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Il Tempio Kalachuri  di Shiva in Kodhal , Damoh  Distt.

 

febbraio 2016

 
Alla mia pagina di cronaca della visita del tempio Shivaita di Kodhal, nel documento In Damoh, Nohta, Katni, Bahoriband, Rewa, Govindgarh , risalente sempre al febbraio 2016
 
   

 

Il tempio shivaita di Kodhal, che Krishna Deva fa risalire al 1000 d. c., è una testimonianza superstite, nel solo santuario, volto ad occidente, 

 
   

di come  sotto la dinastia dei Kalachuri il tempio hindu stesse assumendo una nuova complessità e la chiarezza di un nuovo ordinamento  architettonico, rispetto ai paradigmi invalsi antecedentemente dei templi di epoca Pratihara, di cui i templi Kalachuri pur preservavano la sintassi fondamentale,  nell'osservanza delle istanze normative  pancharatha, ossia di cinque proiezioni radianti l energia cosmica divina per ogni parete del santuario e per ogni corrispettiva  superficie rampante del sikhara, delle ordinanze che erano  comprensive di quelle delle installazioni di dei protettori dikpalas nelle proiezioni d'angolo e  dell' intestazione degli stipiti e soglie dei portali dei templi, architrabeazione inclusa.

Come  negli altri templi Kalachuri, ed in quelli Kachchhapaghata  in Kadwaha,  e come in Khajuraho,  nei  santuari d'angolo del complesso  Lakshmana, è già un'acquisizione irreversibile  dagli splendidi svolgimenti consecutivi, la base del tempio sopraeleva il podio della vedibandha su una pitha di modanature raffinate,

   
   

e alla stregua delle espansioni che contemplavano solo i massimi templi Pratihara di Patari Badoh e di Gyaraspur, fors'anche il tempio di Barwa Sagar, la sala di un mandapa era stato interposta tra il  santuario, ed il portico d'entrata, un'integrazione organica che presentano anche i templi, sempre Kalachuri, di  Notha dove la sala è ancora integra,  o di  Marai dove ugualmente è andata perduta, mentre  non ricorre nel Gola Math di Maihar, e a differenza residua  dei santuarietti panchaytana del tempio Lakshmana di Khajuraho e di tutta la prima tornata dei templi di Kadwaha, soli esclusi  il Murayat postumo ed il tempio ad esso gemino, già emuli  Kachchhapagatha  di quelli maggiori di Khajuraho , al pari più eclatante di quello in Sihonia,

Inoltre, in sintonia piena con tali altri templi Kachchhapagatha e Kalachuri e  già con i santuari panchayatana del complesso Lakshmana di Khajuraho,  concordanza prestabilita , od  istanza imitata o imitante, che fosse, nelle proiezioni intermedie apsaras o surasundari si alternano di tre quarti ad altre ninfe frontali od a vyalas, nel registro superiore,  in contrappunto nei recessi,

 
   
 
   

 quando nei templi Pratihara  leogrifi, o altre bestie , erano  solo degli araldici sorveglianti che affiancavano perturbanti i pilastri delle nicchie del badhra.

Così, nel tempio di Kodhal il vedibandha è sollevato su un plinto sontuoso

 
   
 
   

 

che si articola in una bitha con rosette, un karnika, una jadhya kumbha, un karnika ulteriore, forgiato come l'antecedente in una modanatura dal profilo compresso più arrotondato che affilato, cui fanno seguito un recesso a scacchiera,  ovvero un jalika, ed un kapota  con takarikas  mentre un ulteriore kapota ne è a conclusione della vedibandha dopo il suo seguito a norma di regola di kura, kumba, kalasa, preceduto da un recesso di rombi diamantini e di rosette.

Sovrapposte a kumba e kalasa ed al consecutivo recesso, sono nicchie coronate dai frontoncini di udgamas con statue di divinità tutt altro che esornamentali, come attesta il culto vivente che ancora le onora.

