all' indice delle pagine di diario degli anni 1992-1994

Pagine del 1992

 

 

Irrealtà:

1) al rientro dallo Yemen, è irrealtà il decorso di una esistenza stantia, tra casa e scuola, che si ripete monotona e vuota e irreversibile, irrevocabile come la complessità del benessere che mi è giocoforza riassicurarmi, nello spettro incombente della catastrofe individuale, quale mi si prefigura, come esca dagli incessanti vincoli ed obbligazioni composite; e che nella sua inconsistenza coattiva irrealizza (vanifica) come luoghi di culto, delle memoria, le vertiginose avventure di viaggio che ho appena vissute.

2) Irrealtà delle mie immagini fotografiche che rievocano lo Yemen, poichè è rimasto avulso dalla loro riduzione, a impressioni ottiche, ciò che ne ho vissuto con l'integrità dei sensi, ciò che per esmplificare sentiva ad esempio la tensione della mia stanchezza, accaldata e assetata, quando nel verde di un palmeto dell'Hadramawt, fronteggiando il miraggio di Shiban perseguito per centinaia e centinaia di chilometri di interni e di coste, vi rinveniva infinitamente altro che deliziante un ristoro cromatico, o quando presso i palmizi e lungo le sabbie in Kawkan, del Mar Rosso, tra i voli terracquei di pellicani e gabbiani, perveniva a istanti di estasi edenica; e tale irrealtà delle istantanee appunto le devivifica, per quanto tali mie immagini non celebrino paesaggisticamente ciò che fissano, come è negli intenti rappresentativi di quelle (quante) riproduzioni d'arte dei siti di Sana'a, o dei villaggi yemeniti, che li rappresentano nel fulgore di una luminosità eccezionale, non già abituale, obiettivandoli in un nitore di particolari ch' è epurato e (ch'è) perciò falsificatorio, quando tra palazzi e palazzi non rilevi che intagli di pietre ed alcuna ordura e liquame dei vicoli;

3) irrealtà dell'iper-reale (politico sociale) dei rapporti di forza che si riaffrontano in Italia e nel mondo più sviluppato, senza che dell'abominevole niente risulti mai inestirpabile, o che alcuna acquisizione di progresso mitighi l'insensatezza dell' eterno ritorno di orde servili inferocite contro chi è ancora più escluso, all'irrealtà di dovere sostenere (affrontare) il risorgere in scuola e nella società, di ogni volgarità atavica e primitivismo barbarico, al (il) rifarsi valere del torto più insostenibile;

(.... è indicibile.... per operai e pensionati e lavoratori dipendenti, sentirsi imporsi l'onere dei sacrifici economici più scuoranti ed angustianti, (angoscianti), (soffocando) sgomenti dell'impossibilità di rifarsi di una vita di sgobbo, proprio da chi ha accorpato (instaurato) il regime allo sfascio perpetrando ogni sorta di corruttela e di abuso e di sopercheria, e ora profitta della crisi che ha ingenerato con il più sfrontato ladrocinio e sperpero impunito, oltraggioso di vincoli e regole e pattuizioni di contratti, per alterare (modificare) a proprio ulteriore agio e profitto i rapporti di forza, nella congiura vessatoria (ponendosi  alla  testa di manovre di risanamento e rivolta fiscale...  si, la rivolta sovversiva degli abbienti per seguitare ad evadere più ancora impunemente, più ancora ferocemente asservendo sempre gli stessi al soggolo... rabbiosi che le greppie d'un tempo non siano più foraggiabili, quando gridano che occorre ripulire le stalle, e reclamano con foga le facce nuove, di nuovi foraggiatori, che escludano i musi degli altri dalla mangiatoia ristretta, ora che le rivalse, sui miserabili, di consolidate connivenze e compiacenze si sono usurate, e le frodi e le agevolazioni puzzano sempre più allo scoperto... costasse il fottio la successione più cruenta, la carneficina terrificante di una pulizia etnica, mentre intonano il coro di costuire già per la storia "la rivolta degli onesti"...)

4) l'irrealtà di ciò che la patalogia rivela più intensamente sconvolgente; se il senso del torto non mi ha sommosso quanto lo scacco del perfezionismo di una videoregistrazione mancata,( se non ti dai pace e infuri su te stesso autodistruttivamente,) per avere perduto la registrazione dei minuti iniziali del " Posto delle fragole", una domenica  già a notte tarda...

Mi ero ridisteso sul letto, già all'una inoltrata, dopo essermi risvegliato appena prima, di soprassalto, constatando che seguitavano i precedenti programmi...

in attesa volevo leggere ancora un poco...

mi sono invece riassopito... per risvegliarmi sconvolto alle sequenze già in onda della visione onirica, del professore *, di Sara e del fratello che frascheggiano nel recesso delle fragole...

Che colpa potevo averne...

Eppure ho iniziato a colpirmi brutalmente, percuotendoni e usando la cinghia su ogni parte del corpo, dibattendomi e agitandomi tra urla soffocate, finchè a lenire il dolore, avviata comunque la registrazione, ho infuso nell'acqua bollente tutte le bustine residue di camomilla...

nel tormento che mi invasava di una violenza ch'era suicidiaria, chiedendomi che più mi importasse a tale scacco, del rovello con cui mi ero accinto a votare e con cui seguivo l'esito delle elezioni anticipate della mia Provincia, asssurte a grande rilevanza, quale test del grado di disgregazione in corso del sistema politico e dell'unità nazionale, mentre già per l'indomani, quale atto riparatorio della lacuna filmica, non mi riproponevo che di acquisire a qualsiasi costo i filmati del "Settimo Sigillo" e de "Il posto delle fragole".

