In
Tunisia Poi
da Catania Da
Catania, per imbarcarmi già l'indomani mattina per la Tunisia,
-altrimenti non mi sarebbe stato più possibile, poichè avrei dovuto
attendere fino al lunedì
seguente quando già scadevano le mie vacanze,- come con l'aliscafo sono
arrivato nel porto ho seguitato nella notte in treno via Messina fino a
Palermo, dove al risveglio dal sonno poco dopo le cinque, ero così
confuso e stordito che benchè il diretto fosse arrivato in orario, cinque
minuti non mi sono bastati ad evitare che quello per Trapani partisse
intanto che le sue portiere si chiudevano sulle mie mani che cercavano
invano di appigliarne gli stipiti. E
non era questo un altro avvertimento degli dei superni,
che non mi ostinassi in un disegno talmente folle? Che
aveva quale sua reale e vera meta, qualche Alì dibattuto tra oasi e
dune... Benchè
in preda a una trance nervosa, ho lottato a distogliermi da ogni ubbia, o
credenza, che negli eventi capitatimi tramasse un invisibile nume
premonitore, ripetendomi che non erano in atto che i miei intenti a
destinarmi una sorte. Sono
uscito fuori della stazione e mi sono forzato a chiedere a un addetto ai
trasporti urbani se lì vicino partissero dei pullmann diretti anche a
Trapani, come era in effetti a non più di cinquanta metri, di lì a
qualche minuto, e nonostasnte già avessi il biglietto ferroviario, sono
così partito immediatamente con quel pullman. Dopo
la vista tra la veglia e il sonno del golfo e del capo di Castelvetrano,
intravedendo quanto fosse
grandioso E
quando credevo di avere ragionevolmente già desistito dalla Tunisia, ed
avevo già telefonato all'ostello di Trapani, e mi ero assicurato la
disponibilità di un alloggio conveniente, disattendendo gli abiti mentali
che avevo assunto con Antonio e Raffaele, disattendendo l' immagine in cui
m'ero configurato a quei due giovani- un ragazzo e una ragazza-, con i
quali avevo condiviso la carrozza da Messina a Palermo, esaltandomi per le
città ideali morte e le rovine fenicie sul suolo italico, invece di ogni
altra volta ho seguito invece l'impulso di verificare di che cosa è
capace e può sentire la mia natura, se può disporre in dell' oggetto
reale del suo desiderio, in questo o qwuerl piccolo Mohammed invitato a
mostrarmi come gli sia stato circonciso, prima che la vecchiaia arricchita
mi consenta di disporre del piccolo Abdullah o Youssef solo per i miei
quattrini occidentali. (
prima che la vecchiaia incipiente non mi consenta di disporre altrimenti
del piccolo Youssef o
Abduallah, che per i miei quattrini occidentali). Eppoi,
mi sono detto, debbo pur comperare, in Tunisia, la aerea gabbia a cupola E
a risarcimento * nuovi itinerari mi sono proposto, che recuperino quelli
mancati degli anni scorsi, - dalla Napoli greco-romana di Cuma, Ercolano e
Pompei e Paestum, alla Sardegna fenicia di Sulcis, Nora e Bitia, per
approdare a Trapani verso Mozia e Segesta e Selinunte, quindi transitando
per la Tunisia verso la Libia di Cirene e Leptis Magna, e dalla Cirenaica
entrare in Egitto e via Alessandria ridiscendere* la penisola del Sinai, e
risalirla fino al Negev e alla cananea Tell Hazor, sostando nella
cabalistica Safed, prima di imbarcarmi ad Haifa per Cipro e Rodos, di
rientro in Itaslia tramite Atene e la Grecia nord-orientale.
