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21 settembre 2010 Con ancora più perseverante pazienza Con perseverante pazienza, anche oggi sono stato al telefono a sentire da Kailash le ulteriori ragioni per le quali trova il modo di differire il rientro al lavoro presso l’ hotel Harmony, nel tourist shop presso i templi Jaina: ora si tratta di terminare la recinzione dell’ingresso alla capanna della nonna e all’orto delle pianticine che sono cresciute dalle mie sementi che vi abbiano interrato in agosto, per evitare che i bufali vaganti possano entrare a brucarle,. Prima ancora è stato per lui il caso di farvi ritorno per irrorare di insetticida le foglie delle pianticine di angurie e di zucchine già rigogliose, come lo sono ancor più i riquadri di basilico e rucola, il giorno seguente quello in cui aveva l'animo di farlo, perché la pioggia del giorno avanti avrebbe dilavato dalle foglie l’insetticida che vi avesse sparso. La giornata di ieri non è bastata a terminare l’opera di recinzione, per predisporla ha dovuto divellere e trasportare rami e sterpi, recandoli con sé fin dalla piccola giungla ch’è prossima ai campi di tilli della nonna, distanti qualche chilometro. Nelle sue procrastinazioni c’è l’ostinazione e la confidenza del bambino che insiste ad attendere a ciò che gli sta a cuore incurante di richiami e moniti, della premura delle sollecitazioni amorose, talmente è preso dall’opera cui è intento, tanto più che così evita la lezione ed il compito. “ Kailash, gli ho chiesto, perché l’orto è per te così importante, più che il fatto stesso che tu possa tornare al lavoro ? “ Devi vedere come crescono bene il basilico e la rucola, se non me ne prendo cura il mio orto finisce..…” Son tornato a chiedergli di esibire in offerta dei vasetti di rucola e basilico, quando le colture siano “paripakv”, ai ristoranti in Khajuraho di cucina italiana, il Mediterraneo, la Bell'Italia, gli ho finanche proposto di convertire in orto uno dei due campi della nonna che ha in affido, per sublimare la mia esasperazione in alcunché di fattibile. Per tranquillizzarmi avrebbe comunque comunicato presso l’Hotel Harmony le ragioni per le quali si renderebbe di nuovo disponibile a riprendere il lavoro solo dopo la data già prestabilita,- da parte loro non si sente l’urgenza che si presenti al lavoro, mi ha rasserenato, i turisti che sopravvengono sono ancora pochi… Non ho così ripreso ad esagitarmi interiormente, come quando, giorni or sono, dopo che gli ho trasmesso il mio aiuto ulteriore, e che l’ha rimesso nelle mani dell’analfabeta Vimala, perché “ less I ve money, less I spend”, e la moglie sa come intimidirne le richieste di denaro,- il mio sacrificio economico l' ho sentito cadere nell'insufficienza del suo darsi da fare quotidiano, delle cure che responsabilmente si assume sino all’angoscia estrema dentro l’orizzonte di vita che si circoscrive, per delimitare l'ansia , della sua incapacità di prefiggersi altro, benchè negozio, e bufale e campi, non bastino a d assicurargli la stessa sopravvivenza, e la sua vita dipenda ancora pressoché in tutto dall’aiuto che gli presto. Un tormento che mi scuote, finchè non si placa nella consapevolezza dell’accettazione, che in effetti, non c’è nient’altro al presente che sia possibile fare, e che Chandu, Poorti, e Ajay, come era del nostro Sumit, vivono contenti della felice inconsapevolezza di essere nelle fragili mani di un uomo dal loro stesso cuore infantile. Quanto puro nel suo agire più interessato, nel chiedermi tutto e nel darmi ancor più, ogni giorno che il telefono squilla e che mi annuncia che egli di nuovo ricerca al telefono la mia solitudine in attesa, che al suo allegro saluto subito si scioglie del timore che insorge che debba annunciarmi la nuova tragedia, per correre a richiamarlo.e ritrovarsi nella sua quotidianità indiana, i cui cieli caliginosi di pioggia e già oscurati dalla sera incipiente, subentrano alla luminosità settembrina degli ultimi pomeriggi in cui in Italia si estenua l'estate. “ Voglio farmi sadhu, mi diceva sempre l’altro giorno, una volta che Ajay, Purti, e Chandu siano cresciuti e abbiano tutto, possano provvedere da soli al loro futuro… Così potrò dedicarmi solo alle offerte al mio dio, e avere good Kharma, una vita futura migliore”. “ Anch’io lo voglio… Lo saremo insieme…