E dire che ne ho rinvenuto le copie nel mio stesso Istituto scolastico due giorni dopo; ma la duplicazione non era che una larva inguardabile  dell'originale, che l'ombra dell'ombra del fulgore autentico del bianco e nero di Bergman.

E la settimana seguente, quella scorsa, nel mio sangue si è insinuato di nuovo tale ansioso tormento  ( l'ansioso tormento di tale perfezionismo mancato), quando ho speculato sui residui di nastri antecedenti, per registrare in spezzoni sconnessi le esecuzioni di Glenn Gould!

Così è stata addirittura la registrazione delle Variazioni Goldberg, che ne è rimasta scempiata della quattordicesima e della quindicesima, finite fuori orario per una temporizzazione sparagnina, e quindi, per integrare la lacuna finale, vi ho rappezzato la puntata seguente, con il solo bel risultato di disarticolarla in due parti sconnesse, nell' assenza ulteriore di un margine utile per inserirla tutta di seguito sul medesimo nastro, cosicchè nel trapasso da una cassetta all'altra, all'altezza dell'intervallo di pochi secondi  tra la fine dell'illustrazione delle Variazioni e la loro riproduzione, è andato perduto anche l'inizio della sedicesima...

Per che vile lucro, di cui non so ancora capacitarmi...

Sgomento dell'inasprirsi incessante, anche solo al ricordo,

del rodìo autoaccusatorio di tali miei perfezionistici intenti...

 

 

Quando il filmato videoregistrato arriva al termine, o si interrompe del tutto, è lo sgomento della realtà della morte che mi pervade, a suoni e immagini di epopee e a scene di intimità domestiche, che svaniscono nel silenzio e si sfocano nel lattiginio (puntinio) del vuoto.

 

 

 

 

 

Eppure il tondo era stato rilavato sotto l'acqua,  la stessa grattugia era stata prima sottoposta ad un risciacquo, il formaggio, fresco d'acquisto, tenuto nel freezer fino all'istante di prelevarlo...

Eppure, la pasta già al dente, quando era giunta l'ora di aggiungere il formaggio appena grattugiato e rimescolato con l'olio agli altri ingredienti, eccovi riversarvisi un altro che vi si dimenava dentro, proprio nell'unico sito mangereccio che supponeva di avere disinfestato...( dove supponeva di averne scongiurato la presenza residua).

Dopo che aveva reso gli ultimi onori al nemico, nell'attorcigliare a uno stecco per precipitarlo dal balcone senza ammazzarlo, sul terrazzo sottostante, il vermicello che aveva visto divincolarsi in verticale al soffitto appena era rientrato a sera in cucina... 

 

Annotazioni

 

Cerca scampo dal verminio domestico lungo gli argini nelle golene fluviali

Dove nel cuore estate è già novembrino l'ammanto fogliare,

al rodio vorace dovunque dintorno delle rughe d'ifantria, che lo raggiugono fin nel metro quadro, lungo l'asciugamano e le nudità pelose, che (delimitandolo) si è riservato inoltrandosi sul litorale sabbioso a perdita d'occhio...

 

Così accade al suo rientro dall'Oriente selvatico nella pulizia Occidentale, stanco di ogni sorta di contrarietà antigienica e insalubre che ha sopportato in viaggio, di avervi dovuto mangiare con le mani attossicanti di amoachina, in assenza delle posate, carni e vivande (imbandite) su mense infestate di mosche, o intingendo con le mani nel medesimo piatto, o prelevando bibite stappate da mani che appena poco prima scaccolarono il naso.

 

 

 

E' scuorante, accorgersi che i rarissimi che hanno letto qualche mia pagina, fra chi conosco, sono rimasti delusi perché ne hanno accertato che stile, e spessore intenso,  mi precludono di essere uno scrittore di successo.

Bah! 

 

 

Progetto di scrivere " IL Critico e il poeta", sulle dissimulazioni cui è forzato un poeta per captare e preservare

la benevolenza di un critico tutelare, al cui arbitrio non può che sottomettersi, con odio sempre più larvato, una volta intercettato il suo favore. Ricevere aiuto da altri è ritentare una probalibilità  quantomai remota, la frustrazione ricorrente del rifiuto oppostogli da chi, egli spregiando come di se più venale, ha nelle mani il suo destino ed egli deve simulare di adulare deferente.

Ed egli(io) rimane legato a quel filo esclusivo, non cerca il successo e la notorietà, affidandosi al critico come a un custode testamentario presso la posterità, sia per il complesso del suo nome ridicolo, buono se notorio solo per essere irriso, che per la sua diversità che suppone che istigherebbe i malevoli a incrudelire contro di lui, certamente a delinquere chi gli è similare, ( oh, i Bellezza e gli Arbasino di ogni sorta e risma spregevole, per riferirci alle chiacchiere letterarie italiane), vuoi per il suo senso religioso benchè nichilistico dell'espressione artistica, che lo induce a rifuggirne ogni ricorso commerciale, ogni uso facile e piacevole quattrinaio, benchè vanitoso e smanioso delle cose più belle e di viaggiare nel mondo.

Ectecetra, Etcetera, etcetera.

  

 

 

 Nome della nuova terra da confederare come indipendente, nel Poema eroicomico sulle prodi gesta dei Leghisti alla presa di Roma? Alias la Polenteide.

Il Pirlamento.

