all' Indice delle pagine su La morte di mio padre |
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La notizia 21 gennaio E' dalle sei di stasera, che Dai polmoni oramai gli ha preso i
reni e la metastasi si è estesa agli arti inferiori. L' ho appreso da mia sorella al
telefono. Da ieri sera lo sa anche mia madre. L' unico lenimento, nell'
apprendere la notizia, è che mia sorella non me l'abbia detto come al
figliol prodigo. Non resta più che la
chemioterapia. Mi è voluto poco, in una stretta
penosa, per intendere che oramai gli può essere di poco prolungata la
vita. Qualche settimana, o mese, al più. Domani telefonerò a mia madre, per dirle , se si deve tacere a mio
padre il suo male, di inscenargli la credenza che si tratti pur
tuttavia di enfisema polmonare, come mi ostinavo a voler credere quale
male minore diagnosticabile, quando mia sorella l'ieri l'altro, domenica
pomeriggio, mi ha detto che avevano rilevato delle ombre ai suoi polmoni
ed ai reni. Corrispondevano i sintomi, nel
quadro clinico che ne faceva l' enciclopedia medica che ho consultato:
l' incarnato fattosi bluastro e livido, i dolori agli arti inferiori, la
repulsione del cibo che potevo ritenere dovuta
al fatto che non poteva più tollerare il sodio. Le pietose meschine finzioni della mia pochezza mentale di fronte a ciò
che mi sgomentava, che sgomentava noi tutti, come mio padre; instoliditi,
finanche insofferenti nei suoi riguardi di malato, ciechi e ciecitati di fronte alle evidenze sempre più impressionanti del suo
deperimento e del suo male inspiegabile in tutto il corpo, dai referti
delle analisi tutte quante rassicuranti fino all' altro ieri,
confortanti, minimizzanti... inquieti, smarriti, poi angosciati
cupamente, senza volerlo ammettere che negli sguardi e nel sottaciuto,
tanto gli esiti clinici smentivano quanto mio padre accusava e vedevamo
accadergli e non volevamo credere e ci era confortevole credere che in
lui non stesse accadendo, lasciandolo sempre più abbuiarsi nella sua
stanza, sempre più smagrito e fantasmatico, incapaci di fissarlo senza
averne inconfessabile sgomento, come quando ieri l' altro ha voluto
rimanere tra noi che conversavamo, ed ora so che cosa ho provato, che
fosse chi è condannato e si ostina a permanere tra i vivi. Eravamo li, temendo, e rimuovendo,
ciò che sapevamo possibile, sempre più vero, incarnato nel suo
aspetto, e ci facevamo forza a vicenda di derealizarre, infinitamente più
ciechi e stolidi e ridicoli, e meschini, e risaputi, delle prevenzioni
di mio padre verso i medici e ogni cura e pietanza di mia madre, lui che
a dispetto di ogni conforto e clinico, nel suo terrore disperato sentiva
e sapeva ciò che ha in corpo, di irriducibile a ogni risanamento, di
inspiegabile altrimenti che con il venir meno di se stesso. Con lui, è dalla penultima volta
che mi sono recato a trovarlo, per l' epifania, che nelle parole mio
malgrado, tradendo ciò che mio malgrado venivo pensando, gli ho detto
la verità che si rivelava ad entrambi. Lui era risollevato perchè
finalmente lo accoglievano all' ospedale per degli accertamenti
completi, lui che ha sempre rifuggito i medici e le cure come
ciarlatanerie ignoranti. Ignaro lui, come noi tutti, quanto
il suo male gli stesse dando ragione. Mentre mi riportava in macchina
alla stazione ferroviaria, l' ho pregato di avere più riguardo per mia
madre, che si era di nuovo lamentata di come si fosse mostrato un malato
intrattabile. " Tu ti comporti così perchè
finora non hai conosciuto mali seri, pensa che comunque sei arrivato a
settantacinque anni, a quanti, che hai conosciuto, che non sono arrivati
alla tua età... " Ho capito, che non c' è più
posto per me..." è stata la sua risposta che mi ha lasciato senza
parole. Come l' altro ieri non ho saputo o
avuto che dirgli, quando, poveretto, dopo essersi appigliato alla
speranza che fosse la stagione inclemente che non lo aiutava a guarire,
mentre si era sentito meglio nei giorni precedenti di sole, -ma è alla