Il
demone che ha vinto E
il demone ha vinto, della più inestirpabile voce della coscienza, votando
al fallimento questo Sempre
più inflessibile, più imperdonabile. Anche
gli orologi appresso, come cadeaux, per agevolare la ricerca di un sesso,
in Tunisia, che non mi riesce di vivere in Italia,...così deviando
imperdonabilmente il mio itinerario di viaggio, dal suo più esemplare e oramai agevole decorso finale... Con
tale afflizione per l'autocondanna che mi sono inferto Sicchè
la mia determinazione a rientrare al più presto in Sicilia, con l'aereo
per Palermo di Giovedì, dopo essere stato, mi ero già riproposto, - a
parziale risarcimento espiatorio- almeno
al Bardo ed a Kerkouane, in luogo dei siti turistici di improbabili Ma
il reimbarco sulla stessa motonave dell'andata che rientrava a Trapani non
era più possibile, secondo quanto era stata già una tentazione quando mi
sono ritrovato lo zimbello della polizia tunisina. Cosicchè,
stamane, dopo avere passato la notte, sempre più sudicio e logoro,
disteso lungo la soglia d'ingresso della Compagnia Tunisina di
Navigazione, da cui sono stato sveltito a sloggiare dopo le cinque, andrò
da una (alla ricerca di una) delle agenzie di viaggio appena aperte, per
sapere quale sia la prima occasione di rientrare in Sicilia o a Napoli.
Kerkouane,
24 agosto Kerkouane,
24 agosto Dovevo
patire anche l'autoafflizione , sotto il gravame dello zaino divenuto un
macigno, del tragitto interminabile a piedi dalla stazione degli autobus
di Kelibia sino alla Maison della jeunesse, in prossimità del porto, al
limite dello sfinimento per avere resistito alla richiesta di attenzione e
di concentrazione di una visita al Museo del Bardo protrattasi dalla tarda
mattinata sino al tardo pomeriggio- come richiedeva una delle più
straordinarie rassegne di mosaici della tarda romanità-, dopo due giorni
e due notti di sonno stentato in treno o sul pianerottolo dell'Agenzia
della Compagnia di navigazione tunisina in La Goulette, e pur giunto all'
ostello, che di rientro al ristorante omonimo "de la Jeunesse"-,
consumatavi soltanto un'insalata mechouia e una birra, resistessi
all'angoscia attonita di avere smarrito il cammino nel timore pressante di
trovare all'arrivo già chiuso l'ostello e di avere da fronteggiare
un'altra notte di stenti all'aperto, perchè alfine tra le braccia e le
membra di Kaled vi trovassi l'esaudimento atteso da sempre, lo slancio di
due corpi maschili appassionati l'uno dell'altro, in occhi, labbra,
muscolature e sessi avvinghiati e rilassati, per riprendersi ancora e
ricominciare altrimenti tutto di nuovo, che disperavo fosse la pienezza
sessuale ch'è concessa al solo incontro dei corpi di un uomo e una donna,
mentre l' omoerotia appagata disperavo che fosse soltanto il
mito poetico della esaltazione nostalgica di un passato di corruzione
ellenistica che non è mai stato. E
dire che quando Kaled mi ha raggiunto in stanza, sbadigliando
vicendevolmente Poi
lui, come gli ho chiesto della sua fede islamica, spenta la luce perchè
così faceva meno caldo, e ho alluso alla condizione delle donne ove vige
l'Islam, mi ha soggiunto Che
slancio inesausto che non voleva una fine, quanto sul suo grembo mi sono
chinato nell'atto, consenziente alla pressione amorosa della sua mano
perchè andassi fino in fondo. Quando
lui mi ha dichiarato di avere 24 anni, e mi ha iniziato a chiedere l'età,
assez, assez, gli ripetevo tappandogli la bocca, mentre lui rialzava gli
anni che mi attribuiva, e seguitava a slanciarmisi contro in una furia di
baci. Così
mi ha espresso quanto seguiti per lui io ad essere bello e a piacergli la
cosa nonostante i miei anni. "
Tu es vraiment joli, mi ha detto, tu as des beaux yeux, une belle bouche,
tout c'est beau de toi..." Era
di me così appassionato, come io di lui, che mi ha proposto di lì a poco
di imbarcarsi come clandestino con me stamane per seguirmi in Italia. "
Mais tu es fou.." gli ho ripetuto toccandogli la fronte, e lui non me
ne ha voluto e ha riso e mi ha ripreso di nuovo. Solo
a una sua richiesta fisica seguitavo ad oppormi, quella per lui più
avvincente di penetrarmi. Gli
ho detto che non era per il riguardo di non passare come la femmina del
rapporto, ma per il mio timore di contrarre l'Aids. alla
fine un poco ho ceduto anche a tale sua richiesta, perchè ho inteso che
aveva l'urgenza di porre termine al rapporto, liberandosi con il seme del
suo appassionamento fisico, anche se e
rientrare dallo slancio che trasfigura la vita e traspone fuori del tempo,
nella ordinarietà gretta delle nostre reali nature Cosi,
come lui è venuto, il mio timore mi faceva accorrere nel sudiciume del
bagno collettivo, per ripulirmi sotto l'acqua corrente della sperma che
mio malgrado mi aveva eiaculato intorno
all'orifizio dell'ano, e al mio rientro tra le intenerite effusioni, lui
ha iniziato la richiesta pressante di questo o quel cadeau.
