lei

         

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E' stata ciò che si dice la folgorazione di un amore a prima vista, un'attrazione fatale in cui si è ravvivata un'antica fiamma, proprio quando le difficoltà, ele avversità esterne, più gli sconsigliavano un'infatuazione del genere,  lo pressavano piuttosto a contenersi e ad astenersi del tutto, nell'avanzare del deserto di un'austerità pluriennale, una calamità incombente per chi, soprattutto, sacrificandosi al destino sociale di eterno soccombente, deve rassegnarsi a bruciare il falò di ogni vanità residua.

Lei è solo un capriccio, fingeva di dirsi, cui inizialmente gli appariva più difficile resistere che ad altre fascinazioni, ma che si sentiva capace comunque di raffrenare, e che avrebbe senz'altro neutralizzato, quando di Lei la vaga immagine, reintravista, già principiava a farlo smaniare e  a possederne gli ozi, a fargli chiedere se nel suo caso dovesse rinunciare così del tutto a priori di tentare di averLa, e a indurlo a  investigare, sia pure fittiziamente, in qual modo mai potesse la cosa essere possibile.

Intanto ritornava ogni giorno nella piazza centrale, per cercare di vederLa e rivederLa, Lei disponibile eppure esclusiva, mentre adocchiandola  sotto gli occhi di tutti, l'appassionamento si tramutava in una smania gelosa, che in lui era divenuta ossessiva quanto possessiva, in un tormento che ogni pomeriggio, tra le sei e le sette, l'induceva a fare ritorno oltre i portici in quello stesso luogo, per accertare se Lei già non fosse di qualcun altro,( se mai ancora potesse essere sua,) a riguardaLa pur di tralice, se fosse ancora accessibile a chi per Lei fosse disposto a un dispendi immane, di sottecchi seguitando a mirarla e rimirarla, eppure sforzandosi, sempre più vanamente, di sincerarsi se davvero ne valesse la pena (meritasse),  sempre che l'accertamento veritiero fosse ancora poosibile, a chi ne era divenuto a tal punto spasimante, con la vaga e vana speranza, ogni volta delusa, che il suo vago sembiante potesse rivelarsi un'apparenza ingannevole, un illusorio incantamento da cui il rivederLa potesse smagarlo.

Accadeva così che immancabilmente,  tra le sei e le sette,  con il cuore che irrefrenabile gli tumultuava  in gola , disertasse immancabilmente  gli studi e le scritture appena intraprese, per alto e veridico che  fosse il componimento in corso,  pur di accorrere di nuovo a riguardarla un istante; dopo il rientro, ahimé, riscoprendosi più ancora fascinato di Lei, anzi, divagando per rammemorarla fino a notte fonda, in un vaneggiare dal quale traeva il più sconfortato conforto,( nella sua banalità quotidiana stremata e consapevole) egli essendo stremato , quanto consapevole, di tale sua perdizione meschina nella quotidianità più vana..

Oh, come gli era apparsa tra le altre più di tutte incantevole, all'aspetto vissuto quand'anche senz'anima!

Eppure quante volte, al cadere del giorno, o sul farsi aurorale del primo mattino, nel desiderio incipiente od ancora inesausto, aveva reintrapreso la lettura della Gita, i più sacrosanti ascetici testi, pur di tentare per il tramite della saggezza orientale coniugata con le sue difficoltà a  perseverare in un tenore di vita occidentale, di fare terra bruciata del tutto del suo desideri inestinto.

"Il desiderio è solo il limitare di un'insufficienza incessante, -si predicava,- una sete che ti rende inetto a soddisfarti di te stesso, " evermore before and beyond the ting", sempre al di qua e al di là della cosa, una smania che ti aliena dalla ricerca e dalla cura interiore che così del tutto disattendi, intento in una frenesia che è  appassionante quanto superficialmente meschina, poiché tale tua mania è il principio  di ogni rancore e sordidità interiore; e quand'anche, tra poco, tu con un sforzo ingente Lei  la ottenessi, e già la tenessi stasera tra le tue braccia, il tuo godimento ti preannuncerebbe lo spasimo per una ulteriore, divorato da una irrequietudine che ti fa di nuovo un cieco della moltitudine."

Ma ogni richiamo coscienzioso è divenuto vano, come vano è risultato ogni  appello della ragione materiale.

"Per averla, e pur di averla, si è venuto dicendo, tanto è facile e costoso disporre di una del suo genere, rovinerai le tue finanze, il tuo bilancio paurosamente cadrà in deficit, e ti precluderai le possibilità materiali di una vita superiore; vedrai, dovrai risicare  ogni tua spesa pur di farla tua, per lungo tempo addentrandoti in un lunghissimo tunnel, cacciandoti in un azzardo che è tanto più rischioso in quanto gli inetti e i corrotti che seguitano a governarti, ottenuta la proroga, (ora che la nave fluttua ad altissimo rischio, e in pericolo è la greppia e il suo troiaio,) facendo spudorato appello al senso di responsabilità di tutti, è a chi di meno ne ha tratto vantaggio che faranno pagare i costi più alti... E tu sei, maledizione, lavoratore dipendente... della loro devastazione della cosa pubblica, per i ceti più deboli approntando decreti subitanei inesorabili, qwuando invece per chi più di ogni altro ha profittato, " gli sfacciati", aggrottano i richiami d'intesa, agli scavezzacolli, di disposizioni a venire le più agevolmente eludibili quanto i corrotti, che pur seguitano a governarti, devono rifarti sui tuoi averi dello scialo del loro regime...   Così anche nel cuore della notte si è risvegliato, per verificare quanto margine di dispendio  potesse ancora concedersi, se gli è consentito un barlume ultimo di vita di piacere, controllando e ricontrollando le voci ineludibili di spesa,  i tagli possibili, i possibili differimenti di spesa, gli acconti già pagati e ancora da pagare delle spese condominiali, quali compatibilità residue permangano, con l'indispensabile, dell'appagamento di tale sua vanità lussuriosa, e quali le rinunce che invece per averLa si rendono fatali, secondo quanto la voce prosaica  che non può mettere a tacere della ragionevolezza, gli denuncia essere delle necessità di vita improrogabili.