La Musa Triorchide (Tripallade).

 

 

 

 

 

Le due donne abitano ai due piani di una stessa casa, l'una la proprietaria, l'altra l'inquilina più anziana.

 

 

                     L'arte di farsi amare

 

 

"Devi vederla come se ne sta tutto il santo giorno con le mani in mano , mia madre me ne è venuta parlando tra una chiacchiera e l'altra, nel preparare di nuovo i peperoni ripieni dopo la sbobba del cane.

Si riferiva alla signora, di lei più giovane, ch'è proprietaria della vecchia casa ove lei è inquilina, e così dicendo ha allentato le braccia, in un fare cascante, che intendeva simularne l'indolenza di fondo.

" E' per me stessa che devono volermi bene le mie figlie, lei mi ripete. Così la mattina lascia il loro letto disfatto e non prepara (a loro) mai la colazione, e mi capita più volte di vederle ancora affamate e rabbiose (e voraci) alle due del pomeriggio, sempre che si siano potute sfamare di un panino.

Lei non fa che (si limita ad) acquistare loro delle stecche di cioccolato, " sono proprio nutrienti, sai...", ( non vedi tra di loro in tavola  che sacchetti di patatine fritte,) e quando non può rimediare con dei toast,  confida nell'arrivo della loro nonna o di qualche loro zia (altro parente) per garantire il pasto...

Vedessi il disordine che c'è in casa sua... Con una scusa o l'altra, cerco di evitare di metterci piede ogni volta che m'invita... Io glielo ripeto, per parte mia, che occorre unire l'utile e il dilettevole alla pretesa di affetto... Ma lei..."

" Cosa ti dice in risposta..."

Io meglio di ogni altro, essendo suo figlio, so che cosa (quanto) mia madre l'abbia resa realistica sino a tal punto ad esprimersi in tali termini (con il mio modo di fare) ...  ed  ho presente di recentisssimo, mentre mi dice questo, anche a risolvermi a venirla a trovare, questo fine settimana, quanto abbia inciso la voglia di riassaporare i suoi squisiti tortelli alla zucca...

Dopo mesi, da single,  di sofficini e di fast food!

" Oh,- mia madre protesta vibrante, vuoi sapere che cosa lei mi ha risposto:- e così dicendo aggrotta la bocca- " Ma allora tu li vuoi prendere per la gola..." "

" E tu..."

" Anche! (Ma certamente!), - le ho risposto- ma che ti credi, cara mia? - Sono compiaciuto della (di tanta) sua avvedutezza consapevole, del suo disilluso spirito di madre e di moglie casalinga, che con lei mi consente l' analoga spregiudicatezza di un divertito egoismo.

Tra i molli guanciali che mi sprimaccerà, Ne convengo, mi conviene, che di disinteressato non c'è niente; che colei, la sua locatrice pura e dura, è soltanto un'infingarda...

"Uhm... che pretese le sue ...Come se il suo fare non fosse a sua volta presuntuosamente egoistico....  Intanto non sgobba affatto, lascia che siano la nonna o le zie a provvedere alle figliocce... e sfido che le sue figliocce fameliche sono (pretendono da lei poi i (sono poi pretenziose di) soldi come) furie, che sono più attaccate alla nonna e alle zie di quanto Lei non la rispettino... Sai, mi viene in mente quanto ci ripeteva la zia J*, ogni volta che andavamo a trovarla :" Voi sì, che siete dei parenti come si deve, non venite mica ( mica venite) a trovarmi senza niente in mano...

E come se quand' io vengo quì da te... Certo che mi fa piacere ritrovarci insieme, (stretti) tutti stretti insieme appassionatamente, ma io so che mi fa ancor più piacere se è a tavola davanti a un buon piatto di lasagne di verdura, e che altrimenti, certe volte, già al pensiero di dover prendere il treno...(mi costerebbe una tale fatica ( mi saprebbe così di fatica) prendere il treno...) "

Ma è un discorso che non mi va di svolgere)

Ma una sua punta di rimprovero, nella risposta, quando già annuiva di sottecchi lusingata nella sua maestria culinaria, mi fa tuttavia intendere che disingannata non è del tutto.

"Non dirmi, dai, che quando vieni a trovarci non hai voglia di rivederci... Perché allora ci hai telefonato tu per primo anche questa volta..."

Occorre adesso, ben intendo, il mio fare più amorevole e ruffiano, il cinismo che in me soggiace più sfacciatamente affettuoso, la sapiente rimbrottatura di chi ha la riprova, fresca, che l'interlocutore pecca più ancora fortemente del (nel)( nello stesso) fallo che ci addebita.

" Come se non avessi sentito al telefono cosa dicevi a mio padre, credendo che non fossi in ascolto, quando gli ho detto (anticipato) che sarei venuto io a trovarvi. " Oh, meglio così, -gli hai detto- così non c'è bisogno che ci muoviamo noi altri..." Confessalo... me lo hai addirittura riconfermato con le tue stesse parole,  senza farci caso, quando mio padre subito dopo ti ha passato  la linea... Ep poi ti ho ritelefonato per precederti, sapevo benissimo che non avresti aspettato più oltre, che altrimenti mi avrebbe raggiunto a ore una tua telefonata ...

" Eh, il cuore di mamma tua..."

" Auff... "(Si, il tuo cuore di panna... ( il cuore ruffiano delle tue gran doti di cuoca (in cucina)... ah, questa è la tua attrazione (attrattiva) fatale, (è lo stesso, per gli uomini come per gli animali)... Per i tuoi figliolastri come per un cane come Fred..."

