Il furto di Nimes

 

 

Nel pomeriggio di quella splendida giornata di sole agli inizi di gennaio, egli viene risalendo les Jardins de la Fontaine fino à la Tour Magne, lungo sentieri che si inerpicano fra una flora mediterranea, di pini e di lecci, fulgida e funerea di luce celestiale, nell' intento, così sforzandosi, di salvaguardare almeno in sé l' incanto di Nimes pervasa dal sole, intanto che  per la stanchezza il suo sconvolgimento si è venuto attutendo.

Ma è un rovello, in lui incessante, la ricerca ostinata di quelle sue parole perdute, mentre i pensieri che vi si erano espressi, così come ora gli sopravvengono, riemergono in termini che gli sono esasperatamente frustranti, poiché non vi è riformulazione  in cui egli non avverta, irreparabile, l' irrecuperabilità dei termini originari.

Sotto'occhio tiene intanto quanto pur ha trascritto, sul far del mattino, intormentito e ancora attonito in quella misera stanzetta d'albergo, quando allorché erano già passate le cinque, là di ritorno, soltanto dopo che sfinito dal freddo e dai camminamenti aveva  sentito infine che almeno per qualche ora avrebbe potuto dormirvi, si è rassegnato ad alloggiarvi; e ove non ancora succube del sonno, subito come ha potuto disporvi dell'alloggio e di fogli di carta, si è accinto su quel lettuccio a riesumare quanto dei suoi manoscritti, nello stordimento, ciononostante riaffiorava alla mente allucinata, pur di incominciare così a tentare un  rimedio all'accaduto.

" Non tema il destinatario di quanto sinistratamente ora vengo scrivendo, - vi rilegge-che il resoconto del mio viaggio in Provenza debba tediarlo di classicità romaniche e di reminescenze trobadoriche, del grado di chiarezza e di freschezza o della dolcezza delle acque di Valchiusa, o di agostiniani escursionismi petrarcheschi, poiché il seguito di queste mie parole ha il suo principio abortito nella fine medesima del viaggio, così come il viaggio è stato stroncato dalla sventurata perdita dei manoscritti delle sue cronache, per il  furto, sotto la minaccia di un coltello, che qui a Nimes ho subito ieri sera per mano di due maghrebini, quando non v'ero a più di cento metri, svoltato l'angolo, dall'hotel ove avrei potuto felicemente concludere il mio tour."

E dire che indosso, con i documenti e con gli abiti, ha preservato soltanto ciò che poteva per davvero interessare i due ladri, in particolare i soldi che gli restavano in contanti, esclusi i travellers cheques, quando con il bagaglio che gli hanno sottratto puntandogli il coltello contro, nei libri e scritti che conteneva, oltre agli effetti personali, quei due lo hanno depredato di tutto ciò che non può interessare che lui soltanto.

In quelle pagine finite in chissà quali mani, com' era riuscito in modi irripetibili, non sa darsi pace, a traslare la suggestione insinuante che in lui ha impresso Arles, quando la sera precedente ne ha scritto di ritorno nel Mc Donald's di Avignone, - Arles l'aveva visitata il primo giorno -, dicendone, ora vagamente se lo ricorda, l' ostinazione nel tempo a segregarsi a borgo, ... in un suo remoto appartarsi aulica e rustica, oh, ma altri erano i termini già da lui usati e che ora gli sono irrecuperabili, nei quali aveva trasfigurato l'evocazione di Arles, la trasposizione di quanto, di Arles, adesso non riesce a definire che il suo secolare appartarsi, per l'appunto, tra paludi e dirupi "aulica e rustica", in virtù, tende a sforzarsi di riesumare, dell' identico idioma, aveva pressappoco così scritto,  che vi parlavano le pietre di torri e mura e  palazzi, l'identica pietra già delle sue grandiose vestigia romane, intagliata dagli speroni rocciosi su cui le case rugginose o falbe si sovraelevano... no, tutto così è da riscrivere, tutto è da riapprossimare ben altrimenti alle impressioni che in lui ne sono ancora superstiti.

Aveva pur descritto anche le antiche dimore popolari presso il Rodano, fiancheggiatrici in ciottolato o cotto, più non lo ricorda, dei più aristocratici palazzi di una nobiltà riservata.

Ma come può ora ugualmente ridire, è la sua pena, il segreto che gli si era rivelato della fascinazione pittorica, nel tardo Ottocento, che Arles aveva esercitato su Van Gogh, quando pur in una giornata feralmente tetra di gennaio, si era sentito intrigato, fra le scialbature delle sue antiche case, in una fantasmaticità d'intorno di toni irreali?  

E tra i detriti di quelle scritture corsive che in lui riaffiorano, può forse ora recuperare il nitore d'intaglio, che vi aveva delineato, della politura e delle commessure dei suoi palazzi? E il voltare a corti rurali, di certe sue nobili magioni nel  circondariato in altura? No, no, in quelle pagine non ne aveva detto solo così stucchevolmente, con un eloquio tanto  forzosamente ricercato e pretenzioso... vi respiravano eppure non sa più come le suggestioni più vive...  

