all'indice delle pagine di diario degli anni 1992-94 | ||
Il
vomito 10
dicembre Nell'aria
già da settimane fervono le luminarie e le festività natalizie, ed io
mi sono già predisposto al loro spirito,
indaffarandomi nei doni di Natale e intraprendendo la lettura de
"Il grillo del focolare", ma pare che un nero destino si
adoperi, in tutto e per tutto, per segnarmi infelicemente anche questo
Natale. Così
stamane quando mi sono alzato, ho inteso subito che qualcosa non andava
nel mio corpo, quando ho avvertito lo stomaco come insaccato e pesto, un
senso di nausea presagirmi il vomito. Ma non
avevo intenzione alcuna di restare a casa da scuola, benchè fossero in
programma le Assemblee, troppo ero in ritardo con i tempi di svolgimento
del Programma di Storia, in prima C, ancora indugiando nel Mesolitico,
l'allievo bravo e scavezzacollo doveva pur riferirmi le tesi sulla
rivoluzione neolitica di Levi Strauss, sulla sua natura progressiva e
regressiva, per potere disertare le lezioni. Si preannunciavano ancora
agitazioni prima delle Vacanze, occupazioni e autogestioni, e compiti e
verifiche da assegnare e correggere appena possibile, minacciavano
gravose i miei sabati e domeniche venturi, quali ulteriori subissi di
cui affliggermi per avere dei dati di valutazione non precari nel
colloquio fra due settimane con i genitori. Eppoi
troppo mi ferivano le richieste di addebiti del Preside, per avere accolto un allievo da lui sospeso due settimane fà, quel
giorno- per sventatezza aveva anticipato la sospensione assentandosi i
giorni precedenti-, quando pur avrebbe potuto sapere che glielo avevo
inviato perché si regolasse, ricevendone la risposta che per un abbassamento di voce
egli non poteva riceverlo, e che ripassasse, ripassasse con comodo, o
l'altra comunicazione in cui mi ammoniva per avere dato testimonianza
sul registro delle vicissitudini cui devo sottopormi presso i laboratori
di Fisica, o di Scienze Naturali, pur di visionare con la classe Blob o
"Le forme della città" di Pasolini, ricevendone la
preclusione asperrima di una insegnante di Scienze che per pavidità
femminea egli non sa contrastare, dopo che già vanamente avevo perso
tempo per illustrare al medesimo, e all' Ufficio Tecnico, quanto troppo
mi umiliava, di rabbia, la modifica proposta all'articolo terzo della
finanziaria, di decurtare del 50% la retribuzione giornaliera di un
insegnante come di qualsiasi statale che si assenti un sol giorno, per
restare io a casa nonostante i conati e non testimoniare, anche con il
mio travaglio fisico, quanto il senso del dovere e dell'obbligazione
educativa fossero incarnati nel sottoscritto, a differenza di quanto si
suppone generalmente di noi insegnanti, e come accreditavano le condotte
anche ieri dei miei " colleghi", pressocchè nessuno dei
quali, nelle mie due classi, aveva risposto all' appello degli allievi
di essere accompagnati da loro in gite o viaggi di istruzione.
Così,
dopo avere rifatto il letto ed avere defecato ed essermi lavato sotto la
doccia, prima di rivestirmi, non cessando i conati, deposti i testi di
Levì Strauss, mi sono disposto sul bidè per provocare il vomito nel
water dove avevo appena defecato, erano pressappoco già le otto, e il
rigurgito istantaneo, e successivo, è parso allora liberatorio,
assicurarmi la tregua delle sollecitazioni almeno fino alla terza ora di
lezione, fino a quando dopo l'intervallo sarei stato libero. Per
fortuna, in quei frangenti, avevo pur pensato che fare, supponendo che i
capiclasse non avessero riferito o richiamato la classe, come avevo loro
richiesto, alle mie direttive sul registro e sulla lavagna, che per
quella mattina prevedevano Storia, appunto, in luogo di Italiano, nel
trambusto d'orario ingeneratosi dopo la comunicazione che quella mattina
ci sarebbe stata Assemblea classe per classe. Così
infatti era successo, metà di loro avevano il manuale di Storia, e metà
i testi di Italiano, così rabbioso per La
classe si è zittita tutta, allora, memore di come il martedì prima
avessi chiesto furibondo a quel loro compagno arrogante, liberandomi
solo alle due notte di quella sequela di proprie stanze descritte, senza
che nessuna di esse risultasse conforme ai requisiti richiesti. E di
quel martedi, e del mercoledì festivo, avevo pur profittato, per andare
a trovare i miei cari e recarmi a visitare a Bologna la magnifica mostra
sull'arte di Ludovico Carracci, ancora negli occhi le tenebre
dfivampanti del suo chiaroscuro meteorologico. E
intanto, sibilavo, che ora prendessero appunti, se non avevano il testo,
per la improcrastinabile lezione di Storia. Venivo
così parlando loro di popoli di pastori e nomadismo e transumanze,
delle prime forme di agricoltura in valli fluviali e nella Mezzaluna
fertile, di come comportassero l'insediamento delle prime comunità di
villaggio, la rotazione delle colture o la devastazione ambientale del
debbio... Intanto
sentivo risorgere i conati, la nausea farmi trasalire... Ma
seguitavo, illustrando le invenzioni concomitanti dell' aratro e della
ruota e della vela, l'emarginazione delle donne al telaio e alle
fusaiole... confondendo
arco e ruota, nel parlare dei trapani e della prillatura forgiatrice di
birilli degli artigiani marocchini. Sentendosi
contrarre lo stomaco e riversarsi la bocca,
avevo pur modo di illustrare il mio punto di vista sull'
Assemblea del giorno prima, di rialzare la testa e constatare che potevo
seguitare ancora, fino a concludere la lezione delineando il sorgere del
capo, guerriero e sacerdote e proprietario di schiavi. Giusto
in tempo per controllare che erano le 9,30 e salutarli con la massima
fretta, poichè non appena ne superavo la porta, eruttavo bocconi di
vomito, ne imbrattavo la sciarpa e il giubbino, riversavo lungo il
corridoio altro liquame, mi accasciavo, buttando ancora, su di una sedia
nella prima classe che rinvenivo vuota. Provvedevano
le bidelle, che nemmeno ero riuscito a richiamare, poi a ripulire
corridoio e aula. Durante
l'ora seguente, poichè l'allievo con il quale discuto della violenza
nello sport e del tifo, durante le attività alternative, era intento
alla sua Assemblea di classe, ne ho profittato per ristorarmi al bar con
una tazzina di the, discutere sia pure sottotono, in sala insegnanti,
dell'increparsi della Lega e della lidearship di Bossi, prima di
avviarmi per l'ora seguente di lezione, e in sala stampa a fotocopiare
per il giovane di Attività alternative, e alcuni allievi di seconda, i
ritagli di articoli che parlavano dell'evoluzione recente dell'
aggressività calcistica contro i propri idoli calcistici, del suo
disfogarsi in costoro e nei tifosi per un senso irreale di onnipotenza. Mentre mi avviavo verso le classi, mi interpellava con aria di
rimprovero una bidella, perché avevo vomitato in corridoio anzichè( raggiungere il) in
bagno... E
quando entravo in seconda, si parlava ancora e soltanto della
traccia schifosa che avevo rigurgitato... Ecco,
quanto era stato recepito del mio spirito di servizio... Come
se anche Bush non avesse vomitato in pubblico, inveivo, e non
defecassero anche le regine, ed io non mi fossi mai presentato a loro
che in tutta la dignità della mia esistenza fisica, umorale di sperma e
sangue e (sudore(azione) e) di ogni rigurgito come avrei voluto
aggiungere ... Furente
ne imputavo pregiudizialmente il mio solito allievo, sempre il solito
cinico e sprezzante, mentre invece se ne accusava uno estraneo,
aggiuntosi a loro per dirigerne i lavori assembleari, e che solo ora
intendo che forse era della stessa classe in cui mi ero ricoverato... Nel
sedermi a un banco, intanto che l'assemblea aveva luogo, cercavo di
osservarli e di intervenire il meno possibile, tanto li sentivo estranei
e mi avvertivo contro di loro ostile, mentre l'anelare alla bellezza con
il vomito in gola, era l' idea di che cosa possa essere la poesia, in
cui trasmutavo per una lezione futura l' esperienza che venivo patendo. Nei
loro stentati interventi non si manifestava frattanto Intervenivo
solo per zittire il loro dileggio all'uso del termine
"comunista", su cui ironizzavano irridendo un compagno, quando
fossero stati in questo Istituto vent'anni prima, il loro stesso
