What beautiful Journey! |
||||||||||||||||||||
18 gennaio 2006
Ricordo oramai ben poco di che è accaduto il giorno seguente, il 30 dicembre, il giorno che da Jhanshi, io e Kallu abbiamo raggiunto in treno Bhopal. La memoria è gremita, tutta, dello splendido mattino e del primo pomeriggio di sole nella stazione di Jhansi, in attesa di un treno che di ora in ora seguitava ad incrementare il suo ritardo, mentre non scemava lo spettacolo estasiante di luce e di folla. La calda luce del sole invernale si esaltava nei colori più accesi, avvivandosi del fulgore amaranto degli abbigliamenti dei colies e dello sfarzo dei shari, variegandosi della moltitudine del viavai degli indiani di ogni casta, o classe, e dei turisti stranieri, di uomini e animali tra banchine e binari
Il fulgore del giorno si è lentamente smorzato, e poi spento, sulla campagna ed i villaggi indiani che abbiamo lungamente attraversato, prima che a sera inoltrata arrivassimo a Bhopal, e ad di là del lago raggiungessimo l' hotel governativo. Kallu sembrava che non fosse mai stato in un hotel così bello, e talmente impeccabile, nel nitore di corridoi e sale, della nostra stanza e del suo bagno, assecondava con studio attento e ammirato le maniere con cui, al ristorante, i camerieri in livrea erano inappuntabili nell' imbandirci in tavola quanto ordinavamo, al tempo stesso in cui erano cordiali ed affabili come gli addetti all' ingresso e alla rèception , - altro che i jamglu con i quali aveva a che fare ogni giorno, che in hotel indolenti e litigiosi gli ciabattavano intorno, refrattari agli ordini e al decoro richiesti Il mattino seguente, nell' imminenza della nostra partenza per Sanchi, egli era colmo come un bambino di stupefazione felice, radioso nei miei riguardi di amorosa amicizia, di gratitudine commossa per quanto il viaggio che gli consentivo di vivere allargava gli orizzonti della sua esistenza alla ricchezza della vita Ma
Kailash
non avrebbe mai voluto ridursi a raggiungere
Sanchi sull' autobus scassato A Sanchi ( alla Gallery di Sanchi) abbiamo trovato chiusi la banca e l' ufficio postale, nella cui disponibilità confidava il fiducioso Kailhash, perchè con la carta di credito vi potessi prelevare le rupie che mi occorrevano, - all' aeroporto di Delhi avevo scambiato un importo troppo esiguo di euro, ed in valuta indiana non avevo contante a sufficienza per pagare i pasti e l'hotel, l'indomani era festa, il primo dell' anno, e l'hotel non accettava il pagamento in moneta straniera... La splendida giornata di sole ci accaldava a tal punto, nella breve salita della collina su cui sorgono gli stupa, che prima di entrare ho chiesto a Kallu di sostare nella locanda, accanto all' ingresso, per riaverci dallo sforzo. Come ci siamo seduti, è sopraggiunta ai tavoli accanto una comitiva di indiani anziani, di cui abbiamo calamitato l'interesse. Provenivano da Calcutta, secondo quanto mi ha detto una signora che era la persona più intraprendente del gruppo. Quando Le ho chiesto di che fede fossero, se induisti o islamici, o dei buddisti sulle tracce delle antiche reliquie in India della loro religione, la sua risposta ha istantaneamente tranciato i velami spiritualistici della idea dell' India ch'era sottesa alla mia domanda, riconducendomi alla realtà dell' altra India, viva e reale, quanto quella dei guru e dei sadu: " No, we are communist" " We believe in the equality of right between men and women" O non era forse anche quella, nel suo zelo militante una dichiarazione di fede, ed in India non è forse destinato anche il comunismo ad essere ancora vissuto come una religione, tra le altre, che vi determina l'identità ed il fondamento vero dell' individuo? Il signore che cercava di intraprendere un dialogo con me, mi chiedeva se sapessi o avessi ancora memoria di Palmiro Togliatti, lui e quella signora volevano sapere se ci fosse ancora un forte Partito comunista in Italia, ma non si rammaricavano né si stupivano, visibilmente, quando dicevo loro che l'idea del comunismo vi sopravviveva solo in piccole formazioni , che il grande partito comunista si era trasformato in una forza socialdemocratica, della quale era in corso un' ulteriore evoluzione in un senso più genericamente democratico. Ed eccola, poco oltre, lasciata la comitiva di Calcutta, la grande stupa buddista, edificata nel primo secolo avanti Cristo dagli Shunga , involucrando quale suo cuore interno un edificio risalente, due secoli prima, al grande Ashoka o a suo figlio Mahendra, quando il