Al rientro, poi |
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Irrealtà: 1) al
rientro dallo Yemen, è irrealtà il decorso di una esistenza stantia,
tra casa e scuola, che si ripete monotona e vuota e irreversibile,
irrevocabile come la complessità del benessere che mi è giocoforza
riassicurarmi, nello spettro incombente della catastrofe individuale,
quale mi si prefigura, come esca dagli incessanti vincoli ed
obbligazioni composite; e che nella sua inconsistenza coattiva
irrealizza (vanifica) come luoghi di culto, delle memoria, le
vertiginose avventure di viaggio che ho appena vissute. 2)
Irrealtà delle mie immagini fotografiche che rievocano lo Yemen, poichè
è rimasto avulso dalla loro riduzione, a impressioni ottiche, ciò che
ne ho vissuto con l'integrità dei sensi, ciò che per esmplificare
sentiva 3)
irrealtà dell'iper-reale (politico sociale) dei rapporti di forza che
si riaffrontano in Italia e nel mondo più sviluppato, senza che
dell'abominevole niente risulti mai inestirpabile, o che alcuna
acquisizione di progresso mitighi l'insensatezza dell' eterno ritorno di
orde servili inferocite contro chi è ancora più escluso, all'irrealtà
di dovere sostenere (affrontare) il risorgere in scuola e nella società,
di ogni volgarità atavica e primitivismo barbarico, al ( (.... è
indicibile.... per operai e pensionati e lavoratori dipendenti, sentirsi
imporsi l'onere dei sacrifici economici più scuoranti ed angustianti,
(angoscianti), (soffocando) sgomenti dell'impossibilità di rifarsi di
una vita di sgobbo, proprio da chi ha accorpato (instaurato) il regime
allo sfascio perpetrando ogni sorta di corruttela e di abuso e di
sopercheria, e ora profitta della crisi che ha ingenerato con il più
sfrontato ladrocinio e sperpero impunito, oltraggioso di vincoli e
regole e pattuizioni di contratti, per alterare (modificare) a proprio
ulteriore agio e profitto i rapporti di forza, nella congiura vessatoria
4)
l'irrealtà di ciò che la patalogia rivela più intensamente
sconvolgente; se il senso del torto non mi ha sommosso quanto lo scacco
del perfezionismo di una videoregistrazione mancata,( se non ti dai pace
e infuri su te stesso autodistruttivamente,) per avere perduto la
registrazione dei minuti iniziali del " Posto delle fragole",
una domenica già a notte tarda... Mi ero
ridisteso sul letto, già all'una inoltrata, dopo essermi risvegliato
appena prima, di soprassalto, constatando che seguitavano i precedenti
programmi... in
attesa volevo leggere ancora un poco... mi sono
invece riassopito... per risvegliarmi sconvolto alle sequenze già in
onda della visione onirica, del professore *, di Sara e del fratello che
frascheggiano nel recesso delle fragole... Che
colpa potevo averne... Eppure
ho iniziato a colpirmi brutalmente, percuotendoni e usando la cinghia su
ogni parte del corpo, dibattendomi e agitandomi tra urla soffocate,
finchè a lenire il dolore, avviata comunque la registrazione, ho infuso
nell'acqua bollente tutte le bustine residue di camomilla... nel
tormento che mi invasava di una violenza ch'era suicidiaria, chiedendomi
che più mi importasse a tale scacco, del rovello con cui mi ero accinto
a votare e con cui seguivo l'esito delle elezioni anticipate della mia
Provincia, assurte a grande rilevanza, quale test del grado di
disgregazione in corso del sistema politico e dell'unità nazionale,
mentre già per l'indomani, quale atto riparatorio della lacuna filmica,
non mi riproponevo che di acquisire a qualsiasi costo i filmati del
"Settimo Sigillo" e de "Il posto delle fragole". E dire
che ne ho rinvenuto le copie nel mio stesso Istituto scolastico due
giorni dopo; ma la duplicazione non era che una larva inguardabile
dell'originale, che l'ombra dell'ombra del fulgore autentico del
bianco e nero di Bergman. E la
settimana seguente, quella scorsa, nel mio sangue si è insinuato di
nuovo tale ansioso tormento (
l'ansioso tormento di tale perfezionismo mancato), quando ho speculato
sui residui di nastri antecedenti, per registrare in spezzoni sconnessi
le esecuzioni di Glenn Gould! Così è