schiena, ha soggiunto, che seguito a sentire dei dolori...". Così come per l'epifania "
come posso sperare, mi aveva detto, se solo che senta l'aria subito ho
male alle gambe...". Se ci ripenso, è stato quando
dopo pranzo mia sorella ha soggiunto, riferendosi all' appetito comune,
come non potesse spiegarsi che con un male interiore che mio padre si
distogliessse dal cibo, che pur cibandosi di quel poco dimagrisse tanto,
che l' inquietudine ha preso su di me ed in me il sopravvento, e si è
fatta irresistibile angoscia, benchè ciò di cui sentivo di patire più
vivamente, fosse l' esito della partita della squadra beneamata da me e
mio padre, l' Inter che era scesa in campo contro il Bologna, e di cui,
raggiungendo mio padre che si era disteso sul letto, gli ho detto che l'
avrei tenuto informato del risultato. " Va male, purtroppo, gli
sono andato a dire alla fine del primo rempo, quando sul proprio campo
da gioco l' Inter è passata in svantaggio. Lui la notizia l' ha accolta come
se per lui non fosse comunque che una futilità, lui che so quanto si
tenga informato e ci tenga alle sorti della nostra squadra. Ma io ero invece davvero
contrariato, e quando è iniziato il secondo tempo, via via che restavo
in attesa senza che il risultato cambiasse, e che le avversarie che
ugualmente perdevano venivano pareggiando, il Milan , la Sampdoria sul
finale, mi facevo pessimista sul risultato finale, iniziavo a presagire
e ad avere oramai per certa la sconfitta, somatizzando
il mio malumore al punto che avvvertivo oramai l' emicrania, un
cerchio che si stringeva alla testa, e non avevo più animo che di
partire, per sbollire in moto e per strada la mia rabbia per il
fallimento della mia squadra. Sul finale della partita ho
raggiunto in tale stato d'animo mio padre ch' era in sala da pranzo con
mia madre, intenta alle sue spalle a terminare di foderare il cavallo di
un mio paio di pantaloni ch'erano lisi in quel punto. " Vado vado, allora gli ho
detto scuro e nero, va purtroppo male in tutto e per tutto..." con
quella che presumevo fosse solo l' enfasi catastrofica del tifoso
deluso. Mia madre ha allora alzato gli
occhi lucidi dalla cucitrice, nello strappare con la bocca il filo di
refe. E nel suo sguardo sgomento, che
disperava di potere sperare ancora, ho capito che avevo detto più di
quanto avessi voluto, che mi ero tradito ed avevo tradito uno sconforto
più generale e d'altra natura. pur se sotto la pioggia, sul
treno, era la sconfitta della squadra del cuore che sentivo cocente, ed
avrei tardato d' un giorno, prima di tentare di illudere anche mia madre
al telefono che di cancro non si tratti. Che sentivo, per davvero, mi
dicevo, della ipotetica catastrofe che pareva non pesarmi di dentro,
come la vita si rivelerebbe un futile dramma, avevo la temerarietà di
pensare, se la Tac rivelasse che anche la supposizione di un enfisema è
stato un vano timore. Eppoi durante tutto i mesi che mio
padre ha seguitato a stare sempre più male, che ho seguitato a
confessarmi, se non che avrei sapito reggerne e sostenerne la morte, con
la forza d' animo con la quale non avrei saputo sopportare la morte dei
miei uccellini, che mentre mio padre si faceva sempre più spaventevole,
ho seguitato a temere come la mia eventuale e sola sciagura reale. E ieri l' altro che mi confidava
ugualmente mio fratello, di fronte all' immagine della sua gattina? " So che morirà prima di me,
ma io non so come farò a resistere alla sua morte" IO ch' ero così miserabile e
cieco e impietoso, da non temere e patire quando non era ancora certa,
nella catastrofe di mio padre che la la mia sola catastrofe, poichè
quando morrà, resterò senza chi mi conduca più altrove, senza il solo
congiunto il cui aiuto possa sopperire alla mia inettitudine pratica. Ripetendomi e riproponendomi di
difendermi, al cospetto dei miei cari, che mi vedessero incapace di
affrontare da figlio la morte di mio padre, come io tema più la vita
che mi resta che come lui la morte.