sito di Sanchi si formò grazie alle donazioni dei mercanti della vicina Vidisha, di cui era originaria la moglie di Ashoka. All' altezza del magnifico portale del Torana settentrionale, dovevo entrare in competizione con una guida che aveva al seguito una comitiva di indiani, per mettere a frutto le conoscenze acquisite comunicandole a Kailash, insieme con l'ammirazione estasiata che suscitava la bellezza delle sculture che lo gremivano e istoriavano. Anche il giorno prima , in treno, ero tornato alle pagine della guida dell' India del Nord che parlavano di Sanchi, sugli studi e gli appunti che avevo preso in Italia, attardandomi allora fino all' ultimo, in casa di mia madre, sui files e le immagini di un magnifico sito web che illustravano le simbologie e i temi buddistici dei vari torana, prima di partire per Roma ed il volo per Mosca, E sull' autobus avevo anticipato a Kailash i significati dei principali simboli che ora vedevamo scolpiti davanti, della spirale, la "gumav", che concludeva le trabeazioni orizzontali, " for the buddhism all comes from a point, and returns and finishes in a point, starting again, many and many times", della ruota, the wheel, quale dharma chakra, la ruota cosmica della legge del mondo intorno alla quale tutto gira, il tutto di ciò che accade, e lassù, al termine delle travi di pietra verticali, eccoli i nandipada, a forma di tridente, che nel cerchio centrale riponevano il dharma stesso che è al centro di tutto, mentre le tre punte simboleggiavano i tre gioielli del triratna buddistico, " Buddha, -that wasn' t only a holy man, but is the soul of the world , of all the things, - the same Dharma, and the Samgha, " la comunità di tutti i monaci e gli spiriti che vivono secondo gli insegnamenti Buddha- Gli ricordavo inoltre ciò di cui lo avevo avvertito già sull' autobus, che avrebbe potuto rinvenire poche immagini, e tarde, di Buddha in forme umane, e che avrebbe ritrovato piuttosto dei simboli astratti della sua realtà, quando avesse visto scolpite delle impronte dei piedi, un ombrella, il parasole regale, o chattra, un albero ai cui piedi stavano dei devoti . Potevo comunicare altrimenti alla mentalità induista di Kallu le mie cognizioni generiche del buddismo, se non suscitando così in lui che cosa significavano le forme e i simboli che accomunavano al buddismo la sua religiosità?
Riprendendo dunque con un giro della mano la circolarità dello stupa che gli additavo, gli rammemoravo infine come gli avessi già detto che la stupa stessa, sorta intorno alle reliquie dei primi seguaci di Buddha, simboleggia il mondo come se fosse una montagna sacra, al pari del suo caro nome di Kailash, al tempo stesso che ne significa la sfericità: evocando la terra, nella medhi circolare iniziale, quindi dalla terrazza in su l'anda, *** della volta celeste, denominata appunto come un uovo, secondo quanto Kallu poteva ben capire in hindi, , mentre evocava* l'oltremondo , the word above all, of the other life, nello spazio recintato dalla balaustra posta in alto, l'harmika, E all' interno dell' harmika egli poteva vedere le tre ombrelle, o dischi solari, che significavano nuovamente i tre gioielli del triratna, infilati l' uno sull' altro intorno all' asse del pennone, o yasthi, del perno del dharma intorno al quale il tutto ruota. E da ogni torana, l'insegnamento del Buddha era pronto a schiudersi all' intero universo, secondo il moto circolare della stessa spirale da cui era ripartito il nostro discorso Cercavo così di tradurre quanto avevo appreso del buddismo testimoniato in Sanchi nella sua mentalità ciclica induista. E Kallu annuiva e si interessava a ogni cosa . Al tempo stesso m sforzavo di nascondergli, dicendogli questo, come fossi in affanno nel tentativo di ritrovare intanto gli episodi della vita di Buddha nella persona del principe Siddharta, e delle sue incarnazioni precedenti, che più volte eppure avevo trascritto, fissandolo soprattutto nella mia memoria visiva, finchè sul lato interno del portale di ingresso a destra del torana, mi soccorreva la vista di una scimmia scolpita narrativamente due volte, e vi riconoscevo la rappresentazione della vicenda singolare e inconfondibile del miracolo di Vaishali, gliela additavo e gli illustravo la storia. "Do you see the monkey? Vedi la scimmia? On the right, sulla destra afferra la tazza di un povero, poi la riempie di sciroppo di palma, e on the left, la offre a Buddha, Buddha is the tree above a platform, e Buddha la accetta come offerta.
