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Aggiunta Mi
diceva, l' ultima volta, che i dolori li aveva riaccusati a maggio per un
colpo di freddo, alludendo alle persiane che sarebbe state lasciate una
notte abbassate a metà; ho annuito e sono andato a controllare, come
traverso i vetri che allora erano rimasti ugualmente chiusi, non passasse
un minimo d'aria. Il
decorso ulteriore A
quanto mi ha detto stamane mia madre per telefono, Il decorso del male
,nel volgere di una settimana, ha terminato di togliere a mio padre l' uso
degli arti inferiori. Solo
se è sorretto, può ora lasciare il letto, e può raggiungere il solo
tavolino accanto, per mangiare quello che non ripugna ancora al suo
disgusto del cibo. Dovranno
tra poco portargli una carrozzella, perchè possa essere condotto o possa
recarsi al gabinetto. Oramai
non gli è più dato di
giungere in piedi in soggiorno ed in cucina, come ha già perduto nei mesi
scorsi la facoltà di guidare, poi di scendere e uscire dall'
appartamento. E
con la repulsione del cibo e la perdita pressocché generale di ogni
appetito, per lui si fa sempre più difficoltosa anche ogni evacuazione. Non
sarà più curato che a casa, che dei soli sintomi che accusa. E
nel consolarsi, almeno, che gli ospedalieri non debbano per ora assisterlo
che con fleboclisi di calcio, mia madre ha prefigurato l'atrocità della
privazione seguente cui il male sottoporrà mio padre: di quando della
vitalità gli verrà meno anche il respiro, ed occorrerà la maschera,
inalargli l'ossigeno. 1
luglio Quando
oggi sono andato a trovarlo, è stato solo incidentalmente, sul tardi,
allorché mia madre ha aperto lo sgabuzzino per alcunché di annesso che
ha lesionato mia sorella, che in quel ripostiglio, accanto alla sua
stanza, ho visto sistemata già la carrozzella che ora serve per condurre
mio padre ad evacuare. Ma
quanto più il male si è fatto ineludibile, nella sua irreversibilità,
tanto più la mente di mio padre davanti ad esso è venuta retrocedendo. La
settimana scorsa, mi aveva detto al telefono mia madre, egli si chiedeva
che cosa ci mettessero ancora i medici dell' ospedale, a capire che cosa
mai abbia di inspiegabile. E
ieri è apparso contento di rientrare in ospedale, Venerdì, così i
medici possono prescrivergli le medicine che servono a porre rimedio al
suo dolore articolare. Nel
sentire ciò io mi sono solo sconfortato, e contrariato a gesti, che si
inscenino ancora bugie pietose con mio padre, quali quelle, non so come,
che riesce tuttora continuamente ad escogitare mia madre, quando cerca di
confortarne e di attenuarne le illusioni riemerse. Da
che al mio arrivo ci siamo baciati, ho eluso la cosa parlandogli di tutto
tranne che del suo stato fisico. Che
siano menzogne pietose, o autoinganni, comunque Quanto
nostro egoismo, anche al suo cospetto, soffre che
quanto più il decorso si protrae e ritarda, le nostre vacanze ne
sono pregiudicate e compromesse...
Quando
disteso nel suo letto lo guardavo in tralice, sorprendendolo, mio padre mi
sembrava un uccello enorme con gli occhi divaganti dalla realtà, in un
fondo perso da cui si viene distraendo di programma in programma
televisivo, ora che il residuo della sua esistenza, confinata a letto, è
una sequela dal risveglio a sera tarda, di fictions e di trasmissioni
nostalgiche televisive. Mi
ha chiesto come fosse finita ieri sera " La valle dell' Eden",
che giorno fosse oggi, rammaricandosi per questo che non fosse già il due
luglio, perchè allora mancherebbe un giorno di meno all' inizio del giro
di Francia. Quando
sono rientrato successivamente dall' acquisto della semente per i miei
uccellini, e di sali integratori per Bibò che è entrato in muta, stava
guardandosi una riproposizione dei telefilm della serie western di Bonanza.
Ne ho atteso la fine, prima di dirottarlo sulla rete ove si proiettava il
finale di un film western, La legge del più forte, riassumendogli i fatti
precedenti secondo la sintesi che ne faceva una locandina di giornale. "
E' per tutti, vedi- ho commentato a una ripresa del film dopo un'
interruzione pubblicitaria, quando è apparso in sovrimpressione un
bambino in un disco verde. "
Ma io preferivo Bonanza. Si ammazzano, in un western vero ..." Eppure,
- o con un atteggiamento ugualmente alieno riguardo alla morte-, quando si
era parlato poco prima di cantanti quali Rabagliati, o Achille Togliani,
per dirmi, da parte sua, quanto quest'ultimo gli piacesse ora come non
mai, - stavamo vedendo (quel)
il magazine di una trasmissione sulla televisione e la canzone che fu,- è
stato lui stesso che ha diradato le mie perplessita che gli sottacevo su
quelle sue asserzioni, confermandomi che era consapevole che erano
morti entrambi. Alludeva alla morte reale di quei cantanti, con
la naturalezza di chi si sente Mentre
guardavamo il finale del film western, era sopraggiunta in camera mia
madre, aprendo di più le finestre o sollevando un poco le tapparelle
abbassate, dopo avergli tolto di bocca il residuo di sigaretta da cui
aveva tirato una sola boccata. Sul
video era intanto in atto una sparatoria conclusiva, la cui tensione
agonistica non mi ha distratto dal sentire che cosa mio padre
profittandone era venuto facendo. "
Eh, io ho sentito un colpo in più di quelli che vi si sparano..." Mio
padre e mia madre ne hanno sorriso insieme, capendo che mi riferivo ad una
scoreggia che mio padre aveva appena fatto, sicuro che si confondesse
nel clamore degli spari. "
E' anche per questo, in previsione,- ha commentato mia madre, -che ho
aperto le finestre. -
Ne farò adesso anche una cinquantina al giorno. Ma non puzzano mica gran
che..." Vi
ricorre e vi si sfoga tanto, soprattutto perchè defeca pochissimo. Sono
adesso già quattro giorni, da Venerdì, che " non va più di
corpo". Ma
come mia madre si è allontanata, il male si è espresso d' un tratto,
nella sua invisibile avanzata, quando mio padre nel letto ha cercato di
distendere gli arti, ed una fitta acuta al ginocchio glieli ha fatti
tenere risollevati ancora.
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