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Un 22 novembre

 

 

Che giornata ancora di nuovo,  fino a sera,  di sconfinata desolazione spirituale;   non fosse stato per la lettura dell'articolo " La tortura del sole nero",  ( di Franco Rella, su "L'Unità"), persa integralmente nelle obbligazioni domestiche e scolastiche...

Nulla di nulla, al fondo  di me stesso, nulla di nulla anche il seguito in televisione dei risultati elettorali, che dichiarano la morte politica definitiva del sistema partitico della prima Repubblica.

L'impellenza dell'acquisto dei giornali, e di cioccolata e pane e noci e frutta secca- per averne un subitaneo ristoro energetico nell'affrontare il freddo-  mi ha distolto dal rimanere a letto  al tardo  risveglio, e quando sono rientrato, ho avuto appena il tempo di adocchiare i vari quotidiani seguendo al telegiornale le variazioni degli spogli ancora in corso, che incombevano già i preparativi del pranzo, una scaloppina guarnita con acciughe e olive verdi.

Come mi torturava, nell'approntarla,  l'idea di come ora che  dispongo in casa del computer, possa destinare a scrivere assai meno tempo di quando per questo permanevo in Istituto, quasi ogni pomeriggio, ora che ad ogni rientro pomeridiano dalla scuola, quotidianamente  me ne alienano l'uso  le vicissitudini casalinghe di dovermi preparare un pranzo e smaltire le scorte in frigorifero,- quando prima mi limitavo a un panino e ad una birra presso il bar della scuola- e poi il bisogno di distrarmene, nelle mille e una teledipendenze così protratte.

Quando ho finito di sparecchiare, erano già trascorse le tre pomeridiane e mi ritrovavo  ancora in bagno, per radermi la barba , già di un giorno, in gran  ritardo  per presenziare al corso di aggiornamento sui metodi di studio.

E infatti vi sono accorso solo per ritirare un foglio di Esercitazioni della memoria dei discenti, scusandomi con i colleghi presenti se dovevo rientrare a casa al più presto per correggere i compiti arretrati.

L'aria era gelida, tagliente, nonostante il sole brumoso di una luminosa giornata di novembre, ma io non avevo  sensi per la natura intorno, agitato dalla morsa che mi attanagliava dei doveri di insegnante.

Dunque il copione si ripeteva, ineludibilmente implacabile, di ogni altro giorno precedente e a predeterminazione dei seguenti : prima l'ordine dietetico-domestico, poi i miei doveri improrogabili di professore,  quindi allora soltanto, nei ritagli superstiti, le letture e lo studio e la scrittura...

Accade lo stesso nei miei capitoli di spesa, in cui  la precedenza assoluta è riservata al pagamento di ogni tributo e contributo, di ogni acconto e rateazione, e se, e solo se, ogni onere  così è stato debitamente assolto, mi posso permettere di largheggiare nell'acquisto dei generi alimentari, o  ripropormi l'acquisto di uno o due libri ulteriori, finanche di " Storia di lombardi" di Brera, non di certo del dispendiosissimo " Fratelli d Italia", di Arbasino, riservandomi, per la domenica, da quando l' andare alla partita della formazione cittadina, in serie C, è un'abitudine cui ho dovuto rinunciare per ragioni di denaro e di tempo, di visitare prima della chiusura la mostra in loco sulla grafica di Giulio Romano, o  solo quando mi sarà stato accreditato il nuovo stipendio, l'acquisto del portarotoli in cucina e del libro di Arbasino,di recarmi a visitare la mostra in Bologna delle opere di Ludovico Carracci.

Ben è vero, che se negli anni scorsi non v'era soddisfazione che sacrificare per il superfluo il necessario, ora che l'erosione del  potere d'acquisto dei miei emolumenti, bloccati i contratti, non lascia che esigui margini residui oltre la sopravvivenza, non mi importa più nulla di non avere più nemmeno i soldi per  rimediare a un furto o a un guasto o ricorrere a un medico, e che poter pagare ogni tassa ed imposta, e rateazione che scade, è divenuta la  gratificazione bastevole divenuto il conforto residuo di un lavoro sempre più ingrato.( mortificato).

