Sul
treno Distraendosi
dalla fuga degli alberi, egli ora l'immagina nel proprio studio, la sua
testolina bionda intenta nel leggervi; quantomai desiderosa, secondo il
suo consiglio, di intensificarvi una visionarietà esaltata o la
delicatezza sensibile, nel mentre con la mano ne sfiora i capelli, o le
labbra si accostano alle tempie a sussurrargli l'accenno di un bacio.
A
confermarsi nella certezza del talento dell'allievo, ne rilegge ancora una
volta, con trepidazione commossa, il ritrattino della madre che gli ha
consegnato tremante nel corso di una ricreazione, già gualcitosi tra i
fogli nella cartella, laddove ne parla del grigiore di vita tra sogni e
rimpianti. "
I suoi occhi azzurri e i suoi capelli biondi nascondono alle volte tristi
ricordi di gioventù, oppure amori sorpassati, o amori sognati. La sua
vita si è ormai stabilizzata, un lavoro fisso, un figlio, uscite in
discoteca al sabato sera, due parenti da mantenere
con pappagallino a carico. Alla
volte mia madre fa strani progetti, li disegna nel fumo delle sue
sigarette..." Certo,
certo che è uno scrittore in erba..., si riconferma per l'ennesima
volta,... nel suo amor proprio, che teme di illudersi, non può frustrarne
ancora l'evidenza, per il timore che l'abbagli ridicolmente il sentimento
... non può, per non volerlo plagiare, ritrarsi ancora dal
coltivarne il talento... Oh,
egli ne farà di certo uno scrittore, gli rivelerà la vocazione della sua
solitudine, che cosa chiede al mondo la sua domanda infinita, accudendolo
da padre e amico e fratello e.... Sussulta
il treno, egli ritorna di nuovo al presente, e si dice che è meglio non
sognare oltre, nelle sue fantasie sentendo già il fermento di un guasto
che gli deteriora le forze; cerca pertanto di reimmergersi nelle lettura
del saggio sulla Poetica, e vi ritrova piacere ora a pensare la lingua
quale instaurazione di un mondo, eppure già chiedendosi se quando
reinterrogherà l' allievo, in una telenovela saprà individuare l'esempio
del verosimile incredibile, che è, tra se riconnette, l'inattendibile
appunto di cui parla Aristotele, o se non equivocherà ulteriormente,
incorrendo nelle confusioni più sconfortanti. Quasi
che se ne dispiacesse per davvero...E davvero lo allarmasse il disordine
mentale dell'allievo, nelle discipline scientifiche in cui è
catastrofico... E quand'anche fosse respinto, come intimamente sa di non
dispiacersi, quali certezze ha, per l' anno venturo, di riaverlo assegnato
nel suo corso? E può decidere mai altrimenti, di fronte alle sue
valutazioni in Matematica e Fisica agli scrutini finali? Eppoi chi lo
assicura, che anche in questo, lui non giochi in classe con i suoi
sentimenti? In quanti loro occhi già lesse un invito e un 'offerta, una
domanda insistente di iniziazione, in quegli stessi occhi in cui potè
riguardarli perché rimase amichevole e altero, pure se l'emozione... Ma
lui, ora, ... quel suo isolamento costante , il non avere la figura di un
padre legittimo, l'attenderlo con lo sguardo nell'atrio, il soffrirne a
tal punto di ogni richiamo o rimprovero,... e quel guatarlo, poi, ad
insistere come per dirgli:
" Ancora non l'hai capito quanto ti amo?". Oh,
no, quanti altri suoi allievi lo fissavano identicamente, e che forse era
amore? E
quand'anche in certuni vi fosse stata una richiesta inoltrata, non era
forse per chiedergli di iniziarli a una vita
sessuale poi a rinnegarsi? D'essere a loro solo di tramite alle
donne? No,
troppo gli è congeniale, lui, ora, per ingannarsi; anche quel suo ultimo
gesto, il giorno prima, l'imprestargli la penna tenendola alta con
sufficienza, non stava forse a significare che il gioco delle prove e dei
sottintesi doveva finire? E
quelle gentilezze e premure devote, quell'augurargli "buon
appetito" al bar della scuola, nel ricercare esitando un contatto in
