A Bithargaon, Kanpur, Lucknow, con Ajay ed il piccolo amico di tutto il mondo |
aprile 2015 |
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Alle due e trenta di notte era Mohammad a svegliarmi, entrando
nella mia stanza in cui mi ero appisolato sul letto. Dopo avermi apportato
verso le sei di sera i biglietti ferroviari per me, lui ed Ajaj, si era
rifatto vivo alle dieci di sera insieme con il padre, per trascorrere la
notte a casa nostra, in ragione della partenza alle quattro del mattino del
treno da Khajuraho per Kanpur , di cui è ben pratico, essendo Kanpur la sua
città natale, dove ha trascorso l infanzia e la prima adolescenza precoce.
Avremmo così evitato di doverci chiamare a raccolta durante la notte, ed il
conducente del taxi, già contattato dal padre, avrebbe fatto capo solo alla
casa di Kailash, che è più vicino alla stazione ferroviaria della dimora di
Mohammad in Manjunagar. Nonostante mi fossi assopito avevo modo di riordinare ancora
le mie cose, di rivedere con lui al computer la pagina sul tempio Bithargaon
del sito www.puratattva.in per condividere la memorizzazione
del soggetto delle sue sculture in terracotta, prima che fosse l’ora della
sveglia anche di Ajay , di caricare i nostri zaini sull’autorickshaw che era
già sopraggiunto e di avviarci alla stazione. Alla partenza io e Mohammad, come due ragazzini coevi, avremmo
scherzato a lungo sul conto di Ajay, il nostro piccolo babbà, o mini
vecchietto, da che il giorno avanti l avevo sorpreso tingersi i capelli,
sotto lo sguardo assenziente della madre, per essersi scoperto qualche
capello bianco- “ Sai che è successo, Mohammad, Ajay si è guardato allo
specchio e si è scoperto già vecchio, giusto il tempo di essere giovane solo
per un’ora.” Era bene che così fosse, dopo le tensioni che avevamo
surriscaldato e stremato fino al giorno prima la mia mente , a causa
dell'intrusività stessa dell’amato Mohammad nella mia esistenza che si
costringeva in camera per finire di scrivere almeno il referto cronachistico
dei miei viaggi recenti, delle contrarietà che tale invadenza suscitava in
Kailash, che sentiva che lo preferivo ai suoi figli, nel concedergli e nel
riservargli quanto a loro non era dato, nell uso del computer che preludevo a
Chandu, o in quanto spendevo per assicurare al ragazzo un vestiario decente ,
nel condividere i pasti se uscivo o mi ritrovavo fuori con lui. Nella sua diffidenza oculata nei confronti del fanciullo,
anche perché è muslim, temeva che nonostante la sincerità del sui rapporto
d'affetto approfittasse del mio amore per lui, per carpirmi l uso del
computer o per distrarmi denaro, il che lo viene sospettando sul conto stesso
di Ajay. Sopraggiungeva poi il sonno, come mi sdraiavo nel vagone
vuoto, che immancabile si gremiva di passeggeri al suo arrivo in Banda,
secondo quanto Mohammad ci aveva predetto. Oltre il transito della Yamuna saremmo arrivati in Gatampur
ch’erano le 9,30 del mattino di una luminosa giornata di sole sulla piana
gangetica, che al culmine della seconda metà d’aprile offriva alla vista le
stoppie e la pula dei terminati raccolti. Lungo la strada che congiungeva la stazione ferroviaria alla
via di gran traffico che da Mahoba recava a Kanpur, (che avremmo attraversato
e percorso Per essere liberi di muoverci più a piacimento sceglievo di
pagare solo il passaggio in autorickshaw fino a Bhitargaon, anziché il
trasporto in ambo le località e il rientro in Gatampaur, avevamo tutta una giornata
davanti, e e della realizzazione in terracotta di sculture e rilievi , di ritorno in Gatampur ed ai suoi bazar ortofrutticoli quando
il sole era ancora alto , trasferendoci da una località all altra , nella fersa
estiva, con il tuk tuk rimediatomi dai miei cari Ajay e Mohammad nei pressi
del tempio di Bhitargaon, che stavamo lasciando, per ripartirne in autobus
alla volta di Kanpur, e pervenirvi che non era ancora sera. Fosse perché ero uno straniero, o perchè oltre che tale ero un
uomo avanti negli anni ,dai capelli bianchi, con due incantevoli ragazzi al
seguito, nell albergo che mi avevano reperito i parenti di Mohammad non c’era
posto per me, lo trovavo invece presso l’hotel Ashoka, non senza che Kailash
abbia dovuto rimediare al telefono ai guai che lo zio di Mohammad vi stava
creando, assicurando che ero in India da ben dieci anni, come soltanto un
avventuriero può consentirsi. E ne saremmo usciti per un cicken byriani presso l oramai
mitico Baba Biryani, di cui tanto si era discorso tra me e Mohammad, da farne il nome
della mia conversione alla sola vera religione dell India. L’indomani iniziava a vuoto l’aggirarci per Kanpur , era
