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All’ arrivo in Gwalior da Bina, presso l’hotel in cui io
e Kailash abbiamo trovato sistemazione si ripete lo stesso copione ancora una
volta, allorché chiediamo di contattare un conducente d’auto per
recarci a Naresar, oltre che a Padhavali, Bateshwar, Mitaoli, che già l’anno
scorso abbiamo visitato. Di Naresar nessuno sa nulla, alla reception e nel
giro dei conducenti che convengono, benché disti da Gwalior poco più di una
ventina di chilometri .
L’anziano proprietario
dell’hotel che in serata ci convoca nel suo ufficio,
in un primo tempo presume che come il suo albergo Naresar possa
figurare in una guida quale la Lonely Planet, e non ritrovandovela la
considera inesistente, prima che gli fornisca i dati a mia disposizione che
consentono di rintracciarla, pur senza poter ricorrere a mappe
satellitari .
Tali dati, rinvenuti in “ Temples of
the Pratihara Period in central India” ( di R. H. Trivedi), lo
localizzavano a 25 km
a nord-est di Gwalior, in una valle nel
raggio di 5 km
di distanza dal villaggio di Baretha, da cui era raggiungibile a piedi
attraverso i campi.
Solo dopo aver sentito tali
informazioni, di cui disponevo, l’anziano signore iniziava a dubitare che non
fossi un visitatore inattendibile, e contattava un autista
ulteriore, che gli confermava la veridicità delle mie indicazioni . Egli era
disponibile, solo che il lungo tratto da Baretha a Naresar io e Kailash
avremmo dovuto affrontarlo a piedi da soli.
Il nostro intermediario, di un
incarnato diafano che lasciava supporre che in vita sua rispetto al sole ed agli
agenti atmosferici fosse stato fosse stato indotto solo a salvaguardarsi, nel farci allora un ventaglio di offerte, caldeggiava l'
utilizzo da parte nostra di una vettura fuori strada che alleviasse i
disagi di quel tragitto campestre, che il suo eloquio dilatava a dismisura
nei nostri orizzonti mentali: l’escursione in Naresar assumeva nelle sue
parole le dimensioni di un safari tropicale, per il quale dovevamo
disporre di tutto, ad ogni evenienza, a iniziare da una vettura fuoristrada e
da una buona riserva d’acqua con sali minerali.
Non se ne faceva nulla, ed io e il mio
amico, resi esausti dalle trattative guadagnavamo tempo recandoci all'
Indian Caffè House, prima di fare ritorno al Tansi hotel, di gestione
governativa, dove già l’anno scorso avevamo noleggiato l’autovettura per Mitaoli, Padhavali
e Bateshwar, Per il tramite di un suo anziano addetto alla reception eravamo in grado di contattare altri conducenti d’auto, e
concordavamo viaggio e tariffa con quello che sembrava avere cognizioni
effettive e che ci assicurava per una tariffa conveniente la raggiungibilità
di ogni sito in cui intendevamo recarci.
L’indomani mattina, all’ora
convenuta il guidatore ci raggiungeva in hotel, e nell’alacre
animazione del rifornimento di cibo e di tutto quanto possa occorrere
in viaggio - ricambi di batterie per la macchina fotografica, penne per appunti,
quaderni-, che rende fervida ogni mia partenza
con il mio amico,
" Ora viaggi davvero come un turista di un hotel a
cinque stelle” Kailash aveva il piacere di dirmi, mentre nei pressi della
stazione ferroviaria richiudevamo la portiera dell’auto per avviarci
effettivamente.
La strada era la stessa della volta scorsa in
direzione di Bhind, solo che nel frattempo era stata
riparata ed era divenuta più scorrevole, come Kailash mi faceva rilevare
Nel ripercorrerla
ricordavo benissimo i campi e le postazioni e caserme dell’aeronautica
militare indiana che per chilometri rivedevamo estendersi sulla sinistra, ma
questa volta deviavamo anzitempo poco oltre, sempre a sinistra, e l’autista
intraprendeva la nuova strada per Agra riservata al traffico pesante. Dopo
qualche chilometro soltanto, dilungati dal fatto che egli aveva sbagliato la stradicciola lungo la
quale dovevamo svoltare a destra, e che aveva dovuto farsi riorientare da
alcuni lavoranti nelle cave circostanti, ci ritrovavamo già nel
villaggio del nuovo insediamento di Naresar, che vi era sorto in prossimità
della recente arteria stradale e del suo traffico.
I templi? Solo qualche chilometro
oltre, lungo un sentiero che si dipanava senza asperità alcuna tra le alture
circostanti, ma che era precluso alle autovetture.
Ad ogni buon conto, e per ogni
evenienza, consigliavo a Kailash di farci accompagnare da un ragazzo del
luogo, e sempre tenendo la destra, risalivamo insieme con lui un lieve pendio,
incamminandoci lungo un sentiero nell'aperto fondovalle successivo, fino allo schiudersi
alla vista di un talab lacustre e di un villaggio sulle sue rive, all'
altezza del cui prospettarsi curvavamo ancora a destra, inoltrandoci in una gola
ombrosa tra le alture, in seno alla quale ci ritrovavamo già nel sito incantevole dei
tempietti di Naresar.