E E tutt' oggi pomeriggio, mentre
componevo in Istituto le domande del questionario di domani su Giacomo
Leopardi, e poi mentre indugiavo a telefonare ascoltando la Semiramide e
i miei uccellini rapiti nel belcanto del bel raggio lusinghier, a
leggere su di una dispensa di come si navighi di internet, vivevo o
credevo ancora di vivere il problema della salute di mio padre come un
mio problema o una mia preoccupazione fra le tante altre del giorno. " Auguri" gli ho detto
l' altra sera baciandolo prima di lasciarlo, senza riguardare negli
occhi mia madre. Ora che potrò o saprò dirgli
quando tornerò a vederlo? " Vedrai papà, -vorrei
potergli dire- che saprò farcela senza di te, che sarò un uomo grande
e famoso e non avrò a deluderti.Ho giàaccumulato nei miei scritti gli
atti per esserlo". Mentre ogni senso e insensatezza
si attenua, e non si scioglie, il nodo del pianto riconoscente che sarà
irrefrenabile sul suo sudario.
Questa realtà Che venivo pensando della realtà, del tempo infinitamente
infinito, interminabilmente presente, in cui non ci sia un Dio cui
appellarsi, alcun senso a supporto o alcuna
vanità del tutto di cui disperare, se il mio uccellino oggi vi
canta invasato e domani non vi è più che
un corpicino inerte tra i rifiuti, nulla può rendere eterno
anche il verso che si delira più immortale, e di me e di lui cosi vivi
e veri, ora, non sarà più niente di niente, neanche un residuo, come
ieri era irrealtà, per quanto la temesssi ineludibile, ed è ridivenuto
solo un annuncio che mi è stato dato,
il cancro certo e inesorabile di mio padre, e con la sua
catastrofe la mia che si profila. Di che sia la vita nella gratuità
di tutto? A Kais Mantova, 22 gennaio 1997 Mon cher Kais, tu m'as à excuser si je rétarde à te repondre, comme je differe tout ce
qui pour moi est decisif et vital, pardonne moi si je t' envoie
seulement après que tu m'as écrit de nouveau, le billet que j'avais
dejà pret au commencement de la nouvelle année, où je t'illustrais la
signification de la fete chrètiemnne de l' Epiphanie, qui était le
sujet du billet, ainsi que je n'ai pas encore répris au computer les
pages et pages du journal de voyage que j' ai composé cet été, quand
je suis venu chez toi en Tunisie et je suis allé àpres en Lybie, mais,
° vrai dire, je suis en proie aux forces negatives de ma depression
sans cesse, qui me damne à me perdre moi meme dans l' exterioritè
toujours avant tout, tojours anteposée à la vie réelle de ce qui est
plus important et vrai et beau, pour une obligation continuelle, si je
veux m'assurer dans mon angoisse. Malheureusement je suis en train de perdre mon père, et je n'ais ta bonne
santè que lorsque en ecrivant et en voyageant, je peux surmonter mon
sens d' impuissance et de la perte de moi meme dans tout ce que je fais. Ainsi je désespére injustement dans tous les hommes, -toujours ma
melancolie - et j' ai la folie de ne consacrer pourtant mon affection
que à des animaux, les deux canaris qui vivent avec moi et qui sont
devenus mes petits enfants qui adorablement me chantent, et que je ne
tolere tout à fait de perdre. Voici mon etat phisique et moral d' ecrivain manquè et de professeur
bouleversè et défait, autant
bien aimé que sans autoritè effective sur mes èleves, sauf quelque
exception, bien entendu. Et toi? Quels sont et comme continuent tes études
au lycee? Tes problemes dans toute sincerité? Mon etat social? Sans doute j' ai beaucoup de beaux livres, de
compact-disques, de videocassettes, de belles choses que j'aime, dans un
appartement chaud et confortable, en location, qui est ma prison dorée
et que je crains de perdre, comme ma position social, inepte à la vie
pratique et à me realiser, pour me retrover un jour à la belle ètoile
sous un pont, avec rien d'autre que mes petits oiseaux en cage avec moi. Et maintenant c' est mieux si je te salue, incorrigiblement incapable de ne'affliger
mon interlocuteur.
