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lunedì 28 settembre 2009
Kailash era in cammino da solo verso il suo villaggio, quando la
sua telefonata mi ha raggiunto. Vi era diretto per ricongiungersi
il giorno di Dusshera con la moglie e i bambini più piccoli
che dall inizio di Navaratri vi soggiornano in casa dei suoi
genitori , con Purti ed Ajay che l'avevano preceduto sulla
motocicletta guidata dal fratello. Il sole che era ancora alto
oltre i vetri delle mie finestre di casa, volgeva al tramonto nel
cielo dell' India. Al telefono ho accompagnato Kailash lungo tutto
il tragitto restante, mentre il sole via via declinava e il
villaggio si faceva più vicino, finchè Kailash non è
stato tra le prime case, ed ha iniziato a percorrere le prime vie
abitate, e con il sole che spariva all'orizzonte anche i nostri
discorsi hanno volto al termine. Gli avevochiesto di farmi
avvertire l' India, nelle voci e i rumori di passanti e automezzi,
ma con l'affanno della sua voce al seguito dei passi, potevo
sentire, mi ha detto, solo il clic clac dei suoi sandali. "
Quali porti?" delle due paia di sandali che sono le sue sole
scarpe abituali.. " Quelli blu" , che sempre aveva ai
piedi quest'estate Quelli in similpelle, " expensive",
mi ha detto che li riserva per le circostanze importanti. Già
le statue di legno e di fango della dea Durga erano finite immerse
nelle vicinanze del fiume Ken, nelle acque della diga ch'è
poco distante dalla stazione ferroviaria di Khajuraho. E
domani, o dopodomani, se le circostanze lo consentono, il mio
amico potrà recarsi al tempio di Hanumah in prossimità
di Chattarpur , per propiziare ad entrambi la dea con la
distribuzione di piccoli dolci alle kumari bambine del
circondario, cui avrà recato l'avviso nelle scuole
circostanti., Ma prima occorre che ritorni in Khajuraho a farvi
provvista del riso, lo zucchero, il latte, l'uva passa e il khaju
che occorrono per i dolcetti . Poi " slowly, slowly"
potrà riprendere i nostri progetti, che hanno subito una
battuta d'arresto a seguito della sua intolleranza alimentare per
la zero zero atta che per più giorni l ha confinato in casa
con diarrea e vomito. La malattia l' ha così debilitato che
stenta ancora a riprendere a mangiare abitualmente. Non
occorrerà per questo che faccia ritorno ad Orcha, dove alla
fine dell'altra settimana scorsa si è recato, con Purti ed
Ajay, per contattare gli affittuari e i gestori del ristorante in
riva al Betwa. Esso ci alletta per la sua posizione prospiciente
il fiume, il parco sull'altra riva, in un grande centro di flussi
turistici ove non campeggia alcun ristorante di cucina
italiana.. Kailash l' ha ritrovato ancora chiuso, i tavoli e le
sedie accatastati all esterno con gli ombrelloni., senza che alcun
lavoro di ordinaria manutenzione o di riparazione sia stato
intrapreso. E' venuto a sapere che ne è proprietaria la
locale azienda turistica , da cui l' ha avuta in affitto un
benestante locale che ha subito provveduto a subaffittarla ad un
farmer del posto, il quale , al pari del primo affittuario, non ha
la minima idea di come avviare e gestire un ristorante.
" Aiutami, Kallu, gli ha chiesto in soccorso..." Non
hanno il minimo senso o criterio, dei tempi lunghi di cui occorre
disporre per essere successful , che significa, tradotto in
termini semplici, ottenere che il nome del ristorante possa finire
in qualche guide book. Responsabili del'azienda , tenant e
sub-tenant erano ben disposti ad affidare a Kailash, esentasse,
senza oneri di luce e di affitto, ogni lavoro di manutenzione e di
riparazione, la edificazione di bagno e lavabo, oltreché il
rifacimento della cucina e l'acquisto delle attrezzature mancanti,
ma senza alcun serio impegno di proroga del canone per gli anni
seguenti... Un generico ripromettergli soltanto, con la
assicurazione che a lui, un forestiero di Khajuraho, avrebbero
patrocinato e protetto l' ingresso nell'economia di Orcha. Nessuno
si sarebbe sognato di venire a importunarlo, o a mangiarvi senza
pagare...Ricordavo l'uomo che dormiva su un un tavolo quando
insieme, il giorno del mio distacco da lui e dai suoi bambini
nella vicina Jhansi, vi avevamo compiuto un sopralluogo? Era un
prepotente locale che avanzava pretese del genere. Tutte queste
cognizioni, su quello che il mio amico considerava già "
my restaurant", Kallu le aveva tratte incrociando i dati che
aveva raccolto dai diretti interessati, l'uno in contrasto con
l'altro, il ristoratore di un vicino resort che forse non aveva
mancato di scoraggiare Kallu dal farsi suo concorrente,
dipingendogli a fosche tinte la gestione di quel ristorante come
un seguito di tentativi falliti, anno dopo anno, le volte
precedenti, . gli affittuari cui non pareva vero di potere
seguitare a interessarsi solo dell affitto da riscuotere a spese
del diretto interessato, nel lasciargli fare i i lavori che
consentivano di aumentarlo,.. " Così può
darsi che ti facciano fare tutti i lavori che servono per aprire
il ristorante, senza che tu al tempo stesso per il primo anno
possa guadagnare nulla, essendo ancora all'avvio della gestione,
per poi spedirti via appena potranno affittarlo per qualche
migliaio di rupie in più grazie a tutto che quello che hai
fatto" " It's possible!..." ridendone ha arguito
Kailash , con divertito sarcasmo. Meno arrischiato e più
compatibile con le cure parentali di Kailash, innanzitutto nei
riguardi di Ajay, così bisognoso del suo aiuto per imparare
da bambino dislessico l'inglese, sarebbe il rilevare in affitto il
ristorante vicino al suo villaggio tra Bamita e Panna, lungo la
strada magnifica che reca al parco nazionale, con cucina
,terrazza, raining hall, ossia un salone in cui i clienti possono
porsi al riparo quando imperversano i monsoni, un ampio spiazzo
per parcheggiarvi davanti, dove è possibile disporre
ombrelloni al' ombra di alberelli. Ma l' esperienza in cucina
indiana di cui Kallu necessita ancora, l' inducono a ritardare i
tempi, a differire ancora per chissà quanto tempo. Intanto
riprenderà a lavorare per l hotel Harmony, e la sera,
quando ne farà rientro, servendosi dei libri di cucina in
hindi che gli ho inviato/ trasmesso da Delhi, in casa potrà
sperimentare ancora ulteriori ricette. Procedendo "
slowly, slowly, come mi ha pregato, giunto in prossimità
della casa dei suoi genitori. " A Sumit, a Chandu, un mio
grande bacio come li vedi ", l ho pregato al nostro commiato.