chiuso per lavori, di lunedì, lo zoo, dai suoi cancelli e tornelli chiusi
muovevamo verso un vicino Gange spopolato, E dire che al mio computer egli era stato tutto uno sfoggio di
zoom e di collegamenti con mappe ed insegne e immagini di edifici e parchi e
ristoranti ed hotel di tabelle di prezzi e di interni di camere, per cui
nemmeno mi ero curato di assicurarmi una mappa di Kanpur.. Al tempo stesso Kailash al telefono si mostrava Si dava ora l’eventualità che dovessimo già interrompere il
viaggio, perché io gli venissi in soccorso con il mio rientro? In colpa, come
mi sentivo, per averlo fatto disperare nella possibilità di fare affidamento
su di me, per il futuro dei bambini, con i miei squilibri mentali ed i miei
stati di infelicità, benché ogni bene mi stia concedendo la vita, e se non
avvengono sventure, solo i miei oscuramenti mentali o l inottemperanza del
limite possano pregiudicarne la gioia Volevo pur dirgli che la mia ansia di scrivere che mi faceva
talmente indisponibile e indisponente, alieno all ascolto e ad intendere le
sue necessità di ogni giorno, nasceva dalla sua stessa angoscia per il futuro
dei nostri bambini, perché non altrimenti che con i miei report di viaggio e
il loro proporli, credo ancora di potere recare soccorso a quanti qui amo e
mi vogliono bene. Tra le peregrinazioni a vuoto che causava la gaia leggerezza
vanesia di Mohammad e la mia ansia su quali potessero essere gli esiti
inconsulti dello stato A nulla valeva che Kailash si stesse riprendendo e mi
esortasse a seguitare il viaggio, che avesse ritrovato in una guida il nome
dell hotel in cui eravamo stati in Lucknow la volta scorsa, strapazzavo a tal
punto la presuntuosità Il prossimo bersaglio della mia irascibilità sarebbe stato
Ajay, che aveva mostratodi avere ben inteso in hindi dove fosse reperibile
vicino all hotel un internet center in cui rintracciare nel web il recapito
telefonico dell hotel di Lucknow per la sera seguente, mentre rivelava
di non averne la minima idea mentre ci avviavamo per strada. Facevo cupo ritorno in hotel sui nostri passi, ed era allora
che i due ragazzini mi mostravano d'incanto di che tempra fossero, fors'
anche perchè così messi alla frusta dal mio scoppio irrefrenato di
esagitazione iraconda, e riprendevano Alla reception lasciavo che fosse il proprietario dell hotel,
facendosi di noi garante, che prenotava una camera per la sera seguente, con
apparente buona pace ritrovata fra me ed i miei due amati ragazzi. In attesa, la sera, di dormire a casa della nonna di Mohammad,
potevamo recarci a vedere nel tardo pomeriggio il tempio I K, proponevo .
Starcene suoi ospiti l intero pomeriggio e la sera, prima di trascorrervi la
notte, mi sembrava una dilazione eccessiva. Proposta accolta, senza riserve, non fosse che solo quando ci
eravamo già avviati in direzione del tempio distante, Mohammad si faceva
scrupolo di dirmi che a casa della nonna non avrebbe funzionato il
ventilatore, perchè per ore, nel suo quartiere,è sospesa di sera e di notte l
erogazione dell energia elettrica- E dirmelo prima? mi spazientivo non più di
tanto, al saperlo avremo potuto prenotare l hotel in Lucknow per quella
stessa sera , trasferendocisi a dormire. Che si accordassero, se era il caso di recarci ugualmente a
dormire a casa della nonna di Mohammad, o al ritorno in hotel di prenotare
una camera in Lucknow anche per quella sera. I due ragazzi optavano prontamente per questa seconda
soluzione, e così un riequilibrio sembrava raggiunto, non fosse che giunti al
sito del tempio, di una fattura bancaria, nei suoi saloni inferiori, che
rivelava le sue origini magnatizio- cementarie, Mohammad si mostrava afflitto
da una mestizia che ne oscurava ogni gioia. Me ne avrebbe rivelato le ragioni Ajay, illuminandomi forse la
ragione di fondo della svagatezza di Mohamad, del suo mancato impegno nel
farci da guida come era nelle sue capacità. Così non avrebbe potuto rivedere
la nonna, che era la sola cosa che gli stava a cuore in Kanpur. Sulla via del rientro un rimedio era ritrovato all'amato:
scendeva dall autorickshaw quando eravamo in prossimità della casa della
nonna, da cui ci avrebbe raggiunto in hotel, per ripartire insieme alla volta
di Lucknow, in treno, provvedendo al contempo ad acquistare i biglietti. E gli era ripromesso che saremmo stati in Kanpur un
giorno in più, consentendogli di stare con la nonna materna l'intera serata e
la notte prima del definitivo rientro. Prima di raggiungere l'albergo io ed Ajay provvedevamo a
cenare al Baba Byriani, sulla via del rientro, Ajay consumando un altro