conformismo ne avrebbe fatti tutti dei compagni e compagne fedeli alla
linea, quindi, sul finire,
sollecitato, per dire che pensavo in breve della loro impasse, asserendo
che piuttosto di come era avvenuto il giorno prima alla loro
pre-Assemblea cui avevo assistito, nello sconforto rabbioso e infine
lucidamente rassegnato, che ogni errore e primitivismo passato, dei
trascorsi movimenti studenteschi, vi fosse ineluttabilmente risorto
(ritornato a vivere) sotto altre latitudini e longitudini storiche,
forse sarebbe stato meglio che secondo un termine della cultura greca,
loro avessero ragionato " dialetticamente" sfuggendo al
dilemma che li aveva intorti, per decidersi se muoversi(,) e come
muoversi, se il nostro istituto fosse un'isola felice o un luogo
penitenziario, e che forse era il vero che vi sono compresenti corsi e
laboratori iper-attrezzati e sconcertanti deficienze, che dal contrasto
con l'efficiente risultano più ancora acuite, come l'assenza di
qualsiasi software ancora all'inizio dell'anno, e tuttora di programmi
di videoscrittura nei laboratori di Informatica, o lo stato di degrado e
di abbandono della saletta degli audiovisivi, il tutto chiaramente
riconducibile, a finanziamenti nelle politiche di bilancio delle
istituzioni scolastiche, non più in grado di assicurarne nemmeno la
manutenzione... Così
come il nostro Preside, prefigurazione sconcertante del futuro manager
scolastico, nel suo rigore esteriore è al tempo stesso efficiente e un
intollerabile autocrate, secondo un termine che li venivo invitando a
ricercare sul dizionario, e in cui, a una prima definizione, ne
riconoscevano i tratti esatti del comando. "Voi
non siete stati in grado di riempire la lavagne di questioni e di parole
d'ordine... Ma i
problemi e le mancanze, ho concluso, insorgono e si evidenziano in chi
intenda insegnare e apprendere al meglio, che se io stesso mi limitassi
alla lezione frontale, vi vivrei nel migliore sistema scolastico, e non
mi apparirebbe in stridore squallente con ciò di cui dispone la
maggioranza dei singoli privati, il fatto che non si disponga di un
antenna funzionante o di un videoregistratore e di un televisore a
disposizione delle discipline linguistiche, mentre forse è anche troppo
l' istruzione che pur garantisce, per chi non miri che al pezzo di carta
con il minimo sforzo... Così, secondo la contrapposizione polemica, si individuano amici e
nemici e responsabilità e addebiti, e il Ministro della Pubblica
Istruzione non è solo solo
un fantoccio polemico non si sa bene perché... E
questo era certo il loro caso... la vacuità effettiva dei loro
blateramenti sullo sciopero di domani, "per un maggior potere
studentesco, " poichè in fin dei conti la scuola è nostra, "e
dobbiamo fare lo sciopero per non far vedere che siamo a meno delle
altre scuole," l'importante
è restare fuori, domani,..." Senza
rimproveri e rimbrotti sono stato così oltremodo persuasivo, credo...
non ricevendone infatti il minimo dissenso, su quali risultasse il senso
reale dei loro proclami di sciopero ed autogestione...
Senza
alcun'altra reale motivazione che l'assentarsi da scuola e unirsi agli
altri, in mancanza di reali motivazioni allo studio e al miglioramento
delle istituzioni scolastiche... "
Si, all'autogestione, così perdiamo i Compiti in clase di Italiano e
Matematica, di Chimica e di Storia", secondo quanto vociferava
credendo che non lo sentissi, sempre quell'allievo verso il quale avevo
riespresso la mia ostilità pregiudiziale. E come
mi era fin troppo scontato, data la loro resistenza, manifestatami,
anche a solo spendere in un anno quello che io spendo ogni giorno, per
la lettura dei giornali in classe, o ad assicurare l'acquisto cospicuo
di fotocopie, o il loro disinteresse di fondo a che si faccia questo
anzichè quello, che insegni o non insegni loro un giorno
videoscrittura, che trasmetta (loro) o non trasmetta la rumba della
Saraghina... Erano
le mie ragioni che ripetevo a un allievo di prima, durante l'intervallo
in cui mi confortava della richiesta del mio parere in merito. Al bar
consumavo quindi un ulteriore the, prima di salire ad un Laboratorio
superiore e desistere, come non l'ho rinvenuto, dal ricercarvi il
collaboratore per il riuso della saletta audiovisivi, la nauseolenza del
vomito e il vacillamento interno incombendo di nuovo... Così
mi avviavo verso l'appartamento in bicicletta, sostavo all'edicola ad
acquistare il Corriere, quando mi sovvenivo che non avevo trasmesso a
quell'allievo arrogante la seconda parte sulla quale intendevo vagliarlo
del testo di Lévi Strauss, e che dovevo ritornare a scuola per
riconsegnarglielo, a qualsiasi costo, visto che fino al giorno della sua
esposizione, il mercoledì seguente, i propositi di sciopero e di
gestione vanificavano tutto...
Intanto
si riaddensava il mio astio ostile contro la generalità dei colleghi,
dei quali non uno ravvisavo di rientro nella sala insegnanti, cui
valesse la pena di sfogarmi dicendo quanto fossi forzato a un
sovraccarico di oneri e compiti cui la loro coscienza bellamente è
estranea, per fronteggiare le ritardate verifiche e gli accertamenti che
siffatte agitazioni scolastiche rendevano pressanti. Quando
risalito all'esterno in bicicletta, a rendere più oltraggioso che mi
fossi sottoposto a tanto scrupoloso tormento nella vessazione fisica,
allorchè un mio ex allievo si affacciava da quel laboratorio per
salutarmi gentilmente ed io contraccambiavo, un altro sopraggiungeva con
il medesimo tono, ma articolando un insulto di rito nei miei confronti. Allora
sia la porta centrale, che quella del laboratorio, risalendovi ho
squassato con tutta quanta la rabbia furiosa che avevo in corpo, e
frenetico stavo già per assalirli a parole, articolare, al gruppetto
discovato, la richiesta urlata in un fiato se mi fosse concesso
regolarmente accedere o allontanarmi dall'edificio senza essere
regolarmente insultato, quando si faceva avanti lui, il porco, quella
bestia sudante l'odio più reciprocamente mortale che contraccambi in
Istituto, quell'assistente già di Fisica che per un anno bastava che
aprissi bocca per aggredirmi, in nome dell'innocenza scolastica di
questo o quell'allievo non altrimenti intenzionato che a tormentare i
compagni. A
gridarmi che uscissi, io, il maleducato, quando da anni, da quelle
finestre, gli allievi impunemente mi vociferano insulti, io ahimè
dimostrandogli invano i denti e l'odio, poichè non riuscivo a trovare
le parole, che lo ferisero senza costituire un insulto diretto- "Ora capisco alla sua vista,- avrei dovuto dirgli, perché qui brancolano maiali allo stato brado..." Mi
sono limitato a risbattergli in faccia la porta schiumando Disceso,
ho trasportato la bicicletta all'interno dell' atrio. sortendo dall'
istituto presso il bar. Tanto,
mi aveva riservato, l'essere andato a scuola nonostante il vomito in
corpo... A
fronte della sola eppur certa soddisfazione, di avere ultimato Quindi
a casa, tra un soprassalto e l'altro di sonnolenza, strangugliando in
conati di vomito, sarchianti, finchè la nausea non è passata, ed ho
capito alle prime dolenzie di capo che sono sopraggiunte, che non già
del salmone deteriorato o di caprino guasto (inacidito) si trattava, ma
di febbre, e nell'anima disamorata, di tanta inacidita vecchiezza offesa
(
Carnevalesco 11
dicembre 1993 oggi
lo sciopero autorizzato è stato totale. E i
rappresentanti dei Consigli di classe hanno deciso l'autogestione, senza
sapere nemmeno che sia. Hanno
capito in ogni modo che eviteranno così Compiti in classe e
Interrogazioni, e tanto basta. Così,
come le loro manifestazioni di piazza e le interviste che trasmettevano
in televisione, esprimevano il solo rifiuto concreto di nuove tasse
scolastiche. E del
resto le sole questioni scolastiche cui i miei allievi sono
stati sensibili, sono gli ingorghi o le mancate coincidenze che ne
impediscono dalla scuola una uscita più rapida, o la possibilità di
fare gite con la sola meta di andare lontano, o in via Montenapoleone
dopo essere stati costretti a percorrere le sale del Museo della Scienza
e della Tecnica di Milano come passaggio obbligato. Bah,...