Pubblicato da odorico a 15.35
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lunedì 5 ottobre 2009
"
Non preoccuparti, per me fa lo stesso anche se dirai di no... mi
diceva Kailash, dopo avermi parlato, già come " of my
restaurant", del " mio
ristorante", della trattoria che gli è stata offerta
in affitto a poca distanza dal suo villaggio, lungo la strada che
reca al National Park di Panna, e dopo che la sua mente già
ha fatto il calcolo di quali siano gli orari di transito dei
turisti diretti al National Park, o che ne fanno rientro, di come
e quanto valga la pena di tenerlo aperto venti quattro ore su
venti quattro, per i camionisti che vi sostino durante la
notte. Per questo già vi potrebbe disporre di numerosi"
charpai", i letti indiani di corde, oltre che di una cucina,
di un giardino da ripristinare e di una sala interna in cui gli
avventori possono riparare in caso di pioggia, nonché di un
soffitto che può fungere da terrazza, basta soltanto fare
gli scalini. Mancano soltanto una toilette e il lavatoio, un altro
frigo in cucina. Occorreva inoltre la collaborazione di un
cuoco in cucina, per tremila rupie, che gli insegnasse quanto non
conosce della cucina indiana. Il proprietario è un
pandit brahmino che per il suo vegetarianesimo non vuole più
saperne di cucinare carne, che ha altri affari a cui attenersi,
come " farmer" Ieri, di domenica, con Ajay, Purti e
Sumit, vi si è recato in motocicletta per scattarvi alcune
foto che mi ha trasmesso via internet lo stesso pomeriggio.,
perché potessi decidere insieme con lui con cognizione di
causa " Pensa com'è meraviglioso, Kailash, che ne
stia ragionando con te, qui in Italia, quasi che in India fossi
presente insieme a te sul posto, ", come in Khajuraho, lungo
lo stessa tratto di strada, o in Orcha, c'era accaduto di fare di
persona quest'estate. " In questo modo potrai decidere
meglio". Le immagini erano sfocate, a causa della scarsa
luce della giornata straordinariamente piovosa, ancora in ottobre,
si giustificava Kailash, ma ne trapelavano ugualmente lo stato
rovinoso del giardino sbrecciato retrostante, oramai caduto in
disuso, la ordinarietà stagionata della cucina prospiciente
gli accessi al vano interno, con tutte le pentole allineate, di
sedie e tavoli e ombrelloni di plastica, che pur conferivano al
ristorante usurato un'ariosità luminosa.
Non mi sfuggivano le immagini di
più inservienti. Gli ho chiesto quanti ve ne fossero, "
Sei, sette, è stata la sua evasiva risposta" Al
momento ho solo pensato agli introiti che avrebbe assicurato di
per sè il farne meno, " Kailash,- ripetendogli,
-d'accordo, purchè basti solo un cuoco, purchè tu
possa poi sostenere da te stesso le spese ordinarie," ma la
notte, un pensiero si è fatto assillante, ritardando il mio
riassopirmi nel letto disfatto: " E come può farne a
meno Kailash, come può pensare di poter provvedere a tutto,
venti quattro ore su venti quattro, grazie al solo concorso di un
cuoco in cucina? Possibile che la sua mente così lucida
e attenta non lo avesse considerato, e non ne avesse tenuto
conto? Mi era più credibile che avesse voluto tacermi l'
onere indispensabile che la riassunzione degli inservienti avrebbe
comportato per me, fin dall'inizio, per non indurmi fin da subito
al diniego e ad oppormi. E del resto, il mio assenso condizionato
al ricorso solo ad un cuoco, -come già era avvenuto anni or
sono, alla partenza per il Nepal, quando egli mi aveva taciuto che
si era comperato il suo solo paio di scarpe per l'occorrenza,
temendo un mio no al loro acquisto, - non poteva che averlo
obbligato alla reticenza. Stamattina cercavo di farmene una
ragione, traendo sollievo dalla considerazione del basso costo
della manodopera degli inservienti che ci fosse toccato assumere
in nero, come in India è la regola presso i privati: ne
fossero occorsi anche tre, o quattro, l'ammontare complessivo dei
loro compensi sarebbe stato un aggravio di poco più di
cento euro, senza alcun onere retributivo a carico. Ci
tornerebbe ora a vantaggio, lo sfruttamento di chi è
impiegato come lui in un hotel o in un ristorante privato, secondo
quanto più volte abbiamo esecrato che accada in India,
rifarci all sempio del suo boss che lo paga meno della metà
di quanto dichiara al fisco, mille cinquecento rupie per otto ore
al giorno di lavoro, senza contribuire ad accantonargli alcunchè
di una pensione minima. " Kallu, gli ho detto , tu lo sai
che ho bisogno che tu mi parli chiaramente, di sapere subito
tutto, tutto quello che devo mettere in conto, per poi
fronteggiarlo un poco alla volta. Altrimenti mi viene paura, e la
mia mente non ragiona più, tu sai allora come divento... "
Listen, listen, mi ha replicato Kallu, com è solito
interloquire quando lo metto alle strette, si tratterà all'
inizio solo di due persone..." "Tu e il cuoco, o tu e
il cuoco e un'altra persona assunta..." " Solo
un'altra persona in più all'inizio, che pulisca i tavoli,
in cucina,- poi , se avremo tanti clienti anche di sera, che
sostano a cena, ne prenderemo altri, ancora, ma solo dopo, se
saremo "succesfull" " Capisci che cosa comporta
già questo? 4.00o rupie l'affitto, tremila il cuoco, altre
millecinquecento un addetto... " No, no, solo settecento,
settecento cinquanta, non di più, deve solo pulire i
tavoli, lavare i piatti..." Aveva già pensato di
ricorrere addirittura ad un miserabile girovago dell' Andra
pradesh che vive presso il ristorante, senza famiglia, senza nulla
di nulla. Si sarebbe accontentato anche solo di quanto gli
avessimo dato da mangiare, in cambio del lavoro svolto ai tavoli e
in cucina. Ma appena gli ho chiesto di chiarirmi come potesse
darsi la cosa ha lasciato /l' ha lasciata /perdere, rendendosi
conto per ciò stesso della sua brutalità
profittatrice. " E' uno di quegli uomini che nella vita
passata hanno fatto una cattiva vita, " only of bad karma",
e che ora vivono male... - si è giustificato-. Se io invece
ora avrò fortuna , nella prossima vita mi accadrà
ancora di meglio..." "Kailash, quale che sia la tua
vita, anche se diventerai ricco, io voglio che tu resti l'uomo che
sei. " Certo, a normal, simple man" " A
simple man, Kailash. Che in Ajay, Purti e Sumit che gli
vociavano accanto, Sumit ch'era in lacrime perchè gli
impedivano di usare lo zampirone come per una puja, in Chandu ,
"more and more white", - come Kailash era soddisfatto
che diventasse d'aspetto, e cui ora Vimala dava il latte, sappia
circondarsi sempre dei suoi più preziosi tesori.
domenica 11 ottobre 2009
La
sua voce al telefono mi ha raggiunto nel primo pomeriggio, con
tutto il calore della sua anima protesa alla mia amicizia
solidale, al conforto del rinnovarsi del mio aiuto
fraterno. Kailash è ancora intento nei preparativi
domestici di Deepawali, della ritinteggiatura d'ogni stanza e del
cortile interno, prima della ripulitura di ogni "sampatti"
della mobilia casalinga, restano ancora da rinfrescare solo gli
ultimi tratti di un vano e le pareti esterne a ridosso della porta
d'ingresso, spera così domani pomeriggio di essere
finalmente libero di poter fare un sopralluogo nel ristorante che
intendiamo affittare, per scattarvi delle foto da inviarmi, sicché
io possa decidere in merito con maggiore cognizione visiva, ed al
fine di accertare quanta ne sia la clientela attuale.
