Sera d'agosto del 2001.
Sono di rientro,
ch' è già sera, a Zahle dal Museo Nazionale di Beirut, e ripercorro
l'interminabile strada che dalla fermata dei microbus risale sino all' alloggio,
nell' hotel Akl, quando lungo l'altro lato vedo un cagnolino bianco, ancora un
cuccioletto, che trotterellando seguita due ragazzi a spasso.
"Strano che ne
siano i padroni," mi dico, essi si limitano infatti a voltarsi e a
guardarne la deliziosa grazia, sorridendone, senza raccoglierlo ad alleviarne
la fatica del trotterellio continuo.
Ne fossero i
padroni, come potrebbero lasciarlo andare dietro al loro passo lungo quello
spartitraffico ch'è interrotto da dei raccordi tra le due arterie a senso unico,
dai quali le autovetture che affluiscono pongono a repentaglio la vita dell'
animale. Sopraggiungono alcune ragazze , vezzeggiano e depongono di lì a poco
il cucciolo, e questi procede dietro
gli uni e le altre ininterrottamente. Traverso la strada,
mi metto al seguito del cagnolino, lo sopravanzo, raggiungo i ragazzi, non
capiscono.Mi volto indietro e ad una ragazza del gruppo ch' è alle mie spalle,
la quale si offre in quanto sa il francese, chiedo di farsi a loro interprete
della mia domanda se ne siano i proprietari. Il riso dei
ragazzi,che si schermisce, me ne anticipa la risposta da parte di lei."
No, potete tenervelo, se volete". E resto solo io al seguito del piccolo
trotto del cagnolino. Sono solo io che lì straniero, di passaggio,
verso altre frontiere di transito, ho a cuore di salvarlo dall' abbandono e dal
randagismo in cui è perduto. Quel suo procedere stesso non può che
sfinirlo.Che importa se ho il solo zaino appresso, e devo andare
di hotel in hotel per ricevere alloggio, quanti siano i transiti e le frontiere
che ancora mi restano, lo raccolgo
e lo guardo quant'è meraviglioso, nel suo musino appuntito, nei suoi vivi occhi
così remissivi e dolci, lo trattengo in braccio e con lui mi avvio.
Può ancora essere compreso con una mano, tant'è piccolo, ed in essa non si
oppone ad essere accolto, tant'è docile nel suo disporsi quieto a che gli
accade.Io, quei ragazzi, chiunque poteva raccoglierlo e farlo proprio, nel suo
passo alla ricerca di chi possa sostituire chi l'abbia disperso. Se mi arresto,
lo depongo e vado un poco avanti, anche lui si arresta, orina e annusa tracce,
si mette celere dietro al mio passo e poi divaga.Volessi desistere, potrei
ancora staccarlo senza che lui mi raggiunga. Proprio per questo lo riprendo in
braccio, lo riaccolgo; e sento delle tettine lambirmi, avverto ch' è una
cagnolina. Ma non solo, al tatto, ora il mio affetto ha un intenerimento in più
di delicatezza: poiché con il rivolgersi dell' animale a grattarsi sotto le
orecchie, lungo la schiena, ciò che mi si insinua nei peli del braccio mi
rivela che la mia cagnolina è gremita di pulci. E quel suo pelo
così ruvido, che si fa rado all' attaccatura delle orecchie, non è sintomo di
qualche malattia? Nel verde dello spartitraffico vi sono degli
uomini che oziano distesi, dei senza lavoro o dei lavoratori precari arabi,
parrebbero. Essi non possono non notarmi con la mia cagnolina, uno di loro mi
chiede di porgergliela. Le fanno talmente festa quando l’hanno tra
le braccia, ancor più quando si accorgono al sesso che è una femmina, che è per
me una tentazione che ha tutto il sembiante della sensatezza, l'idea di
lasciargliela perché la cagnolina unisca la sua alla loro vagabondaggine.E'
forse un' eventualità praticabile, portare l'animale al seguito di ogni mio
itinerario restante? Sui taxi collettivi, con lo zaino, nel traffico di Damasco
e di Amman, nel deserto di Umm al-Jamal? Affidandola a loro non la
lascerei comunque nelle mani di qualcuno? Ma in che mani, che ora
la sollevano in alto, se la passano le une nelle altre, che potrebbero poi
risolverne la festa nel guizzo di un'atrocità che se ne sbarazza...
