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Ospedalizzato 21 luglio 97 Quando i miei familiari hanno
cercato di trattenermi prima che entrassi nella stanza di mio padre, per
prepararmi a quanto vi avrei visto, erano già stati anticipati da che
cosa la porta socchiusa aveva lasciato trapelare: mio padre ora vi giaceva
in un letto ospedaliero, rialzabile e con un materasso *ad aria
pressurizzata. Quando l' ho salutato e l' ho
baciato, se ne stava rannicchiato di fianco contro le sbarre laterali,
nella posizione in cui Mentre seguiva in tale posizione
alla televisione la tappa del tour de France, ha dato segni di patire una
fitta sul fianco destro, anche così raccolto. " Sembri un gatto sotto
l'armadio" ha cercato mia madre di scherzarci su, così come dopo che
mio padre l'ho salutato e mi sono messo a tavola con mia madre e mio
nipote, diventava un modo di alleviare la tensione, riferire agli altri
che Per questo, perchè i veli
ricadesseo distanti dalle pareti della gabbia, avevo acquistato il giorno
prima alcuni posatoi, *fissandoli Peccato che in tal modo, Quando si dice, l' inutile
precauzione... E sulle braccia, mostravo ai miei
cari i residui arrossamenti delle punture di zanzara, a giorni di
distanza, per confermare la tossicità delle punture da
esse inferte nella mia città di fiumi e di laghi padani. Lo sconcerto Ho comunque avuto modo di
controllare che le reti di tulle non avessero altri pericolosi infiltrati,
o smagliature, che non ci fossero certuni di quegli ospiti fatali in fondo
alle gabbie, e come consigliava la Enciclopedia degli uccellini, di
prendere Con me, quando sono entrato dai
miei, avevo invece spighe di lavanda, a suggerirne la fragranza per la
stanza di mio padre. Vi sono rimasto pressocchè tutto
il pomeriggio dopo che ho pranzato, per seguirvi con mio padre la tappa
del tour. Avrei potuto rinviare a un giorno
feriale seguente la mia visita, oggi o posdomani, tanto più che nella
loro città avrei avuto occasione di acquistarvi Ma ieri, di domenica, al tour si
correva la grande tappa alpina con arrivo in salita, a Courchevel, e
c'erano tutte le premesse perchè potessi festeggiarvi con mio padre una
seconda vittoria esaltante del corridore Pantani, dopo quella che m'aveva
commosso sino ad averne il magone il giorno prima E invece nella tappa di ieri, da
che è avvenuto il collegamento, Pantani ha seguitato a perdere i contatti
dai primi, accumulando via via un ritardo irrecuperabile. Io e mio padre, quali spettatori,
ignoravamo che stava male, che aveva difficoltà a respirare per una
tracheite acutizzatasi, e le nostre aspettative deluse cercavano di
darsene una spiegazione che attutisse lo smacco. " V'era ancora un altro colle
da scalare, -io lo giustificavo-, forse credeva che
quella fuga Mio padre era piuttosto di assai
poche parole, all' apparenza di rassegnato distacco, ma nei cui umori, se
lo incalzavo, emergeva una delusione amara che è venuta facendosi
accanimento ingiusto, addirittura sferzante, nei riguardi di chi appena il
giorno prima era stato un grande " Lui in ogni modo non doveva
staccarsi da chi inseguiva. Ha sbagliato la corsa. L' ha sbagliata di
testa, nel fare i suoi calcoli. Eeeh, si è impantanato il nostro
Pantani..." Era la quattordicesima tappa,
quella di ieri, " E' stato per la fuoriuscita
del palmer...Fino ad allora era rimasto sempre secondo a 45 secondi... Così,
invece di arrivare primo con tre minuti di vantaggio, ha terminato la
corsa in discesa con mezz'ora di ritardo...