(" Quasi che (Come se) tu ignorassi di sapere benissimo- (eppure) taccio di dirle- che è solo questione di catena più o meno lunga...."

" Ma (Oh,) che vuoi che mi illuda, oramai.... (non mi illudo proprio), recita sommessa, come se per lei il servirci in cucina, e nei servizi domestici, non fosse che un atto di sottomissione rassegnata alla nostra ingordigia (materialità interessata) (alla materialità interessata di noi congiunti)." Mi pare già di sentirli, (come se non li sentissi, già) (come li sento già), i commenti della gente, lungo la strada che porta là, a...

" al Cimitero..."

"Hm, si... Certo che li aveva anche lei i suoi difetti, di me diranno, ma in cucina aveva due mani (in cucina) ..."

" Eh, quella sì, era una che sapeva (proprio) come farsi voler bene..." seguito (così) la sua frase precipitando a ridere.

" Consolati, le aggiungo, fino ad oggi credevo proprio che ti avrei ricordato soprattutto per i tuoi primi. Ma da che ieri ho assaggiato il tuo rotolo di cacciagione (frittata) con i funghi trifolati..."

Eh, si. Anche quando lei è più divertita (allegra), lei vive soltanto per ciò che potranno dire sulla sua tomba e al suo funerale.

Invano, nell'insinuarle quant'è la malevolenza e la cattiveria di cui invelenisce ogni sua diceria sul prossimo, ho cercato di disincantarla anche in questa materia... 

"Che mi fa soffrire, piuttosto, è verificare certi calcoli che non mi attenderei in famiglia,... certe cose che..."

A che si riferisce, di altro ? mi chiedo inquietato. Forse a qualche concessione o regalia che le è fatta, di piccolo conto, per approfittare quindi meglio di lei, imponendole in cambio onerosi servigi? Per giunta colpevolizzandola se si ricusa? Non sono io, di certo, che in questo è maestra fra la sua figliolanza.. Seppure ....Per sincerarmene, comunque, i miei peccati incomincio ad accusarli tutti:

"Ti riferisci forse al fatto che non vengo a trovarti senza qualche camicia da farti abbottonare o stirare? Al fatto che sono ritornato a farmi vivo come si è esaurito il Vov che mi avevi

preparato? A..."

Ma il discorso viene (è) interrotto a tal punto.

Nè lei vuole confidarsi più oltre, vagamente elusiva e in sè intristita.

(Cerco altrimenti di rinfrancarla.

" Ma chi catturi per la gola, per la sua paura che tu ne faccia  un grassone poi lo perdi. Ogni cosa ha il suo rovescio. Dopo un pranzo, o due , o tre, è inevitabile lasciarti. "

" Lo so, che si è vuote e da latte."

" Come bottiglie?"

" No, come donne pregne o sgravide.)

Intanto è rientrato mio padre con il cane dalla passeggiata.

E lei corre a preparare la pappa per l'uno e per l'altro.

In un modo o nell'altro, prima o poi altrimenti abbaierebbero.

Mentre io devo ultimare i preparativi e lasciarla per prendere l'autobus, rivolgendole le mie ultime raccomandazioni interessate.

"Mi raccomando, se ti capita di trifolare con il prezzemolo degli altri funghi...

E ricordati, di riservarmi la zucca migliore per quando ritorno...

E fammi trovare qualche nuovo vaso di piantine grasse..."

"Sta sicuro, sta sicuro, mi ribadisce inseguendomi con l'ultimo sguardo dalla finestra.

Non ho dubbi, commosso, che come svolto sarà già all'erta ad assicurarmi il tutto.

Anche del cacio pecorino, prima di partire, ha voluto darmi una abbondante porzione, dopo averne fatto quattro debite parti: una per se, una per mio fratello, una per me ed una per mia sorella.

E quando in capo a qualche ora ritorno a casa e guardo che cosa ha riposto nel mio sacchetto delle provviste, vi trovo ogni sorta d' erba e vegetale del suo ortaggio ottobrino. Ihh, con le immancabili lumache che le bavano lubriche....

Le foglie d'insalata sapide e gustose come alghe guaste...

Perché, poi, vi ha riposto anche quei suoi peperoni verdi, che come crudità mi sono alquanto incommestibili?

Così già mi arrabbio, e glielo vorrei pure gridare in faccia, se solo fosse lì ancora presente, perché dovrebbe pur sapere che i peperoni verdi io non li consumo, che non adopero che quelli rossi o gialli più pregiati per le mie insalate, e che era meglio, santo dio, essendo gli ultimi, che anch'essi me li avesse cucinati ripieni il giorno prima.

Così buoni, come lei sola li sa preparare.         

 

 

 

 

 

Invecchiare: quando che ti assilla (tormenta)  non è più il rifiuto e l'abbandono, e del fallimento, o del tuo deperire, non hai più la vigoria di disperarti, così che l'insostenibile, un tempo, sei giunto a nebulizzarlo nella degustazione dell'acredine dei tuoi giorni assuefatti; e la rabbia del torto svelenisce in diserzione, mentre nel frangente cruciale, la furia che ora ti squassa è la frustazione che si discatena di una manchevolezza nell'uso degli oggetti e nei tuoi poteri d'acquisto, e più che la sordidità (pusillanimità) nei rapporti, o la loro mancanza, che di te stesso ti è indecente ( ti esaspera) è il venir meno a etichette e protocolli, da che (poichè) non è sono più che l'infimo del lusso e il suo decoro che così ti sostentano; per la cui avaria ora invece ti avventi sui tuoi giorni, tu che sei già un vecchio, nonostante l'aspetto, da  che hai imparato a convivere con ciò che offre la vita ti passa.      