Sul lato interno del torana rinvenivo /riconoscevo quindi le immagini, innumerevoli volte rammemorate, delle tentazioni di Mara e del suo stuolo di demoni ghignanti, delle vicissitudini di Buddha , come Vessantara, prima della sua incarnazione, come Siddhartha, e fiero e risollevato le mostravo a Kallu. "Do you remember (or do you know already ) the meaning of the word Jataka.? It means the previous avatars of Buddha, before his life as Prince Siddhartha.. He borned as king but he become poor because he couldn' accept to be rich, when his people was poor, and he left the power and gave all his goods to the poors. On the right you can see Buddha Vessantara and his wife in a hut. Poi fu costretto a vendere come schiavi i suoi figli to a cruel Brahmin, come puoi vedere al centro, do you see two little children? Un suo seguace cerca di colpire il bramino con una freccia, ma Vessantara stops him. Oh the left Vessantara is obliged to sell his wife also, as slave woman, but at the end god Indra knowing him as good man assure him again all his goods and his family. Quale solennità incedente, incantevolmente elementare, nei profili dei rilievi animali, soggiacenti alle gualdrappe, era bardata nei cavalli e negli elefanti che sfilavano in corteo tra una trave e l'altra, trattenuti nel loro scalpitio dai pilastrini di sostegno Kallu intanto mi aveva anticipato nella pradakshina, ove ritrovava finalmente Buddha in sembianze umane, meditativamente atteggiato nel mudra corrispondente, e me lo segnalava, contento di sentirlo consono al proprio spirito devozionale,
Attirava frattanto la mia attenzione un mio giovane connazionale, che indugiava presso il torana, che mi diceva di essere un laureando in architettura. Fatepur Sikrhi, l' immortale città ideale di Akbar, era l'oggetto precipuo dei suoi studi, ed era disceso sino a Sanchi per retrocedere nel tempo ai modi più originari di una modalità ricorrente dell' arte indiana, e del massimo interesse, la trasposizione nella pietra di forme e tecniche lignee. Dal palo del sacrificio vedico deriva infatti l'asse centrale del tempio induista, dall' incrociarsi di frasche l'inflessione a ogiva delle mirabili Sikkara, dall' incrocio di canne e di pali arcuati la trabeazione inflessa dei torana. Mi additava la recinzione in pietra del deambulatorio della pradakshina, la vedika, che era in tutto e per tutto l' equivalente di una staccionata. "Vedi, anzichè alla statica dei corpi rigidi sottoposti a forze, hanno usato la tecnica dell'incastro, propria della lavorazione." Spiegavo la cosa a Kallu, alludendo alle forme dei recinti in cui forse tratteneva i suoi bufali, ricordandogli le osservazioni analoghe, incomprese, che avevo mosso al suo amico che ci faceva da guida in Orcha, alla vista della forma dei balconi in pietra del Palazzo di Jahangir. Ci dirigevamo quindi al torana orientale, splendido quanto il precedente. Incantevoli Shalabanjikas si protendevano floride a raccogliere i fiori di Shala, incuranti degli elefanti che sfilavano magnificamente a loro d'accanto, intorno ai pilastri, con in groppa i guidatori. Pavoni e leoni alati le sovrastavano alle estremità dell' architrave superiore, succedevano due pannelli in cui era forse ravvisabile Lakmi, ben nota a Kailash, tra due elefanti che irroravano la pioggia della fertilità sulla terra. Insieme ad una terna di colonnine contraddistinte dal capitello di Asoka, con il tricipite leonino soggiacente alla ruota del dharma che il sovrano irradiava, i due pannelli sorreggevano l'architrave centrale, che inscenava la grande partenza di Buddha dalla reggia paterna in Kapilavastu. Non è stato facile spiegare a Kallu il senso dell' episodio.
" The King, his father, disliked that Buddha knew that the men suffer and die. Il re, suo padre, non voleva che Egli venisse a conoscenza del fatto che l'uomo soffre, e muore, per questo he obliged Buddha to live in The Royal Palace , for ever, a life like a dream, without pain, sadness, far from the poor people, from the men sick and dying But one day Buddha discovered the reality, and after he wanted to knew how was the real word, so he left secretely the Palace of his father. where his beautiful life wasn't the truth, where is beautiful life was a illusion..." Kallu non riusciva a capire che cosa significassero parole come truth o illusion, nel mio racconto, ed io" For Buddha every man wishes many things , but if you wish something, you have to suffer, it isn' t possible not suffer, because , for exemple,, you will leave , You will lose what you like, what you love. You
love your son , but if he became sick, you ll be sad. I More I m happy near You, more and more I ll be sad, when I ll be again far from You."