Credo che lo voglia da ancor prima che morisse Sumit, e che lo voglia più che mai dopo la sua morte, poichè solo nel distacco da tutto può sopportare ancora di dover vivere a lungo. Poiché lo sento teso dall'arco della nostra sventura, mi strazia, proprio sgranando i più grati ricordi della nostra ultima estate, di averlo potuto vedere ancora capace di essere cosi tanto felice, come quel giorno d’estate che ci siamo recati all' orto della nonna per dissodarlo, quando sul fare della sera ne era di ritorno in bicicletta, e tra le mandrie di rientro dal pascolo lo vedevo di spalle affrontare divertito i soprassalti cui lo costringeva il sentiero sterrato, alla testa di Ajay ed Ashesh.
Parlare poi dei nostri bambini, chiedere dell’uno e dell’altro, sentirli al telefono,è stato chiamarli all'appello, ad eccezione di uno, e nelle loro voci che mi parlavano, che si facevano distanti, sullo sfondo di grida e richiami,ho udito degli uccellini canori nel rombo di fondo, sul bordo fiorito della voragine spalancata dalla morte di Sumit. Quando ad Ajay ho chiesto della scuola, delle difficoltà che riscontra, egli non è stato più in grado di nascondermi che sono riemerse le sue difficoltà nella lettura dei testi in inglese, che nuovamente gli pregiudicano la comprensione testuale di quasi tutte le materie, e anche Kailash ha preso atto di quanto fosse illusoria e ingannevole la promessa interessata formulataci dall'insegnante di Inglese, per averlo presso la sua scuola, quando ci ha assicurato che in tre mesi il bambino non avrebbe più avuto problemi nel leggere, di quanto fosse invece realistico il mio pessimismo , che io stesso avevo purtroppo disatteso, adattandomi a credere alla pochezza delle scuole indiane, per essere sollevato dai compiti che la consapevolezza che Ajay è in ritardo su tutto perché è dislessico, mi richiedeva di assumermi per lui. “ In tre mesi invece non ho imparato nulla, cioè solo qualcosa” in quel something, anziché nothing, Kailash cercando di correggere la sua sfiducia di fondo nel suo primogenito, ch’era consapevole d’aver tradito ancora una volta. Io stesso uscendo di casa, dopo che c'eravamo salutati ripensavo sconfortato come alla calamità terminale del nostro destino, alla passività remissiva di Ajay, che in India lo vota a soccombere,,alla sua mente senza storie e racconti, o fantasia di sorta, quando in cortile mi sono riavuto e sono tornato per comunicare a Kailash l'idea che mi era sopraggiunta, che il cugino Ashesh avrebbe potuto rileggere con Ajay il testo di ogni pagina di studio in classe, giorno per giorno, mentre Ajay avrebbe potuto prestarsi ad aiutare Ashesh in Matematica, non rinverdivo così le ragioni stesse per cui avevo proposto e si era deciso che il figlio della sorella di Kailash stesse nella nostra casa, frequentando la stessa scuola e classe di Ajay? Ed un “good night “di un Kailash intimamente ancora più mio amico, ha salutato il mio congedarmi e il ritorno sui miei passi.
P. S. Parlavamo dei maestri coreani che gli avevano lasciato solo cento rupie, neanche due euro al cambio, dopo che aveva aperto loro anche la casa del villaggio, li aveva recati per scuole e per dabha, aveva riunito alcuni orchestrali del suo villaggio perchè suonassero le musiche al cui fragore si erano sfrenati nelle danze con la gioventù ch'era accorsa, e Kailash mi ha replicato che non faceva niente, non faceva niente, perchè comunque avevano fatto offerte e dato la baksheeeh a insegnanti e bambini, e per lui tutto ciò di riflesso assicurava good kharma.