Ed
io sono ora assillato dall'istanza di mettere chiaro con lui stanotte, se
ci rivedremo ancora un'intera notte, che non può esserci che l'inimicizia
e il detestarci, in fondo a una convivenza in cui lui supponesse di
sfruttarmi. Che
qualora pur anche venisse in Italia, dovremmo non solo avere da lavorare
entrambi, ma vivere in due domicili distinti, per ritrovarci insieme
liberamente. Come
se lui potesse davvero venire in Italia, squassare le catene della sua
miseria di disoccupato, attentare al mio egoismo già arricciato a
chiusura estrema... Intorno
sciaborda intanto l'acqua dell'incantevole mare, di smeraldo e cobalto,
che lambisce il mirabile sito di Kerkouane, ove seguito a intrattenermi già
oltre l'ora, in cui è partito il battello da Kelibia per Trapani. Ora
che tutto Intanto
che la distanza e la nostalgia di non rivederlo più, schiaritasi nella
mia esistenza sessuale altrimenti adempiuta, fanno in me disgorgare in un
flusso di cartoline che gli scrivo giocando a divertirlo, tuto il mio
amore innamorato di quel mio allievo. E
posso ritardare ora il mio rientro dalla Tunisia fino a Venerdì, per
accertare quale sia l'intesa possibile
Seguitando
in Mozia, e Selinunte, in particolare, l' itinerario fra le testimonianze
Sotto
il gravame dello zaino, divenuto un macigno, dovevo patire anche l'autoafflizione
del tragitto interminabile, a piedi, dalla stazione degli autobus di
Kelibia sino alla Maison della jeunesse, in prossimità del porto, al
limite dello sfinimento per avere resistito alla richiesta di attenzione e
di concentrazione di una visita al Museo del Bardo protrattasi dalla tarda
mattinata sino al tardo pomeriggio- come richiedeva una delle più
straordinarie rassegne di mosaici della tarda romanità-, dopo due giorni
e due notti di sonno stentato in treno o sul pianerottolo dell'Agenzia
della Compagnia di navigazione tunisina in La Goulette, e pur giunto all'
ostello, che di rientro al ristorante omonimo "de la Jeunesse"-,
consumatavi soltanto un'insalata mechouia e una birra, resistessi
all'angoscia attonita di avere smarrito il cammino nel timore pressante di
trovare all'arrivo già chiuso l'ostello e di avere da fronteggiare
un'altra notte di stenti all'aperto, perchè alfine tra le braccia e le
membra di Kaled vi trovassi l'esaudimento atteso da sempre, lo slancio di
due corpi maschili appassionati l'uno dell'altro, in occhi, labbra,
muscolature e sessi avvinghiati e rilassati per riprendersi ancora e
ricominciare altrimenti tutto di nuovo, l'estasi che disperavo fosse la
pienezza sessuale concessa al solo incontro dei corpi di un uomo e una
donna, non altro (più) che il mito poetico della esaltazione nostalgica
di un passato di corruzione ellenistica che non è mai stato. E
dire che quando Kaled mi ha raggiunto in stanza, sbadigliando
vicendevolmente a quanto ci dicevamo Poi
lui, come gli ho chiesto della sua fede islamica, spenta la luce perchè
così faceva meno caldo, e ho quindi alluso alla condizione delle donne
ove vige l'Islam, mi ha soggiunto Che
slancio inesausto che non voleva una fine, quanto sul suo grembo mi sono
chinato nell'atto, consenziente alla pressione amorosa della sua mano
perchè andassi fino in fondo. Quando
lui mi ha dichiarato di avere 24 anni, e mi ha iniziato a chiedere l'età,
assez, assez, gli ripetevo tacitandogli Così