siamo in piena situazione carnevalesca: saranno per tre giorni sovrani
di nulla, per sottostare passivi e succubi il resto dei giorni. Quando sono uscito dall'assemblea dei loro rappresentanti d' Istituto,
la rappresentanza pensante della nullaggine d'intenti del
qualunquismo scolastico dei più, quando non è di fatto il
vaffanschoool di un corpo studentesco di umori e sensi contrari, e mi
sono incontrato con il tecnico che il preside mi ha assegnato perché smettessi di guaiolare, chi avevo supposto animato dei più fieri
propositi, mi si è erto di contro come un' ulteriore forma di
resistenza inerte, quella del più indomito massimalismo rifondativo. Non è
disposto a ornamentare la saletta d'ascolto che con tendaggi da cinema,
in spesso velluto... Non ha
voluto intendere ragioni, quando gli ho obiettato che così per
quest'anno non se ne fa niente.... "Per
me è importante che vedano comunque "ladri di biciclette", o
che mai altro, se è ora o mai più... "
Vedere male è come non vedere niente..." E
intanto nemmeno più scriviamone in questo tardo pomeriggio di sabato,
recuperiamo nei loro confronti e di tutto una sovranità festiva,
un tempo privato di poesia e musica dopo il tempo di stato... Da
quei ritagli l'
altra volta che ho visto mia madre, e le ho detto le meraviglie del mio
computer, di come sia il testo che ora si sposta e si adatta a ogni sua
modificazione " Eh, ne
hai fatta di
strada, mi ha detto commossa, da quando, ti ricordi, tenevi alle
elementari e poi alle medie da parte tante striscioline di carta, per
attaccarle riga per riga ad ogni parte che modificavi di un
tema..." Occupazione 15
dicembre 93 E'
stato domenica mattina, al successivo risveglio, quando ho accertato di
avere registrato di nuovo integralmente " Non sono vivo,
ma...", che in un lampo mi è balenata l'idea: " E perché invece di attenderli invano per fare lezione, non profittare invece
dell'occupazione per divulgare le mie tecniche di impiego dei mass
media? Poi mi
hanno inasprito di nuovo i rigurgiti d'astio, si sono riacuite le
diffidenze sulla natura delle loro agitazioni, sulla credibilità Lunedì
sintesi, è il mio giorno libero, mi reco a scuola solo il pomeriggio,
per concordare con i ragazzi che dirigono l'autogestione la mia lezione
aperta nell'aula gradinate Martedi-
sintesi- Ritardo
sia pure solo di qualche minuto l'arrivo, con
pile di cassette nello zainetto, arrestate ognuna al punto delle
sequenze che intendevo utilizzare per esemplificare il mio discorso.Non
che fossi particolarmente emozionato. Saranno in pochi, senz'altro
pressocchè nessuno dei miei. Invece
quando entro...devo farmi il varco tra la rssa all'ingresso, le
gradinate strapiene in ogni ordine di posti... ( Alla
Celine...) E l'accoglienza non è affatto invitante... Sono in prova...
Pronti a gettarmi in pasto al ludibrio non appena fallisco... Fischi,
risa, ammiccamenti, e parole di insulto... Culo,
culo, e le parodie della mia effeminatezza nei modi... io
sento solo un rombo alle tempie e una tensione stravolta protesa nei
gesti... sistemo fra nello scherno generale la mia messa scena di
cassette... se ne ridicolizza il numero ... In
effetti mi occorreranno tutte... Mi
verrebbe anche voglia di salutare già tutti quanti e levarmi il
disturbo.... secondo la parabola e il più puro stile evangelico delle
perle e dei porci... Ma non me la batto... Per disdegno non lo faccio il
gran rifiuto... Ma se nauseato e con la rabbia di un gran schifo dentro, tra il berciare
del loro maschiume sudorifero cade
giusto a proposito, a tal punto,la polemica politica contro
l'imperialismo cinematografico americano... Ora è
durata anche troppo la premessa, passiamo ai nastri, inserisco la
cassetta, e le sequenze sul mondo scolastico della Romagna e della
Rimini fascista di Fellini, irresistibilmente campiscono il piccolo
schermo... Mi
affanno, intanto che i rumori e le paroline e le risatine si susseguono
ancora, ma chi se ne fotte, a cercare ove siano gli interruttori per
accendere e spegnere, dove pigiare per schermare lo schermo... Nessun
incidente, per fortuna, tutto fila via, anche l'audio posso regolarlo
senza che il frastuono di fondo obblighi a forzature di volume,....e
già la palla del pendolo che per l'allievo ritardato è una
palla d'elefante, scatena le risate...che aumentano ancora quando
l'insegnante di filosofia si perde oltre l'armadio dopo avere enunciato
la conciliazione demurgica di Stato e Chiesa con i Patti Lateranensi,...
diventano poi uno scroscio, quando l'insegnante di Disegno dal viso e
dalla voce appuntite, nel ripetere che cosa ha mai inventato Giotto,
scandisce con il biscotto le sillabe della " pro-spett-tiva"
prima di intingerlo nel suo liquorino, si fanno ridanciane alla puzza di
Bobo, per scatenarsi esilarate, quando è la volta dell'insegnante di
Greco, e dei suoi ingenui sforzi nel protendere la lingua contro il
palato e di serpentinarla , per insegnare come mai si articoli
emarpsamen all'allievo più candido e discolo che lo invita e reinvita a
riprovare ancora e a redndewsi più ancoras ridicolo, e ogni nuova
volta, nel ripeterte, profittare dell'adiacenza della lingua al palato
per sgusciargliela fuori in una pernacchia. ...................................... La
mattinata termina, tra le fuoriscite prima dell'una, con le dissolvenze
della tanta carne della giovane donna sorpresa allo specchio... ................
nel pomeriggio,.... già numerosissimi all'avvio, concludo lìepisodio
di Radio Days, quando la supplente che sopraggiunge, si rivela essere la
donna sorpresa nuda allo specchio, per la felice dannazione dei piccoli
allievi...estasiati a ogni sua inflessione di culo che ribadisce e
tornei danzante le formulazioni algebriche. Poi
ritrasmetto le ultime sequenze dell'episodio in 8 e 1/2 della Saraghina,
per esplicitarne i richiami puramente poetici delle immagini terminali,
ove le idee di sesso e colpa e carnalità e morte, si emblematizzano
nelle spoglie scheletriche della Santa e nel
penitenziario incolpante dei confessionali e delle loro grate raggianti,
nel trasmutare della Madonna nella carnalità rivisitata della saraghina,
che non è il diavolo, come vedete... Poi, a
intermezzo, illustro come dalla lettura in classe di una poesia, o di
brano critico di un saggista o filosofo, si possa accedere alla
testimonianza storica, eccezionale, della lettura della medesima ad
opera del medesimo poeta, come è il caso di cinque poesie per il gioco
del calcio di Umberto Saba o alla viva voce dialogante del filosofo e
saggista in questioned. Ma
quando Saba s'accora retoricamente nella quarta delle sue poesie, la
platea già rumoreggia scalpitante E
l'ora adesso di appioppare il gran gran colpo, per la sensualità dei
(più) piccoli, della scena da Amarcord della tabaccaia, dapprima
accolta come una faticosa sagoma, poi come un'allegra figura di
sensualona, quando dal Titta si fa sollevare, in un guaiolio di
soddisfazione sforzata... Ma
quando tira fuori le gran tettone, prima una poi l'altra perché il
ragazzotto lo succhi... è un boato sovresaltato e sorpreso Poi la
Grande Madre delusa le ritira dentro, offre al giovanetto che smamma una
sua sigaretta.... e i più
ugualmente se ne vanno, restano in pochi, e per loro ammanisco no stopo
le enunciazioni e gli esempi del lavoro didattico possibile su edicole e
telegiornali, su spot e i numeri di Blob....
