all'indice delle pagine di diario degli anni 1992-94 | ||
Il vomito 10 dicembre Nell'aria già da settimane
fervono le luminarie e le festività natalizie, ed io mi sono già
predisposto al loro spirito, indaffarandomi
nei doni di Natale e intraprendendo la lettura de "Il grillo del
focolare", ma pare che un nero destino si adoperi, in tutto e per
tutto, per segnarmi infelicemente anche questo Natale. Così stamane quando mi sono
alzato, ho inteso subito che qualcosa non andava nel mio corpo, quando
ho avvertito lo stomaco come insaccato e pesto, un senso di nausea
presagirmi il vomito. Ma non avevo intenzione alcuna di
restare a casa da scuola, benchè fossero in programma le Assemblee,
troppo ero in ritardo con i tempi di svolgimento del Programma di
Storia, in prima C, ancora indugiando nel Mesolitico, l'allievo bravo e
scavezzacollo doveva pur riferirmi le tesi sulla rivoluzione neolitica
di Levi Strauss, sulla sua natura progressiva e regressiva, per potere
disertare le lezioni. Si preannunciavano ancora agitazioni prima delle
Vacanze, occupazioni e autogestioni, e compiti e verifiche da assegnare
e correggere appena possibile, minacciavano gravose i miei sabati e
domeniche venturi, quali ulteriori subissi di cui affliggermi per avere
dei dati di valutazione non precari nel colloquio fra due settimane con
i genitori. Eppoi troppo mi ferivano le
richieste di addebiti del Preside, per avere accolto un allievo da
lui sospeso due settimane fà, quel giorno- per sventatezza aveva
anticipato la sospensione assentandosi i giorni precedenti-, quando pur
avrebbe potuto sapere che glielo avevo inviato perchè si regolasse,
ricevendone la risposta che per un abbassamento di voce egli non poteva
riceverlo, e che ripassasse, ripassasse con comodo, o l'altra
comunicazione in cui mi ammoniva per avere dato testimonianza sul
registro delle vicissitudini cui devo sottopormi presso i laboratori di
Fisica, o di Scienze Naturali, pur di visionare con la classe Blob o
"Le forme della città" di Pasolini, ricevendone la
preclusione asperrima di una insegnante di Scienze che per pavidità
femminea egli non sa contrastare, dopo che già vanamente avevo perso
tempo per illustrare al medesimo, e all' Ufficio Tecnico, quanto troppo mi umiliava, di rabbia, la
modifica proposta all'articolo terzo della finanziaria, di decurtare del
50% la retribuzione giornaliera di un insegnante come di qualsiasi
statale che si assenti un sol giorno, per restare io a casa nonostante i
conati e non testimoniare, anche con il mio travaglio fisico, quanto il
senso del dovere e dell'obbligazione educativa fossero incarnati nel
sottoscritto, a differenza di quanto si suppone generalmente di noi
insegnanti, e come accreditavano le condotte anche ieri dei miei "
colleghi", pressocchè nessuno dei quali, nelle mie due classi,
aveva risposto all' appello degli allievi di essere accompagnati da loro
in gite o viaggi di istruzione.
Così, dopo avere rifatto il letto
ed avere defecato ed essermi lavato sotto la doccia, prima di
rivestirmi, non cessando i conati, deposti i testi di Levì Strauss, mi
sono disposto sul bidè per provocare il vomito nel water dove avevo
appena defecato, erano pressappoco già le otto, e il rigurgito
istantaneo, e successivo, è parso allora liberatorio, assicurarmi la
tregua delle sollecitazioni almeno fino alla terza ora di lezione, fino
a quando dopo l'intervallo sarei stato libero. Per fortuna, in quei frangenti,
avevo pur pensato che fare, supponendo che i capiclasse non avessero
riferito o richiamato la classe, come avevo loro richiesto, alle mie
direttive sul registro e sulla lavagna, che per quella mattina
prevedevano Storia, appunto, in luogo di Italiano, nel trambusto
d'orario ingeneratosi dopo la comunicazione che quella mattina ci
sarebbe stata Assemblea classe per classe. Così infatti era successo, metà
di loro avevano il manuale di Storia, e metà i testi di Italiano, così
rabbioso per La classe si è zittita tutta,
allora, memore di come il martedì prima avessi chiesto furibondo a quel
loro compagno arrogante, liberandomi solo alle due notte di
quella sequela di proprie stanze descritte, senza che nessuna di esse
risultasse conforme ai requisiti richiesti. E di quel martedi, e del mercoledì
festivo, avevo pur profittato, per andare a trovare i miei cari e
recarmi a visitare a Bologna la magnifica mostra sull'arte di Ludovico
Carracci, ancora negli occhi le tenebre dfivampanti del suo chiaroscuro
meteorologico. E intanto, sibilavo, che ora
prendessero appunti, se non avevano il testo, per la improcrastinabile
lezione di Storia. Venivo così parlando loro di
popoli di pastori e nomadismo e transumanze, delle prime forme di
agricoltura in valli fluviali e nella Mezzaluna fertile, di come
comportassero l'insediamento delle prime comunità di villaggio, la
rotazione delle colture o la devastazione ambientale del debbio... Intanto sentivo risorgere i
conati, la nausea farmi trasalire... Ma seguitavo, illustrando le
invenzioni concomitanti dell' aratro e della ruota e della vela,
l'emarginazione delle donne al telaio e alle fusaiole... confondendo arco e ruota, nel
parlare dei trapani e della prillatura forgiatrice di birilli degli
artigiani marocchini. Sentendosi contrarre lo stomaco e
riversarsi la bocca, avevo
pur modo di illustrare il mio punto di vista sull' Assemblea del giorno
prima, di rialzare la testa e constatare che potevo seguitare ancora,
fino a concludere la lezione delineando il sorgere del capo, guerriero e
sacerdote e proprietario di schiavi. Giusto in tempo per controllare
che erano le 9,30 e salutarli con la massima fretta, poichè non appena
ne superavo la porta, eruttavo bocconi di vomito, ne imbrattavo la
sciarpa e il giubbino, riversavo lungo il corridoio altro liquame, mi
accasciavo, buttando ancora, su di una sedia nella prima classe che
rinvenivo vuota. Provvedevano le bidelle, che
nemmeno ero riuscito a richiamare, poi a ripulire corridoio e aula. Durante l'ora seguente, poichè
l'allievo con il quale discuto della violenza nello sport e del tifo,
durante le attività alternative, era intento alla sua Assemblea di
classe, ne ho profittato per ristorarmi al bar con una tazzina di the,
discutere sia pure sottotono, in sala insegnanti, dell'increparsi della
Lega e della lidearship di Bossi, prima di avviarmi per l'ora seguente
di lezione, e in sala stampa a fotocopiare per il giovane di Attività
alternative, e alcuni allievi di seconda, i ritagli di articoli che
parlavano dell'evoluzione recente dell' aggressività calcistica contro
i propri idoli calcistici, del suo disfogarsi in costoro e nei tifosi
per un senso irreale di onnipotenza. Mentre mi avviavo verso le classi,
mi interpellava con aria di rimprovero una bidella, perchè avevo
vomitato in corridoio anzichè( raggiungere il) in bagno... E quando entravo in seconda, si
parlava ancora e soltanto della traccia
schifosa che avevo rigurgitato... Ecco, quanto era stato recepito
del mio spirito di servizio... Come se anche Bush non avesse
vomitato in pubblico, inveivo, e non defecassero anche le regine, ed io
non mi fossi mai presentato a loro che in tutta la dignità della mia
esistenza fisica, umorale di sperma e sangue e (sudore(azione) e) di
ogni rigurgito come avrei voluto aggiungere ... Furente ne imputavo
pregiudizialmente il mio solito allievo, sempre il solito cinico e
sprezzante, mentre invece se ne accusava uno estraneo, aggiuntosi a loro
per dirigerne i lavori assembleari, e che solo ora intendo che forse era
della stessa classe in cui mi ero ricoverato... Nel sedermi a un banco, intanto
che l'assemblea aveva luogo, cercavo di osservarli e di intervenire il
meno possibile, tanto li sentivo estranei e mi avvertivo contro di loro
ostile, mentre l'anelare alla bellezza con il vomito in gola, era l'
idea di che cosa possa essere la poesia, in cui trasmutavo per una
lezione futura l' esperienza che venivo patendo.
Nei loro stentati interventi non
si manifestava frattanto Intervenivo solo per zittire il
loro dileggio all'uso del termine "comunista", su cui
ironizzavano irridendo un compagno, quando fossero stati in questo
Istituto vent'anni prima, il loro stesso conformismo ne avrebbe fatti
tutti dei compagni e compagne fedeli alla linea,
quindi, sul finire, sollecitato, per dire che pensavo in breve
della loro impasse, asserendo che piuttosto di come era avvenuto il
giorno prima alla loro pre-Assemblea cui avevo assistito, nello
sconforto rabbioso e infine lucidamente rassegnato, che ogni errore e
primitivismo passato, dei trascorsi movimenti studenteschi, vi fosse
ineluttabilmente risorto (ritornato a vivere) sotto altre latitudini e
longitudini storiche, forse sarebbe stato meglio che secondo un termine
della cultura greca, loro avessero ragionato " dialetticamente"
sfuggendo al dilemma che li aveva intorti, per decidersi se muoversi(,)
e come muoversi, se il nostro istituto fosse un'isola felice o un luogo
penitenziario, e che forse era il vero che vi sono compresenti corsi e
laboratori iper-attrezzati e sconcertanti deficienze, che dal contrasto
con l'efficiente risultano più ancora acuite, come l'assenza di
qualsiasi software ancora all'inizio dell'anno, e tuttora di programmi
di videoscrittura nei laboratori di Informatica, o lo stato di degrado e
di abbandono della saletta degli audiovisivi, il tutto chiaramente
riconducibile, a finanziamenti nelle politiche di bilancio delle
istituzioni scolastiche, non più in grado di assicurarne nemmeno la
manutenzione... Così come il nostro Preside,
prefigurazione sconcertante del futuro manager scolastico, nel suo
rigore esteriore è al tempo stesso efficiente e un intollerabile
autocrate, secondo un termine che li venivo invitando a ricercare sul
dizionario, e in cui, a una prima definizione, ne riconoscevano i tratti
esatti del comando. "Voi non siete stati in grado
di riempire la lavagne di questioni e di parole d'ordine... Ma i problemi e le mancanze, ho
concluso, insorgono e si evidenziano in chi intenda insegnare e
apprendere al meglio, che se io stesso mi limitassi alla lezione
frontale, vi vivrei nel migliore sistema scolastico, e non
mi apparirebbe in stridore squallente con ciò di cui dispone la
maggioranza dei singoli privati, il fatto che non si disponga di un
antenna funzionante o di un videoregistratore e di un televisore a
disposizione delle discipline linguistiche, mentre forse è anche troppo
l' istruzione che pur garantisce, per chi non miri che al pezzo di carta
con il minimo sforzo... Così, secondo la contrapposizione
polemica, si individuano amici e nemici e responsabilità e addebiti, e
il Ministro della Pubblica Istruzione non è solo
solo un fantoccio polemico non si sa bene perchè... E questo era certo il loro caso...
la vacuità effettiva dei loro blateramenti sullo sciopero di domani,
"per un maggior potere studentesco, " poichè in fin dei conti
la scuola è nostra, "e dobbiamo fare lo sciopero
per non far vedere che siamo a meno delle altre scuole," l'importante è restare fuori,
domani,..." Senza rimproveri e rimbrotti sono
stato così oltremodo persuasivo, credo... non ricevendone infatti il
minimo dissenso, su quali risultasse il senso reale dei loro proclami di
sciopero ed autogestione...
Senza alcun'altra reale
motivazione che l'assentarsi da scuola e unirsi agli altri, in mancanza
di reali motivazioni allo studio e al miglioramento delle istituzioni
scolastiche... " Si, all'autogestione, così
perdiamo i Compiti in clase di Italiano e Matematica, di Chimica e di
Storia", secondo quanto vociferava credendo che non lo sentissi,
sempre quell'allievo verso il quale avevo riespresso la mia ostilità
pregiudiziale. E come mi era fin troppo scontato,
data la loro resistenza, manifestatami, anche a solo spendere in un anno
quello che io spendo ogni giorno, per la lettura dei giornali in classe,
o ad assicurare l'acquisto cospicuo di fotocopie, o il loro disinteresse
di fondo a che si faccia questo anzichè quello, che insegni o non
insegni loro un giorno videoscrittura, che trasmetta (loro) o non
trasmetta la rumba della Saraghina... Erano le mie ragioni che ripetevo
a un allievo di prima, durante l'intervallo in cui mi confortava della
richiesta del mio parere in merito. Al bar consumavo quindi un
ulteriore the, prima di salire ad un Laboratorio superiore e desistere,
come non l'ho rinvenuto, dal ricercarvi il collaboratore per il riuso
della saletta audiovisivi, la nauseolenza del vomito e il vacillamento
interno incombendo di nuovo... Così mi avviavo verso
l'appartamento in bicicletta, sostavo all'edicola ad acquistare il
Corriere, quando mi sovvenivo che non avevo trasmesso a quell'allievo
arrogante la seconda parte sulla quale intendevo vagliarlo del testo di
Lévi Strauss, e che dovevo ritornare a scuola per riconsegnarglielo, a
qualsiasi costo, visto che fino al giorno della sua esposizione, il
mercoledì seguente, i propositi di sciopero e di gestione vanificavano
tutto...
