Al rientro, poi

 

Irrealtà:

1) al rientro dallo Yemen, è irrealtà il decorso di una esistenza stantia, tra casa e scuola, che si ripete monotona e vuota e irreversibile, irrevocabile come la complessità del benessere che mi è giocoforza riassicurarmi, nello spettro incombente della catastrofe individuale, quale mi si prefigura, come esca dagli incessanti vincoli ed obbligazioni composite; e che nella sua inconsistenza coattiva irrealizza (vanifica) come luoghi di culto, delle memoria, le vertiginose avventure di viaggio che ho appena vissute.

2) Irrealtà delle mie immagini fotografiche che rievocano lo Yemen, poichè è rimasto avulso dalla loro riduzione, a impressioni ottiche, ciò che ne ho vissuto con l'integrità dei sensi, ciò che per esmplificare sentiva ad esempio la tensione della mia stanchezza, accaldata e assetata, quando nel verde di un palmeto dell'Hadramawt, fronteggiando il miraggio di Shiban perseguito per centinaia e centinaia di chilometri di interni e di coste, vi rinveniva infinitamente altro che deliziante un ristoro cromatico, o quando presso i palmizi e lungo le sabbie in Kawkan, del Mar Rosso, tra i voli terracquei di pellicani e gabbiani, perveniva a istanti di estasi edenica; e tale irrealtà delle istantanee appunto le devivifica, per quanto tali mie immagini non celebrino paesaggisticamente ciò che fissano, come è negli intenti rappresentativi di quelle (quante) riproduzioni d'arte dei siti di Sana'a, o dei villaggi yemeniti, che li rappresentano nel fulgore di una luminosità eccezionale, non già abituale, obiettivandoli in un nitore di particolari ch' è epurato e (ch'è) perciò falsificatorio, quando tra palazzi e palazzi non rilevi che intagli di pietre ed alcuna ordura e liquame dei vicoli;

3) irrealtà dell'iper-reale (politico sociale) dei rapporti di forza che si riaffrontano in Italia e nel mondo più sviluppato, senza che dell'abominevole niente risulti mai inestirpabile, o che alcuna acquisizione di progresso mitighi l'insensatezza dell' eterno ritorno di orde servili inferocite contro chi è ancora più escluso, all'irrealtà di dovere sostenere (affrontare) il risorgere in scuola e nella società, di ogni volgarità atavica e primitivismo barbarico, al (il) rifarsi valere del torto più insostenibile;

(.... è indicibile.... per operai e pensionati e lavoratori dipendenti, sentirsi imporsi l'onere dei sacrifici economici più scuoranti ed angustianti, (angoscianti), (soffocando) sgomenti dell'impossibilità di rifarsi di una vita di sgobbo, proprio da chi ha accorpato (instaurato) il regime allo sfascio perpetrando ogni sorta di corruttela e di abuso e di sopercheria, e ora profitta della crisi che ha ingenerato con il più sfrontato ladrocinio e sperpero impunito, oltraggioso di vincoli e regole e pattuizioni di contratti, per alterare (modificare) a proprio ulteriore agio e profitto i rapporti di forza, nella congiura vessatoria (ponendosi  alla  testa di manovre di risanamento e rivolta fiscale...  si, la rivolta sovversiva degli abbienti per seguitare ad evadere più ancora impunemente, più ancora ferocemente asservendo sempre gli stessi al soggolo... rabbiosi che le greppie d'un tempo non siano più foraggiabili, quando gridano che occorre ripulire le stalle, e reclamano con foga le facce nuove, di nuovi foraggiatori, che escludano i musi degli altri dalla mangiatoia ristretta, ora che le rivalse, sui miserabili, di consolidate connivenze e compiacenze si sono usurate, e le frodi e le agevolazioni puzzano sempre più allo scoperto... costasse il fottio la successione più cruenta, la carneficina terrificante di una pulizia etnica, mentre intonano il coro di costuire già per la storia "la rivolta degli onesti"...)

