
“Erano mille,
e ti ho già detto che gli servivano per il vestito della festa di Id, alla
fine del Ramadan, che nel fare questo ho pensato anche ad Ajay, che gli ho chiesto se gli servivano
vestiti, e gli ho promesso di
comperare i pantaloni per un matrimonio cui deve recarsi, quella della
figlia storpia di tuo zio….”
“ Erano 1500,
mi ha confermato Adjet” il
sovrastante di Mohammad, che gli aveva vociferato quanto io e il ragazzo fossimo amici, più
ancora amici di quanto lo fossimo io e Kailash..”
La linea è
caduta, la mia resistenza mentale pure, e come un’ira
del cielo mi sono precipitato all hotel dove Mohammad era al lavoro.
Nella Hall vi
erano invece Adjet e il ragazzo ch’è di turno la notte, ed io allora, con
la voce tuonante di una dea Durga quand’ è infuriata di brutto, mi sono avventato in male parole contro
il sovrastante
“ Perché va a
dire certe cose su di me e Mohammad, e proprio a
Kailash? Con i problemi mentali di cui soffre? Che ne sa delle rupie che ho
dato a Mohammad per la sua partenza per Kanpur? Perché andargli a dire il
falso anche su questo, eh? Solo per ingelosirlo, madarchod!
Un
“Madarchod” che di lì a poco non avrei mancato di rivolgere in sua assenza
neanche al padrone dell hotel Harmony dove lavora Kailash, quando con mio
disappunto non ve l’ho ritrovato, ed
il giovane di servizio alla reception mi ha detto che il mio amico era ancora in
Chhatarpur, al servizio del suo proprietario
“ Kailash qui
lavora di giorno, e non solo di notte,
per un padrone che non l’ha ancora neanche pagato, quel madarchod!”
Un epiteto
che al totale servizio del suo padrone, il ragazzo- cobra non avrebbe
mancato puntualmente di riferirgli, facendo più ancora invelenire Kailash
nei miei confronti.
“ Ma sei
matto, ad avere agito così?” al
telefono mi strigliava lo stesso Mohammad, di cui Kailash, nella
ambivalenza dei sentimenti che nutre nei confronti del ragazzo, si era
servito perché mi chiedesse perché avessi fatto quel gesto, nel suo persistente rifiuto di
contattarmi in diretta per l
invettiva di rito. “Vuoi fargli
perdere il lavoro così?” Come se certi lavori con ceti padroni fosse
meglio trovarli che perderli, e per 4.000 rupie Kailash non potesse
ritrovarlo ad ogni momento, talmente
è conosciuto come un lavoratore bravo ed onesto.
La sua
telefonata era stata preceduta da un’altra, quanto mai deprimente, in cui
il ragazzo diceva di non farcela più a reggere un situazione quale quella
che si veniva ripetendo, in cui
Kailash, invasivo e intrusivo, seguitava a chiedergli di noi, e per il cui
decorso si sentiva di essere solo un
fattore di lacerazione della nostra unione familiare, cui si sacrificava
rinunciando alla mia amicizia per sempre. In risposta gli ruggivo che la
fine della nostra amicizia sarebbe stata la fine anche del mio rapporto con
Kailash e con la nostra famiglia, che non
avrei mai accettato di
rinunciare a lui e di
perderlo per la gelosia folle dell’amico,
quando ciò che intercorre tra me e Mohammad è un bene così grande
per me e per lui, senza del quale non c’era sopravvivenza
futura per me in Khajurabho. Che tenesse duro, e sopportasse ancora una
volta , in nome di quanto sapeva che io avevo sopportato e stavo
sopportando di nuovo per lui, non l’aveva ancora da me imparato che la vita
è una prova e una sfida? “O
entrambi, o te e Kailah, o nessuno dei due!”
Entrambe le
sue telefonate mi avevano raggiunto in una stanza dove tutto era
sottosopra, come nella mia mente
stremata e sconvolta : in fretta e furia, mentre sul letto giaceva sparsa
nella confusione ogni cosa che eccedeva,
avevo ammassato nei bagagli quanto mi serviva per una frettolosa
partenza, non mi ero ancora deciso se verso località vicine, o la stessa Delhi, dove restare fino al rientro in Italia il
4 di luglio, da una casa e da una
famiglia che cercavo di non sentire
più miei, dicendo addio ad un Chandu
che non trovava parole nel suo tramortito incanto.
A 64 anni in
Mohammad avevo trovato l’amore di un ragazzo meraviglioso, che mi radicava in un villaggio dove al di fuori
di Kailash e della sua famiglia non
avevo nessuno con cui colloquiare, ritrovavo in egli un’anima con cui potevo parlare di tutto,
in felicità assoluta, senza che venisse minimamente meno per questo il mio
amore per Kailash, certo,
trascurando come non avrei dovuto i nostri bambini - che tutti quanti
insieme, però, non mi cercavano
quanto ogni giorno Mohammad, e Kailash anziché esserne felice perché io ne
ero felice, rivitalizzato nella mia
depressione incombente, perché così
si rafforzava il mio insediato continuativo in Khajuraho, una volta ch’era venuto inevitabilmente meno l interesse
per i suoi templi, lo stesso Kailash
che pure con Mohammad aveva gentilezze e cortesie uniche, che al padre del
ragazzo con il proprio autorickshaw aveva fornito una prospettiva, con me
che ogni giorno lo provvedevo di tutto, con la famiglia, mi riservava odio e crudeltà mentale, al
tempo stesso che ossequiava e riveriva e serviva ogni giorno un padrone che
lo trattava da bestia e nemmeno ne retribuiva il lavoro!
Più volte mi ero recato nei negozi del
centro del villaggio per iniziare a reperire le scatole dove impilare i
miei libri, che se avessi lasciato
la casa per sempre, avrei depositato nello stesso magazzino dove era già finito il mio ufficio così bello.
Di rientro a
casa, fra un prelievo e l’altro,
incrociavo Aja che vi era convenuto per un pasto veloce prima di farsi ritrovare di lì a poco di
nuovo al lavoro, a sua volta in
hotel, dove a differenza di Mohammad
aveva la fortuna di ritrovarsi con altri coadiuvanti, ed al
mio “Ajay me ne vado”, il giovinetto
non trovava altro modo di
rispondermi che “ You can go”, senza scomporsi, come non appariva di certo
sgomenta Vimala, la meravigliosa Vimala, che sa accudirmi ogni giorno con
il più attento e delicato e premuroso riguardo.
Ma quando
Ajay lo fermavo per parlargli in
stanza, il figlio del mio amico sapeva formularmi proposte fattive e risolutive dello stato delle cose. Poteva
farmi bene andarmene via un giorno o due, o partire con il papà per un
breve viaggio. Il papà di certo si mostrava arrabbiato c con me, ma in realtà era con il padrone che ce
l’aveva.”
A poco a poco
la mia mente febbrile si sarebbe venuta
poi placando, schiarendosi sul far della sera, quando Kailash carissimo, radioso e
fresco, lo rivedevo di fronte all
hote Harmony, l cui mi faceva sapere che ora mi era interdetto l’accesso.