Quei compiti, comunque, ho terminato di correggerli solo dopo le sette,  quando ho dovuto sottopormi subito di seguito  al tirocinio ulteriore della cenetta, per la quale ho utilizzate le acciughe rimaste,  guarnendo con esse, insieme con l'origano, l'uovo deposto sulla mozzarella fusa al forno.

Solo mi risollevava, tra un' infornata e l'altra, l'amenità di anticipare le celie cui mi sarei sottoposto, mia croce e delizia, nella tenzone coi i miei due amati allievi bianconeri, tra gli  altri del nugolo, che non mi avrebbero di certo lasciata passare liscia la seconda sconfitta consecutiva dell' Inter, - il solo modo nel quale mi è dato sottacendola al gioco del calcio parlato,  di giocare con essi la mia amorosa lotta...

Ah, ucci, ucci, il loro odor di juventinucci....)         

Frattanto, con il videoregistratore saltavo di pubblicità in pubblicità, di canale in canale, finché non ho potuto registrare l'ultimo spot di Woody Allen, prima di sintonizzarmi su J.F.K, in alternativa alle riprese in differita dello scontro tra Reina e Buscetta.

Solo quando sono state le ventuno e trenta, mi sono risolto ad accendere il computer per scrivere qualcosa, ma non più di tanto, ché comunque profittando dello sconto del lunedì, entro le 22,30 sarei andato al cinema a vedervi   “Caro Diario"  di Moretti.

Ho allora emendato al computer una poesia che ho ritrovato di Acanti e Asfodeli ( “All'alba inventrati nel sole cadaveri,” così recita, credo), quindi, riprendendo in poesia gli esiti in prosa che costituiscono il termine di Bici tour, ho esteso di due strofe l'ultima mia poesia "Da quanto tempo", finché, sul rush finale, ho iniziato a scrivere il primo KB di questa pagina di diario.

Poi, nel tepore della sala, timoroso di qualche ladro esterno della mia bicicletta, benché l'avessi legata alle maglie di una saracinesca, mi sono incantato nell'immersione nel bellissimo e divertente film di Moretti, ritrovando straordinariamente affine,  la sua ricerca inventiva,  ai miei intenti superstiti di scrittore.

Quel suo vagare in motoretta di “autodefinentesi splendido quarantenne”, come egli si autodefinisce,  mi rievocava le mie escursioni padane cicloturistiche, così come nel terzo capitolo del film, sui medici, riesumavo le mie apprensioni sulla natura delle mie dermatiti che pavento  non sia solo psicosomatica ..., accusandomi, nella oscurità della sala, di quanto sia stato remissivo ad ogni diagnosi sbadata,  o renitente a ricorrere a qualsiasi medico come ci si rivolge a un qualsiasi tecnico,  pavido di dover affrontare  insostenibili esborsi quanto mai inutili.

Al successivo rientro, è bastata l'idea folle di volere recuperare tutte le pagine desunte  in fotocopia dai libri di Wittkover- m'era venuto in mente di leggere l'ultima sua opera riedita sull'arte della scultura- per finire per mettere in disordine e in riordino fino alle tre di notte tre bauli di libri e libercoli e scatoffie e fotocopi, anziché leggermi "Petrolio" di Pisolini, o " Il Discorso sopra gli italiani" di Leopardi.

Comunque, sì, le ho ritrovate quelle pagine, come ho registrato lo splendido spot di Woody Allen, che narra del signor * Vitale e (di come si ritiri)che si ritira vita natural durante nella coop.

Così come sintetizzando un nastro intero di spot, l'uno più ovattatamente o scattantemente perfetto dell'altro, in singolar tenzone nel contendersi l'acme dell'ascolto,   avrei voluto restare vita natural durante nella loro artificiosità seducente

Mi sono così poi rimesso pazzamente a scrivere, fino ad ora, che sono le 4,30  e infine mi rimetto a letto.

Non senza avere prima, anziché leggere un poco, trascritto le ultime note sulle ore di lezione, domattina sul tardi e nel primo pomeriggio.         

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