fatalità
inesorabili 3
luglio 1995 La
fatalità tragica che poteva consistere in quella pallottolina di carta
che mi è sfuggita a un accertamento , ieri sera, benchè già l'
uccellino l' avessi visto e distolto da un' altra sua pallottolina, mi
richiama la logica terribile che è incombente su ogni mio atto per
salvaguardarlo e assicurarlo, in cui può insidiarsi ogni giorno la sua
fine. Cui
è appesa amche la mia, poichè solo l'idea dello sconvolgimento tremendo
in cui getterei alora mia madre, il cui dono dell' uccellino si sarebbe
rivelato l' insidia fatale della mia vita, può trattenermi nel vivere
oltre, non già la consapevolezza di certo di quale possa essere il
talento di cui tronchere gli esiti, o l' aspirazione a seguitare a leggere
e viaggiare e ascoltare musica e vedere quadri o monumenti formandomi e
ancora crescendo, tanto mi è in odio ogni proficuità e lascito civile,
tanto me ne infischio di tutto ciò che posso lasciare agli altri miei
simili in eredità di forme e di affetti, che non sia la testimonianza
della mia predilezione su ogni altro e su tutto del mio bell'uccellino e
della sua genia volatile, con il corredo delle mie pianticine figliolette. E
come la carta od ogni altra sostanza chimica della igiene della sua
gabbia, è la stessa instabilità di questa negli spazi irrimediabilmente
angusti della mia costipazione domestica, l'insidia che avverto con
sconforto come sia presente in ogni movimento con cui l' accudisco, come
ieri sera, stremato di stanchezza, ho avvertito (accusato) Come
può essere la stessa mia ritrosia a partire e ad affidarlo a mia madre,
la causa invece della sventura che mi accomuni al mio uccellino. Tutto
ciò ha implicazioni sull' andamento della trama della stessa fiction del
pensionato Giovanni, poichè solo se la fine "
Mio dio è stato un pezzo di carta che lo ha soffocato, un resto della
carta igienica che ho usato ieri sera per pulirgli la gabbia. Se
solo non fossi partito... Ma che farci. L'ho
già seppellito in un vasetto di terra" La
mia immaginazione è così immaginativa, che come mi basta evocare il solo
sospetto che uno mi agisca contro per odiarlo accanitamente, così mi è
bastato evocare questo scambio al telefono di battute in cui ne comunicavo
la fine a mia madre, forse così pacatamente rassegnato per celarle ogni
intento di un successivo suicidio, perchè per me fosse tragicamente già
morto l' uccellino mio caro, che invece sta bellamente mangiucchiando il
suo pastoncino, canticchia e indenne svolicchia, il suo trillino che si
ingrossa e fa le prove del canto.
Incanto Che
incanto, sento la vita, eppure anche solo quella pallottolina di carta, un
niente, togliendo al vita al mio caro uccellino può tramutarne l' incanto
in orrore sinistro. Ed
io sono incantato e pur pronto all'atto estremo, come e appena l' estasi
si muti, a un mio rientro e al rinvenimento, nella discoperta dell'
atrocità che mi schianti. Posso
essere più apparentemente forte e più realmente debole di così? Eureka Penso
bene di togliere ogni coscienza giustizialista oltraggiata in Giovanni,
qualsiasi vicenda pensionistica rivelatrice . Sarebbe
un detrimento letterario, a felicitazione delle aspettative
semplificatorie e strumentali politiche, di destra o progressiste che
siano. Non
scrivere mai, ricordatelo bene, ciò che da te si attende la
"coscienza civile" del paese. Sia
Nabokov in questo il tuo nume tutelare.
Esordio.
