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Dal Sancaracarya Hill  alla moschea di Akhud Mullah  Shah

Se  si esce da Srinagar lungo la costa del lago, prima che svoltate le sue rientranze inizino a succedersi le delizie dei suoi giardini, inizia la salita tra i boschi sino alla sommità della Sancaracarya hill, il remoto tempio hindu dove per lo più converge la popolazione indiana della città.

O se si esce fuori porta dalla  Jama Masjid, ai piedi della collina dell Hari Parbat delle sue cortine murarie e del castello alla sua sommità, si può raggiungere il quartiere del  santuario islamico di Makhdom Sahib, salirne le scalinate, onorare nella sala di preghiera onorare il santo sufi, e accedere alla spianata che s'affaccia su una magnifica veduta della jami Masjid e dell' intera città vecchia, sulla vista sottostante della moschea moghul di Akhud Mulla Shah, la cui rovina non ne ha lesionato il senso monumentale. La bellezza di tale moschea, come della Pathar Masjid voluta da Nur  Jahan, luce di Jahangir, è la sua stessa grandiosità armoniosa, che  dilunga nelle successione delle arcate lungo le pareti retrostanti, sui fianchi, l'abbreviazione dell' ascensione delle loro  volte.Nella Moschea di Akhud Mulla Shah l' iwan del vano d'accesso al cortile prelude , all'altro estremo del cortile, a quello d'accesso al  mirhab, la cui nicchia è sviluppata sino a sporgere dal muro di cinta, in un aggetto la cui tornitura ha la severa grazia del dorso di un rilievo funebre  che prefiguri la morte come l' oltre vita perenne.

 

 

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