un discorso qualunque, ch' egli, purtuttavia, aveva di nuovo frustrate con
distacco cordiale, quasi così a impetrarne ingrato Adriano dal suo
Antinoo adorato, gli eccessi estremi di una dedizione infinita... E
dell'allievo lo stesso accostarsi tremante e già quel ritrarsi, nel
domandare ogni cosa, come quella volta... " Professore non s'arrabbi
se le chiedo una spiegazione..." Come
ha avuto a vergognarsi, a quella ritrosia, della animalità aggressiva dei
propri modi, lì appresso a quel suo timido fiore, delicato e fragrante di
dedizione e ferite... come
a quei suoi moti ultimi di
risentimento, la mano di ragazzo levata a protestare insieme con la sua
voce vibrante, contro ingiuste diffidenze e assurdi sospetti... Quel
tremore timido gli viene ora evocando, oltre i vetri offuscati dello
scompartimento, la purezza sensibile degli esili fanciulli di Egon Schiele,
nella stessa gracile figura e in quei panni smessi e rimessi dell'allievo
diletto, che mai fino ad ora, gli è apparso così bello nella sua
spiritualità fanciulla... Quel
suo corpo, esile e magro, ora a sé di fronte se lo immagina denudatosi in
stanza, mentre al ragazzo fa dono di una maglietta ginnica perché indossi
quella soltanto, a che il piccolo sesso
così sia più esibito nella scarsità dei peli, mentre intanto,
reclinato il libro, sospira nel sentirsi già in eccitazione continua,
ripensando che mai, avrebbe supposto che la spiritualità potesse
sessualizzare tanto quel corpo bambino... Quanta
dedizione vuole da lui, quanta intimità orale a significarla e
ricambiarla, nell'umidore fraterno fra le coltri abbracciati... aaah, al
solito imbestiarsi dell'amore nel sangue, se ne distoglie, quando egli
deve piuttosto curare di non far divampare più oltre l'abbaglio di
indizi, rialzare già domani il suo tono con lui al decoro, per aiutarlo
secondo la misura comune nel compito in classe. E'
sull'educazione sessuale, immancabilmente, che verte uno dei temi che ha
prescelto. Secondo le statistiche da egli appena raccolte che devono
analizzare, alla loro età più della metà dei suoi coetanei pubescenti,
egli riconsidera, ha già avuto rapporti nella più completa ignoranza;
oh, ma lui non ancora, di certo, troppo è fanciullo nei suoi modi
scontrosi, si agita e conforta, e forse la sua solitudine vergine più che
mai ora gli pesa di nuovo, in questa domenica grigia di una pioggia
continua, e forse anche lui ora lo viene evocando, immaginando che ne
venga una liberazione paterna dalla sua solitudine triste... Forse,
chissà... Certo
è che ora si è riaperto è il varco che risanguina, e che questa
domenica uggiosa gli è divenuta di cenere plumbea. Ma
nella sutura riaperta egli ora respira di nuovo , pensando con sollievo
alla sua residua forza di distacco, a come ora gli riesca di disinnervare
gli affetti, quando ci fu un tempo... E
quand'anche ciò che suppone fosse reale, si dice amaramente, come può
darsi, che sia, che la cosa si avveri senza disfarsi nella putredine
nota... Può
così reimmergersi di nuovo nel testo. E
la sua attenzione vi vaga per un certo tempo distratta, finché la
distinzione lo tocca, che vi rinviene,
tra la supplica e l'esortazione quali modi del configurarsi della
funzione persuasiva, a seconda che il richiedente sia il superiore o
l'inferiore. "
Tu mai supplicarlo", egli allora si intima, mentre ritorna
sull'intento di sottoporre alla loro interpretazione, in un tema, la
seguente asserzione dell'allenatore che più ammira: "
Sono del parere che l'allenatore che si fa amico di un calciatore ne
diventa lo schiavo" Ah,
se tutto è vero, lui lo sceglierà... e reimmagina allora entrambi i loro
sguardi, consapevoli nell' incrociarsi alla riconsegna
del foglio.
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