A Kais Mantova, 22 gennaio 1997 Mon cher Kais, tu m'as à excuser si je rétarde à te repondre, comme je differe tout ce
qui pour moi est decisif et vital, pardonne moi si je t' envoie
seulement après que tu m'as écrit de nouveau, le billet que j'avais
dejà pret au commencement de la nouvelle année, où je t'illustrais la
signification de la fete chrètienne de l' Epiphanie, qui était le
sujet du billet, ainsi que je n'ai pas encore répris au computer les
pages et pages du journal de voyage que j' ai composé cet été, quand
je suis venu chez toi en Tunisie et je suis allé àpres en Lybie, mais,
à vrai dire, je suis en proie aux forces negatives de ma depression
sans cesse, qui me damne à me perdre toujours dans l' extérioritè
avant tout, que tojours j' antepose Malheureusement je suis en train de perdre mon père,
et sans son appui je deviendrai incapable tout à fait de bouger
dans mon ineptitude social et à apprendre à conduire, quand je n'
aurais ta bonne santè que en voyageant et en écrivant de mes voyages,
selon ma façon de surmonter le sens d' impuissance et de la perte de
moi meme dans tout ce que je fais. Ainsi je désespére injustement dans tout et tous les hommes, -toujours ma
melancolie en cours - et j' ai la folie de ne consacrer pourtant mon
affection que à des animaux, les deux canaris qui vivent avec moi, et
qui sont devenus mes petits enfants qui adorablement me chantent, et que
je ne tolere tout à fait de perdre. Voici mon état phisique et moral d' ecrivain manqué et de professeur
bouleversè et défait, autant
bien aimé que sans autoritè effective sur mes èleves, sauf quelque
exception, bien entendu. Et toi? Quels sont et comme continuent tes études
au lycee? Quels sont tes problemes dans toute sincerité? Mon état social? Sans doute j' ai beaucoup de beaux livres, de
compact-disques, de videocassettes, de belles choses que j'aime, dans un
appartement chaud et confortable, en location, qui est la prison dorée
que je crains de perdre, comme ma position social, inepte à la vie
pratique et à me realiser, pour me retrover ainsi un jour à la belle
ètoile, sous un pont, avec rien d'autre que mes petits oiseaux en cage. Et maintenant c' est mieux si je te salue, incorrigiblement incapable de n'affliger
mon interlocuteur si je lui parle.
Avec mes meilleurs voeux
Odorico Bergamaschi
Viale
Vaschi, 6
46100 Mantova
Italie.