Vari vi sono i templi, in vario stato
di preservazione, e di varia epoca, che secondo la denominazione stessa
del sito vi furono dedicati eminentemente a Shiva Nalésvara o
Naresvara. I più
importanti di essi, nelle loro forme minuscole, durante la prima metà
dell'VIII secolo dopo Cristo avevano rappresentato la germinazione
embrionale della prima fase dei templi Pratihara, di cui già in Nachna
Kuthara, Makera, Umri, Barwa Sagar, Badoh Patari, ed in Gwalior, Kailash ed
io avevamo ammirato i meravigliosi raggiungimenti posteriori, al pari di come
l' elaborazione templare in Ahiole, nel Karnataka, aveva originato gli
antefatti dei templi di Pattadakal, o di Badami, o di quanto in Mahamallapuram i
cinque tempietti monolitici associati ai fratelli Pandhava del
Mahabaratha siano assurti a prefigurazioni dei templi Chola successivi.
Sopravanzavo le fila di templi,
Naresar, dall’altezza del tempio numero 22
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mentre Kailash in una cavità accanto
disponeva zaini e vivande, familiarizzando con i lavoratori che vi erano
intenti alle opere di restauro, e da uno sperone in cui era intagliata una
scalinata che affiancava un tempio ulteriore, intraprendevo l'erta a lato di
quella che conduceva al santuario superiore, guadagnando una magnifica vista
complessiva del sito:
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Naresar,
dall’altezza del tempio numero 23
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ultimo sullo sfondo della valle da cui
provenivamo, restava il tempio numero 22, presso la seconda scalinata appariva
il tempio numero 21, ad esso adiacente, quindi li precedeva rispetto al mio
punto di vista il tempio numero 20, mentre sottostanti erano allineati
dalla mia sinistra alla mia destra i templi numero 18, 17, 16.
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Naresar
i templi numero 18, 17, 16
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Il tempio
che avevo affiancato risalendo i gradini della prominenza rocciosa era il
numero 19, mentre il tempio che si disvelava ai termini dell'erta, e che tuttora
è sede di culto, era il numero 23.
Ridiscendevo
a tal punto alla terrazza dislocata più in basso delle altre, per iniziare la visita
dal tempio numero 22
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Naresar,
tempio numero 22
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.
Nei suoi
fattori che lo accomunavano agli altri templi del complesso, era costituito del
garbhagriha
della cella del tempio e dell'antarala del vestibolo, mentre
risultava pancha-ratha
- tri-ratha secondo Krishna Deva-nella sua scansione, articolandosi in cinque proiezioni in ogni sua
facciata, il bhadra centrale, due prati-ratha
laterali, due karnas agli angoli. Tali proiezioni si riducevano a tre nel
sikkara sovrastante, dove trovavano una
loro corrispondenza solo il bhadra, nella madhya-lata, e le due
karnas
In
elevazione, per microdimensionale che fosse, consisteva imprescindibilmente,
come ogni tempio hindu, del basamento dell'adhisthana, delle pareti della jangha e dell'interposizione della
varandika tra il muro della jangha ed il sikkara.
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Naresar, tempio numero 22
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Naresar, tempio numero 22,
basamento ( adhisthana), muro laterale ( jangha), varandika
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Le
modanature dell'adhishtana avevano rappresentato il modello originario della loro
successione nel basamento dei templi hindu Pratihara, e sarebbero ricorse
similmente nei templi seguenti in Naresar. Consistevano in
una khura a rettifilo, in kumbha e kalasa
curvilinee , e nel coronamento della cornice arrotondata di una kapotika. Un paio di testate, ornamentate con incisioni decorative
floreali, le tulas, figuravano nella kalasa all'altezza delle prati-ratha-, le proiezioni di cui si è detto che fiancheggiavano il
bhadra.
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Naresar, tempio numero 22,
basamento ( adhisthana) e muro laterale ( jangha),
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Naresar, tempio numero
22,badhra con immagine di Karttikeya
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In
quest'ultimo campeggiava una nicchia, con due kapotikas come cornice, una
serie interposta di sei altre tulas- ed un frontoncino superiore di
archi carenati, l'udgama.
Quale
fregio terminale della parete della jangha ricorreva una ghirlanda
campanaria, o gantha mala, secondo una modulazione ornamentale che sarebbe
risultata anch'essa comune a tutti i templi di Naresar, al pari di come
li uniformava inflessibilmente la serie di modanature della varandika, consistenti
di due kapotikas inframmezzate dalle testate floreali di ulteriori
tula-pitha.
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Naresar, tempio numero
22,badhra con immagine di Karttikeya
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Né faceva la differenza che
successivamente il sikkara fosse costituito dai piani di tre o quattro
bhumi, con a coronamento, oltre il collo, o greva, le pietre scanalate
ad anello di due amalakas con interposta una campaniforme chandrika.
Eccezion
fatta, singolarissima, per il successivo tempio numero 20
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Il tempio numero 22, mentre sullo
sfondo compare il tempio numero 20 |
.
.Nelle
nicchie comparivano immagini shivaite di Lakulisa, la ventottesima
incarnazione di Shiva, di Kartikkeya, il dio della guerra figlio di Shiva, e
quella di Parvati,penitenziale.
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Parvati in Pancha-agni tapa, Nresar,
tempio numero 22 |
.