Stamattina,
già le nove passate, nell'aula gradinate ancora vuota mi sentivo come
l'omarino di Charlot di cui avevo fermato l'immagine
sul video, ne " la febbre dell'oro" melanconicamente solo con
se stesso e le bottiglie approntate per la bella del saloon, l'ultimo
dell'anno, in vana attesa di lei e delle sue compagne di vita nella sua
ripulita baracca, al solo accenno di una sua leggera promessa. Era
tremenda stamane la concorrenza, tra l'altro un corso di chitarra
nell'aula di disegno oltre il corridoio. Poi,
come mi avevano pur garantito quelli del servizio d'ordine, dei
giovani hanno cominciato a venire alla spicciolata, poi a gruppi più
cospicui, sinchè l'aula ne è stata rapidamente gremita. Ho
allora iniziato ad esporre loro, a uditori partecipi senza più
prevenzione o tono alcuno di spavalderia insolente, che il modo in cui
il cinema rappresenta il sogno sarebbe stato il tema
che avrei illustrato quella mattina, esemplificando come una
lezione che analizzi una narrazione letteraria di un sogno, sia quello
di don Rodrigo o di un racconto di Kafka, o in cui le vicende diurne
accadano come in un sogno, ed è il caso che ho citato del "Medico
di campagna", può essere raffrontato con i modi di narrare i sogni
nel cinema. Ho
quindi riavviato quella sequenza struggente della febbre dell'oro, quale
esempio non già di un'esperienza onirica, come succede in noi, ma di un
sogno come l'immaginiamo a occhi aperti, ove tutto accade come
desideriamo che succeda e non è in effetti, e lei e le sue amiche
ridono come loro ridevano, incantati, delle sublimi pagnottelle
danzerine animate dalla nostra arte, mentre in effetti di noi, di lui si
è solo presa gioco. Qualcuno di loro perfino ignorava la realtà del cinema muto, non capiva
perché non parlassero, meglio sfoggiare le suggestioni a questo punto del
tecnicolor di Sogni di Kurosawa, mi sono detto, prescegliendone non il
più bello, ma in tal senso il più Ora
potevo procedere più di fino, ritornare agli albori del sonoro e alla
atmosfera di incubo del Vampiro di Dreyer, di cui antologizzavo la
sequenza in cui il protagonista si sdoppia,
si
pone sui passi dei paesani complici del Signore delle tenebre, li segue
nell' interno, li vede intenti ad una bara, in loro assenza la scopre,
vi è lui stesso in catalessi, che ora vede attonito il cacciavite
avvitare il cofano, sente avviarsi il corteo, osserva inerte, dal vetro
della bara, appressarsi a ridosso i volti al seguito, sfilare
sovrastanti antiche torri e erte
chiese, finchè giunge nel cimitero, ove lo sdoppiamento
ha
termine, e l'uomo nei pressi, raggiunto dall'aiutante, ora sa che fare,
spezzarte con un puntuerolo il cuore del vecchio vampiro sepolto e il
maleficio che emana. In un
raffronto (intertestuale), ho fatto seguire un brano sublime de "la
doppia vita di Veronica", ove Kieslovski rappresenta la tragica
fine canora della Veronica polacca, lo spezzarsi alla nota più alta
della sua vita tesa spiritualmente in un insostenibile anelito alla
luce, e la macchina da presa si fa allora la vista della sua anima,
nello svolare via dal corpo oltre
le teste delle persone adunate nella sala di concerto, nel
piombare con il corpo nel buio totale, quando l'ultimo pugno di terra
ricopre del tutto il vetro della sua bara,
lo stesso dell'obiettivo della camera da presa corrispondente,
come in Dreyer, all'occhio veggente del morto. Ora
l'aula era gremita, senza che l'attenzione fosse distolta dal
sovraffollamento. Qualche
sguiataggine si levava, senza seguito reale, solo quando la scena
seguente rappresentava intensificandola all'acme, nella flessuosità
nuda dei corpi otticamente deformati, l'ardore erotico del coito con un
uomo giovane dell'altra Veronica, assecondando l'intrecciarsi e il
lambirsi delle mani e dei corpi, sinchè accadeva l' infrangersi in lei
dello spasimo sensuale, al rompersi del filo congiunto della vita
dell'altra. Ora
potevo comunque esemplificare la reale resa filmica di un sogno, con
l'incubo iniziale di 8 e1/2, quando Marcello sogna di essere richiuso
dentro un auto, in un colossale parcheggio di vetture intasate, non un
rumore o una voce dall'esterno, come se i diverbi di sesso, e
d'interesse, vi avvenissero in apnea, quando la sua auto comincia a
gassificarsi, e lui comincia a sentirsi venire meno e a invocare aiuto,
ma invano, invano tempestando di pugno le vetrate, strusciandovi a
ridosso con il corpo, gli altri che lo guardano sorpresi ma non
internengono, finchè si ritrova a librarsi fuori e in alto, oltre i
tralicci degli impianti cinematografici, su in alto sulla spiaggia,
appeso e sospeso vertiginosamente in alto per un piede a una corda,
donde uno lo strattona e lo fa precipitare spavedntosamente... nel letto
dove si risveglia. Infine
ho mostrato forse il sogno più bello della storia del cinema, il sogno
di Pedro ne "Los olvidados" ( I ragazzi della violenza"),
ove tra lo svolazzare delle galline, distoltosi dallo spettro
sanguinolento sotto il letto del delatore nel cui assassinio l'ha
coinvolto Caibo, intento a vendicarsi d'essere finito in riformatorio
per causa sua, al corpo del
fanciullo che si protende verso la madre a dichiararle e a invocarne un
amore che non ha mai ricevuto, essendo lui il frutto dello stupro che
l'ha rovinata, la madre infine si leva dal giaciglio a corrisponderlo
affettuosamente, e in un incedere che ne rallenta il passo, nelle sue
candide vesti notturne gli è madre e santa madonna amorosa, cui infine
può confidare ogni intento devoto e di lavoro da bravo ragazzo, averne
la carne che quel giorno rudemente lei gli ha negato, quando a
distoglierla dalle mani della mamma e a lacerarla come l'unione
contratta, sopravviene Caibo di sotto le coltri, rovinando fatalmente
l'intesa felice. Nel
frattempo avevo visto fra fila del pubblico, lui, Alberto, il mio ex
amatissimo allievo intensamente assorto, e la sorpresa felice di
ritrovarlo intento, esaltava in me lo slancio divulgativo, tale e tanta
era la passione che in me rinveniva di potergli comunicare e incantarlo
insegnando. E
terminavo sempre con Bunuel, per illustrare ai convenuti che sia il
surrealismo nel cinema, con ciò intendendo la rappresentazione di
alcunche di inverosimile come se fosse simile al vero, così come si
verifica in quell'episodio celeberrimo de " Il fantasma della
libertà, ove il brigadiere istruttore, e sua moglie, si recano presso
quella famiglia, paradossale, ove in comune si defeca mentre ci si
apparta a cibare in uno stanzino, le tonnellate e tonnellate di rifiuti
di urina e di merda anzichè di avanzi alimentari, costituendo
l'ossessione ecologica dei convitati a tavola. Il
malaugurato avvio di un dibattito, senza effettivi interventi che lo
sviluppassero, benchè io assicurassi che presto si sarebbe altrimenti
ripreso, favoriva solo un certo esodo dalla sala, che convolgeva
purtroppo il mio carissimo Alberto, che vedevo sfilarmi via davanti,
disinteressatosi, senza potergli manco accennare con lo sconforto nel
cuore, struggendomi dilacerato di
quanto perdesse con il seguito, ove a testimoniare come nel cinema, al
pari della letteratura, la scoperta sesssuale del mondo e il mondo
medesimo può essere narrato dal punto di vista di lei,
dopo che la tabaccaia, come la Saraghina e la Volpina, ci
avevano offerto immagini di Grandi madri viste con gli occhi maschili di
Fellini, inoltravo la visione di un Angelo alla mia Tavola di J.Champion.
(
Barry Lindon/ IL Flauto Magico/ Home of the Bravery)
..............................................
Giovedì
16 dicembre Stamane
me la sono presa comoda nel recarmi a scuola, ( mi sono preso ogni agio
nel recarmi a scuola,), certo che tutti gli allievi si rivoltassero a
letto o fossero in piazza, intenti a manifestare in giorno di mercato. La mia
sorpresa e la rabbiosa reazione che mi prefiguravo sono rimasti
stupefatti e confusi, quando sopraggiunto con un certo ritardo li ho
ritrovati tutti quanti in classe riuniti in Assemblea, intenzionati e
intenti a discutere se seguitare o meno l'occupazione. Sconcertato
e confuso nelle mie scontate aspettative, - non avevo nemmeno con me il
registro-, mi sono sentito manchevole dell'autorità necessaria anche
solo per sovraintenderli, ho ceduto loro interamente il capo e mi sono
ritirato immediatamente in aula insegnanti, ribadendo comunque che
l'indomani avrei svolto la verifica di Storia prefissata, ma con la sola
finalità ragionevole di indurli a studiare prima che allungassi il
passo", nell'affrontare in una o due lezioni soltanto, per
recuperare, la civiltà ellenistica nei suoi lineamenti, e così
scongiurare al rientro delle vacanze un esito negativo generale
pressocchè scontato, se i più avessero dovuto con il nuovo affrontare
tutto ancora da capo. Anzi,
ero obbligato l'indomani a spiegare oltrechè a sottoporli a un test,
che sarebbe stato dunque di necessità breve e sommario. Loro
annuivano persuasi, ed io rabbonito e già benevolente,- la serietà
comunque esercitata mi predispone sempre favorevolmente- (mi fa sempre
una favorevole impressione)- mi ritiravo quindi istantantaneamente,
senza che potessi tuttavia indugiare a lungo in sala insegnanti, poichè
mi raggiungeva sulla sua soglia il tecnico che era stato preposto dal
Preside all'auletta audiovisivi, per concertare con me i rimedi e le
riparazioni da intraprendere. Non
potevo assolutamente lasciar correre l'occasione.... Nel
mentre egli mi parlava del figlio bisognoso di lezioni private,
chiedendomi se potevo insegnargliele. Io non
mi opponevo nè mi candidavo (Proponevo) (facevo avanti) (promuovevo),
inibito come sono a percepire alcun emolumento che sia privato, sudando
freddo in silenzio, allorchè mi pregava che non fossi caro. "Non
me ho pressocchè mai date di lezioni private...- rispondevo flebile. "
Tu fai la media dellla media della media di ciò che chiedono gli
altri..." era quanto ripensandoci mi veniva in animo di dirgli... Quando
abbiamo terminato, sono ritornato più volte ove ora gli allievi
tenevano Assemblea d'Istituto, caldeggiando presso un mio ex
allievo e ribadendo a un insegnante di italiano che mi è coetaneo, il
convincimento ch'era consensuale che fosse ora di porvi termine. "
Senno noi insegnanti stessi che li abbiamo aiutati, saremo la Vandea che
si rovescia loro addosso... Evitino che noi girondini siamo domani i
loro termidoriani... Abbiamo
scadenze d'obbligo che non possiamo sostenere a tappe forzate... i
colloqui generali, le interrogazioni, i compiti in classe, ed abbiamo
pur diritto a santificare le feste..."
