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In bicicletta

 

11 ottobre 1993

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Infine oggi mi sono deciso, verso le quattro del pomeriggio, a rompere il mio sequestro da settimane tra le cura domestiche, e già sul tardi ho interrotto la lettura pur avvincente dell'ultimo libro edito in Italia di Rorty, pur di uscire sul tardi in bici da corsa fino a Po.

L'umidore ottobrino (ch'era) nebulizzato nell'aria non mi intirizziva, e se il cielo era grigio (grigio era il cielo) e si annunciavano nuovi fortunali in arrivo, la luminosità del giorno era sufficiente a preservare il fulgore del fogliame, ingiallito o divampante, degli elenii ( di girasoli) e di viti ornamentali, quali apparivano lungo i bordi dei fossi o nell'addensarsi fumido di dense radure.

E  quando sono giunto *infine a Po, la piena del suo corso sino agli estremi contrafforti degli ultimi argini, (risalendoli) mi è apparsa incontro alla vista già nelle golene di pioppi invase dall'acqua, poi 1piena.jpg (49834 byte) e lungo l'argine l'ho quindi odorata nel sentore di fango ch'era nell'aria fresca, e di cui le torbide acque defluivano al mare lutulente e ricolme piena.jpg (65510 byte), finchè mi si è slargata a perdita d'occhio ovunque l'alveo ne aveva capienza. 3piena.jpg (40235 byte)

Lungo gli argini, a ridosso, le intatte prode erbose si ammantavano ancora di centauree e di linarie, di achillee e di lassane e aspraggini; di quei fiori (risorti spontanei), lungo la corsa nell' all'intravederli di continuo, esaltandomi anche il solo riapparirmi all' aperto, flagrante e incessante, fuori della mia e loro rispettiva costrizione in vasi e macchinazioni (incombenze) domestiche.

Quando già prima, in astrazioni poetiche che mulinavo nella mente insieme ai chilometri, " era piuttosto all'utensile e alla placca,/ allo smalto e alla sua ruggine" che mi ostinavo ordinariamente a credere, più che a un disvelarsi ( a un rivelarsi ( più che a una rivelazione)) dell' Oltre nel velarsi del vuoto entro l'oscurità del vivo.      

lungo l'argine l'ho quindi odorata nel sentore di fango ch'era nell'aria fresca, e di cui le torbide acque defluivano al mare lutulente e ricolme, finchè mi si è slargata a perdita d'occhio ovunque l'alveo ne aveva capienza.

Lungo gli argini, a ridosso, le intatte prode erbose si ammantavano ancora di centauree e di linarie, di achillee e di lassane e 11 ottobre 1993

 

Infine oggi mi sono deciso, verso le quattro del pomeriggio, a rompere il mio sequestro da settimane tra le cura domestiche, e già sul tardi ho interrotto la lettura pur avvincente dell'ultimo libro edito in Italia di Rorty, pur di uscire sul tardi in bici da corsa fino a Pò.

L'umidore ottobrino (ch'era) nebulizzato nell'aria non mi intirizziva, e se il cielo era grigio (grigio era il cielo) e si annunciavano nuovi fortunali in arrivo, la luminosità del giorno era sufficiente a preservare il fulgore del fogliame, ingiallito o divampante, degli elenii ( di girasoli) e di viti ornamentali, quali apparivano lungo i bordi dei fossi o nell'addensarsi fumido di dense radure.

E  quando sono giunto *infine a Po, la piena del suo corso sino agli estremi contrafforti degli ultimi argini, (risalendoli) mi è apparsa incontro alla vista già nelle golene di pioppi invase dall'acqua, poi e aspraggini; di quei fiori (risorti spontanei), lungo la corsa nell' all'intravederli di continuo, esaltandomi anche il solo riapparirmi all' aperto, flagrante e incessante, fuori della mia e loro rispettiva costrizione in vasi e macchinazioni (incombenze) domestiche.

Quando già prima, in astrazioni poetiche che mulinavo nella mente insieme ai chilometri, " era piuttosto all'utensile e alla placca,/ allo smalto e alla sua ruggine" che mi ostinavo ordinariamente a credere, più che a un disvelarsi ( a un rivelarsi ( più che a una rivelazione)) dell' Oltre nel velarsi del vuoto entro l'oscurità del vivo.    

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