Ah, piuttosto che siffatta riesumazione di fantasmi di parole,  meglio riessere di nuovo con i sensi nella luce del giorno già meno viva, qual è fervida nel parco ove a lui immalinconisce la grazia, neoclassica, delle balaustre sovrastanti i bacini d'acqua, egli sventando il ricordo angosciante di quegli attimi che l' ha di nuovo ghermito... nel gelido freddo la sua voce che non riusciva ad articolare alcun grido di aiuto, intanto che i loro corpi lo pressavano contro un auto senza più possibilità di scampo...

Nel succedersi allo sconcerto, istantaneamente, dello sgomento, e della subitanea certezza che non lo avevano urtato solo per sbaglio, che i due non erano solo importuni o balordi, oh, mio dio..., che era di lui, dei suoi averi di viaggio che si trattava per davvero, i due determinati ad andare fino in fondo....  senza alcuno che sopraggiungesse in soccorso, la cosa che sarebbe finita nel furto o nel sangue...

L'imprevisto si veniva così verificando, di quanto egli, pur paventandolo, appunto paventandolo aveva supposto di avere continuamente scongiurato che accadesse, mettendolo nel conto di ogni viaggio, perché tuttavia mai dovesse accadergli rovinosamente.

E la sua individualità, convulsamente agitata, era lei al presente la realtà umana lì colpita, ineludibilmente, e in quanto tale non era rimasta solo evocata, come accade nella lettura o nell' ascolto delle notizie tragiche, per sentire istantaneamente con sollievo di rimanere estranea, nel timore di ciò che permane in agguato, ma di là da venire.

Strano, come i due fossero riusciti a non lasciargli intravedere il volto scoperto... di uno ricordava solo la peluria sopra le labbra.. di entrambi, all'incarnato, eppure era più che certo che erano maghrebini... in giubbotti color ocra o tabacco.

Ma di nuovo può finalmente distogliersene nel pensiero, come gli era stato possibile già all'altezza della Torre, su in alto, quando al giungere di turisti italiani, tra le rovine dirute, si era levato  nella luminosità del cielo uno stormo di corvi, distraendolo nei loro voli che poi si erano dispersi fra le vivide ritorsioni di lecci e di pini e cipressi, dentro il folto sempreverde e nella mediterraneità celeste delle alture del parco.

Nei bacini intanto si riflettono, più densi di ombre, i colonnati emergenti a sostegno delle balaustre del giardino, nell' ondularsi quieto dei loro profili nella calma circostante.

E le statue, oltre le siepi, si atteggiano in una solennità in cui  egli cerca di distanziarsi, perché di lui decanti ed allevii lo stranimento dello shock.

Quindi si approssima alle adiacenti rovine romane, e sulla guida ha la conferma, come ha presupposto, che si tratta di un Ninfeo, o di archi termali, non già delle volte del tempio consacrato a Diana da una diceria secolare.

Indi sortendo dal "Jardin de la Fontaine", oltre un bocciodromo è già addentro al frastuono del traffico, ove nel procedere si attiene pedissequamente all'itinerario successivo che ritrova nella guida, seguitando lungo il canale fra i platani sino a deviare verso il castello d'acqua romano in Rue de la Lampèze, che sorge, apprende dalla guida, ove al terminale dell' antico acquedotto defluivano le acque del Gard e ne venivano smistate all' intera città; giungendovi che la mente, in assillo, è ancora più intorta nel recupero del filo di quel discorso che già alla partenza, sul treno che lo conduceva alla coincidenza per Nizza, aveva intrapreso nei suoi manoscritti,  e che precipitosamente  gli si era fatto insostenibilmente vertiginoso, non appena aveva inteso assecondarvi l'angoscia per la quale qualsiasi viaggio che lo distaccasse dalla sua esistenza abituale, quale ne fosse la meta prefissata, nei suoi scompigli solo apparentemente di superficie gli sommuoveva il fondo dell'insensatezza di vivere, per poco che cedesse allo sgomento revulsivo alla partenza.

Ché quando  dalle vicissitudini era provocato a partire, era l'assuefazione abitudinaria alla insignificanza di ogni giorno che ne era comunque scompigliata, ora si ricorda che sosteneva in quelle righe iniziali, soggiungendovi come il continuo darsi da fare di ogni futile oggi vi entrasse in crisi; ma l' insulso affannarsi, e interessarsi, oneri e doveri inderogabili, tutto perché mai era stato da lui appena dismesso, così partendo, se non per intraprendere un agire ch'era più ancora insensato, poiché veniva lasciando gli onerosi conforts dei propri interni, appena riordinati, ove le vacanze sembravano predisporgli infine i tempi, in libri e dischi, di un ininterrotto dialogo con i grandi autori di ogni tempo, per proiettarsi nei gravosi disagi di un andare tra dei vivi che prefigurava a lui più ancora estranei di quelli con i quali ogni giorno conviveva, senza aspettative reali d'incontri e di eventi con loro; per emozioni e sensazioni, e intendimenti, che non riteneva potessero riservargli, di ulteriore, che una rivisitazione di quanto aveva già vissuto;  tra Arles e Nimes, ed Avignone, certo soltanto, all' atto di partire, che avrebbe dovuto vagolarvi ogni sera di nuovo, di hotel in hotel, solo per riassicurarsi a stento l'alloggio confortevole e caldo, che veniva ora lasciando nella sua piccola città di provincia