Intanto si riaddensava il mio
astio ostile contro la generalità dei colleghi, dei quali non uno
ravvisavo di rientro nella sala insegnanti, cui valesse la pena di
sfogarmi dicendo quanto fossi forzato a un sovraccarico di oneri e
compiti cui la loro coscienza bellamente è estranea, per fronteggiare
le ritardate verifiche e gli accertamenti che siffatte agitazioni
scolastiche rendevano pressanti. Quando risalito all'esterno in
bicicletta, a rendere più oltraggioso che mi fossi sottoposto a tanto
scrupoloso tormento nella vessazione fisica, allorchè un mio ex allievo
si affacciava da quel laboratorio per salutarmi gentilmente ed io
contraccambiavo, un altro sopraggiungeva con il medesimo tono, ma
articolando un insulto di rito nei miei confronti. Allora sia la porta centrale, che
quella del laboratorio, risalendovi ho squassato con tutta quanta la
rabbia furiosa che avevo in corpo, e frenetico stavo già per assalirli
a parole, articolare, al gruppetto discovato, la richiesta urlata in un
fiato se mi fosse concesso regolarmente accedere o allontanarmi
dall'edificio senza essere regolarmente insultato, quando si faceva
avanti lui, il porco, quella bestia sudante l'odio più reciprocamente
mortale che contraccambi in Istituto, quell'assistente già di Fisica
che per un anno bastava che aprissi bocca per aggredirmi, in nome
dell'innocenza scolastica di questo o quell'allievo non altrimenti
intenzionato che a tormentare i compagni. A gridarmi che uscissi, io, il
maleducato, quando da anni, da quelle finestre, gli allievi impunemente
mi vociferano insulti, io ahimè dimostrandogli invano i denti e l'odio,
poichè non riuscivo a trovare le parole, che lo ferisero senza
costituire un insulto diretto- "Ora capisco alla sua vista,-
avrei dovuto dirgli, perchè qui brancolano maiali allo stato
brado..." Mi sono limitato a risbattergli in
faccia la porta schiumando Disceso, ho trasportato la
bicicletta all'interno dell' atrio. sortendo dall' istituto presso il
bar. Tanto, mi aveva riservato,
l'essere andato a scuola nonostante il vomito in corpo... A fronte della sola eppur certa
soddisfazione, di avere ultimato Quindi a casa, tra un soprassalto
e l'altro di sonnolenza, strangugliando in conati di vomito, sarchianti,
finchè la nausea non è passata, ed ho capito alle prime dolenzie di
capo che sono sopraggiunte, che non già del salmone deteriorato o di
caprino guasto (inacidito) si trattava, ma di febbre, e nell'anima
disamorata, di tanta inacidita vecchiezza offesa (
Carnevalesco 11 dicembre 1993 oggi lo sciopero autorizzato è
stato totale. E i rappresentanti dei Consigli di
classe hanno deciso l'autogestione, senza sapere nemmeno che sia. Hanno capito in ogni modo che
eviteranno così Compiti in classe e Interrogazioni, e tanto basta. Così, come le loro manifestazioni
di piazza e le interviste che trasmettevano in televisione, esprimevano
il solo rifiuto concreto di nuove tasse scolastiche. E del resto le sole questioni
scolastiche cui i miei allievi sono stati sensibili, sono gli
ingorghi o le mancate coincidenze che ne impediscono dalla scuola una
uscita più rapida, o la possibilità di fare gite con la sola meta di
andare lontano, o in via Montenapoleone dopo essere stati costretti a
percorrere le sale del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano
come passaggio obbligato. Bah,... siamo in piena situazione
carnevalesca: saranno per tre giorni sovrani di nulla, per sottostare
passivi e succubi il resto dei giorni. Quando sono uscito dall'assemblea
dei loro rappresentanti d' Istituto, la rappresentanza pensante della
nullaggine d'intenti del qualunquismo
scolastico dei più, quando non è di fatto il vaffanschoool di un corpo
studentesco di umori e sensi contrari, e mi sono incontrato con il
tecnico che il preside mi ha assegnato perchè smettessi di guaiolare,
chi avevo supposto animato dei più fieri propositi, mi si è erto di
contro come un' ulteriore forma di resistenza inerte, quella del più
indomito massimalismo rifondativo. Non è disposto a ornamentare la
saletta d'ascolto che con tendaggi da cinema, in spesso velluto... Non ha voluto intendere ragioni,
quando gli ho obiettato che così per quest'anno non se ne fa niente.... "Per me è importante che
vedano comunque "ladri di biciclette", o che mai altro, se è
ora o mai più... " Vedere male è come non
vedere niente..." E intanto nemmeno più scriviamone
in questo tardo pomeriggio di sabato,
recuperiamo nei loro confronti e di tutto una sovranità festiva,
un tempo privato di poesia e musica dopo il tempo di stato... Da quei ritagli l' altra volta che ho visto mia
madre, e le ho detto le meraviglie del mio computer, di come sia il
testo che ora si sposta e si adatta a ogni sua modificazione " Eh, ne hai fatta di strada, mi ha detto commossa,
da quando, ti ricordi, tenevi alle elementari e poi alle medie da parte
tante striscioline di carta, per attaccarle riga per riga ad ogni parte
che modificavi di un tema..."
Occupazione 15 dicembre 93 E' stato domenica mattina, al successivo risveglio, quando ho
accertato di avere registrato di nuovo integralmente " Non sono
vivo, ma...", che in un lampo mi è balenata l'idea: " E perchè invece di
attenderli invano per fare lezione, non profittare invece
dell'occupazione per divulgare le mie tecniche di impiego dei mass
media? Poi mi hanno inasprito di nuovo i
rigurgiti d'astio, si sono riacuite le diffidenze sulla natura delle
loro agitazioni, sulla credibilità Lunedì sintesi, è il mio giorno
libero, mi reco a scuola solo il pomeriggio, per concordare con i
ragazzi che dirigono l'autogestione la mia lezione aperta nell'aula
gradinate Martedi- sintesi- Ritardo sia pure solo di qualche
minuto l'arrivo, con pile
di cassette nello zainetto, arrestate ognuna al punto delle sequenze che
intendevo utilizzare per esemplificare il mio discorso.Non che fossi
particolarmente emozionato. Saranno in pochi, senz'altro pressocchè
nessuno dei miei. Invece quando entro...devo farmi
il varco tra la rssa all'ingresso, le gradinate strapiene in ogni ordine
di posti... ( Alla Celine...) E l'accoglienza
non è affatto invitante... Sono in prova... Pronti a gettarmi in pasto
al ludibrio non appena fallisco... Fischi, risa, ammiccamenti, e parole
di insulto... Culo, culo, e le parodie della mia
effeminatezza nei modi... io sento solo un rombo alle tempie
e una tensione stravolta protesa nei gesti... sistemo fra nello scherno
generale la mia messa scena di cassette... se ne ridicolizza il numero
... In effetti mi occorreranno
tutte... Mi verrebbe anche voglia di
salutare già tutti quanti e levarmi il disturbo.... secondo la parabola
e il più puro stile evangelico delle perle e dei porci... Ma non me la
batto... Per disdegno non lo faccio il gran rifiuto...
Ma se nauseato e con la rabbia di
un gran schifo dentro, tra il berciare del loro maschiume sudorifero cade giusto a proposito, a tal
punto,la polemica politica contro l'imperialismo cinematografico
americano... Ora è durata anche troppo la
premessa, passiamo ai nastri, inserisco la cassetta, e le sequenze sul
mondo scolastico della Romagna e della Rimini fascista di Fellini,
irresistibilmente campiscono il piccolo schermo... Mi affanno, intanto che i rumori e
le paroline e le risatine si susseguono ancora, ma chi se ne fotte, a
cercare ove siano gli interruttori per accendere e spegnere, dove
pigiare per schermare lo schermo... Nessun incidente, per fortuna,
tutto fila via, anche l'audio posso regolarlo senza che il frastuono di
fondo obblighi a forzature di volume,....e
già la palla del pendolo che per l'allievo ritardato è una
palla d'elefante, scatena le risate...che aumentano ancora quando
l'insegnante di filosofia si perde oltre l'armadio dopo avere enunciato
la conciliazione demurgica di Stato e Chiesa con i Patti Lateranensi,...
diventano poi uno scroscio, quando l'insegnante di Disegno dal viso e
dalla voce appuntite, nel ripetere che cosa ha mai inventato Giotto,
scandisce con il biscotto le sillabe della " pro-spett-tiva"
prima di intingerlo nel suo liquorino, si fanno ridanciane alla puzza di
Bobo, per scatenarsi esilarate, quando è la volta dell'insegnante di
Greco, e dei suoi ingenui sforzi nel protendere la lingua contro il
palato e di serpentinarla , per insegnare come mai si articoli
emarpsamen all'allievo più candido e discolo che lo invita e reinvita a
riprovare ancora e a redndewsi più ancoras ridicolo, e ogni nuova
volta, nel ripeterte, profittare dell'adiacenza della lingua al palato
per sgusciargliela fuori in una pernacchia.
...................................... La mattinata termina, tra le
fuoriscite prima dell'una, con le dissolvenze della tanta carne della
giovane donna sorpresa allo specchio... ................ nel
pomeriggio,.... già numerosissimi all'avvio, concludo lìepisodio di
Radio Days, quando la supplente che sopraggiunge, si rivela essere la
donna sorpresa nuda allo specchio, per la felice dannazione dei piccoli
allievi...estasiati a ogni sua inflessione di culo che ribadisce e
tornei danzante le formulazioni algebriche. Poi ritrasmetto le ultime sequenze
dell'episodio in 8 e 1/2 della Saraghina, per esplicitarne i richiami
puramente poetici delle immagini terminali, ove le idee di sesso e colpa
e carnalità e morte, si emblematizzano nelle spoglie scheletriche della
Santa e nel penitenziario incolpante dei
confessionali e delle loro grate raggianti, nel trasmutare della Madonna
nella carnalità rivisitata della saraghina, che non è il diavolo, come
vedete... Poi, a intermezzo, illustro come
dalla lettura in classe di una poesia, o di brano critico di un saggista
o filosofo, si possa accedere alla testimonianza storica, eccezionale,
della lettura della medesima ad opera del medesimo poeta, come è il
caso di cinque poesie per il gioco del calcio di Umberto Saba o alla
viva voce dialogante del filosofo e saggista in questioned. Ma quando Saba s'accora
retoricamente nella quarta delle sue poesie, la platea già rumoreggia
scalpitante E l'ora adesso di appioppare il
gran gran colpo, per la sensualità dei (più) piccoli, della scena da
Amarcord della tabaccaia, dapprima accolta come una faticosa sagoma, poi
come un'allegra figura di sensualona, quando dal Titta si fa sollevare,
in un guaiolio di soddisfazione sforzata... Ma quando tira fuori le gran
tettone, prima una poi l'altra perchè il ragazzotto lo succhi...
