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1 febbraio Quando è stato il caso di
discuterne il voto di condotta, " Falcone , quello che ha
causato tutti quei guai al collega d'Italiano" è tutto quanto i
miei colleghi hanno detto del caso. " Nove, otto, otto, ah,
sarebbe sette, se fosse per l'insegnante di Italiano..." Al che, a quelle luride viltà, ho
replicato che sarei insorto se si fosse proposto di dargli sette in
condotta. " E a me non è ancora
arrivato niente..." canticchiava l'insegnante di Educazione Fisica Finalmente li riavevo intorno,
come li avevo sempre subodorato e e sperimentato che erano, e il mondo
mi arrideva ancora come ho imparato a conoscerlo. Il "Solidarismo"... La collega di Inglese,
esorbitantemente pimpante, che faceva valere l'esigenza di tenere nel
debito conto la nota del Preside, l' ultracomunista in tutto
riconciliata con le Istituzioni scolastiche, dopo che un "
affanculo" di cui è stata omaggiata, è costato cinque giorni di
sospensione a chi glielo aveva inoltrato. Quando l'anno scorso, invece
questi miei colleghi di corso, hanno preferito
sostenere di fronte ai genitori che gli allievi che mi avevavo impedito
anche di ultimare le valutazioni, disturbando e ritardando il rientro
nelle mie lezioni, poichè erano tutti colpevoli, andavano assolti tutti quanti, Salvo ritrovarseli di fronte di
nuovo imputati, dopo una settimana, poichè andati assolti avevano
intimidito e sottoposto a ulteriori minacce, gli allievi che si erano
dissociati e ne avevano smascherato i soprusi... Il Preside ha dunque agito sapendo
esattamente con chi ha a che fare, quando del fatto che l'allievo
Falcone fosse stato tenuto in classe, ha colpevolizzato e punito solo il
sottoscritto, per ciò stesso mandando assolti quella genia di
colleghi... E pur aveva mostrato in che basso
conto avesse materia di tenere loro, anzichè me medesimo (chi parla),
quando, negli scrutini finali sono stato l'unico a cui si è rivolto
come fosse l'unico della
ciurma che meritasse la qualifica di insegnante... Anche per questo, all' inizio
dell'anno avevo tentato di reinstaurare con lui una cordiale intesa,
sapendo di poter contare ancora di meno sui miei colleghi... E anche per questo, per essersi
affidato alla loro miseria per colpirmi più a fondo, è
imperdonabilmente e irrimediabilmente esecrabile .... Il mio collega di Fisica, tanto
universalmente celebrato, come potevo pensare che non fosse anche in
questo come l' Enrico Fermi del Nostro Istituto, un uomo che in vero
vive ed esiste solo di Fisica? Eppure, mi è voluto del tempo per
risentirmene, per avvertire tutto quanto avevano perpetrato, pur se ho
avuto la prontezza almeno di chiedere loro se quanto mi dicevano era da
intendere sul serio o per celia. Ma la cosa inavvertitamente mi ha
lavorato a poco a poco di dentro, pur se il mio pensiero dominante era
per Fred, mio cane adorato,- anche tale amore da me vissuto in quanto
pudico segreto-, era il rimpianto inconsolabile che mai più, tornando
dai miei, potrò lanciargli la pallina e vederlo fra l'erba ritornare di
corsa, esaltato e più ancora frenetico di un'ulteriore rilancio. Così stamane, quando mi sono
risvegliato al più presto, riaccusando la dermatite che mi devasta
l'ano e lo scroto, e mi è ripreso il furore per la sorveglianza assidua
che mi ha montato il Preside, per potermi denunciare nelle sue
controdeduzioni come negligente perchè arrivo puntualmente poco prima
della seconda campana, quando non riesco mai a trovar sonno prima delle
due o delle tre di notte, impossibilitato a un'esistenza artistica dagli
scrupoli civici ed educativi dalla mia attività di insegnante e
dall'assillo della vita domestica, e quando la nevrosi ossessiva che mi
impone l'ordine domestico
generale prima di potete attendere ad alcunchè di
veramente
mio,
nella
lettura in ascolto di grandi voci o nella scrittura di opere,
la stessa interiore ostilità sessuale che mi vescicola l'ano e la