21 settembre 2010 Bambino mio
Bambino mio, mi senti in Dio, o tu non sei più neanche la tua cenere?
Bambino mio, mi senti in Dio, o non è più neanche la sua cenere?
Per Sumit Sen ( 2007-2009), adorata anima mia, a due mesi dall'anniversario di ciò che è successo.
21 settembre 2010 Teologia minima Paolo, lettera agli Efesini, nel brano che oggi si è letto alla Messa, così mi è parso tradurre cristianamente l'immanenza vedantica del Brahman nell' Atman e dell' Atman nel Brahman, come " davanti a colui, che però, percepisce tutti gli esseri nell'unico Atman e l'Atman in tutti gli esseri, egli più non cerca di nascondersi ( (Isha, 6) "Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti", così come " dal Signore è avvolto questo cosmo"( Isha, 1), lo stesso Signore che è " la luce all'interno del cuore" ( Brihadaranyaka IV, 3, 7). E i sentieri yoga, o i marg che conducono a conoscerlo, " nascosto nella cavità del cuore e nel cielo supremo, ( Taittirya II, I), sino a immedesimarsi con lui , al punto che " Io sono Quello"( Brihadaranyaka, 4, 12) e "Non sono io che vivo, ma è Cristo che vive in me "( Paolo, Galati 2, 20), sono la stessa sequela evangelica che ci assimila alla divina kenosis" chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà" ( Matteo 16, 24-28). Se mai il dettame del Dio che ovunque e sempre è Amore,-(- quale che sia il Cristo sconosciuto che Lo esprime,sia esso Logos, o Dharma o Tao,)- è impari a tale sublime sequela in altre Sue rivelazioni salvifiche, nella legge mosaica o in quella coranica, cristianamente ci si ricordi l'avvertenza di Gesù agli uomini religiosi del suo tempo" Parlai alla durezza del loro cuore" ( Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così"( Matteo, 19, 3-12),- mentre fin da principio, nel cuore che "è il vero castello del Brahman," ( Chandogya VIII, 1, 1-5), lo Spirito non ha mai cessato di soffiare dove e come vuole, quale che sia la sapienza orientale, nell'islamismo quanto nell'ebraismo e nel cristianesimo, nell'eccedenza delle tradizioni spirituali e delle loro voci, oltre la parola di ogni legge, nel sentire che è obbedienza d'amore.
26 settembre 2010 Giorni di distensione radiosa Sono giorni di distensione radiosa tra me e Kailash, ora che io ho ritrovato un’esistenza di insegnante più confortante e serena, e Kailash il ritorno ad un lavoro che gli consente il seguito operoso delle sue varie attività: la cura dell'orto e dei campi di sesamo ( tilli), il riscontro del latte che fornisce la bufala in più di quello (oltre a quello) che alimenta il suo neonato bufalino, quanto il bilancio del reddito utile, per esiguo che sia, che si può trarre dal nostro negozio di barbiere, pur se si avvicinano i giorni di Navaratri in cui nessun hindu si taglia i capelli. Tale accettazione tranquilla del corso dei nostri giorni, di ciò che siamo e possiamo fare per quel che ci offre la realtà in cui viviamo, è la attuale linfa amorosa della nostra felice amicizia, che ne alimenta una letizia ch'è pur sempre intimamente afflitta dal pensiero soggiacente di chi manca al novero delle vite presenti, la cui latenza si addensa in me in una trafittura, ogni volta che passandoli in rassegna parliamo nuovamente dei nostri bambini viventi, di Ajay, e Poorti, e Chandu, del nipote Ashesh che oramai fa parte della famiglia a tutti gli effetti. Ora Porti, l'impertinente Poorti, è di