Sinopia Il
signor Giovanni, il nostro personaggio,
da pochi mesi è finalmente E'
a questo che si deve il fatto che tutti lo conoscano nel vicinariato Al
vederlo passare, ma talmente nel tempo s' è in essa intristito e fatto
tetro, che non fosse per gli abiti indosso che salvaguarda con cura, lo si
direbbe all' aspetto un derelitto, un
vagabondo cui ogni giorno ulteriore sia d'avanzo. Eppure
come ti ravvisa, può dirlo chiunque, non mancava mai di salutarti
deferente, finanche intimidito, nei suoi modi, benchè ai più non ispiri
affatto avversione o malevolenza, ma una naturale simpatia che non trova
tuttavia, nell' anziano signore, alcuna corrispondenza a familiarizzare
davvero. "
E' tanto cortese e gentile quanto è distante e negato ai sentimenti. Se
non scostante " di lui si dice. E
anche le persone più prossime, la sua stessa sorella, ribadiscono(
avvaloravano) e rinforzano nei loro discorsi tale idea dell' uomo. La
sorella:" Quant' era espansivo da bambino, si è fatto da uomo un
egoista senza propensioni sentimentali. Chiuso sempre tra quelle sue
quattro pareti." E
l'anziana cugina: "
Sono anni che lo invito inutilmente a venirmi a trovare. Ah, lui si
ripromette, interpellato. Ma che si sia fatto vedere una volta ch'è una
volta?". Eppure
non si può dire che non fosse stato un uomo attraente, che se si fosse
dato da fare... Solo
che sembra che la famiglia, i figli, siano una causa a cui si fosse o si
sentisse negato, una prospettiva che si é E
per che cosa? Se di amici non ha che i pochi che gli sono rimasti tali fin
dalla scuola, i pochi che hanno seguitato a provarne pietà, nonostante
egli mostri fastidio e disdegno di E'
che per metter sù famiglia occorre comunque una propensione al sesso e a
generare, ed in lui, chi avesse un endoscopio atto a sondarne l' animo,
avrebbe modo di scoprire che il sesso, cui adolescente, entrando di
sorpresa nella loro stanza, aveva colto intenti e celarsi confusi i suoi
genitori, gli si è fissato anche a quella vista come una attrattiva, pur
sempre, ma che lascia il
seguito di una vergogna animale più che la memoria di chissà che
piacere, e così come la sorella più anziana si era ostinata a viverlo
dopo la separazione dal marito, si è mortificato per lui in un' illusione
penosa che in lei sia Egli
di profilo, di fronte, o di spalle, vedendosi in uno specchio comunque
come l'uno che non si farà mai due. E
il celibato solitario gli è parso fin da che era giovane un destino così
connaturato a se stesso, che non è di questo che in vita può aver
disperato, nel suo passato. Piuttosto,
aveva cercato di preservarsi ben tenuto come scapolo, di non inflaccidirsi
obeso e torpido come certi zitelli di paese, lustri e panciuti come degli
orci da vino. Il
sesso, quando l'aveva praticato, lo aveva consumato con discrezione e in
silenzio con questa o quella donna occasionale. E
con loro non aveva voluto ed ottenuto che l'abiezione nel rapporto. E
credeva per questo, disincantato, di non avere mire di purezza. E
s' è persuaso E
per quanto avesse segretamente perseguito l' intento di emergere E
si può, si chiedeva, destinarsi nella espressione della propria vita più
intima e segreta, a chi pur si senta nell' intimo, proprio malgrado, di
sprezzare tanto come
Egli
dunque s'era venuto alienando dalla generalità degli uomini, e della vita
sociale, più di quanto non avesse inteso protestare o esserne attivamente
parte
Nè
aveva o manifestava più alcuna fede religiosa, o politica, sembrava
anzi, oramai, non concepire
più alcuna idea di alcunchè, come se la vita, la realtà sociale e più