 

 

Vecchiezza: quando ciò che perviene a farci esasperare contro la nostra vita, è il venir meno dell'acquisizione e dell'esercizio di un accessorio o di un protocollo, piuttosto che il fallimento e la perdita senza scampo (irreversibili) dell'essenziale.

 

 

Vecchiezza: l'arte(sic) miseranda ( miserevole) di riuscire a sostituire l'irraggiungibile con l'acquisibile: ossia (di sostituire) ciò, di più precario, -l'arte, la conoscenza, l'estasi mistica o l'amore e il godimento carnale- cui si perviene in virtù di grandezza e di bellezza, con quanto invece di mercenario e di consumo, che si può possedere e detenere con consente il valore del denaro.

 

 

Vecchiezza

 

Ossia infine contentarsi (E' l'arte ( sic...) di sapersi contentare (soddisfare)) solo di ciò che consente il denaro.

 

 

Vecchiezza è il tuo sfacimento in così tant'odio di te stesso, che ti fa l'osteggiatore più spietato dei tuoi soddisfacimenti.

Tanto ti impedisci e ti detesti nel tuo desiderio, esecutore

implacabile del loro scherno.

Della loro sentenza di condanna, di cui il tuo disdegno orgoglioso sono le mentite spoglie di un fatale soccombere.

E il giorno che su te stesso levassi la mano, li avresti solo adempiuti.( la loro rispettabilità). ( avresti solo adempiuti i tuoi figuri).    

 

 

Quando ti appelli alla tua dignità, a quanto sei superiormente consapevole della tua indecenza, non fai ancora che legittimamente difenderti.

Dall'armarti in  conformità di loro contro te stesso.

 

 

L'odio razziale, la discriminazione sessuale, è su di me, introvertito,  la violenza insostenibile di una mortificazione inflittami nonostante mi astenga.

Appunto per l'impotenza che s'ingenera dall'odio che ho di me stesso rinfocolandolo ( riesasperandolo)

Tanto la denigrazione sessuale e l'odio razziale sono già per questo letali.

Introvertendosi, secondo verdetto, nell'istigazione a delinquere contro me stesso.

 

 

 

La felicità autentica è il consentire alla morte, in ogni catastrofe che la preannuncia.

Pertanto si ride di ciò di cui si piange.

E il comico è identico al tragico.

 

 

L'ostracismo sessuale indebolisce le difese immunitarie contro l'odio di se stessi.

 

 

 

 

 

**( Volgere il testo nelle lamentazioni, in terza persona, di un insegnante che non sa tollerare il mondo, perché non può vivere che in un consesso di Angeli; che nella maialitudine limitrofa, pur disponendo, come i miei attuali, di carissimi allievi, affettuosi, si tormenta ch'eppure la barbarie già li insidi e devasti, che non possa in loro disporre, in ultima istanza, del conforto di esistenze e intelligenze angeliche).

 

E' il fare scuola, nuovamente, il riadattamento con gaia disperazione alla vacuità degli esiti.

E assumo il tono più faceto e scherzoso per addolcire il nauseoso, nell'illustrare agli allievi che esistono oggetti di forma parallelepipeda, che presso noi occidentali si usano ripercorrere di seguito da sinistra verso destra, chiamati libri o books o biblia o che dir si voglia, con i quali essi dovranno pur cimentarsi addentrandone i tracciati.

Meglio sottacere, che per me esiste la medesima differenza di genere e specie che intercorre tra l'uomo e l'animale, tra chi legge i libri e chi ne fa a meno.

Anche imperciocchè, i miei confratelli, e congregati insegnanti, per lo più non ne fanno un uso maggiore.

Ed è stomachevole, pur sempre, anche se è insensato prendersela, vedere come di ogni premura e sollecitudine, o scrupolo, occorre di nuovo affrettarsi, non appena si ha l'avvertenza di esercitarli, nell' (ad ) evitare che prontamente già ne profittino. Anche perché in fondo ti troveresti da solo.

Che conta dire sono solo ragazzi, che occorre capirli, (comprenderli), non già detestarli, ripetersi che non possono sapere quello che fanno, etcetera etcetera, quando sai che sono solo un' anticipazione del peggio ancora a venire, più in generale,e quando nonostante l'alzata di spalle, in loro rifuggi (sai che esprimono) ciò che incombe ovunque d'intorno sulla tua solitudine.

Che è nella (loro) abiezione razzista rivoltante, che tra loro serpeggia, nella sicumera del loro argomentare la pena di morte e il diritto di abortire, che hai presagito l' ottenebramento generale e la dissoluzione in atto con precisione totale... 

Tra il fuggi fuggi generale di educatori e insegnanti come suona la campana...

La verità, piuttosto, è che i miei allievi non hanno niente da imparare, in esperienza e norme, perché l'imbarbarimento è il loro senso comune, vi sono già a casa loro, e sanno benissimo come agirvi capaci... Sono già addestrati a ogni uso di sorta...Come gli ex- allievi di 2c, che non avevano bisogno di cerebralizzare la prassi dei Gesuiti, per ferirti nel vivo tramite chi amavi...

Non sei poi riuscito a salutarlo una sola volta, quest'anno, l'ex, senza che si mettesse a ridere d'intesa...