cicken biryani, io un butter cicken squisito. In hotel il proprietario assicurava al nostro rientro la
prenotazione di una camera nell'albergo di Lucknow per quella notte,ed io e
Ajay, raccolti i bagagli .restavamo in attesa di Mohammad. Il mio adorato fanciullo insieme con lo zio era di ritorno
raggiante di gioia, talmente l incontro con la nonna l'aveva trasfigurato “ No more
tension, Rico, forget all, forget” Lo zio ci accompagnava in moto fin che l'autobus non era
pervenuto nella periferia sterminata di Kanpur, all 'inizio di un viaggio che
avrebbe richiesto ben oltre le tre ore di viaggio per giungere a Lucknow
quando era già passata la mezzanotte, a seguito dell intasamento di
auto e camion e pullman all'arrivo nella capitale, che avrebbe costretto l
autista a invadere per più tratti le opposte corsie. Sull'autobus benchè fossimo accalorati e sudati Mohammad mi si
rannicchiava accanto in cerca di amorevole dolcezza , ed io mi estasiavo di
avere il suo capo sulla mia spalla che si porgeva alle mie carezze e ai miei
baci. della sua capigliatura Ma a rovinare il nostro idillio di confusi
sudori era Kailash, quando lo contattavo al telefono, e gli dicevo che con me
ed Ajay era venuto in Lucknow anche Mohammad, e che tenuto conto che egli non
abbisognava più della mia presenza, avremmo ritardato di un giorno il rientro
in Khajuraho, per consentire al ragazzo di stare più a lungo con la nonna, e
terminando al contempo la visita di Kanpur. La sua voce si è inasprita salendo di tono fino al grido. Non
bastava che provvedessi per lui a ogni spesa per il viaggio, dovevo
anche Ed in Lucknow la mia tensione stremata , all'arrivo nello
squallore notturno dei suoi borghi periferici, si sarebbe rivelata la messa a
nudo di nuovo dei nervi scoperti della mia irascibilità, nelle manifestazioni
più livide dei suoi conati violenti. E' bastato che il conducente del tuk tuk mi lasciasse supporre
che intendeva menarci in giro per Lucknow verso un hotel diverso da quello
dove Mohammad ed Ajay gli avevano chiesto di condurci, che è salito in me
l'impulso di serrargli la gola con un braccio dal sedile posteriore,
minacciando di strozzarlo se faceva altrimenti. L'hotel era situato in Charbagh, in un'area trafficata e
affollata nei pressi della stazione ferroviaria, dove ancora a notte
inoltrata, nel gran chiasso che sortiva dalle sue bettole aperte e
dall'unirsi del latrato dei cani allo sferragliare di auto e treni, la vitalità
rumorosa della città si mescolava al L'hotel era in restauro, e ad ogni piano e stanza
alternava la sua fatiscenza pregressa alla incompiutezza dei baratri del vano
dell'ascensore e delle calcinature dei lavori in corso, in un'ascensione di
piano in piano sino al misero recesso della stanzetta con bagno senza latrina
occidentale che ci era riservato, e che ci sarebbe stato permutato con una
camera sottostante più accogliente ma più immersa nel clamore del traffico,
ch'era il precipizio ulteriore della mia mente Quegli uomini poi ad attenderci alla reception in tuta e
canottiera tra sparsi materassi, e che avevano il solo riguardo formale di
non volere accogliere la mia istanza a che rinviassero all indomani mattina
la mia compilazione e consegna(
Ritrovatici in stanza svuotavo il cellulare di scheda e
batteria e lo scagliavo in un angolo, lasciando i due ragazzi esterrefatti,
in silenzio,alle Quindi mi distendevo vestito sul materasso che era stato
aggiunto al letto a due piazze, voltandomi verso la parete in stato di
confusione e vergogna, mentre a poco a poco i miei due ragazzi si
riprendevano, facevano la doccia e si accomodavano a letto, senza fare
rumore. Quando avevo infine l'animo di tornare a voltarmi verso di
loro, trovavo Ajay già immerso nel sonno più profondo entro il clangore del
traffico che risuonava*( si ripercuoteva) nella stanza, Mohammad ancora
insonne che mi rivolgeva lo sguardo. Mi aiutava a riprendermi , a ritrovare la bibita di cui mi
dissetavo, senza che accondiscendessi Restavamo così fino alle quattro, discorrendogli di come la
mia follia e quella di Kailash si alimentassero reciprocamente, che era già
un gran sollievo che non ci portassero più a colluttazioni e che a rari
scontri, e che per parte sua non doveva attendersi che certe situazioni non
si ripetessero più, solo( Lo so già mi diceva il ragazzo, come tu sei, che come un
ventilatore la tua mente ora si riscalda ora si raffredda. Ma occorre
controllarla, mi ripeteva, evitare la troppa tensione. Gli soggiungevo che in realtà le mie esplosioni mentali era
già scoppi controllati, rispetto a quanto di orribile era in me
incandescente, e che mi rifiutavo di ridurre le mie crisi a disturbi mentali.
