verso Spituk

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"Mi piacerebbe finire qui i miei giorni", dicevo ieri a Kallu, mentre, nel tramonto, dal monastero di Phyang discendevamo in taxi verso quello di Spituk, e ci si apriva davanti l'intera vastità della valle dell' Indo, il digradarvi immenso della catena himalayana, nelle sue vette innevate cui erano volti i monasteri.P1010551.jpg (586399 byte)

" E tu, Kallu, vorresti finire qui la tua vita?'"

" Yes..." mi ha detto dal sedile posteriore.

Poi ha aggiunto

" Together".

Insieme con me..

Non ho mai ricevuto una più grande dichiarazione d'amore.

 

 Ma in Spituk, personificate nelle varie sembianze di Mahakala, in cui riapparivano le più  terrificanti  esorcizzazioni del tremendo, il torbido, nella alta gioia commossa, già agitava agiva/ sommuoveva  la mia mente esaltata, il sospetto, a un  riscontro sbagliato, che fosse una falsità di Kailash  la  sua mancanza di documenti da esibire alla polizia indiana in Srinagar, quale/ la sua giustificazione per non seguirmi nel Kashmir.

Egli se ne avvedeva , me ne chiedeva conto, e mi mostrava che i soli documenti di cui disponeva corrispondevano alle sue parole, precipitando a sua volta nello sconforto.

"Poco fa eri  così felice, e ora sei già così triste,"

"Non posso farci niente, Kailash, se quel cattivo pensiero come un verme è entrato nella  mia mente e ha distrutto tutto..."

 

 

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