Nell'Orissa

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Natale 2006

 

L indomani  é stata Konark la meta indifferibile del nostro viaggio. 

Alla partenza, io non ho voluto recepire l' invito a servirci del taxi che l 'hotel ci poneva a disposizione,  di cui K- si è fatto interprete.  Non era oneroso, ma supponevo che l' autobus potesse andare benissimo, per percorrere i sessanta chilometri e poco più che separavano Bhubaneshvar da Konarak,  e K. mi assecondava, apparentemente persuaso dalla mia scelta. Il giorno avanti,per la prenotazione dei biglietti ferroviari, di ritorno fino Benares, ci era stato richiesto un importo spropositato, ei io diffidavo di ogni ulteriore loro proposta.

Che problemi potevano insorgere, anche se partivamo a mattina  inoltrata.

Ma il primo pullman che al punto di sosta finalmente avvistavamo sopraggiungere, con  destinazione  Konarak,  e su cui salivamo, era in minibus  talmente gremito, che con K ci sono finito pigiato in un ressa asfissiante.

Fosse accaduto il minimo incidente,  c'era da restarvi intrappolati  senza possibilità di scampo. 

 Quando si è approssimata la prima  fermata, dopo una quindicina di chilometri, non è occorso neanche un cenno d'intesa perchè io e K. ci ritrovassimo  fuori del minibus  respirando di sollievo.

Eravamo in Pipli,pipliPC240270.jpg (467169 byte) il trafficatissimo centro artigianale al bivio che si dirama verso Puri  oppure Konarak,  in direzione del mare,  meraviglioso di miriadi di lampade in tessuti multicolori appese ai negozi lungo l'arteria stradale, di stendardi e drappi con figure umane e animali, di divinità hindu. 

Soltanto un'ora dopo trovavamo il modo di lasciarle Pipli, affardellati dei primi acquisti di mirabili lampade e  borse ricamate, su un moto rikscio che noleggiavamo, per percorrere  i 45 chilometri che ancora ci separavano dal tempio del Sole di  Konarak.

E come ci siamo ritrovati nella calda brezza della meravigliose ore pomeridiane di quella  luminosissima giornata d'inverno, ho immediatamente compreso perchè sarebbe valsa la pena di noleggiare una  autovettura da  Bhubneswar: era cosi incantevole il paesaggio circostante,  che di per se era già una continua  meta  finale. Una giungla lussureggiante di palme di noci di cocco era il limitare dell' orizzonte,PC240298.jpg (233134 byte) oltre le radure di risaie, di specchi lacustri di ninfee, di  smaglianti e umide pasture di bovini e volatili, gli aironi e le gru che vi  si aggiravano. E  tra giungle e radura, al bordi della strada, tra le fronde svettanti che si infoltivano verso l' interno, apparivano  villaggi di linde capanne, ornamentate della bianca trama di archetipi motivi floreali e geometrici nelle pareti di malta

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 dei templi digradanti ini affollati bacini di acque rituali. PC230127.jpg (384458 byte)

Interminabili la successione di locande felicemente frequentate e sporche, il cui infittirsi ci annunciava che eravamo prossimi a Konark. 

Mi premeva talmente che K, il mio amato amico, vedesse finalmente per la prima volta il mare, che gli chiedevo di esortare il conducente a recarci innanzitutto  alla spiaggia.

Il vasto respiro celeste delle acque del golfo del Bengala lasciava K. senza parole:  l'andare su e giù delle acque lucenti, il loro rovesciarsi continuamente a riva, sarebbe  rimasta nella sua memoria l'autentica meraviglia dell'Orissa.  ciò che più lo avrebbe incantato  dell intera Orisa.