Solo che lo
chiamavo nominando Mohammad, invece del suo ripetendo il nome del ragazzo
ancora una volta
“ Hai solo una persona nella tua mente…”
“ Kailash,
succede perché sono vecchio, prima
ho chiamato Chandu con il tuo nome, Ajay con il nome di Chandu. Ma come
puoi anche solo immaginare che io e Mohammad possiamo ritrovarci per le
strade di Khajuraho, al Madhur cafe e al Lassi corner, tra la gente che
saprebbe tutta quanta che per lui
avrei lasciato la tua intera famiglia, io, the foreigner of Kailash, e dopo
le relazioni che ora ci sono tra te e suo padre”
Quella sera
avrei ritrovato Mohammad finalmente
di nuovo al Madhur cafe, dove lo avrei pregato di soprassedere al vendermi
lo smartphone Lenovo che gli aveva lasciato
un amico in Kanpur, il cui
padrone se ne era andato in pellegrinaggio alla Mecca senza retribuirlo,
sicché gli era rimasta solo la
cessione di quello smartphone per assicurare a se e alla madre un nuovo
vestito per la festa di Id.
Non era il
caso che Kailash potesse pensare che un traffico di 4.000- 4.500 rupie era
intercorso tra noi.
Ma Mohammad ,
prima che ci lasciassimo, nel suo
madido incanto aveva da distillarmi
i più saggi consigli nella sua mente di sufi
“ Ora capisco
meglio l’errore di Kailash. Lui vuole che tu sia solo di lui, solo suo, e
ha così tanta paura di perderti perché senza di te non trova un futuro, Ma
sta facendo gli stessi miei errori con Mouskan, per i quali l ho perduta.
Di te non si fida e dà ascolto a
tutto quel che gli si dice di falso sul tuo conto, come io davo retta a
tutto quello che questo o quel ragazzo mi diceva di Mouskan, che l’avevano vista andare e baciarsi con
questo o quel ragazzo.
Ma tu segui
quel che ti dico e vedrai che tutto andrà per il meglio: non mancare mai di assicurargli
il denaro quotidiano, il daily money, e quando compri qualcosa per me,
compralo anche per i vostrii bambini, torna anche da Poorti e Chandu con
kurkurè e patatine fritte, o con un gelato. Vai più spesso a visitare Ajay
in hotel, e portagli sempre qualcosa, come fai ogni giorno con me E quando
Kailash torna a casa dal lavoro, abbraccialo forte forte e fatti sentire
suo amico”
14 giugno
2017
----------
Quei fogli di
carta
“
“Mohammad, chiedevo al ragazzo una volta che mi era stato
possibile raggiungerlo in hotel,
ponendogli a mia volta una domanda, in risposta alla questione che lo assillava - se con
quel dubbio ho seguitato ad esserti amico e la mia amicizia è cresciuta nel
tempo, essa è più debole o più forte di quello che tu creda?”
“ Mi ero
accorto già da tempo, al mio arrivo mi aveva anticipato Mohammad, che quando vengo a trovarti nella tua
stanza ti preoccupi sempre, sei agitato e inquieto. Quella domanda, poi, se
io sappia hackerare anche le carte di credito è stata così diretta, con un tono di voce così
calmo e un volto così amico…”
La domanda
gliel’avevo posta , a bruciapelo, quando di ritorno nella stanza in cui il
ragazzo disteso sul mio letto si riposava dalle fatiche del suo
lavoro, ho sorpreso accanto al suo
volto dei fogli bianchi che non ricordavo di avervi lasciato, e allorchè li
ho distolti dal ragazzo per vedere che cosa contenessero, di scritto,. mi sono reso conto che erano quelli, riposti in una mia valigetta, in cui
avevo trascritto i codici pin di tutte le mie carte di credito e di debito,
non che di accesso alla banca
multicanale.
“ E quando
sei rientrato di nuovo ed hai visto che mi muovevo dal tuo letto al
computer al quale mi avevo lasciato di fronte, sei subito andato a ricercare i fogli
dove li avevi lasciati, per paura che li avessi letti o presi di nuovo…”
“Mohammad,-
non mi scomponevo di fronte al ragazzo-, se tu non avessi mai avuto l’
intenzione di hackerare delle carte,
perché sapevi tutto delle
pene previste, dei quattordici anni
di carcere e della penale di almeno un
lack da pagare? Del video You tube in cui si diceva dei costi del macchinario che serve?”
“ Sei
intelligente, ma tu hai un amico che è più ancora intelligente di te… Se ti
avessi detto che so hackerare le carte di credito tu
ti saresti preoccupato ancora di più..”
“ Triste cosa
diventa l amicizia,- gli sorridevo a mia volta, nel gioco di affilare negli scambi di
battute le nostre intelligenze-, se
tra amici ci si sfida a chi è più intelligente e astuto dell’altro…”
Sorridevamo
entrambi in realtà di sollievo,
al fessurarsi degli occhi
ammiccanti, nell’avvertire che anche questo cimento non aveva travolto il
nostro affetto, per quanto la mia indulgenza traspirasse un alito di
corruzione.
Nella
singolare concatenazione dei nostri eventi, quando il ragazzo poi mi aveva
lasciato solo in stanza, ho pensato che quei fogli potevo averli estratti
nel loro biancore esterno io stesso dalla mia valigia, quando il giorno
avanti mi ero messo alla ricerca di un pezzo di carta dove potessi
trascrivere il nome del gestore muslim del ristorante in cui Mohammad
avrebbe potuto trovare lavoro per lo zio che da poco l ha perduto in Kanpur, lasciando nelle lacrime la nonna
materna del ragazzo, cui lo zio
provvedeva oltre che alla moglie. Mohammad, cupo ed afflitto come
non l’avevo visto dai giorni della fine della sua storia d’amore, meditava
di devolvere allo zio le 2.000 rupie del suo salario, - le 1.000 ulteriori
che gli spettavano il padrone Manoj le aveva lasciate in
sospeso perché il ragazzo stesse ancora più sulla corda-, rinunciando all’acquisto
di una sari alla madre per la festa
di Id, e di un paio di jeans
rammendati ad arte che aveva individuato nel più grande sito indiano
di acquisti in internet. Ma il cugino del padre aveva fatto sapere da
Ratlam che poteva assicurare allo zio materno un posto di lavoro nella
fabbrica in cui era operaio, la situazione si era così sdrammatizzata e Mohammad aveva immediatamente effettuato gli
ordini d’acquisto. (Era così ricorso allo stesso sito, forse, in cui
aveva già comperato l’anno scorso lo
smartphone che a suo dire gli
avrebbe lasciato un altro suo zio, e
che io e Kailashsupponevamo invece che
avesse potuto ordinare appropriandosi degli euro che tenevo in una valigetta in stanza e che
erano venuti a mancarmi, dopo che i giorni avanti Mohammad aveva
insolitamente fatto ritorno da me, per più pomeriggi piovosi, in cui era chiusa la scuola che comunque
disertava di frequentare.
Supposizioni,
certo, tutte e solo supposizioni, a sua discolpa o ad aggravio dei
sospetti, anche se non sempre, in altre circostanze)
Ma ora il
nostro discorso, come il ragazzo l’aveva trasposto, verteva sui dubbi che si insinuano
più universalmente in ogni amicizia.
Già una sua
amicizia era entrata in crisi dopo che
una ragazza di un suo amico aveva inteso flirtare con lui, ed egli
aveva mostrato all’amico i messaggi amorosi di lei.
Era
comprensibile, per il ragazzo, che l’amicizia conoscesse momenti di dubbio. Solo che i
miei dubbi non erano momentanei, anche se non erano stati letali per il
nostro legame, quanto quelli che
lui aveva
coltivato nei confronti di M., il
suo amore perduto
Si riferiva
alle dicerie cui aveva dato ascolto sul conto di lei?
“ Non solo, è
che io non ho creduto alle sue dichiarazioni di amore, gliele ho sempre rivoltate contro”
“ Ma un uomo
è grande, si consolava Mohammad, quando sa riconoscere i propri errori.”
Ora M, aveva
trovato un ragazzo capace di farla felice, e lui ne era contento, nel piccolo amore di lei che era
sopravvissuto in una parte del suo cuore.