è arrivato al traguardo per finire all' ospedale. Altrimenti sarebbe stato il primo
corridore italiano, a vincere nello stesso anno giro e tour/ giro d'
Italia e giro di Francia... " Ogni tanto egli si rannicchiava
punto dal male, ne aveva una tregua, si assopiva, si risvegliava, e i suoi
occhi guardavano Al traguardo, pur riducendo il
distacco, il nostro Pantani
è arrivato con tre minuti di distacco dai primi, perdendo il terzo posto Mio padre ha scosso il capo a una
sconfitta che non doveva succedere e di cui non si capacitava Che fosse ingiusto o nel vero
rispetto a Pantani, non me ne importava più di tanto, ciò che per me era
più *importante era che ci fosse qualcosa che pur angustiandolo gli stava
a cuore, Quando è sopraggiunta nella
stanza mia madre, ero dunque sollevato di riferirle come fosse quella
sconfitta che contrariava mio padre, non già il pensiero del suo male da
cui l'evento ciclistico pareva averlo distolto. Prima che lo salutassi per
lasciarlo, mio padre mi ha rinnovato l'invito a che torni a trovarlo. " Oramai ne hai dello spazio
qui intorno, per muoverti per la casa come meglio credi", mi ha detto
riferendosi a se stesso, confinato entro le sbarre di quel letto che non
può più abbandonare, adesso che gli arti che ne avevano fatto una
promessa del ciclismo come i suoi fratelli, non può più usarli che per
rigirarvisi . " Eppoi lo sai anche tu per
esperienza, gli ho detto già sulla porta della sua stanza, che in corsa
non basta Appariva persuaso adesso,
comprensivo e riconciliato con
il nostro comune campione. Finito il tour, se ce ne sarà
ancora modo, sarà poi discutendo di quanto vi sia di promettente nelle
prime uscite stagionali della squadra beneamata da entrambi, La pena ulteriore Proprio mentre giovedì mattina sono uscito di casa per raggiungere la
stazione, un breve piovasco ha raggiunto il massimo della sua intensità
sulla mia sola città, inducendomi a risalire per prendere l'ombrello e a
farmi perdere il treno a quell' ora, proprio per quel poco tempo che mi è
occorso per questo. Sarei potuto partire un' ora più tardi; nel
frattempo, schiaritosi il cielo, ho girovagato nel parco vicino, attratto da un ragazzino in calzoncini corti che
ne era addetto alla pulizia con un anziano, sono entrato in una cartoleria
nel condominio insulare che fa
da spartitraffico in prossimità della stazione, e vi ho fatto fare le
fotocopie degli articoli bellissimi di Gianni Mura sulle imprese esaltanti
di Marco Pantani al tour de France, all' Alpe d' Huez e lunedì scorso,
quando lo si diceva prossimo
a soccombere e al ritiro, ed è tornato alla vittoria Ne avrei fatto un regalo a mio
padre, con il compact disc di Canti di Maremma e d'anarchia di Caterina
Bueno, uscito in mattinata allegato ad Avvenimenti, perchè di quegli
articoli gli si facessero due posters da mettere in stanza. Ma quando sono arrivato dai miei,
ch'era oramai quasi mezzogiorno, mia madre mi ha detto che non aveva
pressocchè chiuso occhio quella notte, in quanto che le cure per
ripristinare la circolazione sanguigna gli avevano riavviato il sangue
negli arti inferiori gonfiandoglieli dolorosamente. Ed io salutatolo e baciatolo, in
quel volto sempre più smagrito e impressionante, senza dentiera e con gli
occhi divenuti vacui e rapaci, gli ho consegnato sommessamente gli
articoli ed il compact, ed in compagnia " Eh, è davvero brutto,
quando si sta male in corsa, se si hanno certi disturbi..." Dal cassetto, poi ha tratto A tavola poche battute nervose con
mia sorella, per evitare la sua richiesta che restassi via a Modena, dai
miei genitori, al solo fine, temevo, di consentirle di far le vacanze
senza che io possa più nemmeno disporre della mia solitudine, e non abbia
più nemmeno la libertà di riordinare i miei scritti E mi bastava guardare la pelle che
ricadeva vuota e grinzosa dalle braccia di mio padre lungo le barre del
letto, per sentirmi provocato, fin che la mia età ritarda ad avvizzirmi
il volto, ed ancora ho un fascino e sono attraente, a valermene a costo di
tutto, di divieti o avvistamenti od infamia, pur di godere e sentire di
vivere ancora. Forse che loro, venivo ruminando,
hanno anche solo provveduto a pensare al fatto che da che mio padre non può
più muoversi, io stesso non ho più la facoltà di andare via, senza che