Martedì,
giorno di Hanuman , avrà modo quindi di rinfrescare le
pareti del nostro negozio di barbiere, e i giorni seguenti potrà
profittare dei Deepawali discount, per acquistare in Chhattarpur
ad un prezzo scontato il forno elettrico che gli occorre in
cucina, grazie ai soldi che gli ho appena inviato. Ho raccolto
il suo ringraziamento e ho rinnovato le mie condizioni e le mie
raccomandazioni:appia che se apriremo il ristorante dovrà
lavorarvi, in cucina, fra i tavoli, e che se non se la sentirà,
dovrà fare ritorno al lavoro all' hotel Harmony o nel
negozio di barbiere, non potrà accadere quanto già
accadde quando ha inaugurato l' attività di sua pertinenza
in ragione della sua casta, assumendo due barbieri che lavorassero
al suo posto. "Ma lavorare in cucina, mi piace, mi piace
imparare sempre di più come cucinare, "to make more
experience. in the Kitchen.." "Lo so, lo so, che ti
piace di più che il mestiere di barbiere," gli ho
detto ridendone, pienamente fiducioso nella determinazione
responsabile con cui si predispone alla nuova prospettiva di vita
lavorativa. Intanto sarà in grado di muoversi senza
difficoltà negli accettamenti preliminari, e di lasciare
seccare al sole, sul terrazzo, la semente di mais che ha già
acquistato, prima di pulirla per ricavarne al "chakki"
la farina per fare polenta, la nostra novità in cucina,
perchè ora c'è il sole e non piove più sulla
sua regione, nel complesso sull'intera India, come già nei
giorni del fortunale che ha devastato i territori dell'Andra
Pradesh e del Karnataka, causandovi la morte di trecento persone,
e in quelli seguenti, quando, mi diceva, il sole era scomparso, ed
era " only raining and dark, raining and dark,
dark..." L'altro ieri mi faceva i conti di tasca propria
delle conseguenze economiche della catastrofe: i prezzi di patate,
cipolle e pomodori, il cui raccolto è andato perduto nel
Karnataka e nell' Andra Pradesh, che ne sono tra i maggiori
produttori tra gli Stati dell'India, è passato a venti,
venticinque rupie al chilo, in luogo dell importo precedente di
non più di dieci rupie, aggravando il rincaro dei prezzi
delle derrate agricole già dovuto alla siccità
estiva, il costo esorbitante dello zucchero. " Ora molte
persone nelle campagne intorno stanno seminando patate e cipolle,
ma solo tra due settimane si potrà raccogliere e i prezzi
scenderanno, per i pomodori solo tra due settimane comincerà
la semina..." Ho chiesto a Kailash se potessi essere
compartecipe di Deepawali nella mia casa, pur non disponendo di
una statuina della dea Laksmi , apportatrice di prosperità
e ricchezza nella sua notte santa. Potevo celebrare la puja
anche davanti alle immagiini di cui disponevo di Ganesha, di
Krisna e Rada, per l'aarti bastava il lume di una candela o di una
lampada, purchè ruotasse in senso orario in fronte alla
divinità, prima di nutrirmi dei dolcetti che le avessi
offerto.
" ma noi avremo god Karma, se decideremo
e faremo insieme, se io avrò rispetto del tuo aiuto e tu
del mio lavoro "
Intanto Sumit strillava al suo
risveglio in uno stato febbrile, Purti racoglieva il mio invito a
che potessi dirle al telefono quanto mi è cara, che ogni
giorno è nel mio cuore, che ancora si duole della sua
ripulsa della mia presenza fisica, protrattasi durante tutta
l'estate, Ajay s'aggirava a distanza, felicemente rifiorito nei
suoi risultati scolastici.
Pubblicato da odorico a 13.00
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omenica 18 ottobre 2009
Finalmente per Kailash sono finite le fatiche di Diwali, le stanze
da tinteggiare ad una ad una, insieme con il cortile e l'esterno
della casa, tutti quanti i mobili da rimuovere all esterno e
ripulire , ogni indumento e tutti i panni da lavare... "
Ciak....Ciak..." "ma che cos'è Kallu, questo
rumore?- gli chiedevo l' altro ieri, udendo i tonfi nella
cuffia .- E' Vimala che lava ogni lenzuola e ogni coperta..." "
Sono veramente sfortunato, - si rattristava ieri l'altro, -intanto
ogni giorno mi si ammala un bambino, oggi è Ajay che ha la
febbre, e Chandu ha ancora il raffreddore... Questo pomeriggio
erano gli strepiti di Sumit che frastornavano i nostri happy
Diwali, prima che il nostro adorato bambino si quietasse, al
rientro in casa dal dottore che gli aveva praticato una "
iniection" per la sua tosse persistente. Ma " all it
's Okay", "thik hè", tutto va bene, mi
tranquillizzava Kailash, anche il negozio di barbiere è
stato tinteggiato, e la puja di Diwali ieri sera è stata
celebrata " beside the wave oven", accanto al forno ad
onde che aveva da poco acquistato in Chattarpur, presenti
tutti quanti i bambini al cospetto della statuina di Laksmi. "
Anch'io Kailash l' ho celebrata in casa mia, e te ne invierò
le immagini," disponendo l' una accanto all'altra le immagini
di Lord Ganesha, Krishna, Shiva Nataraja, "poi ho offerto
loro dei biscotti, -. erano delle offelle di pasta frolla-. con
una candela ho ripetuto più volte l'aarti attorno alle
immagini , e ho bruciato incenso" su un reggitore del
bastoncino costituito da un ulteriore Ganesha profilato nel
legno. " Very good ", ha confermato Kailash. "
Davvero" very good", ho confermato, la mia squadra del
cuore intanto vinceva segnando cinque goal..." Ma gli dei
per davvero ci sembrano propizi, e Kailash si darà ora da
fare per imparare nuove ricette, di cucina italiana, e moghul,
ritornerà a Chhattarpur per acquistarvi i vasi che ha
ordinato e in cui coltiverà le sementi che potranno servire
in cucina, in una futura locanda, domani e i giorni seguenti sarà
di ritorno in quello che abbiamo di mira, per accertare quale e
quanta ne sia la clientela il mattino e la sera, il mio amico
vuole disporre del mio denaro soltanto a ragion veduta, anche se
in lui predomina la propensione a intraprendere un lavoro che
assicuri davvero un futuro ai sui bambini - "all ottanta per
cento, in percentuale, contro un vento per cento favorevole ad
arrischiarsi di mno nella compera di qualche bufala, mentr'io ho
ritrovato la determinazione per assecondarlo con il mio aiuto.
L'altro ieri gli ho rivelato qual è l'ulteriore ragione
per la quale la mia vita è proiettata verso l'India e la
sua parabola mira a concludersi nella nostra esistenza in comune,
sempre più lontano da un Paese che aspiro soltanto a
lasciare " Io non voglio più restare in Italia che il
meno che posso per la sua situazione politica. E' come se un
criminale come Laloo in India fosse primo ministro, al tempo
stesso essendo potente come Tata..." " Non si
prenderebbe cura della povera gente..." " Peggio,
Kallu, peggio..."
E' tale e tanto il bene che voglio a Kailash, nella sua natura di
uomo semplice, che ogni sua parola è stata una trafittura ,
quando benchè ridendone, mi ha ricordato un suo sogno
pomeridiano, in cui dei nostri screzi ci rendevano ostili l'uno
all'altro, prima che dopo una, due ore, come al solito ci
riappacificassimo. " Eravamo Indore... " In
Indore? " Ma se lo ricordavo come uno dei giorni più
belli del nostro ultimo viaggio, per la intesa che avevamo
raggiunto in ogni decisione, nel risolverci per il Gujarat.... Era
ancora infitta in lui la traccia di quanto l'avessi messo in
apprensione e l'avessi fatto sentire in colpa, quando la sua
impazienza , di me incurante, al suo seguito, nel raggiungere la
stazione ferroviaria di Indore per accertare se disponevamo dei
posti a sedere sul treno per Ahmedabad, m'aveva esposto al
sopraggiungere all improvviso di un tuctù alle sue spalle.