Per uno straniero in India molte cose sono inaccettabili che per un indiano
non lo sono, e si danno situazioni insostenibili, per come può essere
considerato dalla popolazione locale. “Le mie reazioni non vanno bene, perché sono esagerate, ma
nascono dal fatto che capisco la verità” La verità che rende folli, più che liberi, mi sarei ripetuto più
volte il giorno seguente. Quanto a Kailash , non potevo più tacere al ragazzo ( Mohammad mi si faceva avanti e si professava pronto a
sacrificare la nostra amicizia, pur che fosse salvo il mio rapporto con la
famiglia di Kailash, a rinunciare a ritrovarci a casa del mio amico, per
vederci soltanto all esterno, del che lo scongiuravo che nemmeno ci pensasse,
Kailash non nutriva solo queste disposizioni d'animo nei suoi riguardi. Gli ricordavo quello che credo gli avessi detto di lui già
sull'autobus, come al rientro del nostro viaggio nel distretto di Rewa mi
avesse sollecitato a fare anche a lui il regalo di una maglietta o di una
camicia, dopo che l'avevo fatto per ognuno dei suoi figli. E la sera prima che partissimo, mi aveva detto che se era per
l onere dei costi del viaggio che avevo delle traversie mentali, - dopo che
gli avevo fatto presente che non mi contrariavano le spese che sostenevo per
la sua famiglia, ma che non potevo certo dirmi felice, se ogni minimo viaggio
in India mi costava quanto un rientro in Italia, perchè dovevo provvedere
oltre che ai costi del viaggio anche al sostentamento di lui e dei nostri
cari e ad ogni spesa domestica in mia assenza- lasciassi a casa Ajay, e
partissi pure con Mohammad soltanto Del resto c'era del vero, in quel che pensava quanto ad
Ajay che ci dormiva accanto. Era successo lo stesso quando era stato ospite
della nostra casa il figlio della sorella, il giovane Ashesh, che per la sua
viva intelligenza aveva finito per eleggere a mio interlocutore privilegiato
rispetto ad Ajay, di cui avrebbe dovuto far lievitare le capacità mentali,
mentre ne aveva fatto invece il complice della sua negligenza. “Mohammad lo sai bene, come io tendo a chiedere ogni cosa a
te, perchè tu hai più interessi e ti fai più domande. Aiutami a chiamare in
causa ogni volta anche Ajay, alla tua stessa stregua” Quanto il mio mirabile Mohammad avrebbe conservato ogni cosa
nel suo cuore, l'avrei accertato già l' indomani, durante il resto del
viaggio. In merito alla sua famiglia, mi diceva che il padre mai
a nessun altro che a me avesse concesso in affidamento suo figlio, solo a me
aveva riposto fiducia, ed aveva concesso di partire con lui Tenendo le sue mani nelle mie, lo pregavo di riferirgli al
rientro per questo la mia gratitudine immensa. Perdonasse intanto i miei vaneggiamenti sugli indiani nei
riguardi degli stranieri, pronti a prendere a loro di tutto in tutti i
momenti buoni. Si era fatte le quattro di notte, ed il mio ragazzo la cui
anima era tutta raccolta a me di fronte, sentiva finalmente l intorpidimento
del sonno, e si congedava perchè a mia volta potessi assopirmi. Lasciavo dormire fino al loro proprio risveglio Ajay e
Mohammad, perchè il sonno liberasse loro la mente da ogni sconvolgimento o
sedimentazione triste del giorno avanti. Un saporito chola bathura in una locanda accanto, avrebbe
schiuso l inizio di un meraviglioso giorno in Lucknow, al Bara Imambara, e Chota Imambara, che lasciavamo a pomeriggio inoltrato per
recarci alle rovine della Residency e degli altri edifici in cui i britannici
per 148 giorni finirono assediati durante l uprising del 1857 Già il giorno avanti avevo infittito le mie domande a Mohammad
di matrice islamica, su quanta fosse percentulmente la componente islamica di
kanpur, e se fosse di maggioranza sciita o sunnita. Il conducente dell'autorickshaw che ci aveva condotto al Bara