No, comunque sia riprendo con me l'animale e mi riavvio, mi sostituisco ai suoi
passi e anche per la cagnolina supero le traverse e il traffico che vi
affluisce, avanti, ancora avanti, fino a uno spiazzo dove la depongo, dove la
cagnolina s'accuccia sotto l'auto che un giovane uomo sta chiudendo a chiave.
La scova, al mio richiamo, ne è deliziato della grazia minuta, la solleva e la
mostra di lontano alla propria famiglia, che sta prendendo il fresco sul
balcone di un casamento di fronte. Ch'io salga, ch'io salga pure
con l'animale. Ma solo per me vale il diritto di entrare,
partecipando alla loro cena sul tardi e conversando. Sono cristiani, come tutta
Zahle, mi dicono, per metà maroniti, l'altra metà greco-ortodossi, niente
islamici, e la cagnolina resta al di là della porta, con una tazza di latte e
del pane inzuppato che la ristorano. In Libano non solo per gli
islamici il cane è un essere impuro. La riprendo insieme con la
tazza e mi riavvio. Poteva pur essere una soluzione, che coloro ne
diventassero i padroni. E avanti, ancora avanti, finché sono con lei sulle
soglie dell' hotel, dove la depongo prima di entrarvi. E ora è il mio rispetto
umano che manca di coraggio: quale proprietario di albergo potrà mai
consentirmi che lei ne valichi l'ingresso...Su quegli scalini mi
tocca dunque lasciare che lei vada perduta.? Almeno la abbandonassi nel tenero
verde di un giardino, la mia creaturina. " Qualcuno se ne
prenderà cura, vedrai..." mi è stato detto in quella casa, come recita la
giustificazione di ogni abbandono, come vengo ripetendo a me stesso tristemente.
Nella sala d'ingresso ci sono la figlia e il nipote ancora svegli della signora
dell' hotel, nel grande andito in cui giocano a carte. Vengano a
vedere che grazioso animale ho raccolto e doverosamente ho lasciato di fuori,
li invito con animo sospeso. Resteranno cortesemente indifferenti
alla sua sorte?Sopraggiungono, si chinano, e la cagnolina è una meraviglia che li
incanta, una tenerezza cui fanno festa, l'aspettativa che l'ospite è venuto realizzando.
" Tu non mi avevi detto di volere un piccolo cane?" la figlia della
signora chiede in francese al nipote, che carezza e porta al seno l'animale, ne
ha già fatto un compagno di giochi. Oh, la madre non avrà niente
da ridire, mi assicurano, mentre lascio che la cagnolina mi lecchi la mano, che
plachi la sua smania gengivale con le dita che le pongo in bocca.
Per lei, intanto, entrambi stanno già approntando un posto sul balcone
retrostante, ove la cagnolina può riposare nella frescura del fiume Badanawi. Che ci sia il
rischio che cada disotto, già si preoccupano, nonostante le ringhiere che lo
sbarrano? Accanto pongo la ciotola del latte che ho recato
appresso, l'importante, dico a loro, è che ella ora possa riposare a lungo nel
ristoro del fresco. La cagnolina si scrolla quand'è sul balcone, fa una
pisciatina che li fa ridere, si accuccia ma non trova pace, nel tormentìo delle
pulci che ora notano anch'essi; ciononostante può acciambellarsi nel languore
del sonno, che ne fa ancora più liquei gli occhi socchiusi. Li
lascio che la vegliano assorti in un incantato silenzio. Grazie, Dio del cielo,
poiché in loro la sua deliziosità animale ha trovato i migliori dei padroni
possibili.Per lei, ugualmente, resterò come San Giuseppe un
lontano padre putativo, mi dico, mentre il mio tripudio commosso già fluisce
tra le braccia del sonno.
