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terza parte |
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Principe E' stata una delle mie lezioni di
storia più divertenti e illuminanti... Ricostruiva la conquista del
potere di Augusto, e si tramava l'attualità dell'ascesa ai vertici del
potere politico del Cavaliere... Quel grande desiderio di
riconciliazione dopo le guerre civili, la intrapresa riappacificazione tra
fascisti e antifascisti, il porsi garante allora come ora
della legalità repubblicana, mentre l'auctoritas consente di concentrare
una suprema potestas, premiando con attestazioni di stima l' opposizione
che si viene dividendo ed esautorando,
prima di epurarla, riconsolidando le famiglie d
offrendo vantaggi alle più numerose... Ora come allora, fusball und
fersehen, as, sicut festae e frumentationes... E la società spettacolo che si fa
imprenditoria politica, la rivalsa dei cortigiani circensi sulla grande
cultura ... sulle grandi riforme civilizzatrici, di chi intende seguitare
a profittare del potere... La messa in gioco di ogni
interesse, non più garantito, per rendere i forti ancora
più forti, i deboli e i vinti ancora più inermi... Eppure, se così si ragiona e ci
si oppone, è partita vinta per il principe, occorre piuttosto, ci si
dice, mettersi in gioco e a repentaglio, scendere nella ridda che ha
scatenato... agire su come agendo si viene
contraddicendo... Solo che così, lui allucina, Si vince, certo, per amministrare
il governo dell'ulteriore perdita di grandezza umana. Quand'era bambino quant'era
intorno la miseria materiale, eppure in famiglia gente tanto più
ignorante scolasticamente, gli insegnava ogni giorno quanto Verdi fosse un genio, anche solo cantandogliene le arie
d'opera, nonchè accampagnandolo all' Arena, e gli forniva le edizioni
illustrate della Divina Commedia e della Gerusalemme liberata, celebrava
come sommi i nomi di Einstein ed Albert Schweitzer,o le imprese di Nobile
e di Lacedelli e Compagnoni, scandalizzandosene eppure gli diceva della
Dolce vita di Fellini, così come lo faceva piangere la morte di Coppi e
dolersi della scomparsa di Humphrey Bogart. Oggi per i giovani suoi allievi,
è come se non fossero stati registi o artisti a loro contemporanei
Fellini o Nureiev, è come se
non esistessero esemplari di
grandezza umana, superiori a quelli
volgarizzabili nelle teletrasmissioni. Non a lui o a quant'altri hanno il
Principe in dispetto, si deve insegnare che anche il Milan e la Juve sono
cultura. Ma è forse il caso, ironizza di
chiedersi, di predicare Che non sia più possibile che sia
altrimenti è per lui definitivo,
il che per lui non significa che
non occorra comunque lottare contro i torti, che subiscono quanti non
aspirano che a vivere una telenovela. Che saranno domani, gli spot che
si fecero carne e sono già i nostri inquilini. Il berlusconismo come escapismo
ossia che ne pensi don Ferrante Don Ferrante progressista Antropologicamente parlando (di
politica interna), per placare l'orrore cercandolo di volgerlo in faceto,
non sapeva se il leghismo fosse serio identificarlo ancora nel priapismo
dei ciolla, di chi è incapace di alcuna erezione oltre i danée, di certo
il berlusconismo nascente gli appariva una forma di massa di escapismo,
ossia di evasione intesa in senso psicologico, cioè di fuga dai problemi
della realtà. C'era il capitano, o mio capitano,
che bastava per gli accoliti assumesse la barra del timone, e l' Italia
ideale sarebbe già stata quella reale, bastava all'uopo rimuovere tutto
ciò che disturbasse la visuale, ogni qualsiasi onere civile, tutto ciò
che costituisse lo Stato sociale Il trucco vincente gli appariva
tanto evidente quanto abbagliante, e così prima ancora che una qualsiasi
Alleanza di progresso, era l'idea stessa che esista un progresso mentale,
o morale, che dall' ascesa dell' uomo berlusconiano per lui usciva di
nuovo cretinizzata (ridicolizzata (annichilita (mortificata)). Come se l'involuzione della specie, in un'entropia cervellotica, così
conoscesse in Italia dopo l' homo horribilis bossiano un degrado
ulteriore, un ulteriore arretramento cerebrale tecnologicamente
sofisticato, come altrove era il nazionalismo famelico o l'isolazionismo
ricco, a favorirlo in Russia o nelle Americhe. Tanta basta, perchè si intenda
come per me quand'anche l'orda arretri, per il solo riaffermarsi di massa
di Berlusconi e di Bossi, la storia d'Italia è definitivamente una causa
persa.
