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A giustificazione Potrei forse addurre, a
giustificarmi, che se puntualmente a scuola arrivo in ritardo, è perchè
solo se fino all' ultimo controllo ogni rubinetto e manopola, posso Per il pensionato Giovanni Sono loro la sua consolazione
quotidiana, il diletto della sola compagnia che gli è cara, quanto è dei propri simili con i quali ha ancora a che fare. Ah, già quale pena che egli
simula nel suo cordiale sorriso, è la cortesia che deve usare ogni giorno
con i condomini e con i negozianti, certo che il riguardo che gli
riservano non è che compatimento, e degnazione, Anche il solo adempimento che lo
salutino, E' la sua spina, in ogni contatto,
che tale compatimento e irrisione e malcelato disprezzo che intravede
negli altri, li Egli nutre tali disposizioni per
quanto si senta e si comporti Mentre invece, quando al rientro o
al risveglio si ritrova con i suoi canarini, non è più niente di niente
di tanto fardello, com' è lieve, e gli è di conforto, stare per ore e
ore insieme con loro, cosi semplici e chiari da capire, così
istantaneamente appaganti ed appagati, che lo contentano Ed egli che ha da pretendere da
loro, se non che siano gli uccellini che sono, come può anche solo
immaginare e concepire per loro disprezzo, o disistima, o scontento o
irritazione e fastidio per ciò sono, così come gli è naturale avvertire
per ogni altro suo simile, sempre inferiore e miserevole, meritevole al più
di rassegnata o disgustata pietà.
13/12/97. revisionato Ancora per il pensionato Giovanni E con gli anni, al vedersi non più
giovane e già adulto che invecchiava, insanabilmente In questo, a svergognarsi, gli era
complice un eccesso di gentilezza gratuita, di timore umano, lo zelo del
suo scrupolo accanito, annientato da un senso del dovere sociale tanto più
incombente, soverchiante, quanto avvertiva inutilmente che non ne valeva
la pena, ( che non ne riceveva che il tormento in cambio di una irrisione
continua, in classe, da parte di allievi che si facevano beffe di ogni suo
scrupolo, o riguardo, della sua incapacità di non attenersi ad altro che
alle regole, e lo commiseravano che non usasse il voto come un' arma di
ritorsione punitiva, che su tutto, andando oltre, facesse prevalere la
passione ad insegnare comunque, di dire il vero in sè più profondo,- nel
sollecitare la cui misera mediocrità di giovani, ancor più aveva Oh, quante volte per il
sovraccarico di compiti che aveva assegnato e corretto E con la ricerca di una
affermazione, di una attuazione del proprio talento espressivo, / Farlo
versatile alla musica e al canto?/, E quanto più cedeva,
acquiescente, tanto più gli altri, gli stessi suoi cari, si era accorto
che avevano preso anzichè a soccorrerlo sempre più ad abbandonarlo, come
se fosse per loro sempre più privo di interesse, perchè sempre meno era
loro giovevole, la madre e le sorelle insistendo sempre di meno che si
facesse vivo con loro, mancando oramai del tutto di andarlo a trovare, ma
come lamentandosi, aspramente con lui, se nelle principali ricorrenze
festive e familiari mancava di andarle trovare. E perchè recarcisi, se non per
sentirsi chiamato in causa per ascoltarne, interminabilmente, angustianti
malanni e malevolenze e dispiaceri, e vederle accusarlo inespressamente di
essere sempre il solito egocentrico, o ripetergli che ognuno ha i suoi
problemi, che vuoi, non c' è niente da fare, bisogna solo sopportare*,
non appena accennava a qualche suo malanimo o malo stato economico. Eppure, in quelle poche ore, come Allora in lui cominciavano a
insorgere E si appellava per desistere all'
idea di sua madre, di come ne sarebbe stato tremendo lo strazio, ma
sentiva Ah, quella sua maledetta
inettitudine a ....Ah, come già sapevano
prendersene gioco Perchè ho avuto una vita? Se non
ho neanche acquisito l'esistenza
sessuale e la dignità di un uomo? Ma l' uccellino allora aveva
levato un cinguettio di richiamo, era volato sul trespolino più alto,
quietandovisi bello come non mai. Oltre i vetri, nel freddo di
novenbre, il chiarore lattiginoso lunare. E nel sentire di amarlo in un
trasporto di tutto il suo essere, in un appagamento quale non poteva
dargli nessuna creatura umana, senza che nulla di quel suo essere amato
potesse mai farlo soffrire od indurlo anche alla minima avversione, nell'
avvertire che gli bastava del suo uccellino la
sola presenza, il Lui, l' uccellino, che accorre ora
al posatoio ch' è più prossimo ala poltrona dov' è seduto. " Che gli importa, al mio
caro, che sia un vero uomo, o un essere fallito, che ne è per lui di
questo? oh, lui ignora discriminazioni, lui non mi irride , nè di me si
fa beffe, per lui già valgo per quanto ed
in quanto ci sono, e se mi strilla contro, se mi richiama, è solo per
paura, per farmi sentire che sta bene e sentirsi bene con me, bastandogli revisionato il 13/12/97
Ancora per il pensionato Giovanni E con gli anni, al vedersi non più
giovane e già adulto che invecchiava, insanabilmente In questo, a svergognarsi, gli era
complice un eccesso di gentilezza gratuita, di timore umano, lo zelo del
suo scrupolo accanito, annientato da un senso del dovere sociale tanto più
incombente, soverchiante, quanto avvertiva inutilmente che non ne valeva
la pena, che non ne riceveva (che il tormento in cambio di una irrisione
continua in classe, da parte di allievi che si facevano beffe di ogni suo
scrupolo o riguardo, della sua incapacità di non attenenersi alle regole,
a non usare il voto come un' arma di ritorsione punitiva, di non far
prevalere la passione ad insegnare comunque, di dire il vero in sè più
profondo,) nemmeno il frutto
di una riconoscenza o di una gratitudine espressa che non fossero parole
con cui sgravarsi e distogliersene, da
coloro per i quali sollecitava una pratica, disbrigava la compilazione o
l' invio di un attoossessionato e irretito dai , aveva finito per essere lui che
per primo induceva gli altri
a mancargli di considerazione e di riguardo nei suoi confronti, a
occasionare le situazioni umilianti e ad accanirsi in questo contro me