-Gliel'ho
detto, ai miei, l'altro annuiva ridendo, di identificarsi nel corso
della Rivoluzione Francese... guardate che siete ancora alla
convocazione degli Stati generali... -
Avessero almeno raccolto i cahiers de Doleances...- I
cahiers cui mi riferivo erano lo stesso " manifesto
programmatico" di cui il Preside in un suo ciclostilato lamentava
la loro mancata redazione, " su cui si potesse discutere con
chiarezza". A suo
dire quelli che si trovavano a scuola erano oramai soltanto una
minoranza, " spesso raminga e sognante " nei corridoi. "
Ma che vuole mai dire "raminga"?- mi aveva dapprima chiesto
uno di loro, dei capi, che già subodoravano suoi intenti di
sospensione. La
lettura del documento, che fra gli insegnanti in sala aveva raccolto la
esecrazione rituale, non mi confermava tali loro apprensioni. Cio
che comunque occorreva era che finissero entro oggi, assolutamente, per
fare tesoro dell'esperienza vissuta ed evitarne con il protrarsi la
degenerazione. Fortunatamente,
quando rientravo nella sfinita bolgia Assembleare, stava passando ai
voti la mozione di porre fine ad autogestione e occupazione, voluta più
che ogni altro dagli stessi promotori, esausti di orientare da giorni in
questo o quel raduno o corso o seminario, i passi altrimenti confusi e
dispersi dei più che non avevano idee in merito di sorta, e fra i quali
erano i più ostinati a seguitare ancora comunque, pur di fare mancato
rientro nella routine scolastica. Avrebbero
seguitato comunque quel pomeriggio... Ed io
rientrato in appartamento per predispormi il pranzo, ero ancora talmente
sotto l'effetto felice del mio corso audiovisivo di immagini e cinema, e
degli elogi più caldi di
allievi e colleghi, che mi era stato rinnovato e tributato anche quella
mattinata, da questo o quel mio ex allievo o da sconosciuti studente, un
riconoscimento unanime, che mentre sparecchiavo, prima di rientrare in
Istituto per sapere le ultime, eppure ne predisponevo una serie di
Jarman e di Reggio, di Vigo o ancora di blob, e riapprontavo documentari
sulle Galapogos o sull'uomo di Altamura, pur di discorrere ancora
interminabilmente con loro in immagini, se solo l'occasione si fosse
ridata... Prima
di ritornare in Istituto telefonavo a mia madre da una cabina pubblica,
come mi aveva richiesto per telefono a scuola. Si
trattava ovviamente dei regali... Mio
nipote avrebbe gradito un certo profumo, il cui solo nome e la firma mi
esilaravano : " Minothaure", di Paloma Picasso, mentre a mio
fratello conveniva uno spremiagrumi. Se
basta tanto a contentarli, ridacchiavo al telefono nel salutarla
festoso... Ma (E)
quando rientravo in Istituto, dopo essermi fermato in un drugstore per
informarmi su quella marca di profumi, orientandomi per la confezione
con la "miniatura" del flacone, vi era solo clima di
smobilitazione inoltrata, in una confusione ai microfoni di ordini
ultimi e di annunci di smarrimenti e ritrovamenti ulteriori, fra lo
sfiatamento del turpiloquio di uno scazzo agli sgoccioli, si sarebbe così
detto antan, e l'ex allievo che li aveva capeggiati che mi raggiungeva,
appena reduce da training autogeno, nauseabondo di ricondurre da giorni
il gregge dallo
sbando, mi confermava appunto che lo stadio della cosiddetta
autogestione era oramai terminale. Uscivo
già a sera così verso il centro,
con il vento in poppa della tredicesima già in pagamento,per regalare e
regalarmi i piccoli regali; presso il negozio di articoli in vimini e
giunco, acquistando una seconda microseggiolina quale minidono per mio
fratello e i suoi gatti, e quindi per mio nipote altri tagliacarte di
legno a guisa di uccelli, e per me quei pendagli con una barchetta in
canne di bambu, che apprendevo essere uno scaciapensieri cinese...
quindi una custodia in legno proveniente da Taiwan, con immagini dipinte
a mano, rudimentali e vivaci, dei porticati di un verziere frequentato
da nobili e signore orientali. Poi
nel negozio centrale dell'expert, di elettrodomestici, ahimè apprendevo
quanto costasse cara un'impastatrice secondo il modello che supponevo
confacente a mia madre, con il robot multiuso e il vaso frullatore in
vetro, mentre non v'era problremas per lo sdpremiagrumi, v'era un
modello coveniente che consentiva di raccolglire il succo già spremuto
nella ciotola. Quindi
in libreria mi facevo tenere da parte per me l' agenda Smemoranda, e per
mio nipote "Fare Film" di Fellini. Il
cinema di fronte annunciava le priezioni iniziasli del " Piccolo
Buddha"; ma io avevo
ora da fare con la scuola, rimediare all'emergenza, predisporre le
verifiche scritte di Storia, e così rinviavo la visione del cinema, per
rientrare con i miei piccoli doni nel mio solitario fervore domestico,
di nuovo intento nella dispersione stanca delle incombenze casalinghe e
poi scolastiche che non ha ancora una fine. Chiedendomi
come e quando, ritroverò il tempo per una misura e una ricreazione di
me stesso più alta.
Venerdì
17 dicembre Stamane
il risveglio di consueto sul tardi, ultimando mentre mi rivestivo l'
editing al computer del Questionario di Storia per la seconda, che di
notte ribattendo errore su errore, strafatto dal sonno ho lasciato
interrotto, la stampa tra il riordino del letto e la pulitura dei denti,
rilevando il foglio e riponendolo nella cartella all'atto di uscire,
l'altro rassegnandomi che l'avrei fotocopiato a scuola redatto a mano, dove
come al solito sono pervenuto che la prima campana già era suonata, in
tempo per la stampa trafelata almeno del Questionario di prima, ed
arrivare nella dirittura della classe con il testo per la consegna
giusto al suono della seconda campana, quando il vederli già disposti
in attesa ai loro banchi, finita la festa dell'autogestione già
riallineati in ordine riguardosi e solleciti, mi ha intenerito e mutato
in affettuosità dedita l'irritazione a riprendere un insegnamento che
solo la mia ingenerosità verso loro e me stesso, si ostina di
contraggenio a identificare con un ottuso sforzo senza esito e
riconoscimento di sorta, destinato all'incomprensione e al vilipendio
irrisorio. Quando
invece etecetera, etcetera, invece il letterato ed il poeta, il critico
e il lettore... E'
insieme con loro, irresistibilmente, che ritrovo ogni volta la giusta
misura del rapporto, che il dare e l'avere è gratitudine e felicità
reciproca, che si dilegua la follia rancorosa che mi fa animoso di ritorsioni delittuose solo perché non capiscono, perché mi costringono a sottostare a ciò che sono.... ( perché non sanno quello che fanno....) E
quando la felice intesa è umanamente raggiunta, è lo scherzo il
miglior suggello, l'irresistibile frecciata contro le sventure delle
loro squadre del cuore... "E
sperando che il Cagliari ci faccia sognare" l'eliminazione della
loro squadra bianconera, in Uefa, o invitando i fans rossoneri a
ripegare sul salame ed il prosciutto, ora che è perduta la
Coppa...intercontinentale... "
Che vuoi farci, sono come Terminator, - dicevo a uno di loro- quando
vedo e inquadro uno juventino, ho il comando incorporato che mi ordina
di infierire ad ogni costo....Non posso trattenenermi, ucci ucci, quando
sento odor di juventinucci, devo
accanirmi a più non posso... C'è
chi deve guardarsi da Bossi e chi da Boksic- il giocatore serbo che ha
inflitto domenica scorso la sconfitta alla Juventus giocando nelle file
della Lazio-). E in
Presidenza, quando ho portato il nastro che avevo registrato ieri sera,
con i canti natalizi di Mahalia Jackson, Armstrong, Sinatra Crosby e via
Jinglebelllullebeycantando, erano straniti per la felice sorpresa,
toccati e felicitati. Ma nel
ringraziarmi, il Preside non ha voluto accondiscendere a quanto gli
chiedevo, di insonorizzarne la sala di noi professori anzichè con il
suo scampanio urticante. "
Oh, la sua è musica per raffinati, ha detto, è più adatto il mio deng
dang... E
infatti quando vi ho fatto rientro dopo l'intervallo, l'abituale deng
daradang vi echeggiava ancora, a richiamare urgentemente in classe gli
insegnanti successivi. "Così
parlo **, con il nome e cognome del nostro Preside in luogo di quello
del fondatore del mazdeismo, a suggello del riquadro di uno spazio in
bianco minatorio, era in reazione la proposta di una nuova rubrica per
il Giornalino d' Istituto, degli studenti, che ventilavo poi
ridacchiando nell'andarmene via a un collega del triennio. Mentre
l' oroscopo ottimistecheggiante che una settimana or sono ho rigettato
in un angolo con il settimanale che lo riportava, ora che in virtù del
sostegno di Giove mi accertava, per questa in corso, che è arrivato il
momento del successo che mi meritavo, lo riconsideravo con il più
doveroso rispetto e mi rimaneva gradevolmente in mente tra le vie
cittadine, confortato anche da quello che mi aveva ribadito nei corridoi
la mia collega di Fisica, che durante le mie ore di audiovisione gli
allievi e le allieve si succedevano dandosi il cambio...