Al telefono
Ma così non recita l'
enciclopedia del canarino, ove l' autore dice di non precipitare alcuna
muta, di non allarmarsi, finchè l' uccellino è vivace e sano così
come appare Poi si è fatta nausea l'
imminenza degli scrutini, di dover discernere e come, tra allievi che
hanno memorizzato o copiato di tutto, pur di evitare comunque di leggere
dal vivo E ciò Impossibile 4- 2-97 Poi si è alzato e si è avviato
verso le vetrate del soggiorno che danno su tutta la città, nel
grigiore della domenica di febbraio che si faceva di una chiarità
lattiginosa, quasi che volesse rivendicare il suo diritto di Quando il giorno prima mi ha
risposto al telefono, in luogo di mia madre ch' era uscita con il cane,
" che vuoi, mi sono alzato a fatica, e già le gambe mi fanno
male", è stata la pena che mi accusato. E nel salutarlo, la gita in
battello lungo il Mincio ed il Po, che ci eravamo ripromessi alla fine
dell' estate scorsa rimandandola a questa primavera,nel mentre era
quanto gli auguravo in futuro, sentivo ch'era l' auspicio Gli occhi, staccato il telefono,
che mi si si sono riempiti istantaneamente
delle immagini di quanto avrebbe potuto essere struggente allora quel
giorno, mentre il battello procede fra le ninfee e le sponde rinverdite,
nel sole caldo primaverile e fra le ombre che gettano le fronde dei
pioppi, io e mia madre intenti a farlo più che mai felice, mentre la
videocamera fissa la sua e la nostra gioia consapevole e triste, E quando sono arrivato alla
stazione e non l' ho trovato ad attendermi, mi ha trafitto il pensiero
che non ce l' avrei mai più rivisto, nell' atrio a cercare di
intravedermi, o che sopraggiunge nel piazzale antistante alla guida
dell' auto su cui riesce ora a malapena a salire, come su quei sedili
posteriori da anni ho cessato di attendermi di rivedere festante il cane
Fred, da che giace sepolto in collina Gli ho portato un compact di canti
popolari, "1800-1900 I garibaldini, i canti anarchici e del
lavoro", che in settimana è uscito Quando si è rimesso dal letto ed
è venuto ad ascoltarlo nella sala del soggiorno, ne è rimasto in
ascolto fino alla fine con piacere, intanto che alla televisione
seguivamo le sole immagini delle trasmissioni che ci ci consentivano di
seguire l' andamento delle partite di calcio del campionato, cui ho
visto che seguita a restare per quel che può Al canto degli scariolanti, lui si
è ricordato, e mi ha ricordato, che quand'era ancora bambino, negli
anni venti, li udiva alla mattina, prima della
sei, che facevano rumore e lo svegliavano, quando dovevano avviarsi
verso il lavoro di una bonifica a quasi venti chilometri di distanza,
con la carriola legata dietro le biciclette. Spero poi che non abbia avvertito
le parole sulle quale si è lasciato trasportare il canto della mia
voce, quando il compact si è concluso con l'ascolto di " Dimmi bel
giovane", ed io mi sono sorpreso con sgomento a intonare i ripetuti
accenti di " saprò morir". Ed è stato troppo tardi per
ripensarci, quando poco prima di salutarlo, sono riandato alle mediocri
vicende in campionato della squadra per la quale tifiamo entrambi, per
rifarmi anche al suo stato di salute: " Eh, zero-zero, pazienza,
che vuoi farci...". Ho istantaneamente temuto che
potesse avere Quando rischiavo di fare già
tardi per il treno, mia madre mi ha poi chiamato in disparte, perchè
leggessi il referto con il quale mio padre è stato dimesso dall'
ospedale, per rientrarvi solo per la chemioterapia e le radiazioni al
cobalto. Mi ha confortato, ma quindi
piuttostoirritato, leggervi come tra le diagnosi di eteroplasie e
metaplasmi ai polmoni e ai reni e negli arti inferiori, eppure si
parlasse di uno stato di buona salute generale del paziente, a
giustificarne il rilascio a casa presso il medico condotto. Era come se di discorso in
discorso clinico, anche all' atto di accertare ciò che non avevano
supposto i precedenti referti, eppur seguitando a parlare di uno stato
generale confortante, mentre egli è al termine, si procedesse a farlo
sfilare via E quand'ero già oltre la porta