bocca e i genitali interrompendomi il sonno anche nei dì di riposo,
tutto è allora emerso e mi è stato chiaro, e ho compreso che a scuola
tagliati i ponti irreversibilmente con la Presidenza, mi ritrovavo
allato la solita ciurma di topi. Il sonno inevitabilmente perduto,
mi sono dato da fare per illudermi ancora, così ho riscritto il
documento da inoltrare al preside a nome di quanti di noi hanno nei suoi
riguardi un'ostilità implacabile, i soli in cui posso fidare,
revisionandolo in modo che l'appello - da cui ho tolto la solidarietà
nei miei confronti- da me stesso redatta!- che altri voleva firmare ma
non voleva scrivere- potesse recepire i malumori e ricevere l'assenso
dei rappresentanti degli allievi, risentiti con il Preside perchè ha
tolto a ognuno di loro sei giorni di assenza possibile per giustificare
quelli dell' autogestione, anche se so benissimo che così dissocierò
da me quei nemici giurati del Preside, che nulla hanno appreso dal modo
in cui li ha vessati, per intendere i modi in cui affliggiamo a nostra
volta gli allievi.
P. S. Non
supporrebbero mai, i miei cari, che Fred che pure disdegnavo che mi
leccasse e mi insalivasse, mi era talmente caro perchè era l'unico
essere con cui pur avessi fisicità di rapporti. 6/7 febbraio Quando ho letto la nota sul
registro, il mio inconscio mi ha preceduto nell'intendere tutto. Avevo fiutato giusto, quando avevo
avvertito quell'allievo di prima, facile ai gesti osceni più
esilaranti, come quando il compagno gli aveva detto che suo padre usava
il profumo "Taurus", a contenersi con altri insegnanti. Quando l'indomani ho aperto il
registro, l'insegnante di Francese aveva quel pomeriggio inflitto una
nota, perchè li aveva ritrovati a giocare a carte nella sua ora di
supplenza. La stessa mattina, durante
l'intervallo, gli stessi non avevano opposto nessuna resistenza, quando
li avevo invitati a giocare a carte in corridoio anzichè in aula,
trasportandovi eventualmente un banco. Doveva averli puniti senza averli
neanche preavvisati... E dire che lei si concede le più
varie licenze gestuali e di linguaggio... Che fare? La mia fantasia
immaginativa e il mio cuore ne era già inquieto... Sentivo che vi era un nembo
gravido delle più insidiose conseguenze... che quella nota poteva essere
usata dal Preside per mettere in luce quanto inaffidabile fosse divenuta
la classe, dopo che ne avevo lasciato inattuato una sanzione penale, che
per questo non avrebbe esitato a criminalizzarla, e che non potevo
difenderli, gli allievi, come era mio dovere, senza per questo mostrarmi
renitente al principio di autorità, e quindi accreditare il sospetto
che l'allievo da lui sospeso l'avessi accolto in aula perchè dissentivo
sulla sua punizione. E dunque non solo non avevano
solidarizzato con me, i miei colleghi, e sarebbe bastato per questo che
avessero chiesto al Preside spiegazioni delll'atteggiamento tenuto, ma
mi compromettevano e mi esponevano ancora di più ai suoi colpi... E infatti a tal punto per sventare
la punizione degli allievi ed obbedire alla coscienza che mi restava da
fare, che anticipare al preside che mi sarei comunque attenuto alle
sanzioni, ma che ciò avrebbe chiamato in causa le mie responsabilità,
per cui avrei chiesto di essere
sottoposto al loro medesimo trattamento? Così materializzavo la mia
apprensione astiosa per placarla in una prima lettera al Preside, quale
segue ... Sopravvenivano comunque sussulti
d'odio e d'astio nella sera, mi placavo ed ero più quieto la domenica,
il lunedì come mi risvegliavo, supponevo di poter cambiare linea di
condotta, così cambiando la lettera al preside ..................... Poi in fretta facevo la doccia e
mi recavo a scuola, per avere notizie di come avesse già proceduto il
preside, per dissuaderlo da qualsiasi sanzione con il sostegno
autorevole dell'insegnante di Fisica che presiede il Consiglio della
classe. Cfr. Today. Nota a raffica Al Preside dell' Itis "E.