Avevo
intanto fretta di arrivare prima della chiusura al negozio Expert, per
sapere se era disponibile, da regalare a mia madre, un modello Braun
multisystem a un prezzo inferiore di quello indicatomi, che solo
impastasse di meno pur preservando le stesse funzioni. Si,
eccome! E nella giornata luminosamente esaltata, quindi vagavo un pò
per il centro e nella libreria ancora aperta, prima di rientrare e
riaffacendarmi in appartamento.
E ora
che ahimè il sole è già tramontato, mentre io al computer sono venuto
scrivendo tali cose, mi incalza la fretta di uscire per spese e regali.
lunedì
20 dicembre Sabato
mattina, in seconda, quando rialzando il capo dal testo di Saba, "
la vecchia Città", ne ho visto la indifferenza presuntosa
arrogarsi già la pretesa di non essere obbligati a prestarmi
alcuna attenzione, dopo un giorno di lezione da che era finita
l'occupazione illegale, già anticipandosi per conto proprio le vacanze
natalizie, ho capito che non era il caso di levare la voce, o di
degnarli d' un oncia di sforzo superiore. E ieri
sera, e stamane mattina, nel correggere i Compiti di Storia di quelli di
prima, due sole sufficienze, poichè i più non si sono sforzati di
studiare sul serio nemmeno 38 pagine in tutto di Storia in tre mesi di
scuola, di intendere la differenza già illustrata e configurata e
rifigurata a settembre, tra che sia l'autenticità o l'attendibilità di
un documento, il solo imperativo che mi sono ripetuto è di non
adirarmi, di non adirarmi, ma di dare loro solo il poco di crusca e di
pastone che si meritano,
irrimediabilmente, di non pretendere ancora il dialogo o il confronto
ideale, con chi anche s'io fossi un
conclamato genio mi spregerebbe ed irriderebbe sempre come un
culo, a differenza di lui sì, che sa far valere già il meglio di un
maschio, e nonostante ogni ostentazione e dispendio d'ingegno e di
creatività, si sentirebbe a me superiore solo e soltanto perche a
differenza del sottoscritto il cazzo si vanta già come intrometterlo in
una figa, ( sa usarlo nel giusto senso), anche se lo so che mi costa,
che è uno spreco di me stesso cui eppure mi è una pena sottrarmi, non
porli, quelli di seconda, all' altezza di un testo di Yeats, a raffronto
con uno di Trakl o di Pound o Wallace Stevens, o restando più agli
ancoraggi della tradizione, di Kavafis o di Borges o dell' Acmatova, (
sia esso, ad esempio, " In un antico libro di memorie",
"Naufragio", o di Yeats "Versi scritti in un momento di
sconforto", " I giusti", "La città", " Un
uomo d'inverno" o " La porta è socchiusa"), o rinunciare
al progetto che ho appena approntato, di mostrare loro come in Pasolini,
San'a, nel trapasso dal documentario di denuncia al mondo della rovina
delle sue mura, Di
Pasolini ho modo di trasmettere loro anche " Appunti per un film
sull' India", da che li ho registrati nell' edizione di Fuori
orario dedicata al " piccolo" ossia all' "ultimo Budda"
di Bertolucci, che stasera ho mancato or è un'ora di andare a vedere
all'ultima visione, pur di mettermi in pace con i miei doveri di
insegnante e di lettore e di artista. Oggi,
dopo essermi incantato stamane a leggere Lolita, ed avere corretto nel
primo pomeriggio,pressocchè tutti i Compiti di Storia di quelli di
prima, ho destinato tutto il restante pomeriggio all' impiego della
tredicesima dapprima per pagare ogni rata in scadenza- poi per ultimare
finalmente l'acquisto dei doni: il bonsai di un olmo che ritirerò la
Vigilia, quindi lo spremiagrumi per mio fratello e il robot da cucina
multipratic per mia madre. Come
rabide ventate, respinte, sopraggiungevano intanto i conati di avarizia
egoistica, il rimpianto di consumare in quei doni ciò che sopravanza ai
debiti della mia tredicesima, di pregiudicarmi ogni possibilità di
viaggio, di recarmi in Polonia o in Cecoslovacchia. " E' patetico, mi dicevo, che tu abbia acquistato per tuo padre il
computer contachilometri a sette anzichè a cinque ugualmente inutili
funzioni, per il solo fervore ipocrita di accreditarti come un generoso,
quasi che tu potessi soffocare e smentire il tuo sordidume avarisdsimo,
devolvendoti Così come è davvero penoso, che tu ti faccia scrupoli di acquistare lo
spremiagrumi più economico per tuo fratello, quando quello di lusso si
differenzia solo perché il succo vi cola direttamente nel bicchiere, come se così rimediassi
l'incomprensione fra voi due... Che
lui, che ti fa ogni volta il dono più cospicuo, sia così anche
quest'anno il più sacrificato nei tuoi budget... Oh,
sai bene come fare quadrare i conti e tornare in accredito... Lui
non guadagna forse ogni mese più di te? Non paga un affitto inferiore
al tuo? Non si è già consentito un viahggio in California... Che ne
è per il resto dell'anno? Che neè
, del soprabito e del giubbotto bellissimi che ti ha passato? Oh, i
tuoi genitori potrebbero avrebbi dato e ridato non una, ma più vite, e
tu seguiteresti a roderti del costo del robot multipratic che gli hai
appena acquistato, a dolerti, anche se ti hanno appena acquistato la
bicicletta da corsa, che tuo padre non sia ancora sopraggiunto a
Mantova, ad insegnarti come si fa a smontare e cambiare la ruota ch' è
sgonfia... Così
ora, che devo cessare, per leggermi piuttosto, mezzanotte trascorsa,
qualche grande poesia di Hopkins o di Pessoa, riprendere a correggere i
compiti e preparare le lezioni di Antologia e Grammatica per entrambe le
classi, e insieme le poesie di Natale per quelli di seconda, sono
contento di non avere infine badato a spese, e mi ripropongo con
l'acquisto di "Lolita" di integrare intelligentemente nei
prossimi giorni il magro dono per mio fratello, e anche se non andrò in
alcun dove fuori d' Italia, pazienza, quest'anno sarà per Pavia e
Fidenza e per Piacenza. E
domattina, per non avere rimpianti, correrò ad acquistarmi ugualmente,
pur se di dubbio gusto, i cactus, come fiori di mare, inglobati nel vaso
dalle sfaccettature opalescenti. E Sabato e domenica? Beh, invischiato
nella stssa melassa umorale. (Addormentandomi
più contento, ieri sera, del pareggio che l'Inter ha rimediato a Roma.)