Il tutto, in quelle furtive pagine, aveva iniziato a configurarlo siccome lui risentiva, nella sua precarietà economica, della ridotte possibilità materiali della sua esistenza, quale gli era riservata dal suo vivere solo dell' esercizio dell' insegnamento, senza dovere per questo fare ricorso all'adempimento delle sue attività letterarie, che egli temeva altrimenti di pregiudicare, se per trarne il proprio mantenimento, egli si fosse adeguato con successo alle richieste correnti; nei tempi di una corruzione interminata, dissipatrice, di cui ai solikti di sempre, egli tra quelli, si addebitavano gli oneri più gravosi del risanamento, intanto che sperperatori, e profittatori, già si valevano della rivalsa, si davano e venivano costituendo esssi stessi le proprie nuove rappresentanze politiche.L' irresistibile successo dell'opera dei cui facitori di consenso, mediatici, platealmente ricchissimi quanto visceralmente abietti, nel rimestare l' infimo di spettatori e lettori, per lui era di continuo un offesa che ' istigava ad attentare, e  delinquere, contro qualsiasi scrupolo di spiritualità superstite.  

E aveva ben potuto commisurarla, la sua povertà crescente,  quando ancora intenzionato a visitare piuttosto la Renania-Palatinato, per vedervi i più alti esempi del Romanico germanico, come fin da bambino aveva vagheggiato sulle dispense della Bibbia che li illustravano, allorché si era recato i giorni precedenti allo sportello ferroviario della sua città che forniva informazioni, aveva accertato che con l'importo che l'anno precedente gli era servito a giungere fino a Maastricht, per recarsi in Amsterdam a visitarvi la mostra di Rembrandt, quest'anno avrebbe potuto pervenire solo in Lussemburgo, prima di dovere poi subire un' emorragia valutaria che gli era insostenibile, ad ogni chilometro ferroviario in suolo tedesco. Erano così divenute per lui pressocché irraggiungibili, più ancora mitiche, le cattedrali di Spira e di Magonza, di Limburg e di Maria Laaach, tramutandosi in un miraggio la ricerca ulteriore, nelle loro vestigia, delle radici e delle propaggini della sua civiltà padana. Siccome gli era così preclusa,* off limits, l'intera area germanica per la esosità del marco, era stato dunque per lui giocoforza, se voleva pur andare, ripiegare sulla Provenza meno proibitiva e più vicina.

Sulle perdute orme di quelle irraggiungibili pagine, che tormentato strascico ora lì in Nimes, dopo quanto gli è successo,  a lui è riesumare proprie radici e contaminazioni colte, ripercorrere come la classicità romanica che si tramandava nelle vestigia superstiti sul suolo di Provenza, potesse avervi consentito, alle maestranze operantivi, di trascendere la grevità terragna delle sculture antecedenti di Borgogna, o dell'officina matildica di Wiligelmo,... secondo quanto cerca di recuperare, nella memoria, degli svolgimenti impervi del procedere seguente di quel suo discorso, nel cui seguito, ora rammenta, sì, era giunto alla sintesi del duplice volgersi dei suoi itinerari di viaggio: nel sospingersi sempre più a Oriente, nei deserti d'estate, per esperire l'effettività di ciò che in lui persiste ancora come l' esotico, nonostante tutto, quale l' altrove di un'umanità diversa, nel peregrinare invece d' inverno in Europa sulle tracce delle ascendenze della sua civiltà d'appartenenza, come si era generata e tramandata nella sua formazione continentale.

Ma come così esordendo ed involvendosi, pur entro tale irretimento culturale, avesse trovato uno squarcio, per esprimersi, l'orrore senza più schermi della sua incapacità di esistere, era la vertiginosità di sguardo da lui allora raggiunta nell'acme di una tensione irripetibile, che ora, venutane meno ogni trascrizione, dispera che gli sia già irreversibilmente preclusa, quasi che in tale assunto di recuperarne le formulazioni, fosse intento alla ricerca di una vena perduta in un greto deserto. Egli sentendo la pena di uno stento osceno in tale sforzo, lo stento di tentare di recuperare gli esiti inarrivabili di uno slancio, la cui forza, così imprevedibilmente, tanto brutalmente e irrimediabilmente era stata sconciata.

Per opera della turpitudine, si sfoga, che ignora lo scempio che ogni volta commette, quando mette le mani, senza sorta di scrupoli, su ciò che non sia finalizzato alla merda ed al sangue...          

Eppure, quella notte, che si era detto, rivolto all' altro, quando era uscito dall'hotel* con quel tedesco di Bonn che già vi alloggiava, - l'aveva appena conosciuto alla denuncia dei fatti alla stazione di polizia, dove quel giovane uomo si era recato per segnalare un tentativo di effrazione della propria vettura,- fuori dell'hotel, dopo che di ritorno nei paraggi dell'incrocio ove era avvenuta la rapina, insieme avevano vanamente cercato i resti della refurtiva che gli era stata sottratta, qualora i due ladri interessati solo al "liquide", subito si fossero sbarazzati lì nei pressi di libri e manoscritti,- per cui avevano rovistato in ogni cassonetto delle immondizie e all' interno di ogni andito che fosse aperto-.