mi ha espresso quanto seguiti per lui io ad essere bello e a piacergli la
cosa nonostante i miei anni. "
Tu es vraiment joli, mi ha detto, tu as des beaux yeux, une belle bouche,
tout c'est beau de toi..." Era
di me così appassionato, come io di lui, che mi ha proposto di lì a poco
di imbarcarsi come clandestino con me stamane per seguirmi in Italia. "
Mais tu es fou.." gli ho ripetuto toccandogli la fronte, e lui non me
ne ha voluto e ha riso e mi ha ripreso di nuovo. Solo
a una sua richiesta fisica seguitavo ad oppormi, quella ch'era per lui la
più avvincente, di penetrarmi. Gli
ho detto che non era per il riguardo di non passare come la femmina del
rapporto, ma per il mio timore di contrarre l'Aids. alla
fine un poco ho ceduto anche a tale sua richiesta, perchè ho inteso che
aveva l'urgenza di porre termine al rapporto, liberandosi con il seme del
suo appassionamento fisico, anche se e
rientrare dallo slancio che trasfigura la vita e traspone fuori del tempo,
nella ordinarietà gretta delle nostre reali nature Cosi,
come lui è venuto, il mio timore mi faceva accorrere nel sudiciume del
bagno collettivo, per ripulirmi sotto l'acqua corrente della sperma che
mio malgrado mi aveva eiaculato intorno
all'orifizio dell'ano, e al mio rientro tra le intenerite effusioni, lui
ha iniziato la richiesta pressante di questo o quel cadeau.
Ed
io sono ora assillato dall'istanza di mettere chiaro con lui stanotte, se
ci rivedremo ancora un'intera notte, che non può esserci che l'inimicizia
e il detestarci, in fondo a una convivenza in cui lui supponesse di
sfruttarmi. Che
qualora pur anche venisse in Italia, dovremmo non solo avere da lavorare
entrambi, ma vivere in due domicili distinti, per ritrovarci insieme
liberamente. Come
se lui potesse davvero venire in Italia, squassare le catene della sua
miseria di disoccupato, attentare al mio egoismo già arricciato a
chiusura estrema... Intorno
sciaborda intanto l'acqua dell'incantevole mare, di smeraldo e cobalto,
che lambisce il mirabile sito di Kerkouane, ove seguito a intrattenermi già
oltre l'ora, in cui è partito il battello da Kelibia per Trapani. Ora
che tutto Intanto
che la distanza e la nostalgia di non rivederlo più, schiaritasi nella
mia esistenza sessuale altrimenti adempiuta, fanno in me disgorgare in un
flusso di cartoline che gli scrivo giocando a divertirlo, tuto il mio
amore innamorato di quel mio allievo. E
posso ritardare ora il mio rientro dalla Tunisia fino a Venerdì, per
accertare quale sia l'intesa possibile
Seguitando
in Mozia, e Selinunte, in particolare, l' itinerario fra le testimonianze
Questa
notte E
con Kaled, già questa seconda notte, non è esistita che la mia
sconfortata dedizione alla follia del suo attaccamento, così amoroso e
così interessato, così appassionato del mio aspetto e del mio modo di
essere. Gli
slanci e i trasporti inesausti della sera scorsa, non più che attenta
simulazione, .... come stavo
scrivendo quando alla porta della mia stanza ha bussato ed è entrato il
suo amico più giovane, del quale sotto la doccia mi sono or ora ripulito
della sperma, lasciandoci come abbiamo gremito l'uno il grembo dell'altro. Con
il suo amico ho così appena cercato Quando
infine l'attesa è apparsa delusa, il mio desiderio è divenuto sconforto,