4) l'irrealtà di ciò che la patalogia rivela più intensamente sconvolgente; se il senso del torto non mi ha sommosso quanto lo scacco del perfezionismo di una videoregistrazione mancata,( se non ti dai pace e infuri su te stesso autodistruttivamente,) per avere perduto la registrazione dei minuti iniziali del " Posto delle fragole", una domenica  già a notte tarda...

Mi ero ridisteso sul letto, già all'una inoltrata, dopo essermi risvegliato appena prima, di soprassalto, constatando che seguitavano i precedenti programmi...

in attesa volevo leggere ancora un poco...

mi sono invece riassopito... per risvegliarmi sconvolto alle sequenze già in onda della visione onirica, del professore *, di Sara e del fratello che frascheggiano nel recesso delle fragole...

Che colpa potevo averne...

Eppure ho iniziato a colpirmi brutalmente, percuotendoni e usando la cinghia su ogni parte del corpo, dibattendomi e agitandomi tra urla soffocate, finchè a lenire il dolore, avviata comunque la registrazione, ho infuso nell'acqua bollente tutte le bustine residue di camomilla...

nel tormento che mi invasava di una violenza ch'era suicidiaria, chiedendomi che più mi importasse a tale scacco, del rovello con cui mi ero accinto a votare e con cui seguivo l'esito delle elezioni anticipate della mia Provincia, assurte a grande rilevanza, quale test del grado di disgregazione in corso del sistema politico e dell'unità nazionale, mentre già per l'indomani, quale atto riparatorio della lacuna filmica, non mi riproponevo che di acquisire a qualsiasi costo i filmati del "Settimo Sigillo" e de "Il posto delle fragole".

E dire che ne ho rinvenuto le copie nel mio stesso Istituto scolastico due giorni dopo; ma la duplicazione non era che una larva inguardabile  dell'originale, che l'ombra dell'ombra del fulgore autentico del bianco e nero di Bergman.

E la settimana seguente, quella scorsa, nel mio sangue si è insinuato di nuovo tale ansioso tormento  ( l'ansioso tormento di tale perfezionismo mancato), quando ho speculato sui residui di nastri antecedenti, per registrare in spezzoni sconnessi le esecuzioni di Glenn Gould!

Così è stata addirittura la registrazione delle Variazioni Goldberg, che ne è rimasta scempiata della quattordicesima e della quindicesima, finite fuori orario per una temporizzazione sparagnina, e quindi, per integrare la lacuna finale, vi ho rappezzato la puntata seguente, con il solo bel risultato di disarticolarla in due parti sconnesse, nell' assenza ulteriore di un margine utile per inserirla tutta di seguito sul medesimo nastro, cosicchè nel trapasso da una cassetta all'altra, all'altezza dell'intervallo di pochi secondi  tra la fine dell'illustrazione delle Variazioni e la loro riproduzione, è andato perduto anche l'inizio della sedicesima...

Per che vile lucro, di cui non so ancora capacitarmi...

Sgomento dell'inasprirsi incessante, anche solo al ricordo,

del rodìo autoaccusatorio di tali miei perfezionistici intenti...

 

 

Quando il filmato videoregistrato arriva al termine, o si interrompe del tutto, è lo sgomento della realtà della morte che mi pervade, a suoni e immagini di epopee e a scene di intimità domestiche, che svaniscono nel silenzio e si sfocano nel lattiginio (puntinio) del vuoto.

 

 

 

 

 

Eppure il tondo era stato rilavato sotto l'acqua,  la stessa grattugia era stata prima sottoposta ad un risciacquo, il formaggio, fresco d'acquisto, tenuto nel freezer fino all'istante di prelevarlo...

Eppure, la pasta già al dente, quando era giunta l'ora di aggiungere il formaggio appena grattugiato e rimescolato con l'olio agli altri ingredienti, eccovi riversarvisi un altro che vi si dimenava dentro, proprio nell'unico sito mangereccio che supponeva di avere disinfestato...( dove supponeva di averne scongiurato la presenza residua).

