Srinagar 31 luglio 2008

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Il primo giorno in Srinagar l'ho trascorso visitando fuori città i giardini Moghul, prospicienti il lago. Sono un incanto. Il Shalimar bagh è la successione di una terna di padiglioni e di chioschi, lungo l'asse centrale della canalizzazione marmorea delle acque in discesa: ugualmente digradano i camminamenti, i roseti, le siepi di fiori e di arbusti, e i corsi d'acqua che li affiancano, tra i giardini che si estendono ai lati,: senza che la distesa del verde sia compartita, come nei Shalimar Bagh di Lahore, dalla nella duplicazione realizzazione coranica della paradisiacità del chahar bagh iranico, nella cui scacchiera ogni quartiere dei quattro giardini  si quadruplica al suo interno.P1010592.jpg (690639 byte)

Ma come negli appartamenti di Jahangir, e nell Hiran minar di Lahore, del chahar bagh vi è ripresa la dislocazione  di più isole marmoree, affiorantivi nella  cascata d'acqua anziché in una specchiera rafferma, e il padiglione più alto è sopraelevato in un  distaccamento che ne esalta l 'eleganza. 

Nei I Nishat Bagh sono, più semplicemente, i giardini digradanti affiancano una cascata d'acqua che discende più precipitosa per più terrazze schiumanti, tra il loro fulgore della loro distesa più ancora immersa  più ancora immerso, che il Shalimar  Bagh,  nella natura circostante, è come se la loro propaggine fosse sospesa tra i monti e il lago di Dal, e dal grembo dei monti recepisse l'acqua il cui flusso, superando l'ultimo limite a valle della recinzione muraria, pare che si riversi nella distesa del lago.

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Lungo l' interminabile percorso in cui mi sono mi sono incamminato per raggiungere  a piedi i giardini moghul, costeggiando il lago, non superava qualche centinaio di metri il distaccamento dei militari indiani, disposti singolarmente o in pattuglie ai posti di blocco,  su delle camionette dei reparti mobili  li  raccordavano , in uscita dalle caserme che si succedevano.

Ma nella notte per le strade non avrei  ritrovato nè pattugliatori nè pattugliati, in una Srinagar piombata in un coprifuoco deserto, quando dissennatamente ho fatto rientro a un'ora inoltrata in hotel, al ritorno a terra dalla sikkara in cui mi sono lasciato condurre a visitarla, prospiciente il ristorante in cui avevo cenato.

Mi chiedo come possa ritenersi India il Kashmir, anche se è in India,  se cinquant'anni dopo l' indipendenza vi vige un tale stato di occupazione e di sottomissione all'autorità di Delhi.

 

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