“Qualcosa di
piccolo, egli era pronto a sentenziare di nuovo, può sopravvivere più a
lungo nel tempo”.
Penultima
elegia indiana
abbozzo
originario
Che dolce
languore ora assonna i miei giorni,
qui ove mi
riconduce servitù d’amore,
nel sole
che intorpidisce con la lena gli affanni,
leniti gli
attriti e gli screzi,
sopita
l’inanità di intenti,
qui al
largo dell’esistenza, oltre i flutti di morte nel ventre degli inferi,
dove tra
gli ultimi e i piccoli dare vita ai grandi pensieri ,
nel godere
di ogni cosa mentre tu la stai vivendo,
degli occhi
stellari di Chandu che tornano a cercarti di nuovo solo per dieci rupie,
“ one plus
zero zero rupees “
la sua
mente indiana dopo avere invano tentato a chiederti,
la tua
mente, come la sua,
che ora sa
incantarsi di una luce perpetua,
pur dove
caduto ogni mormorio di brezze
con la
ruota che nel mela round ricompie il suo giro di luce
tace la
distesa della pianura ove già il grano rifulge
gli stupri
di bimbi aggallanti nei pozzi
Né
cessarono uomini e animali di berne alle acque
o le
adombrarono con i campi di rami e di foglie,
non oltre
le nubi e gli astri o nei casolari e tra i campi
che all’ombra nella calura il ridursi memore
e tra il
viavai per Amausia ( Shivaratri )sui passi di danza
anche se
cantiamo per sordi, e non risponde la giungla,
raccogliamo
intanto la residua voce a che diciamo
pur pochi
versi soltanto,
della fine
degli infelici amori di Mohammad
il cui
eccesso di cui rabbrividisci ai tuoi trascorsi
per un
nulla non fu la stessa sua fine,
appesosi ad
un gancio, nei farmaci cercando un veleno letale,
.
Come
profetica fu l’ansia dei versi
quando per
lui, mio piccolo principe,
fra ogni
altro ragazzo il più bello di tutti,
paventavano
il dipartirsi per la sua rosa
nel più
lontanante dei viaggi possibili.
“Ora è la
morte che mi è amica ”
sospira
superstite tra il lucore lacustre,
nello specchio
rotto ch’ora è la sua vita
sullo
smartphone una Lakshmana rekha., insuperabile,
separando
la sua dall imago di lei
finchè in
lacrime s’infrange anche la sua estrema illusione
all’averla
vista con un altro, che con lui si baciava
“a torto le
ripetei io ti lascio,
io che non
posso vivere senza di lei,
di lei nei
suoi ok senza più amore,
che come
Dio si fa gioco di me, della mia povera vita,
ed ora me
ne andrò lontano da qui in Kanpur, senza più fare ritorno,
dal mio
amico gemello di me di un’ora più giovane,
da lui e
dai suoi che mi amano tanto,
o con il
mio amore di lei io distruggerò la mia vita,
esarà
questa la mia ultima sera,
Per il giovane un appiglio ora gli esami,
al cui
esito perché abbia un futuro, con la virtù lo addestri all'inganno,
con il tacito assenso nel dissenso a che
copi le prove
dopo
avergli/ne invano corrisposto gli studi,
fu per il
troppo suo patimento degli affanni di amore e miseria
la sua scusante
tra le tue braccia
e invano
richiamandolo, sedatone il tormento,
nell ipnosi
di ogni furia del sangue a una tiepida calura
con gli
armenti fai ritorno al tramonto sulle selve di grano
tra i
bufali e le capre camuse saziate dai pascoli,
ricolmi
dello scorrere d’acque i rivi tralucenti,
tramati di
viridi chiome i fondali e i declivi.,
e voi o
Divini celesti,
Cerere e
Bacco, Parvati o Shiva,
Padre dei
nostri ritrovati giorni,
al declino del sole più abbagliante
siate luce
nella sua luce morente ai voti umani,
al nostro
ritorno dalle fiere e dai campi
Di nuovo
sperando.
---
Nel sereno
diurno di un sole implacabile,
le ossa si
temprano della loro fine,
in ceneri e
ciotole per l offerta e lo sputo,
quando, delle messi raccolte, già le stoppie
si calcinano nei campi,
ed oltre
l’amore di odiare tanto
in erte scale di luce l’ascesa all’azzurro
è nei suoi
infranti gradini la tua vita che si fa il lastrico
per
insegnare l’adempiersi alle più care vite,
nel lavoro
in cui ha fine la fanciullezza di Mohammad,
di
sbocco anzi che il cricket alla scuola di Ajay,
in cui
Kailash ritrova chi per una manciata di rupie
notte e
giorno è già padrone della sua
intera esistenza,
tu volesti
farne dei lavoratori capaci,
stanno
traendone degli schiavi insonni e famelici,
ancora più gravosi per la tua esausta vecchiaia,
“Prima
dormivamo noi tutti,
Solo ora ci
ritroviamo svegli, “
Le parventi
resipiscenti parole dell’amico,
in una luce
a cui ancora attingiamo e che non ci lascia intendere
quanto
avanziamo o siamo per gli dei solo come mosche in mano ai monelli
che nel
nostro sperare e credere ancora
più ancora
essi tormentino e uccidano solo
per divertirsene
“Mio Dio, gridando io nello spezzarmi,
non so
essere e dare più che questo”,
non omnia
omnes dii dederunt,
che nessuno
è capace di tutto,
“La notte
scorsa feci il sogno che tu ci
lasciavi,
e la testa
or ora mi girava più debole
alle tue
parole che già svuotavano dei tuoi libri la tua stanza,
la stanza di Babbà che da noi se ne va via
per sempre,”
alle mie
parole che all’amico io dissi per sincerarmi che non fossero essi a non
poterne più
nell’invitarmi
a lasciarli se restare mi era talmente difficile, a tal punto mi faceva
soffrire,
come se non
dicessero già tutto
l' incanto
mattutino che mi ritrova insieme a
Vimala e Chandu,
il ritorno
di Ajay per cucinarmi
l’omelette di nuovo
la stessa
delicatezza gentile con cui in
stanza mi rinnova la madre l’acqua fresca,
ad ogni
occorrenza mi serve il the con il limone e la menta,
il sensore
del pappagallo che ne rinnova il suo
canto ad ogni acciottolio di
stoviglie,
le
incursioni di Porti per riprendersi e leggersi i Panchatantras,
- “ sei tu
più un fiorellino o un uccellino?” di quando in quando chiedo allora a
Chandu,
“ un
uccellino” mi dice il bambino,
imperterrito
videogiocando a sterminare polli,
i chicken
invaders,
la stanza
tutta ora la fragranza delicata
soave di tutta la sua
tenerezza,
“ Ma non lascio/ già per questo, io resto
qui al lavoro, il nuovo capitolo
della mia vita",
Più forti già di ogni resa
le parole
di Mohammad che
riavvivano tutto,
quanto, e più di Kailash ,
già ben
sapendo come giocare d'astuzia,
ed ora
l'autorickshaw di Kailash è affidato alla guida del padre del ragazzo,
con il
concorso di clienti dagli hotel in cui sono di stanza,
e se per me c'è vita prima della morte
è qui, è
qui, é qui, che la ritrovo,
per quanto
io resto fedele al mio piccolo destino
nel farsi
sera, di un altro nuovo giorno
volto al suo tramonto,
di ogni
luce e strepito a riaccendersi prima
di spegnersi.