stesso, obbligandosi ancor più ad una feccia di vita quale
impiegato/professore risibile, ancor più ad esporsi a Oh, quante volte per il
sovraccarico di compiti che aveva assegnato e corretto E con la ricerca di una
affermazione, di una attuazione del proprio talento espressivo, / Farlo
versatile alla musica e al canto?/, era venuta meno anche ogni altra
iniziativa, ogni ricerca di divertimento e di svago, aveva perso anche il
ricordo dell' aspirazione a godersi la vita, l' idea di potere uscire per
andarsene via, in qualche altrove che non fossero le stesse vie e gli
stessi interni di quel vuoto stillicidio di giorni. E quanto più cedeva, quanto più
gli altri, gli stessi suoi cari, si era accorto che avevano preso anzichè
a soccorrerlo sempre più ad abbandonarlo, come se fosse per loro privo di
interesse perchè sempre meno era loro giovevole, la madre e le sorelle
insistendo sempre di meno che si facesse vivo con loro, mancando oramai
del tutto di andarlo a trovare, ma come lamentandosi, aspramente con lui,
se nelle principali ricorrenze festive e familiari mancava di andarle
trovare. E perchè, se non per sentirsi
chiamato in causa per ascoltarne, interminabilmente, angustianti malanni e
malevolenze e dispiaceri, e vederle accusarlo inespressamente di essere
sempre il solito egocentrico, o ripetere che ognuno ha i suoi problemi,
che vuoi, non c' è niente da fare, bisogna solo sopportare, non appena
accennava a qualche suo malanimo o malo stato economico. Eppure, in quelle poche ore, come
allora tornava ad amarle, a sentirne l' affetto, come gli erano vive e
care nelle loro cure quotidiane e nei loro immancabili risentimenti e
rancori, contro la vicina o le ristoratrici presso le quali lavoravano in
nero, per sentirle poi mancare al suo affetto, non essere più niente,
come le lasciava e il vuoto della sua vita e l'asfissia sociale, tornava
ad essere il suo ambito dintorno. Allora in lui insorgevano ogni
giorno propositi di morte, tornava a chiedersi perchè valesse ancora la
scelta di non farlo, di seguitare a restare, deprecando che non lo facesse
solo perchè gli mancava la forza di andarsene via, quando bastava
affondare una lametta, inoltrare il capo. E si appellava all' idea di sua
madre, di come ne sarebbe stato tremendo lo strazio, ma sentiva che non
era l'evocarlo, che nessun richiamo a come avrebbe funestato i pochi anni
che le restavano da vivere, potevano più niente sui suoi propositi, anzi,
li lancinava più determinati, il senso rancoroso, di quanto l'avessero
gettato nell' abbandono quanto più avrebbe avuto bisogno di essere
trattenuto dalla loro comparsa Ah, quella sua maledetta incapacità
di usare i metodi che funzionano, di sapersene servire per quanto gli
altri in causa li distimava, di porsi sotto i piedi le leggi e giocare
sporco e così incutere soggezione, dio, dio, perchè non era stato fatto
com' erano già i suoi compagni di scuola, / i tanti suoi allievi che gli
avevano rubato la vita e la socialità, che già sapevano così
naturalmente mentire e ingannarlo, e farsene beffe, con il candore offeso
con il quale si protestavano innocenti nel mentre la facevano sotto il
naso alla sua sprovveduta canizie, incapace di frontegguarli perchè
nemmeno le era immaginabile si potesse attuare od assumere tale naturale
spudoratezza... ....Ah, come già sapevano
prendersi gioco e giocare con tutto, di me che hanno saputo fare (
generazioni dopo generazioni di immutabili studenti), come anche oggi
quella feccia molesta, si era invelenito al rientro, che quando ho pregato
la smettessero, che dobbiamo fare, dobbiamo rinunciare ad avere una
faccia, lo avevano deriso di folleggiare nella sua senilità, dopo che li
aveva sorpresi a farsene beffe, per come si era intenerito a fischiettare
dietro a due uccellini. E nella gravosità di quell' ora morta, nel
sentirsi così tremendamente solo e vilipeso e vergognoso a se stesso, era
tornato a bestemmiare dio, a maledire ilgiorno e il grembo di sua madre. Perchè ho avuto una vita? Se non
hoi neanche avuto l'esistenza sessuale di un uomo? Ma l' uccellino allora aveva
levato un cinguettio di richiamo, era volato sul trespolino più alto,
quietandovisi bello come non mai. Oltre i vetri, nel freddo di
novenbre, il chiarore lattiginoso lunare. E nel sentire di amarlo in un
trasporto di tutto il suo essere, in un appagamento quale non poteva
dargli nessuna creatura umana, senza che nulla del suo essere amato
potesse farlo soffrire od indurlo anche alla minima avversione, che gli
bastava la sua sola presenza,il suo stato naturale di grazia per non
chiedere altro," dio mio, dio, si era prostrato in lacrime,se tu
esisti perdonami di averti bestemmiato, perchè questo mio uccellino mi
basta eed avanza per tutto quanto ho sofferto, l' amarlo è valso ogni
lacrima e torto che ho sofferto, se ti ho bestemmiato perdonami se puoi,
ero accecato, ti ho insultato perchè sono stato insultato tanto, so,che
anche così non ho scusanti, che ti resisto, che non so vedere che ciò
che gli altri hanno avuto e in cui sono fallito, che cio che non sono riusvcito ad essere, ad avere, ma tu,
ora che ho visto, non punirmi, no, come io temo, nel solo modo in cui
posso ancora essere punito, lasciami infine, lasciami al mio amato
uccellino, ora che ho compreso che vale ogni oro e tesoro del mondo, ogni
amplesso e conforto di figli..., lascialo vivere finchè io muioa". Lui, l' uccellino, che accorre ora
al posatoio ch' è più prossimo ala poltrona dov' è seduto. " Che gli importa, al mio
caro, che sia un vero uomo, o un essere fallito, che ne è per lui di
questo, oh, lui ignora discriminazioni, lui non mi irride , nè di me si
fa beffe, per lui già valgo per quanto e in
quanto ci sono, mi strilla contro solo per paura, per farmi sentire che
sta bene e sentirsi bene con me, gli basta che gli sia intorno e a
distanza di sicurezza, che non gli faccia mancare quanto gli è
indispensabile,.. Con lui di che devo vergognarmi e sentirmi manchevole,
sono già tutto ciò che è possibile ch'io sia per lui, ho già tutto
vicino al mio piccolo..."