"
Tu mi rimproveravi che non mi prendevo cura di te, quando la tua
vita per me conta più della mia vita..." Ne rideva,
ora, mi diceva di non rattristarmene, mentre io sentivo riaprirsi
e lacerarmi, senza sutura possibile, la pena che mi è
inespiabile di avergli potuto fare talmente del male,
quando mi risvegliavo e sentivo di
volerlo soltanto attaccare nella inazione della sua inermità
, al ritrovarmi nel paradiso celeste della sua casa tramutatosi
nel mio inferno, perchè vi sentivo morire la mia vita
intellettuale in un sacrificio vano, vi sentivo soffocare il mio
respiro culturale, ogni ambizione artistica residua, nella resa
fallimentare della mia impazienza alla presunta sua
inettitudine indolente.
" Kallu, voglio dirti che penso
che la tua e la mia religione, cristianesimo ed induismo, abbiano
di Dio e del bene la stessa idea,. Egli ad ogni istante da la sua
vita a ogni uomo, a ogni cosa, e io, tu, in quanto viviamo la
stessa vita di Dio, viviamo per dare agli altri la nostra stessa
vita, tu ad Adjay, Purti, Sumit, Chandu, Vimala, com' io la do a
te ed alla tua famiglia...
" E' vero, It s true, Tu sai le
cose meglio di me"
" Non è questione di
saperle, Kailash. Ricordi, quando parlavamo di che fosse la
Yagina?"
" Certo"
Yagina, il sacrificio di sè
perenne che in termini hindu è la "kenosis" di
Paolo
" Kailash, dobbiamo donare la
nostra vita , cosi come Dio è donazione a noi della sua
vita"
Era la rivelazione di che cosa sia
Dio, che raccoglievo dalle parole di Marco del Vangelo domenicale,
al punto in cui dicono che è l' Essere che incarniamo,
quando come Egli, come Prajapati, il nostro essere è amore
che"vive per servire e dare la propria vita in riscatto di
molti".( MC, 10, 45)
Pubblicato da odorico a 12.30
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sabato 31 ottobre 2009
"
Ti ho telefonato più volte quando in Italia era pomeriggio,
per darti buone notizie...." Credevo che le buone notizie
rigurdassero il ristorante che vorrei affittare per lui, dove
eravamo intesi che ancor oggi egli sarebbe stato di ritorno, per
accertare con i suoi occhi, " to ceeck with my eyes", mi
aveva ribadito anche ieri, quanta ne fosse la clientela, quale il
giro possibile d'affari. Ma
oggi vi si era intrattenuto solo due ore perchè il sabato
non è un giorno utile di riferimento, come il martedì
è infatti un giorno sacro ad Hanumah,
e
non si fanno affari nelle locande come nei negozi di barbiere, la
gente hindu non mangia carne, di montone o di pollo, non beve
birra o wisky, ed anche se il ristorante non aveva guadagnato gran
che, ciò non rappresentava per lui un valido motivo per far
scendere ancora la percentuale del suo gradimento dell'affare di
aprire un ristorante, che rimaneva stabile al settanta per cento
cui è scesa implacabilmente tra ieri e l'altro ieri,
rispetto all ottanta per cento iniziale, quando le perlustrazioni
diurne e notturne avevano deluso le sue aspettative. Egli si
attendeva di riscontrarvi una frequentazione notturna, se non un
afflusso, di conducenti di mezzi di trasporto su lungo distanza,
camion, autobus, che potesse fargli sperare un guadagno
giornaliero di novecento- milleduecento rupie, in luogo delle sei-
settecento rupie che ora è lecito attendersi di potervi
racimolare ogni giorno, a meno che il suo spirito d'iniziativa,
""good foods, good service, a good location and all
clean", non valgano a incrementare gli introiti. Invece al
telefono lo ritrovavo tutto solo tra gli inservienti già
mezz'addormentati, il cuoco inattivo ai fornelli, mentre autobus e
carri seguitavano a udirsi rombanti tra Chhattarpur e Satna, senza
che alcuno di essi vi arrestasse la corsa nello spiazzo per una
sosta. Era almeno bella la notte che veniva rinfrescandosi,
ogni giorno di più?" Si sentono i cani intorno, in
cielo si vedono tutte le stelle". No, mi ha ribadito, non
era legata al restaurant, cui è sospeso il nostro futuro,
su cui ci si deciderà tra domani e lunedì, la good
news che Kailash voleva dirmi. Si trattava di un bel sogno che
aveva fatto, che m riguardava. " Tu eri già in
India, a dicembre, e giocavi con Ajay e Sumit, che si divertivano,
ed io e Vimala ne ridevamo, mentre Chandù sapeva già
camminare e ci correva incontro...."
"
Eravamo davvero così tanto felici?" "
Veramente tanto..." Ma una assenza nel sogno mi
perturbava. " E Purti, non c'era anche Purti?" "
No"
rilevava Kailash con una constatazione ceta che lo lasciava
muto. Il presagio della sua morte, o non piuttosto la
consapevolezza inconscia, anche nel suo cuore, che Purti non mi
attende e non vuole il mio ritorno? Cadeva ogni discorso sul
sogno, subentravano le aspettative contente dell' India odierna,
di Khajuraho. " Tutti sono pieni di attesa per la partenza
domani del primo treno della nuova corsa da Gwalior a Varanasi" E
che si aspettano? " More, more tourist, more foreign and
indian tourist" E' una speranza che si ravviva anche in
lui a dispetto di quanto possa avergli detto, o si possa dire agli
indiani della crisi globale, che sconfortando le previsioni
scontate viene rarefacendo i turisti stranieri presenti in India,
quali e quanti siano i nuovi percorsi, ed alberghi, che vi sorgono
sempre di meno battuti e affollati.
Pubblicato da odorico a 17.03
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lunedì 9 novembre 2009
Erano
oggi le sette di sera, quando lo raggiungevo al telefono,
nell'umidore piovoso che mi intirizziva anche tra le pareti
domestiche, mentre in India era prossima la mezzanotte "
Se tu hai già deciso di aprire il ristorante , ti invierò
a giorni il primo importo..."
"
E' già deciso, ora non è più si o no... "
Davvero, Kailash? ..." " Togheter now we are going on
the second step..." "Step, by step, to be
succesfull", passo dopo passo per avere fortuna..." "Solo
una domanda, prima, - mi ha rivolto- Hai problemi di bilancio, se
mi aiuti ad aprire il ristorante?
"
No Kallu, no..." " Altrimenti, sarà per l'anno
prossimo..." "E' meglio ora, fin che è
possibile". " My dear friend, allora questo è
il nostro secondo passo, insieme. Come avevamo detto, step by
step, avanti un passo alla volta, per riuscire...con l'aiuto di
Dio" "Il nostro primo passo, Kailash, the barber
shop, è già stato importante. Noi non abbiamo
fallito. Andrà ancor meglio il secondo, vedrai. " E
poi faremo insieme anche gli altri. E' come per i tre fiumi ,.." "
in Varanasi..." "No,
in Allahabad.." " Si, la Ganga, lo Sarasvati e.. "
lo Yamuna. Le acque di uno solo fiume non bastano, ci vogliono
anche quelle di un secondo, ma solo con il terzo si ha un grande
fiume". " E I tuoi bambini?" " Dormono
tutti. Solo Chandu si è appena risvegliato, ma è già
tornato a dormire ".