una maliziosa delizia quando alle mie avances dall'Italia che per conto mio (per me) Kailash le dia almeno un bacio, può rispondere divertita che non deve fare nemmeno lo sforzo di sottrarsi, tanto non sono là,tra loro, nella stanza che li accommuna in mia assenza... All' inizio della settimana, parlando del negozio per turisti presso l'Eastern group dei templi di Khajuraho, cui l'ha addetto l' hotel Harmony, il sollievo per entrambi che finalmente Kailash abbia potuto riprendere il lavoro, è divenuto spassosa allegria, quando ci siamo messi a parlare di quanto chiede ai turisti per i libri di Kamasutra che aveva venduto in giornata a dei visitatori indiani dei templi Jain... “Se sono turisti stranieri inizio con il chiedere quattrocento, quattrocentocinquanta rupie, per poi scendere a trecento, duecento, e finendo per accontentarmi di centocinquanta, ma se sono indiani chiedo all'inizio centocinquanta rupie, per poi scendere a ottanta, settantacinque..” “E qual'è il loro costo per il padrone? “ Quaranta, quaranticinque, al massimo cinquanta rupie” “ Ma così you are a cior, sei un ladro..” “ But, listen, così fanno tutti, in tutti i negozi...” Quando però mi ha detto della fatica che gli costa la ripresa del lavoro, l'adempimento che di fatto gli ho richiesto, (come di fatto gli ho richiesto che accettasse), ritrovarsi per ore e ore nello stesso spazio ristretto, senza che il sangue possa circolare per il corpo sino agli arti quanto ne avrebbe bisogno, ho sentito serrarmisi il cuore, sapendo che il mio amico deve sottostare ogni giorno a tale costrizione per otto ore, distanziandosi dai suoi bambini, al fine di un guadagno mensile di appena 1500 rupie, nemmeno 30 euro, che senza difficoltà alcuna potrei inviargli in aggiunta a quanto gli dono.. Ad essere per Kailash un vero motivo di ansia è stato in questi giorni piuttosto un sogno notturno, in cui un cobra gigantesco era sorto dal fiume ch'è nei pressi del suo villaggio, per inseguirlo fin sotto casa, dove Kailash al cospetto di una donna che non si agitava, ha iniziato a lanciargli contro pietre, ed il serpente ha mosso al suo attacco mordendolo al piede. “ Oh, oh, oh, mi sono messo a gridare allora svegliandomi... Anche Vimala è stata risvegliata dalle sue grida d'affanno, ed egli avrebbe voluto telefonarmi, sia pure ad ora tarda, talmente era rimasto turbato, senza più trovare la continuità del sonno. Si è chiesto se il sogno risalga a un suo errore, a qualche eventuale mancanza che abbia potuto commettere nei confronti di qualche dio. Gli è stato consigliato di recarsi al tempio di Shiva per una puja. Ne ha quietato l'inquietudine la ricorrenza notturna del sogno, il farto che il sogno sia sopraggiunto quando era ancora l'una, sono infatti i sogni sul far dell'alba quelli forieri di presagi, secondo quanto ritiene il senso comune indiano che condivide (mi ha espresso). Io ho cercato di ricondurre le ragioni del suo sogno a qualche indumento o lenzuolo o coltre attorcigliatasi, che potesse avere originato in lui la visione del serpente, ma così dicendogli tentavo di sopire la mia stessa inquietitudine, al ricordo del sogno di felicità, quasi un anno or sono, che avrebbe dovuto avverarsi al mio ritorno invernale in India, in cui io e Kailash eravamo gioiosi di giocare con il nostro Sumit, il sogno che ha preluso alla sua morte solo dopo qualche settimana.