Ma ti indispone ora prendertela anche per ciò, sai che in fondo non importa, che vi è altro cui volgerti oltre, che esistono anche le ragioni del torto, e che la vera colpa che ti addebiti è che tu fai dell'insegnamento un dovere e vi dedichi surplus,  che sei con loro umano e responsabile, oltre le simulazioni rituali e le larvature ironiche.... La nausea, per quanto tu ti ripeta che loro sono l'effetto delle regole del gioco, che nient'altro può esserci nel loro tassello, è comunque la feccia sull'orlo dell'indomani, se tu devi farci comunque di nuovo ritorno, e variare e pur riaccertare che comunque la cosa non serve, e ripeterti che è così perché è così più in generale, anche se i visi saranno consenzienti, nei volti dei loro genitori, quando dovrai recitare a giorni sull'importanza educatrice della scuola, e simulare nel tono di ravvivato fervore un impegno forzoso; perché occorre comunque "dir Messa", parafraserai ( "Luci d'inverno"), nonostante gli esiti non cambino quale che sia l' offerta, del virtuale o di Woodi Allen, di Vertigo o di Paul Klee...

E anche la mostra dell'Auto dipinta, già lo sai, nel predisporre ogni modulo, che sarà un infischiarsene alle spalle del profe, e chi non impara nei corridoi e per strada a insultare l'altro di essere un "culo", non è ancora un iniziato...

 

L'educazione alla salute, predicano dai Ministeri,  è l'educarne ogni interesse conoscitivo...

il sollecitarne la curiosità...

Si provi, solo, per scrupolo,...

E chi dovrebbe o potrebbe suscitare le ali? I miei....

E' più realistico con la sferza disciplinarli ad apprendere la ginnastica di qualche formula, li forma di fatto l'insignificante o il meccanico, ed essi vi si piegano in effetti, dato che è così di necessità, più in generale, di quanto non valga alimentare motivazioni o responsabilità, o il mostrare loro, che pure sono in grado di intendere la cosa benissimo, come un segno astratto possa già commutarsi, in Klee, non appena una linea ricurva sul fondo azzurro evochi la prua, nelle figure estatiche di un porto fiorito.

 

 

IN 2C

Leggere la denuncia farsesca dei redditi di gioiellieri e pellicciai della loro città, in Educazione civica, provocarne la sconcertata sorpresa, senza minimamente alludere al fatto che ne sobilli la rivolta proprio la Lega di cui sono fanatici.

 

Invitarli ad argomentare a favore della pena di morte, limitandomi a dichiarare solo su espressa richiesta il mio schietto orrore inconvertibile, lasciando che fossero loro stesso a trarsi in inciampo, allorchè uno di loro ha identificato il criterio della giustificazione della condanna di morte, in nome dell'uguaglianza tra la colpa e pena, secondo le sue stesse parole nella volontà di vendetta, e un altro, nel motivarla come deterrente efficace, proprio così come si uccide un cane idrofobo, ha convenuto che si, non è decisivo che il condannato sia responsabile o meno.

Ed è stata l'altro ieri la sollevazione di un peso, quando deprecando un manifesto immondo, delle Leghe, che invitava i meridionali del Nord a tornarsene "go home", uno di loro, anzichè seguitare a sorridere ironicamente con gli altri senza mai replicare, è intervenuto con vigoria per sostenere che era perché lottassero contro la corruzione, nella loro terra d'origine, che si esortavano i meridionali in quel manifesto a farvi ritorno.

E' così io credo, che si può evitare l'elusione reciproca degli antagonismi oppositi, che è l'ambito amniotico in cui i terroristi o i massacratori etnici crescono alla scuola liberale dei loro insegnanti.

 

 

 

 

 

Da volgere in una narrazione indiretta, così come ampia parte del materiale biografico diaristico, per un eventuale romanzo tragicomico su " Un vecchio professore".

Infatti è iresistibilmente comica la sua denuncia drammatica, come il tragico umano sub specie divinitatis

 

 

 Quando il sindacalista, in Assemblea, ha iniziato a sgranare gli ulteriori misteri dolorosi della manovra per i dipendenti pubblici, l'onere vessatorio per il lavoro dipendente dell'intangibilità dell'evasione fiscale, " eppur si muore" ( si è consolato il vecchio) mi sono consolato con un respiro di sollievo, non più dispiaciuto che il giorno innanzi avessi appena traguardato la soglia degli "anta", e che con ogni probabilità più di metà del mio bicchiere io già l'abbia bevuto ( per oltre tre quarti avesse già bevuto il suo bicchiere).

La mia sola fortuna, almeno presumo, è che ho già più di otto anni di servizio, altrimenti per altri venticinque anni, almeno, ancora a maggio sarei ancora costretto a ripetere ancora invano, a una nuova scolaresca come le precedenti, ciò che avrei replicato invano dagli inizi a settembre.

O non ne occorrono invece forse dodici? Ed io sono all'undicesimo...

Ma non è questo che importa. Non mi sono mai sindacalizzato perché non ho mai tollerato che per preservare le pensioni-baby il sindacato mi abbia svenduto dieci anni or sono con gli altri precari, e che poi, una volta di ruolo, io che non vivo che del mio insegnamento, debba guadagnare un terzo di meno del mio stipendio, quant'è l'importo gravoso del mio affitto, rispetto a chi non svolge a scuola che un mestiere accessorio alla propria libera professione, solo perché in tal modo quegli è pervenuto a più anni di anzianità di servizio.