Pubblicato da odorico a 13.00
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domenica 15 novembre 2009
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Ciao, Sumit, addio mia stella, mio
amore, mio tesoro, infinito mio bene, che niente e nessuno
sveglierà più.
Manifestati a me, a Kallu, nella gloria di Dio, perchè
la nostra morte sia allora la gioia di ritrovarti tra le nostre
braccia
Pubblicato da odorico a 09.07
lunedì 16 novembre 2009
Fino a sabato, l'altro ieri, telefonavo a Kailash per udirne lo
scongiuro propiziatorio " all it's fine", prima che mi
rallegrasse la sua voce ingenuamente entusiasta di una vita in
crescendo, secondo il ritornello scanzonato del suo cellulare,
che assecondavo con una mia voce allegra che si illudeva di poter
credere a tanto nostro delirio di presunzione, alla nostra
persuasione di poter avere fortuna e sempre più vita tra
cosi tante circostanze che ci sono avverse, nel timore e tremore
, in sottofondo, che avrei potuto sentirgli dire un giorno, che
speravo chissà quanto lontano, ciò che già
domenica ho udito gridargli tra i singhiozzi, senza volergli
credere" " My Sumit died, my Sumit died, my dear
friend..." Anche per questo, quando mi è stato
confermata la morte di Sumit, la scomparsa del nostro adorato
bambino l'ho vissuta come il concretarsi dei continui timori che
ci tenevano in apprensione sulla fragilità della nostra
felicità, che incredibilmente sembrava resistere
incrollabile, più che l'annuncio di un evento sconvolgente
che accadesse del tutto inatteso. Benchè mi dibattessi con
il corpo e gridassi straziato, non riuscivo così ad avere
il senso di quanto era accaduto. Fino a sabato sera telefonavo
a Kailash anche due volte al giorno, per rincuorarlo e vincere
gli indugi nell'andare avanti, perchè non si adagiasse nel
solo lieto vivere tra i suoi bambini, senza la direttiva
esemplare di un lavoro assunto, pur temendo, al tempo stesso, che
l'andare avanti potesse forzare la sua vita verso un tragico
destino di cui sarei stato responsabile, ma tutto si proiettava
in uno sfondo di probabilità remote. Ora, tre giorni
dopo, ogni mezza giornata, devo telefonargli per sventare che la
sua mente, se finisce down, possa precipitarlo a farla finita. "
What happened" ," WHAT HAPPENED" , nella sua
scansione disperata, è la morte del nostro amore di
bambino di cui non vuole più sentire che si pronunci il
nome, che solo se ne parli, anche se è la parola che ha
sempre sulla bocca, il pensiero che ha sempre nella mente. Tre
sole volte ieri l'ho udito farne il nome, prima e dopo del mio
rientro da Milano per il visto per l'India, La prima è
quando mi ha scandito nel dolore la sua rivelazione religiosa: "
All happened because God need Sumit". La seconda per
dirmi tra le lacrime che cosa ha gridato a Vimala per farle
smettere di piangere " Deve pensare che Chandu è
il nostro nuovo Sumit. E se vuole un altro Sumit, le ho detto che
andremo all'ospedale per farle sciogliere le tube e avere altri
bambini". La terza è stato quando l' ha citato ,
squarciandomi dentro, tra i bambini che erano intorno, sulla
terrazza della casa del suo villaggio, dove vive protetto dal suo
ambiente familiare d'origine. La morte di Sumit ha cessato di
nominarla da quando ieri, col respiro spezzato, mi ha detto che
il suo corpo era nella casa in Khajuraho, senza vita " no
life" , senza più risveglio, " no more weak
up" Prima era stato anche in grado di descrivermi come la
sua fine era avvenuta, in sua assenza, dopo che bevuto un
bicchiere d'acqua, a un colpo di tosse, gli si erano rovesciati
gli occhi, che avevano cambiato colore, ed era " gone quiet"
" gone quiet".. "Il sangue non gli circola più,
non può più dire nessuna parola", mi aveva già
gridato, quando l'ho ricontattato al telefono qualche decina di
minuti dopo che me ne ha pianto la morte, stava per (prima di)
portarlo inutilmente a Chattarpur da un buon dottore, che potesse
smentire il dato che era già deceduto, come avevano
constatato i medici di Khajuraho. Così, di fronte ai
fratellini , come un uccellino che reclina il capo tra le tue
mani, se ne è andato il nostro amore di bambino. Le sue
immagini fotografiche in cui mi guarda ammiccante, in cui mi
sorride splendido nella sua gioia meravigliosa di bambino, i
giochi cui volevo tornare a giocare con lui a Natale, come quando
fingevo di spaventarmi alle sue grida, o lo accoglievo in un
corpo a corpo tra le mie braccia, le sue manine che si
stringevano al mio petto sotto il pipal in riva al lago, anche
nel metro di Milano sono tornate a farmi erompere in lacrime e
grida nel mio strazio . Nello schianto che ha rivoltato la
nostra vita, con i vestitini che gli avevo comperato, quelle
stesse immagini, il dvd dei filmati che avevo girato l'ultimo
giorno delle nostre vacanze estive, quando dopo essermici sentito
all'inferno, avevo finalmente compreso che stavo lasciandovi il
mio Paradiso in terra, che con la morte di Sumit vi è per
sempre perduto, ora nel pacco che è in arrivo in
Khajuraho, anzichè l'occasione di una gioia condivisa,
sono diventate la minaccia incombente di un ricordo che può
rivelarsi insostenibile per Kailash. "Non aprire quel
pacco quando arriverà, l 'ho pregato stasera, lascia che
sia tuo fratello Manoj a farlo, separando ciò che deve
darti, da ciò che non deve lasciarti. Puoi capire il
perchè". Come ogni cosa di tutta la nostra vita
futura, nella assenza perenne tra noi di Sumit, anche il mio
viaggio a Natale, anzichè la felicità di un viaggio
a Goa, sarà la circostanza, secondo le parole odierne di
Kallu, in cui avremo molto di che piangere insieme. Senza che
in assenza di me, del mio aiuto, voglia più fare un solo
passo nella vita che ci resta davanti, per donarla a chi è
rimasto.