Egli si era allora detto, parlandone con l'altro, che l'importante era assicurarsi che a non risentire del furto, per mano di due maghrebini, fossero innanzitutto i suoi convincimenti civili, l' essersi potuto accertare che per quanto ne fosse rimasto sconvolto, in lui non avevano avuto la meglio delle propensioni razzistiche*; e su tale lunghezza d'onda si era sintonizzato immediatamente con quel tedesco, un socialdemocratico, al quale era già apparso talmente sconvolto, che aveva voluto seguirlo nella sua ricerca in quel gelido freddo.

Ma il vecchio che era addetto alla réception di quel piccolo hotel, situato in una delle case a ridosso della curvatura occidentale dell'Anfiteatro romano, allorchè al rientro nella hall egli aveva ripreso per lui il resoconto dei fatti, quando si era fatto  più  attento e partecipe il racconto, ed era divenuto il simulacro vivente del dispiacimento per la sua jattura? Se non  proprio al punto in cui in risposta alla domanda, che il vecchio gli aveva rivolto, se avesse riconosciuto i suoi aggressori, egli aveva detto che per il tono della pronuncia e per la loro carnagione, e le movenze fisiche, era più che certo che dovesse trattarsi di maghrebini.

" E' da anni che viaggio nei paesi islamici", aveva soggiunto, quasi a evitare che il suo interlocutore, in quell' identificazione certa, potesse ritenerlo succube di un pregiudizio razzistico. Ma non era affatto il caso di avere quell'avvertenza, nei riguardi di quel vecchio:

" Ah, des arabes, toujours les memes...

"Et in Italie est-il la meme chose?"

Per quanto, infatti, avesse cercato di riferirgli che in Italia i loro delitti si consumano soprattutto tra connazionali, per quel vecchio in Italia doveva accadere lo stesso che accade in Francia.

"Non si può seguitare ancora così, "avec les Arabes", anche ieri un altro turista è stato malamente derubato proprio qui nei pressi dell'Anfiteatro- aveva soggiunto infervorandosi dietro il banco-  e sempre sotto la minaccia di un coltello. Perché è con un coltello che vi hanno aggredito, non è vero, ?"

Così almeno lo avevano minacciato, lui aveva precisato.

Di sicuro si era sentito puntare contro qualcosa che tenevano nascosto, sotto il giubbotto, e che gli assalitori gli avevano detto che era un coltello.

Ma per il vecchio coloro vi avevano fatto senz'altro ricorso, "bien sur". E quando egli aveva aggiunto come lo avessero costretto contro un auto non lasciandogli vie d'uscita, colui  ne aveva tratto che tutto quanto egli veniva così ricostruendo, confermava le modalità di una violenza intollerabile, divenuta oramai in Provenza e nel Sud della Francia realtà quotidiana.

Egli aveva quindi addotto il freddo e lo sbigottimento sorpreso,

l'essere rimasto per lo sgomento senza voce, il non avere lì per lì trovato le parole per chiedere aiuto in francese, a giustificazione del fatto che nemmeno avesse gridato, finché trafelato, quando i suoi assalitori già si erano dileguati, non aveva coinvolto i primi passanti per avere soccorso, due giovani fidanzati che in auto l'avevano accompagnato fino al vicino posto di polizia...

" Forse avrei potuto resistere di più..."

Ma per il vecchio che cosa egli avrebbe mai potuto fare, sotto la minaccia di quel coltello?

L'essenziale era l'avere salvato la vita, e i soldi in contanti, come a un' ulteriore sua domanda gli aveva confermato. Cosicché egli poteva pur dormire in quella pensione, per quella notte, -che altro gli restava mai da fare?-,  c'era pur una cameretta ancora libera, che non costava che cento franchi.

" Ah, questa è la democrazia...", aveva concluso il vecchio riordinando il libro mastro dietro il banco. "C'est ça la démocratie.... Mais il va changer, maintenant... Ma ora le cose vanno cambiando, certo che andranno cambiando...

Et la police? Cche vi ha detto la polizia cui vi siete rivolto?"

Il vecchio, ovviamente, da lui non attendeva che la riconferma di quanto la polizia fosse impotente, inerme ad agire e con le mani legate.

Ed egli[1] era finanche troppo osservante del rispetto che deve il turista all' autorità straniera, perché avesse potuto adirarsi nello stupirsi dell' inerzia dei suoi funzionari, così burocraticamente diligente, non c'era che dire, solo nello sventare ogni sua trepida sollecitazione d'intervento.

Si era rivelato infatti null' altro che un miraggio, che accorresse prontamente sul posto la volante di turno, proprio nella cui presenza nei paraggi egli aveva già confidato, quando all'atto del furto aveva allentato la presa  della borsa da viaggio.

E dunque non era passato che qualche minuto da che si era presentato alla guardiola della stazione di polizia, che si era già accorto di non avere intessuto che un inganno a se stesso, nell' immaginarsi la polizia sguinzagliata sulle tracce dei due ladri a piedi, che pur in quel momento non potevano ancora essere oltremodo distanti.

" Voi dovete andare in quell'Ufficio, Monsieur, mettervi debitamente in fila, e compilare la vostra dichiarazione...."

" Ma come, ma..."