Fermi" di Mantova Quanto alla nota a raffica della
professoressa Montanelli nei riguardi di numerosi allievi di 1C,
inflitta a loro Venerdì 5 febbraio 1994, intendo anticiparle che
qualora da parte sua o del Consiglio di classe ne conseguissero sanzioni
disciplinari superiori alla sola ammonizione, non solo , nell'assoluto
rispetto del mio Superiore gerarchico e dei miei colleghi, dovrò
prenderne doverosamente atto, e ad esse attenermi, ma dovrò ritenermi
corresponsabile dell'accaduto, una volta che esso risulti
inappellabilmente così severamente valutato, quale insegnante di
Italiano e Storia ed Educazione civica degli allievi incriminati, e
chiedere che nei miei
confronti si assumano, analogamente, le debite ed ulteriori sanzioni
disciplinari, visto l'avvertimento precedente che già ho subito da
parte Sua, per la mia condotta tenuta
sempre nella stessa classe, quando l'allievo Falcone si è ripresentato
il primo giorno in cui è stato da Lei sospeso, e visto altresì che
tale avvertimento non ha provocato che la riprovazione privata dei miei
colleghi, della cui solidale inerzia, nei miei confronti, non è solo
lei a non averne mai dubitato, il che rende tuttavia più ancora
esecrabile e configura come una sua infamia la discriminazione,
intollerabile, Tant'è vero che a iniziare già
oggi, dal registro di classe, mi autoaccuserò in ogni pubblico atto che
mi sia possibile redigere, di tutto quanto riesca a rinvenire, nella mia
condotta, che possa avere indotto quei miei allievi di prima ad atti così
irrispettosi. Comunque garantendole che le
preoccupazioni per la mia sorte personale sono in me sopraggiunte,
ma non sono affatto all'origine di questo intervento, determinato
innanzitutto dalla volontà di salvaguadare dignità e diritti di
allievi ai quali, innanzitutto, troppo si è già mancato di riguardo e
di rispetto E sia ben certo che avrò cura di renderne edotto in ogni modo
che mi sarà possibile il Provveditorato agli Studi, affinchè lei sia
indotto a procedere in tal senso o prenda corpo un'ispezione, Non posso comunque non felicitarmi
con Lei, o mio Superiore gerarchico, che abbia ritrovato
insospettabilmente la più preziosa alleata nella professoressa
Montanelli e nel suo filisteismo, - mi motiva all'uso del termine il
fatto che ella sembra arrogare a sé soltanto nei corridoi, se non in
aula, l'uso di quei termini e di quegli atteggiamenti che tanto
fieramente contrasta negli allievi, - visto che non solo non posso non
considerarla dello stuolo delle convertite alla sua illuminatezza, se
sulla Voce di Mantova ha celebrato apologeticamente il nostro Istituto
come un'isola tanto serena felice, - ma Le offre ora il destro, che lei
nella sua degnità morale non mancherà certo di sfruttare, nelle sue
controdededuzioni al mio ricorso, è ovvio, per criminalizzare
quella mia classe in questione, e così esemplificare gli effetti
devastanti che può avere avuto, su di loro, il fatto, come lei ha
tristemente recitato- di avere io " reso inefficace un
provvedimento del preside sanzionatorio di un comportamento
indisciplinato"". Del resto a utilizzare il fatto
che per insonnia, e sonno precario, e nevrosi ossessive, o perchè per
lo più mi attardo nella notte nella correzione dei compiti, abbia
difficoltà ad essere in scuola prima del suono della prima campana, lei