(I sensi, è vero, hanno le loro ragioni indiscutibili; e la sua dentatura cariata in avaria? E ( non la pone in conto,), l' eventualità di potersi casomai trasferire in un appartamento non ammobiliato?  Ottenendo così, con la residenza, i suoi diritti all'assistenza che sono sopravvissuti? Di curarsi e di disporre infine di un medico personale, dove da anni vive e lavora? E per Lei, in un futuro prossimo, non sacrificherebbe forsanche opportunità di viaggi ed incontri, la visita a Natale di nuove  contrade di Germania o (di) mostre in Italia? Ora che incombe la falcidie anche della sua tredicesima? Bloccato per legge ogni rinnovo contrattuale, con ogni indennità integrativa del suo stipendio di statale?) E non lo considera, incosciente, l' imprevisto oltrechè di incidenti di rotture? Di riparazioni degli elettrodomestici più costose delle stesse cure? (Ha appena verificato che impasse, brigosissima, abbia costituito la sola perdita del tappo del suo motore...)(E l'imprevisto di incidenti, e di rotture? Di costose cure mediche o riparazioni?) O dove pone l'eventualità, sia pure remota, per lei avendo dato fondo a ogni utile residuo, che un improvvisa opportunità favorevole diventi un onere perciò insostenibile? (Qualora si dia ad esempio il liberarsi in affitto non ammobiliato dell'appartamento della sua vecchia dirimpettaia, se l'ospizio ove vuole finire, senza più soccorso, d'improvviso la chiamasse per terminarvi i suoi giorni?) E agli interessi sugli indebitamenti non vi ha pensato, forse? ora che i costi del denaro sono stati resi più che mai proibitivi, (elevatissimi), pur di invogliare gli evasori a che prestino il loro denaro allo stato a tassi esorbitanti? (elevatissimi) (alle stelle), per poter corrispondere i quali anche le pensioni sociali sono state per decreto immiserite allo stremo...

Che compensazione vuole mai trarne, dalla minuta speculazione contro la propria valuta ch'egli da mesi perpetra attento, tenendosi in serbo, gelosamente custodito, il gruzzoletto di dollari  avanzatogli dalle spese vacanziere all'estero? Ogni giorno auspicandosi una svalutazione ulteriore della propria divisa nazionale...

Che comunque la sua miseria è certa, la dissipazione mentale pur anche...

Oddio,  che tormento che non ha fine, che implacabile gli rode giorno e notte la mente, il di Lei fatato miraggio,  preclusivo di  gni autentica vita mentale, nel distoglierlo da quella concentrazione, tra gli studi e le carte, che sola può elevarlo ad una vita che sia un baluginio spirituale; aaah., invece a che  inesistenza vegetativa,  si è  oramai degradato per quell'idolo invincibile, vieppiù incapace, spasimandone le trepide forme, o vagheggiandone la frequentazione anche solo dell' aspetto, di essere altrimenti che un individuo come gli altri, che si agita e smania, e s'avvince, secondo i modi massificati del villaggio planetario...  che più non pensa che come un terminale indotto, dell'una o dell'altra forma di pressione interessata...

Eppure, proprio grazie a Lei, arrischiandosi a consumarne la passione nell'ora della ristrettezza generale, concedendosi la follia di perseguirne il possesso quando i più non cercano che la sicurezza tranquilla, che il rifugio economico nella parca vita familiare, può elevarsi ancora sui tanti, essere un singolo ancora d'èlite, pur nel condividere ancora più di prima la miseria dei deboli, senza pertanto comparteciparne la sciatteria rassegnata, il degrado nel  peggio di una reattività passiva e che velleitariamente  protesta, se è  per il lusso dei sensi che di nuovo è alla fame, pur di preservare l' anelito interiore alla vanità consolatrice del bello.

Eppoi, il riconoscimento della necessità, gli dice il suo ruffiano interiore con voce poderosamente hegheliana, non significa forse il riconoscimento dei nostri limiti interiori, della signoria invincibile dei famuli sensi sulla ragione egemone, come detta il rapporto eterno di servo e padrone?

Come altrimenti, del resto, se non immiserendosi più ancora per il culto del bello e della lussuria, gli è ancora possibile movimentare la sua vita occidentale?

Che deriva mai sarebbe, altrimenti, nella bonaccia ininterrotta verso una morte lontana, una vita ove nella sicurezza superstite di un pur ridotto benessere,  non gli accadesse più niente di niente?

E così il cuore ed il portafoglio si avventurano, l'esborso iniziale e l' ulteriore disavanzo sono praticati, anche  l' ulteriore somma occorrente é rilevata , ed eccolo  che verso di Lei si avanza,  reprimendo il cuore in  tumulto,  finché oltrepassata la fatidica soglia, , pronuncia la formula, nei Suoi riguardi, che rende il passo di richiederLa irreversibile:

" Vorrei provare la taglia cinquanta di quella giacca, si quella che sono ritornato a rivedere l'altro ieri, in pied de poule un misto lana-ciniglia..."            

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