E dopo un viavai, sconcertato e confuso, dall'uno all'altro dei due uffici aperti, il Commissario che lo aveva ascoltato con attenzione apparentemente tanto partecipe, si era limitato a rubricarlo nell'elenco di chi aveva denunciato lo smarrimento di oggetti.

" Mais il y avait mes livres, mes manuscrits..,- aveva balbettato flebilmente, ancora confuso. "Il y en a de presque introuvables, entre eux, que je dois rendre à ma bibliotheque d' Institute, et avec  mes vetements et mes effets personnels, il y avait meme un appareil photographique, qui est le cadeau de Noel de ma famille... Memes les clefs de ma maison ils m'ont volé... Et des travellers cheques, de la valeur de mille francs à peu près..."

Non aveva ahimè ancora capito che l'importante, per il Commissario, era che tra la refurtiva non figurava comunque "de l'argent", "du liquide", come con le dita quegli aveva sfregolato, e che dunque, per quanto personali e a lui care fossero le cose che gli avevano sottratto, per Monsieur le Commissaire non si trattava affatto di valori...

Stesse pur certo, lo aveva comunque tranquillizzato, che l'indomani quelli avrebbero buttato tutto in qualche andito, poiché, e così dicendo aveva espressivamente strusciato il pollice contro l'indice, " ce n'est que le liquide " che ai ladri interessa...

Ma lui stesso, ora a tormentarsi interminabilmente dei suoi scritti perduti, così facile a risentirsi che l'importante sia e sempre e solo il denaro per la gente comune, come aveva reagito, all'istante, quando si era reso conto che i due non miravano che alla sua sacca da viaggio, mentre contanti e documenti li aveva indosso?

Con impallidito disprezzo, nel rilasciare la presa senza resistere, si era detto che di ciò che avrebbero rubato, i due, non avrebbero saputo di lì a poco che farsene, sbarazzandosene subito, già li vedeva, nella loro animalità razziatrice che stava già imprecando nel vicolo adiacente...

Ma forse non aveva considerato all'istante, del suo contenuto, che i libri che c'erano dentro, non già anche i suoi manoscritti, che altrimenti...

" Il n' y a que des livres....", cercando di gridare volto a loro pur senza voce...

" Oh, ma quando vedranno i miei libri di viaggio, i sonetti di Shakespeare o le poesie della Cvetaeva, Petrarca e ...

I due capiranno che attentato hanno commesso alla mia intimità interiore... che cos' hanno intimamente violato di spirituale... - ne era poi stato stupidamente più che certo, nell' illusorietà rimarginatrice del suo cedimento subitaneo- E si confonderanno per avere aggredito un amico della loro causa, quando vi rinveniranno il mio portachiavi in osso, che ho acquistato a Marrakech, con le formule religiose che vi sono ancora leggibili del Corano... sentendo in cuore, che Allah non può che maledire un simile atto..."  

Quasi che gli stessi, ora ragiona, il cui assalto l'aveva atterrito in un conato di fetido schifo, ed al cui seguito, per farli desistere, lui stesso aveva gridato che non si trattava che di libri, potessero ravvedersi del sopruso inflittogli, alla vista di quei libri d'arte, o delle sue pagine scritte, che lui stesso aveva denunciato per loro di scarso valore....          

E quasi che gettati i suoi libri e manoscritti nella pattumiera, fra gli involti di chissà quali ordure sudicie, insieme con le sue chiavi di casa e pur anche le lenti dei suoi occhiali da vista, i due giovani ladri non avessero avuto  motivo di essere più che soddisfatti della loro refurtiva, per i suoi pantaloni e i maglioncini, e la camicia di jeans, che potevano preservarne per se stessi, insieme con la macchina fotografica che era il regalo di Natale dei suoi familiari.     

Ah, che furore ora, che furore solo in parte lenito dallo shock, il ricapitolare le cose più intime sottrattegli, il riandare a ...,  ora che anche il suo sforzo di riscrivere è un pietoso ricomporre i resti, è un  darsi da fare senza requie per esorcizzare la perdita, nel solo possibile tentativo del pur vano recupero, con la sua sola memoria, di quello che di più irriproducibile ha perduto.

E' intanto nei paraggi della porta di Augusto, ripensando che in mattinata era pur riuscito a lenire la perdita del contenuto di quella sacca, quando grazie alla solerzia di quell'impiegato dell'ultima banca cui si era rivolto, poiché di tutte appariva la più antiquata e di limitate possibilità, aveva infine potuto mettersi n contatto telefonico con la banca centrale americana che aveva emesso i suoi travellers' cheques, dopo tanti " désolée"  e "affligée" accoratamente indifferenti e repulsivi, ripetutigli da ogni gentilissima addetta agli sportelli di filiali e agenzie di innumerevoli Crediti e Casse di Francia.