Imambara ci aveva detto che in Lucknow il 95% della popolazione era di fede
islamica, e quasi integralmente sciita, come i nawab che ne erano stati i
signori, mentre per Mohammad i muslim erano oltre il 70% della popolazione di
Kanpur, e in stragrande numero di osservanza sunnita al pari di lui. Nel Bara Imambara sapeva dirmi di tutto con pathos partecipe
sull imam Hossein e sulle circostanze dettagliate del suo martirio in Kerbala
, e di come avesse coinvolto i suoi familiari, cinque quante le dita della
mano che credevo evocasse Fatima, con al posto del rilievo del palmo l'otre
dell'acqua che a loro era stata negata, solo che si rivelava un abbaglio
immaginare che il suo cuore travalicasse per questo odi settari. Era convinto che durante il moharram dalle ferite degli sciiti
fuoriuscisse sangue fetido, ed anche in Manjunagar l'aveva raggiunto la
faglia degli attuali antagonismi nelle loro atrocità più aberranti, per cui
come adoratori di satana erano suoi nemici gli yazidi di cui i sunniti del
califffato islamico hanno intrapreso lo sterminio, e la loro difesa da parte
degli sciiti un motivo ulteriore di ostilità nei loro confronti. “Ma mi sai dire Mohammad, perchè mai solo gli sciiti e tutti
quanti gli sciiti hanno un sangue maleodorante...” La verità, mi diceva Mohammad, fugando dal cuore il retaggio
di certi miti diabolici, è che noi musulmani , sciiti e sunniti, non facciamo
che La sera già imbruniva Lucknow, e neppure le difficoltà a
rifornirci di contante a un qualsiasi atm, mentre non avevo nel portafoglio
nemmeno un migliaio di rupie, per cui eravamo costretti a vagare di quartiere
in quartiere, potevano perturbare più di tanto la felicità di ritrovarci in
rickshaw ove più si affollava tra negozi e locande la gente di Lucknow, tra
luminarie scintillanti e vetrine rutilanti, i fasti sgargianti delle
mussoline locali e i gioielli delle oreficerie, gli spacci di kebab e le
rivenditorie di competion books. (eppure , oltre la cena in un locale particolare in un vicolo,
che era in grado di approntarci tutte le specialità di pane richiesto, e
l’acquisto di due t-shirt ben due volte extra-large, ne accadevano di cose
sgradevoli o dolenti (spiacevoli), il tentativo antecedente malaccorto, per
scherzo o sul serio, di Mohammad che era eretto di dietro sull’autorickshaw,
di distrarmi rupie dal taschino della camicia, su cui per buona grazia
sorvolavo, l impedimento che frappovevo ad Ajay, sopraggiungendo nel negozio
sovrastante dalla strada in cui mi aveva detto di attenderlo, di spendere 370
delle 500 rupie lasciategli dal babbo per una t-shirth, tutta la frivolezza
ancor più di Mohammad, alimentata dall'acquisto di camicie e magliette da
parte dei suoi familiari in Kanpur, la sua esibizione in stanza, sul
materasso su cui aveva scelto di dormire sul pavimento, adorabile e
straziante per ciò che inscenava, che era quanto riusciva ad evocare cui
potesse appigliarsi nel sentirsi qualcuno nel mondo, il mio richiamo a che
lui ed Ajay tentassero di utilizzare il più possibile il loro cellulare
per non lasciarmi come quella sera, all uscita dalla residency, nella
necessità di farmelo ricaricare da Kailash in Khajuraho, l immusonirsi a
sorpresa nei miei riguardi di Mohammad, per avergli semplicemente detto che
se mancavano 250 rupie a quelle che gli aveva lasciato in tasca il padre,
facesse ben presente a costui ed alla madre che non mancavano perché io
gliele avessi richieste, ma perché se ne erano serviti i suoi familiari di
Kanpur, la conta delle rupie nel portafoglio che rimettevo nello zaino, per
ritrovarne Il rientro in Kanpur avveniva comodamente in treno, prendevamo
una stanza solo per due nello stesso hotel precedente, essendo inteso che
Mohammad sarebbe andato a dormire dalla nonna, e giusto il tempo di uscire in