I templi in
granito realizzati dai Chandella nel territorio del Jejakabund,
l’attuale Bundelkand, all’inizio e durante l intero corso dell’esercizio
della loro sovranità, sono di rilevante interesse già in
quanto rispetto ai templi in arenaria che vennero edificati nella
loro capitale religiosa- Khajuraho, prossima alla località di
irradiamento originaria del loro potere- e nei principali centri
della dominazione successiva- Ajaygarh, Kalinjar, Dudhai, Chandpur,- il
succedersi della loro edificazione in un materiale più umile e meno
lavorabile in forme e rilievi statuari ne fece le manifestazioni
monumentali di uno stile di provincia che se ne differenziava . Ma
ancor più saliente è che essendo gli unici templi originari dei Chandella,
pur nella loro evoluzione consentono di cogliere col massimo nitore il
fissarsi dei tratti, che nella loro continuità, verranno
caratterizzando il differenziarsi stesso della loro arte templare
complessiva rispetta a quella antecedente. Inoltre grazie ad essi si può
intendere meglio quali innovazioni ulteriori faranno assumere una
discontinuità maggiore ai templi in arenaria che di tale arte templare sono
l’acme, in assoluto quelli di Khajuraho, pur nella ripresa
iconografica, che l’arenaria in essi consentiva, di aspetti statuari
fondamentali dei templi hindu antecedenti.
Procedendo
nella disamina in elevazione dei templi in granito d’epoca Chandella,
è dato di rilevare che solo il Nag mandir di Mau Suhanya presso
Dubhela, nel distretto di Chhatarpur, Madhya Pradesh, come nel vicino
tempio Chausat Yogini, che invece è in arenaria presenta un
basamento che sorge direttamente sul suolo, così come si
riscontra nei templi antecedenti, situati nell India centrale
circostante, dei sovrani Pratihara da cui i Chandella si emanciparono
assogettandoli, il cui modello esemplare, che si ritroverà ripreso
dai Chandella solo nei templi minori laterali dei complessi pentatemplasri
phanchayatana, costituiva dall’ VIII secolo la tradizione vigente
nell’area. Invece in ogni tempio in granito che i Chandella fecero
edificare, il basamento si staglia sempre su una propria piattaforma o jagati,
come altrimenti, nei territori che furono dominati dai Pratihara di Kannauj
è dato di riscontrare solo nei templi di Nagda e di Osian, nel lontano
Rajasthan-
Tale scabra
piattaforma appare priva di ornamentazione ed è costituita di più
piani di lastre, se si eccettua quella di un imponenza gigantesca del
Chausat Yogini mandir di Khajuraho, che è un ammasso colossale di pietre
rocciose.
Tra i templi
in arenaria solo il Gantha mandir di Khajuraho, non che il tempio
presso Harpalpur nel distretto di Mahoba, Uttar Pradesh, sembrano far
eccezione a tale sopraelevazione, ma insieme con la loro comune matrice
jainista, e non hindu, va rilevato che il tempio Gantha di Khajuraho
come parzialmente il vicino tempio jainista Parshavanatha appare
interrato nelle sue fondamenta., e la sua jagati sommersa
sotto cumuli di macerie, in ammonticellamenti di sedimentazioni storiche
( “ cultural mounds”) che caratterizzano l’area ( K. Deva, 250-51).
Il tempio
vero e proprio in granito, come tutti quelli d’epoca Pratihara,
essi di immancabile splendore pur nelle forme più minute, e al pari
di tutti i successivi templi in arenaria si compone quindi del suo
basamento, con la novità sostanziale- che se si eccettuano i templi di cui
si è detto precedenti di Mau-Suhanya e quello che la
tradizione vuole vi ha tramandato istituito in onore di Ganesha, per
altro interrato-, tale basamento non è mai costituito dal solo
vedibhanda, nella sua successione di kura, kumba e kalasa, come si
configura nella quasi totalità dei templi Pratihara, eccezion fatta
per il Jarai Math splendido di Barwa Sagar, ma presenta almeno altre due
modanature, oltre il kharasila.
E’ così,
minimalisticamente, per il Chausat Yogini Mandir ed il tempio Lalguan
di Khajuraho come per il Tempio Shiva di Dauni ( Doni), nel distretto di
Chhatarpur, ad una ventina di chilometri da Naogong, in quanto
nei due templi di Khajuraho oltre il kharasila precedono il vedhibanda solo
un jadhya kumbha ed un pattika, che nel tempio di Lalguan è ornata da
un abbozzo di takarikas superiori,. Tali modanature sono intervallate dal
recesso di un antarapatta nel Chausat Yogini Mandir, .
Nel
tempio di Sijari, nel distretto di Mahoba, , tra due pattikas fregiate di
takarikas, fa forse la prima comparsa tra i templi Chandella la modanatura
di un karnika, ignota ai templi Pratihara, in cui solo il Jarai Math sembra
presentarne una tornitura anticipatrice,. In precedenza nei templi
Chandella un karnika aveva fatto sì la sua comparsa in quello di Lalguan.
ma non nella conformazione del basamento, bensi in luogo dell’amalaka
quale prominenza inferiore dei capitelli barhani che sono ora
il solo residuo superstite del portico che precedeva la cella del
santuario.
I templi di
Urvara, Rahila e Makarbai nel distretto di Mahoba, e quello delle Chausat
yogini di Doni, che le cronologie vigenti vorrebbero tra loro differire di
secoli, mostrano pressocchè l’identico ordine di successione delle
modanature. Esse, come nel loro svolgimento meraviglioso che compare
nei templi in arenaria di Khajuraho sviluppano già l’adhishthana
nella successione di bitha e di pitha, di zoccolo e plinto, prima del podio
del vedibhandha che già era assolutamente canonico nei templi
Pratihara. E’ un’innovazione che rispetto al fedele che nei templi di
Khajuraho compia la pradakdshina esterna innalzerà grandiosamente le pareti
e la mole incombente del tempio nel suo apparato statuario, tanto più
che nei templi maggiori sandhara vi saranno sopraelevati gli
stessi balconi dei transetti.
Nei templi ad
essi antecedenti in Khajuraho e nel Bundelkand circostante, l impiego del
granito in luogo dell’arenaria consente le modanature di kapotas,
jadhya kumbas, karnikas e pattikaa, mistilinee, mentre vi preclude /esclude
quelle di grasapattikas di kirtimukkas, e vi ingenera il profluvio di
rombi floreali diamantini e di rosette, la cui ricorsività è variata da
jalaka pattern nei kura dei vedibhanda , così come nei corsi
sottostanti ai vedikas delle pareti laterali e alle trabeazioni,mentre ne
preclude ogni ornamentazione lotiforme.
Il loro
ordine di successione vi è il seguente, con una differenziazione nel tempio
di Makarbai che concerne solo le prime due modanature dello zoccolo,
entrambe decorate a rombi. Il basamento iniziale del bitha, o zoccolo,
consiste di tre modanature, quella iniziale e quella terminale lisce,
mentre quella intermedia è fregiata o di rombi floreali diamantini o di una
cordonatura circolare intermedia e aggettante
. O Isolati o alternati a rosette, essi sono il motivo ornamentale
che pervade tutto il complesso dei due edifici di culto gemini, in
compresenza con le orlature di pattikas e kapotas, di gagarakas inferiori e
di takarikas sovrastanti, e sono variate solo da reticoli-jalaka e
palmette, che secondo un’istanza invalsa già nei templi Pratihara, sono il
fregio di prammatica del primo corso delle trabeazioni
Sullo zoccolo
si stagliano inconfondibili le conformazioni ulteriori del plinto, o pitha,
composte di un jadya kumba , un karnika intermedio , un kapota che lo
rinserra alla stessa stregua del jadhya kumba, che parimenti al
pari è ugualmente ornato di gagarakas e di takarikas, e in cui ugualmente
pure ricorre un fregio di rombi. floreali diamantini alternati a rosette
Quindi si
susseguono le modanature del podio, o vedibhanda , un kura reticolato a
scacchi, secondo il motivo del jalaka pattern, un kumbha con madhya banda
fregiata di takarikas frontali, la cui fascia intercorre tra rombi e
stilizzazioni dell’abbondanza di vasi floreali, un kalasa decorato di
gararakas sottostanti e di takarikas superiori, sormontato a sua volta
da kapota e da pattika, ambedue abbellite con un fregio di rosette e rombi
diamantini e con gagarakas inferiori, il kapota anche con takarikas
superiori.