24
dicembre Pochi
referti, il tempo incalza, tra poche ore dovendo io essere a Modena con
i miei per il cenone "regalizio". E devo
ancora uscire per comperarmi dei cubi per i libri, finire di sistemare
l'appartamento e rigettare i rifiuti, ultimare le borse e i preparativi,
partire per tempo con tutti quei ragali e i libri e gli indumednti
appresso... In
realtà la notte di lunedì- martedì scorso si è protratta nella
scrittura di questo Diario natalizio, laddove per gli impegni scolastici
ho fatto le tre del mattino la notte seguente, nel raptus e lo sgomento
ferito di ciò che sostenevano certe mie allieve, per giustificare
l'ergastolo ai baby killer di Londra. E io,
che non ho ancora la professionalità di non alterarmi, a cauterizzarmi
il furore controobiettando obiettivamente. "se
a soli undici anni uccidono un bambino, quando avranno vent'anni, chissà
che cosa faranno...., potrebbero commettere atti di violenza maggiore... Io
penso che è stato un omicidio imperdonabile, e che quindi meritano
qualsiasi condanna, la solitudine, l'emarginazione, lo stare rinchiusi
in cella tutta la vita..." E un
altro : "Io non sono d' accordo che siano messi a morte, perché se devono essere uccisi dovrebbero soffrire atrocemente come la loro
vittima. I
genitori di questi ragazzini non possono avergli insegnato a uccidere,
ma bensì ad amare " il prossimo" come impone la religione
cristiana. Il
bambino B si è pentito di ciò che ha fatto ( " come sta sua
madre? Gli dirai che mi dispiace tanto?"), ma ciò non basta a
scagionarlo........... Alla
sera del 24 dicembre Rinunciando ad andare in centro, come desideravo tanto, per acquistarvi
i cubi a giorno ove riporre i miei libri e libercoli in esubero, e
riessere Mi ha
risposto una prima ed una seconda volta mio padre, al quale ho ripetuto
il messaggio a suoni cubitali, adirando il tono, pur nella più aperta
sfiducia che avesse l'animo e l'avvertenza di recapitarlo ai suoi
destinatari. "Dove
è mai mia madre, che telefoni a lei!- ho inveito quindi furioso... Che
avevo mai scritto, a mio padre sul bigliettino del dono? " Con gratitudine infinita, tuo..." "Nel
bagno," lui mi ha ripetuto che era ancora chiusa anche la seconda
volta. "
E che allora vi resti in attesa, che io non mancherò di ritelefonare a
lei tra poco. Devo evitare assolutamente, dico assolutamente, hai capito
bene? che mi si possa dire alcunchè. So
certissimamente come reagirei... Che
dicano anche una sola parolina, ed io (ch'io) mi rigiro e me ne
vado". "
Si, si..." "
No, no, io non sono per niente persuaso che tu abbia inteso, come
starebbero allora le cose. Ma ritelefonerò comunque,
a mia madre, per evitare ad ogni costo di non essere
inteso..." Sono
certo tuttora, in attesa del treno, che a un minimo accenno polemico mi
leverei e me ne andrei su due piedi irrevocabilmente. E'
tremendo, mi ridicevo or ora nel bar della stazione, come io riesca già
ad odiarla mortalmente, una persona, per ciò che solo suppongo che
possa commettere nei miei confronti.[1]
Avevo in quei frangenti, di fatto, già rotto in urla e grida con mio
fratello e mia sorella, al solo presagirne
al mio ritardo il rinnovato risentimento, in loro insopito nel tempo,
per essere io il figlio più amato, la scena madre "E'
intollerabile, è intollerabile, denunciando loro, che mia madre e mio padre mi abbiano obbligato a tacervi di
avermi regalato la bici da corsa, nel timore di come avreste
inevitabilmente reagito... E'
intollerabile, è intollerabile, che io per disobbligarli non nei miei
ma nei vostri riguardi, mi sia indotto a un dono che mi ha sottratto
(precluso) ogni possibilità di andarmene in vacanze...Intanto che voi
sarete a parlarmi di Los Angeles e della California... E che ora debba essere rimproverato per essere arrivato in ritardo, perché non ce la facevo con due sole mani a portarli tutti, i vostri doni... Perché mi sono allora dato così tanto da fare ed ho speso tanto per farveli?
Ma perché la si smetta di farli, una buona volta, è per questo ched d'anno in
anno gioco al rialzo! Scoppierà pure il palloncino, una buona volta! E
voi, invece, a ripromettervi di essere alla stregua dei miei doni l'anno
seguente, e a rifilarmi dopo i fondi degli scarti di magazzino oh,
non è il fatto che costassero poco, che mi faceva illidire, strappata
la carta, ma il costatare come fossero stati un rimedio dell'ultimo
istante... della
biancheria intima di serie ( da magazzini) l'anno scorso... un paio di
ciabatte ospedaliere l'anno prima..." O più
desolante ancora, l'andarmene senza dire parola, glissandomi in un
triste mutismo inappellabile, con i tanti miei doni, lì a parlare per
me, nell'eloquenza commoventissima della loro falsità (in un eloquio
commoventissimo e falso), articolantesi nello scartarli in mia assenza
ad uno ad uno, alla constatazione di quanta sia stata la ricercatezza
nell'individuarli e nell'allestirli, la dedizione riposta nel
presceglierne anche la carta e il nastro e i bigliettini, con il Babbo
Natale oberato da cuccioli stampigliato su quello di mio padre, invece
con la piccolina, come lei ancora si immagina, su quello di mia sorella,
che imbuca le lettere in punta di piedi nella cassetta per la
corrispondenza di Santa Klaus, con anche dipintovi il corno postale, e
orsacchiotti scherzosi sfrenati in slittino invece sugli altri... "
Hanno capito, ...", " Abbiamo capito che abbiamo
sbagliato...", l'indomani,
il Santo Natale, quando non servirebbe allora più a niente... Al
colmo del furore, prima dell'autostazione, esasperato per l'irreparabile
che era già avvenuto solo nella mia immaginazione febbrile, "
voglio adesso un milione di riparazione, - sono arrivato a folleggiare-
per il mancato riconoscimento dei miei doni da parte vostra!...". ( E'
allo stesso punto del viale alberato, presso lo slargo
dell'autostazione, che già nel viaggio precedente per rientrare in
appartamento a recuperare la congerie impacchettata dei regali, dopo
avere già depositato lo zaino valigia, l'ictus mentale ha avuto una sua
prima gestazione, ancora io rabbioso di non essermi recato in centro,
pur senza distogliermi dai preparativi e dalle predisposizioni sin dal
primo pomeriggio, quando si è verificata la reviviscenza dell'astio
insopito verso i miei allievi, allo stesso modo in cui ( esattamente così
come) si era riacutizzata quella mattina stessa, allorchè al tecnico
che mi ha ripristinato la sala audiovisivi, ho confermato che anch'io
come lui, avevo di che lamentarmi che gli studenti dell' Istituto non ci
manifestassero la minima riconoscenza, per gli impianti o i banchi di
cui si trovavano a disporre, grazie a lui, come di softwares e di
manuali di videoscrittura e di ogni sorta di filmato per mia iniziativa,
per la ragione stessa che ne disponevano a costo zero per nostra
gratuita iniziativa, senza che ciò di cui così disponevano fosse loro
costo alcun sforzo o sacrificio...) Ma
intanto (ora) così scrivendo, Carpi e Modena si approssimano, e per
addolcirmi già l'animo di dolci cose natalizie, mi riguardo in treno le
meravigliose tavole sulla natività allegate a Famiglia Cristiana).
//// ......./.................................... Natale Natale Poi
tutto è accaduto e si è svolto (ed è avvenuto) tranquillamente,
nel piacere I miei
regali li hanno stupefatti, per la cura posta nella loro ricercata
appropriatezza. E pare
ch'io mi sia dimostrato invero gentile, quando anticipandone l'assaggio,
non ho voluto sapere in che cosa consistesse una mousse così squisita,
che con le sue mani aveva fatto l'amica lì presente di mia sorella,
temendo di doverla allora lasciare nel piatto, come già la sua quiche
infarcita di lardo. Ma
forse più ancora gentile non mi sono appalesato, appunto nell'esserlo,
quando ho contraffatto la bocca che andava storcendosi, al grembiulino
da cucina ed al panno da bidè ricevuti in dono da mio nipote. (
Poi il
giorno di Natale, ingozzati di tortelli e tortellini, di carni lesse e
bollite innaffiate di vino, per le algide vie di Modena uscivo nel tardo
pomeriggio ( "
E' veramente bohèmienne- quella giovane aveva detto della mansarda. "
Molto", per non dire "troppo", le aveva replicato mio
fratello. Era
evidente che per i suoi trascorsi di povero, a differenza di lei, ne
aveva repulsione. E in
quel ricetto, ci avessi vissuto, io avrei dovuto vergognarmi di doverli
accogliere. Loro
cui occorre sempre uno sforzo magnanimo di degnazione, per comprendere
chi non possa ricorrere ai viaggi aerei. Ma a
mio nipote ed al suo giro di amici, quel ricovero tornava utile per le
loro esigenze sessuali, era un nido d'incontri fuori casa, e
in tutto e per tutto diveniva così " very nice"... "
Sei stato di una tale generosità...", quindi al rientro
mi diceva mia sorella, chiamandomi in disparte, per
contraccambiarmi di un' ulteriore cesta di bottiglie di vino e amarene e
di aceto balsamico. Ma io
non ho voluto neanche sentirne parlare, per quei doni di generosità,
schernendomene( Ma io mi sono raggricciato, al solo sentirne parlare di
generosità, a proposito, schernendomi per quei doni) senza affettazione
alcuna. Lei,
che al di fuori del lavoro vive la vita come una telenovela, se la può
davvero consentire, tanto in falsa coscienza è
egoisticamente avida, e insieme ingenuamente avventurata... Piuttosto
il Santo Natale che per me mai si compie, è ch'io mi rassegni agli
altri e che li accetti, e che dia ugualmente ciò che è secondo la mia
pienezza e l'empito, secondo la misura del buon gusto e del dovuto,
cercando di non farci caso, se per non smentirmi ho speso per loro così
tanto, in doni, che ora non posso andare via, mentre loro che mi hanno
regalato il minimo, le vacanze ora le festeggiano via all'estero...