è un boato sovresaltato e sorpreso Poi la Grande Madre delusa le
ritira dentro, offre al giovanetto che smamma una sua sigaretta.... e i più ugualmente se ne vanno,
restano in pochi, e per loro ammanisco no stopo le enunciazioni e gli
esempi del lavoro didattico possibile su edicole e
telegiornali, su spot e i numeri di Blob.... Stamattina, già le nove passate,
nell'aula gradinate ancora vuota mi sentivo come l'omarino di Charlot di
cui avevo fermato l'immagine sul video, ne " la
febbre dell'oro" melanconicamente solo con se stesso e le bottiglie
approntate per la bella del saloon, l'ultimo dell'anno, in vana attesa
di lei e delle sue compagne di vita nella sua ripulita baracca, al solo
accenno di una sua leggera promessa. Era tremenda stamane la
concorrenza, tra l'altro un corso di chitarra nell'aula di disegno oltre
il corridoio. Poi, come mi avevano pur garantito
quelli del servizio d'ordine, dei giovani hanno cominciato a
venire alla spicciolata, poi a gruppi più cospicui, sinchè l'aula ne
è stata rapidamente gremita. Ho allora iniziato ad esporre
loro, a uditori partecipi senza più prevenzione o tono alcuno di
spavalderia insolente, che il modo in cui il cinema rappresenta il sogno
sarebbe stato il tema che
avrei illustrato quella mattina, esemplificando come una lezione che
analizzi una narrazione letteraria di un sogno, sia quello di don
Rodrigo o di un racconto di Kafka, o in cui le vicende diurne accadano
come in un sogno, ed è il caso che ho citato del "Medico di
campagna", può essere raffrontato con i modi di narrare i sogni
nel cinema. Ho quindi riavviato quella
sequenza struggente della febbre dell'oro, quale esempio non già di
un'esperienza onirica, come succede in noi, ma di un sogno come
l'immaginiamo a occhi aperti, ove tutto accade come desideriamo che
succeda e non è in effetti, e lei e le sue amiche ridono come loro
ridevano, incantati, delle sublimi pagnottelle danzerine animate dalla
nostra arte, mentre in effetti di noi, di lui si è solo presa gioco. Qualcuno di loro perfino ignorava
la realtà del cinema muto, non capiva perchè non parlassero, meglio
sfoggiare le suggestioni a questo punto del tecnicolor di Sogni di
Kurosawa, mi sono detto, prescegliendone non il più bello, ma in tal
senso il più Ora potevo procedere più di fino,
ritornare agli albori del sonoro e alla atmosfera di incubo del Vampiro
di Dreyer, di cui antologizzavo la sequenza in cui il protagonista si
sdoppia, si pone sui passi dei paesani
complici del Signore delle tenebre, li segue nell' interno, li vede
intenti ad una bara, in loro assenza la scopre, vi è lui stesso in
catalessi, che ora vede attonito il cacciavite avvitare il cofano, sente
avviarsi il corteo, osserva inerte, dal vetro della bara, appressarsi a
ridosso i volti al seguito, sfilare sovrastanti antiche torri e
erte chiese, finchè
giunge nel cimitero, ove lo sdoppiamento
ha termine, e l'uomo nei pressi,
raggiunto dall'aiutante, ora sa che fare, spezzarte con un puntuerolo il
cuore del vecchio vampiro sepolto e il maleficio che emana. In un raffronto (intertestuale),
ho fatto seguire un brano sublime de "la doppia vita di
Veronica", ove Kieslovski rappresenta la tragica fine canora della
Veronica polacca, lo spezzarsi alla nota più alta della sua vita tesa
spiritualmente in un insostenibile anelito alla luce, e la macchina da
presa si fa allora la vista della sua anima, nello svolare via dal corpo oltre le teste delle persone
adunate nella sala di concerto, nel piombare con il corpo nel buio
totale, quando l'ultimo pugno di terra ricopre del tutto il vetro della
sua bara, lo stesso
dell'obiettivo della camera da presa corrispondente, come in Dreyer,
all'occhio veggente del morto. Ora l'aula era gremita, senza che
l'attenzione fosse distolta dal sovraffollamento. Qualche sguiataggine si levava,
senza seguito reale, solo quando la scena seguente rappresentava
intensificandola all'acme, nella flessuosità nuda dei corpi otticamente
deformati, l'ardore erotico del coito con un uomo giovane dell'altra
Veronica, assecondando l'intrecciarsi e il lambirsi delle mani e dei
corpi, sinchè accadeva l' infrangersi in lei dello spasimo sensuale, al
rompersi del filo congiunto della vita dell'altra. Ora potevo comunque esemplificare
la reale resa filmica di un sogno, con l'incubo iniziale di 8 e1/2,
quando Marcello sogna di essere richiuso dentro un auto, in un colossale
parcheggio di vetture intasate, non un rumore o una voce dall'esterno,
come se i diverbi di sesso, e d'interesse, vi avvenissero in apnea,
quando la sua auto comincia a gassificarsi, e lui comincia a sentirsi
venire meno e a invocare aiuto, ma invano, invano tempestando di pugno
le vetrate, strusciandovi a ridosso con il corpo, gli altri che lo
guardano sorpresi ma non internengono, finchè si ritrova a librarsi
fuori e in alto, oltre i tralicci degli impianti cinematografici, su in
alto sulla spiaggia, appeso e sospeso vertiginosamente in alto per un
piede a una corda, donde uno lo strattona e lo fa precipitare
spavedntosamente... nel letto dove si risveglia. Infine ho mostrato forse il sogno
più bello della storia del cinema, il sogno di Pedro ne "Los
olvidados" ( I ragazzi della violenza"), ove tra lo svolazzare
delle galline, distoltosi dallo spettro sanguinolento sotto il letto del
delatore nel cui assassinio l'ha coinvolto Caibo, intento a vendicarsi
d'essere finito in riformatorio per causa sua,
al corpo del fanciullo che si protende verso la madre a
dichiararle e a invocarne un amore che non ha mai ricevuto, essendo lui
il frutto dello stupro che l'ha rovinata, la madre infine si leva dal
giaciglio a corrisponderlo affettuosamente, e in un incedere che ne
rallenta il passo, nelle sue candide vesti notturne gli è madre e santa
madonna amorosa, cui infine può confidare ogni intento devoto e di
lavoro da bravo ragazzo, averne la carne che quel giorno rudemente lei
gli ha negato, quando a distoglierla dalle mani della mamma e a
lacerarla come l'unione contratta, sopravviene Caibo di sotto le coltri,
rovinando fatalmente l'intesa felice. Nel frattempo avevo visto fra fila
del pubblico, lui, Alberto, il mio ex amatissimo allievo intensamente
assorto, e la sorpresa felice di ritrovarlo intento, esaltava in me lo
slancio divulgativo, tale e tanta era la passione che in me rinveniva di
potergli comunicare e incantarlo insegnando. E terminavo sempre con Bunuel, per
illustrare ai convenuti che sia il surrealismo nel cinema, con ciò
intendendo la rappresentazione di alcunche di inverosimile come se fosse
simile al vero, così come si verifica in quell'episodio celeberrimo de
" Il fantasma della libertà, ove il brigadiere istruttore, e sua
moglie, si recano presso quella famiglia, paradossale, ove in comune si
defeca mentre ci si apparta a cibare in uno stanzino, le tonnellate e
tonnellate di rifiuti di urina e di merda anzichè di avanzi alimentari,
costituendo l'ossessione ecologica dei convitati a tavola. Il malaugurato avvio di un
dibattito, senza effettivi interventi che lo sviluppassero, benchè io
assicurassi che presto si sarebbe altrimenti ripreso, favoriva solo un
certo esodo dalla sala, che convolgeva purtroppo il mio carissimo
Alberto, che vedevo sfilarmi via davanti, disinteressatosi, senza
potergli manco accennare con lo sconforto nel cuore, struggendomi
dilacerato di quanto perdesse con il seguito,
ove a testimoniare come nel cinema, al pari della letteratura, la
scoperta sesssuale del mondo e il mondo medesimo può essere narrato dal
punto di vista di lei, dopo
che la tabaccaia, come la Saraghina e la Volpina, ci avevano offerto immagini di
Grandi madri viste con gli occhi maschili di Fellini, inoltravo la
visione di un Angelo alla mia Tavola di J.Champion. (
Barry Lindon/ IL Flauto Magico/ Home of the Bravery)
..............................................
Giovedì 16 dicembre Stamane me la sono presa comoda
nel recarmi a scuola, ( mi sono preso ogni agio nel recarmi a scuola,),
certo che tutti gli allievi si rivoltassero a letto o fossero in piazza,
intenti a manifestare in giorno di mercato. La mia sorpresa e la rabbiosa
reazione che mi prefiguravo sono rimasti stupefatti e confusi, quando
sopraggiunto con un certo ritardo li ho ritrovati tutti quanti in classe
riuniti in Assemblea, intenzionati e intenti a discutere se seguitare o
meno l'occupazione. Sconcertato e confuso nelle mie
scontate aspettative, - non avevo nemmeno con me il registro-, mi sono
sentito manchevole dell'autorità necessaria anche solo per
sovraintenderli, ho ceduto loro interamente il capo e mi sono ritirato
immediatamente in aula insegnanti, ribadendo comunque che l'indomani
avrei svolto la verifica di Storia prefissata, ma con la sola finalità
ragionevole di indurli a studiare prima che allungassi il passo",
nell'affrontare in una o due lezioni soltanto, per recuperare, la civiltà
ellenistica nei suoi lineamenti, e così scongiurare al rientro delle
vacanze un esito negativo generale pressocchè scontato, se i più
avessero dovuto con il nuovo affrontare tutto ancora da capo. Anzi, ero obbligato l'indomani a
spiegare oltrechè a sottoporli a un test, che sarebbe stato dunque di
necessità breve e sommario. Loro annuivano persuasi, ed io
rabbonito e già benevolente,- la serietà comunque esercitata mi
predispone sempre favorevolmente- (mi fa sempre una favorevole
impressione)- mi ritiravo quindi istantantaneamente, senza che potessi
tuttavia indugiare a lungo in sala insegnanti, poichè mi raggiungeva
sulla sua soglia il tecnico che era stato preposto dal Preside all'auletta
audiovisivi, per concertare con me i rimedi e le riparazioni da
intraprendere. Non potevo assolutamente lasciar
correre l'occasione.... Nel mentre egli mi parlava del
figlio bisognoso di lezioni private, chiedendomi se potevo
insegnargliele. Io non mi opponevo nè mi
candidavo (Proponevo) (facevo avanti) (promuovevo), inibito come sono a
percepire alcun emolumento che sia privato, sudando freddo in silenzio,
allorchè mi pregava che non fossi caro. "Non me ho pressocchè mai
date di lezioni private...- rispondevo flebile. " Tu fai la media dellla
media della media di ciò che chiedono gli altri..." era quanto
ripensandoci mi veniva in animo di dirgli... Quando abbiamo terminato, sono
ritornato più volte ove ora gli allievi tenevano Assemblea d'Istituto,
caldeggiando presso un mio ex allievo e ribadendo a un
insegnante di italiano che mi è coetaneo, il convincimento ch'era
consensuale che fosse ora di porvi termine. " Senno noi insegnanti stessi
che li abbiamo aiutati, saremo la Vandea che si rovescia loro addosso...
Evitino che noi girondini siamo domani i loro termidoriani... Abbiamo scadenze d'obbligo che non
possiamo sostenere a tappe forzate... i colloqui generali, le
interrogazioni, i compiti in classe, ed abbiamo pur diritto a
santificare le feste..." -Gliel'ho detto, ai miei, l'altro
annuiva ridendo, di identificarsi nel corso della Rivoluzione
Francese... guardate che siete ancora alla convocazione degli Stati
generali... - Avessero almeno raccolto i
cahiers de Doleances...- I cahiers cui mi riferivo erano lo
stesso " manifesto programmatico" di cui il Preside in un suo
ciclostilato lamentava la loro mancata redazione, " su cui si
potesse discutere con chiarezza". A suo dire quelli che si trovavano
a scuola erano oramai soltanto una minoranza, " spesso raminga e
sognante " nei corridoi. " Ma che vuole mai dire
"raminga"?- mi aveva dapprima chiesto uno di loro, dei capi,
che già subodoravano suoi intenti di sospensione. La lettura del documento, che fra
gli insegnanti in sala aveva raccolto la esecrazione rituale, non mi
confermava tali loro apprensioni. Cio che comunque occorreva era che
finissero entro oggi, assolutamente, per fare tesoro dell'esperienza
vissuta ed evitarne con il protrarsi la degenerazione. Fortunatamente, quando rientravo
nella sfinita bolgia Assembleare, stava passando ai voti la mozione di
porre fine ad autogestione e occupazione, voluta più che ogni altro
dagli stessi promotori, esausti di orientare da giorni in questo o quel
raduno o corso o seminario, i passi altrimenti confusi e dispersi dei più
che non avevano idee in merito di sorta, e fra i quali erano i più
ostinati a seguitare ancora comunque, pur di fare mancato rientro nella
routine scolastica. Avrebbero seguitato comunque quel
pomeriggio... Ed io rientrato in appartamento
per predispormi il pranzo, ero ancora talmente sotto l'effetto felice
del mio corso audiovisivo di immagini e cinema, e degli elogi più caldi di allievi e colleghi, che mi era stato rinnovato
e tributato anche quella mattinata, da questo o quel mio ex allievo o da
sconosciuti studente, un riconoscimento unanime, che mentre
sparecchiavo, prima di rientrare in Istituto per sapere le ultime,
eppure ne predisponevo una serie di Jarman e di Reggio, di Vigo o ancora
di blob, e riapprontavo documentari sulle Galapogos o sull'uomo di
Altamura, pur di discorrere ancora interminabilmente con loro in
immagini, se solo l'occasione si fosse ridata... Prima di ritornare in Istituto
telefonavo a mia madre da una cabina pubblica, come mi aveva richiesto
per telefono a scuola. Si trattava ovviamente dei
regali... Mio nipote avrebbe gradito un
certo profumo, il cui solo nome e la firma mi esilaravano : "
Minothaure", di Paloma Picasso, mentre a mio fratello conveniva uno
spremiagrumi. Se basta tanto a contentarli,
ridacchiavo al telefono nel salutarla festoso... Ma (E) quando rientravo in
Istituto, dopo essermi fermato in un drugstore per informarmi su quella
marca di profumi, orientandomi per la confezione con la
"miniatura" del flacone, vi era solo clima di smobilitazione
inoltrata, in una confusione ai microfoni di ordini ultimi e di annunci
di smarrimenti e ritrovamenti ulteriori, fra lo sfiatamento del
turpiloquio di uno scazzo agli sgoccioli, si sarebbe così detto antan,
e l'ex allievo che li aveva capeggiati che mi raggiungeva, appena reduce
da training autogeno, nauseabondo di ricondurre da giorni il gregge dallo sbando, mi confermava
appunto che lo stadio della cosiddetta autogestione era oramai
terminale. Uscivo già a sera così verso il
centro, con il vento in poppa della tredicesima già in
pagamento,per regalare e regalarmi i piccoli regali; presso il negozio
di articoli in vimini e giunco, acquistando una seconda microseggiolina
quale minidono per mio fratello e i suoi gatti, e quindi per mio nipote
altri tagliacarte di legno a guisa di uccelli, e per me quei pendagli
con una barchetta in canne di bambu, che apprendevo essere uno
scaciapensieri cinese... quindi una custodia in legno proveniente da
Taiwan, con immagini dipinte a mano, rudimentali e vivaci, dei porticati
di un verziere frequentato da nobili e signore orientali. Poi nel negozio centrale dell'expert,
di elettrodomestici, ahimè apprendevo quanto costasse cara
un'impastatrice secondo il modello che supponevo confacente a mia madre,
con il robot multiuso e il vaso frullatore in vetro, mentre non v'era
problremas per lo sdpremiagrumi, v'era un modello coveniente che
consentiva di raccolglire il succo già spremuto nella ciotola. Quindi in libreria mi facevo
tenere da parte per me l' agenda Smemoranda, e per mio nipote "Fare
Film" di Fellini. Il cinema di fronte annunciava le
priezioni iniziasli del " Piccolo Buddha"; ma
io avevo ora da fare con la scuola, rimediare all'emergenza,
predisporre le verifiche scritte di Storia, e così rinviavo la visione
del cinema, per rientrare con i miei piccoli doni nel mio solitario
fervore domestico, di nuovo intento nella dispersione stanca delle
incombenze casalinghe e poi scolastiche che non ha ancora una fine. Chiedendomi come e quando, ritroverò il tempo per una misura
e una ricreazione di me stesso più alta.