Scritto in Amman il
16 agosto 2001
|
Umm-al Jamal . Resti di dimore di epoca bizantina
|
Amman, 15 agosto 2000
Nel lasciare il
Libano, Zahle, l' hotel Akl, prima di andarmene ho chiesto alla signora se
potevo ancora rivederla, la cagnolina, nel balcone che dà sul giardino rinfrescato
dal corso del Badanawi, dove è stata posta in disparte dagli ospiti dell' hotel.
Cara, che bella, nel suo musino e nei suoi vividissimi occhi,... com'era più
liberamente e giocosamente vivace, senza più addosso nemmeno una pulce.
Il nipote della signora mi ha mostrato che le hanno
già preso anche un collare che emana un odore ch'è repulsivo per gli insetti
molesti, confidandomi che ieri sera è passato a proteggerla con una coperta dal
frescore notturno.Era una meraviglia Poutska, come l'hanno
chiamata, vederla giocare con una palla multicolore, accanendosi su di essa
nello sfogarvi la bramosia della sua dentizione novella. Non so se
è per un sentimento di gratitudine, che è venuta ai miei piedi a insalivarmi i
pantaloni. Il nipote della signora mi ha soggiunto che adesso
sanno tutto anche delle sue origini. "
Son petit frère est chez mon ami". A quel suo amico il
proprietario della cucciolata aveva affidato il fratellino di Poutska per
salvarlo, mentre in quanto era una femminetta lei l'aveva mandata dispersa
lungo una strada... Nel dispiacere di doverla lasciare, potevo
dunque ben essere felice di averla tratta in salvo dall' abbandono.Al
congedarmi definitivamente dalla signora dell’hotel " Se io debbo
ringraziarvi, le ho detto, è soprattutto per l'ospitalità che avete concesso
alla mia cagnolina". "Tornerò, tornerò da voi, l'anno
prossimo, non so quando, per rivederla come sarà più grande".
Ieri, nella sterminata distesa delle rovine di basalto di Umm-al Jamal, la Madre
dei cammelli, mentre nel vento le ali del tempo spazzavano i cortili su cui si
affacciavano ancora gli scaloni all' aperto e i lavatoi dei condomini
bizantini, le antiche chiese monofisite di cui mi perdevo a cercare le tracce
sotto il sole calante del deserto, mi ci sono sentito appaesato nello stesso
scenario turrito delle città morte intorno ad Aleppo, del piccolo villaggio di
Jeradeh, delle alte mura di cinta di Ruweiha, e di nuovo, ma in tutta
solitudine, lì nel deserto come nel traffico e nei quartieri diroccati di
Beirut da cui credevo di finire altrove, nella cittadella bizantina come in
Chabra e Chatila, mi sono ritrovato tra delle rovine che furono anch'esse
rifugio di guerra, quando negli anni venti, del Novecento, i drusi dell' Hauran
vi ripararono in fuga dalla controffensiva dei reparti coloniali francesi.
|
Umm-al
Jamal
Resti delle fortezze militari
|
E oramai, tra il
pulsare di Amman e il deserto
giordano, nella mia volontà che sia
fatta la Sua volontà, che avvenga il Suo Regno e che così sia, mi sono finanche
troppo assuefatto alla conclusione finale del sermone di Kierkegaard sugli
uccelli del cielo, i gigli del campo, che con ancora timore e tremore è stata
la mia ultima lettura prima di partire; e lascio che avvenga pure quel che sia,
che io esploda nei cieli, che io affondi nel mare, come Dio vuole.
|
Umm-al
Jamal Due bambini sullo sfondo dei resti di una delle cattedrali monofisite
|
Vedi altre immagini degli stessi bambini
inseparabili della fotografia sovrastante
Ritorni
alla pagina index
Ritorni alla Home principale