L'effige di Lakulisa,era un primo indizio
della natura tantrica dei culti shivaiti dei templi di Nareshar e delle
convalli di Gwalior. Nella seconda immagine Kartikkeya manifestava tutta la
sua natura belligerante impugnando la lancia, quanto la sua verginale
delicatezza adolescenziale alimentando il pavone che ne è la cavalcatura,
laddove nella terza formella Parvati appariva intenta alla panchagni-tapa da
lei intrapresa per ottenere Shiva come suo sposo, simboleggiata da quattro
agni-kundas in cui bruciava il fuoco.
Ella vi stava tra quattro fiamme ignee, alla
luce ed al calore del sole che costituiva il quinto dei fuochi in causa.
Un leone e due cervi ai suoi piedi,
evocavano la tapovana, o foresta delle sue pene sacrificali. Un rosario, un
vaso d'acqua e un germoglio di erba kusa erano quanto recava la dea nelle sue
braccia integre.
Fuori sede era il portale
originario.
Sulla
terrazza ulteriore cui conduceva una gradinata, stava in un suo
splendido isolamento il mirabile tempio numero 20, dedicato a Durga.
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Naresar, tempio numero 20 |
.
Differiva dal precedente e dagli altri templi di
Naresar nel presentare una pianta rettangolare,
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Naresar, tempio numero 20 |
caratteristica anche dei futuri templi Pratihara
dedicati alla Devi- il Gadarmal di Patari Badoh, il Jarai Math di Barwa
Sagar, il Maladevi di Gyaraspur, lo stesso Teli-ka- mandir di Gwalior cui ci
sarebbe occorso di rifarci-, mentre il suo elevarsi sopra una piattaforma lo
avrebbe accomunato solo all'ultimo tempietto in rassegna, il numero 23.
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Naresar, tempio numero 20, adhisthana,
vedibhanda |
In corrispondenza della sua maggiore lunghezza, lungo la
parete retrostante erano due e paritarie le nicchie con statue, senza
l'interposizione di una tula- pitha tra la cornice della loro gronda ed il frontone
dell'udgama.
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Naresar, tempio numero 20, jangha,
parete retrostante con due nicchie |
Ma il tempio era ancor più in contrasto con ogni altro tempio
in Naresar per il configurarsi del sikkara, ch'era il
corrispettivo e la ragione della sua pianta rettangolare. Una prima successione di lastre decrescenti
era conclusa dalla modanatura arrotondata di una kapota fregiata di
takarikas, le sormontavano ugdamas, -duplicate
lungo la facciata est, più lunga, in corrispondenza con le nicchie parietali
-, e karna-amalakas ribassate agli angoli.
Ad essa faceva seguito una
seconda sovrastruttura ascensionale, che terminava con la volta a botte delle lastre di
un walabhi: il che aveva fatto assurgere tale umile sikkara a prefigurazione
stupefacente di quello meraviglioso del Teli-ka-mandir di Gwalior,
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Gwalior, Teli-ka-mandir |
che del tempio numero 20 fu una macroscopizzazione prodigiosa.
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Gwalior, Teli-ka-mandir |
Rafforza la congettura la constatazione
che le varandikas di entrambi i templi consistono dello stesso numero e
della stessa successione ornamentale di modanature, riscontrabili anche nel tempio Ramesvara Mahadeva
di Amrol., che come il complesso di tempietti di Naresar , il
Teli-ka.mandir, e i templi di Indor e Batesar, è ricondotto a un sotto-stile
Gopadri.
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Naresar, tempio numero 20, varandika |
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Naresar, tempio numero 20, varandika |
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Gwalior, Teli-ka-mandir, varandika |
Tra le
due kapotas iniziale e terminale, e al di sotto delle modanatura
penultima delle testate della tula-pitha, a supporto del
valabhi incrementava la varandika un
recesso intercorrente tra due pattikas, fregiate al
principio da foglie di loto rivolte verso l'alto di una parna-bhanda
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Gwalior, Teli-ka-mandir, varandika nel
complesso del tempio |
.
Un
piedistallo interno al garbagriha che poteva ospitare più statue, come nel
Teli-ka-mandir e poi nei templi Jarai Math di Barwa Sagar, nei pressi di Jhansi
e Gadarmal di Badari Patoh, anch'essi a pianta rettangolare,
come si è già rilevato- benché solo
il Gadarmal, e non anche il Jarai Math,
lasci supporre che il sikkara originario
terminasse nella volta a botte di un valabhi, come si concludevano il
Teli-ka-mandir ed il tempio di Amrol,- è per il
massimo studioso di templi Pratihara. R. D. Trivedi, la conferma ulteriore
che la loro forma oblunga era originata dalla loro destinazione al culto
della Grande Dea, nelle molteplici forme delle sue personificazioni
femminili effigiate nella serie di statue che ospitavano i santuari, che
potevano essere anche 64, e più, nei templi tantrici delle Chausat
Yogini. Il tempo che arrivassimo in Mitaoli, e di esse si sarebbe ben presto
riparlato.