Venerdì 17 dicembre Stamane il risveglio di consueto
sul tardi, ultimando mentre mi rivestivo l' editing al computer del
Questionario di Storia per la seconda, che di notte ribattendo errore su
errore, strafatto dal sonno ho lasciato interrotto, la stampa tra il
riordino del letto e la pulitura dei denti, rilevando il foglio e
riponendolo nella cartella all'atto di uscire, l'altro rassegnandomi che
l'avrei fotocopiato a scuola redatto a mano, dove come al solito sono pervenuto
che la prima campana già era suonata, in tempo per la stampa trafelata
almeno del Questionario di prima, ed arrivare nella dirittura della
classe con il testo per la consegna giusto al suono della seconda
campana, quando il vederli già disposti in attesa ai loro banchi,
finita la festa dell'autogestione già riallineati in ordine riguardosi
e solleciti, mi ha intenerito e mutato in affettuosità dedita
l'irritazione a riprendere un insegnamento che solo la mia ingenerosità
verso loro e me stesso, si ostina di contraggenio a identificare con un
ottuso sforzo senza esito e riconoscimento di sorta, destinato
all'incomprensione e al vilipendio irrisorio. Quando invece etecetera, etcetera,
invece il letterato ed il poeta, il critico e il lettore... E' insieme con loro,
irresistibilmente, che ritrovo ogni volta la giusta misura del rapporto,
che il dare e l'avere è gratitudine e felicità reciproca, che si
dilegua la follia rancorosa che mi fa animoso di ritorsioni delittuose
solo perchè non capiscono, perchè mi costringono a sottostare a ciò
che sono.... ( perchè non sanno quello che fanno....) E quando la felice intesa è
umanamente raggiunta, è lo scherzo il miglior suggello, l'irresistibile
frecciata contro le sventure delle loro squadre del cuore... "E sperando che il Cagliari
ci faccia sognare" l'eliminazione della loro squadra bianconera, in
Uefa, o invitando i fans rossoneri a ripegare sul salame ed il
prosciutto, ora che è perduta la Coppa...intercontinentale... " Che vuoi farci, sono come
Terminator, - dicevo a uno di loro- quando vedo e inquadro uno
juventino, ho il comando incorporato che mi ordina di infierire ad ogni
costo....Non posso trattenenermi, ucci ucci, quando sento odor di
juventinucci, devo accanirmi a più non posso... C'è chi deve guardarsi da Bossi e
chi da Boksic- il giocatore serbo che ha inflitto domenica scorso la
sconfitta alla Juventus giocando nelle file della Lazio-). E in Presidenza, quando ho portato
il nastro che avevo registrato ieri sera, con i canti natalizi di
Mahalia Jackson, Armstrong, Sinatra Crosby e via
Jinglebelllullebeycantando, erano straniti per la felice sorpresa,
toccati e felicitati. Ma nel ringraziarmi, il Preside
non ha voluto accondiscendere a quanto gli chiedevo, di insonorizzarne
la sala di noi professori anzichè con il suo scampanio urticante. " Oh, la sua è musica per
raffinati, ha detto, è più adatto il mio deng dang... E infatti quando vi ho fatto
rientro dopo l'intervallo, l'abituale deng daradang vi echeggiava
ancora, a richiamare urgentemente in classe gli insegnanti successivi. "Così parlo **, con il nome
e cognome del nostro Preside in luogo di quello del fondatore del
mazdeismo, a suggello del riquadro di uno spazio in bianco minatorio,
era in reazione la proposta di una nuova rubrica per il Giornalino d'
Istituto, degli studenti, che ventilavo poi ridacchiando nell'andarmene
via a un collega del triennio. Mentre l' oroscopo
ottimistecheggiante che una settimana or sono ho rigettato in un angolo
con il settimanale che lo riportava, ora che in virtù del sostegno di
Giove mi accertava, per questa in corso, che è arrivato il momento del
successo che mi meritavo, lo riconsideravo con il più doveroso rispetto
e mi rimaneva gradevolmente in mente tra le vie cittadine, confortato
anche da quello che mi aveva ribadito nei corridoi la mia collega di
Fisica, che durante le mie ore di audiovisione gli allievi e le allieve
si succedevano dandosi il cambio...
Avevo intanto fretta di arrivare
prima della chiusura al negozio Expert, per sapere se era disponibile,
da regalare a mia madre, un modello Braun multisystem a un prezzo
inferiore di quello indicatomi, che solo impastasse di meno pur
preservando le stesse funzioni. Si, eccome! E nella giornata
luminosamente esaltata, quindi vagavo un pò per il centro e nella
libreria ancora aperta, prima di rientrare e riaffacendarmi in
appartamento.
E ora che ahimè il sole è già
tramontato, mentre io al computer sono venuto scrivendo tali cose, mi
incalza la fretta di uscire per spese e regali.
lunedì 20 dicembre Sabato mattina, in seconda, quando
rialzando il capo dal testo di Saba, " la vecchia Città", ne
ho visto la indifferenza presuntosa
arrogarsi già la pretesa di non essere obbligati a prestarmi
alcuna attenzione, dopo un giorno di lezione da che era finita
l'occupazione illegale, già anticipandosi per conto proprio le vacanze
natalizie, ho capito che non era il caso di levare la voce, o di
degnarli d' un oncia di sforzo superiore. E ieri sera, e stamane mattina,
nel correggere i Compiti di Storia di quelli di prima, due sole
sufficienze, poichè i più non si sono sforzati di studiare sul serio
nemmeno 38 pagine in tutto di Storia in tre mesi di scuola, di intendere
la differenza già illustrata e configurata e rifigurata a settembre,
tra che sia l'autenticità o l'attendibilità di un documento, il solo
imperativo che mi sono ripetuto è di non adirarmi, di non adirarmi, ma
di dare loro solo il poco di crusca e di pastone
che si meritano, irrimediabilmente, di non pretendere ancora il
dialogo o il confronto ideale, con chi anche s'io fossi un
conclamato genio mi spregerebbe ed irriderebbe sempre come un
culo, a differenza di lui sì, che sa far valere già il meglio di un
maschio, e nonostante ogni ostentazione e dispendio d'ingegno e di
creatività, si sentirebbe a me superiore solo e soltanto perche a
differenza del sottoscritto il cazzo si vanta già come intrometterlo in
una figa, ( sa usarlo nel giusto senso), anche se lo so che mi costa,
che è uno spreco di me stesso cui eppure mi è una pena sottrarmi, non
porli, quelli di seconda, all' altezza di un testo di Yeats, a raffronto
con uno di Trakl o di Pound o Wallace Stevens, o restando più agli
ancoraggi della tradizione, di Kavafis o di Borges o dell' Acmatova, (
sia esso, ad esempio, " In un antico libro di memorie",
"Naufragio", o di Yeats "Versi scritti in un momento di
sconforto", " I giusti", "La città", " Un
uomo d'inverno" o " La porta è socchiusa"), o rinunciare
al progetto che ho appena approntato, di mostrare loro come in Pasolini,
San'a, nel trapasso dal documentario di denuncia al mondo della rovina
delle sue mura, Di Pasolini ho modo di trasmettere
loro anche " Appunti per un film sull' India", da che li ho
registrati nell' edizione di Fuori orario dedicata al "
piccolo" ossia all' "ultimo Budda" di Bertolucci, che
stasera ho mancato or è un'ora di andare a vedere all'ultima visione,
pur di mettermi in pace con i miei doveri di insegnante e di lettore e
di artista. Oggi, dopo essermi incantato
stamane a leggere Lolita, ed avere corretto nel primo pomeriggio,pressocchè
tutti i Compiti di Storia di quelli di prima, ho destinato tutto il
restante pomeriggio all' impiego della tredicesima dapprima per pagare
ogni rata in scadenza- poi per ultimare finalmente l'acquisto dei doni:
il bonsai di un olmo che ritirerò la Vigilia, quindi lo spremiagrumi
per mio fratello e il robot da cucina multipratic per mia madre. Come rabide ventate, respinte,
sopraggiungevano intanto i conati di avarizia egoistica, il rimpianto di
consumare in quei doni ciò che sopravanza ai debiti della mia
tredicesima, di pregiudicarmi ogni possibilità di viaggio, di recarmi
in Polonia o in Cecoslovacchia. " E' patetico, mi dicevo, che
tu abbia acquistato per tuo padre il computer contachilometri a sette
anzichè a cinque ugualmente inutili funzioni, per il solo fervore
ipocrita di accreditarti come un generoso, quasi che tu potessi
soffocare e smentire il tuo sordidume avarisdsimo, devolvendoti Così come è davvero penoso, che
tu ti faccia scrupoli di acquistare lo spremiagrumi più economico per
tuo fratello, quando quello di lusso si differenzia solo perchè il
succo vi cola direttamente nel bicchiere, come se così rimediassi
l'incomprensione fra voi due... Che lui, che ti fa ogni volta il
dono più cospicuo, sia così anche quest'anno il più sacrificato nei
tuoi budget... Oh, sai bene come fare quadrare i
conti e tornare in accredito... Lui non guadagna forse ogni mese
più di te? Non paga un affitto inferiore al tuo? Non si è già
consentito un viahggio in California... Che ne è per il resto dell'anno? Che neè , del soprabito e del
giubbotto bellissimi che ti ha passato? Oh, i tuoi genitori potrebbero
avrebbi dato e ridato non una, ma più vite, e tu seguiteresti a roderti
del costo del robot multipratic che gli hai appena acquistato, a
dolerti, anche se ti hanno appena acquistato la bicicletta da corsa, che
tuo padre non sia ancora sopraggiunto a Mantova, ad insegnarti come si
fa a smontare e cambiare la ruota ch' è sgonfia... Così ora, che devo cessare, per
leggermi piuttosto, mezzanotte trascorsa, qualche grande poesia di
Hopkins o di Pessoa, riprendere a correggere i compiti e preparare le
lezioni di Antologia e Grammatica per entrambe le classi, e insieme le
poesie di Natale per quelli di seconda, sono contento di non avere
infine badato a spese, e mi ripropongo con l'acquisto di
"Lolita" di integrare intelligentemente nei prossimi giorni il
magro dono per mio fratello, e anche se non andrò in alcun dove fuori
d' Italia, pazienza, quest'anno sarà per Pavia e Fidenza e per
Piacenza. E domattina, per non avere
rimpianti, correrò ad acquistarmi ugualmente, pur se di dubbio gusto, i
cactus, come fiori di mare, inglobati nel vaso dalle sfaccettature
opalescenti. E Sabato e domenica? Beh, invischiato nella stssa melassa
umorale. (Addormentandomi più contento,
ieri sera, del pareggio che l'Inter ha rimediato a Roma.)