************************************************
All’altezza
della proiezione centrale dei badhras dei templi, tra la seconda modanatura
dello zoccolo e il vedibhanda nei templi delle Chausat yogini di Doni, e di
Vyas Badhora si erge una nicchia che conteneva una statua , preludendo alle
nicchia semplice o alle due edicole ( in Vyas Badhora)( o in
Baragaon, nel distretto di Tikamgarh, Madhya Prradesh ) che compaiono nel
badhra. Rombi floreali diamantini ricorrono nel corso intermedio della
decorazione dei pilastri badhrakas** e lungo lo stipite inferiore di tutte
quante le nicchie.
Jangha
Nei
primi templi Chandella in granito- il Chausat Yogini mandir e i
templi Lalguan e Brahma di Khajuraho, il tempio di Shiva di Doni, i templi
in Mau Suhania e Dhubela - le pareti del Jangha secondo il canone
pancharatha, appaiono nettamente scandite in proiezioni di rathas, ma
esse sono . spoglie di ogni ornamentazione in rilievo, e il solo
motivo ornamentale è il ricorso di uno o più pattikas che in
tutta lunghezza fungono da bordi, o che nelle guise di un
madhya banda separano in due settori orizzontali il jangha del tempio
Nel
tempio di Sijari, in pareti lisce, ma scandite dal
pattika di un simile madhya banda in due settori, subentrano sia pure
i soli pannelli di rombi e pentagoni.
Ma è già nel
Chausat Yogini mandir di Doni, nei templi gemino shivaita di Vyas Badhora,
in quello Rahila presso Mahoba ed in quello di Makarbai che le proiezioni
del santuario e del vestibolo si fanno pilastri ornamentati in una o due
sezioni, ( ciascuna delle quali inquadra che inquadrano ciascun
un l’ingrandimento di un rombo floreale diamantino ingrandito, come avviene
nelle nicchie del badhra centrale o della kapili dell’antarala,
che invece nei templi Chausat yogini di Doni e in quello Rahila è
ipotizzabile che albergassero statue.)
Tali
pilastri-rathas si elevano oltre un kapota, insito tra due recessi, anch’esso
bordato con takarikas e gagarakas, e decorato frontalmente di rosette
alternate a rombi floreali diamantini. che in Makarbai è il kapota
stesso che conclude il vedibhanda. Essi sono costituiti da unica
sezione, tranne che nel ad eccezione del tempio di Vyas Badhora ove
un ulteriore profondo recesso intermedio prelude a una seconda sezione
minore superiore del pilastro. Ad essa , alla quale
ugualmente corrisponde una ulteriore nicchia del badhra, laddove
è una soltanto negli altri templi, in conformità con il numero delle al
pari delle sezioni dei rathas. La sezione unica dei templi
Rahila e di Makarbai e quella primaria in Vyas Badhora sono
ripartite da un madhya banda negli inquadramenti di due rombi floreali
diamantini enfatizzati dal loro ingrandimento. A profilare
inizialmente tali sezioni è un kapota che replica quello soggiacente ai
rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette e di rombi
floreali diamantini che l’adornano. Tale ornamentazione, tranne che nel ad
eccezione del tempio di Doni, a) è replicata nel madhya bandha
della fascia è il pregio intermedia della sezione di ogni
ratha,eccezion fatta per la seconda di tali sezioni nel tempio di
Vias Badora, che non abbisogna di madhya banda perché di rombi ne inquadra
uno soltanto, e b) è ripresa nella modanatura conclusiva della
prima di tali partizioni, laddove nel tempio di Vyas
Badhora la seconda sezione è terminata da una sorta di kumba liscio che
ambo le sezioni e in quelle duplice nella prima sezione, e unica nella
seconda, che è conclusa invece da un kumba( o kapota?. Tale fascia
intermedia ripartisce a sua volta la sezione del pilastro nelle
specchiature in makarbai , Vyas Badora, quanto alla prima sezione, Rahila,
di soli rombi diamantini, riducentisi a uno solo in Doni. Rombi ancor
più dilatati di quelli dei rathas laterali e d’angolo sono di stanza negli
stessi badhras, e come si è già notato visto che vi ricorrono
nei loro stipiti e nei pilastri badhrakas, ove figurano alternati a
rosette, tra i gatha-pallavas di due vasi dell’abbondanza.
Nicchie
simili , cui ne susseguivano altre ai lati del frontone del sukanasaika,
ricorrono nella kapili esterna del vestibolo dell’antarala, secondo una
consomiglianza tra badhra e kapili dell’ antarala, nella loro eminenza
devozionale che risale ai templi Pratihara, e che si ritrova nei
templi Chandella di Khajuraho, come nei templi Kalachuri e Kachchhapagatha
( Nota Che nei templi
Rahila e di Makarbai i janghas presentano rathas la cui sezione in fasce
sia di rombi che di rosette intervallano rombi diamantini incastonati ,
benché un recesso non intercorra a sezionare il pilastro in più segmenti,è’
una caratteristica che accomuna ambo i templi a quello di Baragaon nel
distretto di Tikamgarh, una trentina di km più a sud, un tempio di
transizione di estremo interesse: simile nella pianta ai templi Pratihara,
giacchè non presenta alcun mandapa oltre il portico dell’ardhmandapa, è di
essi più sviluppato per la elaborazione dell’adhishthana in uno zoccolo e
un podio dove fa la sua decisa comparsa un karnika. Oltrechè
l’articolazione dei rathas, incrementa inoltre le sue similarità con
i gli altri templi in granito del periodo Chandella la ricorrenza
ornamentale continua di rombi e rosette, negli stessi pilastri badhrakas di
ogni ordine e grad, quasi che i templi in granito fossero diventati modelli
di spoliazione ornamentale anche per quelli in arenaria di capitali
periferiche quali Chandpur, Lalitpur
In esso come
nel tempio di Vyas Badhora due sono le nicchie del badhra, mentre una
soltanto è quella dei templi Rahila e di Makarbai, in corrispondenza sia di
pilastri e di una parete meno elevati)
Quanto
resta dell’elevazione superiore lascia intendere che come nei templi di
Vyas Badhora, Mahoba e Makarbai lungo le pareti del jangha. oltre un kapota
insito anch’esso tra due recessi, ugualmente bordato con takarikas e
gagarakas,e decorato frontalmente di rosette alternate a rombi floreali
diamantini nelle vestigia di pilastri si dipartissero proiezioni divise in
varie sezioni che inquadrano un rombo diamantino. Esse sono , profilate
inizialmente , come nei templi antecedenti, da un kapota che replica quello
soggiacente ai rathas, sia nei gagarakas penduli che nella serie di rosette
e di rombi floreali diamantini che l’adornano., e che è replicato a
conclusione della sezione da una fascia più dilatata.
Nel
Chausat Yogini Mandir , come negli altri due templi superstiti di Dauni,
ugualmente i pilastri badhrakas presentano fasci di rombi e rosette tra i
due vasi dell’abbondanza.