stata addirittura la registrazione delle Variazioni Goldberg, che ne è
rimasta scempiata della quattordicesima e della quindicesima, finite
fuori orario per una temporizzazione sparagnina, e quindi, per integrare
la lacuna finale, vi ho rappezzato la puntata seguente, con il solo bel
risultato di disarticolarla in due parti sconnesse, nell' assenza
ulteriore di un margine utile per inserirla tutta di seguito sul
medesimo nastro, cosicchè nel trapasso da una cassetta all'altra,
all'altezza dell'intervallo di pochi secondi
tra la fine dell'illustrazione delle Variazioni e la loro
riproduzione, è andato perduto anche l'inizio della sedicesima... Per che
vile lucro, di cui non so ancora capacitarmi... Sgomento
dell'inasprirsi incessante, anche solo al ricordo, del rodìo
autoaccusatorio di tali miei perfezionistici intenti... Quando
il filmato videoregistrato arriva al termine, o si interrompe del tutto,
è lo sgomento della realtà della morte che mi pervade, a suoni e
immagini di epopee e a scene di intimità domestiche, che svaniscono nel
silenzio e si sfocano nel lattiginio (puntinio) del vuoto. Eppure
il tondo era stato rilavato sotto l'acqua,
la stessa grattugia era stata prima sottoposta ad un risciacquo,
il formaggio, fresco d'acquisto, tenuto nel freezer fino all'istante di
prelevarlo... Eppure,
la pasta già al dente, quando era giunta l'ora di aggiungere il
formaggio appena grattugiato e rimescolato con l'olio agli altri
ingredienti, eccovi Dopo che
aveva reso gli ultimi onori al nemico, nell'attorcigliare a uno stecco
per precipitarlo dal balcone senza ammazzarlo, sul terrazzo sottostante,
il vermicello che aveva visto divincolarsi in verticale al soffitto
appena era rientrato a sera in cucina...
Annotazioni Cerca
scampo dal verminio domestico lungo gli argini nelle golene fluviali Dove nel
cuore estate è già novembrino l'ammanto fogliare, al rodio
vorace dovunque dintorno delle rughe d'ifantria, che lo raggiugono fin
nel metro quadro, lungo l'asciugamano e le nudità pelose, che (
Così
accade al suo rientro dall'Oriente selvatico nella pulizia Occidentale,
stanco di ogni sorta di contrarietà antigienica e insalubre che ha
sopportato in viaggio, di avervi dovuto mangiare con le mani
attossicanti di amoachina, in assenza delle posate, carni e vivande
(imbandite) su mense infestate di mosche, o intingendo con le mani nel
medesimo piatto, o prelevando bibite stappate da mani che appena poco
prima scaccolarono il naso. E'
scuorante, accorgersi che i rarissimi che hanno letto qualche mia
pagina, fra chi conosco, sono rimasti delusi perchè ne hanno accertato
che stile, e spessore intenso, mi
precludono di essere uno scrittore di successo. Bah!
Progetto
di scrivere " IL Critico e il poeta", sulle dissimulazioni cui
è forzato un poeta per captare e preservare la
benevolenza di un critico tutelare, al cui arbitrio non può che
sottomettersi, con odio sempre più larvato, una volta intercettato il
suo favore. Ricevere aiuto da altri è ritentare una probalibilità
quantomai remota, la frustrazione ricorrente del rifiuto
oppostogli da chi, egli spregiando come di se più venale, ha nelle mani
il suo destino ed egli deve simulare di adulare deferente. Ed
egli(io) rimane legato a quel filo esclusivo, non cerca il successo e la
notorietà, affidandosi al critico come a un custode testamentario
presso la posterità, sia per il complesso del suo nome ridicolo, buono
se notorio solo per essere irriso, che per la sua diversità che suppone
che istigherebbe i malevoli a incrudelire contro di lui, certamente a
delinquere chi gli è similare, ( oh, i Bellezza e gli Arbasino di ogni
sorta e risma spregevole, per riferirci alle chiacchiere letterarie
italiane), vuoi per il suo senso religioso benchè nichilistico
dell'espressione artistica, che lo induce a rifuggirne ogni ricorso
commerciale, ogni uso facile e piacevole quattrinaio, benchè vanitoso e
smanioso delle cose più belle e di viaggiare nel mondo. Ectecetra,
Etcetera, etcetera.
Nome
della nuova terra da confederare come indipendente, nel Poema eroicomico
sulle prodi gesta dei Leghisti alla presa di Roma? Alias la Polenteide.
