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Istanbul, 5 luglio 2004
Proverbi, 16
"All' uomo appartengono i progetti della Mente,
ma dal Signore viene la risposta"
" La mente dell' uomo
pensa molto alla sua via,
ma il Signore dirige i suoi passi"
Ed
i miei passi, con tutti i miei progetti di viaggio, in Cesme ieri erano
finiti sotto un'autovettura, sospintovi dall' angoscia di non ritrovare
più intorno,
nella piazza, l'automobile con la quale erano spariti tutti i miei
bagagli, alla cui guida era il giovane irakeno, che ora è cittadino olandese,
che sta rientrando in Baghdad per educare la gioventù del suo popolo d'origine.
Vuole integrarne la formazione tradizionale con i nuovi modi di vedere,
di pensare, e di fare, originati dai mezzi di comunicazione di massa.
Interessato alla sua personalità, quanto alla missione in cui si sta
avventurando pericolosamente, fuori del porto l'avevo atteso per più di
un'ora al disimbarco della sua vettura, vincolandolo a sua volta a protrarre
poi per più di un' ora, nella
mia disperazione concitata,
i cinque minuti di deroga che gli avevo chiesto sulla tabella di marcia
per Izmir, pur di ottenere della valuta turca con il bancomat. Mi
prefiggevo di
preservare la mia scorta di dollari, per utilizzarla nei Paesi di transito più remoti
ed arretrati nei sistemi bancari. Ciò che non avevo preventivato, quando gli ho chiesto il
favore, era l'interminabile fila
di persone che avrei trovato allineata al solo bancomat di Cesme.
Solo la mia agitazione
sconvolta mi avrebbe consentito di accedervi, per lo sgomento che
suscitavo in tale mia esagitazione, e solo la seconda volta che
mi sono disposto a rimettermi in fila.
Non ho detto al giovane uomo irakeno, quando è ricomparso, solo dopo così tanto, che
nel frattempo avevo mobilitato sulle sue tracce l'intera stazione di polizia della città di mare, diviso tra la vergogna di potere avere
dubitato di lui, - come in fondo a me stesso non è avvenuto pressocchè
mai,- e quella di essermi fidato di lui sino a quel punto, sino al punto
di rischiare di vanificare sul nascere ogni possibilità di viaggio in Cina o in
India, in Pakistan o in Iran , con i miei bagagli in fuga con lui verso
l'Iraq.
"Il paziente val più di un eroe /
chi domina se stesso
val più di chi conquista una città"
E in quei frangenti non sono stato né il paziente né l'eroe che domina se
stesso.
Sconfortato sul mio conto, credevo di avere dato un ulteriore seguito
alla mia avventatezza, con la decisione dl prendere il primo autobus in partenza da
Izmir per Istanbul, alle ore 17, anche se vi sarebbe arrivato solo nel
cuore della notte, appena ho messo piede nell'
autostazione, alla fine di un interminabile tragitto, con l'autobus 54,
in ogni budello di via da un capo all'altro di Izmir. Invece, come in
Istanbul il minibus della Kamil Koc mi ha lasciato lungo la Divan Yolu,
a notte fonda, è sopraggiunta un'auto della polizia municipale
i cui conducenti, due poliziotti affabili, mi hanno indotto a salire con
tutto quanto avevo appresso, per portarmi in tutta sicurezza fino a
destinazione, di fronte allo Youth Oriental Hotel in cui alloggio.
Dalla cui veranda ora contemplo il Bosforo scintillante oltre i tetti e
i balconi,
e
i voli d'uccelli radenti, le rampe e i costoloni ascendenti di Santa
Sofia.
" Affida al Signore la tua attività
e i tuoi progetti riusciranno "
( E come, mio carissimo Ivan ,
leggendo che " un piatto
di verdura con amore
è meglio di un bue grasso con
l'odio",
non pensare alla cara cena che
mi ha imbandito la tua cara mamma, superando la sorpresa e il tuo stesso
stupore per la mia venuta".
Se non ne eri turbato,
sei
rimasto sconcertato dalla mia visita.
" Lei, potrebbe
essere mio nonno, mi dicevi, oddio quello ha sessantanove anni, a dire il
vero..."
Che bello, Ivan, quanto tutto
sarà stato detto, e confidato tra noi, poterci guardare negli occhi
ancora più amici, a dispetto dei tantissimi anni che tra noi
intercorrono...)
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