all'indice delle pagine di diario degli anni 1992-94 | ||
Ancora Come mi ridifinerei, ancora, per ritrovare il bandolo ulteriore della mia scrittura? Che sento, e che sono, mai, dunque, per iniziare già dal termine, se non lo (uno) schifo e la (una) vergogna di me stesso, interminabile... Eccolo,
l'altro volto del mio orgoglio passivo, il disammanto del mio narcisismo
assoluto... Anche oggi, un'altra volta, e benchè il tempo fosse
piovoso, anzichè seguitare la lettura non ho resistito a recarmi sino
al litorale di Po, per il solo misero gusto di eiaculare ancora un'altra
volta all'aperto... "Io",
ossia per la collettività
generale chi è il Signor professore ed insegnante... Ed anche lo
scrivere, ancora che perdita irrimediabile di tempo... tanto mi fa
schifo la cacatura delle mie parole sui fogli...
Meglio, di
certo, tesaurizzare la parola d'altri che cercare la mia definitiva... Che senso ha
mai, del resto, auscultare ancora un essere com'io sono, se a
quarant'anni, ormai, non sa che farsene altrimenti degli avanzi del suo
tempo... Forse che io
non introietto eccessivamente, così, il loro occhio che aborro tant' è
miserevole ?... Meglio, per
l'uomo comune, sapere che il figlio ingravida futuri aborti su
fuoriserie, che saperlo un culo rotto incapace d'usare che il suo solo
cazzo come mezzo meccanico; è più socialmente rispettabile, per le
news generations, farsi un uomo per cena che struggersi e passivizzarsi,
invano, per amore dell'oggetto d intoccabile del proprio desiderio, e
così è meglio anche per la mia Psiche al postutto, se anche poc'anzi,
ributtante rottame, ho ritagliato tutta la sera i giornali, e sono
andato poi a scaricare i rifiuti nei cassonetti, cercando di perdere
ancora il tempo di una vita che odio... Perchè
"Io" non sono un uomo che si fa i ragazzi... Perchè
"Io" non sono un uomo che si fa i ragazzi... Solo se ci
si compie come culi ci si tollera come culi... Altrimenti
il solo modo di rispettarsi è conformarsi assolutamente al proprio
nemico, essere per lui il richiamo fustigante della sua realtà ideale,
senz'altra mercede, la bocca affamata, che l' (un')odio virtuoso che li
disprezza implacabile... Ah, solo ne
godessi, è verità acquisita, riuscirei a tollerarmi e a tollerare chi
è gente comune, anche loro, i miei colleghi,il genere umano cui sono
coatto... Ma forse è
meglio che ritorni al vino e a dimenarmi, che questo pattume psicologico
al fondo dell' Anima... Che ritorni
alla sacrosanta deliberazione, per quanto riguarda gli altri, di
fottermene e di lasciarli fottersi... Nell'aspettativa,
non appena torni comunque utile e a loro vantaggio, che ci riprovino a
fottermi sotto ogni riguardo... sotto
le solo specie, a scanso d'equivoci, universalmente valide e concesse... A mio
discarico, dicendomi di A.*. il mio allievo sacrosanto, che
sacrosantamente Io lo amo, in ogni suo dettaglio, se non mi va di
oltraggiarlo che con lo scandalo della verità delle cose. Poichè nei
suoi riguardi non è solo il mio agire, è anche la mia interiorità che
non vuole attentargli. Mai, nel
fantasticare di iniziarlo vergine, io ho provato mentalmente gusto a una
sua sottomissione ai miei piaceri... Dillo, dillo
per la posterità in ascolto, perchè per la gente comune sei
lapidevole e risibile lo stesso, per i negozianti evasori e le sposine
che cinguettano nei loro supermarkets, per le
signore, altezzose e protervie dell'ignoranza delle mantenute di lusso,
che con un'altra prestazione particolare si sono assicurate l'ulteriore
parure del loro disdegno, con che alterigia appuzzata di inappetenza
scostante... Oh, non che la loro cosa mi riguardi...il solo appetito che
mi susciterebbero, è di seguitare il taglio della fica fino alla
gola... Come quella
pornodivetta sculettante in Tv... che crede di piacere universalmente a
ogni maschio del pubblico, quando fa la micina flessuosetta nella sue
formicine snelle....la S*(imona) T(agli)... buona soltanto per suscitare
fantasie sui cazzi che si è presa in bocca di registi e agenti... e che
solo perchè si presta ad essere oltraggiata dalle fantasie di stupro e
di macellazione del proprio pubblico (di milioni d'italiani), come le
Raffaelle e le Enriche di Stato liftate da Signore, merita i tanti soldi
che guadagna per le sue smorfie svaccate...