strada per andarci ad accomodare nel vicino Pewari Restaurant per uno
spuntino, che iniziavo di nuovo a sovr-alterarmi. Mi infastidivano le lungaggini per imbandirci un semplice
vegetal sandwich( panino di verdure), e ancor più che un anziano per strada,
avendo in me avvistato uno straniero, si fosse immediatamente fermato e vi si
ostinasse in attesa di un’elemosina. Mohammad non mi aveva assicurato che nella sua città non vi
sono mendicanti? Alla stazione ferroviaria l’uscita prescelta mi aveva sviato e
fatto dimenticare di chiedere una mappa della città, per vedere nel
pomeriggio i luoghi dell insorgenza del 1857 che mi restavano ancora da visitare,
Pertanto chiedevo a Mohammad ed Ajay di fare ritorno in hotel, dove mi
precedevano, per chiedere insieme ragguagli a proposito dei siti e su come
raggiungerli. Lungo la strada, di fronte all’hotel, dove ero rimasto
attardato, un ulteriore uomo mi fermva ed interpellava per chiedere la
carità, ed io ne ero talmente adirato perchè vi era stato indotto dalle mie
sembianze di straniero, che strillavo di disappunto. “ Dunque in Kanpur non esistono mendicanti, eh, come mi avevo
detto” giravo e rivoltavo la mia protesta nei confronti di Mohammad,
che stizzito mi replicava “ ed io che posso farci”” Stava intanto consultando una cartina con il gestore e
proprietario diafano dell hotel, e sembrava intendere a menadito come per Uscivamo, sembrava rinfrancati, ma quando al punto di sosta
degli autorisciò, per recarci alla Memorial church invece di avvalersi delle
informazioni avute, il ragazzo estraeva dal mio zaino, che recava Ajay,
un opuscolo illustrativo di Kanpur per mostrare al conducente del
rickshaw un’immagine della Memorial Church, ciò bastava perché montassi su
tutte le furie. Che facessimo ritorno in hote, perchè si facesse rispiegare
tutto, e ripartissimo con le cognizioni acquisite, Sapevo benissimo come ovviare e giungere da solo a
destinazione, mi mancavano solo i punti di orientamento per intendere in che
direzione muoverci, ma ciò che volevo era che lui vi ci portasse, in virtù
della sua conoscenza di Kanpur e delle abilità a destreggiarsi che gli
conoscevo, su di lui puntando gli occhi come su una piccola guida che stavo
addestrando per il bapuculturaltours. Solo che il mio sdegno per la sua
indisponibilità a investire tutto se stesso nell impresa richiesta, mi faceva
andare ben oltre il segno “ Fino a dieci anni sei rimasto in Kanpur, e non sai della
Ghandi road… essermi affidato a te è come ricorre a un lapka a Khajuraho..
Quanto devo starci in Kanpur, per visitare tre posti, grazie a te, quattro
giorni?”
“ What can I do?- la sua solita solfa ,( Ajay( Ora al vedere Mohammad così arrabbiato per la mia
arrabbiatura, la mia ira raggiungeva il furore. Ajay aveva già fermato un autorickshaw per recarci alla
Memorial church- “ Così sei adirato, so you are angry, eh? Bene, ora scelgi,
con me ed Ajay o dalla nonna” “ My grand mother “ replicava d’istante, ed io, come ad una
sferzata salutare, per il gran male che faceva “ bene, ora vai dalla nonna,
ed io e Ajay muoviamo da soli. See you later , a questa sera”. E con Ajay procedevo senza di lui verso A poco poco, tra istituti scolastici e prime postazioni
militari, si diradavano il frastuono ed il traffico e ci siamo ritrovati in un'altra Kanpur, immersa nella quiete
e nel silenzio tra grandi distese di verde, ove iniziavano a fare la loro
comparsa chiese ed edifici religiosi , tra ulteriori scuole e quartier
generali. La mia mente sotto shock si ritemprava, accanto ad Ajay che
osservava meravigliato e mi assisteva in silenzio. Un sacello laterale raccoglieva le salme di una settantina di
militari caduti in Sheorajpur dopo essere scampati ai massacri di Kanpur,
un cippo poco distante evocava l 'eccidio sul posto di british wheelers Io ed Ajay stavamo finendo di discorrere con un custode