All' altro capo era in linea il più gioviale e faceto agente americano, stupefacentemente abile, e pronto, a commutarsi e a parlargli nel più cordiale e sanguigno italiano, nel metterlo a suo agio, loquace, mentre veniva interessandosi concretamente al caso concreto di un centinaio e poco più di dollari, sparitigli lì a Nimes, esattamente con lo stesso rilievo che il caso avrebbe assunto, per lui da Boston, se avesse riguardato chissà quale fortuna plurimiliardaria, quando di quella telefonata intercontinentale e oltreoceanica, di minuti e minuti, chissà quanto il costo ne si faceva superiore all' ammontare del risarcimento richiesto. E intanto, nel seguitare ad assicurargli e a rassicurarlo e a non opporgli difficoltà, a garantirgli il più agevole rimborso, lì a Nimes quel giorno stesso se vi si tratteneva ancora, o immediatamente in Italia l' indomani, al suo rientro, quello seguitava così a riandare senza mai stancarsi su ogni particolare del caso, a evidenziarne ogni aspetto, con immediatezza di termini, come se ogni aspetto del furto, solo che lui gliene parlasse, gli risultasse nel suo ufficio di Boston immediatamente e ugualmente evidente,  pur di accertare, in tal modo, se mai cadesse nella minima contraddizione....

Come quando, tra un dettaglio e l'altro, gli aveva chiesto se l'entità del rimborso non ammontasse a una cifra ch'era superiore a quella da cui denunciata.

" No, no, aveva prontamente corretto, cento cinquanta, non duecento dollari..."

E' stato così, ora capiva, che si era allora assicurato davvero il rimborso, anche se non aveva saputo indicargli la serie di assegni sottrattigli.     

Ma il non darsi comunque ragione della perdita subita, intanto che la luce viene calando e che si fa crescente l' animazione delle strade di Nimes, lo riporta nei paraggi adiacenti al luogo del furto, ove seguita a guardare nei cassonetti, a cercare di intravedere in ogni cantone...

Entra infine a chiedere nell'hotel dove avrebbe voluto alloggiare, il cui garage dà nella viottola per cui i ladri sono fuggiti.

E' lì che lo ha notato, ed osservato, il negro che ritrova nella hall dell' hotel, a tutto servizio della signora attempata che ne è proprietaria. Ora costei che viene mai compiacendola, a sua volta, nel dirle che lì altrimenti avrebbe dormito la notte prima, e quella stessa notte,- " Ah, considerata la convenienza delle tariffe e la comodità dell' alloggio, à ce que je vois,",- se non per raccontarle quanto di dolente e funesto ha invece impedito un così confortevole soggiorno, a nemmeno duecento metri svoltato l' angolo da quell' ingresso!...

L' anziana signora, al tepore del caldo in una soffice maglia di mohair, un giro di perle tra le dita pingui, tutto ascolta e di tutto si rincresce, per accorarsi con un sincero livore, a cui lo ritiene consenziente, quando come già l'anziano portiere di notte dell' albergo in cui ha sostato, ella ha modo di desumerne che doveva trattarsi certo di " arabes".

E lui non può che assentire...

" Dans leurs pays- lei chiosa- on coupe leur la main..."

Scuote il capo e inveisce, senza alterarsi, d'accordo l'inserviente negro consenziente.

E quando egli le fa osservare che il taglio della mano, o del piede, è previsto per i ladri solo in certuni paesi islamici, di fatto la signora non lo ascolta più, intenta a rigirarsi come le sue dita pingui in quel giro di perle, nella sola riconferma del suo odio razziale.

Eccolo di nuovo poi  nel Quick, ricontando i pochi spiccioli, in tasca, con i quali può acquistarsi ancora qualcosa da mangiare, fatto salvo quanto gli serve per l'acquisto del biglietto. Intanto, a quel tavolino in un angolo, non desiste dal cercare di recuperare, invano, l'essenziale dei contrasti assoluti che era pervenuto ad esprimere al termine di quelle pagine disperse; come, ora gli balugina, non gli basterebbe nemmeno lo accertamento recente, di quegli scienziati inglesi, che l'Universo abbia ancora almeno dieci miliardi di anni di vita, per assicurargli fintanto l'immortalità postuma, di una fama artistica, che basti a risarcirlo di una vita ch'egli seguita irrevocabilmente a perdere al presente, in cui la chimera dell' arte nientifica ogni sua possibile esistenza fisica; quando, allo stesso tempo, deve tacitare il demone che lo assilla, quotidianamente, a porre termine alla vanificazione e alla mistificazione incessante dei propri inutili giorni. Il cui perdersi per lui trascorre nella disperazione che l'impotenza a una vita sessuale, la sterilità a ogni vita di affetti, l' inettitudine a dare inizio o un seguito a qualsiasi rapporto, siano appunto la sua sorte insuperabile, poiché sono le stesse insuperabili scaturigini della sua voce poetica; quando tuttavia quelli che ne sono gli esiti, via via che il profilo della sua levatura si è definito nei suoi ineludibili limiti, sono venuti più amaramente insoddisfacendolo; egli disperando di avere così sacrificato la carne, ogni agio, per la maschera di un'espressione estetica rivelatasi fallimentare; intanto che su tale autoinganno, che ne ha tramato ogni giorno, la voragine nullificante si fa sempre più incombente. Ma per quanto vagheggi di risolversi altrimenti, invece, irrevocabilmente, -  era la costernazione ultima di quelle pagine- il suo agire si è fatto ogni giorno sempre più domestico e sprecatamente indaffarato, sempre più esteriormente ansioso ed intento.