non ancora revisionato 12/13/97
Ieri, e oggi 24 novembre 96 Ieri ero sconvolto per il loro
nuovo affronto, a che mi fossi lasciato travolgere dal furore impotente,
come hanno concertato di farsi beffe di che venivo dicendo e facendo,
quando io mi ero preoccupato assiduamente ed ero già contento di avere
trovato il modo che fossero per loro quantomai proficue quelle ore di
recupero, e non potessero affatto lamentarsi che li avevo obbligati a
venire invano, accanendosi invece nel provocarmi senza ritegno,
particolarmente coloro che fatti quali erano "a immagine e
somiglianza di dio", inferocivo anche stamane, Intendevano forse così profittare
della mia messa in stato di crisi, per poi addebitarmi una scarsa
preparazione della classe nelle mie materie, ed al cospetto dei colleghi e
della commissione, per questo uscirne "assolti" e
"maturi" senza altrimenti darsi da fare. Poi, tutt'oggi pomeriggio,
trasponendo la mia amarezza ed il mio sconforto nel personaggio del
pensionato Giovanni, sono pervenuto con lui alle lacrime di gratitudine a
un Dio a cui ancora resisto, per avere compreso, alla luce della parabola
evangelica dei talenti che ho riascoltato stamane, (in " Tempo dello
spirito"), che posso sollevarmi nel mio sconforto oltre ques'ennesimo
patimento, e oltrepassare umiliazione e disperazione e volontà di morte,
se medito Entrambi che con me
tranquillamente coesistono, gridavo ieri revisionato. 13/12/97 Su di me, invece Tant' è la disperazione da me
commutata in avversione di ogni rapporto umano, che lo stare con i miei
due uccellini è divenuto il mio solo tragico bene, che quanto mi dà da
conforto, e mi incanta, nella loro innocenza e bellezza di esserini di
neanche venti grammi di carni e di piume, altrettanto mi è insostenibile
scandalo perderne la vita adorata, il dover Altro, che consolazione umana, che
trarre conforto nell' elevamento a superiori scopi, in ideali di
perfezione di cui solo la loro genia animale istantaneamente armoniosa è
il naturale compimento, non già una mente umana ch' è memoria volatile
di tutto, decadenza di ogni affetto e palpitante sentire, quando non sia
più che l' avvertenza che insanabile è il torto e inestinguibile l'
odio. Nella morsa che mi sostenta, così
permanere fra chi mi necessita è l' uscire di nuovo In tale stato di relatività
sociale assoluta, di fallimentarità incombente, quanto più presumo che
potrei invece levarmi come un artista al di sopra degli altri, al vedermi
talmente inetto a rifarmi una vita, a non soccombere, a non essere che un
insegnante oberato dai compiti che gratuitaamente si assume, tanto più
son' io che per primo manco di considerazione nei miei confronti, e che
contro me stesso mi accanisco, obbligandomi ancor più ad una
feccia di vita quale professore risibile, ancor più ad espormi ad ogni
mio superiore e sottoposto, per eccesso di gentilezza gratuita, per timore
umano, lo zelo del mio scrupolo, accanito, ossessivamente irretito dai più
sordidi di loro, nel perseguire la cui nullità ancor più incrudelisco e
mortifico il mio stato, senza più vie di uscite verso l'alto e l'
emergere. Qualora i miei uccellini avessi
sventuratamente in vita a perderli, quale dunque bella consolazione, che
conforto, mi sarebbe la compagnia di chi inesorabilmente si disistima e ci
disistima, e cui eppure si è succubi, spregiandosi, per un
senso di inferiorità per la propria sessualità e individualità
sociale, e loro, i miei cari, i familiari,
che seguitano a disertarmi come un incomodo, loro che non vogliono saperne
che di parlarmi dei loro di mali,...io non avessi mai risposto, a chi mi
ha richiamato come amico, come di me innamorato, per essermi soltanto il
ladro di tutto, ... nello sterminio generale, all' adiaccio di affetti,
confortandomi la sola memoria per perduta, e disillusa che sia, di chi è
rimasto l' impossibilità passata, e presente e futura, di essere più che
un vagheggiato e assente in vita e morte fair friend. Per cui tu ritorna, vita mia " citare La
Rochefoucauld, sulla distanza che nobilita le
passioni che le sopravvivono, mentre la vicinanza le immediocrisce tutte. da revisionare I testi successivi sono stati
fugacemente revisionati verso il 13 dicembre 1997.