cosicchè mi sono masturbato da solo, poco prima che già passata l'una di
notte egli si riaffacciasse allo spioncino della finestra. Io
stesso, per tutta questa mattina, ho cercato di eludere e di differire lo
stargli insieme, e quando ciononostante ci siamo ritrovati in stanza ed
abbiamo avuto delle effusioni intime, sono con lui entrtato in confidenza
senza affrontare ciò che mi mette in apprensione nei suoi riguardi,
pavidità egoistica o meno che sia: il timore che al suo affezionarmisi si
mescoli la ricerca di un supporto di convivenza parassitaria, ciò che
eppure, senza che si offendesse, gli ho adombrato ieri sera, quando gli
ho detto che agiva come i bambini piccoli questuanti, che iniziano con
"un bombon" ed "un stylò", e quindi arrivano
all'orologio, alle scarpe ginniche, ea chissà quant'altro senza più
fine. Così
io stesso che tanto vagheggiavo di trovare un giovane piacevole e bello
che sessualmente mi fosse devoto, intendo porre il termine di un distacco
e di un distanziamento, a un rapporto siffatto che si é instaurato tra me
e Kaled, nel timore materiale e sociale di ciò che può conseguirne. Se
lui sapesse che già ho dubitato della sua onestà, quando l'ho lasciato
solo in camera, che ho controllato, e ricontrollato, poi il contenuto del
mio portafoglio... E
ieri sera, nella mia pusillanimità ( grettitudine) di fronte al suo
desiderio di venire con me in Italia, sono giunto a prefigurargli che
quand' anche mi avesse raggiunto, non solo avremmo dovuto poter vivere
entrambi del proprio lavoro, ma che nel mio appartamento avrei potuto
soltanto riceverlo frequentemente, non già convivere con lui. Si
sarebbe trattato di un legittimo disincanto realistico sulla repulsività
dei vincoli, se a indurlo non fosse stato il timore del rigetto
condominiale del nostro rapporto, che si facesse insopportabile per i miei
padroni di casa, qualora avessi a mascherarlo a loro vanamente come un
atto di subaffitannza. Oggi
Kaled mi ha confidato che solo con dei turisti ha dei rapporti sessuali. Che
accade anche a lui ciò che a me succede in Italia, di non riuscire ad
avere rapporti con altri tunisini, com'io non riesco ad avere rapporti
sessuali con dei miei giovani connazionali. Fa
piacere ai ragazzi di essere desiderati, ovviamente, ma tutto deve restare
solo un flirt, di fronte al gruppo con il quale ti irridono degli amici di
vita. Il
che, ora nel mio stato di disinibizione spassionata, non mi sento di
reputarlo altrimenti che assennata mediocrità. Stamane
quindi è trascorso lontano da Kaled, perchè in Kelibia mi sono lasciato
mettere in apprensione dagli agenti di viaggio, che quando ho chiesto loro
un biglietto per partire domani dal porto in aliscafo, mi hanno
evidentemente esagerato l'eventualità remota che domani non possa partire
dal porto, pur di dissuadermi ad affrontare da quì il più agevole
viaggio di rientro in Sicilia e in Italia, ed indurmi ad optare altrimenti
per altre soluzioni, per me più costose e disagevoli. (
Nella prima agenzia l'addetto si è limitato a sconsigliarmi di anticipare
l'acquisto del biglietto dell'aliscafo, dicendomi che si tratta di una
piccola imbarcazione, e che basta che si levi un pò di vento perchè non
parta. E
dunque che mi informassi piuttosto l' indomani, in dogana al porto, sul
far del mattino, per sapere se dall'Italia l'aliscafo fosse partito