Così egli è divenuto, giorno per giorno, sempre più succube e assuefatto allo spirito dei tempi, oramai incapace, irrimediabilmente, di essere artisticamente vero perché fuori del tempo, di mancare significativamente al proprio tempo, più di quanto egli manchi effettivamente di tempo, come egli attesta a se stesso non appena è in vacanza, nella sua coazione a differire la solitudine, sul foglio in stanza, per ripetersi piuttosto nei viaggi, sia quel che sia.

Alla Maison Carrée, poi intorno all' Arène...

Nella stazione di polizia, dove infine il verbale gli viene redatto.

Per quello che può oramai servire...    

Quindi, che è già sera, alla stazione ferroviaria per il biglietto, ove sa della lunga attesa fino alle 3,40 di notte per la partenza...

Così ritorna al Mc Donald's, è al Quick di nuovo...

Riesumandovi la notte all'adiaccio precedente.

E vi  seguita il tormento, di allora all'adiaccio, nel perseguire di trarre alla luce quale sia la colpevolezza di cui già allora si accusava, intirizzito, e che sfinendosi si obbligava là fuori ad espiare, al punto da infliggersi la pena di girovagare nel freddo per ore ed ore... Di cui, ancora, non può darsi pace con se stesso...

E che l' aveva addotto, in un primo tempo, a rinunziare a stazionare in quell'hotel.

"J' hais trop moi meme", si era giustificato infatti con il vecchio alla réception, nel respingerne l'ulteriore invito interessato a che restasse in hotel.

"Je vous remercie, mais je ne peux pas loger ici".

Je ne pardonne pas à moi meme ce que c'est verifié."

" Ce n' est pas votre faute. Qu' est ce que vous auriez pu faire? S' il avaient un couteau? C'est dejà tard, Monsieur, logez ici maintenant, il fait trop de froid dehors".

Che era quanto si era vanamente accalorato a ripetergli anche il tedesco.

" Je le sais bien, que ce que vous me dites est plus que raisonnable- aveva replicato- mais je ne peux pas cependant me pardonner. Je me considère en tout cas  responsable de ce que c'est verifié. E je dois payer, d' une facon ou d'une autre. Si je réstais dans la chambre, je tournerai en ronde incessamment comme un chauve- souris. J'aurais plutot besoin d'un crayon et d'un papier pour écrire, écrire et encore écrire..."

Je sais bien qu'en m'en allant je suis fou, déraisonnable, ma dans ma situation ne sert à rien en etre coscient ..."

Ma di che cosa si sarebbe mai potuto accusare, di che cosa si rimorde, torna a chiedersi, se non avesse subito che l'inevitabile? Al furto doveva aver concorso alcunché di sé di cui si denigrava, se altre volte lo avevano insidiato eppure non avevano sortito effetto, erano  arretrati ed egli non aveva patito offesa, sì, quello che egli si rimproverava, ora riteneva forse di comprendere, era nient'altro, e d' imperdonabile, che il fatto stesso di non avere avuto che paura, che in quegli istanti, in cui aveva allentato la stretta, non ci fosse più stato per lui da difendere, o da salvaguardare a qualsiasi costo, che la sua vita nel cedere tutto della refurtiva.

" Il n'y a que dès livres, que mes manuscrits...."

Poteva risentirle in quelle sue parole senza voce, tutte le ragioni della sua mancata resistenza, così come avevano reso vile il suo cedimento subitaneo, in quel suo appello illusorio rivolto ai ladri...

Eppure quell'Io, autore e scrittore, che ora si accusava di avere tradito, era l' Io stesso sterminatore della sua esistenza vitale, che solo poco prima che ne lasciasse l'opera nelle loro mani, egli si era accanito a denigrare e a porre in dubbio, nelle ultime parole che aveva scritto di sé ad Avignone, nel bar in cui aveva riempito per l'ultima volta quelle pagine, ma le cui stesse parole di scempio di se medesimo, appena le aveva perdute, si era costernato che fossero state arcane e rivelatrici, mirabili e definitive, l' oggetto dello scandalo colpevole della più irreparabile perdita; quasi non fossero state le stesse parole che aveva ora miserevoli lì davanti, a saperle riconoscere tali e quali come si configurarono allora; sempre più loquace in esse, quanto vi era meno residuo di ispirazione e di altezza di ingegno, quanto più invece vi veniva meno a se stesso, ora sulle loro tracce, come gli erano state estorte, pur nella disperazione già di nuovo coltivando, più ancora cariato, il rimpianto nostalgico di una perfezione perduta che non vi si era mai adempiuta.

Ma è appunto in quello strenuo rimpianto, che la sua mediocrità irreversibile si accaniva reattivamente a sopravvivere a sé stessa; sempre più coatta a scrivere forzosamente acrimoniosa, a una logorrea sempre più artefatta e artificiosamente supponente, quanto più nella mortificazione rancorosa della sua miseria umana, della sua inettitudine a farsi valere,  erano venuti meno l'anelito mentale e l'ansito animale, erano deperite ogni reale intelligenza e ragione vitale...  

 

" Saddik", ora si batte in fronte, forse era la parola magica, l' avesse saputa pronunciare, che avrebbe allora potuto far desistere i due,- " amico, che mi vieni facendo? " ...