Sul vedibandha poggiano  indi direttamente il muro del jangha, e la parete della kapili dell'anticamera interna,  articolantesi , secondo il canone pancharatha, nelle proiezioni  di un bhadra centrale con due upabadhra rientranti, di un pratiratha intermedio, e un karna d'angolo, separati e distinti da recessi, e divisi in due ordini di statue dal  madhya bandha di un fregio di tamalapatras, - un motivo ornamentale che ricalca le forme delle foglie di Xanthochymus pictorius cui corrispondono, nei recessi,  i due ordini di statue delle  surasundaris nel primo livello e dei vyalas nel secondo. La kapili fa corrispondere una propria nicchia a quella del badhra,  ed al primo ordine di statue delle surasundari nelle pratirathas e dei  dikpalas nei karnas,  mentre un udgama di archi carenati chaitya-gavakshas, di lunghezza inusitata, raggiunge oltre il secondo ordine di statue l'altezza stessa del verandika.

Vuota è la nicchia del badhra lungo la parte settentrionale, come vuota è quella della Kapili corrispondente,

 
   
 
   

mentre non è difficile ravvisare Parvati in Panchagni tapas nella nicchia che all'altezza del bhadra è sovrapposta al vedibandha, con ancora impresso il sindur che attesta come sia tuttora venerata.

 
   

Nella nicchia del badhra della parete orientale retrostante campeggia invece Shiva uccisore del demone Andaka,

 
   

 mentre un dio Surya dilapidato è attestato nella nicchia sottostante, ed al pari di Parvati reca i segni di attuali onoranze rituali.

 
   

Lo stesso è felicemente da dirsi dell'immagine di Ganesha nella nicchia corrispondente del bhadra della parete meridionale,

 
   

 nella cui edicola principale campeggia Shiva Nataraja.

 
   
 
   

Ganesha in compagnia della consorte Vignesvari  ricompare invece  prontamente in quella della Kapili seguente, fregiata di deliziose colonnine con un'attendente per parte

 
   

Ad un raffronto con le  disposizioni delle statue nelle nicchie dei bhadras del tempio di Nohtha, Shiva Nataraja e Shiva Andakantaka appaiono ugualmente attestati nelle medesime posizioni, per giunta l immagine di Surya  in ambo i templi figura associata a quella di Shiva uccisore del demone Andaka,   in Kodhal soggiacendovi in stazione eretta anziché sovrastandola a gambe incrociate, il che lascia ancor più supporre che nella nicchia del bhadra settentrionale figurasse come in Nohta Shiva Vinadhara.

Un  fregio di ghirlande floreali, di ascendenze Pratihara, ma ancora rivenibile in tutti i santuari del tempio Lakshmana di Khajuraho, funge da conclusione del jangha e da transito al verandika,

 
   

ove tra il serrame incerto di due kapotikas ricompare l'antarapatta di un jalika reticolare, cifra diagnostica, secondo le parole di Krishna Deva, della committenza Kalachuri del tempio.

Il sikhara Latina, con amalaka a marcarne i piani, composti di un kapota e due chaitya gavakshas carenati,sopravvive al più fino al quinto di tali livelli.

 
   
 
   

Si è così al portale d'accesso al garbagriha, divenuto il frontespizio grandioso del tempio per la caduta della parte antecedente. Sormontanti le dee Ganga e Yamuna fiancheggiate dalle loro attendenti e da due dikpalas shivaiti più  esterni, con acconciatura jata mukuta e cipiglio shivaiti,

 

 

   
   
 
   

 lo compongono le bande di sei sakas in cui primeggiano mithunas fiancheggiati da vyalas, oltre una magnifica fascia più interna di serpenti naga fitomorfi atteggiati in devota anjali, a seguito di un primo saka di rombi e rosette e di un secondo di fiori mandara, mentre fa da  bordo esterno una festonatura  vegetativa dal vigoroso nerbo viridescente.

 

 

 
   
 
   
   
   

Uma- Maheswara e Shiva Nataraja incentrano il lalata bimba della trabeazione e l'architrave superiore, con ai lati i navagrahas sovrastati dalle saptamatrikas fiancheggiate da Shiva Virabhadra e Ganesa a tenerne e concluderne le danze. in cui torna a sfrenarsi più oltre Shiva Nataraja, in una nicchia sovrastante che forse è fuori ordinanza.

 
   

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