Con
i rombi e rosette similmente gli altri motivi ricorrenti sono solo le
jalakas, a staccare dal basamento il corso di vedikas costituiti di brevi
pilastri badhrakas, e le palmette e gli ardharatnas con cyui esordiscono i
rilievi delle trabeazioni.
Riassunto
parziale Si tratta dunque, per quanto si è finora rilevato dei templi
in granito d’epoca Chandella, per lo più di templi che in conformità
con la disponibilità e la difficoltà di lavorazione del granito, mentre dei
templi maggiori in arenaria dei Chadella anticipano l elevazione su una
piattaforma e l’ampliamento dell’adishtana in zoccolo, plinto e podio, con
la novità del karnika, e l’esclusione del grasa pattika e del motivo
del fiore di loto e delle volute, ravvisabili queste ultime solo nella piattaforma
del tempio Rahila, mentre si spogliano di ogni ornamentazione
esteriore e di ogni icona degli dei hindu, tranne che nelle nicchie
inferiori sovrapposte all’adhishtana, ai lati degli ingressi dei portici e
nei portali d’accesso al garbagriha, grazie ad inserti statuari in
arenaria. Rispetto agli antecedenti templi Pratihara, che verranno
riesumati alla perfezione in quelli minori dei complessi panchayatana di
Khajuraho, ciò comporta la perdita delle eminenza devozionale esterna
delle statue delle nicchie di badhra e di antarala, della
installazione di dikpalas nelle proiezioni d’angolo, i karnas, di apsaras e
ninfe celestiali varie nelle pratirathas intermedie, il che, con il venir
meno di ogni esterna pradakshina., ne fa elementi tutt’altro che
imprescindibili in un tempio hindu.
Verandika
Incompiuto-------
24 giugno 2017
Uno shock
salutare di Mohammad
Pensa, Rico,
-mi diceva ieri un Mohammad sbalordito e confuso, per il quale era come se
tra il cielo e la terra fosse avvenuta un’ inversione cosmica,- io sunnita
ho amato per tre anni una ragazza, e solo oggi ho scoperto che lei è
sciita...
“ Ma chi è ?
Dove vive? Come è stato possibile, senza che io ne sapessi niente di tale
tua storia?”
Ma è…
Mouskan”
“Mouskan?”
"I suoi
familiari hanno sempre fatto credere in giro di essere dei Pathan, che è
come dire dei Khan.
In realtà ho
scoperto che tutti i loro nomi sono succeduti dal cognome Hussein.
Ho fatto
ricerche in internet, contattando in facebook un cugino di Mouskan.
Provengono da Banda e suo nonno era un membro famoso della comunità sciita
della città"
“ Mohammad mi
fa solo piacere che tu abbia scoperto quanto tu mi dici, perché tale
rivelazione non può farti che bene. Se penso a ciò che mi hai ripetuto
degli sciiti, che il loro sangue ha un tale odore particolare”
“ Certo che è
così. Dovresti venire anche tu a Kanpur per la flagellazione di Moharram.
E’ ciò che hanno visto i miei occhi, sentito i miei sensi…”
“ Ed anche
che sputano di nascosto dove tu bevi... Mohammad per anni sono stato in
relazione con una famiglia iraniana, di cui ero membro come di quella di
Kailash, e ho viaggiato nel paese degli sciiti, ma mai qualcuno ha
immaginato o pensato di farmi una cosa del genere. Mohammad, Mohammad, come
può la tua mente pensare cose del genere.... Come puoi immaginare che io le
creda e che le condivida, io cristiano in una famiglia hindu, che aiuta la
tua famiglia sunnita…
Mohammad ha
cominciato a riaversi e si è allora ricordato e mi ha parlato di un suo
amico di infanzia, Argan.
“ Dividevamo
tutto dei nostri pasti, ogni sorta di riso byriani. Poi durante un Moharram
l ho visto tra gli altri sciiti, che partecipava al mattam, e sono rimasto
scioccato… l’ho rivisto ancora un’altra volta, un mio amico sunnita lo ha
afferrato e me lo ha consegnato perché lo picchiassi. “ Sei sciita? gli ho
chiesto. Ed egli mi ha risposto “ Sono tuo amico, non sciita” Gli ho detto
allora di scomparire dai miei occhi, rinunciando a fargli del male.
Mohammad mi
ha accreditato di averlo incontrato ancora una volta, durante il Moharram
in Kanpur di tre anni or sono, e di averlo abbracciato, lasciando che il
sangue dell’amico macchiasse la sua djellaba.
“ Che vuoi
che possa pensare degli sciiti, dopo tutto quello di cattivo che sugli
sciiti mi hanno detto in famiglia, in comunità, un autentico lavaggio del
cervello. “
In Khajuraho,
Rajnagar, Chhatarpur, apparentemente nessuno è sciita.
“ Ma tanti lo
sono, e lo tengono nascosto a noi sunniti per paura. E’ diverso in Kanpur,
o Lucknow, dove gli sciiti sono più di noi della Sunna”
“ Un
autentico brainwashing. Come quello di Al Qaeda quando cominciano a dire ai
terroristi che l islam è in pericolo, che dobbiamo difenderlo… e che se
muori per difenderlo vai direttamente in Paradiso E’ Allah che difende l
islam, se è in pericolo noi possiamo solo difenderlo con la preghiera,
comportandoci da veri muslim. Nessuno può uccidere nessun altro. Solo Allah
può toglierci la vita che ci ha dato“
Ed è tornato
a ripetermi il suo credo più profondo
“ Esiste un
solo Dio, le religioni e la loro distribuzione sono solo create dagli
uomini. Noi tutti, prima di tutto, siamo human being, esseri umani, prima
ancora che hindu o cristiani o muslim, sciiti o sunniti”
Il discorso
l’ho fatto quindi scivolare sulle questioni della scuola, mentre Mohammad
vagheggia già la moto che gli lasceranno tra mesi degli zii ricchi, su cui
al mio ritorno potremo uscire di sera, su quali siano i suoi rapporti
attuali con il padrone e il suo sovrastante.
E' in grado
di sopravvivere in hotel , ancora a lungo ,. Oggi gli sono state consegnate
le ultime mille rupie della paga del mese scorso, di cui il sovrastante
avrebbe voluto trattenergliene ancora quattrocento.
“ Lo sai,
come occorre fare. mi ha detto il ragazzo con una citazione stupefacente
quanto la perfezione chiastica delle sue massime, “ divide and rule!”.
E da dove il
“ divide et impera” fosse mai uscito fuori nel suo cervello, era un mistero
che gli era insolubile.
25 giugno
2017
" Siano
dolci, siano amare, sono sempre parole d'amore"
( abbozzo
originario)
“ Kailash,
dicevo al mio amico durante la cena in Chitrakoot che precedeva il nostro
rientro notturno a Khajuraho,- anche se mentre stiamo insieme la mia mente
va via ed è perduta lontano, con te non sono e non mi sento mai solo. Sono
stati un’altra volta bellissimi i nostri giorni di viaggio”
Nei dintorni
di Citrakoot ci eravamo aggirati per due giorni alla ricerca dei templi
perduti, in Gonda, Ramnagar e villaggi circostanti, prima di rivisitare la
piccola Varanasi tinteggiata meravigliosamente di un ocra arancione nei
suoi templi e palazzi ed edifici contigui , lungo il Ram Ghat che si
affaccia sul fiume Mandakini, di percorrere sfiniti e contenti l intero
Perikrama intorno al colle sacro al dio Rama, dove la leggenda vuole che
per dodici anni sarebbe rimasto in esilio con Sita e Lakshmana.
“ Grazie”, mi
diceva un commosso Kailash., prima di replicarmi come atto di gratitudine
“E quanto a
me, io non ero una persona prima del 2005”, l’anno in cui ci siamo
conosciuti.