sono ritornato indietro, sia pure solo per qualche istante, per far
rivedere a mio padre le mie nuove scarpe di cuoio marrone che gli erano
davvero piaciute, come mi aveva rivelato mia madre nel salutarmi. " Hanno una bella punta,
squadrata larga". Ieri sera, quando per la prima
volta le ho telefonato non più dalla cabina, perchè ho acquistato in
giornata finalmente un cellulare, mia madre mi ha ugualmente detto Alle vetrine dello stesso negozio
ero andato ad occhieggiare anche la sera prima, subito dopo il rientro,
per vedere quali erano i costi dei televisori di marca più convenienti,
al fine di contribuire come posso ad acquistarne uno a mio padre, visto
che l' attuale non trasmette più che immagini verdognole, e che il
telecomando è sfasciato sotto i nastri che lo rappezzano. Non sopportavo l'idea oramai
diffusa fra i miei cari, e condivisa per come ne parlavano tra loro da
mia madre e mio fratello, che a questo punto acquistarne un
altro non ne valga più la pena... Così come non sopporto l' idea
che mi è venuta ieri mattima, quando mi sono avviato a scuola, che in
un contesto ove tutto ha una ragion d'essere divina, io debba rinunciare
a che vivano i miei canarini, se voglio aver salva da Dio quella di mio
padre. Che orrore, stamane, aver in testa
di queste cose, mentre Bibò risvegliatosi alla vita, ignaro di
qualsiasi ipoteca di sorta sulla sua cara esistenza, si riordinava le
piume che aveva bagnate nel beverino per la nuova giornata, si
riaccingeva ai semi e allo specchietto dove si contempla in un altro
immaginario.
Il peggioramento " Seguita a dimagrire ancora
nonostante le cure, e ora il male lo sente nella schiena anche ai
polmoni, non più soltanto lungo i fianchi. E adesso lui non può fare a meno
di chiedersi, Non è più nemmeno in grado di
stare seduto, quando al day hospital è in attesa delle cure mediche,
occorre sistemarlo e tenerlo costantemente a letto. E' talmente pallido che occorrerà
iniziare a fargli da domani anche delle somministrazioni di sangue. E anche per quanto riguarda lo
stomaco, Quando ieri sera al telefono mia
madre mi ha comunicato questo peggioramento dello stato di salute di mio
padre, sono stato colto da nausea, per come vi avvertivo il male
procedere in lui inesorabile, con una consequenzialità che brucia
oramai i tempi che supponevo i più
E stasera mi ha detto che hanno
dovuto sospendergli la chemioterapia e la terapia "radiante",
perchè il suo stato anemico sarebbe dovuto a un versamento di un'
ulcera che tali cure avrebbero aggravato. Dopo la facoltà di reggersi in
piedi, il male gli ha così già precluso anche quella di camminare,
dopo ogni gusto di sorta per il cibo ora anche l' apporto del sangue e
la possibilità di curarsi, mentre chissà che l'ostinazione dei medici
che ne esclude il ricovero, non seguiti a giustificarsi con lo stato di
salute generale che in lui non sarebbe ancora compromesso.. E la sua morte che sopravviene, è
così già il venir meno una dopo l'altra di ogni sua possibilità
vitale, di ciò che il giorno seguente è divenuto impossibile poterlo
vedere tornare a compiere, Ed io di fronte alla sua
catastrofe, eppure mi do ancora del tempo per andarlo a trovare mentre
il male se lo divora, e non so dannarmi che a tentare di stabilire con
mia madre dei contatti telefonici al cellulare che non siano respinti
nella segreteria, Come se mi mancasse il tempo e la
salute, per questo, che ho saputo tuttavia trovare o non tenere in conto
La festa cui avrei voluto e non
potrò più condurre mio padre, come non potrò accompagnarlo in
escursione in motonave, questa primavera, lui che nemmeno farà più
ritorno nella mia casa, come non potrò più vederlo che reclino in un
letto di casa e d'ospedale. Sempre che il male non giochi
d'anticipo, come sono ancora troppo stolido e vile per non avvedermene,
nel differire a sabato o a domenica la visita a mio padre. Eppure, tornare ad uscire, a
recarmi altrove, telefonare in Milano al Consolato iraniano, riprendervi
contatto con l' idea nonostante tutto di un viaggio lontano...