Dopo che aveva reso gli ultimi onori al nemico, nell'attorcigliare a uno stecco per precipitarlo dal balcone senza ammazzarlo, sul terrazzo sottostante, il vermicello che aveva visto divincolarsi in verticale al soffitto appena era rientrato a sera in cucina... 

 

Annotazioni

 

Cerca scampo dal verminio domestico lungo gli argini nelle golene fluviali

Dove nel cuore estate è già novembrino l'ammanto fogliare,

al rodio vorace dovunque dintorno delle rughe d'ifantria, che lo raggiugono fin nel metro quadro, lungo l'asciugamano e le nudità pelose, che (delimitandolo) si è riservato inoltrandosi sul litorale sabbioso a perdita d'occhio...

 

Così accade al suo rientro dall'Oriente selvatico nella pulizia Occidentale, stanco di ogni sorta di contrarietà antigienica e insalubre che ha sopportato in viaggio, di avervi dovuto mangiare con le mani attossicanti di amoachina, in assenza delle posate, carni e vivande (imbandite) su mense infestate di mosche, o intingendo con le mani nel medesimo piatto, o prelevando bibite stappate da mani che appena poco prima scaccolarono il naso.

 

 

 

E' scuorante, accorgersi che i rarissimi che hanno letto qualche mia pagina, fra chi conosco, sono rimasti delusi perchè ne hanno accertato che stile, e spessore intenso,  mi precludono di essere uno scrittore di successo.

Bah! 

 

 

Progetto di scrivere " IL Critico e il poeta", sulle dissimulazioni cui è forzato un poeta per captare e preservare

la benevolenza di un critico tutelare, al cui arbitrio non può che sottomettersi, con odio sempre più larvato, una volta intercettato il suo favore. Ricevere aiuto da altri è ritentare una probalibilità  quantomai remota, la frustrazione ricorrente del rifiuto oppostogli da chi, egli spregiando come di se più venale, ha nelle mani il suo destino ed egli deve simulare di adulare deferente.

Ed egli(io) rimane legato a quel filo esclusivo, non cerca il successo e la notorietà, affidandosi al critico come a un custode testamentario presso la posterità, sia per il complesso del suo nome ridicolo, buono se notorio solo per essere irriso, che per la sua diversità che suppone che istigherebbe i malevoli a incrudelire contro di lui, certamente a delinquere chi gli è similare, ( oh, i Bellezza e gli Arbasino di ogni sorta e risma spregevole, per riferirci alle chiacchiere letterarie italiane), vuoi per il suo senso religioso benchè nichilistico dell'espressione artistica, che lo induce a rifuggirne ogni ricorso commerciale, ogni uso facile e piacevole quattrinaio, benchè vanitoso e smanioso delle cose più belle e di viaggiare nel mondo.

Ectecetra, Etcetera, etcetera.

  

 

 

 Nome della nuova terra da confederare come indipendente, nel Poema eroicomico sulle prodi gesta dei Leghisti alla presa di Roma? Alias la Polenteide.  

 

 

   

Oggi non v'è più Paese dei Balocchi che non sia una Società per Azioni.

 

" Denatus" Hrabal- In memoria di A. Dubceck.

 

 

Sull'ultima pagina in bianco de " Il coraggio di essere".

 

Occorre farsi cosa per dirsi un'anima.

 

Solo chi ne è sedotto può criticare un idolo.

 

Altrimenti detto:

Solo chi di un mondo ha fatto il suo destino ne è capace della critica.

 

Oltrepassare il mondo traversandolo.

 

 

 

La propria bellezza è la verità che incarniamo vivendo.

( Nel senso: la verità è la bellezza che mostriamo (esprimiamo) vivendo).

( In tal senso è il vero a identificarsi con il pulchrum.

E la bellezza è la verità ineffabile. Che si mostra. Et veru(?) incessu(?) patuit dea.)

( Ossia il bello non è in tal senso ( dei suoi vari) il vero logico o filosofico- scientifico esteticizzato(la sua stilisticità in forme di vita enarrate che lo rivelano o in forme figurative che lo rappresentano).