Il berlusconismo come escapismo
ossia che ne pensi don Ferrante Don Ferrante progressista Antropologicamente parlando (di
politica interna), per placare l'orrore cercandolo di volgerlo in faceto,
non sapeva se il leghismo fosse serio identificarlo ancora nel priapismo
dei ciolla, di chi è incapace di alcuna erezione oltre i danée, di certo
il berlusconismo nascente gli appariva una forma di massa di escapismo,
ossia di evasione intesa in senso psicologico, cioè di fuga dai problemi
della realtà. C'era il capitano, o mio capitano,
che bastava per gli accoliti assumesse la barra del timone, e l' Italia
ideale sarebbe già stata quella reale, bastava all'uopo rimuovere tutto
ciò che disturbasse la visuale, ogni qualsiasi onere civile, tutto ciò
che costituisse lo Stato sociale Il trucco vincente gli appariva
tanto evidente quanto abbagliante, e così prima ancora che una qualsiasi
Alleanza di progresso, era l'idea stessa che esista un progresso mentale,
o morale, che dall' ascesa dell' uomo berlusconiano per lui usciva di
nuovo cretinizzata (ridicolizzata (annichilita (mortificata)). Come se l'involuzione della specie, in un'entropia cervellotica, così
conoscesse in Italia dopo l' homo horribilis bossiano un degrado
ulteriore, un ulteriore arretramento cerebrale tecnologicamente
sofisticato, come altrove era il nazionalismo famelico o l'isolazionismo
ricco, a favorirlo in Russia o nelle Americhe. Tanta basta, perchè si intenda
come per me quand'anche l'orda arretri, per il solo riaffermarsi di massa
di Berlusconi e di Bossi, la storia d'Italia è definitivamente una causa
persa.
Dalla realtà (E' un incubo che mi rimorde le
viscere ma è vero), Che posso ancora attendermi dalla realtà? Il
fantapolitico Silvio Berlusconi e le destre hanno vinto le elezioni e ora
ci comandano, l' Inter ieri sera nelle semifinali di coppa ha perso per la
quinta volta consecutiva facendosi rimontare due volte e poi superare dal
Cagliari , e ieri mattina benchè avessi predisposto tutto a puntino fino
alle due di notte, lentigrado giacché insonne per la ricorrezione
notturna dei Compiti, sono arrivato a scuola in ritardo di due minuti e il
Preside mi ha immancabilmente incrociato nei corridoi, cosicchè in aula
ho seguitato ( perseverato) nel fare lezione di Storia disgregato in un balbettio trasudatato
d'angoscia, disfatto che le mie vacanze pasquali fossero così divenute il
patema di nuovi richiami disciplinari, e
stamane quando ho aperto il frigo, il succo di frutta a temperatura
ambiente che ne ho estratto, e poi l'inerzia definitiva del frigo a ogni
mio tentativo di riavviarlo, mi hanno avvertito che anche il frigo si era
rotto, come la mia passione civile per un Italia che quel leader catodico
intende ora aggiustare a suo modo come le
sue televisioni. "Deitalianizzarmi", mi
sono detto, farmi una vita di straniero imparando meglio le lingue che mi
servono per andare via, e nel restare qui, intanto, comunque andare oltre,
nel dedicarmi piuttosto alla lettura del Trattato decisivo di Averroè,
anzichè al mostro a tre teste che ci sovrasta agli albori della Seconda
Repubblica, per un fatto di giustizia gerarchica, appunto, verso la specie
più eccellenti degli esseri esistenti, Dio gli angeli e gli intelletti
speculanti, reinterogandomi se ancora, e come,
oltre il monte di Qaf sia accessibile l' Oriente di luce.