allontanandoci, quando ci raggiungeva la telefonata di Mohammad, un Mohammad
che già era volto al sereno e si era pacificato, e che chiedeva di rivederci
in hotel verso le nove di sera. Ci riservava ben poco il Satiuchaura gath, se non l'evocazione
degli agguati e dei massacri dei britannici tra quei fondali e quelle
diramazioni del Gange, di cui avevo avuto modo di leggere la ricostruzione
letteraria di Guido Gozzano nelle sue pagine dedicate a Cawnpore di Verso la
cuna del mondo, ancor meno il Nana rao bagh, se non la chiusura circolare del
pozzo dove erano stati gettati i cadaveri di donne e bambini inglesi
atrocemente stuprati e massacrati, e dove ora dei giovani si intrattenevano
in gioco. Sulla via del rientro nel vicino hotel consumavano uno
spuntino io ed Ajay, restandoncene in camera fin verso le nove, quando ci
decidevamo a discendere nella sala d'ingresso dell hotel in attesa di
Mohammad, cui avevamo richiesto invano, dal parco, di rifarsi vivo in
anticipo Egli sopraggiungeva fresco d'incanto verso le 9,15, con un
amico al seguito non meno elegante e di viva bellezza. Aveva già cenato e si era già cibato di cicken biryani presso
la nonna, ma ci chiedeva di accompagnarci lo stesso insieme al suo amico al
Baba Biryani, dove si sarebbero limitato a ordinare un lassi o poco più per
stare in nostra compagnia. Subodoravo quel che poteva succedere, ma ero di una cortesia
accomodante. Al baba byriani di fronte al menu, dopo avermi chiesto che
cosa poteva ordinare ed essersi sentito rispondere che poteva scegliere quel
che voleva, lo vedevo e lo sentivo indugiare a voce sui vari kebab di poco
costo, ma all'arrivo del cameriere, dopo che io ed Ajay avevamo ordinato due
chicken biryani, si sfrenava nell ordinarne anche uno per sé e per l amico. “ char chickem boryani” Mi facevo mortuario mentre consumavo la mia squisita razione,
e quando anch'egli aveva già messo in disparte il suo piatto, gli chiedevo “ E' stato veramente buono? “ Squisito” “ Bene . Mohammad, ci sono circostanze della vita che sono una
prova. Dimmi, cosa credi che penserebbe di una situazione del genere ora
Kailash, che per poterci lasciare andar via è costretto ora a mangiare con i
suoi bambini in Khajuraho pane e verdure? Mohammad, senza più altre parole, che un “ oh, sorry, ora
capisco”, invitava l'amico a recarsi con lui al lavabo e ci lasciava in un
battibaleno. Rientravo con Ajay in tuk tuk nel clangore notturno, ed
eravamo lasciati lungo un strada di scorrimento del traffico che dovevamo
traversare tutta prima di ritrovarci nella via laterale che portava all
hotel. Bastava che mollassi per un secondo la presa del braccio del
ragazzo, per ritrovarlo troppo avanzato rispetto al bordo dello
spartitraffico, esposto ad un auto che stava investendolo, Lo ritraevo in tempo, ma la mia mente era scioccata, Nella camera d'albergo a sconvolgermi totalmente
sopraggiungeva una telefonata di Kailash, per sincerarsi delle nostre
condizioni. E se invece di rassicurarlo, avessi dovuto trovare la forza di
minimizzargli l'accaduto al figlio, o di tacergliene la morte, quando
era stato affidato a me in custodia? “ Ajay? È sceso alla reception ad ordinare da bere. Ora è
risalto in stanza. “ Posso parlare con lui? "Mi chiedeva Kailash, che anche
al telefono sa vedere tutto di me intimamente, “ Eccolo accanto, che te lo passo” potevo dirgli con
altrettanto sollievo quanto con angoscia immutata Sopraggiungeva di li a poco una telefonata di Mohammad che
passavo ad Ajay. Doveva richiamarmi due, tre volte, prima che accettasi di
rispondergli ” Sei forse arrabbiato con me? “ Sei stato pregato più di una volta di venire prima delle 9.
Lo stesso tuo zio ci aveva detto di non stare fuori e far tardi la notte.