Pubblicato da odorico a 12.06
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lunedì 23 novembre 2009
"Tu ed io abbiamo perduto qualcosa di molto più
grande"-, mi ha soggiunto Kallu, quando l ho consigliato di
tenersi in tasca qualcosa d'altro che il cellulare che ieri sera
ha tentato di distruggere come il precedente,- una settimana fa,
prima che il giorno seguente si dilacerasse gli abiti e sbattesse
la testa contro il muro, e solo il terzo giorno dalla morte di
Sumit riprendesse a cibarsi e a lavarsi,- Poi, ieri sera, il suo
discorso si è sconnesso nei rantoli di una nenia
terrificante, cui ho reagito in una contrazione spastica del mio
essere sconvolto." No more, no more, no more Sumit..". Ma
non v'erano sassi in casa contro cui schiantarlo. Come giovedì
scorso mi accadde in classe, leggendo del primo innamoramento che
non potrà mai vivere Sumit, nelle pagine del racconti di
H. Hesse " Sul Ghiaccio"-, accade che " what
happened" torni ad assalire Kailash ad ogni cosa ed evento
che gli ricordi Sumit,. come quando vede il lago, dal quale stava
distanziandosi, che gli ricorda che nei campi retrostanti ha
trovato fine nel fuoco il suo caro corpo, o come quando deve dare
da bere del the, o da mangiare chappati, e si ricorda a chi,
prima, ogni volta era solito servirlo, e con disperazione
rabbiosa lo butta via, secondo quanto mi ha detto stamane tra le
strade del villaggio, mentre raggiungeva la casa dei genitori,
Purti, Adjay, il figlio di Manoj, dopo avere preso dell'ananas
per il nonno paterno ch' è allo stremo della sua vita. "
Gli fa piacere, ma non sa se potrà ancora vederti quando
sarai di ritorno a Natale, mio nonno non vuole più
vivere". Prima che ieri sera la mente di Kallu finisse
inghiottita dal dolore tremendo, avevamo parlato del suo ritorno
a Khajuraho, nella sua casa, ove "tutto era a posto", "
niente mancava ", nel neutro suo dire allusorio, allucinato.
Non era avvenuto come in una casa, fuori dell'abitato, ove
approfittando dell'assenza del proprietario, i ladri avevano
portato via anche gli ori e i gioielli. E aveva iniziato a
rimestare il discorso , prima di finire nel suo gorgo d'abisso,
rigirandolo nel dolore che pareva tanto più inconsolabile
del proprietario del suo restaurant, che ad un tavolo vi beveva ,
beveva, senza che gli si potesse dire niente, perchè la
Commissione elettorale di Bhopal aveva deciso che nel suo
villaggio dovesse essere eletto un dalit, invece che un bramino,
qual è lui. Così, se i costi di una asfaltatura
o della riparazione di una strada fossero stati di dieci lek, non
avrebbe potuto dichiarare che ammontavano a venti intascandone
altri dieci.... Vaneggiava, pur di farsi eleggere, di farsi
sposo di una donna dalit, al che Kalash aveva replicato, che se
fosse stato così, non avrebbe più potuto prendere
da mangiare e da bere da lui, secondo le regole locali che non
gli è dato di infrangere- Ieri l'altro invece avevo
fatto divagare la sua mente nei lavori dei campi, (erano stati
invece i lavori dei campi in cui avevo fatto divagare la sua
mente), prendendo a pretesto che la mattina con il padre aveva
sparso nei suoi campi duecento chili di semente di "Karnak",
usando il trattore . " Sempre meno contadini usano ancora
l'aratro", ci sarebbero voluti due giorni , invece che poche
ore. " Come con l'aereo per venire in India, che richiede
poche ore di volo, invece dello stesso numero di giorni (che
servirebbe) venendo per strada" Il nostro discorso era
iniziato in allegria mentre lui si stava accucciando fra i campi,
per fare tatti, per poi seguitare mentre potevo sentire
scrosciare l'acqua della pompa con cui si lavava. E la sera
avanti erano stati i fuochi, che con il freddo che sale,
illuminano ogni casa quando non c'è più energia
elettrica, dei quali, per accendere quello di casa sua, aveva
fatto legna con Ajay per i campi, l 'argomento che aveva
riscaldato un poco la nostra devastazione notturna.
Pubblicato da odorico a 05.06
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Come.
e quanto ho sofferto per la morte di Sumit, intendo affidarlo alle
e-mail intercorse tra me e Valentino Giacomin, a conclusione delle
quali riporto la poesia toccante e bellissima che Valentino mi ha
or ora inviato
Ciao
Odorico. Ho letto il blog. Ho capito bene? Se si', mi dispiace
profondamente per te, per i suoi genitori per i suoi
fratelli.Ti-Vi sonovicino.LoveValentino
Caro
Valentino,
E stata una morte cardiaca improvvisa, posso
presumere. Il bambino precedentemente aveva avuto una lunga
febbre, con strascichi poi di una tosse interminabile e di
raffreddore. Ma ieri mattina aveva mangiato, giocato, poi ha
bevuto un goccio d'acqua, un colpo di tosse, uno sternuto, gli
occhi gli si sono rovesciati e non c'è stato più. Era
una gioiosa meraviglia, il nostro diletto. Love Odorico
Ciao.
Mi dispiace. In questo modo anche noi abbiamo perso alcuni
studenti. Purtroppo, qui non c'e' la cultura della prevenzione e
della "giusta cura". Io devo litigare con i medici
perche' prescrivano un esame del sangue quando gli studenti stanno
male. "Prima proviamo con queste medicine... Vediamo se
funzionano, poi faremo l'esame." Assurdo, criminale, ma vero.
Ho salvato diverse vite dei miei studenti perche' mi sono
impuntato obbliga il medico a prescrivere l'esame per conoscere la
genesi del male. Quindi, immagino che sia accaduto qualcosa di
simile nel caso del tuo amico. Non e' colpa della famiglia,
ovviamente, ma di una cultura del pressappochismo che permea buona
parte di questa societa'.Recentemente, Sanje, un ex studente
chakma che lavora in ufficio, stava per lasciarci le penne a causa
di questo modo criminale di fare dei medici. Solo quando ho
obbligato il medico a rifare gli esami del sangue ha scoperto che
il ragazzo soffriva di anemia in forma grave e aveva bisogno di
trasfusioni di sangue!Che dire? Non ci resta che affidare l'anima
a Dio e sperare in una rinascita migliore. Un
abbraccioValentino
Caro
Odorico, ti mando in anteprima la lettera di Natale 2009. Ci sono
buone notizie, che potrebbero, in parte, compensare il dolore per
il lutto.Un abbraccio di solidarieta 'Valentino
Caro
Valentino, cosa intendi dicendo che in questo modo anche noi
abbiamo perso alcuni studenti? Appena potrò leggerò
le News di Natale. Odorico
Volevo dire che abbiamo
avuto anche noi delle morti, cosiddette improvvise: una ragazza di
15 anni, due bambine di 7/8 anni... nel giro di due anni. Non e'
un fenomeno raro. Questo volevo dire. La mia analisi: l'imperizia
dei medici che non riescono a fare diagnosi accurate e si fidano
del proprio naso. La ragione e' anche questa: spesso i genitori
poveri sono refrattari a spendere soldi per analisi varie, perche'
non hanno soldi, non perche' non vogliano curare i propri figli.
Quindi, si recano all'ospedale solo quando i figli sono in
condizioni gravi. Purtroppo, a volte, e' troppo tardi. Noi
cerchiamo di stare molto attenti ai primi sintomi del male.