24 dicembre Pochi referti, il tempo incalza,
tra poche ore dovendo io essere a Modena con i miei per il cenone "regalizio". E devo ancora uscire per
comperarmi dei cubi per i libri, finire di sistemare l'appartamento e
rigettare i rifiuti, ultimare le borse e i preparativi, partire per
tempo con tutti quei ragali e i libri e gli indumednti appresso... In realtà la notte di lunedì-
martedì scorso si è protratta nella scrittura di questo Diario
natalizio, laddove per gli impegni scolastici ho fatto le tre del
mattino la notte seguente, nel raptus e lo sgomento ferito di ciò che
sostenevano certe mie allieve, per giustificare l'ergastolo ai baby
killer di Londra. E io, che non ho ancora la
professionalità di non alterarmi, a cauterizzarmi il furore
controobiettando obiettivamente. "se a soli undici anni
uccidono un bambino, quando avranno vent'anni, chissà che cosa
faranno...., potrebbero commettere atti di violenza maggiore... Io penso che è stato un omicidio
imperdonabile, e che quindi meritano qualsiasi condanna, la solitudine,
l'emarginazione, lo stare rinchiusi in cella tutta la vita..." E un altro : "Io non sono d' accordo che
siano messi a morte, perchè se devono essere uccisi dovrebbero soffrire
atrocemente come la loro vittima. I genitori di questi ragazzini non
possono avergli insegnato a uccidere, ma bensì ad amare " il
prossimo" come impone la religione cristiana. Il bambino B si è pentito di ciò
che ha fatto ( " come sta sua madre? Gli dirai che mi dispiace
tanto?"), ma ciò non basta a scagionarlo........... Alla sera del 24 dicembre Rinunciando ad andare in centro,
come desideravo tanto, per acquistarvi i cubi a giorno ove riporre i
miei libri e libercoli in esubero, e riessere Mi ha risposto una prima ed una
seconda volta mio padre, al quale ho ripetuto il messaggio a suoni
cubitali, adirando il tono, pur nella più aperta sfiducia che avesse
l'animo e l'avvertenza di recapitarlo ai suoi destinatari. "Dove è mai mia madre, che
telefoni a lei!- ho inveito quindi furioso... Che avevo mai scritto, a mio padre
sul bigliettino del dono? " Con gratutudine infinita,
tuo..." "Nel bagno," lui mi ha
ripetuto che era ancora chiusa anche la seconda volta. " E che allora vi resti in
attesa, che io non mancherò di ritelefonare a lei tra poco. Devo
evitare assolutamente, dico assolutamente, hai capito bene? che mi si
possa dire alcunchè. So certissimamente come
reagirei... Che dicano anche una sola
parolina, ed io (ch'io) mi rigiro e me ne vado". " Si, si..." " No, no, io non sono per
niente persuaso che tu abbia inteso, come starebbero allora le cose. Ma
ritelefonerò comunque, a
mia madre, per evitare ad ogni costo di non essere inteso..." Sono certo tuttora, in attesa del
treno, che a un minimo accenno polemico mi leverei e me ne andrei su due
piedi irrevocabilmente. E' tremendo, mi ridicevo or ora
nel bar della stazione, come io riesca già ad odiarla mortalmente, una
persona, per ciò che solo suppongo che possa commettere nei miei
confronti.[1]
Avevo in quei frangenti, di fatto, già rotto in urla e grida con mio
fratello e mia sorella, al solo presagirne
al mio ritardo il rinnovato risentimento, in loro insopito nel tempo,
per essere io il figlio più amato, la scena madre "E' intollerabile, è
intollerabile, denunciando loro, che
mia madre e mio padre mi abbiano obbligato a tacervi di avermi regalato
la bici da corsa, nel timore di come avreste inevitabilmente reagito... E' intollerabile, è
intollerabile, che io per disobbligarli non nei miei ma nei vostri
riguardi, mi sia indotto a un dono che mi ha sottratto (precluso) ogni
possibilità di andarmene in vacanze...Intanto che voi sarete a parlarmi
di Los Angeles e della California... E che ora debba essere
rimproverato per essere arrivato in ritardo, perchè non ce la facevo
con due sole mani a portarli tutti, i vostri doni... Perchè mi sono allora dato così
tanto da fare ed ho speso tanto per farveli? Ma perchè la si smetta di
farli, una buona volta, è per questo ched d'anno in anno gioco al
rialzo! Scoppierà pure il palloncino, una buona volta! E voi, invece, a
ripromettervi di essere alla stregua dei miei doni l'anno seguente, e a
rifilarmi dopo i fondi degli scarti di magazzino oh, non è il fatto che costassero
poco, che mi faceva illidire, strappata la carta, ma il costatare come
fossero stati un rimedio dell'ultimo istante... della biancheria intima di serie (
da magazzini) l'anno scorso... un paio di ciabatte ospedaliere l'anno
prima..." O più desolante ancora,
l'andarmene senza dire parola, glissandomi in un triste mutismo
inappellabile, con i tanti miei doni, lì a parlare per me,
nell'eloquenza commoventissima della loro falsità (in un eloquio
commoventissimo e falso), articolantesi nello scartarli in mia assenza
ad uno ad uno, alla constatazione di quanta sia stata la ricercatezza
nell'individuarli e nell'allestirli, la dedizione riposta nel
presceglierne anche la carta e il nastro e i bigliettini, con il Babbo
Natale oberato da cuccioli stampigliato su quello di mio padre, invece
con la piccolina, come lei ancora si immagina, su quello di mia sorella,
che imbuca le lettere in punta di piedi nella cassetta per la
corrispondenza di Santa Klaus, con anche dipintovi il corno postale, e
orsacchiotti scherzosi sfrenati in slittino invece sugli altri... " Hanno capito, ...",
" Abbiamo capito che abbiamo sbagliato...", l'indomani, il Santo Natale,
quando non servirebbe allora più a niente... Al colmo del furore, prima
dell'autostazione, esasperato per l'irreparabile che era già avvenuto
solo nella mia immaginazione febbrile, " voglio adesso un milione
di riparazione, - sono arrivato a folleggiare- per il mancato
riconoscimento dei miei doni da parte vostra!...". ( E' allo stesso punto del viale
alberato, presso lo slargo dell'autostazione, che già nel viaggio
precedente per rientrare in appartamento a recuperare la congerie
impacchettata dei regali, dopo avere già depositato lo zaino valigia,
l'ictus mentale ha avuto una sua prima gestazione, ancora io rabbioso di
non essermi recato in centro, pur senza distogliermi dai preparativi e
dalle predisposizioni sin dal primo pomeriggio, quando si è verificata
la reviviscenza dell'astio insopito verso i miei allievi, allo stesso
modo in cui ( esattamente così come) si era riacutizzata quella mattina
stessa, allorchè al tecnico che mi ha ripristinato la sala audiovisivi,
ho confermato che anch'io come lui, avevo di che lamentarmi che gli
studenti dell' Istituto non ci manifestassero la minima riconoscenza,
per gli impianti o i banchi di cui si trovavano a disporre, grazie a
lui, come di softwares e di manuali di videoscrittura e di ogni sorta di
filmato per mia iniziativa, per la ragione stessa che ne disponevano a
costo zero per nostra gratuita iniziativa, senza che ciò di cui così
disponevano fosse loro costo alcun sforzo o sacrificio...) Ma intanto (ora) così scrivendo,
Carpi e Modena si approssimano, e per addolcirmi già l'animo di dolci
cose natalizie, mi riguardo in treno le meravigliose tavole sulla
natività allegate a Famiglia Cristiana). //// ......./.................................... Natale Natale Poi tutto è accaduto e si è
svolto (ed è avvenuto) tranquillamente, nel piacere I miei regali li hanno stupefatti,
per la cura posta nella loro ricercata appropriatezza. E pare ch'io mi sia dimostrato
invero gentile, quando anticipandone l'assaggio, non ho voluto sapere in
che cosa consistesse una mousse così squisita, che con le sue mani
aveva fatto l'amica lì presente di mia sorella, temendo di doverla
allora lasciare nel piatto, come già la sua quiche infarcita di lardo. Ma forse più ancora gentile non
mi sono appalesato, appunto nell'esserlo, quando ho contraffatto la
bocca che andava storcendosi, al grembiulino da cucina ed al panno da
bidè ricevuti in dono da mio nipote. (
Poi il giorno di Natale, ingozzati
di tortelli e tortellini, di carni lesse e bollite innaffiate di vino,
per le algide vie di Modena uscivo nel tardo pomeriggio ( " E' veramente bohèmienne-
quella giovane aveva detto della mansarda. " Molto", per non dire
"troppo", le aveva replicato mio fratello. Era evidente che per i suoi
trascorsi di povero, a differenza di lei, ne aveva repulsione. E in quel ricetto, ci avessi
vissuto, io avrei dovuto vergognarmi di doverli accogliere. Loro cui occorre sempre uno sforzo
magnanimo di degnazione, per comprendere chi non possa ricorrere ai
viaggi aerei. Ma a mio nipote ed al suo giro di
amici, quel ricovero tornava utile per le loro esigenze sessuali, era un
nido d'incontri fuori casa, e in
tutto e per tutto diveniva così " very nice"... " Sei stato di una tale
generosità...", quindi al rientro
mi diceva mia sorella, chiamandomi in disparte, per
contraccambiarmi di un' ulteriore cesta di bottiglie di vino e amarene e
di aceto balsamico. Ma io non ho voluto neanche
sentirne parlare, per quei doni di generosità, schernendomene( Ma io mi
sono raggricciato, al solo sentirne parlare di generosità, a proposito,
schernendomi per quei doni) senza affettazione alcuna. Lei, che al di fuori del lavoro
vive la vita come una telenovela, se la può davvero consentire, tanto
in falsa coscienza è egoisticamente
avida, e insieme ingenuamente avventurata... Piuttosto il Santo Natale che per
me mai si compie, è ch'io mi rassegni agli altri e che li accetti, e
che dia ugualmente ciò che è secondo la mia pienezza e l'empito,
secondo la misura del buon gusto e del dovuto, cercando di non farci
caso, se per non smentirmi ho speso per loro così tanto, in doni, che
ora non posso andare via, mentre loro che mi hanno regalato il minimo,
le vacanze ora le festeggiano via all'estero...
E ahime, ancora debbo evitare come
una ricaduta mentale di pensare alla scuola, esulcerandomi anche il solo
prefigurarmi, al rientro, di dovere Incapace di capire fino in fondo,
che se penso veramente a ciò che così si verifica, non posso che
consentirvi, e che equo e santo e giusto, è quanto comunque è il
riscontro che occorre soltanto che accetti, evitando di patire
distorcendo il collo espiatorio.
26 dicembre Stamane mia mamma mi ha
risvegliato in anticipo perchè vedessi come Ed io festante ho dischiuso di un
poco le finestre per accoglierne l'incantevole biancore (imbiancata) (
farfallio) (discesa), e dato che già anche mio padre si era alzato, da
lui mi sono fatto accompagnare di primo mattino a Mantova, rientrandovi
per fare ritorno a Modena in giornata, deliziato anche all'idea di
vedere la mia città e i suoi laghi sotto la neve. Le falde della neve copiosissima
avevano già rivestito ogni aspetto della città di Modena e dei campi
periferici, imbiancandone gli albereti ( le alberete) e i filari di
arbusti, velandone gli specchi d'acqua Ma quando nel tepore del treno, giunto in prossimità della
mia provincia, ho deposto le " Storie dei Lombardi" di Brera,
le sue memorabili evocazioni di anitraie e falconiere viscontee, delle
arginelle per la pesca nelle lanche, onde Poi, di rientro a Modena, nel
primo pomeriggio, quando già paventavo che il niveo candore si fosse
disciolto, poca neve, poi una sua lieve distesa quà e
là per i campi, quindi il suo riaddensarsi ( riaffoltarsi) di
nuovo nell'algore che mi ha accolto alla discesa dal treno, dopo la
vista delle poiane che si scrolavano in cielo sulle bianche distese,
l'acqua nelle conche rafferma e i rami tramati nel cielo cinereo al pari
che in Brugel, è stato come se avessi valicato in nemmeno un' ora
l'estrema frontiera, per qui giungere fra i miei cari nel paese
straniero ch'è fatato e felice. 29 dicembre. A Pavia L' esasperazione reattiva, ieri
mattina, quando ho letto sul giornale dell' iperattività sessuale delle
coccinelle, presumendole immediatamente delle donne, mi mantiene guardingo
sulla felicità quieta che assaporo con i miei cari, nella mia tormentosa
infelicità anestetizzata Certo mi è confortevole e grato
trascorrere questi giorni insieme con i miei familiari E' che le loro premure, più prima
che poi le avverto come spire letargiche,
come l' avvezzarmi a ingrassarmi di nuovo nella leccardia di
capponcino impotente, ibernato sotto la coltre di così tanto amore... Cosicchè avevo prefissato, già
domenica, che oggi avrei turisticheggiato qui a Pavia, dove scrivo quanto
ho già detto e quanto or segue giuntovi in anticipo su ogni
ruolino, così come è con un certo sollievo, più che con rammarico, che
mia madre non ha potuto non accogliere l'invito di suo fratello, a che
insieme con mio padre trascorra da loro nel Varesotto il Capodanno. All'inizio, a dire il vero, la
conversazione telefonica tra fratello e sorella che origliavo nella mia
stanzetta, sembrava un reciproco sforzo di scaricare l'uno sull'altro, la
dissuasione a recedere dal'impegno assunto. " Sai, quanto i miei figli ci
tengono a passare il Capodanno con noi... No, non state a farvene un
problema... Non dovete sentirvi obbligati..." Invece le tante sue riserve e
renitenze e recalcitrazioni che mia madre mi aveva anticipato, si sono
fuse e dissolte in un assenso, come il burro che stava friggendo in
padella per la frittata di funghi. Il problema vero, dietro le quinte
telefoniche, più che il mio stato abbandonico di figlio solo, era il cane
Fred, di mia sorella, chi l'avrebbe tenuto? mentre erano in corso in
Spagna le sue "vacaciones"? Lei se ne è andata che non era
ancora trascorso Santo Stefano a Barcellona, e mio nipote non può non
partire con Alexis per Nizza... Intanto io sono qui ora impaziente
di riprendere questo mio solo possibile itinerario pavese, non potendo
fuoriuscire dalla Padania, dopo che mi sono svenato a tal punto per
onorare anche nei loro riguardi le regalie natalizie... Abbozzando buon viso a magra
sorte, ah, non li avessi nemmeno ricevuti i loro doni, dolcificando in un
sorriso affranto l'agro più amaro in bocca, nel ricevere quel grembiulino
da cucina,... e la cesta di mia sorella,... Comunque stanno in bella evidenza
con la sua caffettiera sul mio tavolo grande... Per ritornare su che cosa possa
mai significare, qualora ancora mi alletti, ( qualora il riconoscimento di
tale affezione possa ancora allettarmi), l'attribuzione di una patente di
generosità. ( Ieri sera ho tramato come un
ragno intorno ad Alexis. Hum, per suscitarne le simpatie basta titillarne
il nazionalismo greco. Ma è suo padre, o sua madre, che è tale di
nazionalità? Almeno per Iraklion conveniva che
non era gran che, che è "a little bad, not very nice". E come si è illuminato, rapito,
quando gli ho rivelato che so del ritrovamento e del sito di
Vergina, del tesoro tou Filippos, tuttavia adombrandosi (contrariandosi)
già nell'umore, quando gli ho accennato di averne visto dei reperti
esposti a Bologna, quasi che dovesse fronteggiare, anche solo il sospetto,
di un ulteriore trafugamento degli beni patrii... Peccato, nel salutarlo, non
avergli accennato scherzosamente: "
But Macedonia is greeck..." Su Pavia Ben è vero, che per ognuno "
Mater tua semper pulchra", così recitava il passo del Romanzo su
Pavia di Gianni Brera, che mi ricorreva alla mente nel ripercorrere con i
miei sensi le vie dela città, da lui favoleggiata come più bella
finanche di Siena... Eppure mi esaltava per Strada
Nuova, vedervi fin oltre il Ticino lungo il Borgo, materializzatavi una
comune misura operosa per lavoratori e signori, nella assenza di qualsiasi
alterigia dei palazzi, contigui, sobriamente asciutti, alla pasticceria e
all'officina, il viavai e l'operare e le dimore, il tutto assorto in uno
stesso fervore (madore) gastronomico- meccanico. Così come è bastato che
l'esemplarità del San Michele perdesse la sua regalità in arenaria,
perchè le sue versioni in cotto[2],
in san Pietro in ciel d'oro come in Santa Maria in Betlem o in San
Teodoro, assumessero una più indigena e calda anima rustica... Quasi che
il marmo che vi gioca con il cotto, prevaricandolo nella sola fioritura
statuaria della Certosa, qui fosse solo l'appannaggio della regalità e
della morte.