 

 

 

A Zenaugui,

... dopo " Un mister Bush, "una brutta bestia come lui" , Anzichè " Uno della sua cricca o della sua risma"

 

 

Al brano iniziale del testo "Nel Magheb, dopo Saddam":

" Anzichè " Espanso ", riferito al sudore, usare il sostantivo "pregna" o l'espressione " di cui nello sforzo l'ho impregnata", a seconda del modo in cui la frase che non ho presente è costruita.

 

 

 

Mi era parso alquanto bruttino, sotto il casco, il ragazzino che nella lanca in secco s'era riavviato lungo l'argine con il motorino, una volta che i crossisti sopraggiunti ebbero terminate le loro evoluzioni nelle sabbie del fiume.

Avevo seguitato tuttavia a fissarlo mentre si allontanava, nelle sue nude gambe troppo corte e tornite.

Quando, prima del termine dell'erta, è venuto arrestandosi presso il suo veicolo, e per quanto potevo intravedere distante, si è abbassato i calzoncini, ne ha estratto il sesso in erezione, ed ha intrapreso con foga a masturbarsi fronteggiandomi.

Sorpreso, l'ho inteso in un primo istante come un atto di offesa, e mi sono volto altrove, come se disgustato, per evitargli ogni soddisfazione esibizionistica.

E se invece, mi sono chiesto appena dopo, volesse provocarti per coinvolgerti? Accertare la tua disponibilità sessuale? IL tuo ritrarti perbene non è già la maschera ddella tua fuga? Verifica a tua volta...

MI sono fatto così coraggio e sono avanzato, poi, accostatomi a un pioppo, mentre lui seguitava a fronteggiarmi brandendolo senza masturbarsi, a mia volta ho aperto i pantaloncini ed abbassati gli slip gliel'ho ostentato, quindi ho iniziato con la mano a esasperarne il glande. Lui ha iniziato a sua volta il movimento lento e poi accelerato di dimenarlo in sintonia, interrompendolo quando me ne sono distolto perchè già sborravo.

Ho contratto l'acme del piacere e ho allora reimmesso l'uccello negli slip, accelerando il passo per avvicinarlo mentre si ricomponeva.      

 

 

 

 

 

La maturità, della mente autunnale, è lo sconforto e la consolazione crepuscolare che ogni cosa (tutto) è inestirpabile: l'orrore della svastica e l'offerta della propria vita perché ne sia salva (se ne salvi) un'altra, lo scherno che infierisce e lo sguardo che implora, l'attaccamento che trovò soccorso( l' esaudimento) e il rimpianto che ancora qui invoca, l'amore e l'odio di ogni altro che ci sconvolse ( ci toccò nel fondo) ( ci agitò nell'intimo).

Così oggi pomeriggio ero ancora in quella stanza di caserma, di fronte al sergente avvenente che mi ha richiesto e che confuso mi rinvia senza spiegazione.

" E' questo che vuole, o che vuoi?"- avvicinandolo, anzichè congedarmi, ora invece gli chiedo nello slacciarlo...

E anzichè freddarmi, come mi accadrà domani, scambio ora una facezia, che ci rallegra, con l'allievo che ha in queste settimane disvelato che l'amavo per riderne con gli altri.

So, che in lui non sussiste reciprocità.

Ma anche se in me ugualmente non può esservi verso le donne cui piaccio corresponsione, eppure so, che identicamente, il mio ritrarmi seguita a suscitare in noi attrazione e repulsione, in ritorsioni e fascinazioni che ci avvincono pur in interminabili assenze.

 

 

Tutto è inestirpabile, certo, a sconforto e consolazione.

Ma l'inestirpabile che insiste, è la sedimentazione degli atti mancati che ritornano in scena. Che come tali, non tornano a ripetersi che per mancare ( venir meno) di nuovo.

Revivants di una vita già morta.

 

 

 La monotonia poetica è la fedeltà veridica all'unica e medesima cosa che appetiamo, all'unica e medesima tragicità che ci dà sconforto.

 

 

La felicità autentica è il consentire alla morte, in ogni catastrofe che la preannuncia.

Pertanto si ride di ciò di cui si piange.

E il comico è identico al tragico.