Ritorna, vita mia Ritorna in stanza, vita mia, al cerchio intorno a farti la memoria di ciò che non
è stato il futuro che non è che unione
inconcepibile, a quanto, (che) l'artiglio per questo non adunca, non t' insanguina nel fango, l' unghia non potendolo
raggiungere, eretto cadavere, in un tuo santuario di devozione e
lacrime, di invii di appelli senza che mai
più risponda
24.11.96
12-13- 12.97 Contrasti
Ed oggi, ch'era di domenica il
primo giorno freddo di novembre, sul far del pomeriggio se ne stavano i
due mie canarini confortevolmente in gabbia, tra lo sciupio sottostante
delle spighe di panico, della tanta semente ch' era ricaduta o traboccata
di fuori, intanto che oltre i vetri, al sole algido, 24 novembre 96 Spunti di racconti realistici Matroneo Nelle nostre sinagoghe, seguita il
suo dire, le donne stanno separate dagli uomini nel matroneo, Il perchè sarebbe che nelle loro
attrattive distrarrebbero gli uomini durante la preghiera, data anche la
loro irrinunciabile vezzosità civettuola... Ma, e il tono di lei si volge a un
discorso che ritiene più serio, al di la di questo è in ogni modo
spontaneo, che nel corso dei riti gli uomini si dispongano con gli uomini
e le donne con le donne,..." Al che lui si guarda intorno e
vede, che in effetti, tutti i suoi studenti maschi hanno finito per
disporsi sul lato sinistro, e le ragazze e la professoressa della classe
ch' è sopraggiunta e la sua collega sul lato destro, ove lui soltanto
sfalsa la disposizione, e si sgomenta, sotto un velato sorriso, che tanto
più, per questo, effettivamente è così come lei dice, e lui è stato
dal loro dio riunito e rivelato al suo sesso reale... Per chi sappia intendere e credere
ai segni, si rassicura, nel vederli come non sanno credere a ciò che pur
sanno, ai cenni in cui sembrano alludere a lui. Avrebbe forse potuto, ora avverte,
in presenza di altre donne non distanziarsi
da loro, accomunarvisi in quella ferinità d' istinti, rumorosa e acre,
che non si interroga e si trova naturalmente lecita? E il suo discorso volge alla
mancanza ebraica di un culto
dei morti, a Mosè che non fu perdonato, che per avere rotto le tavole,
per l' omicidio commesso, non
giunse nella terra promessa... E' un tale inflessibile dio che mi manca , si dice, nell' essere lo
stesso in colpa e in debito con gli altri, benchè avverta chiunque un
inferiore... Intanto lei dice ch'è verso noi
stessi, rima ancora che verso gli altri, che non dobbiamo mancare di
riguardo... Sente che così lei nomina dopo
che la sua natura il suo peccato, il suo deficit nel rapporto con gli
altri, ai quali tanto più si sottopone, dai quali tanto più è
intimidito, quanto più dispera di non avere solo a difendersene e
soccombere...
Coinquilini Come il sabato precedente, alla
stessa ora di notte,... Quando scende ritrova alcuni dei
condomini in fondo alla scala, accorsi all' odore di fumo e di bruciato... Degli estranei hanno di nuovo
dato fuoco ai cartoni e alle barre di legno che riparano l'interno
degli sgabuzzini, forse è stato qualcuno che è qualche conoscente di
nuovi inquilini, salito al
seguito di qualche condomino..., si sospetta di un tizio cui è stato
aperto, di coloro che vengono introdotti dai due giovani sposi che
alloggiano sopra di lui/me, e che si sospetta spaccino droga,- una signora
ha anche raccolta una lista di carta che avrebbe contenuto una lista di
destinatari, peccato che non l'abbia conservata, e ch'io, quando me ne
chiede conferma, non le dica che sento tutto il chiasso che fanno... Ciò che avverto tra noi,
intensificato dalla intensità degli odori dei corpi nell' umidore della
pioggia, che scende di fuori e bagna chi rientra,
è piuttosto l' orrore che abbiamo l'uno dell' altro e che ci
accomuna e ci trattiene lì sulle scale, impegnati a non perdere la faccia
di fronte a chi ci incute il timore di farsi nei nostri riguardi malevolo,
mefitico, ad esserne all' altezza della preoccupazione e delle assunzioni
di responsabilità che da noi si attendono, in attesa che sopraggiungano i
carabinieri cui si è telefonato. Tra loro mi sento, incapace di
sciogliermi, di non essere nemmeno riguardato come un uomo, non essendomi
nemmeno rivolto il riconoscimento di uno sguardo. Loro intanto mettono in atto l'
ostentazione, in plateale dialetto, di
un darsi da fare inquisitivo, giustizialista, per non sfigurare l' uno al
cospetto degli altri che pure Anche l' anziano pensionato glieli
leverebbe, fosse un attrezzo all' occorrenza la pila che agita... E la donna ch' è al primo piano
discende in vestaglia, per dire che sta seguendo dalle finestre l' uomo
che rimane da tempo appostato davanti, sospetto, come se dovesse reggere
il pilastro del porticato... Finchè non arrivano due agenti di
polizia, per gli accertamenti e le raccomandazioni di riti... Che facciamo la denuncia, pur in
assenza di indizi probatori, e si congedano, richiamati al
cellulare, augurandoci che non ci succeda niente di grave, che ci capiti
piuttosto di legarli e bruciarli noi, i responsabili... Finchè rientriamo ognuno lungo le
scale nei nostri appartamenti. Dopo avere mostrato chi si può
diventare, che si è in grado di fare, per salvare il patrimonio
condominiale.
Riflessioni Come l' era elettronica abbia resa
sempre più violabile, e violentabile, un' intimità che ha precluso ai più
di capire. Recuperare la forza della
scrittura, come superiore a quella più transuente di ogni potere.