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Oggi non
v'è più Paese dei Balocchi che non sia una Società per Azioni. "
Denatus" Hrabal- In memoria di A. Dubceck. Sull'ultima
pagina in bianco de " Il coraggio di essere". Occorre
farsi cosa per dirsi un'anima. Solo chi
ne è sedotto può criticare un idolo. Altrimenti
detto: Solo chi
di un mondo ha fatto il suo destino ne è capace della critica. Oltrepassare
il mondo traversandolo. La
propria bellezza è la verità che incarniamo vivendo. ( Nel
senso: la verità è la bellezza che mostriamo (esprimiamo) vivendo). ( In tal
senso è il vero a identificarsi con il pulchrum. E la
bellezza è la verità ineffabile. Che si mostra. Et
veru(?) incessu(?) patuit dea.) ( Ossia
il bello non è in tal senso ( dei suoi vari) il vero logico o filosofico-
scientifico esteticizzato(la sua stilisticità in forme di vita enarrate
che lo rivelano o in forme figurative che lo rappresentano). A
Zenaugui, ... dopo
" Un mister Bush, "una brutta bestia come lui" , Anzichè
" Uno della sua cricca o della sua risma" Al brano
iniziale del testo "Nel Magheb, dopo Saddam": "
Anzichè " Espanso ", riferito al sudore, usare il sostantivo
"pregna" o l'espressione " di cui nello sforzo l'ho
impregnata", a seconda del modo in cui la frase che non ho presente
è costruita. Mi era
parso alquanto bruttino, sotto il casco, il ragazzino che nella lanca in
secco s'era riavviato lungo l'argine con il motorino, una volta che i
crossisti sopraggiunti ebbero terminate le loro evoluzioni nelle sabbie
del fiume. Avevo
seguitato tuttavia a fissarlo mentre si allontanava, nelle sue nude gambe
troppo corte e tornite. Quando,
prima del termine dell'erta, è venuto arrestandosi presso il suo veicolo,
e per quanto potevo intravedere distante, si è abbassato i calzoncini, ne
ha estratto il sesso in erezione, ed ha intrapreso con foga a masturbarsi
fronteggiandomi. Sorpreso,
l'ho inteso in un primo istante come un atto di offesa, e mi sono volto
altrove, come se disgustato, per evitargli ogni soddisfazione
esibizionistica. E se
invece, mi sono chiesto appena dopo, volesse provocarti per coinvolgerti?
Accertare la tua disponibilità sessuale? IL tuo ritrarti perbene non è
già la maschera ddella tua fuga? Verifica a tua volta... MI sono
fatto così coraggio e sono avanzato, poi, accostatomi a un pioppo, mentre
lui seguitava a fronteggiarmi brandendolo senza masturbarsi, a mia volta
ho aperto i pantaloncini ed abbassati gli slip gliel'ho ostentato, quindi
ho iniziato con la mano a esasperarne il glande. Lui ha iniziato a sua
volta il movimento lento e poi accelerato di dimenarlo in sintonia,
interrompendolo quando me ne sono distolto perchè già sborravo. Ho
contratto l'acme del piacere e ho allora reimmesso l'uccello negli slip,
accelerando il passo per avvicinarlo mentre si ricomponeva.
La
maturità, della mente autunnale, è lo sconforto e la consolazione
crepuscolare che ogni cosa (tutto) è inestirpabile: l'orrore della
svastica e l'offerta della propria vita perché ne sia salva ( Così
oggi pomeriggio ero ancora in quella stanza di caserma, di fronte al
sergente avvenente che mi ha richiesto e che confuso mi rinvia senza
spiegazione. "
E' questo che vuole, o che vuoi?"- avvicinandolo, anzichè
congedarmi, ora invece gli chiedo nello slacciarlo... E anzichè
freddarmi, come mi accadrà domani, scambio ora una facezia, che ci
rallegra, con l'allievo che ha in queste settimane disvelato che l'amavo
per riderne con gli altri. So, che
in lui non sussiste reciprocità. Ma anche
se in me ugualmente non può esservi verso le donne cui piaccio
corresponsione, eppure so, che identicamente, il mio ritrarmi seguita a
suscitare in noi attrazione e repulsione, in ritorsioni e fascinazioni che
ci avvincono pur in interminabili assenze. Tutto è
inestirpabile, certo, a sconforto e consolazione. Ma
l'inestirpabile che insiste, è la sedimentazione degli atti mancati che
ritornano in scena. Che come tali, non tornano a ripetersi che per mancare
( venir meno) di nuovo. Revivants
di una vita già morta. La
monotonia poetica è la fedeltà veridica all'unica e medesima cosa che
appetiamo, all'unica e medesima tragicità che ci dà sconforto. La
felicità autentica è il consentire alla morte, in ogni catastrofe che la
preannuncia. Pertanto
si ride di ciò di cui si piange. E il
comico è identico al tragico. |