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Gwalior, Teli-ka-mandir, valabhi |
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Gwalior, Teli-ka-mandir, valabhi |
Il portale, meraviglioso, si presentava nello sfarzo di quattro
bande, o sakhas, laterali, che continuavano ininterrottamente
nell'architrave , sovrastando ai gruppi delle dee fluviali Ganga e Yamuna. con
due assistenti ognuna, una
delle quali era sollecita a porle al riparo di un'ombrella onorifica.
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Naresar, tempio 20, portale |
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Naresar, tempio 20, portale, Ganga,
inservienti e hamsa mithuna. |
Di buon auspicio erano
le due oche selvatiche in coppia con una ghirlanda nel becco, che in un' hamsa mithuna accompagnavano in volo le due dee. Era un motivo che avevo ritrovato nello
stesso tempio Gadarmal di Badoh Patari, e che avrei rivisto nel
Teli-ka
mandir di Gwalior, a conferma di quanto esso si fosse conservato
e trasmesso nei templi Pratihara.
Le bande
del portale consistevano in una patra- sakha interna di volute di foglie,
in una cordonatura serpentinante, la naga-sakha, in un' ulteriore sakha di
ganas su tulas
quali loro piedistalli, intenti a danzare ed a suonare flauti, la pramatha
sakha, in una banda
esterna, o bahya sakha, di petali di loto.
Ai festosi ganas
degli
stipiti subentravano nella trabeazione dei vidhyadharas celestiali che
reggevano la corona a Garuda, al centro, intento a flettere verso di sé le
cordonature a guisa di code di serpenti-nagas.
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Naresar, tempio 20, trabeazione con
Garuda al centro. |
Sovrastava
il portale una smagliante antefissa o sukanasika, con una divinità femminile,
Durga,
al centro dell'occhio di luce della gavaksha superiore. Nelle nicchie
retrostanti erano insediati Parvati di nuovo in panch-agni tapas,
e
Ganesha,
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tempio numero 20 di Naresar,
Ganesha, |
alle pareti laterali, Vishnu con le personificazioni di due
suoi attributi, gli ayudapurushas, e Surya, il dio del sole, con Danda e
Pingala, nelle nicchie della parete più lunga.
In una terrazza superiore erano
allineati i templi numero 18 e numero 17, insieme con quello numero 16.
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Naresar, tempio numero 18 |
Il tempio numero 18 appariva simile a
quello numero 22, ma rispetto ad esso conservava il portale originario
ed aveva preservato più integri il sikkara e la sua antefissa, consentendo di
ricostruire come tali parti del tempio figurassero in quello consimile
antecedente.
Le dee fluviali del portale
erano assistite da una sola assistente, su cui svolazzava un vidyadhara
per
parte, la seconda banda che lo contornava aveva maggior rilievo
serpentiniforme rispetto a quella del tempio numero 20, e la sua ghirlanda si
concludeva ugualmente con la presa per la coda del risvolto dei nagas da
parte di Garuda. Ma la terza bandha non era una pramatha sakha
di gana
gaudenti, bensì il pilastro di una stambha sakha, a tutti gli effetti, e
tra i vasi della prosperità di due ghata pallava vi pendevano le catene di
una campana. L'ultima fascia era connotata dall'arcaismo Gupta-
rinvenibile originariamente nei templi di Nachna o di Bhumra- della suo
ampliamento superiore.
Tra il portale ed il fregio superiore
di gantha malas che demarcava il termine della jangha, ricorrevano tre
udgamas prominenti di archi carenati, al centro ed alle
estremità, mentre altri due udgamas minori
stavano retrostanti in posizione intermedia. Gli
udgamas terminali erano coronati da
amalakas, il che, al pari di quello mediano,
li faceva in tutto e per tutto similari alla proiezioni centrali e angolari
di un sikkara.
Nel
sukanasa della antefissa superiore il gavaksa sovrastante
comprendeva Lakulisa con il bastone lakuta, al sikkara
occorreva
tutto l'empito ascendente per stagliarsi in retrovia trascendendolo,
stratificato in tre bhumi dalle karna-amalakas.
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Naresar, tempio 18, sukanasika |
La figura centrale di Lakulisa, quelle
di Ganesha, di Karttikeya
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Naresar, tempio 18, Karttikeya |
e Parvati in panchagni-tapa nelle nicchie
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Naresar, tempio 18, Parvati in
panchagni-tapa |
dei
bhadra, fiancheggiati da pilastri con ghata-pallava di vasi della prosperità
nelle proiezioni laterali, o prati-ratha, un pregio
ornamentativo che non compare negli altri
templi di Naresar, attestavano la natura shivaita del tempio, conclamata dal
Shiva linga al centro del garbagriha.
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Naresar, tempio 18, gatha-pallava nelle
proiezioni prati-ratha |
Il
tempio numero 17
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Naresar, tempio numero 17 |
appariva in
tutto consimile al tempio numero 18, rispetto al quale presentava
meglio conservato il sikkara, ed era più nitidamente architettato nel
frontespizio posto tra la trabeazione del portale e la varandika..Il fregio del
gantha mala lo
affiancava e non ne sovrastava l' alternanza tra le miniature al centro e agli
angoli delle proiezioni ad esse corrispondenti di un sikkara,
- la madhya lata
e le karna- e quelle arretrate di due edicolette templari
deliziose.