non avrà certo mancato di attingere ampiamente, pur di scagionarsi, per
raffigurarmi come il più indisciplinato e inattivo dei suoi docenti, in
perfetto spirito di giustizia. O no? Comunque garantendole che le
preoccupazioni per la mia sorte personale sono in me sopraggiunte,
ma non sono affatto all'origine di questo intervento, determinato
innanzitutto dalla volontà di salvaguadare dignità e diritti di
allievi ai quali, innanzitutto, troppo si è già mancato di riguardo e
di rispetto
Autonota Si fa presente, per eventuali mie
responsabilità, con riferimento alla nota della professoressa
Montanelli, che il sottoscritto durante l'intervallo mattutino di Venerdì
si è limitato a invitare gli allievi che in classe durante la
ricreazione giocavano a carte, a seguitare in corridoio il loro gioco,
eventualmente spostandovi provvisoriamente un banco. Al che essi si sono
prontamente attenuti, desistendo tuttavia dallo spostarvi il banco, e
seguitando in corridoio il gioco all'impiedi. Lettera diffidatrice Egregio signor preside, Intendo farle presente che qualora
la nota a raffica della
professoressa Montanelli sul registro di 1C, trovasse un qualsiasi
seguito disciplinare, in forma di sanzioni avverse agli allievi
incriminati assunte da parte Sua o del Consiglio di classe,
la cosa non potrebbe non risultare la riconferma che presso di
lei e i miei colleghi attuali di 1c, esistono insegnanti di fiducia e di
riguardo ed insegnanti che non lo sono, come il sottoscritto, dato che
l'anno scorso, pur riconoscendo che era tutto vero quanto avevo
denunciato, non è stata decisa nemmeno la semplice ammonizione da parte
sua o dei miei stessi colleghi, allora in 2C, a seguito delle mie note
che segnalavano condotte indisciplinate con una frequenza regolare, e
non in una singola circostanza, all'interno di una classe, l'ex 2C,
sulla cui condotta il giudizio di riprovazione degli insegnanti pur era
collegialmente unanime, laddove invece la professoressa Montanelli nei
recenti scrutini ha pur condiviso una valutazione positiva
dell'atteggiamento scolastico dell'attuale 1C, non sollevando alcuna
obiezione sui voti esemplari di condotta. Inoltre le si fa presente che
farebbe seguito a un suo avvertimento nei niei riguardi su cui pende un
mio ricorso, ove si denuncia a rigor di logica come Lei discriminandomi
in modi che offendono irreversibilmente la mia persona, abbia proceduto
imputando al solo sottoscritto una condotta, quella tenuta nei confronti
dell'allievo Falcone nei giorni di sospensione in cui si è presentato
un classe, che è stata condivisa e compartecipata dai miei colleghi,
senza tuttavia che ciò abbia dato luogo alla formalizzazione di una
loro solidarietà spontanea
con il sottoscritto, nel Consiglio di classe del recente scrutinio. Facendole presente che se le cose
procedessro nel senso da me paventato, a tal punto, a tutela del
sottoscritto e della classe, di cui risulterebbero penalizzati allievi
di cui vanamente ho denunciato la grave condizione familiare e di
emarginazione sociale, e più di una volta presso la stessa
professoressa Montanelli, visto altresì che io conto e sono di
riguardo, per i miei colleghi di corso, di certo solo quando debbo
assumermi gli oneri- quali le gite scolastiche, da cui bellamente essi
si esimono,- a tal punto non potrei che richiedere un'ispezione