Sappiamo che i bambini sono particolarmente esposti a rischi
gravi. A volte i bambini nascondono il male, la febbre. Siamo noi
che ce ne accorgiamo. Talvolta i bambini si avvicinano timidi
sperando che riusciamo a cogliere il loro malessere. Quasi sempre
riusciamo a "sentire" il messaggio, Gli insegnanti
indiani hanno la pelle dura. E' difficile che si rendano conto
della sofferenza di un bambino. Luigina dice che si tratta di
meccanismo di difesa. Sara'... Spero che il tempo e la fede
riescano a rendere meno introllerabile il dolore che provi tu e la
famiglia del piccolo.Un abbraccio Valentino
IL
problema, caro Valentino, è che il mio amico riponendo
fiducia in me mi riferiva che il suo bambino smagriva, che
soffriva di accessi di tosse, che per questo piangeva, ed io non
ho avuto l avvertenza di indirizzarlo a un medico diverso da
quelli abituali, a cui si affidava con scrupolo assiduo Il
problema è se quelle morti improvvise sono dovute a una
forma curabile di aritmia per anemia. Odorico
Caro
Odorico,la cosa peggiore da fare, ora, e' 'ingrumarsi' nei sensi
di colpa, nei pensieri del "potevo fare","avrei
dovuto fare","se avessi...". Credimi, non si
risolve nulla e non e' assoltamente corretto nei confronti di noi
stessi e del bambino stesso. Ognuno fa del suo meglio.Non possiamo
addossarci le responsabilita' del mondo e, direi, per restare in
India, del karma delle persone.Anche noi abbiamo avuto un bambino
che si e'ucciso, anni fa. Ho preferito pensare ad un gioco finito
male, piuttosto che a una tragica scelta. Ripeto, non possiamo
conoscere i disegni di Dio, se credi in Lui. Io credo al karma. La
morte puo' essere vista come purificazione,come un passaggio ad
una situazione migliore. Non resta che pregare per l'anima di quel
bimbo. Pensa ai tanti bambini che muiono senza che nessuno preghi
per loro o versi una lacrima. Credo che il modo migliore per
accompagnare quel piccolo nel bardo sia proprio la preghiera. Non
le lacrime o la tortura del "regret".Hai dato amore a
quel piccolo. Hai portato speranza e gioia nella sua casa. E
benessere. Hai portato la tua anima piena di sensibilita' e di
sentimenti alti. Hai trasformato quella famiglia. Quel piccolo ha
portato con se' impronte di gioia, amore, accettazione, pace.Non
posso che dire: che tu sia benedetto! E grazie per l'esempio. Un
abbraccio Valentino
Grazie
Valentino carissimo, infinitamente grazie. Un fortissimo
abbraccio, come il tuo del quale ho così tanto
bisogno. Potessi davvero in quest' ora trovare il conforto di
una vera fede, le parole di un'autentica preghiera salutare per
quell'anima adorata. Ho così tanta paura ( per il mio
amico), e cosi tanto dolore.... sento così tanto freddo
addosso... Love love Odorico
ALICEPROJECT
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Caro
Odorico, spero il tempo lenisca le sofferenze del lutto. Lo so, fa
male, ma questa e' la legge terribile del destino (karma).Un solo
pensiero ci consola: Ut Unum Sint, dice San Paolo. L'unione con
Dio e' la nostra fede e consolazione. Ho scritto una filastrocca
che dedico al bambino che non c'e' piu'.LoveValentino Filastrocca
ispirata alla morte del bambino
Vorrei scrivere una
frase forte Qualcosa che va oltre la morte Una frase famosa
che resta Anche quando finisce la festa.
Una frase
vera, unica, potente, Che dal cuore va oltre la mente. Una
frase che cambia la vita Portando pace e gioia
infinita.
Cerco, e continuero’ a cercare La frase
famosa da tramandare Di generazione in generazione Senza
fine, senza interruzione.
Oggi, credo, ho risolto il
mistero E’ la’, in una tomba, al cimitero. E’
in un posto del mio villaggio L’ultima stazione del
nostro viaggio.
Su una vecchia pietra spezzata trovo
questa poesia incantata: Questo la tua mamma ti dice: Dormi,
bambino, dormi felice.
L’Angelo ti prenda per mano E
ti porti nel paese lontano, La’ dove c’e’
silenzio e pace il posto dove il pensiero tace.
Riposa
la tua mente, figlio mio, Abbracciato al cuore di Dio. Questo
ti dice tua madre: Sei tornato alla Casa del Padre.
Ma
quale e’ la frase potente? Amici, non c’e’
proprio niente. Nel sacro cuore del buon Dio Non c’e’
il tuo, non c’e’ il mio.
Non c’e’
questo, non c’e’ quello C’e’ il buono,
il bene e il bello. C’e’ solo pace, gioia e
amore Nel magico silenzio del cuore.
Non esiste una
frase famosa Quando l’io bambino riposa. La piu’
bella frase d’amore E’ quella che non fa rumore.
Mi chiedo perchè ancora pieghi il ginocchio
nell'atto della fede. Solo il giorno prima, con Sumit, Purti ed
Adjay, cibandovisi di somosa e pokora, Kallu festeggiava come
oramai suo," my restaurant", la locanda di cui stavamo
approntando la gestione, contento di stare già salendo il
secondo scalino che avrebbe portato tutti quanti a vivere insieme
e felici, nel benessere certo della nostra unione duratura. Quella
mattina era nel centro internet per attendervi il menu che venivo
elaborando, la lezione undicesima che avrebbe fatto ulteriormente
rifiorire la mente di Ajay, ponendo un ulteriore argine alla sua
dislessia, quando il piccolo Sumit d'improvviso ha cessato di
vivere nel cortile di casa. Ora con lui è morto il cuore
del nostro sogno, Sumit occhi di sole, meraviglia dei nostri
giorni felici, incanto stupendo di creatura infantile, caro, caro
piccolino mio, che cullavo come una mamma nella sua curiosità
apprensiva alla scoperta di un mondo, alla brezza lieve sotto il
pipal. E adesso il ristorante è una promessa dilacerata
di futuro, quanto le riconferme, dei suoi intenti di affidarcelo,
del proprietario ch'è perennemente ubriaco, tra un
bicchiere e l altro in cui scola il suo dolore per la mancata
elezione come dirigente di un vicino villaggio. Solo domani,
forse, Purti ed Adjay riprenderanno il cammino scolastico
interrotto. " Devo pensare al loro futuro", mi ha
detto poc'anzi Kailash, rinunciando a portarseli in giro tra
Deoghar e Udayapur e Lalitpur, per soffocare il suo dolore altrove
dal villaggio, dove seguitano le visite rituali e il rinnovo dello
strazio del lutto, nelle onoranze funebri ulteriori per la morte
del nonno. Facendomi una famiglia adottiva, avevo convertito la
mia natura alla condivisione della devozione filiale di Kailash
per le sue creature, in tutto e per tutto mi sono fatto padre
insieme con lui , ho assecondato ogni vita nascente nel grembo di
Vimala, tra di noi l'eros si era convertito in filia, nell'agapè
del farci solo amore l'uno per l altro, e quale frutto, io e
Kailash, abbiamo raccolto tale desolazione. Ho riaffrontato col
pianto nel cuore ed il ciglio asciutto il mio lavoro, e si è
irriso nelle classi al mio lutto, anche sotto le specie del dolore
ho seguitato ad essere la solita spazzatura umana, di cui
prendersi ancora gioco, per quanto tale spazzatura la si sapesse
afflitta del dolore più grande che possa vivere un uomo. Al
più si è assunto il distanziato riguardo nei
confronti di un povero matto, che pena come un ossesso per la
morte di un bambino indiano qualsiasi, per la condivisione del
lutto di che miserevoli genitori ignoranti. Ciononostante, non
ho bestemmiato e lacerato le mie vesti, Ho seguitato a pregare ed
a implorare, a richiedere il sostegno della Sua benedizione, anche
se come suo servo mi sentivo abbandonato allo scatenamento della
persecuzione di Satana,- pronto, il signore delle tenebre di ogni
luce mondana, a restituirmi la felicità di ogni giorno, di
mirabilie di viaggi e antichità riscoperte senza più
incidenti, fino al solo dolore inevitabile della mia dolce morte,
purchè seppellissi Kailash e la moglie e i suoi bambini nel
loro dolore e nel mio passato, li rinnegassi come se non fossero
mai stati parte della mia vita, negandomi per sempre per
loro. Invece, anzichè negarLo, Dio clemente e
misericordioso, maledirne l' inesistenza e l'abbandono, ho
seguitato a pregare e a chiedere il Suo sostegno. Ho continuato
a invocarLo invece che non accettare più niente, e vomitare
la realtà assuefacente, dopo l' evento che Sumit fosse
morto! Perchè? Per la semplice ragione che non mi
restava altro da fare. Altro che credere,
E ho cercato
anche la fede nelle fate, nell'ipnoterapia che regredisce alle
nostre vite anteriori, pur di restare, in Cristo, con Cristo, in
Kailash, con Kailash, e potere sperare di ritrovarci un giorno
insieme a Sumit. Di essere nuovamente l' uno tra le braccia dell '
altro. Ancora, per sempre, nel fingere che mi facesse paura e
lottare solo per gioco .