Fine anno 1 gennaio Quando ieri verso sera, di nuovo a
Mantova, - mia mamma e mio padre si sono nel frattempo recati a
trascorrere il fine anno presso i miei zii materni-,
sono uscito per acquistarmi una cartella e i cubi a giorno per
contenervi i miei ultimi libri, per scambiare presso il mio libraio Lolita
che avevo regalato a mio fratello con un libro di Chatwin, e per il taglio
dei capelli, - cosicchè quando ritornero con i miei familiari a pranzare
nel ristorante che è stato allestito nella mia casa natale, il mio
aspetto ne risulterà ringiovanito, per i soliti sguardi intenti a
scrutare ogni segno di decadimento in chi fa rientro-la mia città era
animata nel freddo da non molti (sparuti) passanti, pochi o nessuno v'era
ancora nei negozi, cosicchè sotto le luminarie beneauguranti sembravano
attardarsi indugiandovi solo i ritardatari o chi non avesse ultimato gli
acquisti ulteriori, quasi che la sacralità del cenone o del ritrovo con i
propri congiunti nelle case distogliesse ogni altro dalle pubbliche vie,
ove chi era ancora intento in acquisti o in incombenze, dileguatasi con la
ressa la frenesia consumistica, pareva differire il rientro solo per una
più compiuta partecipazione al rito, per una comunione e una
rigenerazione più rinnovatrice. Quanti, invece, come me non erano
attesi che dalla propria solitudine, da una cenetta da consumare con se
stessi ed il televisore acceso, come me commuovendosi pur risapendone la
retorica ritrita, alle parole del messaggio del presidente della nostra
Repubblica che hanno benedetto il suo sacrificio come non vano. E' stato anche sapendo che così
sarebbe stato l'ultimo dell'anno, che mia madre mi ha lasciato l'ultima
trota rimastale in frigo, che secondo una ricetta lombarda ho cucinato nel
modo più elementare e squisito, riponendola in forno nella teglia
imburrata entro un fondo di patate, ampiamente cosparsa di prezzemolo e di
buccia grattugiata di limone, quindi irrorandola di olio e cospargendola
di sale aromatico e di timo. Anche in ciò ignorano i miei
fratelli, ed ogni altro mio familiare, quanto l'amore più profondo che
hanno nei miei confronti che nei loro riguardi mio padre e mia madre, sia
reso in essi più ancora struggente dal senso di colpa, che li
intormentisce, per avermi messo al mondo destinandomi a una vita anormale
più sola e infelice, così come la scandisce ogni fine anno, quando loro
sono comunque per il mondo in una qualunque compagnia, mentr'io (i miei
genitori lo sanno, che) mi ritrovo dovunque solo. E suppongo sia stato non
ignorandolo, a differenza di loro, che benchè il libro si fosse sciupato,
il mio libraio non si è rifiutato di cambiarmelo e mi ha rinnovato le più
vive felicitazioni, che io ho contraccambiato insieme con il suo favore,
con i più vivi e ripetuti auguri ed acquistando la guida agli itinerari
ebraici della mia regione. Che non ho mancato di ostentare,
al più fido dei loro frequentatori e mio caro conoscente, di inveterata e
sottaciuta e sottesa origine ebraica. E' stato cucinando con ogni cura
del caso quella trota finissima, che l'ultimo residuo di malinconia si è
schiarito, e che si è quietata l'angoscia letale addensatasi già al
risveglio, quando un acuto odore che permaneva nelle stanze e non scemava,
mi ha fatto paventare un'esalazione venefica. E' accaduto il giorno prima della
vigilia di Natale, nella mia Provincia, che prima un'anziana signora, poi
tre dei parenti convenuti per l'esequie siano rimasti vittime dell' ossido
di carbonio. " meglio piuttosto lasciarsi
morire che ricorrere a loro, mi sono detto, anche solo ricorrendo al
centotredici o al pronto soccorso. O anche solo all'inquilino responsabile
del condominio. Mi lascerò andare, al pari di chi in America anzichè
astenersi, come me reietto, lascia che a liberarlo siano l' Aids e il
suicidio sessuale." Così è con lo stato d'animo (
con l'angoscia) di chi ha la morte da incontrare a ore, che in mattina ho
effettuato i soli acquisti di cibo, e solo quando lo sconforto si è
attenuato, ho ripreso animo per uscire ed effettuare le compere che avevo
in animo, sorprendendomi alla fine, di come fossi riuscito a trovare il
tempo anche per il taglio dei capelli. Con il garzone ho avuto allora
modo di dilungarmi sulla scuola, su che sia stata l'autogestione. Nonostante ogni concessione ed
attenuante, non avendo modo di oppormi a che ne pensasse degli studenti. " Non dico tutto, ma almeno
il settanta per cento di loro li vedi che non hanno voglia di studiare,
che non gliene frega niente di niente... li vedi, già alle nove del
mattino che se ne vanno a spasso, che fanno gruppo e non badano che a
fumare tra loro... Studieranno si, ma solo perchè
glielo impone loro padre e per non andare a lavorare... Studiare è comunque fare
qualcosa, bisogna darsi da fare, lavorare, lei non sa che tristezza è
dalle mie parti- è di Barletta- per i giovani non avere niente da fare
perchè c'e solo disoccupazione, te ne stai li tutto il giorno, davanti al
mare e avanti e indietro... O un lavoro se lo trovi, è per poche decine di migliaia di
lire... Io pure ci campavo, perchè avevo un padrone di MIlano che aveva
riguardo (, non ne profittava più di tanto) ... 120.000 lire alla
settimana, senza pagarti i contributi, naturalmente... E allora li capisci quelli che
spacciano droga, che in poco fanno fortuna. Anche da noi è già arrivata
la criminalità, drogai, furti, ( spaccio, scippi), la Sacra Corona
unita...Immagini come ci sono rimasto, aprendo il giornale, quando vi ho
visto la fotografia di un mio amico, di vent'anni, uno tranquillo, ch'era
già dentro per il pizzo... Era andato con altri a incendiare
capannoni..." Mentre ho cenato mi sono
riguardato per l'ennesima volta i nudi di Sebastiane, poi, ( ma solo) una
volta Non v'era più per le vie che
gente sparuta, che qualche gruppuscolo di mortarettari, cosicchè giunto
fino all'altezza della piazza del Palazzo Ducale, rimiratane l' algida
magnificenza notturna ho svoltato per rientrare di fretta. Al calducccio, quindi con che
delizia nel confortevole regno del mio appartamento, al sopraggiungere
della mezzanotte com'è classicamente di rito, stappandomi la bottiglia di
spumante e assaporandomi
(affondando il coltello e i denti) nelle fette di pandoro fragrante appena
aperto. Finchè ripresa la visione di
" Angelo", il sonno ha prevalso su tutto. La cena natia Piacenza, 4 gennaio 1993 Si avviano oramai nervosamente
alla conclusione, le mie vacanze natalizie e queste note. Cercherò di redigerne l'epilogo
con estrema concisione, affannato ad essere stringato, dal timore di
essere vano quanto sono attuale e psicologico, e quanto mi impegolo,
reattivo e querulo, nelle questioni dei diritti e
dei doveri della mia esistenza civile e familiare. Dunque Sabato, 1 gennaio, ai nuovi
orrori dal fronte di guerra dell' ex-Jugoslavia, le mie perturbazioni (
alterazioni) mentali si sono addensate nella decisione di non tollerare l'
orrore bosniaco, ma già domenica il fatto che mi ha prevaricato la mente
e che su tutto è prevalso, Ne ero ancora innervosito e teso
ieri sera, lunedì, quando mi sono ritrovato di nuovo insieme con i miei
genitori e mia sorella e il mio nipote, riuniti per una cena nella osteria
in cui è stata trasformata la nostra casa comune ceduta in affitto, Psicopompi i ristoratori, nella
successione dei tortelli di zucca a quelli con gli spinaci, affiancati ai
tagliolini Io stesso, perchè mai l'ultimo
dell'anno mi ero sbrigato per farmi tagliare i capelli, il che giova assai
a ringiovanirmi l'aspetto, e prima di partire mi ero abbigliato con il
cappotto ed il completo che avevo acquistato più di recente? L'anziana ostessa del paese, non
sapeva di redimere con una sola battuta ogni cattiveria inflittami
quan'ero bambino ( nella mia esistenza di bambino), allorchè dopo i più
festosi saluti, le sole parole che mi ha detto sono state: " Ma se
non diventi mai vecchio...". E la figlia oramai
ultracinquantenne, che mia sorella dopo inesauste maldicenze intercorse
per anni, era smaniosa fin dagli antipasti di reincontrare dopo la cena,
offriva a lei, e agli altri miei cari, la soddisfazione di constatare come
il suo presente non fosse che l'aggiornamento del suo primitivismo di un
tempo, quando è venuta felicitandosi che lì non fossero ancora arrivati
i negri, come avviene da noi in città. La sola piacevole sorpresa
sconcertante, per loro è stata la scoperta come al ritrovarlo si fosse
rivelato un pazzo, lo zitello studioso solitario del paese, che all'avere
infine ritrovato con chi poter parlare a ruota libera di ciò che gli
urgeva, si era euforizzato al punto da divorare ogni parola, nel
discorrerci dei ridicoli marchingegni del fascismo per ritardare ( per
impedire l'eccesso di velocità dei) i velocipedi, o del suo progetto che
si destinassero le scuole vuote d' Italia non solo ai bambini della Bosnia
ma anche ai loro maestri. E un coltivatore che sapevamo un
proprietario fino all'osso, per il quale vale più un capo di bestiame che
la vita intorno alla stalla di una presenza sospetta, non si è smentito,
istantaneamente, quando a ciò ha scosso la testa, e benchè ci odi e
ferocemente disprezzi, non ha potuto trattenersi dal dire: "Ah, sono slavi, è altro
sangue, quello..." Ed oggi, anche per rendere meno
traumatico il mio rientro nelle strettoie scolastiche, ed il rimpianto di
non essere espatriato durante le vacanze, mi sono concesso una divagazione
turistica a Piacenza. Stamane quasi mi vergognavo di
oziarvi contemplativamente, pressocchè il solo turista della città, non
fosse stato per due frettolosi francesi. E in Santa Maria della Campagna,
riguardando gli affreschi del Pordenone, mi ha colto lo scoramento, e mi
è parso di esservi con i pochi credenti che la frequentavano , il fedele
postumo di un credo che è morto. Lo sconforto è stato avvalorato
dal fatto che il mio viavai, sotto la pioggia (pioggerellina), da un
monumento all'altro e poi per il centro della città, ha insospettito la
volante, che come sono
entrato nel bar dove ora sto scrivendo, mi ha intercettato e mi ha richiesto i documenti. E si è intensificato, aperto il
giornale, quando vi ho letto che oggi si chiude il Museo di Capodimonte;
venti, venticinque, i visitatori abituali. Prima di passare e chiudere ancora
due episodi, che confermano le parole di Juri Lotmann ieri sul Corriere ( "E quando rendiamo più
facile la vita a un altro, essa diventa più facile anche per noi... Dio
voglia che noi possiamo essere d'utilità a qualcuno, consolare qualcuno,
aiutare qualcuno. Soltanto questo ci salverà, tutti insieme e ognuno
singolarmente.) Stamane una vecchina, dagli occhi
chiari e timidi e gentili, sotto i portici del palazzo gotico
mi ha chiesto i soldi che le occorrevano per una necesità medica, poichè
non si era ritrovata che con i contanti del biglietto per tornare al
paese, premettendo che le indicassi il mio indirizzo che me li avrebbe
restituiti. Io sì, le ho fatto l'offerta, ma
di pochi spiccioli, quando bastava le dessi qualche migliaio di lire in più,
per non obbligarla a umiliarsi di nuovo ( per evitarle di umiliarsi di
nuovo). Solo dopo che lei mi ha
ringraziato ripromettendosi di chiedere i soldi di nuovo a qualcun altro, ho compreso quanto sono
stato imperdonabile ( quanto nella mia offerta fossi stato
imperdonabilmente avaro e ingeneroso). Ma era già troppo tardi per
ritrovarla intorno. E in Santa Maria della Campagna,
quando per vedere meglio gli affreschi del Pordenone ho acceso e spento
alle mie spalle le sole luci dei ceri elettrici, una donna ingrossata
ancora giovane e strana, ha cessato di pregare per chiedermi con voce
stentata se fossi stato io a provocare quell'accensione. E quando l'ho confermato, "
Meno male, - si è risollevata- temevo proprio che fosse stato il
demonio". " Adesso sono più
tranquilla,- poi ha soggiunto d'un fiato . Sa, avrebbe potuto fare bum e
fare esplodere tutto!". L'averla così confortata e
tranquillizzata, vincendo l'apprensione e la paura elusiva che quella
donna mi suscitava, ha irradiato una giornata ch' è
seguitata anonima e grigia; come anonima e grigia mi permane Piacenza:
certamente sono animate e piacevoli via Roma o via Bonfatti, la via che
reca al duomo o lo slargo del borgo presso San Sepolcro, sono imponenti e
austeri gli interni del duomo e di San Francesco; ma è come se si fosse
salvaguardata città di gente ordinatamente libera, solo negandosi ogni
fisionomia e un'identità, apparentandosi o limitandosi ad essere di
transito; e i suoi stessi monumenti paiono esemplari in tal senso; se si
pensa al suo duomo, che mutuati prototipo e maestranze da quello di
Modena, ne è divenuta la contraffazione assumendo i connotati, a capanna,
della tramutazione gotica del romanico lombardo, e prima della Rinascenza
non v'è chiesa che non ne sia venuta al seguito.