Ajay haa rischiato un incidente grave” ed ho riattaccato. Per quel suo amico, di nome Nour, azzimato come ne ho visti e
conosciuti a bizzeffe di ragazzi arabi dello stesso stampo, altrettanto
succubi di ogni moda occidentale come pronti a sgozzarti come infedele, dal
sangue che puzza. Solo oltre le due di notte , il sonno aveva la meglio sul mio
sgomento attonito. L'indomani era apparentemente per Mohammad già un altro
giorno, pronto a ripresentarsi di primo mattino nella hall dell'albergo con
devota e inalterata amicizia, nel fresco splendore di tutta la sua fragrante
bellezza di adorabile fanciullo. Recandoci la novità che dopo la visita dello
zoo non sarebbe stato di ritorno in Khajuraho con me ed Ajay, ma che avrebbe
protratto la sua permanenza in Kanpur presso la nonna fino alla settimana
seguente, Una prima colazione, poi Lo stesso Ajay , che Mohammad secondo le mie indicazioni
notturne nella stanza d'albergo di Lucknow, mi sollecitava a coinvolgere
nelle nostre iniziative, ci consigliava di protrarre la corsa in tuk tuk, al
rientro, fino alla stazione ferroviaria dove avremmo potuto comperare i
biglietti del treno per il nostro ritorno in Khajuraho. Nella minuta rivendita, poi lungo le arterie del centro, fino
alla ripartenza per lo zoo, di ogni negozio Mohammad indicandoci le merci di
cui era solito fare acquisto, fossero le tele cickan o le babbucce, il caro
ragazzo aveva modo di ostentare tutta la disinvolta padronanza della sua
Kanpur che ve lo faceva davvero il piccolo amico di tutto il mondo, con la
stessa sicurezza con cui nello zoo sapeva anticiparci gli animali del
prossimo recinto, talmente tante erano state le volte che vi ci si era recato
da solo, o con il padre, come nelle circostanze di un fuggi fuggi generale,
perchè da una recinzione era evaso un leopardo- Era favoloso ritrovarci tra orsi e rinoceronti, e ippopotami e
cervi e tigri, di cui tanto avevamo celiato immaginativamente, a
simulare di rabbrividire di fronte ai simulacri Un venti, un venticinque, un trenta per cento, oramai, l'area
dello zoo che eravamo riusciti a visitare, mentre il tempo passava, ed io
seguitavo invano ad insistere ch'era il caso oramai di volgere all'uscita. Mohammad se ne faceva una ragione solo quando erano già le
2,45, mentre la partenza del treno era prefissata per le 16,20. Iniziava
allora, inquietantemente, a chiedere dove fosse un'uscita che io
immaginavo che sapesse di certo dove stesse, supponendo che ad essa ci avesse
volto quando era già ben vicina. In realtà, camminando di gran passo, senza che nemmeno
potessimo consentirci una sosta a una toilette, solo quando erano già passate
le 13, 20 rivedevamo l'ingresso e i tornelli, mentre alle spalle del ragazzo
le mie lamentele iniziali, sospirose, erano divenute dichiarazioni di
apprensione, velati rimproveri, una sequela di contumelie e improperi che gli
avevano fatto temere che volessi picchiarlo. “ Grazie, Mohammad, di obbligareora me e Ajay a
fare ritorno in autobus, a stare di notte in Mahoba...Ecco quello che
capita, quando si pensa solo a se stessi, a divertirsi di stare allo zoo,
invece di considerare le esigenze degli altri.... L'uomo della vetturetta su cui salivamo, per affrettarsi a
partire rinunciava a bere una parte del suo the che gettava sul selciato , ma
era Mohammad, che ritrovando sotto le mie sferzate il suo meglio,
meravigliosamente sapeva indicargli la via meno lunga per raggiungere l hotel
quando erano ancora le 15 e 50, restandone poco distante la stazione
ferroviaria, che si faceva carico dei miei bagagli lungo la rampa che portava
alla piattaforma del treno in partenza, che vi ci accomodava me ed Ajay
sui soli due appostamenti rimasti ancora liberi, che mi assicurava da bere
prima della partenza- “ No, non è vero che io pensassi solo a me stesso, volevo
farvi vedere quanti più animali fosse possibile” Supplicandolo di non volermene per la mia mente, il mio
piccolo immenso amico, ritrovato di nuovo, avevo modo di stringerlo tra le
braccia e di carezzarlo e baciarlo, anche li alla partenza, che sarebbe
avvenuta con un ora di ritardo, Un'ora che gli sarebbe valsa a brillarvi di nuovo, tra gli
astanti , come il piccolo amico di tutto il mondo che vi era in partenza. i miti diabolici di mohammad ……………………………………………………. Che disperazione, ad ogni rinsavimento, constatare di vivere
la condizione più felice che mi si potesse concedere, di essere in India con
non uno, due magnifici Kim al seguito , amorosi e comprensivi, e trasformarla
in un inferno per i miei parossismi mentali, l’atrocità reattiva di ogni mia
percezione esagerata ed esasperata della verità dei fatti, che la perturbava
in follia iraconda.
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Che disperazione, ad ogni rinsavimento,
constatare di vivere la condizione più felice che mi si potesse concedere, di essere
in India con non uno, due magnifici Kim al seguito , amorosi e comprensivi, e
trasformarla in un inferno per i miei parossismi mentali, l’atrocità reattiva
di ogni mia percezione esagerata ed esasperata della verità dei fatti, che la
perturbava in follia iraconda.