3 ottobre 2010 Parlando di Ayodhya Io e Kailash parlavamo della sentenza dell'alta corte di Allahabad sulla Babar Masjid di Ayodhya, ritrovandoci concordi e rasserenati dalla decisione di assegnare un terzo dell'area per un mandir hindu, un terzo per una masjid, un terzo per il gioco dell'akkara, avrebbero riaperto le scuole e i negozi, sarebbe cessato a giorni il presidio militare delle strade, il divieto di ogni assembramento di più di quattro persone, almeno per novanta giorni la pace era assicurata, almeno fino al verdetto della Suprema corte sui ricorsi delle fazioni muslim e hindu, che pretendevano l'intera area dove nacque Rama secondo le parole di Kailash, quando il mio amico si è addentrato in una sua fabulazione religiosa, dopo la recita in hindi di una sorta di mantra che aveva visto ricorrere in televisione "Many names, but only one God, for every one God give request
Nobody know there is God, one God, many incarnations, in differents times, in differents cast(e)s, not every God in the same time,not differents Gods in the same time, the only God borned like Rama, like Krisna,lord Vishnu had then, many incarnations, but Vishnu is one, - the same God, one only God, that borned like Allah in Muslim People, like Jesus in Christian people, or like Jain God in Jain people, now no more Rama, Krisna, no more Allah God, or Jesus, may be now one incarnation of god is Dalai Lama, we don't know,...
... the people who pray Rama, Krishna, now pray only stones, we don't know where is God, we don't see where is God, we know only that there is only one God, and many incarnations of this.
...(Listen,) there are dry and green trees, and we give water to statues of stone like to dry trees, may be there is inside life, but I don't know, if there is inside God,
I don't know what I speak, if I speak well."
In queste sue ispirate parole, ora che le ripenso, era come se stesse (sento che veniva) riemergendo l'anima hindu ancestrale che gli dei li venerava nelle linfe vegetali della natura arbustiva, prima della pietrificazione di fronde, ed intrecci od incastri, in templi e recinti e portali torana. 5 ottobre 2010 Incarnazioni e dei immortali "Vishnu, Shiva, Brahma are like one ( only) God,... instead Rama, Krishna have ( had) life from Vishnu, Vishnu God give incarnation to Rama, Krishna, but after pralaya- did you remember what we seee in Tamil Nadu?- for the incarnations no more life, no more temples,the incarnations no more Gods, but Brahma never dies, Vishnu never dies, Shiva never dies, never dies the main God, but i don't know where He is, I don't Know ..." così anche ieri Kailash, dopo che si è discorso della rucola che nel giardino è pervenuta alla stessa maturazione delle sementi di tilli, il sesamo, nei campi della nonna, della bufala del padre che si sta rimettendo da quello che è stato presumibilmente un morso animale, forse di un cobra, o di uno scorpione, di uno di quelli che ha ritrovato nella sua stessa casa, che Vimala ha scovato presso il televisore giorni pr sono, ma che la benedizione di un dio assicura a Kailash che non morderanno mai i suoi bambini, come non mi ha morso il "bichù" che Ajay sorprese nella mia stanza e che da lui l'estate scorsa è stato ucciso. Ma oggi, quando gli ho chiesto come mai gli hindu , egli stesso, onorino Rama, Krishna, anche se non hanno più vita, non più delle loro statue,mi ha chiarito che così dicendo intendeva dire che Rama, Krishna, non esistono più in questo mondo, nel middle word della loro incarnazione storica, ma che hanno ancora vita in qualche altro loka, "in the akash, sky loka, over", o in qualche mondo sotterraneo, nel patal loka che mi ha nominato, "I don't know.." Certo è che quando ieri sera si è messo a piovere e ha temuto che andassero in rovina i suoi raccolti di til, la sua anima in ansia si è rivolta al dio e l'ha pregato per oltre un'ora, fin che la pioggia non è cessata. In attesa , intanto il mio cuore che crede che il Dio ch'è amore ci lasci soffrire di tutto( non mette mano ad alcuna cosa) pur di lasciarci liberi, è un groviglio d'angosce che teme di tutto.