all'andata prima di fare il biglietto. Ma
è stato il proprietario dinamico e quieto della seconda agenzia, che
quando ha appreso da me perchè e quanto fossi scorato, ha inteso
profittarne prefigurandomi come pressocchè impossibile ogni partenza
domani in aliscafo da Kelibia. "
Noi sconsigliamo chi si rivolge a noi di farvi ricorso. Il ne part présque
jamais. Anche questa settimana doveva partire ed invece non è giunto
dall' Italia. Piuttosto lei può partire domani da Tunisi con il volo per
Palermo, mettendosi ovviamente in lista d'attesa. Se poi non le fosse
possibile prendere regolarmente il volo, avendo acquistato da noi il
biglietto e pagando la differenza può partire successivamente per Milano
o per Roma. Provvediamo
noi a scriverle un biglietto di presentazione, dicendo alle autorità
aeroportuali che lei qui ha dovuto attendere per giorni e giorni
l'aliscafo senza potersi su di esso imbarcare, e
che oramai è senza denaro etcetera etcetera." Io
lo seguivo ritenendo tutto ciò che mi diceva la verità allarmante
sinceramente espressa, senza capire perchè mai un tunisino che era lì
presente, che mi parlava in italiano perché da anni lavora in Italia, a
Varese, e con il quale seguitavo Ed
io che come un ubriaco il quale si sforzi di mostrarsi lucido e sobrio,
pateticamente gli esibivo come sapessi pressocchè tutto dei reticoli
viari della Tunisia, come non ignorassi l'alternativa di Marsiglia,
qualora la mattina seguente appena avesssi appreso che non potevo partire
in aliscafo da Kelibia, con il taxi collettivo fossi giunto in ritardo a
Tunisi e al porto di La Goulette, per imbarcarmi per Genova con la
motonave Habib in partenza prima di mezzogiorno. Continuavo,
così discorrendo, a saziare di frutta e a ristorare di bibite
l'agitazione che mi era entrata in corpo, già lì nell' ufficio
trasudando la bottiglietta di tonica Schweppes che tenevo sul bracciale
della poltrona, poi tra Kelibia e il porto, nel mercato generale di frutta
e verdura, acquistando e gustando qui in Tunisia delle arance maltesi,
delle quali nonostante le sapessi tra le più pregiate, in Malta non mi
sono affatto nutrito. Ma
al porto, da che ho parlato con il sovrintendente della dogana, uno stato
opposto di cose mi si è prospettato. L'
aliscafo per Trapani era regolarmente arrivato e partito il giorno prima,
e benchè ora il vento si fosse accresciuto, in linea di principio avrebbe
senz'altro dovuto arrivare e partire anche l'indomani, comunque ritornassi
da lui l'indomani tra le nove e le nove e trenta, ed ogni assicurazione mi
sarebbe stata ribadita. Potevo
comunque, per maggiore tranquillità, chiedere lì sul molo se qualche
yacht, di qualche italiano, era in partenza per l' Italia, per ottenerne
un eventuale passaggio. Chi
era appena arrivato, chi non ne sapeva niente, un tunisino che mi diceva
che non c'era affatto gran vento, io che risalgo al ristorante a mare dove
Se
un aliscafo non è assolutamente capace di affrontare tale assenza di
qualsiasi turbolenza, mi dico... Intanto
Kaled, che ieri avendomi visto uscire che ardevo di sete, come ho tardato
a rientrare si è venuto allarmando, ripassando alla mia porta ad ogni
ora, sono passate l'una, le due, le tre, ed ancora non è venuto a
bussare. E
io ne traggo sollievo, perchè anche lui inizia a disporsi al distacco,
suppongo.