Per farne materia Per farne materia dellla storia
del pensionato Giovanni e del suo uccellino, ritorno sgradevolmente sui
miei fatti scolastici- e perchè non fare di Giovanni un professore...-, a
quando lunedì, tant' era il senso di una E in colpa E di quella prova, insieme a
quella del Compito in classe di Italiano, dovevo anticipare la correzione
prima di quella della verifica Storia, che avrei potuto altrimenti
ultimare di correggere agevolmente durante quel sabato e domenica, e
consegnare a loro quella stessa mattina, quando Storia era in programma,
ma che avevo dovuto lasciare indietro, ritardando ogni consegna, poichè
in quel loro mare magnum di sotterfugi e di imbrogli, che avevano
intorbidato Non avessi ceduto al sonno, dopo
essermi preparato per la lezione di Storia, sugli anni del riflusso, tra
le due e le tre di notte, ed avessi dato ascolto alla mia ossessione
assillante, avrei passato tutta la notte a correggere quei compiti di
Storia, pur di non trovarmi la mattina seguente senza nulla da consegnare
alla loro tacita insistenza. Ed invece eccomi lì, ancora di fronte allo
specchio quando manca appena un quarto alle otto , che per recuperare quel
poco sonno di quella notte, mi sentivo che stavo accumulanmdo il solito
colpevole ritardo per la scuola, ove sarei arrivato sfigurandovi anche per
questo in affanno, entrando in classe affannato e in stato di adeguatezza,
come chi si sente crollare ansimante per quanto si fa compatire,
senza scuse ed attenuanti di sorta
da esibire poi a loro, al cospetto dei quali avrei dovuto avviare la
lezione nel tacito dileggio indispettito del loro silenzio, senza sentire
di poterli nemmeno più richiamare, se si consentivano di arrivare
sgranati con minuti e minuti di ritardo,- mentre il sudore Finchè non ho reagito, ho
interrotto di parlare, ne ho poi convocato uno dei rappresentati, perchè
se si erano così comportati in quanto non mi ritenevano all' altezza del
compito, mi sfiduciassero piuttosto presso il Preside, altrimenti... Seguitando a boccheggiare e
bestemmiare e a parlare tra di me in sala insegnanti, sgomento di come Ed è tale assillo che mi
riprospetta ogniqualvolta, ad ostruirmi, quale il masso di Sisifo dei
lavori ulteriori che ho assegnato alle classi e che poi si danno per me da
correggere, se intendo ritrovarmi finalmente con i miei familiari, andare
a vedere un film o una mostra. Distogliendomi da ogni attività
ricreativa o compositiva, quale che esso sia, senza possibilità alcuna di
condiscendenza ad alcun principio implorante, al punto che neanche un
prete, che pur abbia fede, si sacrifica quanto io sacrifico di me stesso
agli oneri scolastici, Anche ieri l'altro, uno di loro,
della sua vittima aveva appena insudiciato l' abito con la pallottola di
carta ove ha rappreso il chevingum che aveva a lungo masticato, ed aveva
poi già tutta l'abilità di mentire sdegnato ed offeso, di fronte alle
evidenze innegabili che eppure non bastano, Nota critica generale Al Signor Preside dell' Itis E.
Fermi di Mantova Il sottoscritto, O. Bergamaschi,
quale insegnante di Italiano e Storia nella VAET, a seguito dell'
atteggiamento prevalentemente espresso nei miei riguardi dalla generalità
della classe, visto, per ciò che ho appurato, che rifarmi al Consiglio di
Classe sarebbe un penoso passaggio a vuoto, ritiene ineludibile che i
rappresentanti di codesti miei allievi debbano chiarirLe, quantomai prima,
se è dalla scarsa mia rispettabilità di persona, e di insegnante, che
deriva il fatto che nemmeno quando sono venuto regolarmente a scuola pur
essendo afflitto da una otite cronica che era una autentica e patente
forma di encefalopatia, certuni di loro hanno avuto il minimo riguardo nei
miei confronti, mentre ciononostante in quella occorrenza ho pur seguitato
a spiegare, e se è da disistima e sfiducia nella mia capacità di essere
all' altezza del compito che Lei mi ha affidato in tale classe, che deriva
altresì che anche coloro che dovrebbero essere interessati a che li
prepari al meglio per le prove d'esame, non hanno fatto nulla di nulla per
contrastare che nel configurarsi dell' atteggiamento della classe verso il
sottoscritto, caratterizzato, tale atteggiamento, da apatia, disinteresse,
clamore ricorrente di disturbo, irrisione provocatoria e beffarda,
mancanza di qualsiasi dialogo o confronto anche sulle cose da fare-
assumessero la preminenza i più nullafacenti fra di loro, come più di
ogni altro sfrontatamente Ghidini Daniele, o chi se non è più prepotente
del precedente, vi ristà più ancora vittimistico nella sua trufferia,
vedi il caso di Luca Brusini, auspicando che almeno a Lei confidino se è
perchè mi dimostro senza discernimento od avvedutezza professionale, che
sempre certuni fra i presunti ottimi, e migliori della classe, (
Cavicchioli, Feboli, Maioli) con
ogni sorta di suggerimento e copiatura hanno aiutato vanamente i suddetti
a tentare di guadagnare la riva nelle verifiche scritte, che sono
diventate il mare magnum di una frode e di di una elusione organizzata di
ogni accertamento necessario, con tutto il lavoro di sbroglio degli
inganni e dei sotterfugi che ne consegue ancora inevaso per il
sottoscritto, allo sfarsi di ogni resto di festività, o di giorni di
riposo, nella gravosità per me talmente mortificante della mia attività
di insegnante. Mantova, li 18 novembre 1996
O. Bergamaschi Una copia di questa Nota, espunta
dei riferimenti al Consiglio di classe, od ai colleghi, sarà da me
consegnata a un loro rappresentante, ed un' altra verrà allegata alla
presentazione della classe in sede di esami, onde così sventare
l'eventuale intento, di qualcuno fra loro, di profittare della mia messa
in stato di crisi per addebitarmi la scarsa preparazione della classe
nelle mie materie, ed uscirne "assolto" e "maturo"
senza altrimenti darsi da fare. Giovanni I suoi rapporti si erano oramai
pressocchè ridotti a quelli di puro riguardo ( Come insegnante) / Durante gli
anni di scuola/ gli uomini gli era bastato conoscerli nel loro ingrandire,
per riconfermarsi che frequentandoli, come gli avveniva sempre con le sue
classi, non avrebbe potuto sfuggire a chi o a quanti non sanno che
prendersi gioco degli altri e profittarsene, La frequentazione degli uomini, si
era persuaso, anzichè consentirgli agi o vantaggi, soddisfazioni o
godimento, non avrebbe che dato modo o questo o quell' altro di loro,
prima o poi, di profittare senza tregua o remissione della sua incapacità
di prevederne l' inganno, Ogni anno volti nuovi, con i
vecchi, chi tra di loro si rivelava già una carogna Per racconti fantastici Lungo le vie del centro E'prima un tipo dalle guance
incipriate, in tricorno e farsetto, che entra nel palazzo del centro con
una giravolta scherzosa. Poi La gente sembra neanche
considerarli Sul giornale ha letto di un film
storico Ma ancora a quell' ora, quando
sono già le sette di sera passate... E poi nel fare rientro a casa,
vede altre due dame in abiti sfarzosi, una coppia successiva, che si
interna in un palazzo storico più periferico. Vorrebbe chiedere all' una o all'
altra Quasi che fossero chissà che cosa
di strabiliante, o che il chiedere loro una ragione dei loro abiti in
costume, fosse altrettanto disdicevole che chiedere a un ambulante
maghrebino che ci stia Anche gli altri passanti, suppone,
per le stesse ragioni si atteggiano senza farsi caso, Ma lui non riesce a trattenersi, e
alla fin fine si arresta davanti al palazzo in cui svoltano, per chiedere
a una di quelle donne in costume di quale ricevimento mai si tratti. " Vossignoria che intende mai
Ma si prendono così gioco di lui
nel recitare lì in strada la farsa? " Mi scusino, mi scusino,
tolgo il disturbo alle vostre illustri persone di comparse in
lustrini". E' rabbioso, se ne va via senza
volerne sapere oltre. Ma non riesce a non volgere
indietro lo sguardo, tanto lo sconcerta l' impressione, appena compostasi,
dello stupore che alla sua replica, sul loro volto, ha visto imprimersi
ancora più sorpreso stupefatto. Era E non vede più nulla di loro,
oltre la soglia quando si gira di nuovo, nessuno nell' androne di
ingresso, nel cortile, come si addentra, le rampe di scale vuote,
gremite solo delle luci che via via si spengono, nelle sale
divenute degli uffici vuoti di vuote agenzie. Che...? Ma non può essere, si
dice, quando più nessun suono sente uscirne, mentre stravolto deve
evitare che lo investa, in bicicletta, il muso dell' automobile ch' è
sporto da una via laterale, fare quindi attenzione all' incrocio, nel
segnalare a chi sopraggiunga alle spalle che svolta a sinistra.