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Naresar, tempio numero 17, portale |
Ugualmente
Lakulisa campeggiava nella gavaksha del sukanasika,
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Naresar, tempio numero 17 |
mentre nelle nicchie
dei bhadra si stagliavano Kubera, Lakulisa, nuovamente, e Shiva cui il
tempio era ovviamente dedicato.
Risalivo quindi al tempio numero 19
che fronteggiava la terna dei templi.
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Naresar, tempio numero 19 |
Gravemente ammalorato nel
sikkara e nel sukanasika, riprendeva
le forme soprattutto del tempio numero 17, da cui lo differenziava la
semplificazione della serie di udgamas del
frontespizio. Quello centrale e quelli
agli angoli, senza amalakas, erano conformati da due ricorrenze
elementari di archi
carenati, mentre ne contemplavano solo una quelli intermedi, sopraelevati a
raggiungere la medesima altezza.
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Naresar, tempio numero 19, portale |
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Naresar, tempio numero 19, portale, Yamuna |
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Naresar, tempio numero 19, portale,
Ganga |
Un' immagine di Parvati in
panch-agni-tapa ricorreva abrasa nella nicchia di un bhadra.
Ma la caratteristica saliente del
tempio era che la sua parte retrostante era intagliata nella roccia,
come si sarebbe ripetuto solo nel successivo tempio Pratihara Maladevi
di Gyaraspur.
Nella terrazza superiore risalivo infine al tempio
numero 23, ancora adibito a culto, come attestavano le bandiere rosse ai
lati del portale.
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Naresar, tempio numero 23 |
Esso era molto simile al tempio numero 20, di cui si presume
sia coevo, sorgeva anch'esso su una piattaforma, ed ugualmente sopra la
trabeazione non comportava alcun frontespizio,
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Naresar, tempio numero 23, portale |
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Naresar, tempio numero 23, portale,
dettaglio |
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Naresar, tempio numero 23, portale,
gruppi di Ganga e Yamuna |
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Naresar, tempio numero 23, portale,
hamsa mithuna |
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Naresar, tempio numero 23,
Parvati in Pancha-agni tapa |
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Naresar, tempio numero 23, Karttikeya |
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Naresar, tempio numero 23, scultura
retrostante |
né vi ricorrevano tulas nei
frontoni particolarmente elaborati delle nicchie dei bhadra laterali e retrostante, a differenza dei templi numero 17, 18, 19, e 22, che
la similarità della
ornamentazione esteriore riconduceva a una comune concezione architettonica e
fase costruttiva. La proposizione in esso
dell'arcaismo dell'ampliamento superiore della banda esterna, poteva essere
un indizio probante della loro anteriorità rispetto ai templi numero 20 e 23.
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Naresar, tempio numero 23, sukanasa |
Dall’alto
della terrazza la vista ricorreva ai templi sottostanti, al comporsi in una
sacralità trascendente delle loro concordi varianti nei riguardi delle forme
canoniche dell’hinduismo architettonico, tra i rilievi assolati e i lavoranti
restauratori che erano a riposo nella calura meridiana. Sotto la sua
fersa io e Kailash, ed il nostro accompagnatore, facevamo solo allora ritorno
al villaggio, per un percorso scabro e senz’ombre di piante, che lungo i
pendii declinanti completava in senso circolare quello intrapreso
all’andata. Altri tempietti sorgevano lungo l’erta che risaliva
l’altro pendio che serrava la gola, al di là di essa nell'avallamento
seguente. Erano di forme rudi e grezze, per lo più, ma vari di essi
presentavano pure un portico d’ accesso,
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Naresar, templi ulteriori |
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Naresar, templi ulteriori |
in altri,
assai posteriori ai precedenti, forse di epoca Paramara, due dvarapalas
femminili presidiavano l'accesso.
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Naresar, tempio con dvarapalas 1 |
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Naresar, tempio con dvarapalas 2 |
compresi in un torana
retto da
colonnette inanellate, ( a conferma della mia congettura che
l'inserzione di esseri celestiali sotto l'incurvarsi di un torana non era un
motivo raro o la prerogativa esclusiva dei maggiori templi hindu
medioevali, che avevo già avanzato a proposito del tempio Neelkantheshwara
di
Udayapur, ove è adottato per ogni figura celestiale, che avevo espresso al
fine di escludere che tale ricorso potesse essere il solo riferimento a cui potessero essersi ispirati gli
artefici del tempio Javari in Khajuraho, per far sottostare alla
preziosità di un torana i dikpalas del tempio).
Riprendevamo il viaggio ritornando
sulla via che recava a Bhind, lungo la quale traversavamo poco
dopo Baretha, il villaggio di partenza indicato dalla guida per
raggiungere Naresar, oltre il fondovalle ed i rilievi che già in lontananza si
frapponevano, svoltavamo poi sulla sinistra ed io e Kailash
traversavamo una seconda volta l’area industriale di Gwalior, imboccavamo
ancora il rettilineo, oltre un passaggio a livello, che recava al bivio per
Mitaoli e Padhavali, scegliendo di nuovo di dirigerci innanzitutto
verso Padhavali.