Principe E' stata una delle mie lezioni di
storia più divertenti e illuminanti... Ricostruivo la conquista del
potere di Augusto, e si tramava l'attualità dell'ascesa ai vertici del
potere politico del Cavaliere... Quel grande desiderio di
riconciliazione dopo le guerre civili, la intrapresa riappacificazione tra
fascisti e antifascisti, il porsi garante allora come ora
della legalità repubblicana, mentre l'auctoritas consente di concentrare
una suprema potestas, premiando con attestazioni di stima l' opposizione
che si viene dividendo ed esautorando prima di epurarla, riconsolidando le
famiglia e offrendo vantaggi alle più numerose... Ora
come allora, fusball und fersehen, E la società spettacolo che si fa
imprenditoria politica, la rivalsa dei cortigiani circensi sulla grande
cultura ... sulle grandi riforme civilizzatrici, di chi intende seguitare
a profittare del potere... La messa in gioco di ogni
interesse, non più garantito, per rendere i forti ancora
più forti, i deboli e i vinti ancora più inermi... Eppure, se così si ragiona e ci
si oppone, è partita vinta per il principe, occorre piuttosto, ci si
dice, mettersi in gioco e a repentaglio, scendere nella ridda che ha
scatenato... agire su come agendo si viene
contraddicendo... Solo che così, già allucino, Si vince, certo, per amministrare
il governo dell'ulteriore perdita di grandezza umana. Quand'era bambino, ora così
vagheggio, quant'era intorno la miseria materiale, eppure in famiglia
gente tanto più ignorante scolasticamente, mi insegnava ogni giorno
quanto Verdi fosse un genio,
anche solo cantandomene le arie d'opera, nonchè accampagnandolo all'
Arena, e mi forniva le edizioni illustrate della Divina Commedia e della
Gerusalemme liberata, mi celebrava come sommi i nomi di Einstein ed Albert
Schweitzer,o le imprese di Nobile e di (Lacedelli e) Compagnoni,
scandalizzandosene eppure mi facevo saputo ( mi diceva) della Dolce vita
di Fellini, così come mi faceva piangere la morte di Coppi e dolermi
della scomparsa di Humphrey Bogart. Oggi per i giovani miei allievi,
è come se non fossero stati registi o artisti a loro contemporanei
Fellini o Nureiev, è come se
non esistessero esemplari di
grandezza umana, superiori a quelli
volgarizzabili nelle teletrasmissioni. Mentre non a me o a quant'altri
hanno il Principe in dispetto, si deve insegnare invece che anche il Milan
e la Juve sono cultura. Ma è forse il caso, ironizzo di
chiedermi, di predicare Che non sia più possibile che la
cultura sia altrimenti è per me definitivo,
il che, per me che debbo pur
accettare il destino della diminuzione di senso e grandezza di un' umanità
sempre più sterminata, significa in poveri termini che occorre comunque
lottare aspramente contro i torti, se li (che) subiscono quanti non
aspirano che a vivere una telenovela. O che perseguono in definitiva,
nella loro esistenza, soltanto la sazietà appagata da una qualità di
tonno migliore. Che saranno domani, gli spot che
si fecero carne e sono già i miei Karma Poichè mi agita contro il
Principe un furore restauratore repubblicano, meglio è ch'io me ne
distacchi come dalla parvenza che l'attualità disegna sul velo di Maja,
come dall'infezione karmica da dissolvere in una proiezione terrificante
della mia mente, dello spirito nazionale che vi si reincarna nel suo
samsara. Quando si è reazionari al punto
che ogni Storia è per se finita quando ricomincia ogni altrui ridda sotto
il cielo, solo in tali termini che dissolvono ogni propria pretesa
antagonistica, si è ancora capaci di rappresentare l'ordito in cui si
ritessono altrimenti le stesse res gestae. Rimettendosi in gioco,
nell'inclemenza dei fescinni
che dal basso fanno espellere l'alto.
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