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In Nuova Delhi

il Red Fort dalla Djama Masji

E' la cronaca del mio arrivo a Nuova  Delhi, in cui  trova una  nuova conferma come non valgano moniti scritti, o i più circostanziati  ragguagli preventivi, a salvaguardare la mia stupidità presuntuosa dal cadere nella trappole di cui la mia ragionevolezza vana pur sapeva, per filo e per segno,  quale fosse il congegno e come scattasse

 

per le due moschee a raffronto visivo si offe la seguente gallery

Da Amritsar

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 In una locanda di Wagah, alla frontiera tra Pakistan ed India. Gli avventori hanno il capo coperto secondo l'usanza religiosa dei sik
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Ragazzo punjabi, sul'autobus tra Wagah  e Amritsar

 sono arrivato in  autobus  presso il Red Fort  che  non era ancora giorno, ma già in tempo  per essere preso d'assalto dai ricksciò-walla annidati nei paraggi del  terminal.

 Non avevo  nemmeno iniziato a scendere che mi  hanno stretto in stato d'assedio, come  mi hanno scorto all' interno dell'autobus.Nel parapiglia mi sono consegnato alla parvenza di scampo che mi assicurava  il giovane alla guida di un ricksciò, che gestiva con un suo compagno più adulto,  per il fare perentorio con il quale mi sottraeva alla calca e mi assicurava un varco fino ad un chiosco vicino.Fra le immondizie circostanti vi deponevo con sollievo i miei bagagli e mi sorbivo un çai , mentr'egli vi accostava in attesa il suo ricksciò.

 Quanto sulle guide avevo letto dell' assalto truffaldino dei procacciatori ai viaggiatori che sistematicamente approdano di notte nell' aeroporto di Delhi,  prima ancora che partissi per l'India era diventato la mina vagante di un incubo assillante, al punto che mi aveva  indotto ad eluderlo arrivando in India via terra, e quando mi sono reso conto che non era valso ad aggirare quella torma, l' apprensione insorta è stata  viva, ma tutto si era facilmente già risolto, così ero persuaso, bastava che il giovane che mi aveva fatto scudo, originario di Agra, ora mi conducesse ad uno dei due hotel dove ero intenzionato di pernottare,  nei pressi della vicinissima Djami Masjid, per trascorrere nella Old Delhi i miei giorni nella capitale. Se il ricksciò, non appena si era messo in moto, si fermava presso un vicino Tourist Office, dove ero invitato a entrare, potevo ben credere che fosse solo per accertare che non andasse a vuoto il tragitto in ricksciò fino ai due hotels, nel caso che risultassero sovraffollati.

Così seguitavo a credere, benchè vedessi  che il più posato degli agente turistici  immaginabili, standomi di fronte seguitava a ruotare per chiamare gli hotels gli stessi pochi tasti,  e la stessa voce gracchiante ripetesse che erano full, al gran completo.

Volevo forse recarmi agli Alberghi dell' Ymca, quanto di più affidabile, nella fascia media , secondo la guida, benché dovessi dislocarmi a Paranji, già al di fuori della vecchia Delhi? Hmm, egli mi scoraggiava parlandomi di traffici illegali, dello spaccio di droga al loro interno.

Un barlume di  diffidenza residua mi faceva scartare ogni sua  indicazione alberghiera in alternativa a quelle  consigliate nella guida,  al cui elenco egli doveva rifarsi per spulciare il solo hotel  che a suo  dire era contattabile, tra quelli che vi rientravano nella fascia economica:   e come ora girava i tasti delle cifre,  la voce all' altro capo del telefono formulava un messaggio opposto al precedente :  l' hotel aveva un posto letto disponibilissimo.  A questo punto quell'Ufficio turistico si tramutava nell 'agenzia di prenotazioni alberghiere in cui consisteva: e il mio assenso alla nuova sistemazione occasionava la richiesta del costo dell' anticipo di una notte in quel ricetto, rincarata del doppio rispetto a quanto era indicato sulla guida.

Ed io versavo, e sottoscrivevo....

Ma non appena il ricksciò si è  avviato alla mia nuova destinazione, mi si è schiarito tutto in un solo istante:  all' altro capo del telefono era in linea un socio in combutta con quei trafficanti, che avrebbe seguitato a indicarmi che non vi erano possibilità d'alloggio, che negli hotels di cui coloro erano i procacciatori. E tutto era esattamente successo secondo le modalità  di cui  avevo letto più volte nella guida la successione truffaldina, in una nota che a nulla era valso, che me ne avesse anticipato finanche i dettagli per mettere in guardia l'incauto...

Furibondo con me stesso per la mia alloccaggine, ,al giovane ho allora intimato, pressante, che cambiasse direzione e mi recasse a quegli hotel  a cui già lo avevo indirizzato presso la Djami Masjid, determinato a non lasciargli alternative poiché non altrimenti, avrei potuto rifarmi al cospetto del mio foro interiore, che già sulla carne viva mi scudisciava fendenti di sibilante disprezzo :  yes, yes, seguitava a ripetermi il giovane, mentre seguitava / si ostinava a condurmi verso la destinazione alberghiera che avevo  prenotato, come mi  risultava evidente nel rilevare che lasciava alle sue spalle il profilo della moschea. Gli ho allora gridato la mia richiesta alla stregua di una intimazione,  con una perentorietà che si è surriscaldata in furore rabbioso, alla sua sordità a quanto gli venivo imponendo.