Post scriptum
Grazie,
Valentino, per il conforto della bellissima poesia. Davvero
ritroveremo in Dio , con Dio, chi abbiamo amato di vero amore? Il
Karma della reincarnazione è la stessa persona, la stessa
anima, che ritorna in vita finchè non ha perfezionato la
sua realizzazione? Love Odorico
Caro Odorico, io
credo che Dio viva nel "Castello del mio Cuore",come
direbbero Santa Teresa d'Avila e i mistici. Se Dio e' in me e
tutte le creature sono in Dio, dunque, quell'angioletto indiano
che e' appena volato nella Chiara Luce del suo Atman, VIVE dentro
di me, nella mia Chiara Luce,che non e' diversa dalla sua Chiara
Luce. E quell'angioletto, che vive in me, si fondera' con Dio
assieme a me, quando sarta' finita la nostra purificazionde
karmica.Questo e' il significato profondo del voto del Bodhisattwa
che promette di non perdersi nella pace del Nirvana finche'
l'ultima creatura del mondo non sara' stata liberata dalla
sofferenza del Sansara.
Pubblicato da odorico a 10.05
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domenica 29 novembre 2009
“Dimmi,
mamma, cos’e’la morte?’ chiese il bimbo
stringendola forte. Calo’ il silenzio, in quell’
ospedale a quella domanda che fa tanto male.
Tutti
guardarono la Madre Coraggiosa Che disse al figlio :-Non
pensare, riposa! Mentre dormi cerchero’ la
risposta, Anche se e’ uno sforzo che mi costa.
”Oggi
il bimbo si e’ svegliato presto. “Ho cercato e per
te ho trovato questo: La morte dei bimbi e’ un grande
mistero Te lo dico con il cuore davvero sincero.
Figlio,
disse, accarezzandogli la testa, La morte fa male, ma solo a
chi resta. Lo so, perche’ l’ho incontrata da
vicino La morte che aspetta il mio bambino.
E’una
Chiara Luce con le grandi ali dorate, che ti portera' in
lontane terre incantate. Ha il viso di una Madre che dice
sottovoce:“ Vieni, piccolo Angelo, corri,corri
veloce.
Andiamo incontro alla Luce del Signore, Lontani
dalla paura, lontani dal dolore, Andiamo verso la grande pace
mentale, al di la’ del bene, al di la' del male.”
La
Morte e’ bella, perche’ porta la pace, Ti porta
nel magico Paese dove tutto tace. Si' e' proprio bella e ha un
largo sorriso, Perche’sa che ti aspetta lassu' il
paradiso.
La Morte e’ gioia per te che hai il cuore
puro. Figlio, lascerai la luce in questo luogo
oscuro. Restero’ con la Luce mentre tu sei in
viaggio” disse, con un dolce sorriso, Madre
Coraggio.
“Madre, tu come sai quello che hai
detto?”“ Figliolo, da quando sei in questo
letto, la morte si e’ fermata nel mio povero
cuore, cosi’ ho capito che e’ fatta di pace e
amore.
Quindi,figlio,quando arrivera’ il giorno, Non
perdere tempo, non guardarti attorno, Corri, veloce verso
quella luce incantata Che esce dal cuore di una mamma
rassegnata.
Grazie, Valentino
Pubblicato da odorico a14.12
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la
morte del nonno
Poi,
mercoledì 25, la morte del nonno dieci giorni dopo. "E'
avvenuta in fronte ai miei occhi- mi ha ripetuto Kailash, poco
dopo che gli avevo dato da bere del the. Mi ha dato la sua
benedizione, l'ashirwad ed è morto". Kailash si è
persuaso che il nonno abbia voluto attendere di essere solo con
lui, che abbia rinviato la propria morte di un'intera notte, per
beneficiare lui della sua benedizione, prima di chiudere gli
occhi, Kailash che gli aveva recato da mangiare latte, ananas,
the, good foods, gli ultimi giorni, ricambiando il nonno dei
favori che gli aveva reso da bambino, anzichè i figli e le
figlie che avevano disatteso di assisterlo. "Tutti nel
villaggio ora dicono che sono stato veramente fortunato a ricevere
la benedizione del nonno, che in futuro avrò buona
fortuna" Buona fortuna, con lo strazio che lo macera
dentro della morte di Sumit!... Ma la sua esaltazione
allucinatoria era reale, come la sua autotrasfigurazione nel
nipote buono e servizievole, quando, ancora ai primi giorni di
novembre, allorché mi aveva detto della imminenza possibile
della morte del nonno, l' aveva accolta come una liberatoria per
tutti, asserendo che quanto prima fosse avvenuta sarebbe stato
meglio, secondo lo stesso atteggiamento contro il quale avrebbe
inveito in lacrime l'altra notte, accusando gli zii di avere
abbreviato la vita del nonno. " Avrebbe avuto " more
life!", deprecava piangendo, mentre solo pochi giorni prima
gli sembrava la cosa più naturale che il nonno volesse
morire e raggiungere il Nirvana quanto prima, per non essere più
di peso e di costo a nessuno, nella sua esistenza piagata tra il
letto e dove escrementava nella sua dimora di fango. Era morto
alle otto del mattino, e già alle due del pomeriggio era
stato cremato. Il padre e gli zii di Kailash avevano poi
noleggiato una autovettura per recarsi in Allahabad a disperderne
le ceneri nel Gange. Al loro ritorno è avvenuto che
Kailash si sia scandalizzato di quanto gli zii festeggiassero
bevendo indian wisky, ma erano quanto uno di loro aveva detto a
sproposito di Sumit, la ferita inferta di cui sanguinava in
lacrime il mio amato, quando atterrendomi mi ha singhiozzato al
telefono " Nobody respect me ... Nobody respect me...Like you
your stuudents". Ieri si è consumata invece la
tosatura a zero di tutti i maschi della famiglia, " avessimo
gli occhiali sembreremmo tutti come Ghandi", mi ha detto
alcune ore dopo la loro rasatura, nel recarsi ad attingere il
latte di una bufala domestica, per preparare le povere pietanze
che sarebbero state imbandite ai dhalit in onore del nonno. Solo
il tredicesimo giorno, il lunedì seguete domenica prossima,
avverrà la fine delle celebrazioni funebri con il banchetto
finale. E solo allora l' intera famiglia di Kailash farà
ritorno alla casa del proprio dolore, e tenterà di
riprendervi il corso che vi si è infranto, senza più
la vita di Sumit che ne allietava le stanze.
Pubblicato da odorico a 14.12
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