lui possa ancora guidare per me, (senza più lui che guidi per me), o
venire a Poi, dopo pranzo, rimasti solo io
e mia madre, è stato inutile o non ne valeva la pena, per entrambi, di
risvegliarlo da un sonno intermittente sempre più profondo, l'occhio che
gli rimaneva schiuso a metà, in deliquio, come in un anticipo della sua
agonia. Mia madre " E' addirittura convinto di
poter tornare presto in funzione, di avere quel che ha perchè ha sforzato
troppo le gambe..." E' oramai immobilizzato a letto,
senza più possibilità di ripristinare l'uso degli arti, non può sentire
sollevare unn lenzuolo o sfogliare pagine accanto senza avvertire fitte o
brividi, ed i giorni addietro è venuto sgridando mia madre per il
disordine in cui temeva lasciasse ricevute e incartamenti, nella scrivania
che è a capo del letto e che gli è irraggiungibile, aspettandola che
esca, per nasconderle alla vista i pochi soldi che tiene indosso, o nel
letto, senza più possibilità alcuna di disporne di fatto. " Ti prenderei a calci, come
mi levo,", " Dio mio, mi è venuto da
sorriderne, lui che sugli
arti Anche quando sono iniziate le
riprese del tour, visto che la tappa non sembrava riservare che
schermaglie di poco conto, l' ho lasciato trascorrere dal sonno alla
veglia, e di nuovo riassopirsi, fintanto che, a un suo risveglio, gli ho
fatto presente che di critico poteva esserci, al più, che il campione
Ulrich accusasse crampi e indolenzimenti alle gambe che si frizionava. " Speriamo che non abbia
quello che mi viene capitando..."è stato il suo commento che mi ha
sbigottito. A tal punto, oramai, l'
obnubilamento per il quale non sa più vedere e capire che cosa gli viene
accadendo, ne fa un essere stupido e incattivito, fa " E la tua società
telefonica-ha soggiunto- non è imparentata con la TeleKom tedesca, la
squadra di Ulrich? " Quale mia società?" " Ma tu non sei..." No, non ero mio fratello, che è
dirigente di settore nelle telefonie di Stato e si disinteresa di sport e
di ciclismo, " E' meglio che mi
nasconda" ha detto rigirandosi con fare confuso e scherzoso dall'
altra parte del letto, quando gli ho chiarito chi ero. Mentr'io " Non fa niente..
" gli dicevo, saranno stati gli antidolorifici pensavo, il fatto che
i capelli adesso li porto cortissimi come mio fratello, come se non fosse
stato niente, non sentissi che disgusto, per quell' ottundimento senza
riscatto di quanto si approssima. E come se per questo, la prossima
volta, finito il tour e iniziando le partite pre-campionato, mi
trattenessi dal Del gran galà delle stars di San
Siro, di nuovi sogni di grandi trionfi
dopo quante delusioni.
In ospedale Mercoledì 30 luglio Era impacciato ora in quel letto
all' ospedale, nel porgermi per il bacio un muso unto dell' intingolo
della bistecca che cercava di mangiare senza poter usare le posate. E quando è sopravvenuta mia
madre, si è incattivito rabbioso, poichè qualunque fosse la cosa che lei
aveva da dirgli, lo distaccava da quel pezzo di carne che tentava famelico
di fare proprio, dopo che le trasfusioni di sangue gli avevano fatto
recuperare in tutta la sua voracità un appetito che pareva finito. Era come un enorme uccello
notturno in cattività tra quelle sponde, i bracci rattrappiti ad
articolazioni di ali spiumate. E' stato ricoverato, mi aveva
detto mia madre in mattinata, per la pressione bassissima,
per i bassi valori di ogni entità *sanguigna. Nel loro appartamento, prima di
raggiungerlo al Policlinico con mia madre, ho voluto entrare nella sua
camera. Ora anche quel letto d' ospedale
vuoto, tutto Sul comodino, L' ho messa nella mia borsa per
portarglielo, mia madre che tardava ad essere pronta, mentre prendevo a
sudare, a non potermi più contenere, di fronte a quell' idea angosciante
che non mi aveva dato respiro già lungo i viali verso la stazione di
partenza, quando prima d'avviarmi l'avevo considerata un' inezia, una
dabbenaggine, il dubbio, che lontano dal mio appartamento ora veniva
assillandomi non di meno che Otello quel fazzoletto, che potessi avere
lasciato accesa l' antizanzare elettrico, e che da qualche panno a
contatto,- quale mai...- potesse avere preso fuoco e stesse bruciando
tutto il mio appartamento, ogni mio libro, ogni mio scritto su dischetti,