E che dire delle tante colleghe, che nemmeno nelle ore a disposizione scambiandosi i particolari di una nuova ricetta, dimenticano le finalità casalinghe del loro tra tran scolastico...  

Per il resto, bloccato ogni scatto di anzianità, e a fronte dell'inflazione, e della svalutazione, un aumento mensile che non equivale nemmeno al costo di volumetto di poesie di nemmeno cento pagine...

Ma questo è niente.

Del blocco della contrattazione si teme la proroga ulteriore....

E il mio affitto e le spese condominiali? E chi le blocca? Chi l'aumento della spesa al supermarket?

Già l'incremento di quest'anno, del mio affitto, supera di per sè i miseri adeguamenti biennali del mio stipendio...

Ed ora che per giunta mi è esplosa addosso la febbre influenzale in tutta la sua virulenza, torno ad accusarmi più ancora implacabile della mia remissività ai patti locatari, per osservare i quali ricuso tuttora di trasferire la residenza ove vivo e lavoro da anni, che è conditio sine qua non per poter usufruire di un appartamento ammobiliato, non essendo ancora possibile trovarne altrimenti, cosicchè non posso disporre dell'assistenza sanitaria qui dove lavoro; non solo, benchè versi i contributi per una assistenza medica che (è) di fatto già in tutto e per tutto è per me a pagamento fuor di ospedale- a meno che non voglia andare e tornare in corriera dal medico del mio paese d'origine, come oggi con la febbre addosso che mi divora, trentasei chilometri ad andare e trentasei a ritornare,- dovrò  io temo, dal prossimo anno, poichè come single sfioro un reddito inevaso di trenta milioni lordi, versare un contributo ulteriore, secondo i nuovi decreti, per non perdere il diritto a un'assistenza non ospedaliera di cui già non godo di fatto( per non essere escluso da un'assistenza sanitaria di cui già non godo di fatto).

IO che ne avrei bisogno continuativamente...

Le mie deficienze immunitarie o le mie turbe psicomatiche, fra dei conterranei il cui imbarbarimento razzistico mi isola sempre più in solitudine, mi cagionano una stomatite continua che mi ulcera la bocca, una dermatite nelle zone erogene che mi precludere ogni contatti sessuale, ...

E poi quand'anche ricorressi a un medico a pagamento, come mi è capitato, sentendomi imporre delle cifre sprezzanti di ogni fissazione di una tariffa massima, che mi potrei attendere?

Se non di pagare magari per sentirmi di nuovo dire, avanti un altro, che  devo attendere che si ricostuiscano da sole le mie difese...

O più gravemente, sia pur spicciativamente, che devo imparare a convivere con il male?

E per sentirmi dire questo dovrei umiliarmi a fare la fila? Io

sono già laureato in filosofia...

Suppongo già di conoscere la filosofia tragica dei Greci...

Eppure, debbo pagare anche il minimo certificato qualora (indisposto ) mi assenti alla sia pur minima riunione scolastica, io che come insegnante so benissimo, che non posso elargire che come atto gratuito ogni reale insegnamento...

e che nulla di ciò che vale o che conta, di ciò che elargisco agli allievi, può essermi imposto da nessun ministero, o mi viene gratificato e riconosciuto... 

E non basta.

Si dà altresì che in virtù dell'altrui evasione fiscale cui sono asservito come lavoratore dipendente, qualora io volessi concorrere per un pubblico alloggio, non avrei probabilità alcuna di successo, figurando, io che non dispongo che di una bicicletta come mezzo di trasporto, e non posso consentirmi l'acquisto di un alloggio, tra i contribuenti più ricchi del mio paese e della mia città, assai più di gioiellieri e pellicciai, e di macellai e ristoratori... per i quali, pertanto, i poveretti ( i miserabili), invece gratuita è ogni prestazione sanitaria......     

 

 

 

Timori e tremori civili, ansie e angosce di spettri sociali sopravvenienti, è questo in fondo ciò che ti importa? Saresti altrimenti un'animalità esaudita? In ultima istanza non dipende che da te se non sei gremito, se tu intendi così preservarti.

In verità, quali che ne siano gli idoli del fanatismo, sai che comunque li odieresti, non altrimenti perché sono dei giovani, perché sono la genia di una vita che ti seduce e che ti esclude e a cui sei impotente.

Inesorabilmente. E il loro slancio in avanti comunque ti è insolente, se quant'è l'essenza della vita ti è fallimento.

 

 

E basta che appena me ne distanzi, dagli allievi, perché svanisca il piacevole irretimento nelle apparenze del gioco che ci contrappone, e la simpateticità si rovesci in un sentimento antagonistico letale,

se solo riaffiora il pensiero di ciò che in loro subentra dal fondo come rientrano nel branco, e l'identità di gruppo impone loro di riassumere un sembiante oltraggioso e razzistico.

Ma è inammissibile, mi ripetevo anche ieri pomeriggio, che ciò che essi rappresentano possa intorbidare la tua solitudine, essi trascorreranno nella tua vita come necessitate presenze senza alcuno significato effettivo;, eppure sono dovuto rientrare in appartamento, nel magnifico tramonto novembrino, senza che ne fossi smemorato nei fulgori e nei fumidi gialli degli ultimi ammanti, vanamente inoltratomi " solo e pensoso "per" i più deserti campi", ove " vestigia umana" non mi recasse più il timore o il tremore di un insulto sessuale. 

