31 luglio 2009

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Da Delhi Kailash non mi ha ancora telefonato, sulla via del rientro in Khajuraho, ed in Delhi non possiamo reincontrarci. Non può attendervi il mio rientro dal Kashmir, da che in Manali ha appreso al telefono che Sumit ha ancora la febbre, e che è stato portato da un medico di Chattarpur. " Sumit welcome in my dream", " Sumit seguita a tornarmi in sogno", mi aveva già detto in Leh, ed il suo cuore tremava d'amore e di paura,  per il suo bambino che ora più l' intenerisce.

 Purti oramai lo cerca sempre più spesso solo per ciò che le compera, mentre Sumit ha bisogno soltanto di lui, tanto più che oramai non ha paura di niente e si avvicina incautamente a tutto ed a tutti, "cows, goats, dogs", indifeso, e a suo rischio e pericolo,  come se fosse una piccola curiosissima scimmia. 

Nè Kailash senza una carta d' identità, dopo averla smarrita, poteva venire al mio seguito in Srinagar, - senza disporne, come avrebbe  egli potuto affrontare i controlli e gli accertamenti, le richieste di documenti delle forze militari indiane di stanza nel Kashmir, secondo una prassi che vi è abitudinaria lungo ogni strada, in ogni incrocio e a ad ogni tratto di svolta, tanto più che le indagini e le perquisizioni si sono intensificate dopo i recenti attentati avvenuti in India, a Jaipur, ad  Admehabad, e l' esplodere delle tensioni  tra hindu e separatisti islamici kashmiri a seguito della  revoca della cessione di 40 ettari di terreno demaniale all' Amarnath shrine .

Kailash l' ha riscontato lungo lo stesso tragitto di rientro da Leh a Manali, da dove mi ha telefonato per l'ultima volta.

All' atto di lasciarci gli avevo provvidamente  trasmesso il mio recapito telefonico presso l' hotel in  cui intendevo alloggiare, e nel quale  tuttora soggiorno,  così in esso ha potuto contattarmi  alla reception e dirmi  quanto abbia ritrovato bella Manali sotto la pioggia, nella nebbia, la khora che vi era diffusa.

La mancanza di Kailash è qui tutta assorta nell'ora presente,  come nella luce meridiana è assorto il verde del giardino dell' hotel, il volo e il canto degli uccelli d'intorno.P1010624.jpg (532385 byte) Che  tristezza, così, ritrovarmi senza di lui tra le sedie vuote accanto, che io debba e che possa ora fare a meno di lui, come e quanto, fino all'altro ieri, mi era indispensabile averlo sempre accanto,  ad ogni momento ne cercavo il volto, l'essere e la presenza disponibile...

Che tristezza come sia svoltato nella mia vita in Leh, a quell'angolo di strada in cui in un istante è scomparso irrevocabilmente, per raggiungere nella notte la minivettura per Manali,  come già senza di lui debba ora  rivivere e affrontare l'India...

Questa luce in cui vorrei levare gli occhi e ritrovarlo accanto, in cui invece ora mi ritrovo già in sua assenza nella lontananza della stessa sua terra , dopo che ho speso ed atteso  tanto per essergli insieme, è la morte di ogni fine anticipata, in cui ritorno a vivere, in cui già vivo ciò che per me tornerà ad essere (sarà ogni cosa) tutto dopo la fine del viaggio.

(continua)

 

 

 

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