10 ottobre 2010 Nell’attesa Resto in attesa che Kallu mi chiami. Temevo che alcunche di terribile ieri potesse succedere , che la pioggia rovinasse il raccolto del sesamo, e che Kailash dovesse piangere sulla sua sorte di essere nato povero e sventurato in questa e ogni vita futura. E la sventura ieri è calata di nuovo, anche se non ha colpito la sua stretta famiglia, come al telefono egli mi ha anticipato perchè non mi angosciassi, pur se l’ha raggiunta al cuore di nuovo. Mi ricordavo il fratello di sua cognata, che alcuni inverni or sono mi aveva tagliato i capelli e insanguinato le guance nella rasatura? Che neanche un anno fa si è sposato? Ieri gli è nato un bambino di otto mesi, ed è morto la stessa giornata. Con il fratello Manoj Kailash si è recato all’ospedale di Chhattarpur ed ha fatto ritorno solo sul tardi, per questo ieri non era al telefono. “ Non è nato al termine dei nove mesi, non è nato forte come Ajay, Purti, … Ashesh., ha detto, citando il nipote in luogo di Sumit. " Era debole in tutto il suo corpo, il dottore gli ha dato l'ossigeno, ma dopo un'ora e mezza non aveva più vita." E non è mancato chi si è riferito a tutto quanto gli è successo, per lui di innominabile, talmente nella sua mente è tornato presente. “ Ma ciò che mi è successo è stato più grande,- ha come rivendicato il mio amico- lui ( Sumit)non aveva solo un giorno, già giocava e scherzava, mangiava i tuoi spaghetti, …” “ Lo so, lo so, Kallu…” "Ma ora la mia mente è più quieta, anche se preferisco parlarti più tardi” Quindi con il confessore, per riaccostarmi ai sacramenti e trarne più forza, alimentandomi di una loro spiritualità trascendente lo stesso cristianesimo, confidavo che non posso avere fede che in un Dio che è Amore e che mi vuole libero, ma che non può impedire pertanto che mi accada e che io soffra di tutto, senza mai intervenire che in noi come Spirito nel succedere delle cose di questo mondo Ma egli non comprendeva lo sgomento e l' apprensione continua che questo mi suscita, il tremore che solo così, possa avvenire che tutto sia grazia “Dio non ci fa mancare di nulla“, mi ripeteva il frate, alludendo alla sua chiesa che secondo l’ordine francescano seguita a vivere della sola carità dei fedeli. Come potevo ripeterlo, mi chiedevo lasciandolo, a chi come Kailash ha perduto suo figlio, il prediletto divenuto il mio stesso bambino, al mio cuore straziato che Sumit, colui che fu l’ incanto dei nostri giorni, non potrà mai essere il fanciullo,il ragazzo e l’uomo che avrebbe potuto diventare. “ E' in te, se è Cristo che in te vive, che il Suo aiuto non gli verrà a mancare”,” E' in te che Egli opera su di lui”, ho sentito allora dirmi nel farmi in ascolto, e così parlandomi il mio Maestro interiore, mi sono accostato di nuovo all’altare. martedì 19 ottobre 2010 Ciò che il pandit ha detto a Kailash Il cielo si veniva sempre più oscurando sul villaggio di Kailash, stando a quel che mi diceva mentre dal fiume ove si era recato a fare "tatti", defecando nella giungla, vi faceva ritorno per assicurarsi che il raccolto del sesamo fosse al sicuro nella "buffalo house" sotto un telo di plastica, ma era come se il cielo si facesse sempre più aperto, sui suoi passi, in uno squarcio di luce che schiariva di speranza ogni nostra triste miseria, alle parole che mi diceva di quanto il pandit del villaggio gli aveva rivelato, cessati i " Ram,Sita Ram" degli scambi di contatti e saluti del giorno di Dusshera, al cui termine ieri i suoi bambini e Vimala hannno anticipato il suo rientro in Khajuraho. Non si trattava più delle cose singolari che mi aveva rivelato giorni or sono, quando come in uno stato di trance di cui non si capacitava quando è rientrato in sè, -chiedendomi che cosa mi avesse appena detto,- si è messo a parlarmi dei ratha che nel Satyat yug veicolavano Ganesh, Kartikkeya