E madri e
spose e casalinghe devono proprio farmi pietà, tra pacchi e sacchi, per
inibirmi l'impulso che mi
formicola (nelle mani) all'altezza del loro collo... Ma il suscitare
pena è una vergogna anche per loro... Solo mia
madre ora sfugge all'impulso... proprio lei che del mio impotente
schifarmi è ( proprio) l'origine prima... la macellagione più
conveniente della mia repulsione... Certo
sarebbe più bello, anzichè le donne, che mi immaginassi invece loro, i
più splendidi giovani magnifici e nudi... Il loro
cazzo in ogni propensione, anzichè le fighe squarciate di una
concorrenza imbattibile... E, si, Beata
Solitudo, Sola Beatitudo....anche questo sabato sera, come sempre,... A
quaranta, come a venti anni, con la sola differenza che ogni fantasia
vitale, ogni pulsione desiderante è stata annichilita nel tempo,
convertita dalla disperazione e dalla stritolazione sociale, onnivora,
in mania consumistica e in ansia di assicurarsi, e nemmeno più si
immagina ancora idoli e sogni, di concepire trame e visioni di vicende
adoranti. Ma è l'odio
il mio basso continuo, sulla variazione del tema di chi mi è vicino e
più mi lede, i miei colleghi ogni giorno di scuola, per l'appunto,...
con una più vischiosa repulsione per le mie sdilinquanti colleghe in
Lettere. Accudiscono
le regole grammaticali come la casa, gli allievi li infantano a figli da
incanalare nell'alveo, tutto, con il loro buon senso di mammucce che
sanno attendere , addomesticano e rendono asettico, ottundono e
rimpiccioliscono, riducono nelle loro minime ideuzze tranquillizzanti,
fanno a pezzettini il membro di ogni autore virile, lo santificano o lo
involgono in pezzuole domestiche, non ne vogliono sentire nel verso la
sublimazione del puzzo... e quelle
galline in te non cercano l'intelligenza spirituale, ma che cos'hai in
comune con loro di tenero e morbido, la debolezza e il lato umano
simpatico, così come i rotocalchi del pettegolezzo frugano nei
pantaloni dei VIP... Che le
costringe a tanta untuosità materna? A restare impunemente tra i libri
di Letteratura, quando la loro vera passione di mucche è il tricot o lo
spezzatino per il marito- padrone, e spaziano piuttosto con tale agio
regale, le signore professoresse, tra i fornelli e nei supermarkets,
quando invece le loro cervici, repellenti, sono l'aggressivo chimico di
ogni superiore forma e critica d'arte? Ma non ha
forse qualcosa in comune, con il loro tendere il sebo,(Non certo) lo
stesso impulso, ritorto in se stesso, della mia untuosità pederastica
con i miei allievi...? Comunque non
si tratta del solo rigore da imporre nel rispetto reciproco... E' che la
virilità dei giovani è per loro un'energia da allattare e rammolire di
nuovo, poichè loro sono la
Vita prolifica di fronte allo sterile Spirito...l'intelligenza
risolutrice di ogni problema con la calma... Ahh, che
disgusto che tutto ammorba, i loro flussi mestruali di commenti rancidi
sul Vate o il Fanciullino, non fosse per il tanfo del reciproco
chiacchierare, di certi colleghi maschi, sul reciproco lavaggio I più se ne
fottono, tra gli incartamenti, di tutto ciò che non è senso pratico e
interesse economico... anzi, tanto è l'odio che hanno del bello di ogni
entità superiore , che ti fottono d'istinto se non sei dell'orda... Agevola la
penetrazione che siano credenti e praticanti...
vasellinandoti
prima ben bene di elogi ammirati...E così ancora ti vai arrovellando, a
un 'antica fola, su come tutto torni a vantaggio di chi è più forte
perchè peggiore, sull'intesa generale dell'inettitudine, quando (tu
che) ti è risaputo che li odi quanto (perchè) del loro odio odii te
stesso, perchè sei il ripiegamento interno e volto a te contro del loro
discrimine, oh, e versala tutta la feccia di dentro, dillo anche il
rovescio, che quando ti rispettino od ammirino, sinceramente, (che mai)
non ottengono, mai in ricambio, che ( se non) la tua distruzione
interiore di ogni loro valentia (valore), mentre tu già non cerchi,
ancora vivo l'elogio, che la postazione migliore per nullificarli,...
dillo, ( E ripercorri
le tue pareti muffite, le volte più ancora ribassate della tua nera
occlusione, urti di nuovo nel giro di quanto sei impossibilitato a
compiere. E per
saperlo che non puoi uscirne, non hai bisogno di darvi di testa. Devi solo
attendere piuttosto che la tua solitudine e la tua miseria sia ancora più
tale. Che quando
si riduca in ulteriori parole, diventi la tua sorte regale.
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