propriamente umana, alla luce di un'esperienza originaria, più ancora che
di un' esperienza fattane, e che le vicissituddini non avevano avuto modo
che di ribadirgli, non valessero la pena o alcuno sforzo di pensarci. Ed
anche il suo aggirarsi, e affaccendarsi, sempre e solo per le stanze
interne delle casa e le vie interne del paese, sembravano avvalorare il
suo senso che l' esistenza non fosse che ordinarietà continua, di cui non
era il caso che di assecondare il seguito per consuetudine. Tanta
predisposizione quotidiana al peggio, senza reattività, tanta ovvietà di
asservimento all' insignificanza della vita in quanto tale,
suscita in certuni inquietudine più della stessa sua tetraggine,
quando la sua apatia ne é la schiarita in un vuoto sguardo di un vuoto
agire. Egli
dà allora più che mai da pensare, o da temere. E
si dice che l'avesse pur tentato, quand'era ancor giovane, quando per tre
giorni era scomparso, e suo padre si sapeva ch'era era stato convocato
all' obitorio. Qualcuno
diceva allora che l'avessero rivisto e ritrovato lungo l' argine golenale,
che vi vagolava come sotto l' effetto di pasticche che non avessero
sortito che l'effetto di assopirlo. Poi,
su ogni voce e indiscrezione, erano calati il silenzio e le relazioni e il
rapportarsi abituali di ogni giorno, il riserbo e il rispetto pur dovuto a
chi, pur senza mostrare alcun interesse reale per gli altri, eppure se
aveva qualche pratica in corso che riguardava questo o quell' altro in cui
si imbatteva per strada, non mancava mai di avvicinarlo per avvertirlo,
che pur tuttavia le cose stavano procedendo o per giustificarsi delle
lungaggini in corso.
Tanto
più ora che é in pensione, e che il lavoro non é più per lui un un
diversivo del suo vuoto esistenziale, é più impressionante, per chi lo
conosca, come non ricerchi divertimenti, o svago alcuno, non manifesti
alcuna passione sportiva o ricreativa di sorta, ché a null' altro é
possibile coglierlo intento, che
a tramestare e rovistare negli scantinati o in granaio, rimestando in
cassettiere, e scaffali, dei vecchi giornali ed anticaglie domestiche,
finchè non esce per "
Sembra la morte ambulante, capita spesso di sentire dire a qualcuno dei
suoi concittadini, al vederlo passare da dietro le insegne di un bar, o
dentro questo o quel negozio. Di
fatto, egli è giunto invece nel tempo a disertare ogni discorso o vista
di morte, al punto che quando è deceduto suo padre, dieci anni or sono,
appena ne ha avuto notizia ha fatto immediatamente le valigie e si è
recato non si sapeva dove, per rientrare in paese a funerali già
avvenuti. Nè
secondo quanto ne dice la sorella, si è mai recato in cimitero sulla sua
tomba, limitandosi a farvi depositare dei mazzi di fiori dalla sorella. Costei
non ha mai voluto con lui affrontare la questione, per quanto più che
sorpresa, ne fosse rimasta profondamente indisposta. Temeva
così di scatenare le sue reazioni più penose di difesa, di un egoismo
umano così arido e vuoto, che una volta messo in crisi nei suoi equilibri
di riguardo e prudenza sociale, chissà quale miseria interiore Tale
sua condotta ha particolarmente impressionato sfavorevolmente, perchè è
stata l'unica sua mancanza che abbia commesso, di una certa risonanza ,
verso le forme del rispetto dovuto a ogni altro, tanto più deplorevole se
nega a un padre ciò che è dovuto anche a un nemico. E
a dire il vero anche al caffè, se si mette a leggere in disparte il
giornale, termina anche solo di sfogliarne le pagine, come perviene agli