o Shiva, sotto gli occhi di tutti, quando Kartikkeya sorvolava i campi sul suo pavone come oggi si vola in aereo, Ganesha procedeva su di un topo al pari di come adesso si va in treno, Shiva ricorreva a Nandi, all'ox, come ora si usa l'autobus. " Ho chiesto a mia madre di Sita e di Rama, su quanto mi dicevi, ma Lei è senza un'educazione, come Vimala, e mi ha detto di chiedere ogni cosa al pandit del villaggio. Non è morto Rama.Non è finita la sua vita.Il Dio della morte l'ha fatto andare nel Nirvana su di un veicolo senza che egli morisse. Ma il pandit mi ha detto anche altro. "What I have I ve to give" L'albero non mangia i suoi frutti. Li dà agli animali e agli uomini.Il fiume non beve la sua acqua, ma la dà agli uomini che devono lavarsi- to take shower- e agli animali che la bevono nella giungla. Io avrò good karma, un'altra vita davvero migliore, se come il fiume o l'albero anch'io darò cibo, denaro o farina al sadu o al mendicante che viene a chiederne alla mia casa. " Kailash, tu vivi già così, per i tuoi figli..." " Ma ora è più importante per me, ora la mia mente è più aperta. E tu a scuola parlane ai tuoi studenti di ciò che il pandit mi ha detto" E ancora: " Hai presente una diga? Così è per il mare. Molti fiumi vanno al mare, " they go to samudr", e il mare ha molta acqua, ma è calmo e non va sù, " "it's quiet and don't go over", e come il mare l'acqua dei fiumi, anch'io avrò denaro, ma rispetterò tutti, non andrò sù altrimenti cadrò giù".
domenica 24 ottobre 2010 Nel giorno del suo compleanno "Now, I m making a padna..." Poi Kailash precisava meglio, credendo che ignorassi a che cosa si riferiva, dopo avermi detto che doveva terminare di telefonarmi per andare alla toilette, a seguito dell effetto che stava facendo la "tablet" che gli aveva ordinato il suo farmacista, per i dolori ventrali che accusava " I ve gas, and they go out.." I t good Kallu, significa che sei in salute" But very bad smell..." " Ma non lo sento qui in Italia, sono troppo distante..." " But you can ear trrrrrrrrr..." Finivamo così di telefonarci ridendo e scherzando, il giorno di cui Kailash non aveva cognizione, come temevo, che sarebbe stato quello del terzo compleanno di Sumit. nel salutarlo ero sollevato che Kailash non ne avesse memoria nel suo novero dei giorni, ero ancora più afflitto che solo io ne avessi il ricordo, come se il mio adorato bambino fosse andato più ancora perduto nella nullità del tempo e della vita infinita."Sei tu, Sumit, bambino mio, il calore d'amore che mi giunge in così tanto vuoto?" avevo sospirato tra le stanze prima di mettermi al telefono, nel sentirmi raggiunto da un alito nel mio sconforto. Con trepidazione telefonando a Kailash ero accorso in soccorso a che fosse sopravvenuto una stato di desolazione della sua ancor così giovane vita, sentendomelo tra le braccia come nelle circostanze in cui il dolore l'ha sopraffatto e stringevo così fragile e povera cosa, senza più energia di vitalità residua.. Me lo sono ritrovato invece al telefono ignaro e immemore, più di altre volte assonnato e stanco,forse per il lungo starsene nel negozio di attrattive turistiche senza potersene muovere- ed ho potuto risollecitarlo discorrendogli dei nostri interessi personali. L' ho pregato che non si rifacesse ai miei intenti futuri di rilevare con lui una dhaba, quando potrò stare più a lungo e più di frequente in India, che pur attendendo con tranquillità alla sua vita presente, considerasse le eventualità di cui gli avevo discorso i giorni avanti, di trovare lavoro e trasferirsi a Chhattarpur, dove ci sono più popolazione e attività e traffici che in Khajuraho, pur senza lasciar perdere la possibilità di aprire un negozio di frutta e verdura nella vicina Chadhanagar dove ne è attivo uno soltanto, rinunciandovi dopo l'assassinio di colui che si era offerto