Quando ho successivamente ripreso la correzione dei compiti, l'astio più accanito (belluino) è riesploso nei loro riguardi, lo stesso rabido rancore, debbo supporre, in cui la loro scherzosità in classe senza animosità apparente si piega al compito e all' obbligazione, o si inasprisce come debbano adempiere a un assunto.

Di loro ripensavo, anche stamane, che per quietarmi ed essere più efficace nei riguardi della virulenza che li ha infestati, occorre anzichè contrastarla antiteticamente, che mi interni in ciò il suo decorso ha di analogo con la fenomenologia della contestazione studentesca del sessantotto che mi coinvolse: e così ho ravvisato che come allora, nei rapporti che intercorrevano tra noi allievi delle classi liceali in relazione al sistema sociale, essi non possono per lo più differenziarsi che all'interno del movimento di secessione attuale dal sistema politico, tra democratici, federalisti, secessionisti razzisticheggianti sconfinanti nei naziskeans, così come allora ci si contrapponeva tra parlamentari della sinistra storica e sedicenti extraparlamentari rivoluzionari.

E pertanto mi ha riequilibrato constastare che tutto quanto allora si sarebbe potuto dire di noi, e al cui filisteismo borghese reagivo con sdegno, si potrebbe ora dire di loro a torto o a ragione: che sono il seguito esaltato e inconsapevole del populismo di una demagogia eversiva, e che ha tanto più successo, quanto più il suo formulario è rozzo e schematico, nel vagheggiare un che di indistinto e di generico, o che le armi della critica possono cedere il passo alla critica delle armi, che sono il sedicente nuovo per il cui tramite si riforma il potere in modi più ancora gerarchici: etcetera etcetera...

E già quanti loro genitori, ed altri insegnanti, tramano come allora un doppio gioco: deprecano che siano superficiali o che non studino, che presumano già di bastare a se stessi,  che non abbiano valori e idealità, e che manchino di una memoria storica, mentre non solo non oppongono loro resistenza, ma di fatto ne assecondano gli umori anche nel voto politico.

Non è forse vero piuttosto, sostenevo in Consiglio di classe, che presumono a tal punto( che sono così presuntuosi) perché effettivamente sono già sufficienti, perché hanno già una cultura e valori, sia pure antitetici, che bastano a vivere secondo le istruzioni per l'uso? E che possono consentirsi in virtù appunto del privilegio "nordista", di essere così rudimentali e razzisticamente determinati?

Perché mai, ribadivo in Consiglio di classe, dovrebbero studiare e sacrificarsi, quando vedono che può essere tanto più facile arricchirsi e avere successo se si è incolti e senza scrupoli?

Che senso ha mai rampognarli, avrei dovuto soggiungere nei riguardi di certuni colleghi, che sono quelli che di loro più si lamentano, quando li si è abilitati ad infischiarsene di ciò che insegniamo, promuovendoli anche se nel corso delle lezioni non hanno fatto altro che sfottii?

E purtuttavia, inestirpabile, a rendere insanabile il mio disdegnarli come una recessione e di una degradazione antropologica, permane il senso di essi spregiativo che allora, come ora, la politica (era) per me e per chi mi era compagno era l'attività volta a creare una vita migliore per quanti più uomini sia possibile, che fossi allora comunista ed ora liberale; mentre per chi adesso con loro si esagita concertandoli, come se ne venisse ringiovanito dal nuovo, così come è ovvio che sia per la generalità di loro, la politica non è mai stata che la lotta per salvaguardarsi ricacciando nel subumano e nella morte chi sta peggio.

E' ciò a cui ho alluso, quando ai genitori, come agli allievi, ho ricordato che è così difficile educare, nella contemporaneita, perché gli orientamenti generali, e particolarmente quelli giovanili, sono tendenzialmente contrari a quello spirito cosmopolita, democratico, solidaristico e volto al bello del gusto estetico, che ci si ripropone istituzionalmente di trasmettere a loro, in quei rituali, quali i consigli di classe e i colloqui e i ricevimenti dei genitori, che si risolvono negli atteggiamenti di prammatica negli insegnanti e nei genitori coscritti, in cui il vizio rende ipocrita omaggio alla virtù.

(E poi in classe a un allievo che me l'ha chiesto, ho illustrato che cosa sia il cosmopolitismo, dicendogli che è il ritenere innnanzitutto ogni altro simile come un uomo, e quindi sostenere chi è più debole in luogo di chi è più forte, a prescindere dalla sua appartenza etnica o di razza o sessuale.)

 ( Come il razzismo sia un'esclusione dell'altro, a causa di ciò che non dipende da lui della sua individualità sociale, mentre è una pretesa violenta di superiorità ( e di prevaricazione), che non è giustificata da merito o capacità acquisite che non siano l'attitudine a far sottostare).

 

 

 

 

 Ma il tuo dolore è che ciò che sostieni non ha alcuna forza inesorabile.

Torni a ripetertelo, per ripeterlo a loro, perché non incrementino il dolore di chi già è un escluso, giustificati dalla terra e dal sangue, o dalla fisicità normale, non già da meriti o capacità acquisite da far valere...

Ma ciò che tu dici per i più è insussistente, mentre inesorabile è la cecità dell' entusiasmo, l'avvento della catastrofe perché avvenga il cambio di scena dell'orrore.

 

 

Anche oggi, mentre ero di passaggio...

lui mi ridicolizzava in compagnia.

Non credo affatto di patirne.

L'ho sempre saputo, inorridendone.

Soltanto speravo, che non avesse a soccombere così irresistibilmente.

Idiotismo atavico ne è sempre stata la diagnosi.

Peccato.

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