Vertigo Di ritorno Riapre la porta di casa, con
i nuovi acquisti dentro le borse e sporte con le quali è di ritorno dall'
ospedale, del disco di Cori della tradizione russa per il Natale, (e)
dell' ultimo numero della rivista letteraria fresca di stampa, intimamente
certo, se indugia ad entrare, che li ritroverà vivi e vegeti i suoi uccellini, i quali
appena si sporge, e li saluta, è come si scrollassero da una lunga
letargia vegetativa, e quando risolleva le persiane della porta finestra,
e socchiude le ante di questa a un filo d'aria fresca nell' aria
stagnante, ad un freddo sole di dicembre nella penombra calata sui loro
giorni, si liberano ad un canto di gioia ininterrotto, prima ancora che
lui abbia riavviato sul lettore l' ascolto dell' Oratorio di Natale di
Bach, Ed ora, invece, quale gioia, che
felicità inattesa, essere lì ancora con loro che si rianimano e cantano,
Potesse non disperderla Ma che pace, che tranquillità
ottenuta, là dentro, prima di essere dimesso e
dichiarato di nuovo abile Due angioletti Due angioletti che non riescono a
sortire dalla loro destinazione animale... Prove " E' di la che fa le prove da
morto...." domenica scorsa, quando sono
andato a trovarli, a mia madre mi son trattenuto a stento dal dire questo
di mio padre, dopo che l'avevo visto sdraiato supino sul letto, nella
penombra della sua camera, allorchè vi sono entrato per dirgli i
risultati in corso delle gare di campionato, ai quali si è mostrato
disinteressato Com' era Perchè non mi liberano del loro
legame affettivo, mi veniva fatto di chiedermi durante il ritorno, e con
insistenza mi vogliono insieme per Natale, Ed io ho un' esistenza troppo
precaria, ho troppo bisogno ancora del loro aiuto, *per illusoria che sia
la mia aspettativa di soccorso, *per poter essere davvero inesorabile e
lasciare che venga in chiaro il rapporto tra noi. Ecco così che per il Santo Natale
sarò immancabilmente da loro, come mi chiedono, e farò voto di rinuncia
e di miseria, sperando che la neve conforti oltre i vetri E la privazione continua, e il
tempo passa, ed io seguito ad essere socialmente nient'altro che un
professore frustrato, che si ripete
Il napoletano Ero/ era felice, al rientro dall' ospedale, nel freddo sole
che di fuori lo accoglieva "E ' come aver fatto ritorno
alla vita di caserma", aveva detto *al primo rientro Aveva cominciato già come lo
aveva visto riprendersi dalle vertigini, con il regolargli la luce e l'
oscuramento della stanza, con il lasciargli perchè vi orinasse il proprio
pappagallo, finendo già con l' imporgli il mattino seguente, come ogni
mattino, le proprie esigenze di rinfrescare l' aria tenendo sempre aperto
il finestrello superiore, per riversargli chiacchierata dopo
chiacchierata, l' intero spaccato della propria vita e delle proprie
fisime ed idiosincrasie; cui egli si era acclimatato senza infastidirsene,
talmente, se vi si prestava, poteva leggervi una intera storia nazionale,
ch' era il negativo speculare di quella ch' era stata ed era la sua
esistenza nello stesso periodo*coeva (correlativa). Non è che li separassero molti
anni, quell' uomo gli aveva detto il secondo giorno di averne
cinquantadue, sicchè solo otto erano gli anni che li dividevano, ma erano
già l' abisso tra chi appariva e si sentiva un attempato Se n'era accorto per quanto si
profumava la mattina, e per come come, appena lasciava il letto dopo la
fleboclisi, s'aggirava in stanza e nelle corsie soltanto in vestaglia da
camera. E non aveva mancato fin dalla
mattina seguente al suo ricovero, la prima volta ch'erano passati per le
pulizie, di fare le sue osservazioni critiche su come era maltenuto quell'
ospedale del Nord. Aveva scostato per questo il
comodino, al fine di " Eh, puliscono solo dove
passa il vescovo...", i primari di divisione ch'erano poi
sopraggiunti per gli accertamenti Solo il terzo giorno, la sera,
l'aveva visto intento al suo cospetto in una necessità intima, quando si
era reso conto che lo scroscio che seguitava a sentire non era, come non
riusciva a capacitarsi che potesse fare, il suo orinare nel lavandino, ma
il fiotto dell' acqua cui sottoponeva la dentiera per ripulirla. Non si spiegava In realtà, come si sarebbe reso
conto nel seguitare a parlargli, gli importava quanto ne avrebbe scapitato
la sua figura dietro il banco del bar, particolarmente con le belle donne
con le quali abitualmente si intrattiene. " Eh, non se ne preoccupi, le
da un' aria da pugile, da uomo vissuto..." come ne aveva inteso il
carattere gli aveva risposto scherzoso Anche la cessione a lui del suo
pappagallo, aveva corrisposto a un rifiuto del napoletano di esporsi in
pubblico fisiologicamente, mentre a parole si esternava senza ritegno,
riversava continuamente bestemmie senza riguardo di sorta. E *con una bestemmia *con lui
aveva attaccato La ragione originaria, di tanta
avversione, da lui l'avrebbe appresa la sera seguente, quando gli aveva
raccontato che gli era successo con la più carogna e fetente delle
professoresse degli Istituti di Napoli. Dovendole scrivere in un tema di
un periodo illustre della Storia d' Italia, giusto perchè su quello aveva
delle idee da dire, senza alcun secondo intento, non aveva egli fatto
l'apologia del Duce e del Fascismo? E quella tre gli aveva dato per
voto, seguitando a volergliene male, a non dargli più scampo, finchè un