di affittarci un locale, un esponente locale del Congress Party, ucciso dal figlio di un ricco ristoratore della zona. Con il giovane anche il padre e gli zii erano già finiti in galera. Kailash ne era rimasto così turbato, che ha stentato a fornirmi dettagli ulteriori, quando gli ho chiesto chi fosse la vittima, per ravvisarlo nella mia vaga memoria, dei due uomini che si erano offerti in estate di darci in affitto dei loro vani che davano sulla strada principale del villaggio. Nessuno nel circondario ne parlava volentieri, più di tanto, se non sottovoce, in un passaparola, si preferiva mettere tutto a tacere, dimenticare," to forget", " like me", come il mio amico è stato mentalmente costretto ad imporsi per quanto è successo. Kailash mi dirà di ogni suo intento e progetto come gliene verrà l'idea o se ne presenterà l'occasione, intanto, come sarà passato Deepavali e avrà ultimato la raccolta del sesamo dalla deiscenza - "opening the mouth", a suo dire-, delle capsule delle piante tagliate e disposte sotto teli di plastica nella " buffalo House", sopra un letto di sterco cementato con l'acqua- si darà da fare per ricercare terreni in affitto, presso i dalit che sono troppo poveri per poter coltivare i campi che hanno ricevuto dello stato, e con il mio aiuto economico vedrà di coltivarvi colza,- yelloww oil plant-, "or channa or muttar( or lentils) or wheath,- ceci, o piselli o lenticchie o grano, a seconda della natura del terreno e della disponibilità di acqua di pozzo, giacchè solo il grano può crescere in un terreno che sia anche sassoso, ma richiede il doppio d'acqua delle altre colture stagionali indicatemi da Kailash,che saranno coltivate dopo Deepavali dai contadini dei villaggi della zona, sempre che non segua il mio consiglio di mettere a coltura anche patate, per ridurre il danno che arrecherebbe la pioggia a una coltivazione di sole piante che rechino fiori e semi su steli. ( Ho ancora sotto gli occhi gli appunti dell'ammontare dei costi e della resa presunta della coltivazione di tilli, di semi di sesamo, 1.660 rupie le spese delle sementi e del'uso del trattore- di "bigs and traktar-, 400 rupie quanto gli è costato l urvarak, il concime, 200 rupie i salari per ciascuna delle 5 ladies che ha lavorato due giorni e mezzo per il taglio delle piante nei campi, la miseria di un euro e mezzo di retribuzione per otto ore di lavoro al giorno, dalle nove all una del pomeriggio e dalle due alle cinque di sera, per la miseria di un provento dalla messa a coltura di due campi che si aggirerà su 7.500- 8.000 rupie, a fronte di quasi 4.000 rupie di spese,un quintale e mezzo è la resa prevista da Kailash, poichè i semi di sesamo sono veramente piccoli, " tilli is like the small animals of my body",sono come i pidocchi che gli hanno infestato quest'estate i peli del pube, e ce ne vogliono moltissimi per raggiungere il peso di un chilo al prezzo di vendita di 50 rupie. " But something is better than nothing", e secondo tale suo motto per il mio amico val bene la pena di seguitare la coltivazione dei campi,- pur che ci sia un utile da reinvestire nella coltura successiva, il margine di guadagno che non ci ha assicurato il nostro negozio di barbiere, i cui ricavati sono stati inferiori a un inusitato dispendio energetico di 900 rupie mensili, del cui importo il barbiera che lavora nel suo negozio chiederà conto- mi ha assicurato Kailash- presso la "electric power house" di Khajuraho entro il 25 del mese) Intanto, nelle sue parole era come già si asciugasse la fronte per quanto avrà da fare per Deepavali, quando di stanza in stanza dovrà ritinteggiare tutta la casa" to paint one room and to take rest, to paint one room and take rest, to paint one room and to take rest.." Anche così, dimenticando e sopravvivendo.
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