Nel pomeriggio inoltrato rivedevamo il fulgore delle
fortificazioni fatte erigere intorno al Ghari Padhavali dal Rat Ranas di
Gohad nel XIX secolo,
|
Padhavali, Ghari Padhavali |
non che del magnifico edificio di origine discussa
ch’era al termine della rampa che vi ascendeva. Fosse l'accesso di
un tempio shivaita od un santuario ad esso adiacente, destinato a Nandi, il
Ghari Padhavali, un edificio a pianta quadrata incrociato da due transetti
perpendicolari,
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Padhavali, Ghari Padhavali |
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Padhavali, Ghari Padhavali |
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Padhavali, Ghari Padhavali |
che Krishna Deva vuole di stile Kachchhapaghata e fa risalire alla metà del
decimo secolo, si presentava
come un rangamandapa aperto con quattro portici d'accesso alle sale in cui lo suddividono i pilastri interni,
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Padhavali, Ghari Padhavali |
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Padhavali, Ghari Padhavali |
Le sue volumetrie erano edificate sul
basamento di quanto sotto una pavimentazione moderna non è stato nascosto di una splendida adhishtana, ( contraddistinta dalla successione
solita di kura, kumba, kalasa, del recesso di un’antarapatta reticolato a
guisa di jalaka, e di kapotas e pattikas
alternate, tra le quali primeggiava una kapota inversa con i rilievi a
foglie di una parna-bandha). Nelle balaustre subentravano le modanature
canoniche di un raja sena e una vedika coronate da una
asana patta
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Padhavali, Ghari Padhavali |
che recava
il fregio di ghirlande e foglie di pushpa mala. I semipilastri dei portali,
con prominenti protomi elefantine, resti frammentari della kashasana
originaria,
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Padhavali, Ghari Padhavali |
al pari di
quelli più larghi dei portici, e di quelli interni, erano
di tipo badraka, quadri e con una proiezione centrale nel fusto, e nella
ornamentazione riservata alla parte superiore presentavano la successione ulteriore di
cordoni annodati da cui ricadevano campane, le ghanta malas,
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Padhavali, Ghari Padhavali |
splendidamente
fuoriuscenti da kirtimukkas, sul cui capo proliferavano le
ulteriori ghirlande di fiori delle pushpa malas, il rigoglio vegetale
traboccante da un vaso della prosperità, il ghata pallava, un capitello
scannellato, o bharani, e mensole kumara con atlanti. Ma l'aspetto di ancora maggior
splendore del Garhi padhavali era al suo interno la profusione di
sculture nei soffitti. Esse li gremivano in corsi e ricorsi successivi, che
non avevano subito minimamente la scalfittura implacabile di ogni sembiante
antropomorfo del divino, che l’avvento dell’Islam aveva inflitto ad ogni
effigie dei templi hindu di Gwalior, senza alcun scampo.
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Vishnu |
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Vishnu |
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Vishnu e Laxmi |
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Padhavali, Ghari Padhavali,Vishnu
e Laxmi |
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Padhavali, Ghari Padhavali |
|
Padhavali, Ghari Padhavali |
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Padhavali, Ghari Padhavali |
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Padhavali, Ghari Padhavali |
Brahma
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Brahma |
Shiva,
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Shiva |
,
Vishnu
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Vishnu |
Nella
loro pienezza vitale esaltata dalla naturalità assoluta delle pose o dei gesti dei loro
corpo soprannaturali
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Brahma, Shiva, Vishnu |
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gli sponsali della Trimurti , sia in età giovanile che nello
splendore della maturità corporea del loro essere e di quello delle divine
consorti, i consessi familiari di Shiva e di Surya, la celebrazione di
Shiva venerato da innumerevoli asceti all'atto d del suo matrimonio,
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Padhavali, Ghari Padhavali,
Shiva e Parvati |
le incarnazioni di Vishnu, immagini del culto di
Kali ed altre evocative del mondo degli inferi,
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Padhavali, Ghari Padhavali,
avatars, o incarnazioni di Vishnu. |
le rappresentazioni di
gesta di Krishna, scene del Mahabaratha e del
Ramayana,
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Padhavali, Ghari Padhavali |
le raffigurazioni ad ogni
ordine e grado di musici e danzatori celestiali, i gandharvas, di
trasvolanti vidyadharas recanti ghirlande , rappresentavano i soggetti più
ricorrenti, tra i quali erano immancabilmente rintracciabil le immagini dei mithuna
di coppie erotiche.
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Padhavali, Ghari Padhavali |
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Poco più che un paio di chilometri ci
separavano dall’incanto della valle di Batheswar, il cui manto di fiori erano
le distese di tempietti hindu Pratihara che si levavano al cielo da
vari gradoni e terrazze.
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Bateshwar, complesso templare |
Kailash che già una volta ne era rimasto
incantato, questa volta lo era ancor più per i pavoni che vedeva circolarvi,
dispiegando a ruota splendidi piumaggi.
“E già tutto molto bello. Ma con i
pavoni lo è ancora di più”
I templi più antichi erano ritenuti
quelli dalla copertura appiattita, senza sikhara, quali i
mandapika, composti di una sola sala con pilastri. Tra quelli invece coronati
da una loro ogiva occorreva ulteriormente distinguere o anticipare quelli che
consistevano di sola cella e vestibolo, rispetto a quelli in cui un portico con sala,
l'ardhmandapa, ne precedeva i vani.