E ahime, ancora debbo evitare come una ricaduta mentale di pensare alla
scuola, esulcerandomi anche il solo prefigurarmi, al rientro, di dovere Incapace
di capire fino in fondo, che se penso veramente a ciò che così si
verifica, non posso che consentirvi, e che equo e santo e giusto, è
quanto comunque è il riscontro che occorre soltanto che accetti,
evitando di patire distorcendo il collo espiatorio.
26
dicembre Stamane mia mamma mi ha risvegliato in anticipo perché vedessi come Ed io
festante ho dischiuso di un poco le finestre per accoglierne
l'incantevole biancore (imbiancata) ( farfallio) (discesa), e dato che
già anche mio padre si era alzato, da lui mi sono fatto accompagnare di
primo mattino a Mantova, rientrandovi per fare ritorno a Modena in
giornata, deliziato anche all'idea di vedere la mia città e i suoi
laghi sotto la neve. Le
falde della neve copiosissima avevano già rivestito ogni aspetto della
città di Modena e dei campi periferici, imbiancandone gli albereti ( le
alberete) e i filari di arbusti, velandone gli specchi d'acqua Ma
quando nel tepore del treno, giunto in prossimità della mia provincia,
ho deposto le " Storie dei Lombardi" di Brera, le sue
memorabili evocazioni di anitraie e falconiere viscontee, delle
arginelle per la pesca nelle lanche, onde Poi,
di rientro a Modena, nel primo pomeriggio, quando già paventavo che il
niveo candore si fosse disciolto, poca neve, poi una sua lieve distesa
quà e là per i campi,
quindi il suo riaddensarsi ( riaffoltarsi) di nuovo nell'algore che mi
ha accolto alla discesa dal treno, dopo la vista delle poiane che si
scrolavano in cielo sulle bianche distese, l'acqua nelle conche rafferma
e i rami tramati nel cielo cinereo al pari che in Brugel, è stato come
se avessi valicato in nemmeno un' ora l'estrema frontiera, per qui
giungere fra i miei cari nel paese straniero ch'è fatato e felice.
29
dicembre. A Pavia L'
esasperazione reattiva, ieri mattina, quando ho letto sul giornale dell'
iperattività sessuale delle coccinelle, presumendole immediatamente delle
donne, mi mantiene guardingo sulla felicità quieta che assaporo con i
miei cari, nella mia tormentosa infelicità anestetizzata Certo mi è confortevole e grato trascorrere questi giorni insieme con i
miei familiari E' che
le loro premure, più prima che poi le avverto come spire letargiche,
come l' avvezzarmi a ingrassarmi di nuovo nella leccardia di
capponcino impotente, ibernato sotto la coltre di così tanto amore... Cosicchè
avevo prefissato, già domenica, che oggi avrei turisticheggiato qui a
Pavia, dove scrivo quanto ho già detto e quanto or segue giuntovi
in anticipo su ogni ruolino, così come è con un certo sollievo, più che
con rammarico, che mia madre non ha potuto non accogliere l'invito di suo
fratello, a che insieme con mio padre trascorra da loro nel Varesotto il
Capodanno. All'inizio,
a dire il vero, la conversazione telefonica tra fratello e sorella che
origliavo nella mia stanzetta, sembrava un reciproco sforzo di scaricare
l'uno sull'altro, la dissuasione a recedere dal'impegno assunto. "
Sai, quanto i miei figli ci tengono a passare il Capodanno con noi... No,
non state a farvene un problema... Non dovete sentirvi obbligati..." Invece
le tante sue riserve e renitenze e recalcitrazioni che mia madre mi aveva
anticipato, si sono fuse e dissolte in un assenso, come il burro che stava
friggendo in padella per la frittata di funghi. Il
problema vero, dietro le quinte telefoniche, più che il mio stato
abbandonico di figlio solo, era il cane Fred, di mia sorella, chi
l'avrebbe tenuto? mentre erano in corso in Spagna le sue "vacaciones"? Lei se
ne è andata che non era ancora trascorso Santo Stefano a Barcellona, e
mio nipote non può non partire con Alexis per Nizza... Intanto
io sono qui ora impaziente di riprendere questo mio solo possibile
itinerario pavese, non potendo fuoriuscire dalla Padania, dopo che mi sono
svenato a tal punto per onorare anche nei loro riguardi le regalie
natalizie... Abbozzando
buon viso a magra sorte, ah, non li avessi nemmeno ricevuti i loro doni,
dolcificando in un sorriso affranto l'agro più amaro in bocca, nel
ricevere quel grembiulino da cucina,... e la cesta di mia sorella,... Comunque
stanno in bella evidenza con la sua caffettiera sul mio tavolo grande... Per
ritornare su che cosa possa mai significare, qualora ancora mi alletti, (
qualora il riconoscimento di tale affezione possa ancora allettarmi),
l'attribuzione di una patente di generosità. ( Ieri
sera ho tramato come un ragno intorno ad Alexis. Hum, per suscitarne le
simpatie basta titillarne il nazionalismo greco. Ma è suo padre, o sua
madre, che è tale di nazionalità? Almeno
per Iraklion conveniva che non era gran che, che è "a little bad,
not very nice". E come
si è illuminato, rapito, quando gli ho rivelato che so
del
ritrovamento e del sito di Vergina, del tesoro tou Filippos, tuttavia
adombrandosi (contrariandosi) già nell'umore, quando gli ho accennato di
averne visto dei reperti esposti a Bologna, quasi che dovesse
fronteggiare, anche solo il sospetto, di un ulteriore trafugamento degli
beni patrii... Peccato,
nel salutarlo, non avergli accennato scherzosamente: "
But Macedonia is greeck..." Su
Pavia Ben è
vero, che per ognuno " Mater tua semper pulchra", così recitava
il passo del Romanzo su Pavia di Gianni Brera, che mi ricorreva alla mente
nel ripercorrere con i miei sensi le vie dela città, da lui favoleggiata
come più bella finanche di Siena... Eppure
mi esaltava per Strada Nuova, vedervi fin oltre il Ticino lungo il Borgo,
materializzatavi una comune misura operosa per lavoratori e signori, nella
assenza di qualsiasi alterigia dei palazzi, contigui, sobriamente
asciutti, alla pasticceria e all'officina, il viavai e l'operare e le
dimore, il tutto assorto in uno stesso fervore (madore) gastronomico-
meccanico. Così come è bastato che l'esemplarità del San Michele perdesse la sua
regalità in arenaria, perché le sue versioni in cotto[2],
in san Pietro in ciel d'oro come in Santa Maria in Betlem o in San
Teodoro, assumessero una più indigena e calda anima rustica... Quasi che
il marmo che vi gioca con il cotto, prevaricandolo nella sola fioritura
statuaria della Certosa, qui fosse solo l'appannaggio della regalità e
della morte.
[1]MI
è accaduto lo stesso martedì mattina, quando controllando lo stato
librario del volume di "Balla coi lupi" che un'allieva di
sua iniziativa mi aveva fornito in lettura, constatavo che varie
pagine erano incignate ( stropicciate), ed alcune addirittura lacere
nel margine inferiore. "
Maledizione, mi sono detto, e adesso glielo devo ripagare...Oh, lei- e
già la consideravo di malanimo-, non dirà di certo che è lo stesso,
non fa nulla, mi imporrà comumnque di ripagarglielo. E
il mio libraio, ho un bel da dirgli che devo rifondere un libro che
non mi è di alcun interesse, e che non su mia richiesta mi è stato
offerto in lettura, non vorrà saperne di uno sconto speciale, di
vendermelo al prezzo di costo, farà vezzose orecchie da mercante,. O
mi dirà fintamente si, come l'anno scorso, quando gli ho chiesto di
vendermi a costi di acquisto, una copia dei libri che mi erano stati
rapinati a Nimes... Accidenti a lui..." Quando
fui io, per ritrosia altezzosa, a non fargli più presente la
richiesta cui subito aveva acconsentito, all'atto di comperarli ad uno
ad uno. [2]Del
quale cotto, nella sua terra natia, così mirabilmente Brera ne parla
" Ma il mio paese non è proprio geniale.C'è molta nebbia,
questo sì, e gli uomini hanno fatto, direi inventato la terra,
inumandovi per secoli i propri corpi. In nessun Paese al mondo, non
essendo io stato in Cina, ho riscontrato così stretto legame fra la
terra e chi vi sta sopra. Tu senti, camminando, di posar i piedi su
qualcosa che ti appartiene, non solo, ma che è addirittura in te.
Forse per questo mi si stringe un poco la gola quando vedo arrossarsi
al tramonto un tozzo campanile lombardo. Quei mattoni sono anche carne
mia, polvere delle mie ossa più antiche, sangue del mio sangue che si
accende all'ultima luce del sole. ( Storie dei lombardi, pagina 202)
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