giorno l'aveva istigato al punto che le aveva scaraventato addosso un
calamaio d' inchiostro... Quindici i giorni di sospensione,
l' anno perduto, Ed era dai giovani d' oggi, dai
suoi studenti, che aveva iniziato I giovani oggi non danno più
valore allo studio perchè non assicura importanza " Io, quando ero a Torino,
negli anni settanta, E la moglie e i figli I soldi erano quelli e ti dovevano
bastare, senno sai che fatica rientrarci Poi l' allargamento delle
condizioni di vita, un primo benessere, come era avvenuto anche per lui in
quanto professore, Ma negli Anni Novanta, quando
quell' uomo si era messo in proprio ed aveva acquistato un bar lungo una
via d'accesso nella loro città, " Solo che si cominci ..." Quando lui, il professore, aveva
dovuto smettere di andare via in viaggi, di acquistarsi beni durevoli, per
come si era risolta la crisi " Ora la sera
non si ha voglia di stare a casa? Si va al ristorante, e si
spendono due, trecentomila lire a testa, senza badarci". Fattigli i conti, solo che uscisse
con la moglie e i figli, il suo stipendio di un mese " Vado in città, vedo un
cappotto in un negozio che mi piace? Entro e me lo prendo". Anche se profittava di saldi e
svendite, delle conoscenze che aveva, oltrechè di gestori di ristoranti,
di possessori di boutiques che come lui fossero napoletani trasmigrati in
quella loro città del Nord, per profittare di ogni occasione di vendita. E di che vettura...
Suo figlio, quello minore,l' aveva
pretesa- ed avuta- già il giorno stesso in cui aveva superato l'esame ed
ottenuta la patente.
E tanta fortuna economica l' aveva
fatta in pochi anni, da che era uscito dalla sua divisa e dalla sua sorte
di postino, ed aveva potuto profittare L' ultimo giorno gli ha elencato
quante siano ora le sue giacche e le sue camicie. " Provi a indovinare,
ilnumero ddi giacche che ho nell' armadio. Una trentina. E di camicie ne aveva ordinate di
recente 135. " C' è n'è anche una con le
pieghe davanti ch' è una vera sciccheria". Per non dire delle scarpe, in
pelle di daino ......... Certo che quell' uomo sì che
sapeva come disporne, come fare ad essere ora un signore, si era tenuto
dentro di sè il professore, che a un pensiero del genere ormai si
rifiutava Senza che tuttavia potesse evitare
di " Ah, ma io, aveva risposto
quel napoletano con la prontezza di chi suppone di poter replicare con una
sottigliezza superiore, non bestemmio in presenza di chi è una persona
superiore, di un certo grado ..." Al che il professore aveva sorriso
solo tra se e sè, per il conto in cui l'altro così
confessava di tenerlo, dato che in sua presenza una bestemmia
tirava l' altra sulla bocca di quell' uomo, in una sequela continua senza
ritegno e contegno. .............................................
Particolarmente si accaniva o
inveiva con le infermiere, con due di loro in particolare, ligie alle
norme e scarsamente amorevoli. " Si dicono
disponibili a tutto quando il lavoro ancora lo cercano, poi quando
ce l'hanno non muovono più un dito". Le aveva prese in avversione,
senza remissione, quando la sera prima del ricovero del professore, una di
loro si era rifiutata di servirgli un contorno misto, in conformità alle
norme che imponevano le bietole o il purè. " E che, p. dio, che le
costava..." E se ne era avuto talmente (a)
male, che per giorni si era contentato delle polpette, prima di lasciarsi
iundurre dal professore ad assaporare l' arrosto o il petto di di pollo. Erano le stesse infermiere che al
professore avevano richiesto che non lasciasse nessun bagaglio per terra,
e facesse un pò d'ordine nei cartocci di frutta e biscotti che teneva sul
comodino. E come apparivano di turno, l'
uomo di Napoli si rifaceva all' interno della stanza e diceva le volgarità
più terribili, sulla loro scarsa sapidità, e inavvenenza e astiosità,
di vergini donne inacidite. Per farsi alloro cospetto
riguardoso sino al servilismo, quando il sabato notte, di turno, una di
loro aveva chiesto se avessero giornali o riviste da prestare da leggere. Invece, il giovedì di due sere
prima, come gli infermieri di turno avevano lasciato intendere che non
avrebbero detto niente, aveva avuto già l'idea di ordinare all' esterno
pizze e bevande, insieme con gli altri degenti con i quali abitualmente
chiacchierava e giocava a carte. Ma la mattina seguente, quella
successiva al ricovero del professore, era invelenito che tutto il reparto
l'avesse saputo, e da chi, si chiedeva sapendolo benissimo, se non dall'
unico del gruppo che si era rifiutato di ordinare all' esterno. In tale circostanza, il professore
si era reso conto come con i soldi l' uomo di Napoli fosse ligio al dare e
all' avere sino all' ultimo centesimo, quando, com'era sopraggiunto il
figlio, gli aveva immediatamente reso le poche migliaia di lire
che gli aveva prestato, per acquistarsi sigarette e caffè allo
spaccio. Dei suoi figli, venivano a
trovarlo e a portargli o a ritirare degli effetti personali solo i minori,
mentre il maggiore dei quattro non s'era fatto vedere una sola volta. " Ah, ma Lei lo diseredi....,
aveva scherzato il professore, che per parte sua, come i suoi congiunti
avevano potuto rassicurarsi sulle sue condizioni di salute, aveva potuto
accertare quanto relativo fosse l'affidamento che poteva riporre in loro,
perchè si prendessero almeno cura del suo appartamento e degli uccellini
che aveva lasciato incustoditi. Ma l' uomo di Napoli scuotendo la