Io vi ritrovavo , come poi a Puri, su scala ridotta lo stesso spettacolo di folla delle spiagge marine di Karachi: il viavai di  villeggianti  tra conduttori di cammelli, venditori di bibite e di noci di cocco, fotografi in cerca di chi volesse scattare una foto 

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Arrivavamo al tempio del Sole che erano  già trascorse  le  tre del pomeriggio: attraverso il padiglione delle danze, il natamandir,webPC230159.jpg (390450 byte) 

le tante mahari,  o ancelle di Dio che vi danzavano in suo onore scolpite nella roccia, ci inoltravamo verso l' immenso jagamohana e il retrostante sacrario della cella,webPC230162.jpg (328167 byte) la "Pagoda nera", secondo gli antichi naviganti lungo le coste del golfo, franata nell'alto shikhara: era  il carro del sole, pietrificato, sospinto dai sette cavalli dei giorni della settimana,webPC230165.jpg (596235 byte) sulle ventiquattro ruote delle ore del giorno o dei volti di sole e di luna dei dodici mesi del anno, stupendamente cesellate, a imitazione della intagliatura lignea delle ruote dei carri umani quotidiani. Lo precedevano gli elefanti recanti  un demone vinto nella proboscide, webPC230188.jpg (478745 byte) e gli stalloni guerra slanciati in avanti con il loro attendente sul nemico travolto, webPC230209.jpg (264855 byte) le sculture, webPC230210.jpg (575665 byte)dislocate ora nei giardini accanto, che sopravvivevano più ammirevoli  di quante ornamentavano il tempio,  nella inesorabile possanza elefantina e nell' impeto equino ascensionale che avevano tramandato nella pietra.

Cortei militari, processioni  e  scene  di caccia

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  webPC230186.jpg (524406 byte),

 

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webPC230207.jpg (347858 byte) danzatrici e musici terreni, deità, musici e ninfe dei mondi celesti,, Mithuna webPC230172.jpg (376262 byte)

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 webPC230192.jpg (620157 byte) , naga e nagina affusolati insiemewebPC230177.jpg (625807 byte)

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webPC230176.jpg (349847 byte) animali e mostri d una vitalità inesausta, webPC230170.jpg (439512 byte), erano lungo le pareti la profusione scultorea abrasa dalla salsedine salmastra e, dalla sabbia nel vento,  di cui l 'erosione non lasciava supporre. spesso, che fossero le residue parvenze di statue di un'alta qualità originaria.

 In esse si manifestava ai devoti la pienezza di vita  espansa  da Surya, il Dio-sole irradiante la ruota della legge dei cicli cosmici-  il  Dharma del samsara,- il Dio-sole della luce di  vita al di là  di ogni ciclo.

K. mi lasciava da solo nelle mie deambulazioni intorno al tempio, non lo aveva interessato che l'immagine del dio Surya, in clorite, webPC230166.jpg (502928 byte) come i magnifici portali del jaghmoana,webPC230185.jpg (509693 byte) cui eravamo risaliti  lungo  fianchi della cella.

Quanto più mi attardavo, mentre il sole era già volto al tramonto, quanto più in lui cresceva l' inquietudine. 

 E quanto più lo avvertivo in ansia, tanto più ritornavo sui miei passi , per decifrare gli edifici annessi, per un ultimo sguardo, per cercare di intravedere un ulteriore  dettaglio 

Nel buio serale, una buona vota usciti, cercavamo invano un  autobus per Bhubaneshvar, chiedevamo invano quando e da dove ve ne fosse uno in partenza. 

La sua pazienza sfinita intanto si esternava  in una tiritera di lamentele. 

Eh, avessi ascoltato  l'addetto della réception, avessimo preso il taxi come ci aveva consigliato...Ora, prendendo un taxi, per il solo rientro avremmo finito per spendere ancora di più.

Io che avrei voluto e che rimpiangevo di non avere visto di più, come immaginavo che mi sarebbe stato possibile in sua assenza, che per questo mi sentivo in colpa, che al tempo stesso sentivo quanto pur tuttavia avessi profittato della sua pazienza di indiano,  attardandomi talmente tanto a videoregistrare il tempio, mentre lui restava di me in prolungata attesa in un angolo del bhag circostante, al colmo della sofferenza gli gridavo , solcando il sotto mento con un mano : "K, va bene anche l 'aereo per tornare a Bhubaneshvar, mi taglierò anche la gola se a questo serve-, ma finiscila!"

In un silenzio irrorato dalla luna,  un  taxi ci riconduceva a Pipli- ove sostavamo per altri acquisti- in Bhubaneshvar immersa nell' afa e nel traffico.

Prima che rientrassimo nel hotel K. acquistava un mazzolino di fiori, che in stanza, nella sala del ristorante, avrebbe reso fragrante di sé la celebrazione del capodanno della nostra  amicizia .webPC230255.jpg (411472 byte)

(continua)

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