Ciò che lo rendeva in ogni modo partecipe e soddisfatto, era la contentezza di potermi additare le figure di dvarapala, dei guardiani divini effigiati nei basamenti dei pilastri del torana, forse memore dei dikpala del parshvanata temple di Khajuraho.
Nel cielo che si faceva di un azzurro sempre più intenso, seguitando a ruotare intorno allo stupa in senso orario, riconoscevo il profilarsi del tempio 17, ed a Kallu potevo indicare come ne costituissero il limitato sviluppo una cella e una sala di colonne, che nella sua Khajuraho poteva ritrovare negli sviluppi successivi della garbagriha e della mandapa. Non indugiavamo più di tanto al torana meridionale, di cui ci interessavano soprattutto i gana, gli gnomi panciuti nei viluppi della loro fertilità vitale,
per sostare piuttosto presso il magnifico torana occidentale, ove ricercavo con Kailash le figure che più naturalisticamente rappresentavano l'animalità degli elefanti e le istantanee di vita dei loro conducenti, ed egli era il primo a ravvisare la scena che ricercavo,- in quanto l'avevo già vista riprodotta sulla mia guida,- dei guidatori che si accingono ad aprire i loro parasoli, o che li tengono già ben schiusi.
in
ed egli mi precedesse nel vihara 45, ove era orgoglioso di mostrarmi la statua di Buddha che lo aveva affascinato Lasciato il monastero, le immagini della sua hinduizzazione successiva,
discendevamo la collinetta lungo il versante opposto, traversando il vihara 51, occhieggiando, soltanto, i bei rilievi della vedika della stupa numero due, mentre il languore, della spossatezza fisica, nella nostra corporeità rendeva più solidale e fraterna la nostra amicizia. L'autobus sul quale nella sera incombente rientravamo a Bhopal, era solo per entrambi il sommovimento di un tormento incessante. Ma giunti nell' hotel ristorante, è bastato ritrovarci in stanza, farci una doccia, per essere già tutt' uno con il clamore generale della festa di capodanno. Kallu era talmente felice del giorno memorabile trascorso in Sanchi, di quanto vi aveva visto ed appreso, pervenendo alla meta verso la quale avevano lasciato l' hotel dove lavora talmente tanti turisti, di ritrovarsi servite in modo impeccabile le più squisite pietanze indiane, che la sua gratitudine amorosa, per quanto la nostra amicizia gli aveva consentito di vivere, è traboccata in uno slancio d'affetto gioioso irrefrenabile, e mi ha chiesto che usassi la videocamera, per filmarlo in una dichiarazione di amorosa, ammirata amicizia. Ha inteso filmarmi, a mia volta, mentre ricambiavo le sue parole. Ma quando mi sono rivisto mentre nella gioia, più commossa ed intensa, gli dichiaravo tutto il mio amore per avermi consentito di vivere insieme un giorno tra i più belli della mia intera esistenza, forse il più compiutamente felice , di fronte all' amico del mio cuore più certo, più adulto e più caro, che nella reciprocità affidabile e duratura della sua generosa e nobile amicizia, mi aveva sollevato di ogni pena di essere e di vivere solo e diverso, e stigmatizzato, ed ho visto quanto nella mia esteriorità comica, ilare e buffonesca, nulla trapelasse della profondità commossa e grata del mio sentire, mi sono contrariato di me stesso, e gliel' ho detto- "I m old, fat, I seem, as I am, a very stupid man" " But I like you, what the problem?- mi ha risposto, ed il mio disappunto è stato temporaneamente fugato. Eppure, quando sul fare della mezzanotte abbiamo fatto rientro in stanza, e l'uscio è rimasto aperto sul salone delle danze sottostante, l'ho ritrovato in corridoio pensoso e triste, intento a fissare le coppie che ballavano festanti. "Vorresti essere ora con la tua famiglia? gli ho chiesto. "Si, mi ha detto, vorrei essere tanto con mia moglie e la mia bambina, voglio loro cosi tanto bene, è così bella la mia bambina " "I m sorry, I m very sorry,my dear friend, "gli ho mormorato baciandolo sulla tempia, quando in stanza mi è ritornato accanto. " Capisci ora quanta è la mia amicizia per te?, mi ha replicato.
|