Trapezista

alla home page

 

In questi giorni mi sono sentito un trapezista che non ce la fa più a reggere il peso della  famiglia del mio amico, nel sentire ancora più  Sumit, Adjay, Purti, Bimla. afferrati alle mie logore braccia per non essere ricacciati giù.

E nel cuore della notte, risvegliandolo,  l'ho convocato al cospetto della dilacerazione della mia miseria, oramai divenuta incapace di tutto, di ritrovare un qualsiasi appiglio nello scrivere alcunchè su quel tavolo di quella stanza d'albergo, e gli ho gridato quanto disperi di poterlo aiutare ancora, di fare il suo bene recandogli il mio aiuto , se affida ad altri il lavoro nel negozio di barbiere che gli ho aperto, non ne riacquisisce nelle mani il mestiere, e se trattiene ogni suo risparmio in banca, e non mi allevia di  alcuna spesa nel viaggio-

" Ma io non ho più le mani di barbiere,  perchè le ho perdute  lavorando per anni  all' hotel Harmony", mi ha detto aprendo le palme delle mani  ed è scoppiato in lacrime,  come un bambino sconsolato che non sa più capacitarsi, nel fondo di disperazione sconsolata in cui sentiva che era finito il nostro sogno di felicità. sentendo  in che fondo di disperazione  sconsolata fosse finito il nostro sogno di felicità.

" Tu sei in India per essere felice, non per fare soffrire te e me...Se tu soffri io soffro ancora di piùe.. "

Il mio rovesciamento del flacone di shampoo contro la specchiera, per  destarlo e coinvolgerlo nel mio disperarmi, è bastato, nel risvegliarlo, a risvegliare anche gli  incubi terrificanti, che in lui giacevano assopiti,  della mia autodistruzione che inscenai al suo cospetto, l'estate scorsa, talmente rimasi sconvolto per essere stato derubato in Satna dei miei bagagli.

Sull'autobus avevo provocato le risa dei viaggiatori, ch'erano dei suoi conoscenti, quando tra Kajuraho e Chattarpur , dove andavo da un medico,  ho iniziato a strapparmi anche gli abiti di dosso.

" In India se sei povero tutto ridono di te, non lo capisci, money it's all in India..." In Khajuraho aveva appena visto un ricco farsi beffe di un mendicante che si disperava, schiaffeggiandolo.

" Se vedono che sei pazzo , che ti aiuto mentre piangi e ti disperi, e loro se la ridono, pensano che lo faccia solo per i tuoi soldi, e anche per me finisce male..."

Ci teneva, eccome, al suo negozio, non vuole vivere più da povero, che i suoi bambini tornino nel suo villaggio, a vivere senza più nessun conforto materiale, neanche dell'acqua di un pozzo e di una toilette dove lavarsi e fare i bisogni.

" Ma se per te è un problema, puoi non inviarmi più del denaro ogni mese, la mia casa resterà per te aperta lo stesso , nel villaggio dove farò ritorno, e potrai venirvi a mangiare, ogni volta che tornerai in India".

" Kallu, tu non sai quanto mi faccia felice sapere che aiutandoti posso fare  felici i  tuoi bambini , fare avere a loro vestiti, buon cibo,  medicine, tu non sai quanto  mi sia d'aiuto, quando  insegno ed i miei scolari non mi rispettano e mi attaccano, pensare che soffro tutto quanto per te, per Adjay, per Sumit, per Purti, per Bimla.."

Cosi dicendogli ho cercato degli appigli nelle parole che gli dicevo, mentre la  costernazione precipitava la mia mente più a fondo, e nel venir meno di tutto, fra noi, sentivo che si sgretolava la sua possibilità di fare affidamento su di me, in una mia forza di cui avere fiducia.

" Kallu, my friend ", gli ho detto dal mio letto, stringendogli la mano, "dobbiamo fare di tutto per salvare la nostra amicizia"

Ed abbiamo ripreso a progettare il nostro viaggio, verso il Ladak.

" Io so soltanto- ha soggiunto-che non posso più lasciarti andare da solo. E che se parti da solo, debbo lasciarti partire solo con una parte del tuo denaro e dei tuoi bagagli.

Sei in India. ora, non in Italia, dove in tuo lavoro è duro e difficile.

In India devi pensare solo a viaggiare e ad essere felice.

E dormire di più, fare riposare di più la tua mente. Vedi quel ventilatore? Se lavora tutto il giorno  diventa caldo, sempre più caldo, come la tua mente se pensa sempre..."

top