Appresso alla vastità scalare di un
baoli , ne sovrastava e dominava la vista il tempio Pratihara
Butheswara
Mahadeva, shivaita, (risalente al 750-775 d.C. per Krishna
Deva).
L imponenza della sua mole culminante
in un sikkara, di cinque piani, e replicante le
bhumi-amalakas delle karnas,agli angoli, anche nelle proiezioni - o
upabhadras- che affiancavano quella centrale, era incrementata dall'addizione ad essa dei templi minori
circostanti, mediante il portico della pradakshina che ne
occludeva ed oscurava la jhanga
parietale.
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Bateshwar, tempio Butheshwara Mahadeva. |
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Bateshwar, tempio Butheshwara Mahadeva. |
Il portale d'accesso all'antarala
ed
alla cella del santuario, triratha,
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Bateshwar, tempio Butheshwara Mahadeva,
portale esterno del vestibolo |
non
presentava particolarità rilevanti, nelle sue cinque sakas, o bande, di maggior interesse erano i pilastri
interni del vestibolo,
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Bateshwar, tempio Butheshwara Mahadeva,
portale interno del vestibolo |
in cui ricorreva duplicato il motivo dell'arha-padma, di fiori
di loto dimidiati, ed il soffitto del garbagriha con scolpito al centro
un fiore di loto.
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Bateshwar, tempio Butheshwara Mahadeva.
soffitto del garbagriha con rilievo a forma di fiore di loto |
Tra i
rilievi lungo le pareti, sotto altissimi udgamas, in cui le
badhras albergavano parivara devata o assistenti di Shiva,
mentre i lati del vestibolo erano presidiati da Brahma e Vishnu, con i
dikpalas-lords protettori di stanza agli angoli cardinali, appariva di intensa
naturalezza gestuale quello- precorritore- in cui Karttikeya alimentava il suo
pavone.
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Bateshwar, tempio Butheshwara Mahadeva,
Karttikeya |
All'esterno del tempio le decorazioni dei portali dei
santuari circostanti, per lo più shivaiti, erano significative per il loro infoltimento crescente
dei motivi ornamentali,
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Bateshwar, tempio con portale
sovraornamentato |
così vi potevano coesistere sakhas di cui abitualmente è
esclusa la compresenza nelle fasce dei portali, senza i consuetudinari aut aut tra
la pramataha sakha dei gana e la stambha sakha fregiata di cordoni di campane-
e Garuda vi poteva essere obbligato al doppio lavoro di estorcere e
subordinare per la coda dei naga, e di fare da cavalcatura servente di
Vishnu, oppure vi si poteva constatare lo stipamento forzoso
dell'insediamento canonico delle incarnazioni di Vishnu sotto i cortei
delle divinità planetarie e delle sapta matrikas, senza che per questo
venisse a mancare il fregio sovrastante dei festoni di campane delle ghanta
malas
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Bateshwar, tempio shivaita con portale
sovraornamentato |
Il più pregevole e bello di tutti i
templi restanti, che assommava in sé quasi tutte queste peculiarità, e altre
ne adduceva, era quello, che rivisitavamo, che s'ergeva a ridosso dei rilievi
di fronte, e che era facilmente ravvisabile nel suo santuario
consistente di un garbagriha pancharatha, scandito in cinque proiezioni, il
cui sikkara si era sgretolato nella sua fronte.
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
Alle pareti si stagliavano nicchie nel
badhra
centrale e nelle karnas delle proiezioni agli angoli, coronate di
udgamas che
s'imbattevano nel fregio finale della jangha, costituito di
gantha malas. La varandika era identica a quella dei templi Pratihara di Naresar
eccettuati il 20 e il 23, e consisteva di due kapotas intervallate da una
tula pitha. Nella stessa adhisthana, similarmente, la modanatura della
kalasa era
magnificata da due tulas all'altezza delle proiezioni delle
pratirathas.
Il sikkara era ripartito agli angoli da quattro Karnamalakas
in altrettanti piani, mentre nella madhya latha
centrale la lingua di una proiezione
di udgamas incrociava amalakas ai suoi lati.
Oltre il collo della greva due
amalakas erano
intervallate da chandrikas, e precedevano il pinnacolo finale del
vijapuraka.
Nel
portale era una singolarità idiomatica la compresenza di una mithuna
sakha e di una stamba sakha, dai magnifici capitelli
barhani vibranti
luministicamente di scannellature, tale ridondanza aveva indotto
in una lastra aggiunta ad ampliare
ad altre assistenti il supporto alle dee fluviali Yanga e Yamuna
rispetto a quelle d'obbligo,
soggiacenti a un'hamsa mithuna con la ghirlanda nel becco.
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, portale |
Splendidi nella
soglia della udumbara apparivano i leoni che si dilinguavano gli arti, tra i
quali erano compresi due elefanti con un loro minuscolo conducente.
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Bateshwar, tempio terminale
con rilievi krishnaiti, portale, gruppo di Yamuna |
Al
centro dell'architrave era ovviamente un guizzante Garuda che pigliava per la
coda la ghirlanda annodata di nagas, tra i vidyadharas immancabili che
gli recavano il loro indefettibile omaggio.