annunci mortuari. I
telegrammi quelli sì, li invia puntualmente per ogni decesso di ogni
persona di sua conoscenza o che ne sia stato un congiunto. Ma
come in paese si venga a sapere di questo o di quello, che pur se seguita
a svolgere regolarmente ogni cosa, un cancro o qualche altra malattia lo
approssima alla morte, per il nostro Giovanni questo o quello già si
annulla nella sua esistenza, e se non vi è necessitato evita in ogni modo
di incontrarlo, deviando il suo cammino se lo vede avvicinarsi o finirebbe
altrimenti per passarvi nei paraggi. Ciò
ha una singolare corrispondenza anche con il suo modo di preservarsi
inaccessibile agli altri. Sulla
sua porta e al campanello non ha voluto mai mettere un etichetta o una
targa con il proprio nome. E
nonostante le insistenze della sorella e dei parenti, egli seguita
(inoltre) a non volere nemmeno impiantare il telefono, benchè gli si
ripeta quanto gli possa servire in caso di malore, tanto più ora che non
è più un giovane. Quasi
che tale insistenza potesse allertarlo, quand' egli è tutta una vita che viene evitando, quanto più può, di
ricorrere agli altri e di averne bisogno, e preferisce piuttosto tenersi
disagi e malanni e situazioni di rischio, che per ovviarvi avere a fare
affidamento nel prossimo, e, a quanto é dato intendere del suo
orientamento di vita, così vivere nello stento ritirato e indigente, pur
di non avere a esasperarsi,
*Esordio Il
signor Giovanni, il nostro personaggio, da pochi mesi è infine E'
a questo che si deve il fatto che tutti lo conoscano nel vicinariato Ma
la cessazione della sua attività impiegatizia e tutto il tempo di cui ora
più liberamentedispone , sembrano avere più ancora gravemente incupito,
anzichè lenito, l' aspetto
esteriore Eppure
come ti ravvisa, può dirlo chiunque, non manca mai di salutarti
deferente, finanche come intimidito, nei suoi modi, benchè ai più non
ispiri alcuna avversione o malevolenza, ma una naturale simpatia che "
E' tanto cortese e gentile quanto è distante e negato ai sentimenti. Se
non scostante " di lui si dice infatti. E
anche le persone più prossime, la sua stessa sorella, ribadiscono(
avvaloravano) e rinforzano nei loro discorsi tale idea dell' uomo. La
sorella:" Quant' era espansivo da bambino, si è fatto da uomo un
egoista senza propensioni sentimentali. Chiuso sempre tra quelle sue
quattro pareti." E
l'anziana cugina: "
Sono anni che lo invito inutilmente a venirmi a trovare. Ah, lui si
ripromette, interpellato. Ma che si sia fatto vedere una volta ch'è una
volta?". Eppure
non si può dire che non fosse stato un uomo attraente, che anzi, se si
fosse dato da fare... Solo
che sembra che la famiglia, i figli, siano una causa a cui fin da giovane
si fosse o si sentisse negato, una prospettiva che si é E
per che cosa? Se di amici non ha che i pochi che gli sono rimasti tali fin
dalla scuola, i pochi che hanno seguitato a provarne pietà, o pena,
nonostante egli mostri fastidio e rifugga anche E'
che per metter sù famiglia occorre comunque una propensione o un
attitudine al sesso e a generare, un amor proprio e un convincimento in se
stesso, che induca a credere che una donna abbia qualche ragione di
ricercarti e di amarti, se ti desidera e ti vuole, ma in lui, chi avesse
un endoscopio atto a sondarne l' animo, avrebbe modo di scoprire che il
sesso, E
se solo una donna , e ve ne era stata più di una, gli avesse dato motivo
di supporre che era a lui interessata, egli ne aveva E
la freddezza con cui si atteggiava nei riguardi della donna come ne aveva