Aggiunta Poi, sotto la pioggia intorno a
San Savino, nel bar di fronte con la foto con dedica del tenore Bergonzi,
ove non si parlava che delle prodezze della squadra di calcio del
Piacenza, per la prima volta nella massima serie. E non è conosciuta per altro ora
Piacenza in Italia. Io che solo per scrupolo ho fatto
ritorno alla grata di fronte, e infine ho trovato aperto nel pomeriggio il
San Savino, entrandovi nella quiete
silenziosa, incantandomi alla varietà floreale e animale dei suoi
capitelli romanici, alla tarsia zodiacale e delle opere dei mesi dei suoi
mosaici. Quindi ancora il tempo, sanati con
dei cerotti i piedi piagatisi dentro le scarpe ristrette, per fare ritorno
a San Sisto e visitarne la fastosità interna affrescata di fregi, quindi
il solo viscido della pioggia incessante sull'asfalto, mentre arrivavo
infradiciato alla stazione, le macchine che schizzavano luci e fanghiglia,
il sottopassaggio umido e fetido, l'attesa ancora di un'ora, prima di
essere fra i miei cari, di trovarvi il porto del tepido conforto familiare
alla mia solitudine estrema, al suo trascinarsi qui sfinita e fradicia,
tra il bar e le latrine ove c'era movimento, può essere che quel mio
coetaneo emaciato e bello, .... sosto su una panchina presso il primo
binario e lo guardo per accertarlo, lui mi fissa e mi ricambia, ma è
impossibile, ora, per quanto mi piaccia, appartarmi in un cesso e chinarmi
a farglielo, quando tra un'ora sarò da mio padre e da mia madre, ma devo,
devo non mortificarmi, recuperarmi in ciò che sono e sento eccitatamente
di essere nel timore del panico, per contentarli i miei impulsi che lo
vogliono, e provarci e non annientarmi di rimpianti, ora che lui raggiunge
di nuovo gli orinatoi, che ne esce al più presto, ora la vedo, perchè è
subentrata una disinfettatrice, sono io che ora lo anticipo, che devo
farlo nel poco tempo che resta, e lui mi raggiunge e mi si mette accanto,
un vecchio intruso si leva, e ora già ce lo masturbiamo senza più
ritegno, è morbido e roseo il suo prepuzio, il glande ne fuoriesce livido
e umido e sempre più gonfio, voglio toccarglielo, fargli cenno di
chiuderci in una latrina, ove possa prenderglielo e nutrirmene e saziarne
fino a che...lui già viene e butta, se lo rimette frettolosamente dentro
e scompare via... Ed io sono anche giusto in tempo
per non ritardare la partenza al treno seguente ... Il rimpianto sopravvive di non
avergli fatto cenno, d'avere avuto ritegno a toccarglielo o chinarmici
sopra... L'avrebbe consentito?... non avrebbe forse temuto di
essere sorpreso in atti osceni in luogo pubblico? ... Forse l'avrebbe
malamente sorpreso, che agganciato mi fossi mostri mostrato il più
ghiotto senza ritegno... c'è comunque appagamento... finché il treno non
sopraggiunge a Modena, e sono cordiale ma sottilmente nervoso fra i miei
cari. dal cinque gennaio "E' solo un avvertimento,
non devi agitarti," ho iniziato a ripetermi, per placarmi,
mentre con quella sanzione infilata malamente in tasca rientravo a scuola,
l'ultimo giorno di vacanza, per ricontrollare sul registro i compiti che
avevo assegnato alle classi per il rientro. All'altezza del passaggio a
livello, poi dell'ospedale, intanto il traffico era congestionato più del
solito, ma io ero oramai in trance, anche se mi mantenevo calmo, ed era
così in mia vece il mio pilota automatico, che all'incrocio seguente, si
regolava per la precedenza con le auto che sopravvenivano. Già l'ultimo giorno dell'anno
discendendo per le spese del mattino, avevo ritrovato un precedente avviso
postale nella cassetta delle lettere, ma allora non avevo avuto, il modo e
il tempo, per ritirarvi ciò che ero certo consistesse nei compact disk in
arrivo, che avevo richiesto alla rivista Amadeus, per ultimare la Selva
morale e spirituale di Claudio Monteverdi. Sicchè ho cominciato a
sorprendermi, a mia volta, quando infine recatomi a ritirare quanto per me
vi era depositato, l'addetta delle poste si è stupita alla mia richiesta,
avendo poco contante, di quale fosse l'importo che dovevo versare in
contrassegno. No, era una semplice raccomandata
in arrivo dalla mia stessa città, e quando stropicciavo la busta e
l'aprivo,- chi poteva mai esssere?- vi ritrovavo infatti l' intestazione
consueta, e i caratteri e i termini della prosa burocratica, cui ero
tristemente avvezzo, del mio Preside che per quel fatto, per il quale pur
gli avevo risposto per le rime, aveva la temerarietà non solo di non
farla finita, anzi, come stranivo nel percorrerne in un battibaleno i
punti salienti del discorso di replica, presumeva di avere addirittura
ragione, sinchè dovevo allibire, nell' apprendervi che addirittura mi
puniva... Ma come... Cercavo intanto di riprendermi
dallo sconcerto, nel pervenire a scuola, razionalizzandone l' esagitazione
nella considerazione che per me così risultavano esattamente rovesciati i
termini, rispetto alla situazione di mia sorella di cui mi aveva parlato
l'altra sera, e in cui era rimasta coinvolta come direttrice dell'ospizio
rispetto alle sue assistenti e ai sindacati... Ed io, come me ne aveva parlato,
avevo superato immediatamente ogni distanziamento " Tu avrai pure formalizzato
ogni cosa.... Invece di renderti grazie di non averle su due piedi
licenziate... La CgL, poi, parlare di stato di
un atteggiamento intimidatorio e che ne turba il lavoro... Ora invece ero io, contro il mio
Preside, che cercavo di ritrovare il fiato e la calma riproponendomi
l'aiuto dei sindacati... Mettendo con loro le mani avanti,
che mi difendessero perchè condividevano le mie sacrosante ragioni, e non
già per ragioni d'ufficio... per la natura opposta dell' atto imputatomi,
rispetto a quelli commessi dalle due sciagurate inservienti, allorchè mi
ero ero assunto la responsabilità di difendere la dignità e il diritto,
di quell'alunno, a non vedere ribadito il rifiuto della sua persona da
parte delle istituzioni scolastiche, come mia sorella in quanto direttrice
aveva difeso i diritti dei suoi anziani a non patire sevizie. " A pulire e rivestire i
morti, le metteremo, - le aveva prefigurato il suo superiore
appoggiandola... Ma io che appoggi potevo
aspettarmi, mi chiedevo, al Preside daranno comunque ragione, per il solo
fatto che assicura l'ordine e garantisce l'efficienza dell' Istituto... Poi a scuola, maneggiando i
registri, che cosa non avrei voluto scrivervi sopra, quali dichiarazioni e
richieste infuriate di convocazioni, non fosse stata per la sfiducia in
ogni gesto clamoroso, come avrei voluto precipitarmi nell' Ufficio in cui
lavorava silenzioso, gridandogli in qualche modo quanto fosse stato un
farabutto... non avesse prevalso la ragionevolezza, con la consapevolezza
che non reagire e permanere impassibile, era il modo migliore di non
dargli alcuna soddisfazione... Sul registro di classe rileggevo
intanto i termini del suo provvedimento di sospensione, inflitto a quell'
allievo maggiorenne e stolto che ho in classe tra i piccoli di prima, Purtroppo per lui, la scalcinatura
è finita nel periscopio del Preside...
Ed egli è scorfano, a vedersi,
quantomai odioso per le sue pupille insaziate di efebi... Due giorni di sospensione, il
Venerdì e il Sabato seguente...
Quando finora, se fossi stato io (
se mia), o un altro insegnante, ad accertare e a denunciargli ogni sorta
di lesione e sopruso, che questo o quell'allievo avessero intenzionalmente
inflitto ad altri allievi, nella loro sensibilità, anzichè
inavvertitamente ai muri inerti della scuola, non una solo provvedimento,
anche di sola ammonizione, è stato da lui assunto di persona... Confidando che fossero i Consigli
di Classe, cui demandava l'affare, ad attagliare a chi si fosse levato
contro il torto, la incomoda veste di chi li scomodava per una riunione di
troppo... Ma quel pomeriggio, per i
corridoi, mi sono limitato unicamente ad osservargli, che era da temere E tanto si è rivelato inavveduto
e malaccorto, anzichè un infido beffardo, che egli si è attenuto
immediatamente e con remissività fanciullesca alle disposizioni del
Preside, assentandosi per la sospensione il giorno immediatamente seguente
e il successivo, senza accertare che era stata decretata dal Preside per i
giorni ulteriori di fine settimana, quando, il Venerdì mattina, alla
prima ora me lo sono ritrovato in classe. Avrei dovuto assentarlo con un
invito perentorio ad uscire per altri due giorni da scuola, obbedendo alla
lettera di quello che stava scritto sul registro di classe? quando lui si
era già sottomesso ed aveva già obbedito alle disposizioni del Preside? Al quale l'ho inviato
istantaneamente, perchè gli chiedesse che cosa dovevo fare. La immagino la scena, per come il
giovane me l'ha riferita, e per come il Preside non l'ha smentita. Lui scende, spiega alla segretaria
del Preside le ragioni per le quali ha bisogno di essere ricevuto, e
questa gli dice di attendere sulla soglia dello studio, dove entra per
uscirne comunicandogli di che il Preside non può riceverlo per un
abbassamento di voce..., che può ripassare comunque domani. Di tutte le interpretazioni del
comportamento del mio Superiore diretto, resta la più plausibile vche
abbia inteso mettermi alla prova... Dunque non aveva la voce nemmeno
per rispondermi un si o un no, che poteva pur tracciare su un rigo di
carta, il mio superiore gerarchico, e così onorava il mio scrupolo di non
disattenderne anche la più provocatoria delle
sospensioni, voluta dal solo arbitrio dei suoi sensi... L' allievo restassse intanto
dunque in classe, non si trattenesse incustodito nei corridoi, in lui
avevo pur una persona da accudire e onorare, in attesa che gli insegnanti
delle ore a venire, disponessero di lui secondo il loro modo di intendere
e volere, o che infine l'Emerito si pronunciasse, la sua debilitata voce
d'improvviso tonitruonando ... E in classe il giovane è rimasto
tutto quel giorno come il dì seguente...
