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Da
Delhi Kailash non mi ha ancora telefonato, sulla via del rientro in
Khajuraho, ed in Delhi non possiamo reincontrarci. Non può attendervi
il mio rientro dal Kashmir, da che in Manali ha appreso al telefono che Sumit ha
ancora la febbre, e che è stato portato da un medico di Chattarpur.
" Sumit welcome in my dream", " Sumit seguita a tornarmi in
sogno", mi aveva già detto in Leh, ed il suo cuore tremava d'amore e
di paura, per il suo bambino che ora più l' intenerisce.
Purti oramai lo cerca
sempre più spesso solo per ciò che le compera,
mentre Sumit ha bisogno soltanto di lui, tanto più che oramai non ha
paura di niente e si avvicina incautamente a tutto ed a tutti, "cows,
goats, dogs",
indifeso, e a suo rischio e pericolo, come se fosse una piccola
curiosissima scimmia. Nè
Kailash senza una carta d'
identità, dopo averla smarrita, poteva venire al mio seguito in Srinagar,
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senza disporne, come avrebbe egli potuto affrontare i controlli e gli accertamenti, le richieste di documenti
delle forze militari indiane di stanza nel Kashmir, secondo una prassi che
vi è abitudinaria lungo ogni strada, in ogni incrocio e a ad
ogni tratto
di svolta, tanto più che le indagini e le perquisizioni si sono
intensificate dopo i recenti attentati avvenuti
in India, a Jaipur, ad Admehabad, e l' esplodere delle
tensioni tra hindu e separatisti islamici kashmiri a seguito
della revoca della cessione di 40 ettari di terreno demaniale all' Amarnath
shrine . Kailash l'
ha riscontato lungo lo stesso tragitto di rientro da Leh a Manali, da dove
mi ha telefonato per l'ultima volta. All' atto di lasciarci
gli avevo provvidamente trasmesso
il mio recapito telefonico presso l' hotel in cui intendevo
alloggiare, e nel quale tuttora soggiorno, così in esso ha potuto
contattarmi alla reception e dirmi quanto abbia ritrovato bella
Manali sotto la pioggia, nella nebbia, la khora che vi era diffusa. La
mancanza di Kailash è qui tutta assorta nell'ora presente, come nella
luce meridiana è assorto il verde del giardino dell' hotel, il volo e il canto degli uccelli
d'intorno. Che tristezza,
così, ritrovarmi
senza di lui tra le sedie vuote accanto, che io debba e che possa ora fare a
meno di lui, come e quanto, fino all'altro ieri, mi era indispensabile
averlo sempre accanto, ad ogni momento ne cercavo il volto, l'essere
e la presenza disponibile... Che
tristezza come sia svoltato nella mia vita in Leh, a quell'angolo di
strada in cui in un istante è scomparso irrevocabilmente, per
raggiungere nella notte la minivettura per Manali, come già senza di lui debba
ora rivivere e affrontare l'India... Questa
luce in cui vorrei levare gli occhi e ritrovarlo accanto, in cui invece ora mi
ritrovo già in sua assenza nella lontananza della stessa sua terra , dopo
che ho speso ed atteso tanto per essergli insieme, è la morte di
ogni fine anticipata, in cui ritorno a vivere, in cui già vivo ciò che
per me tornerà ad essere (sarà ogni
cosa) tutto dopo la fine del viaggio. (continua)
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