il sospetto di interessarle , il suo non sguardo ai limiti più taglienti
della crudeltà, sapeva dissuaderla all' istante, se vi era propensione,
senza Egli
di profilo, di fronte, o di spalle, vedendosi in un suo specchio mentale,
fin da giovane, comunque come l'uno che non si farà mai due. Sicchè
il celibato solitario gli è parso fin da allora un destino così
connaturato a se stesso, che non è di questo che in vita può aver
disperato, nel suo passato. Piuttosto,
aveva cercato di preservarsi ben tenuto come scapolo, di non inflaccidirsi
obeso e torpido come certi zitelli di paese, lustri e panciuti come quei
padri cappuccini di cui assumono le forme gli orciuoli di gesso. Il
sesso, quando l'aveva praticato, lo aveva consumato con discrezione e in
silenzio solo con questa o quella donna occasionale, alla quale lui fosse
del tutto un estraneo. E
con loro non aveva voluto ed ottenuto che l'abiezione nel rapporto. Credendo
per questo, disincantato, di non avere mire di purezza. E
s' è persuaso E
dunque era divenuto incline a farsi schivo anche di qualsiasi amicizia,
sembrandogli pura finzione, e mistificazione ingannevole, qualsiasi
miraggio di una vita di amicizia o di amore da vivere insieme, una reale
condivisione di valori e di sentire, ogni volgere a una comunità di
intenti e di scelte di vita. E
per quanto avesse segretamente perseguito lo scopo di emergere E
si può, ha seguitato a chiedersi, destinarsi nella espressione stessa
della propria vita più intima e segreta, a chi pur si senta nell' intimo,
proprio malgrado, di sprezzare tanto come
Egli
dunque pur disdegnando di farsi misantropo, s'era venuto alienando dalla
generalità degli uomini, e della vita sociale,
Nè
aveva o manifestava più alcuna fede religiosa, o politica, sembrava
anzi, oramai, non concepire
più alcuna idea di alcunchè, come se la vita, la realtà sociale e più
propriamente umana, alla luce di un'esperienza originaria, più ancora che
di un' esperienza fattane, di un orientamento a priori che le
vicissituddini non avevano avuto modo che di ribadirgli, non valessero la
pena o alcuno sforzo di pensarci. Ed
anche il suo aggirarsi, e affaccendarsi, sempre e solo per le stanze
interne delle casa e le vie interne del paese, tanto più ora che non ha
più il suo lavoro, è come se avvalorassero il suo senso che l' esistenza
non fosse e non sia Tanta
predisposizione quotidiana al peggio, senza reattività, tanta ovvietà di
asservimento all' insignificanza della vita in quanto tale,
suscita in certuni inquietudine più della stessa sua tetraggine,
quando la sua apatia ne é la schiarita in un vuoto sguardo di un vuoto
agire. Egli
dà allora più che mai da presagire, o da temere. E
si dice che l'avesse pur tentato, quand'era ancor giovane, quando per tre
giorni era scomparso, e suo padre si sapeva ch'era era stato convocato
all' obitorio. Qualcuno
diceva allora che l'avessero rivisto e ritrovato lungo l' argine golenale,
che vi vagolava come sotto l' effetto di pasticche che non avessero
sortito che l'effetto di assopirlo. Poi,
su ogni voce e indiscrezione, erano calati il silenzio e le relazioni e il
rapportarsi abituali di ogni giorno, il riserbo e il rispetto pur dovuto a
chi, pur senza mostrare alcun interesse reale per gli altri, eppure se
aveva qualche pratica in corso che riguardava questo o quell' altro in cui
si imbatteva per strada, non mancava mai di avvicinarlo per avvertirlo, e
rallegrarlo che pur tuttavia le cose stavano procedendo, o per
giustificarsi delle lungaggini in corso, a che se ne facesse una ragione.