superiore, sullo stato più generale della giustizia scolastica in
quest' Istituto, anche considerata l'impunità, a differenza del
sottoscritto, di cui mi è giunta notizia che godono certi miei
colleghi, di questo stesso Istituto, nell'insultare vergognosamente i
propri allievi, laddove se a patire l'insulto è un' insegnante quale la
professoressa Montanelli, lo studente incorre altrimenti in almeno
cinque giorni di sospensione. Today Si sono confermati in tutto e per
tutto, anzichè uomini dei topi. Come squittivano spalleggiandola,
le colleghe, nel difenderne improvvida nota: " Ma lei che c'entra , se il
Preside discrimina tra l' uno e l'altro insegnante? Che può saperne di
quanto è successo in questi anni? E poi, se giocavano a carte, ha
fatto benissimo, scherziamo?" Solo che io non mi sono
dimenticato, sett'anni dopo, di
che cosa ebbe a subire dal Preside, quando dopo un aspro scontro
personale, egli tentò di impedirle di guadagnarsi le vacanze estive come
Commissario negli esami di licenza, designandola nella Commissione
scolastica per gli esami interni di idoneità, e di come ebbi a
rimproverarci, noi suoi collegghi, di
non averla debitamente difesa dalle sue angherie, benchè non condividessi
lo sdpirito d'allora e quello attuale delle sue note, improntate alla sola
difesa dello spirito gerarchico d'autorità. Se giocavano a carte.... Vanamente, quel timido allievo, già
aveva esposto le loro ragioni, con l'insegnante di Fisica: "Eravamo con lei nella
saletta audiovisivi, in un'ora di supplenza, e ci ha dato una nota prima
ancora di chiederci di smettere a giocare a carte... Gli altri insegnanti che ci hanno
fatto supplenza, prima ci avevano pur lasciato in classe
a giocare a carte..." L'insegnante di Fisica, quindi
dopo avermi detto che aveva letto la lettera che avevo proposto di
inoltrare al Preside, ma che non la condivideva, perchè sembrava che lo rimproverassimo di alcunchè, quando vi avevo ripreso
esattamente le stesse cose che lui mi aveva detto, oh, era in tutto e per
tutto la larva geniale che supponevo, dapprima si dissociava, dal mio
intento di richiedere al Preside come intendesse procedere, per evitare
che una sanzione quale che fosse criminalizzasse ingiustamente la classe,
e non pesasse su di me come un trattamento di riguardo di una collega che
mi discriminava, ma finiva per trovarla sempre più giusta, secondo il
solo principio efficiente della convenienza a ritrarsi sotto le ragioni
del più forte. Il fisico emerito, l'illustre
scienziato... " A dire il vero una
punizione a loro fa bene Poichè avevo tempo da perdere e
gli dovevo riguardo, dato che cercava
comunque di spiegarsi e quali fossero le mie ragioni..., gli ho
inutilmente rammentato che l'anno scorso anche i comportamenti che avevo
denunciato sussistevano comunque, incontrovertibilmente, e che
consistevasno nell'impedimento dell'esercizio stesso dell'insegnamento e
della valutazione, ma che gli allievi non erano stati nemmeno ammoniti...
risultando tutti innocenti perchè tutti colpevoli... Oh, quant'era successo, non se lo
ricordava nemmeno più... Non dovevo prenderla comunque
cosi, attorcigliarmici intorno alla cosa, esasperandomene così
visibilmente... I tipici discorsi, di chi è un
uomo di riguardo... è in una situazione per la quale comunque non lo
tocca la cosa...