Miglioramento Già quando ieri mattina le ho
preannunciato che sarei arrivato da loro, mia madre ha potuto
preanunciarmi il miglioramento di salute di mio padre. " E' stato dopo la
trasfusione di sangue...", che gli ha consentito di recuperare in
salute e in umore, dopo che anche i globuli bianchi erano scemati nella
sua circolazione sanguigna. " Occorre saper prendere quel
che viene..." ho detto a mia madre, all' arrivo, contento di poter
aderire al comune risollevamento E' diminuita la frequenza delle
gocce antidolorifiche che deve somministrargli, e può seguitare a
sospendergli l' iniezione che è incompastibile con la sua
esulcerazione. " non ne vengo fuori, mi
aveva detto solo giovedi scorso, guardandosi le braccia senza più carne
sotto la pelle. Lo avessi visto, come si
presentava anemico e violaceo..." E lui stesso, quando sono rimasto
nella sua camera a guardare con lui la televisione prima di pranzo, mi
ha detto di non sentire più dolori alle gambe, che gli mancano solo le
forze. " E' incredibile come tra gli
altri, paralizzati da dei tumori negli arti, lui non si renda conto in
ospedale di dove si trovi...Crede che abbiano subito un incidente... Li
vedessi gli altri, che tossiscono, con il respiro affannato, che escono
dalla chemioterapia giallognoli che fanno impressione
, mentre lui la regge benissimo la " chemio" ",
come mi ha abbreviato mia madre, nel suo compiacersi di potermi
illustrare ogni aspetto clinico dello stato di mia padre. E ieri tutti quanti, noi altri,
come mio padre, non abbiamo voluto amareggiare questa ventata di
allegria e di speranza, in che mai, dissuadendoci non che dall'
approfondire, anche solo dal considerare l' ipotesi di mia madre di
mantenersi con il subaffitto dopo la scomparsa di mio padre, mentre
nella sua stanza lui seguiva Quando vi ho fatto ritorno, l' ho
sintonizzato sulla trasmissione collegata alle partite di calcio, per
seguire le vicende della squadra per la quale tifiamo entrambi; che ha
deluso prima le mie aspettative depresse che perdesse e definitivamente
uscisse dalla lotta, per rigenerarsi, e poi quelle che potesse
reinserirsi al vertice, quando ha recuperato lo svantaggio del primo
tempo, poi si è fatta raggiungere dopo avere ribaltato in pochi minuti
il risultato. Sono rimasto con mio padre fino a
che l'arbitro, fischianmdo la fine, ha suggellato almeno il pareggio in
trasferta, quando per i minuti di recupero ed il ritardo con il quale
iulo secondo tempo era iniziato, mancavano meno di ventiminuti alla
partenza del treno. " Consoliamoci che non
abbiamo perso, anche se ormai era la vittoria il solo risultato
utile...." Ci siamo baciati io e mio padre e
poi nemmeno ho avuto il tempo di attendere l'ascensore, giù di corsa
dal sesto piano, via di passo accelerato poi correndo per la città,
finchè sono giunto in stazione in tempo
per prendere il tempo ed anche rifiatarvi. Mentre ritornavo nella mia città,
presagendo che la divinitò potesse farmi trovarvi morti i miei
uccellini in gabbia, quale pegno per la recuperata salute di mio padre. Poi quel mio allievo, stamane, che
mi ha confidato che gli è caduto morto, sabato sera, uno dei due
uccellini che da poche settimane aveva acquistato in coppia. Ma tutto per me è ancora intatto.
E |
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