E
tanto più ora che é in pensione, e che il lavoro non é più per lui un
diversivo del suo vuoto di fondo, é più impressionante, per chi lo
conosca, come si ostini a non ricercare divertimenti, o svago alcuno, non
manifesti alcuna passione sportiva o ricreativa di sorta, ché a null'
altro é possibile coglierlo intento,
dai vicini, che a tramestare e rovistare negli scantinati o in
granaio, rimestando in cassettiere, e scaffali, dei vecchi giornali ed
anticaglie domestiche, finchè non esce per "
Sembra la morte ambulante, capita spesso di sentire dire a qualcuno dei
suoi concittadini, al vederlo passare da dietro le insegne di un bar, o
dentro questo o quel negozio. Di
fatto, egli è giunto invece nel tempo a disertare ogni discorso o vista
di morte, al punto che quando è deceduto suo padre, dieci anni or sono,
appena ne ha avuto notizia ha fatto immediatamente le valigie e si è
recato nessuno ha saputo dove, Nè
secondo quanto ne dice la sorella, si è mai recato in cimitero sulla
tomba del padre, limitandosi a farvi depositare dei mazzi di fiori dalla
stessa sorella. Costei
non ha mai voluto con lui affrontare la questione, per quanto più che
sorpresa, ne fosse rimasta profondamente indisposta. Temeva
così di scatenare le sue reazioni più penose di difesa, di un egoismo
umano così arido e vuoto, che una volta messo in crisi nei suoi equilibri
di riguardo e prudenza sociale, chissà quale miseria interiore Tale
sua condotta ha particolarmente impressionato sfavorevolmente, perchè è
stata l'unica sua mancanza che abbia commesso, di una certa risonanza ,
verso le forme del rispetto dovuto a ogni altro, tanto più deplorevole se
nega a un padre ciò che è dovuto anche a un nemico. E
a dire il vero anche al caffè, se si mette a leggere in disparte il
giornale, termina anche solo di sfogliarne le pagine, come perviene agli
annunci mortuari. C'
è pertanto motivo di credere che non si debba temere un suo "gesto
insano", come si dice, poichè non brama affatto la morte come
succede di chi ama la vita, nè, tanto gli è insipida e vuota, non si
vede quale reiterato inganno o atroce perdita gliela renda insostenibile. I
telegrammi quelli sì, li invia puntualmente per ogni decesso di ogni
persona di sua conoscenza o che ne sia stato un congiunto. Ma
come in paese si venga a sapere di qualcuno, che pur se seguita a svolgere
regolarmente ogni cosa, un cancro o qualche altra malattia lo approssima
alla morte, per il nostro Giovanni colui già si annulla nella sua
esistenza, e se non vi è necessitato evita in ogni modo di incontrarlo,
deviando il suo cammino se lo vede avvicinarsi, o se finirebbe altrimenti
per passarvi nei paraggi. Ciò
ha una singolare corrispondenza anche con il suo modo di preservarsi
inaccessibile agli altri. Sulla
sua porta e al campanello non ha voluto mai mettere un etichetta o una
targa con il proprio nome. E
nonostante le insistenze della sorella e dei parenti, egli seguita
(inoltre) a non volere nemmeno impiantare il telefono, benchè gli si
ripeta quanto gli possa servire in caso di malore, tanto più ora che non
è più un giovane. Quasi
che tale insistenza potesse allertarlo, quand' egli è tutta una vita che viene evitando, quanto più può, di
ricorrere agli altri e di averne bisogno, e preferisce piuttosto tenersi
disagi e malanni e situazioni di rischio, che per ovviarvi avere a fare
affidamento nel prossimo, e, a quanto é dato intendere del suo
orientamento di vita, così vivere nello stento ritirato e indigente, pur
di non avere a esasperarsi, Eppure,
una di queste settimane, a dispetto di ciò che lo stesso Giovanni ritiene
di se stesso, qualcosa gli è successo e lo ha perturbato Quando
tra le altre fotografie, all'interno
della scatola di dolciumi che le conteneva in un suo armadio, la sua