Che m'importava l'ammanco dell' acconto già versato, avrei comunque accertato la fondatezza di quanto supponevo, mi sarei tratto fuori dalla tagliola che io stesso avevo fatto scattare, avrei recuperato qualche credibilità dal mio cospetto   almeno nell' ovviare  agli esiti della mia imperdonabile stupidità. " The agent didn't phone to the hotels, - continuavo a urlargli- he did,t phone. I want to control now, I want to control....".

ma il giovane, irrigiditosi,  continuava a condurmi dove mi ero consegnato con le mani al loro raggiro,  nel traffico di grandi vie della Old Delhi.

Al che, afferratolo per un braccio, fuori  dai denti gli ho gridato che sarei ricorso alla polizia,  intimandogli di farmi scendere,  ripetendoglielo con un urlo e fissandolo con ferocia nello sguardo:  e il giovane mi ha allora lasciato in mezzo al traffico, sgomento,  fuggendosene via con il ricksciò a più non posso, senza nemmeno chiedermi che gli pagassi la corsa.

Un ricksciò che facevo arrestare nella direzione opposta, mi conduceva di lì a qualche minuto al primo dei due hotels, il  Bombay Orient, che in effetti risultava al completo in ogni sua camera; ma nel New Palace  hotel era assoluta la disponibilità di single room: ed al gestore, minuto e cortese, non risultava alcunché di  alcuna telefonata in mattinata La stanza che sceglievo fronteggiava la qibla della Djami Masjid, al pari di quella in cui mi sono trasferito stanotte,  sul lato opposto del balcone.webP1010328.jpg (78088 byte)

 

 

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In entrambe, fino a notte fonda, si è internato il clamore dei canti e degli appelli alla preghiera dei muezzin della moschea trapanando anche i plug che ho infilato nelle orecchi; ma le finestre danno luce sulla vista della moschea,  e il canto inesausto ha esaltato la sensualità delle mie membra con la mia spiritualità religiosa.

Ma una volta che mi sono ritrovato con i miei bagagli  nella stanzetta voluta,   il raggiro che mi era stato intentato non era ancora un capitolo chiuso: restava ancora da inscenare la sequenza del riscatto.

Convenivo con l'albergatore sul da farsi, gli chiedevo che mi  assicurasse per l'appunto un conducente di ricksciò, ammaestrandolo in modo che mi riconducesse alla sede di quella agenzia d'affari,  che stava indicata sul foglietto della  prenotazione alberghiera: dove preavvisato dal ragazzo che conduceva il ricksciò, che da lui  era volto in fuga dopo avermi lasciato a piedi nel traffico di Delhi, l'agente turistico era già ad attendermi sull' uscio, e intravistomi mi faceva cenno che entrassi quand'ero ancora  in corsa  sul riksciò scoperto, dal lato opposto della strada.

Erano già pronte le rupie da rendermi.  Pur che non procedessi altrimenti, pur che gli rendessi il foglietto di quella prenotazione, di cui sulla sua copia mi esibiva che  veniva cancellando i termini.

In uno stato di sonnolenza  ininterrotta,  nel corso della giornata restante ho visitato la grande moschea di Delhi, salendo  al suo cortile per il tramite degli enormi portali,  che vi immettevano dal clamore dei traffici e dei mercati della Old Delhi. Era meno  aerospaziale della  moschea smisurata di Lahore, ( per le due moschee a raffronto visivo si offe la seguente Gallery ), nel trapasso di dimensioni tra il cortile, la sala di preghiera,  le cupole, i minareti e il muro di cinta, cui in Lahore i minareti sono distaccati agli angoli estremi, dilatando di un respiro immenso lo spazio dei cieli divini che vi è evocato (l'aere celeste evocatovi ). 

 

 

La moschea di Delhi

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La moschea di Lahore

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Ma gli architetti  che avevano concepita la Djami masjid di Delhi al servizio di Shah Jahan, vi rivelavano maggior sapienza di quella  espressa successivamente in Lahore agli ordini di Aurangzeb, il rosso dell'arenaria e il biancore dei marmi non vi si sovrappongono  graficamente come in Lahore, in un ricamo floreale volto a raffinare della sua delicatezza la maggiore sobrietà muraria, prima di succedersi  in una smaterializzazione ascensionale, interpenetrandosi, invece, vi si intersecano in un intarsio e i una niellatura  che profilano anche le cupole, il candore della cui espansione , nella sua eccedenza a ferro di cavallo dell' arcatura a sesto acuto, è compressa nel marmo nero delle fasce longitudinali  di un incipiente barocco . Nel cortile, con il procedere  verso il solo fasto sontuoso della sala di preghiera, P1010298.jpg (261817 byte)di cui l'arenaria è  il levigato paramento satinato, l'esteriorizzazione  di minareti e cupole, quali ostensioni sensibili di Allah, dilegua nella cavità rosa dell' ivan, P1010320.jpg (274787 byte) come se il biancore sferico della cupola sovrastante si fosse commutato ed aggrottato in essa quale la sua interiorità.

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Si è così addotti alla qibla come verso un annullamento totale in Allah,  nello schermo piatto della sua parete terminale cessando l' illusorietà di  ogni profondità di spazi che si estenda nel tempo.

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Di tale esperienza mistico-estetica della Djami Masjid di Delhi sono debitore a Luca Mozzati per quanto scrive della "Nobiltà della moschea moghul" alla pagina 334 di Islam, Electa, Milano, 2002, e vivamente lo ringrazio.

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                                Bambini nella Djami Masjid di Delhi

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