Nell'aeroporto
di Tunisi Tunisi,
aeroporto, 26 agosto 95 Ore
21, 10, ( 22, 15 ore italiane), del 26 agosto 1995, nell' aeroporto di
Tunisi, dove dalle 15,30 attendo di mettermi in lista di attesa per il
volo per Palermo di domani mattina, dopo che stamane sono arrivato in
ritardo a La Goulette, per la motonave delle undici diretta a Genova,
benchè fossi partito immediatamente in taxi da Kylibia, com' è risultato
ch' era assolutamente il vero, tutto quanto mi era stato presagito per il
peggio in agenzia, oggi addirittura
si è levato un vento che ha trasformato i paraggi portuali di Tunisi in
un turbine di sabbia accecante, e nessun aliscafo si è messo in moto per
Kelybia dall'Italia. Fino
a sera oltre la vetrate Tunisi era un vortice di luce e polvere, finch' è
la luminosità abbagliante si è fatta così tagliente che la crudescenza
nitida di casamenti e palazzi, e profili di palmizi, sembrava sanguinarne
nel tramonto torrido.
Ritornando
nel mio racconto intanto a ieri, scrivendone da un sedile all' altro del
salone d'accesso dell' aeroporto, nel viavai di una folla che non scema,
nell' ostello poi Kaled si è fatto vivo e furtivo, entrandomi in stanza
per cedermi uno yogurt e una pera sottratti a mensa. Kaled
che pur di stare anche solo per un poco ancora con me, trasgredendo gli
ordini del trainer mi ha raggiunto ieri sera al ristorante, dove avevo
dovuto essere di ritorno una seconda volta, poichè avevo lasciato in
ostello il portafoglio. (
Lo stesso) Kaled che tra una trascrizione e l'altra degli indirizzi, mi ha
sottratto la penna stilografica, ereditata a loro ricordo da Antonio e
Raffaele, e che è tornato ad insistere per avere ed ottenere le mie
scarpe ginniche da ricambio. Intanto
ciò che tra noi stava intercorrendo è divenuto nell'ostello di dominio
generale, provocando presso gli uni il rigetto e il discredito della mia
persona, presso certi altri il tentativo di trarne anch'essi un profitto
sessuale. Avvertito
dall'istruttore della squadra di Kaled, il direttore generale dell'
ostello mi ha invitato a che entro le 9,30 di stamane facessi i bagagli e
liberassi la stanza, e sono iniziati i frizzi e i lazzi della plebaglia
tunisina affaccendata e sfaccendata intorno all' ostello, insieme con gli
insulti concentrici di bande motorizzate di siculi che vi sostavano con le
loro compagne. Già
quando ieri sera ero ancora al ristorante, avevo avvertito Kaled di stare
all'erta, e di entrare di notte nella mia stanza, solo se era del tutto
certo che non mi si tendessero insidie ed agguati. E
appena sono rientrato all' ostello, e mi sono addentrato nel vano
all'aperto, sul mare, dove quegli italiani sicilioti conversavano al
fresco, confidando nel sottotono civile con il quale discorrevano tra
uomini e donne, si è scatenata immediatamente nei miei riguardi una
bordata di "rottinculo", " vattene via...", inaspriti
da accenti siculo-barbarici. Al
che mi sono limitato a replicare con il lancio sprezzante di qualche
centesimo, da loro ripreso Potevo
forse rispondere a parole , io che per coloro non ero nemmeno degno
di essere considerato un uomo
e un italiano? Chissà se invece altrimenti così esternandola, hanno
subodorato tutta la loro fetentia; sta di fatto che la provocazione non ha
avuto un seguito. Io
comunque ho vegliato all' erta, in attesa dell' arrivo di Kaled, solo a
notte fonda fidandomi a rigirare la chiave, sino a lasciare aperta la
porta e ad agevolar(n)e l'accesso repentino di Kaled. Tra
me improvvisando, nell' attesa. versi nello stile di Kavafis quali : "
Poi il loro desiderio insonne potè più che la stanchevolezza dei
vigilanti / vinti dal tedio di un trasgredito ordine che... " Ma
Kaled non è affatto venuto, vinto dal sonno e dall' allentarsi della
