INDICE GENERALE | ||||||||||||||||||
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Nota Il breve scritto risale agli anni Ottanta del secolo scorso ed è stato riveduto il 30 settembre 2015. E' ora da me dedicato a Jean Starobinskj, di cui, come di Maurizio Calvesi, è profondo l imprinting del testo | ||||||||||||||||||
In
Caravaggio il contrato tra la luce innaturale e l'ombra è il contrasto
tra il divino e l umano. Il divino - della grazia salvifica- investe, si, con una luce di valore simbolico figure e cose, ma non per questo le sublima, in una rivelazione universalmente irresistibile. E l'umano , fissato con una pennellata "istantanea", vive il suo rapporto con il divino senza mediazioni intellettualistiche evidenti, ovvero senza interposizioni intellettualistiche dogmatiche. Gli eventi in cui si manifesta il lume divino, della grazia, per chi permane immerso nella potenza della carne non hanno nulla di sovrannaturale, non lo elevano ad un ambito trascendente, come le duplici illuminazioni mistiche berniniane di una Santa Bibiana o di una Santa Teresa trafitta in estasi dall amor di Dio; nelle opere di Caravaggio la Vergine defunta, per il semplice spettatore, è una morta donna gonfia, San Pietro è un vegliardo inchiodato ed issato su una croce, San Paolo un giovane cavaliere sbalzato di sella da un abbaglio. Caravaggio rappresenta infatti le epifanie del divino con gli occhi terreni di chi non ne vede che le manifestazioni esteriori naturali, per quanto è dominato dalle potenze delle tenebre carnali, del suo furore lussurioso. Nel Martirio di San Matteo Caravaggio vi si effigia remoto rispetto all'evento terrificante. Solo nelle opere giovanili , ove il furore ancora si placa, o non ancora sconvolge Caravaggio, c'è una decantazione lirica della natura( iI riposo nella fuga in Egitto) , od una calma ed assorta sua decantazione ( il suonatore di liuto all Ermitage). Nelle opere estreme, l'oltranza rispetto alla brutalità delle umane passioni, dissoltesi nella loro clamante vanità, cede invece uno spazio figurativo al silenzio mortale ed al suo mistero. E l individualità, già plastica e vigorosa, si disforma nei gruppi di persone.
L'arte di Caravaggio esprime così la nuda tragedia di una fede che è impotente, di una spiritualità che permane inerte alla rivelazione del lume divino, e che ha ragione della potenza parossistica della carnalità, solo se questa si è consunta nel silenzio e nella morte. ( Nota aggiunta a matita al testo battuto a macchina " La fedeltà di Caravaggio alla sua carnalità, alla sua resistenza all'azione di grazia del divino, gli preclude l'accesso all'ideale, al sovrasensibile, ed è alla radice della sua renitenza al classicismo rinascimentale, all 'eroismo di Michelangelo od al sublime di Raffaello).
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