anziana sua madre, ch' era da lui in visita, ha prescelto e gli ha porto
quella sua immagine di lui piccolino, a sette, otto anni, e chi lo sa più,
un sommovimento lo ha riscosso: fra i campi gli sorrideva come al suo
osservatore di allora il più amorevole bambino, il suo sorriso soffuso di
delicatezza dolcissima, gli occhi confidenti nella amabile grazia della
vita ancora in boccio. Dio
mio, questo ero io? sono io
forse ancora lui? si è istantaneamente Come
appariva ancora intatto quel bambino, mentre poi, segnalava a sua madre,
le immagini immalinconite accusavano che qualcosa e che mai
era successo? Ma
era poi vero, si interoga, che quel faccino di impertinente dolcezza così
delicatamente sfumata, allora ignorava ancora il dolore e l'offesa? Il
suo ricordo di lui, in cui eppure quel bambino era ancora superstite nel
suo solo intimo (vivo), in virtù del quale lui, e nessun altro, eppure ne
era l' Ma
in quel sembiante ridente, e confidente, non ne restava nulla di quelle
angosce, come si prospettasse Mio
dio, tra se è trasalito (sbiancavo), che ne ho fatto di quel caro
bambino, che cosa gli ho consentito, mai, di divenire e di vivere di ciò
che sognava allora?... Che ne è più stato di lui in quest' Io
poi
per anni e anni caro piccolo, delicatamente ridente, ammarandoti nelle
secche inerti di lunazioni depresse, arresomi E
(non ho vinto e) ho solo perso nella vita,
Come
può dire di essere ancora in alcunche quel bambino? Non è vero,
piuttosto, che l' immagine di quel piccolo che ogni volta che lo guarda in
fotografia gli sorride ancora, è tutto ciò che resta dell'essere
scomparso che lui costituiva quando era ancora bambino? Dal quale è
diventato un altro interminabilmente
Fine capitolo
primo.
formulazioni-
da Brandys In
ciò era difficile supporre una sua clandestinità psicologica personale. anche
se avessi limitato al massimo le mie modeste esigenze personali riguardo
delicato e particolare silenzioso
rispetto delicata
attenzione Oh,
dio, dio Oh,
dio, dio, che del più delicato e grazioso dei tuoi esseri, hai fatto lo
strumento della più implacabile vendetta , che hai tratto a vita e ora a
morte questo poverino uccellino, con tanta pena, solo perchè anch'io,
come la generalità degli uomini, non
potesssi resistere al tuo allestimento della Vita, e anch'io fossi parte
dell' atroce commedia che hai inscenato nel tempo, e mi attaccassi, mi
affezionassi, sentissi tutto il dolore di amare ciò che si deve vede
morire, e non avessi più scampo al tuo inesorabile inganno, tanta è la
pena che mi hai fatto scontare nel divenire un
uomo come tutti gli altri, per la mia colpa di resisterti così
indifferente... E
come lo fai penare nell' agonia, perchè soffrendone io sia il trastullo
del tutto in tua balia... Ora
intendo perchè mi hai messo al mondo, mago di ogni trucco, qual'era il
tuo copione di regia, la parte ironica che mi era da te affidata, la tua
idea che dovevo inconsapevolmente e mio malgrado realizzare... Eppure
in te lui ha avuto il migliore dei padroni possibili. Eppure
tu l' hai amato di un amore si
dice. E
il vento dibatte le tende, e il pianto si raffrena, nel coro celestiale
degli uccellini che sopravvivono al suo. Nel
deserto ove oltre lo spezzarsi, l' animo trovi ancora la forza di
sopravvivere. OH,
a presto uccellino mio, a presto, che niente è il tempo, quali
e quanti siano gli anni ancora che restano, a presto, mio angelo
rivelatore, mio piccolino, mio piccolino... (
mio uccellino bambino e sposino caro...)
L'
esperienza dei maiali Potrei
desumere da Brandys ( " Maiali o uomini, la paura è una sola"
Rondò, 166),il trauma della sofferenza universale, derivato dall'
esperienza, di quand'ero/a bambino, della tradotta dei maiali per la
macellazione.
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