Ma sarebbe
bastato quel che è accaduto nella stazione di Karvi in attesa del treno che
ci avrebbe ricondotto in Khajuraho, ad infrangere ogni nostra presunzione
che la nostra amicizia ci avesse elevato ad una condizione infrangibilmente
superiore.
Kailash mi
lasciava solo con tutti i bagagli e le borse a fronteggiare delle scimmie
che con i loro piccoli in grembo o sul dorso si erano avventurate lungo i
binari, e quando una di esse mi si avvicinava ed iniziava ad armeggiare con
uno zaino per portarmelo via, invece di soccorrermi egli ne rideva
distante.
Io , sentendo
dalla mia parte ogni ragione, lo maltrattavo di fronte a tutti con parole
offensive, rimproverandolo in hindi di stupidità assoluta, prima che mi si
riaccostasse umiliato, e non trovasse altra giustificazione che chiamando
in causa la sua paura delle scimmie.
La paura che
di nuovo era prevalsa sui suoi sentimenti, come la notte in cui non aveva
trovato il coraggio di donare il sangue che serviva ad assicurare la vita
di Vimala e di Chandu , quando la moglie aveva partorito il nostro ultimo
bambino.
Kailash
cercava di rifarsi in ogni modo, facendosi finalmente carico di ogni
bagaglio, al sovrappasso che dovevamo risalire e discendere per prendere il
treno in arrivo, e quando sopraggiungeva, pur nella concitazione di
risalire alla nostra carrozza eglitrovava il tempo e i modi gentili per
orientare un indiano anziano e confuso che era diretto ugualmente a
Khajuraho per visitarne i templi, quando io inorridito dal suo aspetto
trasandato e repellente, avrei voluto che l’amico si prendesse cura
soltanto di noi due, affrettandosi a raggiungere una carrozza che restava
distante
“ Per lui c’è
l Ufficio turistico, se ne ha bisogno”
Così dicendo
alla faccia di ogni mia missione culturale universale, del mio disperare
che sia disattesa ogni mia indagine e ricerca su tale patrimonio artistico
così lungamente condotta.
E ieri al mio
rientro, sarei dovuto venire al dunque con Mohammad., quanto alla
conclusione dei suoi studi, e a ciò che resti ancora della nostra amicizia.
Nell’ hotel
in cui lavora, quando ci siamo rivisti, gli ho chiarito subito che giunti a
tal punto non intendevo più né pagargli la reiscrizione a una scuola
privata né effettuare il passaggio a quella pubblica, visto che a due
giorni soltanto dalla mia partenza nessuna sollecitazione mi era da lui
pervenuta in un qualsiasi senso, che al solo fare cenno a tale questione,
cadeva ogni volta la linea ed ogni discorso che .intendessi affrontare.
“ Tu
preferisci considerarti uno stupido ragazzo con una mente stupida pur di
non studiare ancora, “che fare valere l’eccellenza del tuo cervello…
Rientravo in
casa di Kailash, e lo ritrovavo al suo risveglio con Vimala e Chandu.
Chiedevo all’amico di dire al bambino che sarei partito per l Italia, da
cui solo dopo vari mesi sarei rientrato in India, e di chiedergli se era il
caso che da lui e tra loro facessi ritorno, o che rimanessi nel mio paese
una buona volta per sempre.
Chandu gli
rispondeva che voleva che facessi ritorno, poi soggiungeva in hindi altro,
che chiedevo a Kailash di tradurmi all’istante : “ Don’t go, Non andartene,
è quanto Chandu vuole che ti dica”
Cosa più
bella il mio bambino non poteva dirmi, ma quando mi sono ritrovato da solo
in casa con lui, e mi sono messo a vigilarlo- la mamma era in realtà solo
al di là della soglia-, ha seguitato a pregarmi di lasciarlo solo, e di
andarmene via.
Mohammad l’avrei
ricontattato più tardi al telefono, da cui mi aveva richiamato perché gli
rendessi conto del fatto che avevo coinvolto di nuovo suo padre, in un
estremo tentativo di convertirlo a seguitare fino alla fine il corso dei
suoi studi.
Mohammad si
trincerava dietro il nuovo corso assunto dalla sua vita con la sua prima
attività lavorativa, per occultare il dato di fatto che gli mancava ogni
interesse e volontà di fare ritorno a scuola
“ E’ il mio
lavoro cui ora devo pensare, Manoj mi ha detto che se voglio ripetere la
decima classe per tre giorni soltanto la settimana mi lascerà andare a
scuola, dipende se di mattina o di pomeriggio. Prima viene l’ hotel, adesso
per me…”
“ Manoj è un
ex insegnante che non dovrebbe parlarti così, ma che ti parla così e ti ha
pure già promesso un salario superiore di mille rupie, perché vuole tenerti
in schiavitù nel suo albergo. Se tu davvero ci tieni alla scuola, è la
scuola che deve venire per prima, e nessuno può obbligarti a perderla per
curarti delle sue camere da letto e della sua reception”
“ Lo so che
sbaglio, Mohammad veniva allo scoperto, ma la verità, what is true, è che
non ho interesse ad andare a scuola. Tu e mio padre avete per me la stessa
autorità. E se tu pagassi per me la scuola, so già che ci andrei un giorno
o due, o tre, e che poi smetterei”
Se così
stavano le cose, fosse fatta la sua volontà, secondo la sua libertà di
scelta che aveva l ultima parola. E buona notte, e sogni d’oro di nuovo,
per il mio caro ragazzo.
Avendo così
posto fine a ogni mio tentativo di riavviarlo agli studi perché li
ultimasse, non capivo, durante tutta la giornata odierna, come nei giorni
trascorsi, il suo ostinarsi al telefono in una laconica freddezza nei miei
riguardi.
Nella sala da
pranzo dell’hotel non mi rivolgeva né la parola né lo sguardo.
Quando gli
ritelefonavo di nuovo, rinviava a un’ora più tarda il nostro incontro, e
allorché lo contattavo che la sera era già inoltrata, mi faceva sapere che
non poteva mancare ad un ennesimo matrimonio
“ Arrivederci
a ottobre, allora se è così”
Sulla via di
casa il mio malumore cresceva nei confronti del ragazzo , e il suo
parossismo mi faceva deviare verso l hotel dove forse l’avrei ancora
ritrovato, come in effetti vi era ancora presente, per uno di quegli
ultimatum in cui un’amicizia trova il suo termine:
“ Mohammad,
se vuoi chiudere la nostra relazione, possiamo finirla qui”
“ Possiamo
proprio chiuderla” mi replicava in tutta risposta, senza staccare lo
sguardo dallo smartphone che digitava,
“ Tik-è and
good bye for ever” sentenziavo in una stretta di mano.
A Kailash
comunicavo di li a poco la fine inevitabile della mia amicizia con
Mohammad, al che egli reagiva dicendo che avrebbe comunicato al padre che
d’ora in poi egli avrebbe dovuto provvedere al ragazzo per ogni evenienza,
che il figlio era ora come un uccello che avrebbe cavarsela in volo in
tutto e per tutto con i soli suoi mezzi.
Non ancora mi
capacitavo di quanto potesse essere successo, che Mohammad mi telefonava di
nuovo con voce dimessa, per dirmi che cosa aveva ispirato il suo
comportamento
“ Volevo che
così tu soffrissi di meno, nel lasciarmi e nel ritrovarti in Italia senza
di me”
“ Scusami ,
Mohammad, per come ho reagito”
“ Ti capisco.