Una cosa comunque l'ha capita, nel
suo tornaconto a non farne niente e a lasciare ogni cosa al suo corso, che
non dovevo dare modo al Preside di credere che gli serbassi rancore per
come dava diverso peso e credito a questo o a quell'insegnante, a dei
danni materiali di suo riscontro che a quelli morali che gli denunciavo,
per cui non facessi psarola di nulla... Cosicchè delle due lettere
riservate al Preside, l'una di diffida, l'altra di autoaccusa, era la
seconda la sola agibile. Ho comunque deciso in tal senso di
muovermi: eviterò di rivolgermi al Preside, per non istigarlo contro gli
allievi pur di accanirsi contro di me, mentre esorterò gli allievi a
variare il loro comportamento verbale e gestuale sintonizzandolo sulla
lunghezza d'onda diversa ( a seconda) dell'insegnante che hanno di fronte,
usando un particolare ossequio alla professoressa Montanelli, ma qualora
intervenga una sanzione del Preside, autoaccusarmi sul registro, come
corresponsabile della infrazione degli allievi, e richiedere una
conseguente sanzione.
Ad uso letterario Tutto quanto vengo scrivendo
istigato dai miei rapporti con il Preside ed i mie i colleghi, trova in me
una giustificazione, per non placarsi, nell'esigenza di farne materiale di
rielaborazione artistica, a perpetua infamia di una classe di topi anzichè
di topi, e di una gentucca maldestinata a educare e a sovrintendervi. Senza che vi sia alibi, di sorta,
nel vederli preoccupati per ultima cosa di insegnare ed educare sul serio. Come in sala insegnanti, ove l'
istruzione e la cultura sono gli ultimi degli argomenti, e ci si scambia
opinioni piuttosto sulla convenienza o meno di anticipare il
pensionamento, o di avvalersi nel tempo dell'indennità di quiescenza. " che piaga per allentar
d'arco non sana." Il mio collega di Fisica Smascherare, da sottilissimo Jago,
che per lui la ragione di un individuo dipende dal suo grado di autorità. " A onore del vero, -il
carognissimo vero!- parlandone
con un reverente- non è che io possa pienamente condividere la tua
immagine ideale... Certo, è molto cauto, ma che cosa
detta la sua cautela, non mi risulta che lo appassioni
(ami di certo) uscire allo scoperto.... che il coraggio di porsi contro
un'autorità superiore sia la sua qualità saliente... a dire il vero tende un po troppo
a dimenticare certe situazioni per lui non propriamente onorevoli... come accade a ogni uomo di
riguardo... che ha un certo ossequio per la
verità superiore di ogni superiore gerarchico, diciamo, se devo dire ciò che
penso, che poichè gli conviene, ciò che dice un 'autorità superiore
per lui è anche una verità superiore, che il superiore di grado esprime
sempre una verità di grado superiore, e che tra l'allievo e l'insegnante,
nonostante ogni obiezione evidente dell'inferiore di grado ha
ragione sempre l'insegnante, basta che si sia accertato che è accaduto il
fatto, e che tra l'insegnante e il Preside è il Preside di fatto che per
lui la spunta, che ha comunque una ragione formale più alta O, ma io non amo esprimermi in
tali termini morali... se poi è un mio collega... " Ragazzi, l'avete visto, che
tra me e il mio Superiore gerarchico non corre di fatto buon sangue, qual'è
il feeling tra me e i miei colleghi, siate studiosi e buonini, che vedremo
di sbizzarrirci alle loro spalle... chi ha mai detto di sabotarli? Dico solo che forse è il caso di
patirne di meno e di divertirsi di loro.... Non dico, con questo, che tu debba
chiedermi " Professore posso andare nel bagno a mandarla affanculo?