Magnifico all'interno del garbagriha quindi mi appariva il soffitto ov'era
scolpita la schiusa integrale del fiore di loto. Ritornando all'esterno
restava alfine da ripercorrere, delizia conclusiva, la particolarità
più memorabile del tempio, .la serie dei rilievi superstiti alla
base delle proiezioni delle pareti, sovente sovrastanti magnifici vasi
di prosperità rigogliosi.
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
Tali sculture raffiguravano Krisna lilas,
imprese di Khrishna, e scene della sua infanzia, a iniziare dalla sua trasmissione originaria ai genitori
adottivi Nanda e Yashoda, per sottrarlo alla minaccia della sua uccisione
del crudele tiranno di Mathura Kamsa, suo zio, cui un oracolo aveva predetto
che l'avrebbe assassinato l'ottavo figlio dei genitori di Krishna,
Vashudeva e Devaki, cui Krishna corrispondeva,
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
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evocavano la sua
passione per il latte quale
dudhadhari,
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti |
quindi le immagini di Krishna
lilas rappresentavano due scene di lotta letale per il suo
antagonista, una con il demone bufalo, la
Vrishasura-vadha,
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, Vrishasura-vadha |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, Vrishasura-vadha |
l'altra con il demone Kesi, la Kesi-vadha
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, Kesi-vadha |
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Particolarmente vivida era una raffigurazione seguente di Balarama,
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, Balarama |
incarnazione di Vishnu, di ritorno con il piolo dell'aratro, come mi precisava
Kailash.
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, tula |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, tula |
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Bateshwar, |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, Shiva e Parvati. |
L'amico mi stava intorno
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Bateshwar, Kailash tra i templi |
assecondandomi nella riproduzione fotografica dei rilievi
scultorei e di sparse tulas magnifiche,
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, tula |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, tula |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, tula |
di
quanto restava della mirabile piattaforma della jagatha del
tempio.
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Bateshwar, tempio terminale
con rilievi krishnaiti, piattaforma ( jagati) |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, piattaforma ( jagati) |
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Bateshwar, tempio terminale con rilievi
krishnaiti, piattaforma ( jagati) |
Kailash si mostrava ammirato, in un
sorriso, che il
trasporto entusiastico mi consentisse di trascendere le difficoltà di
inerpicarmi per un pendio scosceso, e le fitte alle
articolazioni che l'avventurarmi mi causava.
Nel sole
declinante era una meraviglia ulteriore volgersi intorno, e contemplare le
selve di tempietti il cui fulgore iniziava a languirvi, nella fissità
deserta in cui si elevavano al cielo, nei loro sikkaras, i resti
sottratti alla rovina nel tempo della loro sacralità immortale.
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Bateshwar, templi al tramonto |
Poi l'amico si tratteneva con i pavoni
che indugiavano nei suoi pressi, famelici di biscotti, con la stessa
dedizione del cuore che ha per i nostri bambini e gli animali che alleva.
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Kailash in Naresar |
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Kailash e il pavone
in Naresar |
A tal punto
restava un miraggio raggiungere l'altura di Mitaoli, una volta
ancora, rinunciavo anche a scendere dall’autovettura per rivisitare il
tempio restaurato che precede l'ingresso al complesso di Bateshwar,
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Bateshwar, tempio esterno, |
ma mi
soccorreva la memoria formidabile di Kailash, che si ricordava benissimo di
ciò di cui non avevo in mente più nulla.
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Bateshwar, tempio esterno, sardula |
" Di un certo interesse vi sono solo sardulas, manca tutto
della cella del tempio".
Era esattamente così, come avrei
accertato rivedendo le immagini che scattai la volta precedente.
Dovevo affidarmi alle immagini ed al
ricordo che non erano invece evaporati, per la mia rivisitazione mentale
del tempio delle 64 Yogini di Mitaoli, della sua cinta circolare muraria che
racchiudeva le nicchie dei santuari delle manifestazioni femminili della
Sakti divina al suo interno,
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Mitaoli, Chausat Yogini Mandir,
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precedute da un porticato,intorno a un tempio circolare
insediato al centro che
ugualmente era cinto da un suo portico.
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Mitaoli, Chausat Yogini Mandir,
santuario interno |
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Mitaoli, Chausat Yogini Mandir,
santuario interno, |
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Mitaoli, Chausat Yogini Mandir,
edicole interne con portico |
Tale complesso circolare era simile a
quelli dedicati ugualmente alle 64 manifestazioni della Dea Madre che sono
situati in Baraghat, presso Jabalpur, ed in Hirapur, nell'Orissa, gremiti invece tuttora
di statue di tremende Yogini. Da tali ambiti templari differiscono il Chausat Yogini mandir
rettangolare di Khajuraho, e quelli a pianta quadrata con quadruplice
ingresso grazie all'inserto perpendicolare di due transetti, eretti dagli
stessi sovrani Chandella di Kajuraho in Urvai, in Sijihari ed in Vyas
Badhora, che avevo rilevato nei dintorni di Mahoba.
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Mitaoli, Chausat Yogini Mandir, pavoni
al tramonto |
Allora
dei pavoni erano apparsi nel tramonto a farvi la ruota sulla cinta circolare
del tempio, a suggello per me e Kailash di un altro giorno
ugualmente incantevole per i nostri cuori e le nostre menti.
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Mitaoli, Chausat Yogini
Mandir, pavoni al tramonto |
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