Chiunque avrebbe fatto come te… “
.” Solo che
se tutto si fosse tra noi così concluso, mio caro, mi sarebbe stato molto
più difficile fare ritorno . “
Kailash
precedeva l’arrivo di Mohammad nella mia stanza, dove mi avrebbe lasciato
di lì a poco, per portare al giovane che con lui si avvicendava di notte
delle cibarie del matrimonio cui aveva illuso con me.
“ Se è come
mi dici, se il tuo giovane l’ha fatto per questo, va bene, non ci sono
problemi” e salutava l’arrivo del ragazzo con soddisfazione amichevole, in
Mohammad rinsaldandosi ciò che ci unisce e ci lega.
“ Ora, gli
dicevo con tutto il mio affetto, voleranno in un istante i giorni della
nostra separazione, e il tuo richiamo sarò tanto più forte”
Che venisse
pure l indomani, a me bastava già quanto il suo sopraggiungere avesse messo
le ali alla mia felicità.
Quasi una
leggera morte
Prima che il
treno da Khajuraho mi conducesse con Kailash a Delhi per
fare rientro dopo alcuni giorni in Italia,
chiedevo al mio amico e a Mohammad, che era accorso in stazione in
motocicletta per un ultimo congedo , di consentire a Miraj che aveva
accompagnato Mohammad, di scattare un’ultima fotografia che ci vedesse
raccolti insieme, concordi e
affettuosi dopo screzi e dissidi,
rivedendo la quale, come il treno
si è messo, mi sentivo
gioioso di poter dire, pubblicandola in face book: Ecco
l’immagine di una felicità concessa a chi non vive soltanto per se stesso”.
Pur tra le lacrime , quando al telefono Mohammad, rientrato in hotel, cessava di parlare sopraffatto dai singhiozzi.
Ma ora non ne
è più nulla di tali immagini, finite perdute con ogni altra che ho scattata in India
durante questa mia ultima
permanenza, di templi hindu sconosciuti o di amate sembianze, con i miei computer e tutto il materiale dei miei scritti, di tutti i documenti e testi e degli ebook di altri autori che contenevano, con le mie fotocamere e
lo smartphone che Mohammad mi aveva assicurato di seconda mano, per il furto della borsa che li conteneva
che in una fase di dormiveglia ho subito alla stazione centrale di
Milano,al mio rientro dell India in
attesa nel corso della notte del primo treno mattutino diretto a
Mantova, per opera di una gang di
malfattori extracomunitari. Che
altro non posso pensare, se nel giro di un’ora alla polizia giudiziaria cui
denunciavo il furto si succedevano un altro anziano e una
giovane ragazza in lacrime, vittime anch’esse di rapine. La psichiatra del Fatebenefratelli , cui chiedeva un
consulto nel suo referto parlava di
mie reazioni normali, pur sempre
nel mio stato di depressione permanente, mi diceva che che potevo già lasciare Milano e che non dovevo avere paura di
ritrovarmi da solo nelle stanze del mio appartamento a Mantova, dove distaccato dal luogo del furto avrei
avvertito appieno il senso dell’avvenuta
perdita. La mia mente era in realtà
sospesa e si era auto sedata in una stato di stupefazione attonita, cercando
appigli, nel vuoto della perdita, a
quanto avevo pur avuto e
avrei trovato modo di salvare. Per mia fortuna , disattendendo alle
indicazioni dell’addetto al chek in nell’aeroporto di Delhi, avevo
conservato nei bagagli un hard disk con i miei testi principali, e nel mio
blog avevo avuto modo di
salvare ogni mio resoconto
indiano, e vi avevo stipato tutti i dischi dei dizionari
e del mio web site, ma quanto di irrimediabilmente perduto veniva a mancare
all’appello, quando la memoria aveva
le capacità di ripercorrere i dati che potevano essere finiti perduti, ogni immagine che avessi scattato dei monumenti islamici e moderni ignoti ai più che
avessi scattato in Delhi, tutte
quante quelle, preziosissime e altrimenti irreperibili ovunque, dei templi hindu che avevo
ritrovato con Kailash nei dintorni
di Mahoba e di Chitrakoot, senza il
cui supporto ogni mia ricerca in corso da ultimare restava un sentiero
interrotto, per riprendere il quale, al mio ritorno in India, avrei dovuto
ripetere i viaggi e riscattare ogni foto,
con nuovi apparecchi dall’acquisto proibitivo.
Per giorni,
finora, come tutt’ora ho seguitato a compiere ogni cosa da fare e a
conservare i contatti indispensabili come in uno stato di leggera morte, in
cui la rimozione dell’avvenuto si faceva confuso distacco e indiana
rinuncia, senso di liberazione come
se la perdita mi avesse alleviato di un fardello, e come la falena al fuoco
di una lucerna, bruciassi più inconsistente ed evacuato vuoto
del mio annientamento in
corso. Mi ha sostenuto in tale precipizio la ritrovata immersione nell
universo librario, Schopenhauer, don
Milani, Mandelstam o Kushwant Singh che fossero i ritrovati autori, nel silenzio dell India in cui l’atman ritrova il suo
Brahman ritirandosi dal mondo.
Con il
piacere, nei miei contatti con chi ho di così caro in India, che Mohammad
abbia ritrovato la via della scuola, e che mi sappia dire dei più grandi
poeti in urdu, di Mirza Ghalib come di Mir taqi Mir, di Mirza Ghalib citandomi due versi che ho ritrovato in una
versione inglese “Let me get drunk in the mosque,
Or show me
the place where God abstains!”
Se ora in Italia me ne sto tutto il giorno chiuso in
casa e non ho voglia di uscirne che per necessità impellenti, una delle
ragioni snervanti, più che il gran caldo, è che giunto oramai alla fase
terminale della mia esistenza, mi deprime incontrarmi per strada con
conoscenti ed amici cui nulla interessi di quel che penso o che sento,
quale sia la mia vita sensibile e mentale, ma ben attenti a quanto sia più
grasso o decrepito. Né mi va di sentire levarsi nel dibattito la veemenza di chi suppone che chi è avversario o
nemico è tale perché è un cretino, fascista o leghista o penta stellato o
piddino che sia, e che contro lo jus soli ci sia ancora chi invoca che le
colpe dei padri debbano ricadere sui figli , o quelle del forestiero che
delinque su chiunque sia ancora straniero in Italia, escludendolo dalla
cittadinanza italiana benché in Italia sia nato, ne frequenti le scuole e
ne parli la lingua nazionale. Tanto meno mi vanno i panem et circenses
estivi di una classe politica che non riesce ad allestire che ciò sa e
conosce, nella sua formazione politica cresciuta anziché su poeti,
letterati, economisti, filosofi e sociologi, su tutto quanto fa
intrattenimento e spettacolo, è parola e musica di cantautori, o mossa o
finta di un calciatore.
E a sinistra e a destra, da amministratore o
funzionario di stato, favoleggia la via Emilia perché è stata la via di
congiungimento degli astri di Zucchero, del Liga, di Vasco Rossi, con
quello maggiore di Francesco Guccini, nulla sapendone di quelli artistici
di Attilio Bertolucci, Silvio d'Arzo, Pier Vittorio Tondelli, Antonio
Delfini, Walter Siti e via continuando. E quanto al bread and circuses
imbanditi in loco, non serve allettarmi con i luoghi comuni e gli equivoci
(vedasi in merito Scansani Stefano) del mito artefatto di una cucina di
principi e popolo, o che , pur di allestire appeasements di richiamo e
successo da fare invidia a quelli areniani, da Seamus Heaney si sia
approdati ad Elton John, prima di Sting, per la modica cifra minima di 95
euro a cranio, se in ascolto del
baronetto non si è dei Vip.
.
|