basta che tu mi chieda di uscire fuori che non puoi contenerti... Again Poi, dopo l'eccesso solitario di
euforia, rientrando tra i ranghi mi sono riadattato alla normalità di
ogni giorno, che fa si che la preservazione dello status acquisito lenisca
tutto nell'equivocità indaffarata. E ho freddamente aggirato il
Preside, nella sua rispettabilità che
ha la meglio su ogni senso della sua natura imbelle ed atroce, ho salutato
ogni volta che l'ho reincontrato il collega di Fisica, elusivo e cordiale,
mentre con la collega di Inglese ho addirittura attivato interscambi di
idee, su come ricollegare tramite le videoregistrazioni la lettura del
giornale in Italiano e in lingua straniera. Ed è stato lettera morta del mio
articolo sul giornale. Quanto inferiori i soggetti reali,
al loro ruolo letterario esercitatovi. Eppoi, mi sono detto, nemmeno era
smagliante nella sua foto, come mi era parso scrivendone, l'insegnante di
religione apologeta della nostra scuola. Senonchè ieri l'altro, sabato, quando nonostante le mie
avvertenze gli allievi credevano cessato il pericolo, dopo che per una
settimana il registro era rimasto (seguitato a rimanere)
in bianco di sanzioni (richiami notarili) del Preside, il ragno è
riapparso sull' uscio ed ha chiamato in disparte i sette inquisiti. Ho chiesto al loro rientro l'esito
dell'indagini. " Ci ha detto che il fatto
era lecito, ma che era stato compiuto nel momento sbagliato. Sapremo
l'esito mercoledì." Al rientro da carnevale. Così è garantito che per le
feste staranno in apprensione. Ed io dopo essermi chiesto che mi
convenisse fare, ho scartato l'idea di corresponsabilizzarmi del fatto, se
il Preside li sospendesse. Una mia autoaccusa potrebbe essere
da lui affidata in esame (rinviata) al C.di Classe, dove riaffronterei i
miei colleghi più ancora indebolito, e così a un grado più basso,
ancora, di affidabilità solidale di quelli( a un grado più alto ancora
di desolidarizzazione) Il giorno seguente Stamane, (15/2/94), mentre in
autobus da Modena ero diretto a Ferrara a vedervi la mostra sulla civiltà
di Spina, nello sfogliare l'articolo di Glucksmann su S. Rushdie, vi ho
rinvenuto un' asserzione dello scrittore indiano, le cui parole mi sono
parse adattimissime per lo spazio riservato alle comunicazioni tra
insegnanti e preside, successivamente ad un'eventuale sospensione dei
sette allievi in prima che giocavano a carte nell'ora di Inglese, del mio
Superiore gerarchico che così desse seguito alla nota della mia collega
di Lingua Straniera: "Gli uomini assolutamente
sicuri di sé compiono cose spaventose. Anche le donne." Non vi sarebbe dubbio che ogni
riferimento sia puramente intenzionale, laddove avrei modo di sostenerne
inattacabilmente senza che tuttavia alcuno mi possa credere, la pura e
semplice casualità, vista la concomitanza dell'accaduto con il rilancio
della condanna di Rushdie da Theran , a cinque anni dalla prima Fatwa.
Again 2 Poi, rifrequentandoli, il mio
furore nei loro confronti si è lenito nella normalità quotidiana dei
rapporti di ogni giorno, nella acquiescenza che s'impone se
si resta, permanendo
nell'equivocità che non
conosce mai chiarificazione o risoluzione. " meglio una cattiva realtà
che una cattiva letteratura" mi sono detto, quando ho riletto
l'incattivire miserabile di quella mia lettera.
Ricordando Fred Quando dopo cena ci siamo
ritrovati soli, io e mia madre. non abbiamo fatto che parlare di Fred. Così nuovi particolari si sono
aggiunti, a quanto già sapevo delle sue ultime ore, o a quanto non
ignoravo del suo carattere. Come mio padre, di rientro a casa
quando già nel pomeriggio il cane era stato condotto nell'ambulatorio, si
è accorto della gravità dell'accaduto perchè nessuno era più in
casa, e per avere riscontrato che un fiotto di
urina del cane aveva inzuppato una
coperta. Ed è stato sepolto, nella tenuta
di mio cognato, sotto un cumulo rivestito di lastre con alla testa un
alberetto, dentro la sua coperta ma non già nella branda come vaneggiava mia sorella. E come nel disporsi a lato di mio
padre, Fred nella branda comune aspirasse a un posto di tutto rispetto,
ogni volta rognando affinchè ampia parte del capezzale gli fosse ceduta
da mio padre.
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