 

Forse è mortale, l' incidente cui cui assiste dopo la mezzanotte all'uscita dal Quick...ove si è ridotto, con i pochi franchi residui, a sostentarsi di sole patate fritte e di acqua Evian, dopo che vi aveva già protratto, sino a mezzanotte, l'attesa del treno per Ventimiglia, delle 3,28, quando deve uscire come ogni altro, perché chiudono, e nel piazzale antistante vede il lampeggiare delle autovetture della Police, laddove si è venuto aggregando un folto gruppo di persone, che lo avverte, inequivocabilmente, che vi si è appena verificato un grave incidente.

Amici o congiunti intorno sono in lacrime, una donna singhiozza tra le braccia d'un uomo, l'autolettiga che è sopraggiunta ha appena estratto un corpo esanime sotto le lamiere della vettura.

Di fronte a quello strazio cui assiste, che può mai significare, rileva a stesso, quanto ha patito ed ha denunciato...

Chiedendosi che cosa lui stesso, debba ancora significare per sé...

Trascinandosi al pub, presso la stazione, dove può sostare per un boccale di birra fino alle due.

Confinatovi in un angolo, tra i biliardi, il fumo intorno di un' aria greve, il vociare chiassoso di ubriachi ed alticci.

Vi prende corpo una rissa tra maghrebini -  iniziata da uno di loro, bellissimo, alla cui vista egli si morde le labbra di voglia inetta, inaspritasi al sopraggiungere di un francese sgradevole e fradicio. Tenzoni, insulti, parapiglie, che sono riprese e si protraggono nella stazione adiacente, ove lui a distanza si pone al seguito; loro, i maghrebini, profittando del dileguarsi momentaneo di quel francese, dopo che con un coltello li ha minacciati nel sottopassaggio, per derubarlo del bagaglio che vi ha frattanto lasciato incustodito, che disperdono fra le loro vetture nello slargo di fronte.

Ed egli, ora testimone del fatto, a quel furto, come a quello che ha subito, non sa che assistere e non riesce a reagire; non altrimenti  che vanamente sforzandosi, flebilmente, di dissuadere appunto il più bello di loro, dall'insistere oltre con quell'ubriaco a mano armata, quando lo emoziona che gli si rivolga con riguardo, chissà per quale sua affidabilità presunta.  Mentre gli parla, è per distogliere da sé la voglia di quel magnifico giovane nella sua plasticità muscolare, che ne scruta l'avaria dei denti, nella amaritudine guasta del suo schernirsi.... 

E ugualmente l' ubriaco quando ritorna, e non ritrova il bagaglio, è a lui che si rivolge, è con lui che usa insistenti molestie, minacciose, perché lo segua al Commissariato di polizia municipale a denunciarvi i maghrebini; quando lui, di rendere o di avere giustizia dei furti cui ha assistito, o che ha subito, non ne vuole sapere più niente di niente, non ha più altro in testa che di partire con il primo treno,... andare a deporre e testimoniare, è dover restare ancora lì a Nimes, e con che mezzi... ma in ogni caso lo orienta a recarsi, per avere le generalità dei maghrebini, dal gestore del pub di cui suppone siano avventori,- di quel francese facendosi tali la natura torva e l'insistenza aggressiva, che pur di evitarlo  ripara presso la polizia ferroviaria...

Nella indifferenza generale per la rissa di fuori, che bella e oziosa mostra di sé, con il cane pastore, vi fa l'addetto di finanza all' antidroga, ostentando lungo i marciapiedi la sua snella figura, defilantesi nello stretto giubbotto impellicciato.  

La partenza, infine, i soprassalti nel sonno fino a Nizza,

i rigurgiti di un astio contro quei maghrebini, intanto che il treno sta risalendo la Riviera di Ponente, senza più indulgenze, nel risospingere alla frontiera chiunque di loro si attenti al minimo reato.

Poi accade che nell' azzurro del cielo, alla sosta, sovrastante il Palazzo Reale di Genova, sia il quietarsene nell'accettazione del niente di sé...

"Nella presa che ho mollato, - tenta di confortarsi, non c'era in effetti più niente da difendere, non c'erano davvero, in quella sacca, con i volumi che dei manoscritti di uno scrittore senza valore..."

 " Che sempiterne bestie di fatica da fottere, i più deboli", i lavoratori con lui sul treno per Milano, quando sfiniti dal viaggio, con lui si adattano remissivi all'ulteriore cambio alla stazione di Voghera, anche al ritardo della coincidenza , " che nonostante le bestemmie, e le proteste, infine a tutto si piegano, tutto sopportano e subiscono ..."

Tanto più ora che sente di non essere niente  più di loro, nella repulsione fredda che ne ha, più che mai gli è intollerabile rientrarne nel branco . Mentre nella luce, che già adombra la sera, torna a ripetersi, a volersi persuadere, che in quella stretta allentata, in cui ha ceduto,  non ha tradito che l'allucinazione di grandezza della sua pochezza definitiva.

Eppure il suo sguardo, oltre i vetri, nella recrudescenza di privazione e nullità di fatto, tra le brume vaporanti ancora si protrae, in un orizzonte di nuovo di spoliazione e mania.

 

 

 



[1]egli cui non era servito aver visto fin troppi film sulla polizia francese, ne ricordava in particolare uno di Résnais quantomai caustico (" Voglio tornare a casa!"