la carne dei miei uccellini carbonizzatisi, quando per me che felicità
solo qualche ora prima, che fossse bastata una revisione, qualche taglio,
perchè anche le pagine più anodine sulla mia avventura con Kaled nell'
avventura del mio viaggio in Libia, avessero acquisito smaglianza e
significatività esemplare, e tutto vi si integrasse a meraviglia. Il tutto, purtuttavia, permanendo
allo stato solo virtuale, su copie di copie di dischetti, senza che pur
negandomi ogni vacanza, trovi o mi dia il tempo di ultimare la revisione e
passare alle stampe. Pensavo sconsolato, in soggiorno,
a come potesse bastare *quella pochezza di un assurdo, o vano timore, a
trasformsare la mia vita da esaltante in un azzardo ove tutto si vanifica
per un minimo accidente, e una forza mi spingeva ad andare nel vuoto oltre
il balcone, nella luce e nel
cielo di schianto. Ma tutto di ciò al Policlinico
era cessato di fronte a mio padre, del quale, senza minimizzare con lui
nulla del suo male, cercavo
di alleviare con il ricorso alle evidenze più ovvie la pena della
situazione. " Vedo che ora riesci a stare
di schiena e di fianco, a casa riuscivi a stare solo di fianco contro le
sbarre. " Ma io sento male
dappertutto". " Cerco solo di dirti quello
che può darti sollievo, nient'altro." " Se non avessi
niente..." " C'è chi non ha niente, ha
di tutto, e si ammazza anche se è giovane e sano. Sono più quelli che
hanno tutto che si ammazzano, che quelli che vivono nella miseria. E' raro
il suicidio tra la povera gente, a meno che la disoccupazione,
l'usura"non li facciano essere con l'acqua alla gola" " Perchè questi ultimi sanno
soffrire..." Dell' Inter fantastica, dei boys
affollatisi in uno sciame festante intorno a Ronaldo, di Kanu ritornato in
campo e restituito al calcio dopo l'operazione alla* valvola aortica, di
come in due quegli attaccanti avessero meno dei miei anni, un futuro
calcistico immenso davanti per sè e per la nostra squadra, e * del fatto
invece che io, neanche se ritornassi in vita dieci volte a lavorare tutta
una vita, non potrei guadagnare come insegnante quanto loro una sola
stagione, non era più il caso di riprendere o ritornare a parlare, meglio
sfogliare *il quotidiano della nostra città e della nostra provincia,* di
quel giorno, che gli aveva portato in ospedale mia madre, e parlare del
dollaro in ascesa e del rincaro della benzina, delle dichiarazioni dei
pentiti su come fossero una sola persona Andreotti e i suoi uomini e i
capi della mafia, evitare di leggergli di morti per infortuni sul lavoro o in
incidenti stradali, Lasciandolo quando sopraggiungono
due dottoresse e ci fanno uscire, ed i nembi di un temporale si addensano
in cielo, anche mia madre è ora in apprensione per lo stato del suo
appartamento, in cui l' ha lasciato,
oramai troppo tardi benchè manchino ancora tre quarti d'ora , per
essere alla stazione con il prossimo autobus, prima che parta il primo
treno utile per la mia città, è estate, hanno dimezzato anche le corse
per il Policlinico con la chiusura delle scuole, come se il male e i
malati e i più indigenti andassero in vacanza, e l' ansia risale e
travolge ogni difesa, la mia casa, i miei uccellini incustoditi...non mi
resta che lasciare mia madre lì alla fermata e andarmene a piedi, lungo e
attraverso tutta la città, senza speranza anche così di fare in tempo,
che importa, almeno un passo dopo l'altro, senza tregua, sfogo
la mia rabbia contro tutto e tutti, la modernizzazione e il
postcomunismo di quella città a mutazione avvenuta e compiuta , un'
efficienza e un efficientismo, dio ....,
che riservano sempre di meno a chi è miserabile e vinto, l'
orologio della stazione che mi conferma
che da dieci minuti è già partito il treno, quando arrivo nel
piazzale antistante e mi riavvio verso il centro per smaltirvi Arrivando nella mia città, oltre
le sette e trenta di sera, rannicchiato a torso nudo in una tenda di
vagone, che vi splende il sole più sfolgorante sui più asciutti dei
terreni urbani e dei viali di
rientro, inondandone la /di luce Per accudire i quali, per
confortare mio padre, mi sia un dolce sforzo sacrificare l'estate.
Pazientando nella mia dedizione ad essi, a che la mia opera diventi reale.
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