testa, lasciando cadere le braccia, Dei figli, che erano oramai
napoletani soli nei tratti fisionomici, senza più inibizioni di vincoli
non aveva avuto ritegno a dirgli quale ne fosse il tenore di vita . Il maggiore, divorziato, era
oberato di amanti e delle loro pretese impossibili, gli altri dei
nottambuli certi, più che dei presumibili futuri padri di famiglia. Ma con le donne delle sua
provincia, anche al professore ch' era scapolo consigliava di non
sposarsi, si prendesse piuttosto una emiliana, una comunque originaria di
altrove, secondo i convincimenti in cui si era radicata e di cui era
persuasa la sua convivenza con i conterranei del professore. Questi su di loro gliene aveva
chiesto un pare già la seconda sera seguente a quella del ricovero,
supponendo che come meridionale potesse avere patito emarginazione e
rigetto lì al Nord,
particolarmente negli ultimi tempi, quando aveva iniziato a spirare il
vento mefitico della secessione leghista. Avrebbe voluto fare ritorno a
Napoli? " Se si potesse avere a
Napoli quello che Ma per il resto, era finito tra la
peggior gente della peggiore provincia di Italia. Gli abitanti di città e di
provincia vi facevano circolo chiuso, inospitali ed arcigni, " Lo sa, secondo quanto
conosceva di loro per essere stato postino in provincia, che molti non
sanno nemmeno di piazza Sordello", ch'era la piazza principale della
città. E quanto più erano gretti, tanto
più non valeva per loro che il loro modo di fare e di essere, che quanto
di casalingo si riducevano a mangiare, sempre a ripetersi negli stessi
gusti e pietanze. Nella cucina, poi,... quasi che
non esistesse di buono che il vostro mangiare, risotto alle salamelle e
agnolini e tortelli, buoni, sì, per quanto pesanti e alla lunga
stanchevoli, ma " lei vada anche solo a Venezia, e veda che ne sanno
del vostro " risotto
alla pilota", quando invece se chiede un "risotto allo
scoglio", tutti lo conoscono, e in ogni ristorante glielo sanno
cucinare". E che dire Architetti, geometri, ingegneri, interessati solo a farsi l' un
l'altro le corna e a scambiarsi le mogli. E glieli mimava, nel bar, i suoi
stessi avventori, quando bastava che vedessero entrarvi una donna, perchè
anche il più vecchio e in disarmo di loro si sentisse in obbligo di
ringalluzzire, per poi, come ne usciva, non esimersi dal dirne che ci
avrebbe fatto, Le donne della sua provincia ne
erano il naturale complemento, Le sposasse " Vada, vada in tribunale, e
vedrà che nella sua città sono più i divorzi e le separazioni che i
matrimoni che si celebrano..." Non voleva crederci il professore,
consapevole come almeno per chi lavora e dipende lo stare uniti si
imponga, costretti a fare fare di necessità virtù. Ma di fronte a tanta acrimonia
vero i suoi conterranei, in quell'uomo che a lungo aveva dovuto adattarsi
ad ogni sorta di gente dell' Italia insulare e peninsulare, gli viene da
chiedersi se non ci sia del vero, in quella riprovazione di una
grossolanità arcigna e di un sedimentarsi in loro inestirpabile dell'
attaccamento a consuetudini e usi, che a torto egli ha ritenuto fosse
anche altrove ovunque così rinvenibile.
...................... Quando l' uomo di Napoli se ne è
andato, da moglie figli si è fatto portare l' abito buono. Il saluto che ha riservato con il
pane raffermo al professore, aveva già la freddezza formale di un
rapporto cadavere. Il professore ne considerava
intanto l'abito; di un taglio desueto, come si confezionavano in
un' Italia che non è più. Nonostante tutto, per ricco e
inserito che diventasse sempre di più, come era rimasto inveterato quell'
uomo.
Di me e del pensionato Giovanni Come l' orrore di immedesimarmi in
mio padre che mi preclude le Senza testo Senza testo Su di me, invece Tant' è la disperazione da me
commutata Altro, che consolazione umana Quale bella consolazione, che
conforto, qualora i miei uccellini avessi a perderli, la compagnia di chi
inesorabilmente si disistima e ci disistima, e cui eppure si è succubi,
per un senso di inferiorità
per la propria sessualità e individualità
sociale, dovere sempre controllarsi ed
essere attenti, a stare in guardia, perchè ogni tuo lasciarti andare può
essere la debolezza che ti è fatale, non attendono altro, e non c'è
altra vita sociale o di relazione che questa, per te, tutto di te vi è in
gioco, e il meglio di te è ciò su cui più contano per farti la pelle,
appunto quant' è la tua sensibilità e gentilezza nel sottoporli, il
dubitare nella legittimità del giudizio e dell' autorità che eserciti,
ingannandoti sotto gli occhi eppure atteggiandosi a vittime Per cui ritorna, la mia vita, al
cerchio concluso della sua immagine che mi sorride in stanza e dei miei
canarini in gabbia, oltre l' aperto solo la morte. " cit da La Rochefoucauld sulla distanza che nobilita le
passioni che le sopravvivono , mentre la vicinanza le immediocrisce tutte. da revisionare I testi successivi sono stati
fugacemente revisionati verso il 13 dicembre 1997.
Ritorna, vita mia Ritorna, vita mia, al cerchio intorno alla memoria di ciò che non è
stato, al futuro che non è che unione
inconcepibile, e (che) l'artiglio per questo non
adunca, non insanguina nel fango, non può raggiungere, eretto
cadavere, in un tuo santuario di devozione e
lacrime, di detti e invii di appelli senza
mai più risposta...
24.11.96
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