Del che, quando la cosa sembrava
che fosse defluita nel decorso scolastico ordinario, eravamo invece
chiamati a rispondere in capo a una settimana o due, io e l'insegnante
della prima ora. Temevo a tal punto che la
contestazione scritta riguardasse piuttosto i miei arrivi a scuola sul
filo di lana, che ho accolto quel diverso addebito con un certo sollievo,
certo, fosse una ritualità dovuta alle risultanze dei registri o un
risentimento immemore dell'
effettivo svolgersi dei fatti, di potermene scagionare perentoriamente, e
assai più agevolmente di un richiamo alla mia ritardarietà,
semplicemente, mi dicevo, rinfrescando al Preside la memoria di quanto era
successo. E così infatti gli replicavo, il
più seccamente e sbrigativamente che mi fosse possibile Egregio Signor Preside, Quanto alla contestazione di
addebiti che da parte Sua si avanzano nell' atto protocollare n. 136/RIS,
si fa semplicemente presente che: l'allievo Claudio Falcone, allorchè
si è presentato in classe in data 23.11.93, primo giorno di sospensione,
è stato da me prontamente inviato in Presidenza, ove la Segretaria Gli ha
comunicato che Lei non poteva assolutissimamente riceverLo per un
abbassamento di voce, e che avrebbe dovuto fare ritorno presso la
Presidenza il giorno seguente. Nel frattempo la mia ora di
servizio era oramai largamente trascorsa, ed in mancanza di Sue direttive
chiarificatrici, ho ritenuto opportuno, nel corso della mia ora residua,
secondo le Sue emerite raccomandazioni, di evitare comunque che il
medesimo allievo stazionasse senza controllo in corridoio. Così ho agito secondo quanto mi
è stato comunicato che è accaduto dall'allievo Falcone, e non ho alcun
motivo di dubitarne, visto anche la giustificazione che Lei, o chi per
Lei, ha successivamente apposto alle sue assenze dei giorni precedenti. Di quanto Le scrivo potrà avere
conferma presso la classe, la Sua Segretaria, la Vicepresidenza, etcetera
etcetera. Essendomi così riservato, per la
mia salvaguardia, di non esprimere alcun giudizio in merito su tale
richiesta di chiarimenti, o su altre sue osservazioni recentemente rivolte
al sottoscritto, e di non consentirLe alcuna soddisfazione di stile, Mantova, li, 7 dicembre 1993
Odorico Bergamaschi, insegnante Mai avrei supposto che la cosa
invece avesse un seguito, che invece il pomeriggio dell'ultimo giorno di
scuola prima delle vacanze di Natale, mentre ininterrottamente "il
sottoscritto" riceveva un genitore dopo l'altro nei colloqui
generali, senza un solo istante di tregua dall' illustrare a loro sui
Compiti il senso e le ragioni dei voti e dei giudizi, quel ragno, nel suo
Ufficio, stesse intanto secernendo tutta l'obiettività di cui potesse
intessere la sua tela, in cui intendeva evidentemente catturarmi e farmi
la sua preda, mostrarmi quanto possa nel farmi danno, se io gli
contravvenga e seguiti a resistergli. Infestando innanzitutto il mio
Natale e le mie festività, con l'invio sollecito per posta, e per
raccomandata a casa, di quella sanzione prima che avessero termine. Che altre ragioni, possono averlo
indotto a inoltrarmene la comunicazione prima che ricominciasse la scuola? Quando l' insegnante di Educazione
fisica della prima ora del giorno seguente, ancora non ha ricevuto
comunicazione alcuna., Finendo assolto di tutto, come ogni altro mio
collega che abbia avuto quell'allievo in classe quei due giorni. Ero io e non altri, che ha inteso
colpire, il solo al quale era mirato il tiro... il solo del cui libero
giudizio si risentissero i suoi nervi, il solo cui dunque mostrare che
potesse il suo artiglio, il solo che il suo artiglio si attenti o non
abbia riguardo a colpire. Ignorando la sua cieca libidine Poi quando di rientro a casa,
nella mia solitudine, la sofferenze della sua persecuzione incombente mi
hanno sopraffatto, lo svasamento è divenuto un incubo insonne, il
tormento una fantasia omicida sanguinante, un sopravvenire di raptus
che mi dilaceravano in intenti di denuncia di tutto, piangendo le
macerie e l'ingombro della mia vita mentale perduta, cercando, ritrovato
un equilibrio, di mettere a frutto letterariamente le mie relazioni
pericolose.: " E allora è ancora il mio
Preside, che devo cdere ancora di avere in lui di fronte, chiedevo
in un furore immaginario ai colleghi lungo i corridoi, o non
piuttosto un pretendente? Insomma, o gli cedo, o devo
andarmene... E' come se in questi atti
protocollari volesse mettermelo di fronte, per farmi vedere come l'ha
grande e grosso da succhiare... O recedendo da intenti assalti e
insulti,- Così seguitavo finchè non avevo
la forza di riprendermi, di disfecciarmi della cosa passando a leggere
qualche articolo di cronaca sugli orrori di Bosnia, o sulle stragi
compiute in quei giorni dalle milizie messicane, di giovani indios in
rivolta, armati soli di fucili di legno tinti con il lucido per scarpe,
per essere in capo a qualche minuto ghermito di nuovo dalla mia
ossessione, e mettermi al computer per iniziare il ricorso, o redigere
qualche comunicato da inoltrargli, da cui altresì assumesse corpo, reale
o immaginario che fosse, il processo reale o i lromanzo epistolare
sostitutivo della sua distruzione con la parola... "Lui non sa, che voglio così
indurlo al suicidio..." Tanto ritorna vero ciò che
asserisce così classicamente il Manzoni, capitolo II, " che i
provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno
torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del
pervertimento ancora a cui portano l'animo degli offesi". Cosi recitava in tal senso una
prima lettera: "Il sottoscritto, avvalendosi
del fatto che non ha presso la sua persona alcun diritto di replica, ne
profitta ben volentieri per comunicarle che comunque non se ne sarebbe
avvalso, in quanto non ne sarebbe valsa e non potrebbe valerne la pena,
poichè non ha mai creduto, da che sono iniziate anni or sono queste sue
iniziative epistolari nei riguardi dello scrivente, che nulla avessero a
che vedere nel loro spirito e nell'intento reale che perseguono con la sua
natura di Preside, attribuendo pertanto alle sue argomentazioni più una
valenza clinica per ciò di cui erano il sintomo, e che si è preoccupato
pertanto con la debita cautela di eludere, o di aggirare, che non già
raziocinante; invitandola pertanto a rientrare nei suoi ranghi di preside
e a non travestirsene, onde non costringermi in consiglio di classe e con
i genitori a palesare le mie supposizioni, che l'umana benevolenza sarebbe
certamente pronta ad accogliere con il più largo beneficio di inventario
Odorico bergamaschi Ad essa ne succedeva quindi una
seconda più disillusa e pragmatica, improntata a neutralizzarne e
impedirne ogni iniziativa ulteriore "Per il riguardo che pur mi
è dovuto alla funzione che lei esercita, il sottoscritto, in replica alle
sue ultime e ulteriori prese di posizione epistolari, le fa presente che
si riserva d'ora in poi di dare pubblica lettura, di ogni sua ulteriore
missiva scritta che sia rivolta al sottoscritto, presso le sue classi, i
colleghi, i rappresentanti dei genitori e degli studenti, e inoltrandole a
chiunque altro egli ritenga opportuno, del mondo scolastico, sindacale e
sanitario. O successivamente mi dimettevo da
propositi pratici, per mirare di nuovo a trafigggergli il petto: "Egregio Signor Preside: Di una sola cosa la ringrazio: di
avermi insegnato in negativo, con il suo comportamento, come non devo mai
comportarmi con i miei allievi, se voglio averne l'affetto e non
rivoltarli."
Quanto segue, infine, di simili
fatti, è cronaca che deborda le vacanze di Natale. Dirò soltanto di come al rientro,
dopo che così l'eminenza sinistra del Preside è riuscita ad adombrarmi
l' Epifania, sia bastato che abbia letto l'Avvertimento del Preside al
Presidente del Consiglio di classe e ai suoi colleghi di Fisica, perchè
in IStituto il fatto assumesse un clamore generale, e mi giungessero
attestazioni unanimi di solidarietà, mentre mi si annodavano intorno
trame e cospirazioni per spacciare definitivamente il Preside. Mentre in classe riprendevo a
insegnare in uno stato di sbando,
era il mio assillo principale compilare il ricorso, nella speranza
che la sua stesura contribuisse ad affrancarmi dall' angoscia e dal
terrore sgomento dell'arbitrio del Preside, cui ogni mio comportamento mi
sembrava prestarsi. Se lasciavo la classe per qualche
minuto, allo scopo di ritirare in sala insegnanti le verifiche di Storia
di cui era improrogabile la consegna, non ero forse passibile, come quella
mia collega, l'anno scorso, di essere imputato di abbandono di minorenni? Ed ancora ieri, sabato 16 gennaio,
sono caduto in uno stato di panico, per il paventato ammonimento, quando
gli allievi di prima, all'ultima ora, per evitare l' imbottigliamento nel
fondo, sono l'ultima classe del corridoio più interno, al suono della
campana se ne sono scappati per la vietatissima uscita di sicurezza. Eppure, ciononostante, sono corso
in sala insegnanti a ritirare a Compito, e all'unico allievo che al mio
cenno di richiamo si è arrestato all' uscita di sicurezza, ho fatto cenno
di andarsene oltre. " Io ho capito da tempo come
si deve fare in questo Istituto, mi diceva una collega di Lettere alla
riunione in pizzeria, tu devi eseguire sempre tutto alla lettera..." Non fosse stato per il mio caso, e
per le barzellette e la denigrazione Non si parlava d'altro nella
riunione per materie, nei conciliaboli in sala insegnanti. L'una calcolando come anticipando
il pensionamento, pure se perdeva il due per cento per ogni anni di meno
rispetto ai trentacinque d'anzianità previsti, eppure li avrebbe più che
recuperati, tali soldini, investendo in bot o cct i denari della
liquidazione anticipata... E l'altra realizzando come non
venendo più a scuola, avrebbe potuto assistere sua madre senza più avere
bisogno della domestica, il risparmio della cui retribuzione compensava
quanto la pensione le sarebbe valsa di meno che lo stipendio. Qualche altro collega subodorando
invece qualche oscura manovra di recupero, di quanto lo stato dovrà
sborsare per includere Mentre i piccoli intanto seguitano
a guardarci, se così mi ha scritto, il più caro dei miei allievi di
seconda in un suo tema: "Purtroppo però ci sono
anche insegnanti che per vari motivi, uno dei quali è il futuro
pensionamento, non possiedono più stimoli nell' insegnare e dunque non
offrono, ingiustamente, agli alunni ciò che spetta loro, e inoltre non si
fanno rispettare più, provocando così un'indisciplina generale nella
classe." Per quanto riguarda ancora il mio
ricorso, il sindacalista mi ha avvertito che ne ha visto respingere già
altri ugualmente sacrosanti. " A Roma, è la morale
sfiduciata di qualche mia collega, pensano che se il Preside ti infligge
una sanzione, è perchè tu devi
essere un lavativo. Per questo, gli daranno ragione anche se nel caso ha
torto". " Anche se l'avvertimento
viene messo agli atti, e non se ne fanno niente, è ingiusto, comunque, tu
non devi tollerarlo. Con tanti altri che non fanno un
cazzo, perchè tu che a scuola ti danni tanto, devi invece vederti
sporcato il fascicolo?" E si parla di altri soprusi e
ricorsi. C'è chi parla di un unico ricorso che il Preside ha perso,
per il sospetto che vi fosse fumo persecutorio. Quando a una supplente di Lingue
straniere, che aveva ancora solo un'ora di servizio, e non di lezione ma a
disposizione, prima che cessasse del tutto il suo periodo di supplenza
presso l'Istituto, e che per quell'ora
avrebbe dovuto e aveva trovato chi la sostituisse, se voleva essere
in tempo all'aeroporto per recarsi in America presso la sorella che stava
per partorire, il Preside negò l'assenso a che potesse non fare l'ora, e
così la indusse Subendone C' è invece chi parla di altri
ricorsi che ha perso di recente, e mi assicura che se lo invio, non posso
che vincerlo in ogni modo. Così comunque ricomincia l'anno. Con la fiammella della speranza,
più ancora assottigliata, che dispera non più soltanto
del riconoscimento dei meriti, ma della remissione degli
inesistenti demeriti. Le Camere sono state appena
sciolte, con le nuove elezioni si inaugura la seconda Repubblica Si dice intanto che siano stati
orribili gli anni appena trascorsi, per tutto quanto è emerso nei
processi giudiziari, di scandali e corruzione di regime, e collusioni e
complicità delle forze dell'ordine con la criminalità organizzata da cui
doveva tutelarci. Io trovo invece che fossero
invivibili gli anni in cui la corruzione e la criminalità prosperavano
impunite, e di tutto si aveva sentore ma la denuncia era impotente o
tacitata. " Quando i migliori hanno
perso la fede, e i peggiori si gonfiano d'ardore appassionato." Certo, l' illegalità sta già
tramandosi nuove maschere, e già il falco sta riunendosi al falconiere. Eppure con la paura del
reincalzare vincente del vecchio, Come ieri l'altro, in sala
insegnanti, del cancro rinvenuto e estratto nella testa di Andreotti, che
secondo il suo difensore legale sarebbe stato causato (ingenerato) dal suo
distacco dal potere. " Che è mai un cancherino, e
per giunta benigno, a seguito dei tanti che gli sono stati
augurati..." Mentre ieri, a suscitare il sarcasmo, era piuttosto il secondo degli
otto moduli richiesti dal nostro capo d'istituto per le gite scolastiche,
ove il Programma del viaggio d' istruzione, nel reclamare che si
indicassero le attivita previste, ora per ora, soggiungendo di aggiungere
all'occorrenza altri fogli, ammoniva che sono proibiti i "tempi
morti". Ove appunto, invece, è ora
lungotempo di reinoltrarsi. [1]MI
è accaduto lo stesso martedì mattina, quando controllando lo stato
librario del volume di "Balla coi lupi" che un'allieva di
sua iniziativa mi aveva fornito in lettura, constatavo che varie
pagine erano incignate ( stropicciate), ed alcune addirittura lacere
nel margine inferiore. " Maledizione, mi
sono detto, e adesso glielo devo ripagare...Oh, lei- e già la
consideravo di malanimo-, non dirà di certo che è lo stesso, non fa
nulla, mi imporrà comumnque di ripagarglielo. E il mio libraio, ho un
bel da dirgli che devo rifondere un libro che non mi è di alcun
interesse, e che non su mia richiesta mi è stato offerto in lettura,
non vorrà saperne di uno sconto speciale, di vendermelo al prezzo di
costo, farà vezzose orecchie da mercante,. O mi dirà fintamente si,
come l'anno scorso, quando gli ho chiesto di vendermi a costi di
acquisto, una copia dfei libri che mi erano stati rapinati a Nimes...
Accidenti a lui..." Quando fui io, per
ritrosia altezzosa, a non fargli più presente la richiesta cui subito
aveva acconsentito, all'atto di comperarli ad uno ad uno. [2]Del
quale cotto, nella sua terra natia, così mirabilmente Brera ne parla
" Ma il mio paese non è proprio geniale.C'è molta nebbia,
questo sì, e gli uomini hanno fatto, direi inventato la terra,
inumandovi per secoli i propri corpi. In nessun Paese al mondo, non
essendo io stato in Cina, ho riscontrato così stretto legame fra la
terra e chi vi sta sopra. Tu senti, camminando, di posar i piedi su
qualcosa che ti appartiene, non solo, ma che è addirittura in te.
Forse per questo mi si stringe un poco la gola quando vedo arrossarsi
al tramonto un tozzo campanile lombardo. Quei mattoni sono anche carne
mia, polvere delle mie ossa più antiche, sangue del mio sangue che si
accende all'ultima luce del sole. ( Storie dei lombardi, pagina 202)
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