tensione sessuale, da che gli ho ribadito il mio rifiuto di ogni suo
ulteriore tentativo di "enniki", come si definisce in arabo la
sodomizzazione. Egli
ha definitivamente compreso, quant'io sia timorato di contrarre l' Aids. Si
è rifatto vivo invece stamane, dopo gli allenamenti, per l'ultimo
incontro e il definitivo assalto prima di lasciarci. Prima
dei nostri rapporti ha voluto che gli scattassi delle fotografie. Io
mi sono limitato a simulare lo scatto, talmente mi sconfortavano le
posizioni da lui assunte, ostentando i muscoli atleticamente. E
quindi il suo sperma che non ho consentito mi irrumasse l'ano, ho invece
lasciato che si mischiasse alla mia salivazione in un coito in bocca, in
cui si sono disfogate implacate la sua insistenza animale e la mia oralità
inesausta, che in me aveva avuto il sopravvento come fuori dei calzoncini
egli me l' ha ostentato turgido, sull' esortazione a ingentilirsi che gli avevo
rivolto e ripetuto ( reiterato) già ieri sera, quando senza più slancio
gli avevo detto che il sesso non è solo foga sesuale, e che di lui, ciò
che più mi toccava*, era la gentilezza preliminare di cui mi si era
mostrato capace. Mi
era già venuta a fastidio, quando non a nausea, una sessualità diventata
consuetudine di ogni nostro incontro e rapporto. E
oramai erano divenuti suoi appelli, senza più speranze, gli inviti
rivoltimi a portarlo con me in Italia. Quand'anche
avessi cercato di favorirne la clandestinità, gli ripetevo che l'avrei
resa più ancora avvertibile dalla polizia. Cosi
era sortito un tentativo del genere cui mi ero prestato, quando sono
rientrato l' ultima volta a Genova dalla Tunisia. Piuttosto cercasse la
fuga con i suoi mezzi, e mi raggiungesse di lavoro in lavoro. Egli
sapeva già che a Kelibia ci sono dei pescatori che si prestano a questo,
sapeva anche l'importo richiesto, 600 dinari, quando il salario medio
mensile è di appena 250. Lui
avrebbe lasciato in Tunisia 5 fratelli e sorelle, con il padre, sua madre
essendo morta dieci anni orsono. Dopo
esserci ripuliti dello sperma con i pochi fazzoletti di carta che mi erano
rimasti,- io più e più volte allo sputo della saliva, verificando che
alcuna traccia di sangue vi fosse presente, - ci siamo rivisti in capo a
mezz'ora, quando al mio rientro dalla doccia, è venuto nella mia camera a
ritirare le mie scarpe in disuso che gli avevo lasciato, insieme con il
suo dentifricio e l'accendino che vi aveva dimenticato. Gli
ho chiesto allora se disponessero di carta igienica, lui e i suoi amici,
io in crisi di incontinenza per un ulteriore attacco di diarrea. "
Io, noi della carta igienica? Si fa con l'acqua, si è schernito..." E
io che tanto avevo succhiato e risucchiato quelle dita, infinite volte
baciate e insalivate... Poi
gli eventi che precipitano, come mi informo al porto della partenza da
Trapani dell' aliscafo, e sono io che rotto ogni indugio, mi reco nella
camerata di Kaled per dirgli che devo già lasciarlo e partire per Tunisi
all' istante, lui mi si fa soltanto incontro per baciarmi sulle guance,
tra i compagni di squadra che ridacchiano e mi infastidiscono. Di
certo, mi sono detto in un attimo, lui avrà legittimato al loro cospetto
i nostri rapporti fisici di cui sanno E
già ero via, via, che sul taxi collettivo lasciavo Kelibia diretto Il
quale s'affrettava a un ritorno, in un Italia, ove non conosce chi almeno
s'addentri dove vive Come
era solo in apparenza: se ogni volta era lui che chiedeva ed io che
accordavo, Prima
di chissà quanto tempo di nuovo davanti, di mortificazione allucinante. Mentre
l'assenza di qualsiasi rimpianto, è la desolazione residua dei miei
rapporti con Kaled.
Sulla
motonave Scirocco, verso Genova Poi
ho ricominciato ( ripreso) a credere agli dei antichi o (Continua, vedi il Quaderno Kimono). |